PROGETTO LETTURA in “Energia: Sinergicamente insieme” ll Progetto “Energia: Sinergicamente insieme” è nato con lo scopo di far conoscere agli alunni le risorse energetiche alternative al fine di ridurre drasticamente la quantità di emissione di CO2, causa principale dell’inquinamento dell’aria. È stato articolato in due percorsi : “Jesce sole” ( ambito scientifico) e “Il sole nella poesia, nel mito e nella favola ” ( ambito linguistico). Ecco la scheda descrittivadel Progetto: “IL SOLE NELLA POESIA, NEL MITO E NELLA FAVOLA” I destinatari del Progetto sono stati gli alunni della IVC. Gli obiettivi specifici individuati riguardano: 1. Saper lavorare in gruppo, tenendo conto delle esigenze altrui e collaborando attivamente 2. Leggere per “il piacere di leggere”: poesia, mito e favola. 3. Produrre lavori artistici e immagini poetiche. Gli alunni sono stati chiamati ad operare in maniera operosa nelle attività proposte. è stato l’oggetto culturale di studio. I contenuti sono stati proposti in modo facilmente comprensibile agli alunni che si sono mostrati attivi, curiosi, partecipativi e creativi. Le attività prescelte hanno tenuto conto dell’importanza di interagire con gli alunni per stimolarli alla riflessione, alla ricerca, alla risoluzione dei problemi. Grazie alla flessibilità delle nuove tecnologie, gli alunni hanno avuto modo di tornare sopra il prodotto, correggerlo, reimpostarlo, concentrandosi sugli aspetti concettuali e di buona scrittura. Il percorso sperimentato ha consentito agli alunni di acquisire le competenze specifiche riguardo alle attività e alle tematiche trattate e di produrre cartelloni. Sono proprio le esperienze pratiche che hanno garantito una valutazione positiva dell’esperienza didattica, anche per la ricaduta in classe. Alla fine dell’anno scolastico, come già da diversi anni, sarà organizzata una mostra didattica in cui gli alunni hanno potranno raccontare le proprie esperienze e mostrare i materiali prodotti riguardanti i Progetti: SeT, Lettura e Legalità.
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SOLE NELLA POESIA
Il poeta è un uomo che vive gioie e dolori, nutre sentimentidi gratitudine e di fratellanza, come gli altri uomini, ma li esprime; non li nasconde. Laudato si’, mi’ Signore cum tucte le tue creature,.. Spezialmente messer lo frate sole lo qual’è iorno et illumini noi per lui. 1
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: di te, Altissimo, contiene la tua immagine. San Francesco d’Assisi Sii lodato o Signore per mezzo di tutte le tue creature. Specialmente messer frate sole, il quale è luce del giorno e tu ci illumini per mezzo suo. Esso è bello, raggiante con grande splendore: è la tua immagine o Altissimo. La prima creatura ad essere lodata, in particolare, è il sole, chiamato messere, cioè sovrano. È il primo della grande famiglia che deriva da Dio. La lode al Signore coinvolge anche quella delle sue creature. Dio si manifesta nelle opere dell’universo. Le cose non sono lodate in sé e per sé, ma in quanto, essendo opera di Dio, sono mezzi di innalzamento dell’uomo verso il suo Signore. Luca Marinelli
L’amor che move il sole e le altre stelle
(Dante Alighieri Paradiso - XXXIII,145)
É l’ eros , l’ amore divino, che non solo fa girare il mondo ma che ha creato l’uomo e in esso si è incarnato. Il Sole è opera di Dio. L’uomo deve custodire e moltiplicare le meraviglie del suo Creatore.
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realizzato da Giovanni Sgambato
“Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole ed è subito sera”
Salvatore Quasimodo
Subito, in quel calore del sole che tocca ogni uomo, subito in quel breve e intenso raggio di sole, appare la sera. In questa breve poesia è presente il dolore e la solitudine dell’uomo. Preferiamo, però, spiegare che in essa il raggio di sole che ci trafigge é la felicità che questa Vita regala. Magari sarà una vita fuggevole, breve, ma così intensa e preziosa che arriva la sera a custodirla nello scrigno dei tesori.
Giovanni Sgmbato
Il Sole delizioso risplende. In un mare blu e azzurro piroettano giocondi delfini. 3
Ed io mi sento felice Giulia Tancredi
Il sole di Giulia
sulla spiaggia d’oro
La favola è un componimento letterario breve, narrativo, che fornisce un insegnamento di carattere morale. I protagonisti delle favole sono in genere animali dalle sembianze umane (più raramente piante, oggetti inanimati o personaggi fantastici) rappresentanti dei vizi e delle virtù degli uomini.
Il SOLE NELLA FAVOLE Anche nelle favole si fa ricorso alla figura del Sole, in cui però esso appare come un personaggio a tutti gli effetti ; fra gli esempi più noti vi sono, oltre a quelle di Fedro ( scrittore greco nato intorno al 15 a. C.) le favole scritte da Jean de la Fontaine, uno scrittore francese del 1600.
Ciro Scolese
IL SOLE E LE RANE Si celebravano, in piena estate, le nozze del sole. Tutti gli animali ne erano lieti, e anche le ranocchie si davano alla pazza gioia. Ma una di esse saltò su : “Perché tutta questa allegria, o sciocche? Se, una volta sposato, il sole metterà al mondo un figlio come lui, che cosa mai non ci toccherà patire, dato che ora, da solo, riesce già a farci seccare tutti i pantani?” Insegnamento : Ci sono molti uomini con poco sale in zucca che festeggiano avvenimenti per cui non ci sarebbe proprio ragione di rallegrarsi. Jean de la Fontaine
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Il Sole e il Vento In autunno si sa che pazzo è il tempo, ora piove, ora è bello, or splende il sole, or distende la bella Iride il lembo del suo vestito, avviso a chi viaggia di portarsi per strada un buon mantello. Balzana nominarono gli antichi una stagione siffatta, in cui mai troppe le previdenze son del pellegrino. Un di questi era uscito un giorno appunto ben riparato contro ogni incostanza della stagione, in un doppio mantello di buona stoffa, allor che disse il Vento al Sole: Ecco, costui, per quel ch'io vengo, ha provvisto assai ben contro gli eventi, ma non 5
pensò ch'io so gonfiar le guance e con tanto soffiar impeto e forza, che strappo anche i bottoni; o vuoi ch’io provi a togliergli di dosso e con un colpo al diavolo mandar quel suo mantello? Vuoi vedere? così potremo un poco al bel volo godercela fra noi -. Senza tante parole a lui rispose il Sole: - Anzi fra noi facciam scommessa a chi prima saprà scoprir le spalle del galantuomo. A te, comincia primo, ch’io mi lascio soffiar anche sul viso -. Bastò il dirlo che il vento in un momento tien la scommessa e si riempie e si rigonfia, come un pallone, di nebbie e di vapori, e soffia e fischia e fischietta e tempesta, innanzi polveroso va superbo, e comignoli schianta e manda a picco più di una nave in mar per il capriccio d’un ferraiol, ahimè! Presto sul corpo il suo mantello si strinse il viandante, sì che il vento non entri. Invano s'insinua questo dentro le pieghe e sotto il bavero, perché l’uomo prudente ancor più stretto attagliasi il panno al dosso, e fu tempo perduto. Trascorso il tempo suo, cedette il Vento il gioco al Sol, che disperde in un tratto le nebbie e mostra il suo faccione lucente, e tanto scalda al galantuom la schiena, che sudato alla fin questi si tolse il mantello. Fu potente il Sole, facendo in breve tempo ciò che doveva;
Insegnamento : la dolcezza vince ogni furore.
Fedro
Il
SOLE E I MITI
Il mito è una storia che ha come scopo quello di spiegare i misteri del mondo, le sue origini, i suoi valori, il suo senso, di definire le relazioni tra gli dei e gli uomini. In altre parole, è un tentativo di dare risposte alle domande fondamentali che l’uomo si è posto e continua a porsi. Ogni popolo ha elaborato i suoi miti. Gli alunni vi propongono la lettura di due miti. Il primo mito, nato in Africa, tenta di rispondere alla domanda “PERCHÉ IL SOLE E LA LUNA VIVONO IN CIELO?” Il secondo mito, nato in Sud America, tenta di rispondere spiegare alla domanda “PERCHÉ
Mito della Nigeria (Africa) PERCHÉ IL SOLE E LA LUNA VIVONO IN CIELO Molto e molto tempo fa, il Sole e l’Acqua erano amici e vivevano tutti e due sulla Terra. Il Sole andava a trovare l’Acqua quasi ogni giorno, ma, per quanto lui la pregasse, lei non ricambiava mai la visita. Così il Sole le chiese: «Perché non vieni mai a trovarmi, sorella mia?» E l’Acqua:
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«Se mi vuoi come ospite devi ingrandire la tua casa, perché ovunque io vada i miei parenti vengono con me: e sono molti, moltissimi! La capanna dove vivi non potrebbe mai contenerci tutti.» Il Sole decise subito di costruirsi una casa immensa e si mise al lavoro insieme a sua moglie, la Luna. Appena ebbero finito, il Sole corse dall’Acqua e la invitò per il giorno dopo. E che portasse anche la sua famiglia: c’era posto per tutti. Quando l’Acqua arrivò, prima di varcare la soglia chiamò il padrone di casa: «Eccoci, siamo arrivati! Sei sicuro che ci staremo tutti?» «Ma certo» disse il Sole. «Hai mai visto una casa più grande di questa?» Così l’Acqua cominciò a entrare: acqua di fiume e acqua di lago, acqua di mare e di torrente, di palude e di stagno... Acqua e ancora acqua, piena di pesci, di ranocchie, di squali; di coccodrilli, di tartarughe, di ippopotami e di tutti gli animali che nuotano e sguazzano. Dopo un po’ il Sole e la Luna si ritrovarono a bagno sino alle ginocchia e l’Acqua disse: «Forse siamo in troppi, sarà meglio andar via.» «Ma no» dissero Sole e Luna, che ci tenevano ad essere gentili «c’è ancora posto, entrate pure.» L’Acqua continuò a riversarsi nella casa e in poco tempo fu abbastanza alta da arrivare al soffitto. «I cugini e gli zii sono rimasti fuori della porta» disse l’Acqua al Sole e alla Luna, che nel frattempo si erano arrampicati sul tetto per non affogare. «Possono entrare anche loro?» Il Sole e la Luna si scambiarono un’occhiata: dire di no sarebbe stato davvero troppo scortese. Così l’Acqua riempì la loro grande casa, ed era tanta, tanta e poi tanta che alla fine copri il tetto e inghiotti la terra tutt’intorno. Al Sole e alla Luna non restò che rifugiarsi in cielo, dove vivono ancora oggi. Nessuno dei due, infatti, ha voglia di bagnarsi i piedi.
Mito del Brasile (Sud America) SOLE E LUNA Una volta, tanto tempo fa, Sole se ne andò a caccia nella foresta e trovò due pappagalli così piccoli che non sapevano neanche volare. Le loro piume verdi erano talmente belle che il cacciatore decise di portarseli a casa e di regalarne uno a Luna, il suo compagno e amico. Ogni giorno Luna e Sole davano da mangiare ai pappagallini e insegnavano loro una parola nuova, finché gli uccelli diventarono grandi, forti e capaci di parlare come una persona. Un giorno, un pappagallo disse all’altro: 7
«Sole e Luna mi fanno davvero pena. Tornano a casa stanchi e non hanno nessuno che pesti il mais per loro.» Ed ecco, un attimo dopo i due pappagalli si erano trasformati in ragazze dai lunghi capelli neri: una preparava da mangiare e l’altra stava di guardia, per paura che arrivasse qualcuno e le vedesse in quel nuovo aspetto. Verso sera Luna e Sole tornarono dalla caccia, e mentre si avvicinavano a casa sentirono uno strano rumore: pum-pum, pumpum... Sole appoggiò l’orecchio a terra e disse: «Forse sono i passi di un animale che attraversa la foresta!» Il rumore diventava sempre più forte, sempre più forte, e quando i due cacciatori furono quasi sulla porta di casa, Luna esclamò: «Non è un animale! Sembra che qualcuno stia pestando il mais con forza, come se avesse una gran fretta.» «Hai ragione» disse Sole «in casa dev’esserci qualcuno, andiamo a vedere.» Ma nel momento stesso in cui entrarono, il rumore cessò: la capanna era vuota, a parte i due pappagalli appollaiati su un trespolo. «Guarda!» disse Sole. «Per terra ci sono impronte di piedi, ma chi può averle lasciate?» «E il mais è pronto» aggiunse Luna. «Chi lo avrà pestato? Qui ci sono solo i pappagalli, e, anche se volessero, non sarebbero capaci di fare una cosa simile.» Era proprio un mistero! Per quanto ci pensassero, Sole e Luna non riuscivano a trovare una soluzione. Il giorno dopo fu lo stesso: prima sentirono il rumore, poi trovarono le impronte di passi e il mais pestato. E intorno, nessuno. Allora decisero che avrebbero fatto finta di andare a caccia e si sarebbero nascosti accanto alle due porte di casa. Così, appena il solito pum, pum si fosse fatto sentire, si sarebbero precipitati dentro per sorprendere i misteriosi visitatori. E infatti, dopo un po’, ecco il rumore del bastone che batteva il mais, ecco voci e risate di ragazze! Sole e Luna entrarono di corsa, uno da una porta e uno dall’altra. In casa c’erano due bellissime ragazze dai capelli lucenti, che vedendosi scoperte abbassarono gli occhi. «Ecco chi ci preparava da mangiare! » disse Sole, rivolto alla più graziosa. «Ma chi siete, e da dove venite?» «Siamo i pappagalli, non l’hai ancora capito?» rispose la ragazza. «Ogni mattina ci trasformiamo in esseri umani e pestiamo il vostro mais, visto che non c’è una moglie a farlo per voi.» «Una moglie? Che buona idea!» disse Luna. «Non vi piacerebbe sposarci?» Così Sole e Luna si sposarono con le ragazze-uccello, e siccome la casa era troppo piccola per tutti e quattro, decisero che Sole e sua moglie l’avrebbero usata di notte, mentre gli altri due ci avrebbero vissuto durante il giorno. 8
Ed è per questo che non li si vede mai insieme: perché quando uno se ne sta a casa l’altro va in giro.
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