Libere Intervento

  • October 2019
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Libere. 3/10/2007 Parco di Villa Spada Benvenute e benvenuti dalla Rete delle donne di Bologna e da Maschile Plurale. Siamo ancora qui, ad affermare con forza e passione che la violenza contro le donne è innanzitutto volontà maschile di sopraffazione, è fondante di una cultura che ancora ci considera una proprietà o qualcosa da possedere e da contenere. Ne sono purtroppo testimoni anche quelle donne che negli ultimi giorni sono state violentate o uccise. Siamo ancora qui per essere vicine alle donne che vedono negarsi ogni giorno di più le proprie libertà. E per starci vicine, in uno di quei luoghi che non attraversiamo più se siamo sole e se fa buio. Un parco che è stato luogo di uno stupro. Un parco che è anche un luogo di memoria delle donne, che attesta la grande lotta di liberazione dall’occupazione nazi-fascista. E’ anche per loro che siamo qui, perché non dimentichiamo che una delle culture che più ha influenzato la percezione di un rapporto diseguale tra i generi nel nostro paese è proprio quella fascista. La segregazione della donna in ambiti strumentali è da sempre una pratica diffusa in quelle culture che celebrano la forza maschile e stigmatizzano il “diverso”, e che noi oggi definiamo “maciste”, riconoscendoci almeno il diritto di satira. Noi viviamo ancora in una cultura di questo genere? Noi donne veniamo ancora definite madri, spose o oggetti sessuali, invece che persone? Noi, donne e uomini che siamo qui stasera, crediamo di sì e crediamo che una società, cioè un’associazione di persone con fini comuni, non possa definirsi tale fino a che, appunto, tutte e tutti siano considerate persone e tutte e tutti abbiano almeno il fine della dignità reciproca. Ma siamo qui soprattutto per dichiarare la nostra libertà. A fronte dell’aumento delle aggressioni per strada e della costanza ineluttabile della sopraffazione dentro le nostre case e nelle famiglie, possiamo dire stasera che non smetteremo di desiderare, di sognare, di guardare negli occhi un uomo. Ma non smetteremo nemmeno di denunciare, di difenderci, di camminare per le vie meno affollate, così come di fermarci a guardare le stelle. E non smetteremo di lottare affinché questa cultura cambi. Non volgiamo più polizia ma più uomini consapevoli. Saremo in piazza ancora e ancora, per ogni donna che non riesce a reagire e per quelle che ce la fanno. Ci rivediamo il 25 Novembre, nella giornata internazionale contro la violenza alle donne. Saremo tante e tanti.

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