Il libro libro della a
Anno scolastico 2007/2008
Scuola Media F. Berni Lamporecchio
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L’ ORGOGLIOSO RAZIONALE E NATURALE ZUZZURELLONE OMINO
LENTA INCREDIBILE SIGNORA AFFASCINANTE
BUONO AMICO LENTO DA UCCIDERE CON COLTELLO INSANGUINATO
NOME INSIGNIFICANTE CASUALE CON ORMAI LA A IN FONDO
SIGNORA AMICHEVOLE NOTA TENNISTA ISTANCABILE NEGLI ANNI
L’ AMICA MIGLIORE INIMITABILE
Amico Buono Come Dolce Ermetico Filosofo G Hotel Importanti Limpidi Meravigliosi Non Orribili Probabilmente Questo Resterà Solo Tutto Un Vero Zorro Feliciarosa Boccia
Chiara Volpi spara tanti colpi Volpi Chiara ha una zia di nome Mara Arianna Ferreri rompe tanti bicchieri Ferreri Arianna odia la panna Margherita Palese va in ferie tutto il mese Palese Margherita è stata ingerita Valentina Desideri ha molti pensieri Desideri Valentina conosce una fatina Feliciarosa Boccia come una rosa sboccia Boccia Feliciarosa si è dipinta tutta di rosa Lisa Grande ha delle belle mutande Grande Lisa tifa solo per il Pisa Monia Leone ha un bel cagnolone Leone Monia va a una cerimonia Sandra Alderotti mangia troppi biscotti Alderotti Sandra ha una salamandra Armando Bartolini fa lezione ai ragazzini Bartolini Armando i cretini stava scacciando
Chiara Volpi
Ho conosciuto un tale un tale di Milazzo che sembrava un pazzo Ho conosciuto un tale un tale di Torino che faceva il fattorino Ho conosciuto un tale un tale di Parma che possedeva un’arma Ho conosciuto un tale un tale di Terralba che si svegliava sempre all’alba Ho conosciuto un tale un tale di Sicilia che beveva l’acqua Lilia
Giacomo Marcelloni
Giacomo Intelligente Amabile Come Orlando Bloom Ma Ombroso Martina Amabile Ragazza Certamente Eccezionale Lei Lentamente Ogni Notte Impazzisce
Giacomo Marcelloni
Amabile Buono Come Dentista Estremamente Forte Gagliardo Ha Intensamente Lavorato Martedì Nove Ottobre Per Quindici Ruoli Speciali Tutti Undici Venerdì Zappava
Anziano Bibliotecario Concede Di Entrare Fingendo Gentilmente. Hanna Intelligente, Lentamente Mentre Nessuno Osa Privarla di quel Regno Sa Tirare Uva dalle Vigne Zeppe
Mi piace andare a gattoni così schivo i piccioni. Mi piace guardare gli alberi ma non mi piace guardare i peri. Non mi piace fare la spesa perché portarla poi pesa. Gabriele Gallerini
LCUNI
ALLI
ISONTI
ANNO
ERCANO
ATTERI
STREMAMENTE
NFESTATO
A
ACCHINA RUTTOSI UOVA
C’era una volta una gattina di nome Arianna. Un giorno scappò nella foresta a curiosare, per vedere qualche animale nuovo e per fare nuove conoscenze. Si avviò e trovò dei cacciatori che mettevano delle trappole grandissime per catturare l’orso più forte per ucciderlo perché pensavano che scappasse dalla foresta per uccidere le persone del paese. La gattina non capiva cosa erano quelle trappole e quando vide che i cacciatori se ne andarono, andò e mise una zampetta dentro, ma l’orso che passava di lì si tuffò e salvò la gattina. A quel punto la gattina disse: -come ti chiami?-Mi chiamo Giacomo e sono l’ orso più grande della foresta e tu?- -Io sono un gattina di nome Arianna e sono venuta a curiosare nella foresta-. Lei raccontò all’orso per chi erano quelle trappole e da quel giorno l’ orso e la gattina e diventarono bravi amici. Lisa Grande
C’era
una
falegname
volta che
un
stava
intagliando nella carta un burattino per poi farlo
diventare
un
pezzo di legno. Ma il falegname
che
si
chiamava Geppetto vide che il disegno era già bello così e non volle più farlo
sul
legno.
Gli
diede
un
nome,
lo
chiamò Pinocchio, dato dal tipo di carta che aveva usato, cioè il pino. Fuori tirava un vento fortissimo, e Pinocchio con un soffio di vento fu sbalzato fuori dalla finestra come una piuma, in quel momento nel paese stavano passando due carabinieri, Pinocchio volò nel viso ad uno dei carabinieri che si mise paura. Geppetto inseguì: “mi scusi ma quel foglio è mio.” Il carabiniere rispose:”con il suo foglio ci ha fatto distrarre dal nostro lavoro, tenga il suo foglio ma stia più attento perché la prossima volta non la perdoniamo.” Pinocchio però volò via di nuovo e arrivò dalla fata che lo fece diventare un pezzo di plastica. Pinocchio volle diventare un bambino e ci riuscì, grazie a Geppetto che lo aiutò e lo trasformò.
Samuele Telesca
C’era una volta un gatto che viveva in un castello sperduto dal mondo. Lui era il re del castello e non aveva amici. Un giorno conobbe degli amici, che erano un cane, una volpe e un coniglio, e ogni giorno si ritrovavano per fare delle scommesse, anche se il gatto non diceva mai niente. Allora un giorno gli chiesero –perché non li metti anche tu i soldi?-
Sono affari miei!-
-Ne hai tanti!- E’ uguale !- Dai cosa ti costa?!-Tutto!- Va bene fai come vuoi.Per un po’ di tempo il gatto stette a casa. Un giorno mentre era seduto sul suo trono, felice, arrivarono i suoi amici. I servi stranamente erano presenti e sentirono tutto: gli amici erano in pericolo. Allora gli chiesero:- Presteresti 70 monete d’oro a i poveri gatti?-State scherzando spero?-No!!-Ma neanche per idea, siete malati!-Ascolta abbiamo urgente bisogno.-Non ve li darò mai! Fuori dal mio castello.Facendo così non solo perse i suoi amici ma anche tutti i suoi servitori e così alla fine si ritrovò solo soletto nel castello.
Giacomo Marcelloni
Ho conosciuto un tale, un tale di Lamporecchio che era sordo da un orecchio Ho conosciuto un tale, un tale di Montecatini che amava tanto i bambini Ho conosciuto un tale, un tale di Cerbaia che d’estate dormiva nell’aia Ho conosciuto un tale, un tale di Mastromarco che andava sempre al parco Ho conosciuto una tale, una tale di Messina che faceva la fattorina Ho conosciuto un tale, un tale di Nuoro che nuotava nell’oro Ho conosciuto un tale, un tale di nome Giorgino che mangiava sempre un brigidino
Ho conosciuto una tale, una tale di nome Lisa che era sempre in divisa
Margherita Palese
BALDUCCI LORENZO GUIDA LA MACCHINA CON VINCENZO LORENZO BALDUCCI MANGIA I CANTUCCI MONIA LEONE VA A SCUOLA CON UN CANNONE LEONE MONIA MANGIA TUTTA LA MACEDONIA ARMANDO BARTOLINI UCCIDE I VIAREGGINI BARTOLINI ARMANDO INDOSSA UNO SCAFANDRO MARGHERITA PALESE MANGIA LA MAIONESE PALESE MARGHERITA È MORTA INTIRIZZITA
Lorenzo Balducci
Megghy Amata Ricercata Giocosa Happy Esplosiva Radiosa Intraprendente Testarda Amabile Polemica Amichevole Lenta Estroversa Semplicemente Esuberante Margherita Palese
Viva viva il Carnevale tutti quanti fa ballare i bambini mascherare e i coriandoli tirare la tristezza fa passare e i guai dimenticare viva viva il Carnevale
Lorenzo Balducci
La scuola Secondaria Berni Francesco è obbligata a mettere tutti gli alunni al fresco Fisica, Musica e Tecnologia sono materie da fare in compagnia Dopo tre anni di giocate ecco arrivano le legnate In questa classe gli alunni stanno attenti come un bel gruppo di dormienti Per chi non studia in questa scuola dopo poco dalla finestra vola Dopo anni in questo sciame ecco arriva l’odiato esame
Lorenzo Balducci
Ancora Bassotto Cerca Di Evadere Fuggendo in Grandi Hotel Inabitati Lungo il Mare Navigando verso Occidente Però Questo Repertorio Sta Terminando Ugualmente e la Vigilanza sta Zizzagando Alessio Cinelli
C’era una volta nel regno di Valleverde un ragazzo di nome Tom, era un ragazzo sveglio e intelligente, e abitava insieme alla sua povera nonna malata. Il dottore di famiglia un giorno gli disse che per guarire la nonna avrebbe dovuto prendere un capello del malvagio stregone che abitava ai confini del regno, per fare una pozione curativa, ma l’impresa sarebbe stata impossibile. Tom grazie alla sua testardaggine partì nonostante la nonna e il medico glielo avessero impedito. Lo stregone, che aveva visto le intenzioni di Tom attraverso la sua magica palla di cristallo, mandò il suo esercito di cani rabbiosi ad ucciderlo. Tom, grazie a tutta la sua forza e agilità, riuscì ad arrivare a destinazione passando per tutte le cime degli alberi della foresta, lasciando così i cani inferociti alle sue spalle, o meglio, ai suoi piedi. Arrivato di fronte al portone del palazzo si accorse che lo stregone con un incantesimo aveva fatto sparire l’accesso sostituendolo con dei massi enormi impossibili da spostare. Ma proprio mentre Tom si stava per arrendere arrivò lo Spirito della foresta che con un soffio lo fece saltare così in alto da fargli superare le mura. Lo stregone non si accorse di niente quando Tom gli piombò addosso dal cielo e gli strappò un ciuffo di bianchi capelli dalla testa che subito un altro soffio lo fece balzare fuori dal castello, e via di corsa verso casa dalla povera nonna. Lo stregone rimase così male dell’accaduto che non uscì mai più dal suo castello, infatti nessuno ebbe più sue notizie, smise di andare perfino nella sua bottega preferita quella dove vendono caramelle di rospo e vomito di lucertola, e pensare che era il suo unico cliente! Tom ringraziò tanto lo Spirito della foresta, fece guarire la nonna, e vissero tutti felici e contenti.
FINE Alessio Cinelli
AMICA RADIOSA IRONICA ALLERGICA NON NATA APRILE
FEROCE E RADIOSA RAGAZZA ENERGETICA RITMICA IRONICA
L’unica Importante Sincera Amica
Geniale Inistancabile Amico Non Laziale Unico Calciatore Approssimativo Veloce Onorevole Leonessa Piccola Inistancabile Corsara Ha Innumerevoli Amori e Ragazzi Arrabbiati
Moglie Onorevole Non Impazzita Ancora
Leale Energetica Onorevole Non Emotiva
Arianna Ferreri
Arianna Ferreri rompe i bicchieri Ferreri Arianna mangia tanta panna Margherita Palese molesta il Paese Palese Margherita è stata ingerita Bartolini Armando i cretini stava scacciando Armando Bartolini fabbricava pannolini Giacomo Marcelloni assaggia i bomboloni Marcelloni Giacomo ha una villa a Como Alderotti Sandra ha una salamandra Sandra Alderotti mangia tutti i biscotti Fiorello va sempre in giro con l’ombrello Enzo Iacchetti mangia tanti spaghetti Elena Sofia Ricci fa tanti capricci
Chiara Volpi & Arianna Ferreri
SLAPPY, IL PUPAZZO aNIMATO
P
… oi abbassai lo sguardo verso Slappy. In quel momento, vidi le sue labbra contrarsi. Il pupazzo mi guardò diritto in faccia e mi fece l’occhiolino. In quel momento mi accorsi che era animato. Feci un urlo e Slappy cadde a terra, mio padre lo raccolse e disse: -Hai visto è animato! Dici sempre che ti senti sola… lui è come una persona vera, lo potrai accudire come un fratellino; cerca almeno di andare d’accordo con lui visto che non vai d’accordo con Sara e Jed. Quando litighi con tuo fratello e tua sorella non riuscite mai a ritrovare la calma e spesso io e tua madre siamo costretti ad intervenire… spero che con Slappy questo non accada!- Risposi: - Certo papà te lo prometto!! Ero felicissima e corsi nella stanza da disegno di Sara per fargli vedere Slappy, ma nel frattempo sentii la voce di Slappy che mi disse: -Ehi lasciami scendere… so camminare anche da solo!Lo posai a terra e gli dissi: -Corri, prima che Sara vada via! Arrivammo nella stanza, ma Sara non c’ era, allora decisi di aspettarla seduta. Nel Frattempo Slappy girò per la stanza e vide tutti i dipinti di mia sorella, lei è molto brava a disegnare, ne vide uno da finire così pensò di aiutare Sara, prese il pennello… e lo accostò alla tela ma io mi buttai su di lui per fermarlo… stava per rovinare il disegno. Nel frattempo arrivò Sara che mi disse: -Cosa sta facendo quel pupazzo! - Ho appena fermato Slappy – bofonchiai ansante tenendo con una mano il pupazzo e con l’altra il pennello grondante di vernice – stava per rovinare un dipinto di Sara.Tutti mi guardarono allibiti. - Ho visto arrivare te – replicò in tono insofferente Sara. - L’hai portato tu il pupazzo, Amy ce l’hai ancora in mano. Come il pennello. -Ma… ma… ma… - balbettai. I miei occhi saettarono da un volto all’altro. Tutti mi guardarono come se fossi un’aliena appena arrivata sulla Terra a bordo di un’astronave. Nessuno dei miei familiari mi credeva. Nessuno! Dissi esasperata: -Sono venuta qui solo per far vedere a Sara il pupazzo che mi era stato appena regalato da papà, ma quando siamo arrivati non c’era, allora abbiamo deciso di aspettarla! Slappy ha girato tutta la stanza per vedere i dipinti e ne ha visto uno da finire allora voleva aiutarla, ha preso un pennello, lo ha intinto nella tempera e stava per sfiorare la tela, ma io mi sono buttata su di lui e l’ho fermato e poi sei arrivata tu! Sara rispose: -Va bene questa volta ti perdono ma che non risucceda!- Io risposi contenta: - Va bene non accadrà mai più!Fui molto felice perché Slappy non volendo ci aveva reso più unite e quando andavamo nella stanza da disegno di Sara, lei gli dava sempre un pennello, la tinta ed un foglio e lui si metteva a disegnare mentre io stavo lì a guardarli con ammirazione. MARGHERITA PALESE
Amabile Ragazza Imprenditrice Affidabile Non Nata Agosto Furba Elegante Riconoscibile Riconoscente Elogiatrice Ristoratrice Impegnata Moglie Amante Rigorosa Generosa Ha Energia Rabbiosa Irritata Tamponatrice Autostrada Pittrice Anallergica Lavoratrice Esasperata Silenziosa Eclettica Graziosa Rimborsatrice Elegante Tartassa Altri Tozza Adorabile Forse Impazzita Chiara Volpi
Alice va in campagna
C’era una volta una bambina di nome Alice, lei era una bambina di otto anni. Viveva in una bellissima città dove alcune persone avevano dei poteri soprannaturali, Alice era una di queste. Alice era in grado di volare. In città c’erano moltissime case grandissime e anche molti castelli. Un giorno il suo babbo che lavorava come fattore in un’ azienda agricola perse il lavoro. Durante una tempesta, il raccolto andò distrutto, perse molti soldi e non riuscirono a far riprendere l’azienda che dovette chiudere. Il padre di Alice trovò lavoro in un’altra azienda agricola molto lontana e allora decise di trasferirsi lì con tutta la famiglia. Alice non era molto contenta di questo, perché doveva abbandonare la sua casa e soprattutto le sue amiche. Tutte le sue amiche si riunirono e le fecero una festa di addio. Alice pianse molto ma purtroppo sapeva che doveva andare via. Arrivati alla nuova casa, Alice rimase di stucco perchè la casa era bruttina ed era circondata tutta da campi con qualche casetta in qua e là. Alice era sempre sola senza amici e tutte le volte che si avvicinava alle bambine per chiedere se potevano giocare con lei, loro rispondevano: -No, noi non giochiamo con le bambine arrivate da poco in paese, giochiamo solo con le bambine che vivono qua da sempre, quindi torna a casa tua.Tutte le volte che le dicevano così, Alice ci rimaneva male e tornava a casa piangendo. La mamma vedendola piangere le chiese: -Alice cosa ti è successo?- Alice rispose: -Le bambine del villaggio non vogliono che io giochi con loro perché sono arrivata da poco in paese- La mamma le disse per tranquillizzarla: -Non ti preoccupare prima o poi ti accetteranno- Così Alice si tranquillizzava sempre e tornava fuori. Un giorno tornando da scuola all’imbocco della stradina di casa, sentì una vocina che diceva: -Aiuto aiutatemi!Questa vocina proveniva dal pozzo. Alice si affacciò e vide la “leader” del gruppo delle bambine che rifiutavano sempre Alice. La bambina disse: -ti prego fammi uscire … aiutami!- Alice rispose un po’ arrabbiata: - Perché dovrei farti uscire, tu ti rifiuti sempre di giocare con me, non dovresti evitare le persone senza prima conoscerle, io non sono poi così tanto male.La bambina rispose: -Hai ragione ho sbagliato avrei dovuto darti una possibilità, ma ti prego, se non mi aiuti morirò qui. Ti scongiuro chiama qualcuno e scusami se ti ho fatto soffrire!Alice disse: - e va bene siccome io sono una bambina corretta ti farò uscire. - Alice, grazie ai suoi poteri, andò fino alla fine del pozzo e tirò fuori la bambina, che appena uscita disse: -Oh mio Dio come hai fatto?E scappò. Alice quando tornò a casa raccontò la vicenda alla mamma che disse: - ora prova ad andare di nuovo a chiedere alle bambine di giocare con te e vedrai che qualcosa cambierà. – Alice andò e come sempre tutte non vollero giocare con lei tranne una che disse: -Lei è una mia amica e da oggi giocherà sempre con noi, ha un segreto che sappiamo io e lei e che racconterà solo a della vere amiche.Da quel giorno diventarono molto unite e vissero per sempre felici e contente.
MARGHERITA PALESE
Istrice Lupo Marmotta Oca Pecora Quaglia Anatra
Rana
Nave
Serpente
Balena
Topo
Cane
Uva
Delfino
Vipera
Elefante
Zebra
Farfalle Gatto Hotel
Samuele Telesca
Testardo Esotico Lento Entusiasta Simpatico Compagno e Amico
Sincera Amica Migliore Ancora Neonata Troppo vivace e Allegra
Serena Anche Birichina Ronfa Indifferente Naturale Aitante
Solare Amico Modesto Unico Entusiasta Libero e Energico
Samuele Telesca
ANTOLOGIA, LA MIA MATERIA PREFERITA BABBO NOME COMUNE DI PERSONA CALCIO, SPORT AMATO DIDONE, PERSONAGGIO DELL’ENEIDE ELEFANTE, ANIMALE GIGANTE FABIO, IL MIO NOME GIULIA, IL NOME DELLA MIA RAGAZZA HOTEL, A VOLTE COSTOSO ITACA, CITTA’ GRECA JUVE, LA MIA SQUADRA DEL CUORE LUCCIOLA, ANIMALE CHE ILLUMINA MOTORINO, QUELLO CHE AVRO’ TRA DUE ANNI NAPOLEONE, CONDOTTIERO OPPOSITE, TRADOTTO IN ITALIANO: DI FRONTE PAPERINO, PERSONAGGIO DEI CARTONI ANIMATI QUADRI, NE HO ROTTI TANTI ROSPO, ANIMALE SOSPENSIONE, SPERIAMO SPERIAMO DI NO!!!!! TAZ, DIAVOLETTO DEI CARTONI UVA, FRUTTO CHE HO A CASA VALZER,IL BALLO CHE ODIO ZORRO, EROE MESSICANO Fabio Fucentese
C’era uno scolaro di Milano che non studiava mai l’italiano portava sempre dei grossi scarponi e camminava sempre sui talloni quello strano scolaro di Milano Un professore di inglese mangiava trenta torte al mese era grasso come un elefante forse come un ippopotamo gigante quel grasso professore di inglese C’era una volta un signore che passava in oreficeria molte ore prendeva anelli per i suoi monelli grossi come dei fardelli quello strano ladro di un signore Lorenzo Balducci
CERCASI HOTEL IN AMSTERDAM ROMA AMERICA VELOCE ONOREVOLE LEALE POLPETTINA INSICURA
Non mi piace andare a scuola perché mi si consuma la suola mi piacciono gli animali ma non le cellule staminali non mi piace andare in montagna perché preferisco scrivere alla lavagna mi piace la bistecca purché non sia secca non mi piace Francoforte perché mi ricorda la morte mi piace la Sardegna ma non raccogliere la legna non mi piace Sandrone perché è un po’ pelandrone Chiara Volpi
Un
giorno
Biancaneve
andò nel bosco per raccogliere dei fiori. Vide dei nani e pensò che volevano rubarle i fiori. -Allora, cosa state facendo!? – disse Biancaneve. - Noi, nulla – ribatterono i nani. - E invece non mi convincete – disse Biancaneve. Allora Biancaneve prese un bastone e lo lanciò in testa a Pisolo. Pisolo si arrabbiò e saltò addosso a Biancaneve. Eolo prese un coniglio per le orecchie e lo lanciò addosso a Biancaneve. Mammolo andò da una strega per farsi dare una pozione. Tutti e sette i nani bevvero la pozione che fece moltiplicare i nani in quattordici e poi in ventotto. Biancaneve non c’è la fece più e buttò una bomba. I nani caddero uno a uno ma rimasero incolumi. Allora i nani saltarono tutti addosso a Biancaneve. Biancaneve scappò ma il principe la spaventò con la sua spada incandescente e svenì. I nani ritornarono sette e vissero vittoriosi e contenti. Samuele Telesca
Nella
Radura Pianeggiante vivevano o meglio vivacchiavano
tre paperelle. Una pigra. Un’altra con delle macchie Non dovete chiamavano macchie. Per le prime momento
era bianca con delle macchie rosse però era molto era bianca con delle macchie blu e l’altra era bianca gialle. Le ultime due erano meno pigre della prima. pensare che non avevano un nome, l’avevano eccome! Si Gialla, Blu e Rossa lo potete dedurre dai colori delle loro tutta l’estate non fecero che divertirsi, ma quando sentirono piogge, avvertirono il bisogno di una casa. In un primo si rifugiarono nello stagno, ma quando lo stagno si ghiacciò iniziarono a costruire un riparo. Rossa, essendo pigra, si costruì una casa con delle canne di bambù ma non trovò l’approvazione dei due che costruirono una casa di mattoni. Un brutto giorno arrivò una volpe andò a “bussare” alla porta di Rossa e le disse: -Apri voglio farti vedere una cosa- Ma Rossa rispose: - Sono una papera non un’oca-. Ma la volpe si arrabbiò e distrusse la casa di bambù. La papera non sapendo cosa fare si rifugiò a casa delle sue sorelle. La volpe vedendo che la casa era resistente salì sul camino, ma appena si gettò si sentì bruciare la coda. Voleva andare via, ma le tre paperelle la intrappolarono e la mangiarono.
In una lontana fattoria un cane di nome Carl, un Pastore Tedesco, ed un lupo di nome Lenny,si contendevano un pezzo di carne davanti a un pollaio dove le galline “impazzite” facevano il tifo per l’uno o per l’altro. Ad un certo punto il cane iniziò a fingere dicendo: -Ohi! Che male il mio stomaco, credo proprio che non riuscirò a mangiare nemmeno un brodino.Però Lenny non abboccò ai piagnistei del cane e mentre diceva: -Te lo faccio passare io il mal di pancia.- con un salto gli si avventò contro. Il cane fece appena in tempo a salvarsi, però così facendo svelò il suo trucco. I due si fissarono per un tempo interminabile quando ad un certo punto i due si avventarono sul pezzo di carne, nell’impatto alzarono un polverone da non vedere più niente. Dopo un po’ che litigavano addentarono la carne contemporaneamente diedero uno strattone così forte che la carne si “alzò in volo” e cadde vicino ad una volpe. La volpe tutta contenta la mangiò. Morale:Tra i due litiganti il terzo gode.
GalleriniGabriele
Nella
periferia di una cittadina italiana c’era una casetta molto carina dove abitava una normale famiglia insieme ad una gattina di nome Milly e una colla tedesca di nome Pritt. Questi due venivano sempre presi di mira dai loro simili: a Milly dicevano che era troppo affettuosa e a Pritt che quando incollava lasciava sempre dei pezzetti di colla. Un giorno Milly disse a Pritt: - Basta! Non voglio più essere presa in giro! - - Anch’io! – Rispose Pritt – Che ne dici di far rigar dritto tutti quelli che si prendono gioco di noi e degli altri? – gli propose Milly – Si! Ci sto! – Confermò Pritt. Pritt decise di costruirsi un’astronave: trovò due pezzi di ellisse fatti di metallo, un collare di legno con piccole lampadine rotonde e una ciotola di plastica trasparente. Milly invece si allenò con i suoi artigli, anche se del resto era sempre la solita gatta dolcissima. Da allora in poi i bulli non osarono più prendere in giro quella strana coppia che iniziò ad essere circondata da amici.
C’era una volta in un un regno molto lontano una ragazza molto esigente di nome Biancaneve che viveva in una casa lussuosa e aveva come schiavetti sette nani nominati: Tonnolo, Sediolo, Vasolo, Librolo, Cellularolo, Fogliolo, Lettolo. Biancaneve bastonava i suoi nani per essere servita come una regina. Vasolo, stanco di ricevere sempre e solo botte, un giorno disse a Tonnolo, il nano della cucina: - Che ne dici di mettere del sonnifero nella cena della nostra padrona? - - Va bene! Sarà un gioco da ragazzi per me –rispose Tonnolo. Arrivò l’ora della cena e Biancaneve, appena mise in bocca il primo boccone, cadde in un sonno profondo e fu in quel momento che i nani si munirono di legni e iniziarono a rendere alla loro padrona tutte le botte che avevano ricevuto. Finito il loro lavoro, lavoro, i nani lasciarono la casa e furono così per sempre liberi. Da quel giorno non si seppe più niente né di Biancaneve, né dei sette nani. Alessio Cinelli
C’era una volta una ragazza di nome Biancaneve, viveva con i sette nani, in una casetta molto carina. Un giorno Biancaneve decise di andare a fare spesa. Brontolo le disse: -Attenta, potrebbe essere pericoloso!-Non preoccuparti!- esclamò la ragazza. Quando tornò, Biancaneve era più strana di prima. Sembrava posseduta dal demonio, e lo era. Prese un bastone e, avvicinandosi ai nani, glielo tirò in capo. Brontolo, si arrabbiò molto e disse: -Come hai osato, io sono il tuo nano!?Biancaneve allora lo stordì con un colpo in testa, lo prese in braccio e mise i suoi piedi sul soffitto e disse: -Spider nano - Spider nano, il soffitto tu mi tocchi!!!Allora gli altri nani presero asce, coltelli e una mezzaluna insieme a un macete, erano intenzionati a levare dal mondo la ragazza. Biancaneve, allora, uscì di casa facendo una risata satanica, infine, prese una bomba, la lanciò, e la casa, con i nani, scomparì. -Alla fine dovrei dire: “e tutti vissero felici e contenti” ma no! Tutti vissero infelici e scontenti, perché Biancaneve, dopo un anno riuscì a far scoppiare il pianeta Terra!
Jacopo Spinelli
A me non piace andare a scuola nemmeno tagliare l’aiuola. A me piace curiosare eppure non mi fa amare. A me piace l’immaginazione e cantare una canzone. A me non piace chi mi guarda e nemmeno chi mi manda dei biglietti dalla mansarda. A me piace tutto tutto questo del resto sono sempre arrivata presto…. Feliciarosa Boccia
CENERENTOLA
C’erano una volta in un paese tre sorelle e una matrigna. Una delle tre sorelle, la più povera, era una giovane di nome Cenerentola che era costretta a lavorare giorno e notte. Arrivò la sera in cui le sorellastre e la matrigna furono invitate a un ballo organizzato dal principe, partirono e lasciarono Cenerentola sola a casa. Dopo qualche istante un forte bagliore accecò Cenerentola. Era la carrozza della fata. Atterrò e disse a Cenerentola: -non aver paura, ora ti trasformerò in una bellissima ragazza.Fece un incantesimo e trasformò Cenerentola in una stupenda ragazza. La fata le disse ancora: -ora va’ dal principe.Cenerentola seguì il suo consiglio e si avviò al castello. Entrò e subito il principe, stupito dalla bellezza di questa ragazza, chiese se voleva ballare con lui. Ma il ballo durò poco perché intervennero le sorellastre e la matrigna mandando un sortilegio su quella coppia. UNA STRANA ACQUA BERRETE E UNA COPPIA DI STUPITI CIOCCOLATINI SARETE. Il principe e Cenerentola si trasformarono in due stupiti cioccolatini fondenti, che furono subito mangiati. In fin dei conti le anime del principe e di Cenerentola si vollero tantissimo bene e così per sempre vissero felici e fondenti. Lorenzo Balducci
FANS ANCORA BELLO INCITA ORLANDO BLOOM FURBO UNDICENNE CHE ESCOGITA NUOVI TEMI E SCRIVE ENTUSIASMENTE LUSSUOSA INESTIMABILE STELLA ARGENTEA GRAZIOSA RAGAZZA ALTA NON DEFINITA ECCENTRICA
SE STUDI IN QUESTA SCUOLA IL TEMPO NON VOLA MATEMATICA, STORIA, GEOGRAFIA MAMMA MIA CHE PAZZIA! ALLA FINE DI ANNI TRE DI SOMARI NON CE NE E’ Fabio Fucentese
Elettrizzante Dominatore Oppure Audace Riccone Di Oro Taccagna Afferra Fugacemente Impermeabile Chiara vive in Habitat Invernali e Autunnali ma è Raccapricciante in Autunno Alessio Cinelli
Pacifico Amico Con Importanti Notizie Imbarazzanti
Entusiasmante Dermatologo Odiato Al Rogo Da Osvaldo
Papero Ancora Carino Incontra Nonna Ida
Granchio Ringrinzito E Tozzo Abbronzato
Valida Amica Leale E Non Tanto Impazzita Nemmeno Ammattita
Topo Arrogante Fifone Impaurito
Dà Elemosina Soltanto In Delle Emergenze Rischiose e Infernali
IL CANE RIKI E IL LUPO
C’era una volta in una fattoria un cane che stava sempre davanti alla sua cuccia ad abbaiare a tutti i contadini che passavano di là aspettando ogni tanto qualche ricompensa. Riki, era un cane molto intelligente, ma non tanto furbo, però obbediva sempre al suo padrone. Aveva un difetto e cioè quello di vantarsi troppo davanti a tutti gli animali della fattoria. Era un meticcio con il pelo marrone chiaro e bianco e aveva sempre le orecchie e la coda ritta; era un giocherellone e non si stancava mai di correre dietro alle oche e alle anatre per poter giocare con loro. Un giorno quando il suo padrone tornò dal lavoro prese un bel pezzo di carne e lo portò al suo fedele cane, il quale era così felice e contento, che lo leccò per mostrargli la sua gratitudine. Mentre mangiava il suo pezzo di carne tranquillamente davanti al pollaio, da lontano scrutò qualcosa di colore grigiastro-bianco. Dapprima pensò che fosse una palla di neve gigantesca che scendeva velocemente per la collina e travolgeva tutto ciò che si trovava davanti, ma subito dopo capì che non era possibile, poiché non era inverno. Allora pensò a una pecora di colore grigiastro-bianco che correva impazzita su e giù per la collina inseguita da oche che svolazzavano sulla sua testa e infine man mano che questa cosa avanzava, il cane si accorse che era proprio un lupo che minacciosamente si aggrappò su di lui e il pezzo di carne. Riki riuscì a scappare via velocemente e vigliaccamente, tra sé pensò che l’aveva scampata proprio bella, per un attimo aveva temuto il peggio e cioè che sarebbe potuto finire tre le fauci del lupo, proprio come il suo pezzo di carne. Tutti gli animali della fattoria lo derisero e così Riki andò via di lì con la coda tra le gambe. La morale di questa favola è che <>.
Feliciarosa Boccia
TRE GNOMETTI E UN ELFO C’era una volta in una piccola casetta sotto un albero di mele, una famigliola di gnomi, composta da due gnomi e tre gnometti. I genitori dicevano sempre ai loro gnometti: - non dovete mai uscire di casa quando noi non ci siamo o vi caccerete in grossi guai.Un giorno gli gnomi erano usciti per raccogliere bacche e gli gnometti ignari del pericolo che stavano correndo uscirono di casa. Fecero pochi passi e una trappola li prese. Agitandosi sempre più perché assordato dal frastuono, un elfo andò a vedere cosa mai fosse accaduto. -Oh che vedono le mie pupille gnometti intrappolati.- Esclamò l’elfo. -Da quant’era che non mangiavo degli gnomi.Gli gnometti implorarono pietà ma niente da fare, l’elfo stava già preparando il fuoco per arrostire le prede. -OK chi vuole essere cucinato per primo? -Io - rispose il primo gnometto. -No voglio essere cucinato per primo io-. Ribattè il secondo. -Ma sentitelo, la prego signor elfo cucini me.- Consigliò il terzo. Così all’elfo assillato da quella confusione prese un mal di testa talmente forte che si mise a dormire come un ghiro. Gli gnometti riuscirono a scappare e così vissero per sempre felici e contenti. Lorenzo Balducci
Ieri ho visto una foca che rincorreva un’oca perché aveva bevuto una coca mischiata ad un caffé di moca ma ne aveva bevuta poca.
C’era uno scolaro di Milano, che non studiava mai l’italiano, ed era così vagabondo, che decise di girare il mondo, quel vagabondo scolaro di Milano.
Ho conosciuto un tale, un tale di Piacenza, correre da Vincenza, per chiederle con pazienza: -Puoi prestarmi la tua lenza?-
Ho conosciuto un tale, un tale di Taormina, che beveva l’aspirina.
Ho conosciuto un tale, un tale di Lamporecchio, a cui faceva male un orecchio.
Ho visto un tale, correre come un matto, dietro un grosso gatto, che rincorreva un ratto, sotto un cielo scarlatto.
Alessio Cinelli
C’era una volta un castello dove viveva Biancaneve che si era rifugiata lì perché la regina non la sopportava. Lei era andata in una casa dove ogni cosa c’era per sette volte uguale. Dopo un po’ Biancaneve si addormentò sul letto. Quando i sette nani arrivano, lei si svegliò e li buttò
fuori
tutti.
Loro,
poverini
sapevano per
non
cosa
fare
entrare
nella
loro
casa.
giorno
si
Un erano
stancati di stare fuori ed elaborano un piano. Andarono dal principe e gli dissero che c’era una bella fanciulla non sposata. Il principe andò da Biancaneve e se ne innamorò. Dopo qualche anno che stavano insieme si sposarono e nacque una figlia e così vissero felici e contenti.
Igli Xhafa
C’era una volta: un re diranno subito i miei lettori, no c’era una volta un lupo e un cane che si contendevano un pezzo di carne vicino ad un pollaio. Il cane, Giovanni, non sopportava quando il lupo Marco, lo chiamava barboncino o pecorella perché il suo pelo era a riccioli piccoli e bianchi. -
È mio !!No, è mio!!No veramente il pollo l’ho ammazzato io!!!No veramente l’ho afferrato io!!!-
E così ribattevano Giovanni e Marco. Per un attimo si erano calmati, allora il cane Giovanni (pensando di essere furbo), provò a riprendere il pezzo di carne, che era davanti a Marco. -
Stai fermo barboncino! Perché come ho già detto il pollo l’ho ammazzato io.-
L’ira del lupo Marco fece accucciare il cane Giovanni. Dopo dieci minuti arrivò la volpe e vide da lontano il pezzo di carne che aveva Marco davanti. La volpe prese tutta la potenza e corse davanti a loro afferrando il pezzo di carne gridando: -
Fra i due litiganti il terzo gode!!!-
Sabrina Rubino
Grande Amico Bambino Rispettoso Intelligente Energico Legge Eneide
Galante Accompagnatore Lentamente Lugubre Elegantemente Risponde In Numero Indefinito
Ho conosciuto un tale un tale di Livorno che dormiva tutto il giorno Ho conosciuto un tale un tale di Torino che faceva il facchino Ho conosciuto un tale un tale di Catanzaro che come lavoro faceva il faro
Alla scuola di Lamporecchio qualcuno ha perso l’orecchio come è strana questa scuola ogni mese facciamo la ola
Gabriele Gallerini
EDOARDO PACINI FA I PASTICCINI PACINI EDOARDO DI ORIGINE E’ SARDO. LISA GRANDE SEI DAVVERO GIGANTE GRANDE LISA HA DIPNTO LA MONNALISA. MICHELA GIACINTI PENSA TROPPO AI DIPINTI. GIACINTI MICHELA COLORA SEMPRE LA TELA.
HO CONOSCIUTO UN TALE UN TALE DI MARMOTTA CHE PENSAVA SOLO ALLA MELA COTTA HO CONOSCIUTO UN TALE UN TALE DI PISA CHE PENSAVA SEMPRE ALLA MARISA HO CONOSCIUTO UN TALE UN TALE DI PALERMO CHE URLAVA COME UN MERLO HO CONOSCIUTO UN TALE UN TALE DI CARRARA CHE AVEVA UN MACCHINA CARA HO CONOSCIUTO UN TALE UN TALE DI FUCECCHIO CHE SI E’ SUICIDATO PER UN FAZZOLETTO
Fabio Fucentese
Amica Buona Carina Drammatica Emozionante Forte Grande Happy Impassibile Lenta Mammona Nuotatrice Operosa Pagliaccio Quotata Rispettata Sincera Tenera Unica Vera Zuccona Margherita Palese
La scuola a Lamporecchio è un edificio vecchio ci sono molti professori che hanno padri muratori ma se prendi confidenza finirai in presidenza se abbiamo sostituzione formeremo un’ostruzione noi stiamo facendo l’orto ma in quella terra tutto è morto.
Mi piace il gelato perché rinfresca il palato Non mi piace la verdura perché è insipida e dura Mi piace il treno perché sembra senza freno Non mi piace Winnie The Pooh perché è stupido sempre più Mi piace il folletto perché è proprio un piccoletto Non mi piace il pugilato perché esci infortunato Mi piace Ulisse perché vince senza risse Non mi piace Rete Quattro perché Fede è proprio matto Mi piace la 500 perché vola come il vento Non mi piace la montagna perché l’acqua è sempre stagna
Gianluca Giannotti
Giocatore Importante Alla Nazionale L’ Unico Calciatore Attaccante Goleador Inarrestabile Attaccante Noto Non Olandese Tosto per Tutti Imitano lui
L’unica Importante Sincera Amica
Amico Leale Estremamente Sincero Scienziato Inarrestabile Orefice
HO CONOSCIUTO UN TALE UN TALE DI LATINA CHE NON STAVA ZITTO DALLA SERA ALLA MATTINA HO CONOSCIUTO UN TALE UN TALE DI SPAGNA CHE OGNI GIORNO PER LUI ERA CUCCAGNA
HO CONOSCIUTO UN TALE UN TALE DI PORTOGALLO CHE POSSEDEVA UN BUFFO PAPPAGALLO
HO CONOSCIUTO UN TALE UN TALE DI CESENA CHE MANGIAVA SEMPRE DOPO CENA HO CONOSCIUTO UN TALE UN TALE DI ROMANIA CHE NON CONOSCEVA NEANCHE LA SUA ZIA Lorenzo Balducci
C’erano una volta Mastro Ciliegia, che non era affatto intelligente, e Geppetto che era tutto il contrario, perché lui era sì povero, ma molto intelligente. Ognuno di essi aveva un burattino: ovviamente Mastro Ciliegia se lo era fatto fare da un falegname esperto, mentre Geppetto se lo era costruito da solo, prendendo i pezzi all’IKEA. Il burattino di Mastro Ciliegia si chiamava Achille, mentre quello di Geppetto si chiamava Pinocchio ed era un po’ lento nel fare le cose. Tutti gli abitanti del paese in cui abitavano avevano un burattino. Un giorno Geppetto e Mastro Ciliegia videro un volantino che diceva “Gara di burattini, in premio ci saranno due cassette di castagne e 40 soldi!”. Geppetto decise immediatamente di partecipare e anche mastro Ciliegia ci fece un pensierino, non per il premio, ma solo per la soddisfazione di vincere. Geppetto appena arrivato a casa lo disse subito a Pinocchio che restò di stucco e disse: “Dobbiamo assolutamente vincere, perché se vinciamo potremo sfamarci per molto tempo e quindi non patiremo la fame”. “Hai assolutissimamente ragione Pinocchio” rispose Geppetto. “Sì, ma …. Che cosa dobbiamo fare per vincere?” domandò Pinocchio. “Credo di essermi dimenticato di guardare perché stavo leggendo qual era il premio” rispose Geppeto “ora vado a vedere, tu aspettami qui in casa”. Dopo qualche minuto Geppetto tornò, “voi burattini dovrete fare una corsa intorno al villaggio” disse Geppetto “cosa!!!! Io a metà sarò sfinito!” disse Pinocchio, “ma tu sai che puoi batterli” disse a Pinocchio per incoraggiarlo perché il burattino stava già pensando di rinunciare alla gara. Tutti e due andarono fuori, Pinocchio cominciò a correre, cosa che stava facendo anche Achille. Geppetto lo salutò: “Buongiorno mastro Ciliegia, buongiorno Achille!” “Buongiorno e ora mi scusi, ma Achille deve essere in forma per partecipare alla gara” disse Mastro Ciliegia “lei e Pinocchio verrete a vederlo?” “Certo, anzi noi ci saremo di sicuro, perché Pinocchio partecipa alla gara del giro del villaggio” disse Geppetto. “Ah! Partecipa anche lui?” “Certo” rispose Geppetto. “Ma a proposito, ora dov’è Pinocchio?” domandò mastro Ciliegia. “Là si sta allenando, sa noi ci teniamo moltissimo a vincere almeno potremo sfamarci per un po’”. A quel punto tornò da Pinocchio. Achille era molto bravo e Pinocchio, beh… si dava da fare, però quello che poteva fare lo faceva bene e con volontà. Arrivò il giorno della gara. C’erano molti partecipanti fra i burattini ma Mastro Ciliegia era sicuro di vincere. Il giudice dette il via e tutti i burattini partirono. In testa c’era Achille che andava a tutto fuoco poi c’erano tutti gli altri e alla fine c’era Pinocchio. Quasi alla fine erano tutti stanchi morti, Achille che era in testa cominciò a rallentare perché non ce la faceva più e gli facevano male le gambe come a tutti i burattini. L’unico che non era stanco era Pinocchio, che andando piano piano passò avanti a tutti, anche ad Achille. Così Pinocchio vinse. Geppetto fu molto contento e con il premio poterono sfamarsi per molto tempo. Questo dimostra che la lentezza non sempre è un difetto.
Un giorno Claudio giocava sotto il portone e, nella strada, passò un bel vecchio con gli occhiali d’oro, che camminava curvo appoggiandosi ad un bastone. Proprio davanti al portone, il bastone gli sfuggì di mano e cadde. Claudio fu pronto a raccoglierlo e lo porse al vecchio. - grazie ma non mi serve- disse sorridendo- se ti piace tieniloE senza aspettare risposta, il vecchio si allontanò. Claudio rimase lì, col bastone fra le mani a non sapeva cosa farne. L’osservò: era un bastone di legno, col manico ricurvo e il puntale di ferro. Senza pensarci picchiò due volte il puntale per terra. Oh meraviglia! Il bastone era diventato una bacchetta magica che era in grado di trasformare le cose in oro e viceversa. Claudio era così contento di questo oggetto che lo fece vedere a tutti e tutti erano invidiosi della bacchetta a tal punto che molti cercarono di rubarla. Un giorno Claudio era in casa a giocare e aveva la bacchetta sul davanzale della finestra chiusa. Un suo compagno di scuola di nome Luca bussò alla porta e Claudio cortesemente lo fece entrare. Luca propose: - perché non giochiamo con la tua bacchetta?-Va bene – acconsentì Claudio - ma cosa facciamo? -Trasformiamo tutte le cose della tua casa in oro e viceversa.- disse Luca Claudio disse felice: - va bene iniziamo!!!!Trasformarono tutte le cose in oro e arrivati all’ultimo oggetto Luca disse a Claudio: -posso provare io a trasformare questa sedia in oro?Claudio acconsentì: - va bene, prova pure!Luca trasformò con successo la sedia in oro e poi scappò con la bacchetta. Claudio lo insegui e appena raggiunto, gli prese la bacchetta di mano e andò di corsa in casa chiudendo a chiave la porta. Si assicurò che Luca non lo avesse seguito, prese la bacchetta e dopo aver trasformato la sua casa come prima, la spezzò in due. Uscì di casa, andò verso i cassonetti della spazzatura e la gettò nei rifiuti. Tutto a un tratto vide dietro di sé il vecchio che gli aveva dato il bastone che disse: - Sei stato ragionevole a gettare la bacchetta perché tutti la vorrebbero e molti sarebbero capaci di qualunque crimine pur di averla, tu invece vedendo il tuo amico che l’ha rubata senza preoccuparsi della vostra amicizia, hai preferito liberartene per non scatenare invidie. Questo ti fa onore perché la bacchetta ti avrebbe reso ricco e hai comunque deciso di rinunciarci!! Ti meriti tutto l’oro del mondo!!Il vecchio prese la sua bacchetta e fece diventare Claudio un miliardario pieno d’oro. Visse per sempre felice e contento nella sua bellissima villa di venti piani rivestita in oro purissimo.
MARGHERITA PALESE
Ho conosciuto un tale un tale matto che se ne va in giro con un ratto Ho conosciuto un tale un tale della Birmania che vuol placar la sua smania Ho conosciuto un tale un tale australiano che ha visto un marziano Ho conosciuto un tale un tale egiziano che prendeva un cobra in mano Ho conosciuto un tale un tale tedesco che mangia solo cibo fresco Ho conosciuto un tale un tale di Riccione a cui piaceva il piccione Ho conosciuto un tale un tale pacifico che mangiava un intero fico Ho conosciuto un tale un tale maremmano che possedeva un alano Ho conosciuto un tale un tale piccolino che sembrava un delfino Ho conosciuto un tale un tale fioco che mi piaceva poco Gianluca Giannotti
I NERAZZURRI DI MILANO FESTEGGIANDO LO SCUDETTO FANNO UN GRAN BACCANO ABBIAMO VISTO IL PRESIDENTE MORATTI DARE BICCHIERI DI SPUMANTE E TORTA NEI PIATTI SONO RIMASTI CON UN FICO SECCO GLI ALTRI TIFOSI DI MILANO
ALLA SCUOLA MEDIA BERNI DI LAMPORECCHIO CI SI DIVERTE PARECCHIO
Lisa Grande
Ho conosciuto un tale un tale di Cerbaia che un giorno cascò nell’aia Ho conosciuto un tale un tale di Borgano che dalla pazzia si tagliò una mano Ho conosciuto un tale un tale di San Marino che era molto carino Ho conosciuto un tale un tale di Toscana che aveva tanta grana Ho conosciuto un tale un tale di Messina che amava la farina Ho conosciuto un tale un tale di Pisa a cui piaceva Lisa in divisa Ho conosciuto un tale un tale di Sardegna che era amante della legna
Chi non studia in questa scuola diverrà un ciuco di colore viola. Alla fine del primo anno tanti somari lo ripeteranno. Storia, lettere e geografia mamma mia che pazzia!!!
Chiara Volpi
Margherita Palese è sempre in paese Palese Margherita ama giocare con Rita Balducci Lorenzo guida la moto con Renzo Lorenzo Balducci mangia tanti cantucci Gianluca Giannotti mangia tanti biscotti Giannotti Gianluca ha picchiato la nuca Greta Tafi guida tanti motoscafi Tafi Greta conosce sempre la meta Valentina Desideri vuole molti piaceri Desideri Valentina gioca con la sua amica Tina Cinelli Alessio ha al braccio un Casio Alessio Cinelli regala molti anelli Leone Monia Le monete conia Monia leone ha un bel gattone MARGHERITA PALESE
Si può sempre aver bisogno anche di chi è più piccolo di te>>: questa
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è la morale della favola dello squalo bianco e del piranha rosso. Questi due animali vivevano nello stesso posto e tutti e due avevano una caratteristica in comune: dei denti aguzzi come punte affilate atte a sbranare qualsiasi cosa. Un giorno, lo squalo, sempre in cerca di prede, si imbatté nel piranha, il quale gli sferrò un contrattacco afferrandolo da dietro sul collo. E lo squalo disse: -piranha tu sei molto forte! Come fai, tu, piccolo scricciolo a battere me che sono tanto grosso?- -Squalo è vero che tu sei tanto forte e tanto grosso ma nel combattimento non c’è solo la forza ma c’è anche l’astuzia…io ti proporrei di cessare il combattimento perché finirà male. -Quindi tu mi chiedi una tregua giusto? E tregua sarà-. Fecero pace e il piranha se ne andò. Dopo tanto tempo lo squalo cadde in una trappola di pescatori ma con grande amicizia il piranha ruppe la rete con i denti e lo liberò. La morale è evidente: bisogna farsi amici gli altri,anche se sono tanto più piccoli e talvolta deboli da arrendersi, possiamo avere un giorno bisogno di loro. Questa conclusione è giustissima e ci sono moltissimi esempi nella vita che lo dimostrano. Grandi generali, importanti feudatari,che avevano potuto conquistare la fedeltà dell’ultimo soldato, dell’ultimo vassallo, mostrandosi generosi, furono poi da questi salvati nel momento del pericolo. Del resto è evidente che tutti, nessuno escluso, abbiamo bisogno gli uni degli altri. C’è qualcosa nella morale della favola,così intensa,che non mi piace. La bontà attira la bontà, la generosità genera la riconoscenza, è vero e soprattutto è bello e non lo sarebbe altrettanto, se ogni atto buono fosse dettato solo dal desiderio di trarne un possibile vantaggio in futuro, se si fosse generosi solo per calcolo. Lo squalo fu buono con il piranha, senza prevedere che in futuro gli sarebbe stato utile,così anche noi dobbiamo fare del bene agli altri non per ottenere dei favori o meriti, ma semplicemente per stabilire un rapporto di amicizia. La morale con la quale concludo questa favola non deve essere interpretata in senso così letterale, su un piano di dare e di avere, ma va intesa da un punto di vista più spirituale: l’amicizia deve estendersi a tutti, senza tener conto della potenza e della ricchezza, perché un amico vero, fedele e pieno d’amore, anche se umile, è un bene più prezioso di un ricco e potente,ma incapace di affetto profondo.
Feliciarosa Boccia
Ho conosciuto un tale un tale di Mastromarco che tira con l’arco Ho conosciuto un tale un tale di Roma che ha la moglie in coma Ho conosciuto un tale un tale di colonica che si chiama Veronica e suona la fisarmonica Ho conosciuto un tale un tale di Siena che ride come una iena Ho conosciuto un tale un tale di Lago Puccini che fa di cognome Larini e gli puzzano i calzini Ho conosciuto un tale un tale che si chiama Antonietta che era sempre in bolletta Ho conosciuto un tale un tale di nome Teresa che bussa sempre in Chiesa
Sabrina Rubino
Feliciarosa Boccia spacca la roccia
Boccia Feliciarosa annusa una rosa
Monia Leone spara con il cannone
Leone Monia si spaccia per Sonia
Valentina Desideri prende i bicchieri
Desideri Valentina ti dà la manina
Gianluca Giannotti fa gli agnolotti
Giannotti Gianluca scava una buca
Margherita Palese va in paese
Palese Margherita fa una partita
Sabrina Rubino mi dà un bacino
Rubino Sabrina guarda la cartina
C’era un cane giocherellone che faceva sempre il birbone mentre da solo si gingillava e giocava con ciò che aveva quel noioso di un cane giocherellone.
Favolosa Ermetica L’unica Impazzita Che Imita Aistain Rumorosa Oppure Solo Angosciata
Bambina Onorata Civetta Con Importante Amicizia
Feliciarosa Boccia
C’era una piccola città, di nome Modalità dove viveva un topo, a cui piaceva dire “dopo”. Abitava in una casa che per lui era la N.A.S.A. era un topo nano e anche un po’ pagano. In casa aveva un fiore che produceva tante more.
C’era una volta una professoressa di storia che si chiamava Gloria era un po’ matta e anche un po’ rifatta quella rifatta prof. di storia Un giorno ho visto un fiore che produceva more era molto bello che quando pioveva si riparava con l’ombrello C’era una volta la mia amica Greta a cui piaceva tanto la Feta di origine era italiana ma di salute non tanto sana quella mia strana amica di nome Greta
Chiara Volpi
In
un piccolo villaggio di pescatori irlandesi, viveva una
famiglia
molto
povera, composto da: padre, madre e dalla piccola Mirtilla, una vivace una bambina di dieci anni. Nonostante fossero poveri erano molto uniti e felici. Purtroppo in un giorno di tempesta il padre, che faceva il pescatore, scomparve in mare. La madre si ammalò di dispiacere e quindi era Mirtilla che si doveva occupare di tutto: scuola, cucina, e dopo la scuola fare dei piccoli lavori. Quando Mirtilla andava a scuola la mamma si raccomandava di non passare mai lungo la scogliera perché gli anziani del villaggio erano convinti che il sentiero era frequentato dai pirati. Un giorno Mirtilla non obbedì e scivolando cadde in un dirupo; passato lo spavento si rimise a camminare per riuscire a tornare a casa e ad un certo punto si accorse della grotta. Dopo mille difficoltà riuscì a entrare e, con sua grande sorpresa trovò il tesoro. Ma un vecchio pirata che da tempo cercava questo tesoro voleva uccidere la bambina per impossessarsene. Il padre non era morto, ma avendo perso la memoria, viveva nascosto dentro la grotta, riuscì a salvare Mirtilla e a uccidere il pirata. Così porto il tesoro al villaggio con grande felicità di tutti. Arianna Ferreri
C’era una volta, un bambino di nome Zic, povero, povero tanto povero che non si poteva permettere di comprare i quaderni per andare a scuola. Non aveva neanche dieci anni e pur essendo piccolo era tutto sporco e in testa indossava una coppola malandata a righe bordò, verdi e panna; portava un cappotto lungo anch’esso trasandato, i calzini dovevano essere bianchi, invece erano tutti sporchi e bucati. Per passatempo prendeva i fogli di giornale e creava giochi, animaletti, barche….. Li vendeva a poche sterline ed erano piuttosto carini. Un giorno riuscì a fare un soldatino. Per terra aveva trovato un tappo di sughero e ci aveva fatto la testa. Con un altro tappo di sughero, più grande gli fece il corpo, coperto da un giacchetta rosea, fatta da lui. Trovò anche un ferma campioni, lo aprì e con esso ci fece un fucile. Gli fece una gamba, ma un’altra, purtroppo non poté fabbricarla perché aveva finito la carta. E infine, con due spilli colorati, gli fece gli occhi. All’improvviso, davanti a sé vide un’ombra: erano cinque ragazzi benestanti, molto più grandi di lui. -Ecco, ci mancavano anche loro - pensò -Guarda guarda chi c’è!!! – disse il ragazzo più grande. -Il bambino che ha i calzini bucati e con quello che guadagna non si può permettere neanche di comprarsi un chicco di caffè!- prolungò il discorso un altro. -Via di qua!!! non puoi dar noia a tua sorella?… - disse il primo della fila, rivolgendosi a Zic. -Se sei coraggioso, vieni stasera verso le otto giù al porto, chiacchiereremo un po’-. Da lì si spostarono e presero tutte le sue creazioni compreso il soldatino e lo gettarono nel ruscello che passavi di lì. Un uomo, che aveva sentito e visto tutto, parlò con Zic, e gli disse che la sera ci sarebbe stato anche lui, ma il ragazzo continuò dicendogli di non scomodarsi, l’uomo si rassegno e andò a casa. Ormai erano giunte le otto di sera, Zic s’incamminò al porto pensieroso. Arrivato, quei ragazzacci gli davano spintoni, pestate, calci di tutto di più!!! “Per caso” stavano passando dei gendarmi, e quando videro quel povero ragazzo maltrattato, arrestarono il gruppetto e li portarono in caserma. Dal cespuglio sbucò l’uomo del pomeriggio, e in mano aveva il soldatino di carta. Poi portò Zic a casa sua e lo allevò come fosse suo figlio. Con sua grande felicità andò a scuola ed imparò tante cose, ma pur essendo impegnato nello studio continuò a fabbricare giochi con la carta.
Arianna Ferreri
Un lupo molto crudele ma con grande forza di volontà un giorno decise di diventare amico di tutti e di aiutare quelle razze che aveva ucciso in passato. Molti anni prima, questo lupo crudele aveva sterminato un’intera famiglia di beagle risparmiando però un piccolo cucciolo che aveva suscitato in lui molta tenerezza e compassione che lo aveva pentire del terribile gesto compiuto. Un giorno avendo molta fame andò a chiedere il pasto in una fattoria vicino al posto in cui aveva ucciso un bearle. Con molta sorpresa, si trovò davanti il cucciolo risparmiato e così gli disse:- “ ti ricordi di me ? “ E lui rispose: - “ sì tu sei quel lupaccio cattivo che uccise mio fratello e mio padre ! “ Lui con la malinconia negli occhi gli disse: - “ Sì, ma adesso sono cambiato “ . Il lupo vide una ciotola piena di cibo e decise di prenderla, ma il cane glielo impedì lanciandogli una sfida. Il lupo quasi scherzosamente disse: - “ io ora non sono più quel lupo spietato che conoscevi”. Il cane lo prese in giro per pochi minuti, dopo di che il lupo gli si scagliò contro il cagnolino e disse: - “Lo vuoi capire che non accetto la sfida anche a costo di morire di fame”. -“ Complimenti! Questo era per metterti alla prova “. Disse il cane. -“ Tu sei proprio uguale a tuo padre”. Disse il lupo. Tutta la fattoria rimase a bocca aperta davanti alle loro parole, il cane spinse la ciotola con la zampa verso di lui e disse: - “ te lo meriti, questo cambiamento da parte tua era proprio inaspettato”. Il cane non perdonò mai il gesto che il lupo commise contro la sua famiglia ma divennero amici inseparabili.
Gianluca Giannotti
C’era una volta una ragazza cattiva di nome Susanna . Aveva due sorelle buone una di nome Giada e l’altra Giulia; lei le comandava sempre a bacchetta, loro rispondevano sempre di “SI”. Un giorno arrivò una lettera che diceva: - Le fanciulle che vogliono sposare i principi Jacopo & Fabio devono partecipare al party in loro onore.- Ma Susanna non voleva portare Giada & Giulia. Così chiamarono la loro fata madrina di nome Sabrina e riuscirono ad andare anche loro. La sorella le vide e fece una scenata, ma così migliorò tutta la situazione, perché i principi le videro. Jacopo prese Giada mentre Fabio prese Giulia, così ballarono quasi tutta la notte. Ad un certo punto videro che la sorella stava andando via e corsero via ma sfortunatamente persero le scarpette. Jacopo e Fabio trovarono le loro scarpette, andarono dal padre che gli disse che avrebbero dovuto cercarle. Dopo molti giorni le trovarono e le sposarono e vissero felici e contenti, tranne Susanna che rimase sola come un cane.
C’era una professoressa professoressa d’ Italiano che veniva da Milano giocava a pallina insieme a Paolina quella divertente prof. d’ Italiano Lisa Grande
Limpida Inossidabile Simpatica Allegra Giocherellona Radiosa Artistica Naturale Dolce Euforica
Lisa Grande
Jolly Abbronzato Con Occhi Profondi Orgogliosi Simpatico Pimpante Intelligente Non juventino Estroverso Letteralmente Luminoso Interista
C’era una volta un vaso non messo a caso era di polistirolo e non si scioglieva nemmeno se andava al polo come avrà fatto poveraccio con tutto quel ghiaccio. C’era una volta un pavone color giallo-limone la coda era un arcobaleno perché l’apriva in un baleno. In Autunno un Unno rapì il pavone e gli uomini non se ne fecero una ragione. Qualcuno lo riconquistò ma non si sa come andò. A me piace il gelato al gusto cioccolato con nocciola e mascarpone tutti lo mangiano come un leone ma anche la fragola non è da dimenticare con la panna ci si può annegare.
C’era un pallone molto spendaccione un giorno rimase senza un soldo perché si rimpinzò come Poldo quel mangione di un pallone C’era un pescatore che si credeva un gran signore ma non pescava niente perché non usava la lente quel “cecato” pescatore La prof. di Italiano guida sempre contromano la gente gliene dice tante ma lei ascolta solo i canti di Dante quella sbadata prof. di Italiano Gallerini Gabriele
ALESSIA, COMPAGNA DI PALLAVOLO BARBARA, IL NOME DI MIA MADRE CHIARA, IL MIO NOME DIARIO SEGRETO ELEFANTE, ANIMALE MOLTO GRANDE FELICITA’ GATTO, ANIMALE FELINO HOTEL ILARIA, AMICA DI PALLAVOLO LUCA, MIO ZIO MARCO, MIO PADRE NANETTI, STATUETTE DA GIARDINO ORSO POLARE PASQUA: FESTA QUARRATA, CITTA’ ITALIANA ROSPI, ANIMALI VISCIDI SUITE D’ALBERGO TAVOLIERE DELLA PUGLIE UVA, MOLTO BUONA VOLPI, IL MIO COGNOME ZUCCHERO, SI METTE NEL CAFFE’ Chiara Volpi
Parla Apertamente Lamporecchiano E Sempre Espressamente
Vanitosa Onesta Libera Poco Isterica
Sono Ancora Bambina Ribelle Impicciona Notevolmente Amata
Ragiona Umanamente Bisognosa Intelligente Non Ostinata
Sabrina Rubino
Ho conosciuto un tale un tale di Montecatini che ai cinquantenni, comprava i palloncini!!
Ho conosciuto un tale un tale di Violini che si ciucciava i calzini.
Mi piace ballare, invece che cucinare. Mi piace sfilare, invece di andare a giocare. Mi piace cantare invece di lavorare. Valentina Desideri
C’era un ragazzo di Milano che si credeva un Sovrano Il suo nome era Rossi perché era appassionato di De Rossi quello strano ragazzo di Milano C’era una volta Federico che incontrò un suo amico mentre mangiava un cornetto lo sputò in faccia all’ amichetto quello sputacchione di Federico C‘era una volta Nina che era molta carina ma quando si arrabbiava sembrava un mostro di lava, quella Nina birichina che era molto carina.
Ho conosciuto un tale Un tale di Lamporecchio Lamporecchio Che non si puliva mai l’orecchio Ho conosciuto un tale Un tale di Torino Che non smetteva mai di giocare a “chiappino” Igli Xhafa
La volpe era a caccia di qualcosa da mettere sotto i denti, trovò un passero bello cicciotello e la volpe gli disse: “Come sei bello uccellino vieni un po’ giù per farti ammirare meglio”. Il passerotto saggiamente le risposte: “Io non me la bevo! Vai in fondo alla strada, lì c’è un coniglio prova a convincere lui.” La volpe arrivò dal coniglio e gli disse: “vieni qua per farti toccare, il tuo pelo sembra davvero soffice”. Il coniglio le rispose molto ostinatamente: “Ma chi credi di corrompere? Vai in cima alla montagna, lì troverai uno scoiattolo di sicuro lui è più stolto di me.” La volpe salì la montagna non trovò nessuno, e questa è stata la prima volta che l’astuzia della volpe è stata battuta.
Lorenzo Balducci
Il mio programma preferito si intitola “House
of
Mouse:
Il
Topoclub”
(in
originale “House of Mouse”). Questo programma viene trasmesso su TOON Disney durante l’ora di cena e ciò mi porta a doverlo registrare ogni sera. ”House of Mouse” insieme ad un altro cartone animato di Topolino
(“Mickey Mouse
Works”) forma un ciclo di trasmissioni chiamato “TUTTO TOPOLINO”. ”House of Mouse: Il Topoclub” oltre ad essere il nome del programma, è anche il nome del locale che viene gestito da Topolino, Paperino, Minni, Paperina, Pippo, Max (il figlio di Pippo) ed Orazio. In questo locale Topolino conduce lo spettacolo, Paperino accoglie gli ospiti, Pippo svolge il ruolo di capo– cameriere, Orazio manda in onda i cartoni animati, Minni organizza lo spettacolo, Paperina controlla che tutti gli ospiti abbiano il biglietto e Max si cimenta nella parte del parcheggiatore delle macchine degli ospiti. Questi ultimi sono i personaggi dei film Disney come ad esempio Cenerentola, Aladdin, Biancaneve, Kuzko, Winnie the Pooh. Nel corso dello spettacolo si presentano sempre degli ostacoli che potrebbero causare la chiusura del locale poiché Topolino ha firmato un contratto in cui è scritto chiaramente che il locale chiuderebbe solo nel caso in cui lo spettacolo venisse interrotto ciò nonostante ogni sera i protagonisti del cartone animato riescono a risolvere i problemi. “House of Mouse: Il Topoclub” è il mio programma preferito perché in questo periodo mi piacciono particolarmente i cartoni animati della Disney.
Alessio Cinelli
C’era un bambino di nome Gesualdo che era tifoso di Ronaldo ogni giorno mangiava soufflè caldo e si bruciava con il suo amico Aldo com’era strano quel bambino di nome Gesualdo
Per chi studia in questa scuola ogni giorno il tempo vola. La scuola media Jaquerio ha un programma molto serio
Topolino Filiberto si è nascosto sotto il letto e la mamma poveretta gli ha tirato la scopetta corri corri in farmacia gli hanno detto scappa via corri corri all’ospedale gli hanno detto:-tu stai male
Jacopo Spinelli
Ho conosciuto un tale un tale di Cartagine che non risolveva mai un’indagine Ho conosciuto un tale un tale di nome Giocondo che non trova mai il fondo
Lorenzo Balducci mangia troppi cantucci Balducci Lorenzo assomiglia a Renzo Monia Leone è astuta come un piccione Leone Monia adora la peonia
Jacopo Spinelli
Ancora Bello Cadetto Dorme E Fantastica Grandiosi Habitat Inabitati Lontani Migliaia. Nonni O Paperini Qui Ridono Sul Tappeto Ultra-moderno Vivace Zebrato
Intrattiene Amici Con Onorevoli Pasti Omaggio
Jacopo Spinelli
Senza Pietà Invento Novelle E Leggo Libri Imbarazzanti
C’ERA UNA VOLTA UNA TARTARUGA CHE SI VANTAVA PERCHÉ ERA LA PIÚ LENTA DEL BOSCO. LEI DICEVA A TUTTI GLI ANIMALI CHE NON L’AVREBBE BATTUTA NESSUNO, PERCHÉ LEI ERA LA PIÚ LENTA. UN GIORNO LA TARTARUGA FU SFIDATA DA UNA LUMACA, A QUEL PUNTO LA LUMACA, IMPIEGANDO 30 MINUTI, ARRIVO’ FACCIA A FACCIA CON LA TARTARUGA, E LE DISSE: -TI SFIDO A UNA GARA ALL’ULTIMA ARRIVATA!!!!!!!LA TARTARUGA ACCETTO’ CON GRANDE SICUREZZA. ALLORA I DUE ANIMALI FECERO CENNO DI PARTIRE. NON VI POTETE IMMAGINARE LE POVERE BESTIE CHE DOVEVANO ASPETTARE IL TRAGUARDO DI QUEI DUE. LA TARTARUGA E LA LUMACA ARRIVARONO DOPO DIECI ORE DALLA PARTENZA. E IMMAGINATEVI CHI VINSE, NON LA TARTARUGA MA LA LUMACA. A QUESTO PUNTO C’E’ UN PROVERBIO CHE POTREBBE COINCIDERE CON QUESTA FAVOLA. ECCOLO QUA: CHI SI LODA SI IMBRODA.
JACOPO SPINELLI
C’era una volta un ragazzo molto intelligente, ma non aveva voglia di studiare, così, per far passare il tempo, stava fisso alla televisione. Questo ragazzo si chiamava Vittorio, un giorno, non c’era nessun programma, così, non sapendo cosa fare, iniziò a parlare con la TV. Dopo qualche scambio di parole, la televisione, si rivolse a lui con un’aria egoista e gli disse: -Ehi,tu ragazzino, cosa fai?-Guardo la TV-Oh, ciuco, questo lo so, ma perché non studi?-Non ho voglia!!!-Fattela venire, perché da grande poi, non farai niente, non lavorerai, non avrai una casa…Il ragazzino intimorito da queste parole, da quel giorno iniziò a studiare e, dopo, quando diventò adulto, ebbe un gran lavoro, e diventò miliardario. JACOPO SPINELLI
Non mi piace il mio gatto quando fa il matto Non mi piace il viola assomiglia a mia sorella Lola Mi piace l’ Inglese perché è una lingua molto cortese Mi piace la cioccolata perché dalla mia terra è nata
C’era un bambino di nome Luca che cascava in una buca la sua mamma lo brontolava perché sempre lui si sporcava quel imbranato di nome Luca C’era un signore di Benevento che parlava al vento neanche il vento lo ascoltava perché sempre lui brontolava quel chiacchierone di Benevento.
Samuele Telesca
MARGHERITA PALESE molesta il paese
LORENZO BALDUCCI quando scrive si ispira a Carducci
PALESE MARGHERITA si è fatta eremita
BALDUCCI LORENZO vuol esser chiamato “Renzo”
CHIARA VOLPI guarda i pioppi
a TAFI GRETA le piace Eta- Beta
FABIO FUCENTESE corre nell’empolese
GABRIELE GALLERINI annusa i calzini
JACOPO SPINELLI sta simpatico ai bidelli
GALLERINI GABRIELE adora le mele
ALESSIO CINELLI ripara gli occhielli
SAMUELE TELESCA odia la pesca
VALENTINA DESIDERI sta sempre nei suoi pensieri
TELESCA SAMUELE assomiglia a Manuele
GIACOMO MARCELLONI assaggia i bomboloni MARCELLONI GIACOMO ha una villa a Como GIANLUCA GIANNOTTI spara i botti
MONIA LEONE calcia il pallone
GIANNOTTI GIANLUCA sogna di diventare un duca
PAOLA PAOLINI colpisce quanto i cecchini
SABRINA RUBINO sfoglia il giornalino
ARMANDO BARTOLINI come i vampiri ha i canini
RUBINO SABRINA è una brava bambina
DI……..
EDOARDO PACINI gioca con i bambini GRANDE LISA ascolta i brani di “Elisa”
Gioca sempre volentieri
Mangia tanta panna
C’era una volta una principessa di nome Amy. Amy aveva i capelli biondi, era alta e magra, aveva sempre dei bellissimi vestiti lunghi e sempre rosa perché il rosa era il suo colore preferito. Anche il castello era rosa all’esterno e all’interno. Un giorno mentre era fuori in giardino a raccogliere delle rose rosa con la sua gatta di nome Lola, arrivò una strega che le disse: “Che brutte rose che hai nel tuo giardino! Io nel mio ne ho bellissime!” La principessa rispose educatamente: “Non penso proprio! Le mie rose sono le più belle in questo regno, addirittura ho venti giardinieri 24 ore su 24 per curarle.” La strega fece una proposta: “Allora stanotte a mezzanotte incontriamoci qui così ti porto nel giardino del mio castello per farti vedere le bellissime rose che crescono lì!” Amy domandò: “Ma le rose che crescono nel tuo giardino sono rosa?” “Ma certo… se non fosse stato così non te lo avrei nemmeno detto! – disse la strega- e ora… con permesso principessa, vado ad annaffiare le mie rose!” La principessa: “Ma certo vai pure.” La strega andò al suo castello per preparare una pozione magica per darle alle rose. La pozione serviva per annaffiare le rose che una volta impregnate con quella sostanza sarebbero diventate velenose e così sarebbe bastato far pungere la principessa con le spine della rosa per farla cadere in un sonno profondo. La mezzanotte giunse e la strega andò al castello a prendere Amy e la portò al suo giardino. Amy disse: “Mi piacciono le tue rose ne posso raccogliere una per piantarla nel mio giardino?” “Ma certo, raccogline pure quante ne vuoi – rispose la strega.” Amy staccò una rosa e nel raccoglierla si punse con una spina e cadde in un sonno profondo. La strega portò la principessa nella propria camera, ma siccome aveva paura che qualcuno la salvasse, mise un drago a farle da guardia. Si poteva risvegliare soltanto se la sua sorellina o il suo fratellino le avessero fatto mangiare delle fragole, per la precisione quattro di numero. Il giorno dopo il suo fratellino di nome Mike passò di lì e curioso di cosa custodisse il drago andò verso il castello e passò di nascosto quando il drago dormiva. Andò in camera e c’era un foglio con su scritto “se svegliarmi tu vorrai, quattro fragole farmi mangiare dovrai”. Mike guardò bene la fanciulla e si accorse che era la sua sorellina, allora andò nel bosco in cerca di fragole. Dopo poco ne trovò proprio quattro, tornò al castello e le fece mangiare ad Amy, che appena ebbe finito l’ultima fragola si risvegliò. Amy abbracciò Mike felice e tornarono a casa sani e salvi, e vissero per sempre felici e contenti tranne la strega che fu condannata a vita a pelare le patate nel castello della principessa. MARGHERITA PALESE
Ho conosciuto un tale un tale di Napoli che si mette sempre la propoli Ho conosciuto un tale un tale di Cerbaia che torna sempre dalla balia Ho conosciuto un tale un tale di Mastromarco che litiga sempre per andare al parco Ho conosciuto un tale un tale di Lamporecchio che non si lavava mai l’orecchio Ho conosciuto un tale un tale di via Aldo Moro che canta sempre in coro
Nella scuola di Lamporecchio se non fai i compiti di tiran un orecchio e se ti giri per parlare ti metton al muro a pensare. Se non ti fai interrogare ti minacciano di non mangiare. È una bella scuola questa ma spero che presto faremo festa.
Feliciarosa Boccia
Giocatore Invitato A Non Leggere Ulteriormente Con Amicizia Giocatore Intruso Anche Nel Numero Odiato Trovato Testardamente Irresistibile Laborioso Ostinato Restrinto E Non Zoticone Ovviamente Bell’ Amico Lorenzo Dorme Urtando Continuamente Contrastato Ignorato
Gianluca Giannotti
Nella scuola media Francesco Berni, alle professoresse saltano i nervi. Arte, scienze, storia, se studi molto avrai gloria. Se frequenti svogliatamente, non avrai nulla nella mente. Chi non studia in questa scuola, a lui i libri non fanno gola. Alla fine di quest’anno, i somari tanti saranno.
Alessio Cinelli
Ci troviamo nell’antica casa di Penelope e di Ulisse, che tornò a casa dopo dieci anni dalla fine della guerra di Troia.
D: Cosa hai provato quando i mendicante che poi era Ulisse entrò in casa? R: Ho avuto un po’ di paura perché pensavo volesse farmi del male. D: Come hai reagito quando lui è riuscito a far
passare una freccia nei dodici anelli? R: Sono rimasta davvero stupefatta perché sapevo che solo Ulisse riusciva a far ciò. D: Come ti sei sentita quando quel mendicante
ti ha parlato del segreto del letto? R: Sono rimasta senza parole perché solo io e mio marito, cioè Ulisse, sapevamo di questa cosa, era il nostro segreto e non lo avevamo detto a nessuno. D: Pensavi che Ulisse fosse morto dopo tutti questi anni di assenza? R: Avevo perso ormai tutte le speranze. Tutti quelli sopravvissuti erano tornati e io quindi pensavo fosse morto. Ma quando quel mendicante cominciò a parlare del letto allora capì subito che quello era mio marito Ulisse. Chiara Volpi
Gabriele Gallerini mangia i brigidini Gallerini Gabriele produce il miele Lorenzo Balducci mangia i cantucci Balducci Lorenzo è identico a Renzo Margherita Palese ingrassa tre chili al mese Palese Margherita va sempre in gita Gianluca Giannotti mangia i biscotti Giannotti Gianluca ha battuto la nuca Valentina Desideri non si lava da ieri Desideri Valentina corre di mattina
Gabriele Gallerini
Ci troviamo tra i resti della città di Troia e abbiamo qui con noi Elena, la bellissima donna troiana che ha fatto scoppiare una guerra per amore. Domanda: -Signora Elena… Meglio Troia o la Grecia?Risposta: -Mi dia pure del “tu”…Se avessi potuto decidere, perché come sapete sono stati gli dèi a decidere per me, secondo me era meglio Troia, perché quando sono arrivata, mi hanno accolto molto bene. Priamo mi considerava come una figlia.D: -Hai sentito vero amore per Paride? R: -Si, perché Paride è molto dolce, gentile, affettuoso e bello.D: -E quando è arrivato Menelao con suo fratello Agamennone, Achille e i Mirmidoni e tutte quelle navi, come pensavi di riuscire a cavartela?R: -Me lo aspettavo, perché conoscendolo… è un tipo vendicativo! Ma quando ho visto Achille mi sono spaventata, perché è molto forte. D: -Cosa hai provato a proposito del duello tra Paride e Menelao?R: (fa un sospiro) –Quando ho visto Paride in pericolo mi sono preoccupata moltissimo al pensiero che Menelao avrebbe potuto ucciderlo… Volevo correre lì per dire a Menelao che uccidesse me, che ero io la sola colpevole… ma sono stata trattenuta a Palazzo.D: -Con che coraggio hai guardato Andromaca in faccia, quando Ettore è morto?R: -Mi sono vergognata molto- (si rattrista) -ma dovevo ugualmente andare a consolarla, perché è stata colpa mia se Ettore è morto. È stato molto difficile. D: -Se potessi tornare indietro, seguiresti Paride oppure rimarresti accanto a tuo marito, resistendo agli dèi?R: (Fa un lungo sospiro) -Se potessi ritornare indietro, resisterei agli dei. D: -Adesso quale futuro ti aspetta?R: -Devo tornare a Sparta con Menelao… cercherò di essere una regina ospitale e una moglie corretta.E dai resti di Troia è tutto, continuate a leggerci !!! classe 1° C
Grande Indimenticabile Amico Non Litiga Uccide Con inquilini Amanti
Il ballo Il ballo è un movimento che si fa anche con il mento
La campanella suona ma molte volte stona
I bambini vanno a casa e così costruiscono la N.A.S.A.
Un nano dormiglione che mangiava tutti in un boccone abitava in un abitazione che faceva paura anche a un leone il suo nome e cognome era Giulio il Bravone Greta Tafi
Greta Tafi guida molti motoscafi. Tafi Greta guarda sempre gogeta Palese Magherita ha lo smalto alle dita Margherita Palese torna sempre al suo paese Feliciarosa Boccia lavora per la C.I.A Boccia Feliciarosa ha sempre una matita rosa Leone Monia è sempre in armonia Monia Leone ha un rosso gattone
C’era un volta un bambino di nome Davide che usava sempre il “tide” per essere pulito e profumato e quindi da tutti amato quel pulitino di nome Davidino C’era una volta una bambina di nome Clementina che era un gran birichina un bambino uno schiaffo le tirò e lei si ribellò quella bambina di nome Clementina Greta Tafi
Ho conosciuto un tale un tale di San Baronto che è un gran tonto Ho conosciuto un tale un tale di Pisa che ha un negozio di nome Carpisa Ho conosciuto un tale un tale di Montecantini che ha tanti fratellini Ho conosciuto un tale un tale di Roma che ha una croma Ho conosciuto un tale un tale di Cagliari che si chiama Ari Ho conosciuto un tale un tale di Bergamo che mi ha detto ti amo Ho conosciuto un tale un tale di Vercelli che a colazione mangia piselli Ho conosciuto un tale un tale di Manfredonia che mangia la macedonia Ho conosciuto un bambino un bambino di nome Mariolino che ha un cagnolino di nome Giannino Greta Tafi
Non mi piace andare a scuola perché mi si consuma la suola Non mi piace studiare perché devo faticare Non mi piacciono i serpenti perché sono violenti mi piace nuotare perché non devo faticare
Scuola Francesco Berni dove i professori si ammalano di nervi Scuola Francesco Berni dove gli studenti dormono indegni
Margherita Palese
Alessio Cinelli suona i campanelli Cinelli Alessio indossa un CASIO
Lorenzo Balducci mangia tanti paninucci
Jacopo Spinelli indossa sempre Lelli Kelly
Balducci Lorenzo gioca sempre con Renzo
Spinelli Jacopo corre veloce come un topo
Feliciarosa Boccia è dura come una roccia
Fabio Fucentese ascolta sempre “Elio e le storie tese.
Boccia Feliciarosa profuma come una rosa
Fucentese Fabio dorme sempre in un pagliaio
Valentina Desideri nel campo ha tanti peri
Edoardo Pacini è il capo di una tribù di leoncini
Desideri Valentina ogni giorno va in piscina
Pacini Edoardo è sempre molto ardo
Monia Leone mangia un gran gelatone Leone Monia è la migliore amica di Sonia
Alessio Cinelli
Moglie onorata non impazzita ancora
Lieve e ordinata non estroversa
Valentina alta lieve e non troppo innamorata non ancora!
Delicatamente estroversa solare impicciona desidera essere rispettata in classe
Nome e cognome Margherita Palese ha cento anni e ne dimostra un mese Palese Margherita si lima le dita Arianna Ferreri ha dei bellissimi bicchieri Ferreri Arianna mangia la panna Fabio Fucentese non mangia bignè da un mese Fucentese Fabio è andato nel granaio Valentina Desideri
Mi piace Non mi piace Non mi piace la gallina perché sa di farina Mi piace l’insalata perché è dolce e profumata Non mi piace il pomodoro perché puzza di castoro Mi piace la frittata perché è molto vellutata Non mi piace la paella perché puzza di mozzarella Mi piace il sofficino perché è morbido e croccantino
Lorenzo Balducci
In un tempo lontano lontano, ed in un luogo sperduto vivevano due animali, il Ghepardo e il Puma, che litigano sempre per il territorio conquistato. I due facevano di tutto per mangiare. Un giorno, finito il loro cibo andarono a caccia. Si incontrarono e si dissero l’ un con l’ altro: - “ Io sono più forte!!” “Sì sì come no lo vedremo chi è il più forte, perché non facciamo una battaglia?” “Ci sto, quando?” “Tra due giorni”. “OK. Vedremo chi è più forte”. Nei due giorni che seguirono i due animali non fecero altro che allenarsi. Finalmente arrivò il momento del combattimento. “Sei pronto? Sappi che perderai” “Questo è tutto da vedere” rispose il puma. Finito lo scontro il puma morì e il ghepardo stette bene per tutta la vita.
Giacomo Marcelloni
C’era una volta, in una lontana città una strega malvagia che voleva addormentare una principessa di nome Aurora. La strega che voleva addormentare la principessa Aurora, provò un incantesimo da lontano che consisteva nel lanciare il sortilegio con delle parole magiche. La strega ci riuscì? No, e allora fece dei ripetuti incantesimi. Ma niente da fare, la principessa era sveglissima. Allora la strega decise di mandare i suoi orchi e troll. Gli orchi attaccarono Aurora ma lei tirò fuori una spada laser e cominciò ad uccidere tutti gli orchi e i troll. Si ritrovò faccia a faccia con la strega e la strega le disse “sei molto più forte dall’ultima volta!” “E mi sono alleata molto”. “Allora addio mi arrendo”. E la principessa visse per sempre felice e contenta. Giacomo Marcelloni
Mi piace studiare ma non mi piace suonare Mi piace il gatto ma non mi piace il suo scatto Mi piace giocare ma non mi piace studiare Mi piace vedere il Milan ma non mi piace ascoltare Bob Dylan Mi piace la Juve ma non mi piace la città che produce le uve Igli Xhafa
C’era una volta una principessa di nome Aurora. Quando Aurora ebbe compiuto diciotto anni una strega le fece un sortilegio che doveva addormentare la principessa e non farla svegliare più. Ma qualcosa andò storto… infatti la principessa soffriva di insonnia. La strega cercò ogni incantesimo per fare addormentare la principessa, alla fine ne trovò uno che consisteva nel fare baciare la principessa ad un principe. La strega andò dal principe per convincerlo ma il principe non volle perchè era già impegnato. Il principe trovò per caso la principessa mentre stava passeggiando nel bosco e le disse: “ieri una strega è venuta da me per chiedermi se ti potevo baciare per farti addormentare per sempre”. La principessa rispose preoccupata: “e tu … cosa gli hai risposto?” E il principe: “naturalmente ho risposto di no anche perché io sono già fidanzato con un'altra principessa!” E la principessa rispose tranquillizzata: “ohh!!!!! Menomale ma… mi è venuta in mente una cosa!!” …e scappò via senza aggiungere una parola. Aurora tornata a casa fece convocare il principe di un paese lontano. Era un principe molto brutto e molto vecchio, inoltre la sua famiglia era caduta in disgrazia e aveva perso tutti i suoi beni. La principessa quando lo incontrò gli disse: “se tu bacerai la strega che vive nel bosco, io ti salverò dalle tue disgrazie e ti ricomprerò di tutti i beni perduti!” Il principe rispose: “vadoooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!” Il principe si recò nel bosco, incontrò la strega e dopo una corte spietata….la baciò!! La strega cadde in un sonno profondo e il principe andò da Aurora a ricevere il suo premio!! Aurora si congratulò con il brutto principe e gli dette ciò che aveva promesso. La strega non si risvegliò mai più e ancora oggi giace nella sua casetta, dormendo come un sasso. Margherita Palese
C’era
una volta un rospo, che si chiamava Tony. Lui abitava in una foresta con altri animali: tigri, leoni, pantere, orsi, avvoltoi… insomma, tutti gli animali più feroci e potenti. Essi erano intimoriti da Tony, perché diceva: -Voi dovete rispettarmi altrimenti, io, avvertirò il mio grande, anzi, grandissimo amico: il GIGANTE.-Noi saremo tuoi sudditi per sempre!!!!!!!!!!!!!risposero gli animali. Un giorno la tigre disse: -Dovremo provare a uccidere quell’ignobile essere!!!!!!!!!.-Si, ma come facciamo se dovesse evocare il GIGANTE? - ribatté di scatto la pantera. -Rischieremo!!!!!!esclamò il leone. Gli animali, perciò decisero di lottare. Essi si ritrovarono faccia a faccia, si guardarono molto attentamente e il rospo capì le intenzioni delle belve e perciò, eseguì un incantesimo che fece resuscitare il GIGANTE. Gli animali si prepararono a combattere. Sembrava che dovessero perdere, ma all’improvviso unirono le forze e riuscirono a sconfiggere il GIGANTE e il malefico rospo. Festeggiarono con una gran festa e da quel giorno vissero felici e contenti.
Jacopo Spinelli
LA PICCOLA PESTE
C’era
una volta un bambino di nome Billi che era molto birbone e faceva
disperare la sua mamma. Combinava una marachella dopo l’altra e non stava un minuto fermo. Si divertiva ad arrampicarsi su tutti i mobili della sua casa aiutandosi con le sedie; aveva solo cinque anni, ma una ne faceva e cento ne pensava. La sua povera mamma non sapeva cosa fare per riuscire a calmarlo almeno un po’. “Come farò quando diventerà grande, se è già una peste ora che è così piccolo?” pensava tra sé e sé. Nonostante lo mettesse in punizione, per lui era sempre un gioco; doveva stare seduto sul divano, ma ne approfittava per cantare e la sua mamma, non poteva obbligarlo a stare zitto. Anche quando andava all’asilo ne combinava di tutti i colori; una mattina, mentre giocava a nascondino con i suoi amici, decise di nascondersi dietro l’armadietto della sua maestra Silvia ed ebbe la bella idea di mettersi alcuni vestiti che aveva trovato lì dietro. Indossò una maglia che gli faceva da vestito ed un cappello che gli tappava gli occhi. Quando fu pronto uscì dall’armadietto convinto che nessuno lo avrebbe riconosciuto, ma non andò così. All’inizio gli altri bambini lo scansavano non sapendo cosa fosse quell’esserino strano che si aggirava per i corridoi dell’asilo. Dato che Billi camminava in ginocchioni, erano convinti che si trattasse di un cagnolino. Non vedendo dove andava, sbatteva da tutte le parti, fino a quando non sbattè contro le gambe della sua maestra che lo riconobbe subito. - Billi, che cosa stai facendo con i miei vestiti? – gli domandò la maestra. - Gioco a nascondino! – rispose Billi - Se si sposta e mi fa passare vado a fare bomba libera tutti.La signora Silvia gli ordinò di togliersi tutta quella roba di dosso, altrimenti lo avrebbe punito severamente. Ma Billi non poteva e, soprattutto, non voleva farsi bombare, così, disubbidendo, passò sotto le gambe della maestra e corse verso la bomba. L’insegnante andò su tutte le furie, lo prese per un braccio e lo mise a sedere in un angolo dell’aula. Ma anche in questa situazione trovò il modo per giocare e divertirsi, si mise a fare tutti i versi dei suoi amici, facendoli distrarre da ciò che diceva la loro maestra. Iniziarono a ridere facendo arrabbiare ancora di più la maestra. - Ma è possibile! Billi sei un piccolo diavolo!Detto questo, finalmente arrivò l’ora di tornare a casa e la signora Silvia fu molto felice di essere arrivata alla fine di questa giornata. Il piccolo Billi tornò a casa con la sua mamma che lo sgridò nuovamente, pur sapendo che doveva stare attento perché lui era pronto a combinare chissà quanti altri guai. Sabrina Rubino
C’era regina
una volta un re e una che
erano
disperati
perché non avevano figli, ma tanto disperati da non poter dir quanto. Un bel giorno la regina dette
alla
luce
una
bella
bambina. Fu fatto un battesimo di gala, si diedero per comari alla principessa tutte le fate che si potevano trovare nel paese perché ciascuna di esse le facessero un regalo; e così toccarono alla principessa tutte le perfezioni immaginabili di questo mondo. Dopo la cerimonia del battesimo, la corte tornò al palazzo reale, dove si dava una gran festa in onore delle fate. Davanti a ciascuna di esse fu messa una magnifica apparecchiatura, in un astuccio d’oro massiccio, dove dentro c’erano un cucchiaio, una forchetta e un coltello d’oro finissimo, tutti tempestati di diamanti e di rubini. Mentre stavano prendendo posto al tavolo, si vide entrare una vecchia fata, la quale non era stata invitata con le altre, perché da oltre cinquant’anni non usciva più dalla sua torre e tutti la credevano morta o incantata. Quando la principessa diventò grande si fece costruire, da suo padre, un bel castello per andarci ad abitare. Per passare il tempo durante la giornata, si metteva sempre a cucire, ma un brutto giorno si punse con l’ago, e da quel giorno la principessa si agitò sempre di più. La strega che da giorni osservava la principessa, decise di farla pungere con una rosa per farla addormentare, ma l’effetto fece il contrario. La fata cattiva, allora, le diede un sonnifero talmente potente che la principessa dormì per secoli nel bosco, fino a quando arrivò un bel principe che …… la baciò e la sposò e vissero felici e contenti.
Sabrina Rubino
C’era una volta un gatto di nome Lolly. Lolly aveva sei mesi era piccolo, giallo e carino, aveva un collare rosso con un piccolo ciondolino con inciso la lettera L ed un gatto giallo, con un brillantino al posto dell’occhio. Lolly portava sempre questo collare perché glielo aveva regalato un canino di nome Bobby. Bobby era un canino di sette mesi, piccolo e arancione. Anche lui portava sempre un collare giallo che gli aveva regalato Lolly e anche il suo aveva inciso la sua lettera e un canino rosso con un brillantino al posto dell’occhio. Un giorno Lolly e Bobby vennero separati, Bobby venne portato in un canile e Lolly in un gattile. Bobby tutti i giorni pensava a Lolly e diceva: -Speriamo che un giorno una parsona venga ad adottarmi!- Lolly al gattile diceva le stesse cose e sperava di poter rivedere presto il suo amico. Un giorno al canile venne una persona che adottò Bobby. Lui appena uscito dal canile scappò e corse al gattile ma Lolly non c’era più perché l’avevano adottato così andò a cercarlo per tutte le case della città e alla fine lo trovò in una casa brutta e vecchia. Appena si videro si abbracciarono e scapparono al parco per giocare insieme, andarono a bere in uno stagno dove una rana che si chiamava Ciarlatana disse loro: state attenti! Nel parco di notte si aggira un lupo che sembra molto amichevole ma se gli date confidenza potrebbe mangiarvi in un sol boccone.- Lolly rispose: - grazie!! staremo attenti.- Poi rivolgendosi a Bobby disse: -dove dormiremo stanotte? - - Io so che c’è una bellissima tana colorata e accogliente dove vanno alcuni animali- disse Bobby – potremo rifugiarsi lì!- Lolly esclamò: - OK andiamo. – Si avviarono e arrivati alla tana, appena entrati videro il lupo e Lolly esclamò subito: Ti prego lupo non ci mangiare siamo troppo piccoli e magri per te, non ti stuzzicheremo nemmeno l’appetito!- Il lupo che si chiamava Wolf disse con ironia : -Ah ah ah! Mangiarvi?! E chi vi mangia… io non mangio animali come voi! Per tutta la vita mi sono nutrito con bacche e cespugli… chissà perché tutti pensano male di me! Forse sarà il mio aspetto ma io non sono così cattivo! Amici miei datemi retta, non fidatevi mai dell’apparenza! – Dal quel giorno Lolly, Bobby e Wolf diventarono grandi amici e rimasero tutta la vita insieme.
Margherita Palese
Alta Bella Con Difetti. Estroversa Fantastica e Gioiosa. Ha I Languidi Moro Neri Occhi Poi Quei Riccioli Sono Tanti Unici Voluminosi Zittona
Non mi piace a pallone giocare perché le regole non so rispettare Non mi piace il formaggio perché per me è solo un miraggio.
Non mi piace sfilare perché mi fa annoiare.
Valentina Desideri
C’era una professoressa di tecnica che aveva una bambina di nome Monica che era molto birichina e giocava con lei a fare l’imbianchina quella decoratrice della prof. di tecnica
E’ prezioso l’oro come un tesoro il diamante è bello come un brillante lo smeraldo me l’ ha regalato Aldo il mio gioiello ora fa parte di un anello quel rubino è piccolino Il cuscino è soffice come un pulcino il mio pupazzo è pazzo Il mio letto assomiglia ad un tetto Il mio cappotto è prezioso come un lingotto La mia sciarpa assomiglia ad un’ arpa.
Margherita Palese
C’era
una volta un gatto di nome Flora, era un gattino piccolo, di colore bianco con il musino, la coda e le zampe rosa. Portava sempre un collare rosa con un ciondolino lilla. Lei aveva un’ amica di nome Lola. Lola era un cane piccolo, bianco e marrone. Portava sempre un collare celeste chiaro e il ciondolo celeste. Loro stavano sempre insieme, ma un giorno quando stavano passeggiando nel parco l’accalappiacani catturò Lola e la portò al canile. Flora cercò di rincorrere il camioncino, ma non ce la fece. Quando il camioncino arrivò al canile sbatterono Lola in una gabbia con le sbarre tutte arrugginite, con i muri neri, tutta puzzolente e piena di scarafaggi, topi e ragni. Le davano da mangiare una volta al giorno: pochi croccantini e poca acqua e se finiva non gliela ridavano nemmeno. Lola pensava sempre a Flora e diceva: - Speriamo che un giorno Flora mi trovi!Intanto la sua amica la stava cercando finché un bel giorno… la trovò al canile e cercò di aprire la gabbia per liberarla, ma non ci riuscì. Flora disperata andò a chiamare il lupo nel bosco che la aiutò a far fuggire Lola. Da quel giorno tutti al parco parlarono di loro e grazie alla loro disavventura si fecero un sacco di amici tranne una!! Lei era Colette, una gattina dal pelo rosa lunghissimo e due occhi celesti come il mare. Il suo aspetto poteva far pensare che fosse un animale dolcissimo ma, come spesso accade, a volte l’apparenza inganna!! Infatti Colette non era affatto dolce ma tanto bella quanto spietata. Un giorno mentre Lola e Flora parlavano con tutti i loro amici arrivò Colette e disse: -domani vediamoci qui al parco alle ore 17.23 non un minuto di più mi raccomando.Lola e Flora risposero in coro: -va bene ci saremo!L’indomani arrivate alle 17.23 Lola e Flora erano già lì. Arrivò anche Colette con una pistola in mano e cominciò a sparare all’impazzata!! La sua follia durò molto ma per fortuna Lola e Flora fecero in tempo a mettersi in salvo nascondendosi dentro il bidone dell’immondizia. Colette era rimasta con un unico colpo da sparare! Riuscì a trovare le due amiche e puntò l’arma contro Lola, ma Flora trovò un pezzo di ferro fra i rifiuti e quando Colette sparò, glielo mise di fronte per parare Lola. Per miracolo il proiettile colpì il pezzo di ferro e tornò indietro verso Colette. La gatta si accasciò a terra colpita dallo sparo che lei stessa aveva esploso. Lola era salva e Colette in fin di vita, ma Flora non poteva sopportare che un gatto morisse, così chiamò di corsa un amico veterinario per salvarla. Colette fu ricoverata nell’ospedale dei gatti e dopo lunghe cure si salvò e chiese perdono per quello che aveva fatto. A volte l’invidia può portare a conseguenze drammatiche anche se questa volta per fortuna tutto si risolse per il meglio! MARGHERITA PALESE
C’era una volta un pinguino di nome Pingu, era piccolo rispetto a tutti gli altri pinguini e portava sempre un papillon rosso. Pingu aveva un vero amico, di nome Fochy. Fochy era una foca che portava sempre con sé una cravatta a strisce, una verde più chiara e una verde più scura. Un giorno si persero nella grotta ghiacciata. Avevano molta paura, soprattutto Pingu che disse facendosi prendere dal panico: “Ehi Fochy secondo me….moriremo tutti e due!” Fochy rispose, un po’ preoccupato: “Ma no che non moriremo! Riusciremo ad uscire stanne certo!” Camminarono per ore e ore e ore fino a che non trovarono la fine della grotta dove c’era il più crudele degli animali che vivevano lì e cioè la tigre glaciale. La tigre aveva delle zanne lunghe e affilate era di colore marroncino chiaro con delle unghie lunghe e affilate. Si chiamava Rudy e faceva spavento solo a guardarla. Quando Pingu e Fochy si trovavano di fronte a lei la supplicarono in ginocchio di non mangiarli. La tigre disse: “Ragazzi io ho fame! Qualcosa devo mangiare quindi o mi procurate dell’abbondante cibo, oppure vi sbranerò per pranzo”. I due amici impauriti chiesero a Rudy : “Cosa dobbiamo fare per salvarci la pelle?” E la tigre disse loro: “Io vi accompagnerò fuori da qui e voi dovrete procurarmi un cinghiale per pranzo. Avete un’ora di tempo dopo di che vi mangerò”. Così li fece uscire dalla grotta, Pingu e Fochy si misero in cerca, guardarono per tutti i ghiacciai …ma niente! Nessun cinghiale! Intanto la tigre si strusciava le zampe soddisfatto! L’ora era passata e Rudy disse: “TEMPO SCADUTO! ora sarete il mio pranzo”. Pingu e Fochy iniziarono a gridare e a piangere terrorizzati. La tigre si avventò verso di loro e all’improvviso si fermò e fece: “Paura è!!!…ci siete cascati!?! ho appena mangiato e sono davvero sazio e poi … la vostra carne non mi piace. A me piace solo la carne di bradipo!!!! ……ma se volete possiamo giocare insieme ?” Pingu disse: “O mio dio ………. Che paura credevo che tu fossi davvero cattivo!!” Fochy rispose: “è sì… e proprio vero il detto: can che abbaia non morde!... ma adesso andiamo a giocare!” Pingu esclamò: “Sì andiamo!” Margherita Palese
La principessa Aurora, nota come la Bella Addormentata, ha un grosso, anzi, grossissimo problema: Aurora deve addormentarsi, ma non ci riesce! E la fiaba? Come può andare avanti? Chiamano streghe, stregoni, maghi… tutte le creature fantastiche dicono che è impossibile farla dormire. Ad un certo punto, arriva un uomo qualunque, un dottore mai visto fuori dalla sua amata farmacia. Dalla giacca enorme, tirò fuori un boccettino. Era un intruglio puzzolente, verde, giallo, ma specialmente rosso, fatto da lui stesso e se ci si metteva un dito dentro si avvertiva caldo, ma allo stesso tempo freddo. Precisamente erano le magie e pozioni di tutti i maghi racchiuse in quella ampolla, e in più ci aveva aggiunto tre tipi di sonniferi differenti. Ma come poter fare per fare bere la pozione alla principessa? -Abbiamo assunto i più bravi maghi della città e con una potente magia, finalmente abbiamo fatto addormentare la principessa- disse il gran ciambellano di corte. Un sospiro di sollievo! Arriva il principe, bacia la ragazza, facendo il suo dovere ma … la principessa non si sveglia più! Ma questa e un’altra storia che non ho voglia di raccontarvi. Arianna Ferreri
Amichevole Leale Estremo Super Simpatico Importante Occhialuto
Cristiano Importante Notevolmente Elettrico Lealmente Leale Innocente Alessio Cinelli
Ho conosciuto un tale di Lamporecchio che mangiava con l’ orecchio Ho conosciuto un tale di Venezia che vive alla Spezia Ho conosciuto un tale di Torino che non sta zitto neanche un secondino Ho conosciuto un tale di Siracusa che non accetta alcuna scusa Ho conosciuto un tale di Agrigento che ha uno strano accento Ho conosciuto un tale di Livorno che è meglio non aspettarlo al ritorno Ho conosciuto un tale di Novara che ballava in una bara Samuele Telesca
Classe I C : Balducci Lorenzo, Boccia Feliciarosa, Cinelli Alessio, Desideri Valentina, Ferreri Arianna, Fucentese Fabio, Gallerini Gabriele, Giannotti Gianluca, Grande Lisa, Marcelloni Giacomo, Pacini Edoardo, Palese Margherita, Rubino Sabrina, Spinelli Jacopo, Tafi Greta, Telesca Samuele, Volpi Chiara, Xhafa Igli. Opuscolo realizzato dalla professoressa La Classe ringrazia per la collaborazione la prof.ssa Giacinti Michela e il prof. Del Monaco Massimo