Mercato&impresa

  • November 2019
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IL MERCATO COME LUOGO DI SCAMBI Il mercato rappresenta la modalità contrattuale (orizzontale) di coordinamento dei comportamenti economici che attiva un sistema di decisioni decentrato. Le sue caratteristiche sono: − È un sistema − Ha come obiettivo di promuovere gli scambi. − È uno strumento per portare avanti questo tipo di attività economica. − Come ogni organizzazione economica il soggetto ordinatore è al suo esterno, ed esso è lo Stato. − Non ha caratteri di moralità, ma di legalità ( gli scambi sono consentiti o meno). − È efficiente se ben organizzato − Nel capitalismo è efficiente se è capace di diffondere e migliorare gli scambi che aiutano l’economia. − È libero quando da a tutti i contraenti l’accesso alle stesse condizioni ( non quando è libero da vincoli). Il mercato è lo strumento attraverso cui si aumentano gli scambi, si migliorano le condizioni economiche ed aumenta il decentramento decisionale. Si presuppone che lo scambio sia volontario sia nel senso debole, il soggetto può scegliere tra alternative, sia nel senso forte, il soggetto sceglie le alternative. Una transazione di mercato non può peggiorare le condizioni di una parte delle contraenti. Ciò può avvenire solo per mutamenti successivi alla stipula dell’accordo. Vige cioè il “teorema fondamentale dello scambio” secondo cui se: − Le transazioni devono essere volontarie e accessibili a tutti. − Tutti i soggetti interessati dalla transazione devono essere parte della transazione stessa. − I termini della transazione sono noti − Ciascun soggetto è protetto da estorsioni o comportamenti sleali, allora lo scambio è il mezzo attraverso il quale gli individui conseguono i propri obiettivi personali. Quando si chiude un contratto c’è un accordo sulle quantità, sul prezzo e su alcuni obblighi quali tempi di consegna, scadenze del pagamento, etc. Prezzo e quantità sono la coppia di valori che caratterizzano lo scambio di un bene o servizio. Il mercato è tanto più efficiente quanto maggiori sono gli scambi e quanto minori sono i prezzi a cui avvengono.

MERCATO E IMPRESA: ANALISI DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA. Il mercato è il luogo in cui le imprese mettono in atto le proprie strategie. I produttori di beni operano in condizioni diverse, che condizionano quindi le loro azioni. Tutti i fattori che costituiscono lo sfondo sul quale il mercato si trova ad operare, sono dette condizioni di fondo.

Una configurazione industriale è caratterizzata dai seguenti fattori: − Numerosità dei contraenti − Differenziazione o omogeneità del prodotto − Barriere all’entrata/uscita − Asimmetrie informative La modulizzazione di questi parametri da luogo alle forme di mercato. Per ogni forma di mercato esiste una configurazione industriale. Per poter ora studiare le varie forme di mercato, ci avvaliamo dell’analisi parziale, ovvero assumiamo che le condizioni di mercato restino immutate e che quindi le sole relazioni da assoggettare ad analisi sono quelle tra prezzo e quantità domandata da un lato e tra prezzo e quantità offerta dall’altro. La domanda di mercato rappresenta la disponibilità degli acquirenti a pagare per un bene o un servizio un certo prezzo in relazione ad una certa quantità. La domanda(D) è una funzione inversamente proporzionale al prezzo ( constatazione empirica): D = D(p) Ad ogni prezzo corrisponde un livello di quantità. La domanda è espressa dal consumatore, che fa la propria richiesta in base alla propria disponibilità. Essa può essere influenzata da: 1. prezzo 2. gusti del consumatore: pensare alle mode. 3. il reddito a disposizione: L’ammontare di reddito di ciascun individuo è pari alla disponibilità a pagare una certa cifra per una certa quantità di prodotto. Quindi, maggiore è il reddito, maggiore è la disponibilità a pagare. 4. prezzi degli altri beni, sia complementari sia sostitutivi. 5. ampiezza del mercato. L’ offerta di mercato rappresenta la quantità di un bene che le imprese sono disposte a cedere in cambio del prezzo corrispondente in un dato istante. L’offerta (S) è una funzione direttamente proporzionale al prezzo ( constatazione empirica): S = S(p) Ad ogni prezzo corrisponde un livello di quantità. Essa può essere influenzata da: 1. prezzo. 2. la tecnologia a disposizione dei produttori. 3. prezzi di altri beni su mercati limitrofi. 4. prezzi futuri del mercato in questione. 5. eventi casuali. 6. costi d’acquisizione dei fattori produttivi. L’equilibrio di mercato è lo stato in cui, sotto un certo insieme di condizioni di mercato, la quantità complessivamente domandata uguaglia quella offerta ( D(p) = S(p) ). Il prezzo corrispondente è detto prezzo d’equilibrio. Non sempre esiste tale equilibrio.

Domanda e offerta hanno andamenti speculari. Graficamente si possono rappresentare su un piano cartesiano che riporta in ordinate il prezzo, variabile indipendente, e in ascisse la quantità, variabile dipendente.

P

S2

Se l’offerta aumenta in corrispondenza di ciascun prezzo l curva S si sposta verso destra

S1

Se la domanda aumenta in corrispondenza di ciascun prezzo la curva D si sposta verso sinistra

E4 pII

E2

E3

p*

E1

q*

Per p> p* c’è un eccesso di offerta per p< p* c’è un eccesso di domanda

D1

pIII

qII

D2

qIII

Q

SPOSTAMENTI DELLE CURVE DI DOMANDA E OFFERTA: valutazioni qualitative. P

A parità di offerta, se la domanda aumenta, da D1 a D2, l’equilibrio si ha per una coppia prezzo quantità di maggior valore

S1

E2

pII p*

E1

D1

pIII

qII

q*

D2

qIII

Q

P

S2

S1

A parità di domanda, se l’offerta aumenta, l’equilibrio si ha per una coppia con prezzo inferiore e quantità di maggior valore.

pII

E2

p*

D2

E1

D1

pIII

qII

q*

qIII

Q

SPOSTAMENTI DELLE CURVE DI DOMANDA E OFFERTA: valutazioni quantitative. Se le curve della domanda e dell’offerta si muovono contemporaneamente, l’analisi qualitativa non basta, bisogna ricorrere ad una quantitativa. È necessario, infatti, in questo caso, conoscere la pendenza delle curve. Per capire quale sarà il nuovo livello del prezzo di equilibrio al variare di D ed S, ricorriamo alla nozione di elasticità della domanda rispetto al prezzo. L’elasticità al prezzo di una curva di domanda rappresenta la variazione relativa alla variabile dipendente a seguito della variazione della variabile indipendente. εD = -(Δq /q) / (Δp/p) = (Δq/Δp) x (p/q) poiché l’elasticità è data dal rapporto tra la variazione della quantità e la variazione del prezzo, è un numero puro. Rappresenta la reattività della quantità domandata ad una variazione di prezzo.

εD = - (BP/BC) / (BP/OB)= BC/OB Dove BP/BC è il coefficiente angolare della retta tangente della curva in P. l’elasticità dipende dalla pendenza della retta rispetto le ordinate e dal rapporto p/q nel punto in considerazione. l’elasticità della domanda è un valore puntuale, varia cioè da punto a punto.

P

P A

O

B

C

Q

P

pa

infatti, consideriamo due curve di domanda parallele. Δp/p è identico per entrambe. A

per costruzione Δq è uguale. in A e A1 il p è uguale ma q1a>qa quindi εD è minore in A1.

A1 B

B1

pb

D1

se ho un decremento di prezzo, ho elasticità diverse, poiché i punti di partenza sono diversi.

D qa

qb q1a

q1b

Q

consideriamo ora una curva di domanda lineare che interseca gli assi εD appartiene a [0, ∞] in H εD =∞ in C εD =0 in P εD =1 dove OB=BC

P H

P A

O

B

C

Q

Esistono categorie di curve con elasticità costante. Esse sono: − curve perfettamente elastiche: lineari e parallele alle ascisse εD = -∞ − curve perfettamente rigide: lineari e parallele alle ordinate εD = 0 − curve a elasticità unitaria: iperbole equilatera εD = 1 Il valore dell’elasticità al prezzo di una curva di domanda dipende da: − grado di sostituibilità di un bene: quanto più sostituti esistono tanto più il bene è sensibile al prezzo. Se i prezzi dei sostituti calano gli acquirenti preferiscono acquistare questi ultimi. − Tipo di bene: di lusso o primario. − Dalla percentuale di spesa per quel bene sul reddito: il sale influisce poco sulla spesa mensile, e le variazioni di prezzo sono talmente basse che non le percepiamo neanche. − Livello del pezzo. Elasticità della spesa la spesa del consumatore è data da:

E = p x q. quindi l’elasticità della spesa è:

εE = (ΔE/E) / (Δp/p) = (Δpq/pq) / (Δp/p) PARTE MANCANTE SULL’ELASTICITà DELLA SPESA e del ricavo SUGLI SPOSTAMENTI DELLA CURVA DI DOMANDA IN BASE ALLA VARIAZIONE DI REDDITO, PREZZO DEI BENI COLLEGATI E GRADIMENTO. Elasticità dell’offerta È possibile analizzare la curva dell’offerta mediante il concetto coefficiente di elasticità dell’offerta rispetto al prezzo. Esso rappresenta il rapporto tra la variazione relativa della quantità offerta e la corrispondente variazione relativa del prezzo. Poiché la curva d’offerta è direttamente proporzionale al prezzo, il coefficiente avrà sempre segno positivo, a differenza del coefficiente d’elasticità della domanda. εs = (Δq/q) / (Δp/p) = (Δq/ Δp) x (p/q) La εs puntuale è data dal rapporto tra il prezzo corrispondente al punto in cui viene calcolata e la differenze tra quest’ultimo e l’intercetta verticale della tangente nel punto considerato. P

εs = (BC/ HC) x (HA/OA) BC=OA  εs = HA/HC

S

H

P

B

C

O

A

intercetta verticale

Q

elasticità

positiva

>1

nell’origine

=1

negativa

<1

P

ε<1 ε=1 ε>1

Pa Pb Pc

O

L’elasticità dell’offerta dipende dai seguenti fattori: − Gli stock di merce disponibili nel periodo preso in considerazione.

Q

− Costi di conservazione e trasporto merci: se sono elevati la curva d’offerta risulterà anelastica, e viceversa. − Costi di produzione delle merci: se ad esempio aumentano i salari, aumentano i costi di produzione e quindi la curva d’offerta si sposta in alto ( S1 ). − I prezzi futuri ai quali i venditori pensano di vendere le merci: se il p attuale< p futuro, i produttori collocheranno la merce sul mercato in un periodo successivo, sempre se il prodotto stesso lo permette. Ad esempio questo discorso non può essere fatto per beni deperibili come nel settore alimentare o farmaceutico. − Le tecnologie: una nuova tecnologia che aumenta la capacità produttiva e diminuisce i costi di produzione comporta un abbassamento della curva d’offerta in basso a destra (S2). P

S1

S

S2

S1 costi ↑ ,prezzo cost., qtà ↓ S2 costi↓ , prezzo cost, qtà ↑

B p1 p*

S1 costi ↑ , qtà cost., prezzo↑ S2 costi↓ , qtà cost, prezzo ↓

C

A E

p2

D q1

q*

q2

Q

MERCATO A CONCORRENZA PERFETTA − Elevato numero di offerenti e acquirenti; nessun produttore è chiaramente identificabile. − Beni e servizi omogenei e non distinguibili; nessun produttore o acquirente può influenzare il prezzo. − Non esistono barriere all’ingresso e all’uscita. − Non esistono asimmetrie informative; il prodotto dice tutto di se, esiste trasparenza. Nella realtà di mercati a concorrenza perfetta ne esistono pochi e si tratta quasi sempre di prodotti primari. MERCATO A CONCORRENZA MONOPOLISTICA − Elevato numero di offerenti e acquirenti; nessun produttore è chiaramente identificabile. − Beni e servizi non omogenei e differenziati; − Esistono barriere all’ingresso e all’uscita, quali licenze, barriere istituzionali, etc. − Non esistono asimmetrie informative; il prodotto dice tutto di se, esiste trasparenza. OLIGOPOLIO − Basso numero di offerenti e acquirenti; − Differenziazione è una necessità per attrarre la clientela. − Le barriere all’ingresso e all’uscita sono più o meno consistenti e diventano quasi elemento di differenziazione. − Esistono asimmetrie informative. MONOPOLIO − Un solo offerente.

− Beni e servizi omogenei e non distinguibili; la differenziazione non serve. Al massimo si può operare una discriminazione dei prezzi per ottenere maggiori benefici dalla vendita di uno stesso bene. − Le barriere all’ingresso e all’uscita sono elevate. − Esistono molte asimmetrie informative. MONOPSONIO − Un solo richiedente, un solo offerente. OLIGOPSONIO − Pochi acquirenti pochi offerenti MERCATI FIX-PRICE E FLEX-PRICE Facciamo alcune ipotesi introduttive: hyp 1: secondo la tecnica del mark-up il prezzo di vendita è pari alla somma di una quota costante di costi per ogni unità di prodotto e una quota di profitto: Pu = Cu + Π Pu = prezzo di vendita. Cu = costo unitario. Π = profitto espresso come % del Cu. Hyp 2: l’offerta è una retta pari al prezzo di offerta/vendita. (non capisco questa affermazione, soprattutto perché subito dopo si prende in esame l’offerta a forma di L rovesciata) FIX-PRICE L’offerta ha una forma di L rovesciata. Il prezzo è costante e fissato dal venditore per certi intervalli di capacità produttiva. Poiché il pezzo è fissato, l’unica cosa su cui possono intervenire gli acquirenti è la quantità. prezzo costante e fissato dal produttore. L’equilibrio tra Da e S si ha in A. L’equilibrio tra Db e S si ha in B.

P

B

P*

Db

A

Pu

D

Da

qA

q*

qB

Q

Poiché l’impresa produce q* ci sarà dell’invenduto. Consideriamo un incremento di domanda, rappresentato dalla curva Db. La quantità richiesta in corrispondenza di Pu è inferiore rispetto la disponibilità ( q*
situazione d’equilibrio, in cui quantità richiesta è uguale a quella offerta ( B ). Nel punto B il prezzo, per il gioco della competizione, viene effettuato dalla domanda. Il mercato fix-price è tipico del mercato monopolistico. FLEX-PRICE In questo tipo di mercato sia prezzo che quantità sono determinati dall’offerta e dalla domanda. È un mercato equo perché non c’è potere di mercato da parte di nessuna delle due parti. Un cambiamento delle condizioni di domanda e offerta comporta un cambiamento del punto d’equilibrio. APPROCCI ALL’ANALISI DI STABILITA’: L’APPROCCIO WALRASIANO Si tratta di un’applicazione del modello d’asta con banditore, secondo cui i mercati sono organizzati come aste che seguono certe regole. Secondo Walras si ha un equilibrio stabile se: 1) Vale il processo di contrattazione competitiva. 2) I prezzi di mercato decrescono in presenza di eccesso di domanda. 3) I prezzi di mercato crescono in presenza di eccesso di domanda. 4) I prezzi di mercato sono superiori a quelli di equilibrio si ha un eccesso di offerta, e se i prezzi sono inferiori a quelli di equilibrio si ha un eccesso di domanda. 1  Un banditore, soggetto esterno, è responsabile dell’aggiustamento dei prezzi e fissa il prezzo d’equilibro. Lo scambio avviene solo se si raggiunge l’equilibrio, quindi esiste un unico prezzo al quale viene scambiata una certa quantità. Il banditore, per tentativi, cerca di individuare per ogni prezzo la quantità domandata pari a quella offerta. Dichiara, in altre parole, il prezzo che concilia domanda e offerta. 2, 3  se non esiste equilibrio, si cerca di ottenerlo mediante l’aggiustamento di prezzo. P

p*

O

Se le quantità O÷q* sono scambiate ad un prezzo p* i produttori avranno un maggiore margine determinato dal fatto che il prezzo è superiore a quello d’equilibrio. Si ha il cosiddetto surplus del produttore o rendita del produttore (area rossa). In realtà, anche il consumatore ci guadagna in quanto fino da O÷q* la sua disponibilità a pagare è maggiore di p*. Si ha in questo caso il surplus del consumatore o rendita del consumatore (area blu).

S

E

q*

D1

Q

Per fare l’aggiustamento di prezzo, usiamo la funzione di eccesso della domanda: μd= qd – qs oppure Δpt = k(Dt(pt)-S(pt)) = kzt(pt) K = coefficiente d’aggiustamento. Se z>0  prezzo aumenta. Se z<0  prezzo diminuisce. il banditore deve arrivare ad un valore nullo di tale funzione.

P

S

P

E

p* p1

D

O

q*

Q

O

z1

Z(p)

L’APPROCCIO MARSHALIANO (secondo me da rivedere) L’approccio mashalliano, invece di agire sul prezzo lo fa sulla quantità, ovvero, tramite aggiustamenti della quantità si raggiunge l’equilibrio. Marshall fa una netta distinzione tra comportamento di mercato e comportamento normale. Il primo si riferisce a ciò che effettivamente avviene, quindi alle quantità e ai prezzi dei beni effettivamente venduti, il secondo rappresenta invece ciò che qualsiasi soggetto, produttore o acquirente che sia, si prefigge di ottenere. L’obiettivo è la realizzazione dei comportamenti normali. Generalmente comportamenti normali differiscono da quelli di mercato; ad esempio, in base alla differenza tra prezzo di mercato e prezzo normale, il produttore deciderà se anticipare o ritardare la vendita. QUESTA PARTE NON L’HO SCRITTA BENE. TI SAREI GRATA SE LA INTEGRASSI. WALRAS

MARSHALL

P

S

S

p*

pD

E

E

pO O

P

D q

D Q O

qD

qS

Q

La sostanziale differenza tra i due modelli sta nel fatto che quello walrasiano si opera sul prezzo, in quello marshalliano sulla quantità. Agire su quest’ultima è più difficoltoso e richiede più tempo, per questo l’orizzonte temporale sul quale vengono effettuate le valutazioni non va trascurato.