Scheda Operativa

  • May 2020
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PON SICUREZZA PER LO SVILUPPO OBIETTIVO CONVERGENZA 2007 - 2013

SCHEDA OPERATIVA

OBIETTIVO OPERATIVO

Obiettivo 1.3 Tutelare il contesto ambientale.

Obiettiv o Operativ o 1.3

Responsabile Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri Capo pro tempore del III Reparto del Comando Generale Alla piena realizzazione dell’Obiettivo Operativo, anche per garantire l’unitarietà di intervento, concorrono, nel rispetto della logica partenariale e secondo le specifiche competenze istituzionali, i soggetti interessati.

Attività progetti tecnologici di videosorveglianza, non invasiva, a tutela del patrimonio ambientale; implementazione e sviluppo di altri sistemi di controllo per innalzare la capacità di contrasto ai reati ambientali con particolare riferimento ai settori dei rifiuti, dell’abusivismo edilizio, dell’inquinamento; sperimentazione di strumenti innovativi per il controllo, il monitoraggio e la prevenzione degli illeciti riguardanti lo smaltimento di rifiuti urbani ed industriali, l’inquinamento delle acque, del mare, lo sfruttamento illegale di cave ed altri reati contro il patrimonio ambientale e i beni primari;

Attività

Carattere di sistema

Progetti tecnologici di video sorveglianza Sistemi di controllo, monitoraggio e prevenzione Sistemi di rete tra operatori

X

Valenza territoriale

X X

SOGGETTO PROPONENTE

1) C.U.T.G.A.N.A. TITOLO DEL PROGETTO SISTEMA INFORMATIVO REATI AMBIENTALI E CULTURALI (S.I.R.A.C.) PAROLE CHIAVE innovazione tecnologica, modularità/scalabilità, riduzione impatto sorveglianza, posizionamento coerente, coordinamento con istituzioni, concentrazione dei controlli, aree protette, beni culturali, incendi, rifiuti, abusivismo edilizio OBIETTIVI 1) realizzazione di un modulo scalare basato sul monitoraggio tramite telerilevamento integrato di aree che presentano problemi di degrado ambientale e sociale, comprendendo le zone soggette ad incendio e quelle interessate a tutela per la presenza di beni culturali e archeologici. 2) realizzazione di un Sistema Informativo Territoriale Ambientale inserito nel sistema di rete fra operatori e integrato con gli analoghi strumenti di gestione degli Enti con competenze di carattere territoriale e ambientale 3) condivisione dei risultati attraverso mezzi di diffusione multimediali

2

DURATA

FASE FASE

PRELIMINARE: OPERATIVA:

4 mesi 32 mesi

3

ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO ATTUATORE

A) FASE PRELIMINARE 1) CONVENZIONI - stipula convenzioni con i partner operativi - stipula convenzioni con gli stakeholders 2) AUTORIZZAZIONI - richiesta autorizzazioni ad operare presso gli enti preposti B) FASE OPERATIVA 1) ANALISI DEL CONTESTO - analisi dati ufficiali reati ambientali - analisi dati ufficiali reati connessi al degrado del territorio - analisi caratteristiche territoriali e ambientali - analisi delle esigenze del territorio e del tessuto sociale - valutazione delle possibilità di recupero e intervento 2) SELEZIONE AREA PILOTA - definizione perimetri delle aree potenziali - scelta per confronto tramite checklist dell’area pilota 3) DEFINIZIONE SPECIFICHE MONITORAGGIO - definizione scala operativa e di restituzione - definizioni protocolli del telerilevamento [strumenti, frequenze, etc.] - definizione protocolli rilevamenti ambientali a terra - definizione formati output 4) STRUTTURAZIONE DEL SIT - definizione struttura di rete - definizione tabelle e campi del database - definizione protocolli di implementazione 5)

ATTUAZIONE DEL MONITORAGGIO

4

PARTNER

NOTE

- messa in atto del telerilevamento secondo i protocolli definiti - messa in atto dei rilievi ambientali a terra secondo i protocolli definiti - creazione degli output 6) IMPLEMENTAZIONE DEL SIT - compilazione campi database secondo i protocolli definiti - aggiornamento e revisione secondo i protocolli definiti 7) PRODUZIONE DEI RISULTATI - realizzazione di materiali cartografici e multimediali - condivisione dei database con i partner istituzionali 8) PRESENTAZIONE DEI RISULTATI - workshop con operatori tecnici e istituzionali - conferenze presso scuole e associazioni - distribuzione materiali multimediali

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PRESENTAZIONE DEI PROGETTI

1) utilizzo esclusivamente del “Modello” predisposto dall’Autorità di Gestione (da presentare 1 copia cartacea del “Modello” più 1 copia del “Modello” completo in formato elettronico su cd rom) 2) soggetto competente alla ricezione - per i progetti aventi carattere di sistema: Ministero dell’Interno – Autorità di Gestione Segreteria Tecnico – Amministrativa del PON Sicurezza, Via Panisperna 200, 00184 Roma; 3) sono progetti aventi carattere di sistema quelli finalizzati alla promozione di iniziative a carattere sovraregionale in grado di sviluppare le peculiari competenze e capacità tecniche istituzionalmente deputate al Ministero dell’Interno, la cui attuazione sarà affidata ad Amministrazioni ed Istituzioni a livello centrale. 4) iter burocratico e autorizzativo  vedi allegato CAMPI DEL MODELLO DI PRESENTAZIONE

1 - Anagrafica soggetto proponente Denominazione, Sede, Indirizzo, Nome e Cognome del referente, Ufficio di appartenenza (nell’ambito del Soggetto Proponente), Telefono, Fax, E-mail 2 - Anagrafica progetto Titolo del progetto, Costo del progetto, Localizzazione, ASSE, Obiettivo Operativo, (Indicare un solo Ob. Op.), Destinatari, Durata 3 - Contenuti del progetto 3.1 Analisi delle esigenze di sicurezza e legalità Descrivere il fabbisogno di sicurezza e legalità del territorio interessato dalle attività progettuali eventualmente anche con il supporto di dati statistici. 3.2 - Descrizione delle attività progettuali proposte 3.3 Modalità di coinvolgimento del partenariato istituzionale e socio-economico Descrivere le modalità operative concrete (seminari, incontri, workshop, tavoli tecnici o di lavoro, etc.) tramite le quali si intende coinvolgere il partenariato istituzionale e socioeconomico interessato dal progetto. 3.4 Tempistica della realizzazione Rappresentare graficamente la durata di tutte le attività progettuali descritte nella sezione 3.2 3.4.1 Descrizione dell’iter amministrativo Indicare gli adempimenti amministrativi da espletare per l’avvio e la realizzazione delle attività progettuali (es. conferenza di servizi, varianti al piano regolatore ecc). [Necessità di autorizzazioni, concessioni, pareri ecc; Ente/organismo/autorità interessato per il rilascio; Tempi stimati per il rilascio; Procedura di selezione del soggetto attuatore] 3.5 Descrizione dei risultati attesi Descrivere i risultati che si prevede di ottenere tramite le attività progettuali proposte. E’ opportuno individuare risultati che siano coerenti con le attività previste e rilevanti rispetto agli obiettivi del PON Sicurezza 3.5.1 Indicatori Completare la tabella utilizzando gli indicatori già previsti dal PON Sicurezza (preferibilmente) e/o prevederne ulteriori ritenuti significativi. [Indicatori di realizzazione fisica, Indicatori di risultato] 3.6 Sinergie con altri programmi/interventi Nel caso in cui il progetto presentato per il finanziamento nell’ambito del PON Sicurezza faccia parte di un sistema di interventi più ampio (es. ristrutturazione di uno dei beni confiscati facenti parte di uno stesso complesso) descrivere la sinergia/collegamento funzionale con lo stesso e le altre fonti di finanziamento interessate (es. POR, FAS ecc). 4 - Quadro finanziario

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4.1 Budget dettagliato delle attività proposte Completare la tabella indicando per ogni attività le tipologie di spesa previste ed i relativi importi. Per i progetti che riguardano azioni di formazione, accompagnamento, informazione o altri interventi ricadenti nel campo del Fondo Sociale Europeo (FSE), dichiarare esplicitamente che i costi del progetto rispetteranno le regole ed i massimali previsti dalla normativa comunitaria e nazionale in materia di FSE (Regolamenti Comunitari, Regolamento nazionale generale in materia di ammissibilità delle spese, vademecum e circolari relativi al FSE). Per tali progetti, inoltre, oltre alla tabella sottostante dovrà essere allegato il modello di budget fornito nell’Allegato III. 4.2 Cronogramma di spesa Completare la tabella indicando gli importi di spesa previsti trimestralmente per ciascuna attività. 4.3 Sostenibilità Indicare la previsione dei costi relativi alla sostenibilità dell’intervento per almeno i cinque anni successivi in seguito alla conclusione del progetto individuando le fonti di finanziamento (nazionali, regionali, locali, altro) a cui si farà riferimento. 5 - Gestione del progetto 5.1 Organizzazione del Gruppo di lavoro Rappresentare graficamente l’organizzazione del gruppo di lavoro mediante organigramma e descrivere le funzioni assegnate a ciascuna unità. 5.2 Composizione del Gruppo di lavoro Indicare, per ciascuna delle unità rappresentate, numero, qualifiche e competenze delle risorse umane che si occuperanno della gestione del progetto. [Nel caso in cui per la gestione del progetto si preveda il coinvolgimento di soggetti esterni, il Beneficiario dovrà inserire la seguente dichiarazione: ”L’affidamento di incarichi a soggetti esterni sarà effettuato nel rispetto della normativa comunitaria, nazionale o regionale vigente”.] FIRMA (persona autorizzata ad impegnare l’Ente proponente) VALUTAZIONE DEI PROGETTI

obiettivo 1.3 [criteri specifici]  Grado di innovazione delle tecnologie proposte e di modularità/scalabilità dei sistemi informatici funzionale all’aggiornamento/adeguamento nel medio/lungo termine.  Presenza di interventi di mitigazione a riduzione dell’impatto delle strutture di video sorveglianza sul patrimonio ambientale presidiato.  Grado di coerenza del posizionamento del presidio tecnologico con la localizzazione dei siti a maggior rischio di utilizzazione per lo smaltimento illegale dei rifiuti.  Grado di coinvolgimento/coordinamento degli enti nazionali e locali preposti al controllo.  Concentrazione dei controlli/monitoraggi su: • aree coperte da vincoli di non edificabilità assoluta in seguito ad incendio; • aree rientranti in parchi naturali.  Contributo al miglioramento dell’efficienza/efficacia dell’azione amministrativa nella gestione delle pratiche relative all’abusivismo edilizio soprattutto al fine di assicurare la demolizione o l’acquisizione dell’abuso al patrimonio dell’ente territoriale competente.

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