Pedalare in Romagna I percorsi più affascinanti per ciclisti e bikers
A cura di Davide Cassani Massimo Previato
Testi di Massimo Previato
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Indice
3 4 Presentazione 7 In bicicletta 8 Cervia_Monte Cavallo 10 Cervia_San Marino 12 Cervia_Pieve di Rivoschio 14 Faenza_Marradi 18 Gran fondo del sale 21 La nove colli 24 Cervia_Perticara 26 Cervia_Barbotto 29 In mountain bike 30 Milano Marittima_Ortazzino 32 Marina Romea_Pineta di San Vitale 34 Alfonsine_Anita 36 Milano Marittima_Pineta di Classe 38 Riolo Terme_Monte Mauro 41 Casola Valsenio_Monte Battaglia 44 Villa San Giorgio in Vezzano_Monte Osadella
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Presentazione
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Con questa pubblicazione, la Provincia di Ravenna intende contribuire ulteriormente alla crescita del cicloturismo in Romagna. Già da diversi anni, soprattutto nei mesi primaverili, molte migliaia di appassionati e specialisti della bicicletta scelgono la riviera adriatica dell’Emilia Romagna per la loro preparazione agonistica. Professionisti, dilettanti ed ancor più amatori, trovano in quest’area le condizioni ideali per pedalare. Vi sono fattori fisici, culturali e organizzativi, oltre che economici, che rendono questo territorio particolarmente adatto a chi va in bici. Prima di tutto la varietà del percorso. In pochi chilometri si passa dalla pianura alla collina e alla montagna, offrendo tutta la gamma di percorsi richiesti dai ciclisti che si snodano in territori in cui la cultura e la passione della bicicletta ha radici profonde e coinvolge larghissime fasce di popolazione residente. Recenti indagini hanno confermato che la Romagna è la realtà a più alta concentrazione di biciclette. Non rappresenta una casualità che molti dei grandi campioni del ciclismo vengano da queste terre. La ricchezza di offerte ricettive sulla costa, poi, rende il soggiorno accessibile a tutte le tasche. Molti operatori negli ultimi anni si sono specializzati nell’accoglienza dei ciclisti, attrezzando gli alberghi con locali idonei per il ricovero delle biciclette, mini officine, menù particolari per gli sportivi, materiali informativi sui percorsi e servizi per i ciclisti. Di recente sono nate scuole di ciclismo curate
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da esperti professionisti ed attrezzate con supporti tecnologici modernissimi. Non da ultimo, manifestazioni sportive come la Nove Colli di Cesenatico, la Gran Fondo del Sale nell’ambito di Sportour di Cervia e la Monaco-Cesenatico stanno contribuendo a far conoscere ad un pubblico sempre più largo le opportunità di questi territori. Questa nuova guida propone 15 percorsi su strada o in mountain-bike che, partendo da diverse località della provincia di Ravenna, si inoltrano nel territorio collinare o verso il Parco del Delta del Po. Un ringraziamento particolare a Davide Cassani e Massimo Previato che hanno curato la redazione della guida, ma anche ai molti operatori e appassionati che hanno dato consigli 5 e ne hanno ispirato la realizzazione.
Libero Asioli Assessore al Turismo Provincia di Ravenna
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In bicicletta
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7 Cari amici, anch’io ho iniziato così, andando alla scoperta delle strade più adatte alle due ruote. Sono stato fra i pionieri però, perché a parte qualche cartina redatta esclusivamente per gli automobilisti, i tracciati me li sono dovuti trovare giorno per giorno a colpi di pedale. A forza di percorrerli li ho imparati a memoria, consentendo di allenarmi, ma anche di fare delle passeggiate in completa libertà. Sarebbe stato un po’ egoistico però tenere un tale patrimonio tutto per me, ed allora ho deciso di farvi partecipare a questo tour della specialissima. Del resto non è stato difficile trovare itinerari adatti a tutti i gusti e a tutte le età perché la Romagna, non a caso, è considerata la terra dei ciclisti. Questa guida quindi contiene una varietà di proposte ed accontenta scalatori e passisti, ma soprattutto nutre lo sguardo. Infatti punta molto sull’ambiente e vi farà visitare angoli in cui il panorama si sposa al silenzio di strade sgombre dal traffico. Qui potrete preparare eventuali appuntamenti agonistici, pedalare in scioltezza oppure fare qualche sosta per lo spuntino. La guida sarà comunque uno strumento molto utile perché consentirà di studiare a tavolino ogni tracciato prima delle vostre uscite, grazie al testo ed alle illustrazioni cartografiche. Così non vi perderete più, anche se la fatica sarà sempre la stessa, ma ognuno potrà scegliere la sua. Davide Cassani
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Cervia Monte Cavallo
Lunghezza: 90 km Difficoltà: media Durata: 3/4 ore
8 > Da sapere Non è uno scherzo Monte Cavallo con il suo 15% di arrembante pendenza. Quando si arriva al suo cospetto, per fortuna, c’è già stato tutto il tempo per riscaldarsi. Varrebbe la pena salire fino a Teodorano un po’ prima, ma la rocca si compiace proprio d’essere inespugnabile. Il 39x26 sarà una panacea per molti mali. > Da vedere Teodorano è un antico borgo medioevale, nel 1063 apparteneva alla chiesa di Ravenna. A Formignano invece si trovava uno dei più importanti centri minerari della Romagna. La miniera chiusa nel 1962 rappresenta un importante esempio di archeologia industriale. Nella frazione di Pisignano invece troviamo una delle più antiche pievi del ravennate, quella di S. Stefano. Risale al 977 e nel 1512 fu distrutta per essere riedificata nel 1521.
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sul Rubicone Montiano
RIMINI NORD
Longiano Montenovo Cento
CerviaRoncofreddo
Montalbano
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San Marino
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Sogliano Lunghezza: km al 125 Rubicone Difficoltà: medio-alta Durata: 5 ore
Santa Giustina ia
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Santarcàngelo di Romagna
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Corpolò
Montecchio
Villa Verucchio
Verucchio
Pietra dell’ Uso
Bruciato
Serravalle
Aléssio Pietracuta
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Montetiffi
Villanova
S. salite Marino > Da sapere La grimpeur mania viene così: alcune come queste hanno fatto il miracolo. Quest’angolo recondito inoltre Secchiano consente di conoscere, finalmente, la cima aguzza che contrasta ogni Pietramàura Poggio di sguardo di pianura. Alcuni tratti potrebbero rivelarsi indigesti, meglio Chiesanuova 2 4 6 0 Monte consultare l’altimetria.
Fiorentino
Maggio
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San Leo
Km 0 10
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521 m Borgo Magg. S. Marino
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2 m Cervia
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116 m Ponte Verucchio
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2 m Cervia 4 m Montaletto 6 m Villalta
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273 m Acquaviva
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317 m Fiorentino
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116 m Ponte Verucchio 176 m Bivio S. Leo
Monte Maggio 526 m
Castello > Da vedere A San Marino, la porta di San Francesco rappresenta un mirabile esempio architettonico del quattordicesimo secolo. La chiesa di San Francesco, anch’essa del quattordicesimo secolo, è un’ opera dei maestri comacini. Il palazzo del governo invece è in stile gotico cristiano ed appartiene al quindicesimo secolo. La basilica del Santo, in stile neoclassico con campanile romanico, ha al proprio lato la chiesetta di San Pietro in cui si conservano le nicchie di San Marino e San Leo, scavate nella viva roccia. Nella chiesa di San Quirino del sedicesimo secolo infine fu ospitato Garibaldi nel 1849. PERCORSO n°5/a
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San Vittore
Tessello
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San Carlo
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Longiano
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Pieve di Rivoschio Lunghezza: 130 km
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Santa Maria Riopetra Linaro
Mercato Saraceno Monte Castello
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Borghi
Sogliano al Rubicone
Borgostecchi
Difficoltà: alta Durata: 6 ore Renchio Rullato
F. Ru
Ciola Araldi Boratella
Ponte dell’Uso Pietra Rontagnano dell’Uso
Villanova
Barbotto
Secchiano Savignano di fondisti Rigo È un percorso per e scalatori.
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Sarsina
F. M a
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> Da sapere Valbiano Le tre salite a Pieve di Rivoschio, Ciola e Barbotto non perdonano senza San Leo Perticara preparazione. Questo per sconsigliare chi non ha le possibilità di ritornare Lago gambe, ma anche per invogliare chiNovafeltria a casa con le proprie ama le gran fondo: San Donato di Quarto sarà un buon banco di prova per le loro imprese future. Pagno Il 39x26Donicilio è d’obbligo, non si sa mai. Lombardi Monte
4 8 Forlimpopoli fuBenedetto 2 6 Soanne > Da vedere0 La rocca di edificata nei primi anni del 1300 e completata da Pino Ordelaffi e Caterina Sforza. chilometri Villagrande Maciano La città fu patria di Pellegrino Artusi, ma appartiene alla sua storia anche la razzia di denaro e gioielli fatta nel teatro dal brigante soprannominato il Passatore durante la sera del 25 gennaio 1851. Il Castrum Suliani fu retto nella seconda metà del tredicesimo secolo dai Malatesta di Sogliano, che se lo contesero con i Malatesta di Rimini. Oggi è l’agricoltura la maggiore economia di questa cittadina, che ha nel formaggio di fossa una leccornia conosciuta da tutti i buongustai.
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2 m Cervia
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49 m Fratta 58 m Meldola
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2 m Cervia
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177 m Mercato Saraceno Le Croci Barbotto 515 m 607 m 509 m Strigara 351 m Sogliano 230 m Borghi 32 m Savignano
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Pieve di Rivoschino 400 m 215 m San Romano Piavola 190 m 205 m Linaro 531 m Ciola
PERCORSO n°7/a
Km 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140
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Faenza Marradi
Lunghezza: 120 km Difficoltà: alta Durata: 5/6 ore
14 > Da sapere Nove chilometri di salita e diciotto di discesa bastano? La scalata alla Sambuca è una delle più lunghe della Romagna, poi si scende a Marradi cercando più che altro di tenere le dita sui freni senza farle intorpidire. È un percorso più regolare che massacrante ed esalterà le doti dei fondisti. Non si può dire che sia alla portata di tutti, si tratta comunque di una classica sulla quale sono in molti a cimentarsi. La prima parte, fino a Palazzuolo, è da scrivere sul manuale dei tracciati. Poi la salitona ed il tuffo a valle che riportano al ciclismo d’altri tempi. Roba da vivere con la pelle d’oca, che sicuramente vi verrà.
34 m Faenza
328 m Marradi
192 m Modigliana
200
34 m Faenza
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98 m Riolo Terme
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195 m Casola Valsenio
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437 m Palazzuolo
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Passo Sambuca
1061 m
> Da vedere A Faenza, Palazzo della Podestà e del municipio risplendono dall’alto della loro storia. Di epoca medioevale, furono entrambi restaurati ed il secondo fece parte delle residenze manfrediane. La cattedrale di piazza della Libertà è uno dei migliori esempi di arte rinascimentale della Romagna. Il loggiato di portico degli Orefici PERCORSO del seicento e la fontana monumentale con bronzin°8/a del diciassettesimo
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secolo fanno parte delle perle faentine. Se proprio volete, potete fare un salto anche a palazzo Milzetti, il più ricco e significativo palazzo neoclassico della regione, oppure al teatro Masini, uno dei più belli d’Italia. Dimenticavamo: al museo internazionale della ceramica è raccolto un patrimonio di valore mondiale. > A Riolo Terme la suggestiva rocca del XIV secolo conserva ancora tutto il fascino del passato. Anche le poderose mura di cinta del XV e XVI secolo stanno a significare le lotte vissute da questo illustre borgo. Lo stabilimento termale dei “Bagni”, rimesso a nuovo negli anni sessanta, mantiene inalterate le sue caratteristiche ed è immerso in un florido parco ricco di essenze. Nel borgo troneggiano i tre possenti torrioni della rocca e la torre Quadra: ristrutturato senza alterazioni il complesso è sede di manifestazioni culturali. Di rigore è una visita a Monte Mauro dove si trova la “Vena del Gesso”. Questo luogo è caratterizzato dai fenomeni carsici 16 della roccia gessosa e da una particolare disposizione di questi strati causata da complesse fasi geologiche. La natura offre alcune specie botaniche pregiate, quali la Cheilante persica. Le scoscese pareti gessose sono l’ambiente ideale per la nidificazione del gufo reale, ma questo habitat consente la presenza anche a coleotteri, lepidotteri e vertebrati. La chiesa di Monte Mauro, recentemente ricostruita, insieme ai resti del castello, rappresenta una testimonianza importantissima di un territorio che comprendeva ben 23 insediamenti ecclesiastico militari ed era amministrato proprio da questa pieve chiamata Santa Maria in Tiberiaci. Nel parco del Carnè invece si possono ammirare fioriture di dente di cane e anemone dei prati; in giugno compaiono gli appariscenti fiori del giglio rosso. Fra maggiociondoli, sambuchi, vecchi carpini, gerani selvatici e ciclamini, la zona è comunque un vero e proprio eden da osservare e “respirare”. La grotta della Tanaccia, frequentata nell’era del bronzo, è circondata da robinie e presenta al suo ingresso un tappeto di felci inconfondibili: si tratta delle lingua cervina. La grotta di Tiberio è situata nei pressi di Borgo Rivola. Narra la leggenda che al re fosse stata predetta la morte per folgore. Per questo si era ritirato nella caverna, dalla quale uscì solo in un giorno di cielo sereno: non fu sufficiente perché venne ugualmente fulminato. La torre del Marino, nella strada che conduce a Brisighella, fu eretta verso la fine del quindicesimo secolo per scopi difensivi e di avvistamento dalla famiglia dei Naldi. In seguito appartenne ai Rondinini e costituì il prototipo architettonico per le successive torri sorte in questo territorio. Vicino sorge l’omonimo agriturismo, con ottima vista sulla vallata. > La “preistorica” Casola Valsenio fu colonizzata solo alla fine del primo millennio grazie ai benedettini che vi collocarono alcune abbazie, fra cui quella, rinomatissima, di Valsenio. Il borgo assunse importanza dal XIII secolo ed ospitò i fuggiaschi dell’omonimo castello bruciato nel 1216 dai faentini. Le sorti del comune dal 1300 sono le stesse del contado imolese, tanto che ancora oggi la parrocchia appartiene a questa diocesi. Casola è ora il paese delle torri: quella di Galbetto del
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17 XV secolo e dell’orologio regolato nel 1560. È anche il centro delle erbe officinali, il vivaio cattura le attenzioni di un pubblico sempre crescente. In periferia si sprofonda nella quiete del rigoglioso parco del Cardello, la casa museo dello scrittore Alfredo Oriani, tipico esempio di abitazione signorile romagnola. Spunti architettonici interessanti sono contenuti anche nella chiesa di Sant’Apollinare, ai confini con la Toscana. La torre di Ceruno si aggrappa ancora al cielo dal poggio in cui fu eretta nel quattordicesimo secolo.
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Gran fondo del sale
Lunghezza: 165 km Difficoltà: molto alta Durata: 6/7 ore
18 > Da sapere Il tracciato è diventato un appuntamento classico del ciclismo amatoriale d’inizio stagione. Ciclisti di tutta Italia provano la pedalata nella prima gara dell’Udace, disputandosi la Gran Fondo del Sale anche per eliminare la ruggine dell’inverno. Si riassapora l’asfalto bollente delle classicissime con un collaudo severo ma ben bilanciato. Il tracciato poi s’addentra nella “Romagna solatìa” e attacca quattro colli che si fanno rispettare. Polenta sembrerebbe alla portata, ma è da prendere con le molle. Giunti alla chiesa di memoria carducciana vi auguriamo di “vederla” bene: dopo La Fratta inizia il rush finale. > Da vedere Il museo costituisce il vanto di Sarsina. Contiene fra l’altro alcune iscrizioni romane, il mausoleo scomposto di Rufus, un pavimento musivo in cui è raffigurato il “Trionfo di Dioniso”. Al piano superiore si possono ammirare anche alcune sculture in marmo. La passeggiata archeologica non può tralasciare però un visita al monumento di Plauto e alla piazza intitolata al grande poeta.
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400 300 200 100 0 m
2 m Cervia 2 m Gran Fondo del Sale 15 m Matellica
500
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20 m S. Maria Nuova 26 m Incrocio Via Emilia Diègaro 60 m S.Vittore 71 m Borello 120 m Osteria di Piavola 205 m Linaro 300 m Ranchio
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644 m Musella M. Finocchio 242 m Sarsina 134 m Mercato Saraceno 90 m Ponte Giorgi 81 m Bivio Montevecchio m Montevecchio 324 400 m Oriola 70 m S. Carlo Monte Cavallo 71 m Borello 480 m 338 m Teodorano 81 m Bivio per Meldola 30 m Meldola 49 m Fratta Terme 330 m Polenta 305 m Collinello 257 m Bertinoro 26 m Panignina BivioVia Emilia 20 m S. Maria Nuova 15 m Matellica 2 m Gran Fondo del Sale 2 m Cervia
PERCORSO n°10/a
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20 Qui si trova la millenaria cattedrale con la cappella di San Vicinio, il palazzo vescovile e la cupola del seminario. All’ingresso di Sarsina è invece situato il monumento ad Obulacco, eretto nel primo secolo a.C. Anche i dintorni sono ricchi di storia e testimonianze antiche di questo illustre territorio. Ad esempio la vicina Calbano, pur sottoposta al logorio dei secoli, rende ancora l’immagine del borgo medioevale fortificato che difendeva i romani. Sempre nell’immediata periferia le “Marmitte dei Giganti”, uniche in Romagna, rappresentano un’opera scolpita dall’acqua nel corso dei secoli. Anche il castello di Casalecchio, ricordato già nel 1179 come proprietà della chiesa, merita una visita soprattutto per il suo vasto salone dotato di un camino cinquecentesco. Fra le vicine località è da menzionare Ranchio, che diede i natali al pittore settecentesco Michele Valbonesi.È sua la pala d’altare che impreziosisce la chiesa parrocchiale.
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La nove colli
Lunghezza: 202 km Difficoltà: molto alta Durata: 8/9 ore
21 > Da sapere Un’avventura, una sfacchinata, un’impresa o una gita? Comunque vogliate chiamare la fatica della nove colli, vi resterà sempre impressa. D’altra parte, se non fosse così, dove sarebbe il divertimento? Quello naturalmente di raccontare che anche voi avete scalato, sudato, imprecato, forato, smanettato nel cambio, implorato... e sperato di salire sulla prima auto di passaggio, salvo poi concludere in bici il percorso e dire, senza fiato, “...ce l’ho fatta, è stata dura, lo rifarei”. Che consigli vi possiamo dare? Prima di tutto, se non amate le salite pensateci un attimo. Quando siete a Pieve di Rivoschio iniziate a contare le forze. Al Barbotto fate un esame di coscienza. A Montetiffi decidete se vi conviene proseguire ed a Perticara mettetecela tutta per convincervi che tornerete a casa con le vostre gambe. A Maiolo prendetela con calma ed a Secchiano pensate che è finita. Quello che verrà dopo, al Gorolo, sarà già entrato a far parte della vostra storia. Tutte queste considerazioni naturalmente sono rivolte al cicloturista che non è in gara, ma vuole provare ugualmente l’ebbrezza di concludere uno dei tracciati classici delle gran fondo nazionali.
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Madonna di Pugliano
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Se poi intendete sfruttare questa esperienza per partecipare alle nove colli di Cesenatico, in bocca al lupo! > Da vedere A Bertinoro, il palazzo comunale fu edificato nel 1306 da Pino degli Ordelaffi. È stato più volte rimaneggiato, l’ultima volta nel 1934, ed ha al suo interno alcuni pregevoli locali come la sala del Popolo e la sala Magna. A fianco si trova la torre dell’Orologio, rinforzata nel 1599. Ma Bertinoro è conosciuto anche per la sua proverbiale ospitalità e la colonna degli Anelli sta a testimoniare questa tradizione secolare. La cattedrale risale al 1500 ed è in stile bramantesco. La rocca ospitò nel 1177 Federico Barbarossa ed ora sta ritornando agli antichi splendori grazie ad un opportuno restauro. Sede del vescovado ospita inoltre il Centro per lo studio e la conservazione dell’arredo liturgico e del costume religioso. La chiesa di Polenta è resa famosa dai versi del Carducci dedicati a Dante Alighieri. “Qui Dante inginocchiossi?”, recita la sua lirica in modo interrogativo. La pieve è ricordata già alla fine del IX 23 secolo, il castello di Polenta risale al 1403 ma fu distrutto dopo il 1820 per costruire case private. Tutto questo territorio comunque trasuda fascino e mistero, immerso in una proverbiale quiete che forse proprio la storia gli ha saputo infondere. Si narra, fra l’altro, che oltre alle frequentazioni del Carducci, sulla collinetta di Corzano vi fosse anche il cipresso di Francesca da Polenta. La vittima della tragedia malatestiana pare vi sostasse in contemplazione, per ammirare la sinuosità di queste colline. > Fratta Terme invece offre le sue acque conosciute fin dal tempo dei romani: sgorgano con pregiate qualità curative dalle sette antiche sorgenti. L’oratorio di Santa Lucia, eretto nel secolo scorso, conserva una tela raffigurante la martire siracusana di scuola bolognese. Nella chiesa del Suffragio invece si può ammirare una Madonna con bambino datata 1575. Il monastero è noto per avere ospitato le sorelle di Giovanni Pascoli dopo la tragedia che colpì la famiglia. Anche il poeta trascorse alcuni periodi a Sogliano dedicando a questi ameni luoghi rime e poesie. Pietra dell’Uso si trova nei pressi del ponte da cui passa il percorso. Nel dodicesimo secolo apparteneva ai Bizinghi e all’Abbazia di Montetiffi; sulla sommità di questo sperone roccioso, situato a 271 metri, sorgono la chiesa ed i resti dell’antico castello. Montetiffi è nelle vicinanze ed è ricordato per le sue teglie. La piadina romagnola, infatti, per avere la fragranza ed il sapore che la contraddistinguono, deve essere cotta quassù. Nell’XI secolo fu sede di un’importante abbazia Benedettina. San Giovanni in Galilea, a sud di Borghi di fronte a Torriana e Montebello, è racchiuso nel perimetro delle antiche mura malatestiane. Si tratta di un gioiello medioevale che ospita dal 1800 il museo Renzi con reperti preistorici e d’epoca.
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Cervia Perticara
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���������� si arriva dopo 7 chilometri in verticale, > Da sapere A Perticara la pendenza non azzarda oltre il 12%, ma si fa rispettare. Scalare col 39x23 ��������� ���������� ��������� vuol dire agilità. Attenti però: la��������� Perticara può anche ingannare. ������� All’inizio si distende e sembra di averla in pugno, ma poi vi chiederete se non finisca mai. Come sempre la risposta è arrivati� in cima. � � � ��������� ����������
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Cervia Barbotto
Lunghezza: 105 km Difficoltà: alta Durata: 6 ore
26 > Da sapere Se non fosse per il passo più temuto della Romagna, sarebbe un percorso come tanti altri. Per alcuni ciclisti è un incubo, per altri una manna, dipende dai punti di vista. Sta di fatto che il Barbotto ha fatto storia, e non c’è appassionato di questo sport che non abbia tentato in qualche modo di scalarlo. Impresa non certo impossibile, ma occorre mantenere il ritmo costante ed usare un 36x26. Sono quasi sei chilometri con una pendenza che giunge in progressione fino al 18%, ma se proprio le gambe non ce la dovessero fare, non sarà certo un disonore scendere. Lo hanno fatto in tanti...
100 0m
2 m Cervia
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Mercato Saraceno 134 m
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2 m Cervia
600
10 m Sala
515 m Barbotto
700
607 m Le Croci 440 m Montegelli 509 m Strigara 351 m Sogliano 230 m Borghi 32 m Savignano
> Da vedere Forum Saraceni era già nel 1223 un centro fiorente di mercati e fiere. Saraceno, figlio del signore ravennate Alberico degli Onesti, possedeva questo e com’era d’uso a quei tempi diede il nome alla cittadina. Mercato Saraceno, che oggi conta circa 6.000 abitanti, fu, dal 1900, un luogo importante anche per le sue miniere di zolfo. Oggi in questo territorio prevale l’economia agricola, il vino sangiovese PERCORSO n°15/a rappresenta uno dei punti forti dell’offerta.
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In mountain bike
>
29 Qualcuno un giorno mi disse che con la mountain bike si sentiva in cima al mondo. Quella frase mi restò scolpita nella mente, tanto che volli provare una simile sensazione. Lo feci sulla mia pelle, perché all’inizio fu veramente dura. Capii ben presto però che gettare via la bicicletta dalla rabbia o dalla disperazione non serviva a nulla. Meglio invece riprovarci, e così anch’io intravidi la cima immaginifica: esisteva veramente. Da quel momento ho scorrazzato per l’Appennino romagnolo, e sapete che vi dico? Ne è valsa la pena! Al punto che adesso la fatica è passata in secondo piano ed ha vinto l’emozione che fa accapponare la pelle, la solitudine che gratifica i sensi. E poi quel silenzio di velluto che accompagna l’incedere delle due ruote, il cielo che si spalma sul sentiero, l’orizzonte che schiude ad una nuova magia. Questi percorsi che vi propongo li ho vissuti così, arrampicandomi, come sospinto da tutti questi elementi. Credetemi, conquistare il monte è un modo per farselo amico: la volta successiva vi rispetterà e potrete stringergli la mano. Massimo Previato
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T. B
c o
C. ai Punta
C. del Comune
Milano Marittima Ortazzino
Lido di Classe Foce del Sávio
C. Belluzzi
Lido di Sávio
Sávio Lunghezza: 28 km Difficoltà: bassa Durata: 1 ora e 30’
C. Rubboli Fiu
m
eS avio
30 > Da sapere C. Giuliani Per rompere il fiato è l’itinerario giusto. Si inizia con pochi chilometri, ma il cuore pulsa Ca delle Aiein questo parco. Il percorso soft non richiede particolari destrezze tecniche, ma vista aguzza per osservare. Le gomme possono essere anche di sezione stretta, meglio portare camera d’aria di scorta e pompa. L’acqua scarseggia, serve la borraccia piena. Stazzone
V
> Da vedere Il patrimonio artistico culturale di Cervia è assai vasto grazie ad una storia che ha radici lontane. Le uniche testimonianze della Città Vecchia però sono la chiesa sconsacrata della Milano Madonna della Neve ed il santuario della Madonna del Pino. La prima si Marittima trova in mezzo alle saline e fu costruita entro le mura antiche nel 1603, la seconda fa bella mostra nei pressi delle Terme e risale al 1487. Sulla piazza 0 si affaccia poi 1 il palazzo comunale, 2 principale uno dei maggiori edifici del quadrilatero, realizzato nel settecento insieme alla cattedrale che chilometri lo fronteggia. Poco più avanti corso Mazzini ospita la chiesa del Suffragio, costruita nel 1722 dalla confraternita del SS Sacramento. Proseguendo si possono visitare la chiesa di S. Antonio da Padova ed i magazzini del sale. Questi ultimi si dividono nelle due mirabili opere architettoniche della torre e della darsena, protette un tempo dalla torre S. Michele.
Km 0
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Milano Marittima
Nullo Baldini
Lido di Savio
Ortazzino
Foce del Bevano
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Nullo Baldini
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Lido di Savio
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Milano Marittima
PERCORSO n°2/b
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Marina Romea Pineta di San Vitale
Lunghezza: 27 km Difficoltà: bassa Durata: 2 ore e 30’
32 > Da sapere Cicloturismo soft ed osservazione naturalistica mimetizzano la fatica. Le emergenze ambientali costellano il tracciato, il fondo sconnesso dei sentieri richiede un po’ di allenamento. Da non dimenticare borraccia, camera d’aria, pompa e barrette alimentari. Durante il percorso non vi sono punti di ristoro.
Marina Romea
Ponte Taglio
Ponte Fossatone
Madonna del Pino
Ca’ Nova
Ponte Fossatone
Ca’ Vecia
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Sterrato
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Marina Romea
> Da vedere Fra la Pineta di San Vitale e la Pialassa è un continuo susseguirsi di vallivi, chiari e bassure mentre l’avifauna palustre la fa da padrona. Qui planano anche alcune specie protette come il Cavaliere d’Italia e l’Avocetta che nidificano fra i rossi ciuffetti della salicornia. Nel bosco termofilo troneggia il “Pino marittimo”, il sottobosco custodisce biancospini, prugnoli e ligustri. Punte Alberete invece è un suggestivo e raro esempio di foresta allagata con essenze tipiche dei boschi idrofili planiziari. Pioppi bianchi, salici e frassini salgono al cielo fra il fitto ricamo di gigli e ninfee. Qui nidificano la Moretta tabaccaia, il Tarabuso ed il Marangone minore. In quanto alle emergenze storico – culturali, spicca fra le testimonianze di questo territorio la “Ca’ Vecia”, antica casa della aie in cui si ammassavano le pigne per poi estrarne i pignoli. L’Oratorio Madonna del Pino ricorda un passato in cui i matrimoni avvenivano fra il verde ed il cinguettio.
0m Km 0
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Alfonsine Anita
Lunghezza: 40 km Difficoltà: bassa Durata: 2 ore e 30’
34 > Da sapere Bastano due gomme anche lisce, un po’ di voglia di pedalare ed una borraccia d’acqua, da riempire a casa. La prima fontana, infatti, è dopo 17 chilometri di full immersion nella natura. Potrebbe bastare per non sentire la sete, ma non si sa mai. Per chi riuscirà a forare in questo tracciato proponiamo un premio speciale alla sfortuna. Sconsigliamo di affrontare questo viaggio nella bassura con la nebbia. Non che manchi il fascino, ma perdereste la possibilità di vedere aironi, avocette, garzette e cavalieri d’Italia che planano intorno, e non solo! > Da vedere La riserva di Alfonsine è stata istituita nel 1990 e si suddivide in tre stazioni: lo stagno della fornace Violani, il boschetto del tre canali e la fascia boscosa del canale Mulini. Ninfee bianche e testuggini caratterizzano lo stagno. La fascia boscosa invece è ricca di orchidee, pioppi, frassini e salici, gli stessi che ritroviamo nel boschetto. Ad Alfonsine si può visitare anche la casa natale del poeta Vincenzo Monti, centro visita della riserva e del parco regionale. S. Alberto è la principale località di questa stazione del parco del delta del Po in cui si erige ancora la casa di Olindo Guerrini, oggi centro culturale. Il “Palazzone” è il più importante centro visita di quest’area del parco. A Villanova di Bagnacavallo potrete visitare l’ Ecomuseo della civiltà palustre.
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Alfonsine
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Traghetto
Oasi di Boscoforte
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Oasi della Furlana (Fontana)
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Traghetto
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Alfonsine
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Oasi di Boscoforte
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Milano Marittima Pineta di Classe
Lunghezza: 36 km Difficoltà: bassa Durata: 2 ore e 30’
36 > Da sapere Cicloturismo soft ed osservazione naturalistica mimetizzano la fatica. Le emergenze ambientali costellano il tracciato, il fondo sconnesso dei sentieri richiede un po’ di allenamento. Da non dimenticare borraccia, camera d’aria, pompa e barrette alimentari. Durante il percorso non vi sono punti di ristoro. > Da vedere Il patrimonio artistico culturale di Cervia è assai vasto grazie ad una storia che ha radici lontane. Le uniche testimonianze della Città Vecchia però sono la chiesa sconsacrata della Madonna della Neve ed il santuario della Madonna del Pino. La prima si trova in mezzo alle saline e fu costruita entro le mura antiche nel 1603, la seconda fa bella mostra nei pressi delle Terme e risale al 1487. Sulla piazza principale si affaccia poi il palazzo comunale, uno dei maggiori edifici del quadrilatero, realizzato nel settecento insieme alla cattedrale che lo fronteggia. Poco più avanti corso Mazzini ospita la chiesa del Suffragio, costruita nel 1722 dalla confraternita del SS Sacramento. Proseguendo si possono visitare la chiesa di S. Antonio da Padova ed i magazzini del sale. Questi ultimi si dividono nelle due mirabili opere architettoniche della torre e della darsena, protette un tempo dalla torre S. Michele.
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Milano Marittima Stadio dei Pini
Fiume Savio Canale Via Cupa Via Nullo Baldini
Via dei Lombardi
Canale Fosso Ghiaia Parco IO Maggio Canale Fosso Ghiaia
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Via dei Lombardi
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Via Nullo Baldini Canale Via Cupa Fiume Savio
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Milano Marittima Stadio dei Pini
PERCORSO n°1/b
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Riolo Terme Monte Mauro
Lunghezza: 22 km Difficoltà: media Durata: 1 ora e 30’
38 > Da sapere Potrebbe esserci un po’ di fango, ma non tale da impaccarvi le ruote. La scalata a Monte Mauro in compenso è all’asciutto, d’estate anche troppo. L’ultimo tratto è talmente sassoso, che le gomme slittano anche restando sulla sella: meglio montare una sezione ampia (almeno 1,9). La discesa da questo versante presenta un tratto da bici “molleggiata”. Non dimenticate casco, guanti, camera d’aria, pompa e fate provviste di acqua in paese. Se proprio la sete fosse irresistibile, fermatevi in uno dei tanti casolari abitati del percorso.
515 m
500
Monte Mauro
> Da vedere A Riolo Terme, la suggestiva rocca del quattordicesimo secolo conserva ancora tutto il fascino del passato. Anche le poderose mura di cinta del quindicesimo e sedicesimo secolo stanno a testimoniare le lotte vissute in questo illustre borgo. Lo stabilimento termale dei “Bagni”, rimesso a nuovo negli anni sessanta, mantiene inalterate le sue caratteristiche ed è immerso in un florido parco ricco PERCORSO n°5/b di essenze. Nel borgo troneggiano i tre possenti torrioni della rocca
98 m Riolo Terme
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98 m Riolo Terme
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40 e la torre Quadra: ristrutturato senza alterazioni, il complesso storico è sede di manifestazioni culturali. Di rigore è una visita a Monte Mauro dove si trova la “Vena del Gesso”, fenomeno iniziato otto milioni di anni fa. La natura offre alcune specie botaniche pregiate quali la Cheilante persica. Le scoscese pareti gessose sono l’ambiente ideale per la nidificazione del gufo reale, ma questo habitat consente la presenza anche a coleotteri, lepidotteri e vertebrati. La chiesa di Monte Mauro, recentemente ricostruita, insieme ai resti del castello, rappresenta una testimonianza importantissima di un territorio che comprendeva ben 23 insediamenti ecclesiastico militari ed era amministrato proprio da questa pieve chiamata Santa Maria in Tiberiaci. Nel parco del Carnè invece si possono ammirare fioriture di dente di cane e anemone dei prati; in giugno compaiono gli appariscenti fiori del giglio rosso. Fra maggiociondoli, sambuchi, vecchi carpini, gerani selvatici e ciclamini la zona è comunque un vero e proprio eden da osservare e “respirare”. La grotta della Tanaccia, frequentata nell’era del bronzo,è circondata da robinie e presenta al suo ingresso un tappeto di felci inconfondibili: le lingua cervina. La grotta di Tiberio è situata nei pressi di Borgo Rivola. Narra la leggenda che al re fosse stata predetta la morte per folgore. Per questo si era ritirato nella caverna dalla quale uscì solo in un giorno di cielo sereno: non fu sufficiente perché fu ugualmente fulminato. Brilla in alto come il sole la torre del Marino. Si trova nella strada che conduce a Brisighella e fu eretta verso la fine del quindicesimo secolo per scopi difensivi e di avvistamento dalla famiglia dei Naldi. In seguito appartenne ai Rondinini e costituì il prototipo architettonico per le successive torri sorte in questo territorio. Ora è frequentata dai barbagianni e sorvolata dal gheppio, di casa negli ambienti collinari anche abitati. Vicino sorge l’omonimo agriturismo, con ottima vista sulla vallata.
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Casola Valsenio Monte Battaglia
Lunghezza: 20 km Difficoltà: alta Durata: 2 ore
41 > Da sapere L’unico rischio di questo percorso è il fango, ma si trova solo quando piove forte. Conviene inoltre seguire il nostro chilometraggio per evitare spiacevoli dietrofront ed imprecazioni del tipo “accidenti a chi ha fatto questo percorso”. La prima scalata a monte Battaglia è impegnativa, poi arrivano le discese “allegre”. Occorrono casco, guanti, camera d’aria, pompa e un po’ d’acqua.
200
450 m Monte della Battagliola
195 m Casola Valsenio
400
426 m Cavalle
600
715 m Monte Battaglia
195 m Casola Valsenio
800
447 m S. Ruffillo
> Da vedere Casola è ora il paese delle torri: quella del Galbetto del quindicesimo secolo e quella dell’orologio del 1560. Ma è anche il centro delle erbe officinali. Il giardino botanico cattura le attenzioni di un pubblico sempre crescente. Ci si arriva attraverso la strada della lavanda e vi si possono ammirare oltre 400 specie; le piante vengono coltivate, studiate e analizzate per il loro utilizzo nei diversi campi applicativi, che spaziano dal medico, al biologico, al cosmetico, alimentare e di sperimentazione genetica. Le ricche aiuole, il laboratorio dell’alchimista, la PERCORSO biblioteca botanica, tutto fa parte n¡6/b
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43 di questo patrimonio che per essere divulgato si avvale anche del mercatino delle erbe e dei prodotti dell’erboristeria. In periferia sprofonda nella quiete del rigoglioso parco del Cardello la casa museo dello scrittore Alfredo Oriani, tipico esempio di abitazione signorile romagnola. Spunti architettonici interessanti sono contenuti anche nella chiesa di Sant’Apollinare, ai confini con la Toscana. La torre di Ceruno si aggrappa ancora al cielo, dal poggio in cui fu eretta nel quattordicesimo secolo. Sul Monte Battaglia scandisce ancora il tempo il maschio della rocca militare, eretta a baluardo del territorio nel dodicesimo secolo. Il luogo però fu sconvolto dagli avvenimenti della seconda guerra mondiale e teatro di sanguinosi combattimenti fra partigiani, alleati e tedeschi. La chiesa di San Ruffillo del diciottesimo secolo sembra custodire un luogo incantato, dove la casa colonica Buta riesce a fermare il tempo: conserva ancora la stalla ed i servizi al piano terra e l’abitazione al piano superiore. Il loggiato a tre arcate è per i palati fini dell’architettura povera.
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Villa San Giorgio in Vezzano Monte Osadella
Lunghezza: 22 km Difficoltà: media Durata: 3 ore
44 > Da sapere La prima parte scivola via liscia, poi il monte Osadella fa sentire gli artigli e fin sotto Ca’ Vicchio il sentiero resta spiccicato sul crinale. Il fango è in agguato: meglio usare sezioni strette e tenere le scolpiture dentro al single track. Il rampichino servirà oltremodo, per l’ultima discesa meglio gonfiare bene. Servono casco, borraccia, camera d’aria di scorta, cartina e buona vista. > Da vedere A Riolo Terme, la suggestiva rocca del quattordicesimo secolo conserva ancora tutto il fascino del passato. Anche le poderose mura di cinta del quindicesimo e sedicesimo secolo stanno a testimoniare le lotte vissute in questo illustre borgo. Lo stabilimento termale dei “Bagni”, rimesso a nuovo negli anni sessanta, mantiene inalterate le sue caratteristiche ed è immerso in un florido parco ricco di essenze. Nel borgo troneggiano i tre possenti torrioni della rocca e la torre Quadra: ristrutturato senza alterazioni, il complesso storico è sede di manifestazioni culturali. Di rigore è una visita a Monte Mauro
88 m Villa S. Giorgio in Vezzano
Monte Osadella 261 m 201 m Cannazzetto
185 m Casetrebbo
74 m Casalino
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157 m Purcianella
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116 m Brisighella
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201 m Torre di Marino
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88 m Villa S. Giorgio in Vezzano 180 m Biano
PERCORSO n°7/b
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Villa
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46 dove si trova la “Vena del Gesso”, fenomeno iniziato otto milioni di anni fa. La natura offre alcune specie botaniche pregiate quali la Cheilante persica. Le scoscese pareti gessose sono l’ambiente ideale per la nidificazione del gufo reale, ma questo habitat consente la presenza anche a coleotteri, lepidotteri e vertebrati. La chiesa di Monte Mauro, recentemente ricostruita, insieme ai resti del castello, rappresenta una testimonianza importantissima di un territorio che comprendeva ben 23 insediamenti ecclesiastico militari ed era amministrato proprio da questa pieve chiamata Santa Maria in Tiberiaci. Nel parco del Carnè invece si possono ammirare fioriture di dente di cane e anemone dei prati; in giugno compaiono gli appariscenti fiori del giglio rosso. Fra maggiociondoli, sambuchi, vecchi carpini, gerani selvatici e ciclamini la zona è comunque un vero e proprio eden da osservare e “respirare”. La grotta della Tanaccia, frequentata nell’era del bronzo, è circondata da robinie e presenta al suo ingresso un tappeto di felci inconfondibili: le lingua cervina. La grotta di Tiberio è situata nei pressi di Borgo Rivola. Narra la leggenda che al re fosse stata predetta la morte per folgore. Per questo si era ritirato nella caverna dalla quale uscì solo in un giorno di cielo sereno: non fu sufficiente perché fu ugualmente fulminato. Brilla in alto come il sole la torre del Marino. Si trova nella strada che conduce a Brisighella e fu eretta verso la fine del quindicesimo secolo per scopi difensivi e di avvistamento dalla famiglia dei Naldi. In seguito appartenne ai Rondinini e costituì il prototipo architettonico per le successive torri sorte in questo territorio. Ora è frequentata dai barbagianni e sorvolata dal gheppio, di casa negli ambienti collinari anche abitati. Vicino sorge l’omonimo agriturismo, con ottima vista sulla vallata.
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Informazioni
Porto Corsini via Po 32/B tel. 0544/447399
[email protected]
Uffici informazioni e accoglienza turistica
Uffici informazioni turistiche
Ravenna via Salara 8/12 tel. 0544/35404
Casal Borsetti via delle Viole 1/A tel. 0544/444912
[email protected]
[email protected]
apertura annuale
apertura stagionale
via delle Industrie 14 (Mausoleo di Teodorico) tel. 0544/451539
Lido Adriano viale Petrarca 434 tel. 0544/495353
[email protected]
[email protected]
apertura annuale
apertura stagionale
Classe via Romea Sud 226 (S. Apollinare in Classe) tel. 0544/473661
Lido di Classe viale F.lli Vivaldi 51 tel. 0544/939278
[email protected]
apertura annuale Cervia viale dei Mille 65 tel. 0544/974400
[email protected]
apertura stagionale
[email protected]
apertura stagionale Punta Marina Terme via della Fontana 4 tel. 0544/437312
[email protected]
apertura stagionale Pinarella via Tritone 15/B tel. 0544/988869
[email protected]
apertura stagionale Tagliata piazzale dei Pesci 1 tel. 0544/987945
[email protected]
apertura stagionale
apertura stagionale Lido di Dante via Catone 10 tel. 0544/492106
Bagnacavallo piazza della Libertà 13 tel. 0545/280898
[email protected]
turismo@comune. bagnacavallo.ra.it
apertura stagionale
apertura annuale
Lido di Savio viale Romagna 244 tel. 0544/949063
[email protected]
Brisighella piazzetta Porta Gabolo 5 tel. 0546/81166
iatmilanomarittima@ cerviaturismo.it
apertura stagionale
[email protected]
apertura annuale
Marina di Ravenna viale delle Nazioni 159 tel. 0544/530117
Milano Marittima viale Matteotti 39/41 tel. 0544/993435
Faenza voltone della Molinella 2 tel. 0546/25231
apertura stagionale
[email protected]
Casola Valsenio via Roma 48/A tel. 0546/73033
apertura stagionale
[email protected]
apertura stagionale
[email protected]
apertura annuale Riolo Terme corso Matteotti 40 tel. 0546/71044
Marina Romea viale Ferrara 7 tel. 0544/446035
[email protected]
apertura stagionale
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apertura annuale
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