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Raccolta di firme e assemblea per dire no al gassificatore Repubblica — 04 febbraio 2009 pagina 7 sezione: MILANO Sarà di quelle che si ricordano l' assemblea pubblica di domani sera a Mediglia, convocata dal Comune per le 21 alla palestra della scuola media della frazione Bustighera. Un paese di oltre 10mila abitanti, a 6 chilometri da Milano, e la sua amministrazione, devono decidere quale posizione tenere in merito al progetto di gassificatore presentato da una società privata in un' area compresa nel Parco sud. I cittadini, la loro decisione, l' hanno già presa. In due giorni la lista Fenice, che in consiglio sta all' opposizione della lista civica maggioritaria di centrodestra, ha raccolto 200 firme per bocciare l' iniziativa e altre petizioni sono in corso. Dice Pierangelo Avanzi, capogruppo della Fenice: «Non vogliamo un mostro di 220 metri di lunghezza, 140 di larghezza e 40 di altezza, come un palazzo di 14 piani». A Bustighera già dagli anni '90, i tempi dell' emergenza rifiuti a Milano, c' era un tritovagliatore, un impianto per separare e compattare l' immondizia. è andato bruciato nel giugno del 2007, un incendio durato una settimana. Si è scoperto poi che il capannone era stipato di rifiuti fino al soffitto. La società proprietaria del tritovagliatore, la Mse (Mediglia servizi ecologici) che ora rilancia con il gassificatore, fa capo a Manlio Cerroni, imprenditore con interessi nel business dello smaltimento in mezzo mondo e proprietario attraverso il Colari (Consorzio laziale dei rifiuti) della discarica romana di Malagrotta. Lì, Cerroni, il gassificatore l' ha già costruito ma la magistratura l' ha messo sotto sequestro ancor prima dell' inaugurazione. Non era a norma l' impianto antincendio. Un precedente che, insieme al misterioso incendio del tritovagliatore, ai medigliesi basta e avanza. In più c' è l' inquinamento. Un gassificatore (oltre a non c' entrare niente con un rigassificatore) è diverso da un inceneritore, perché scinde le molecole dei rifiuti per ottenere il syngas, o gas di sintesi, con il quale si producono energia elettrica e calore. Nel processo si usa poco ossigeno, a differenza dell' inceneritore, ma di emissioni ce ne sono comunque. «Però saranno molto più basse dei limiti consentiti da norme restrittive come quelle lombarde», sostiene Paolo Pacetti, l' ingegnere che ha redatto lo studio d' impatto ambientale per la Mse con il supporto del Politecnico. I camion destinati a fare avanti e indietro sarebbero un centinaio al giorno, per 300mila tonnellate l' anno di sacchi neri, destinati anche a un gemello impianto di compostaggio per il quale, pure, la Mse ha chiesto l' autorizzazione. Il Comune, fino a domani sera, quando la Mse illustrerà il progetto all' assemblea pubblica, è alla finestra: «Siamo in attesa degli elementi per valutare», spiega il vicesindaco Paolo Bianchi. Pesa anche la collocazione: il tritovagliatore era fuori dal Parco sud ma l' espansione del gassificatore copre aree agricole protette. Motivo sufficiente per far dire a Bruna Brembilla, assessore provinciale all' Ambiente e presidente del Parco: «La richiesta ci è giunta inaspettata, noi non siamo favorevoli all' autorizzazione». - STEFANO ROSSI
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