Lettera Degli Studenti A Napolitano

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SCUOLA & GIOVANI Il monito del capo dello Stato durante le celebrazioni per i 700 anni dell'ateneo di Perugia "Stop a generalizzazioni liquidatorie. L'università leva di sviluppo, non disperdere talenti"

Napolitano: "No tagli a ricerca" Gelmini: "Elimiano solo gli sprechi" Brunetta: "Senza polemica, non ci sono state riduzioni indiscriminate" La solidarietà degli studenti al presidente della Repubblica

PERUGIA - Le università italiane necessitano di "valutazioni e interventi pubblici puntuali" ed è necessario rivedere alcuni tagli che, sebbene dettati da motivi di bilancio, sono risultati

"indiscriminati". E' un appello critico quello giunto dal presidente della Repubblica Giorgio

Napolitano, che durante un discorso per le celebrazioni dei 700 anni dell'Università di Perugia

invoca maggiori risorse e più attenzione per gli atenei, "leva di sviluppo". Poco dopo, da Roma, la

replica del ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini: "E' nostro dovere amministrativo e morale eliminare gli sprechi". Anche il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta obietta: "Senza alcuna polemica, ma non ci sono stati tagli indiscriminati, anzi, abbiamo salvato l'Italia con la

manovra di luglio 2009-2011 pari a 36 miliardi di euro".

Il discorso di Napolitano. A Perugia l'attualità irrompe sulla scena. Prima, quando il capo dello

Stato rivendica il suo diritto a fare richiami pubblici. E poi quando, di fronte all'aula gremita, il

rappresentante degli studenti Amabile Fazio lo ringrazia per aver difeso la Costituzione "più volte in questi giorni messa in discussione con provvedimenti che minano la libertà di scelta di ciascun

cittadino". Un grazie, quello degli studenti, per "non essersi piegato alla volontà di pochi". Napolitano invita a definire le riforme per l'Università senza abbandonarsi a "generalizzazioni

liquidatorie". Bisogna guardare i singoli atenei in base ai risultati e ai problemi della ricerca "con coraggio", e considerare ciò che accade nel resto d'Europa e nel mondo "può suggerire" delle soluzioni.

Il presidente è consapevole che la situazione del Paese "è di straordinaria difficoltà per via della crisi e dei pesi che l'Italia si porta, tra cui l'ingente debito pubblico", ma l'esigenza rimane

comunque quella di "salvaguardare il nostro capitale umano". "La ricerca e la formazione sono la leva fondamentale per la crescita dell'economia. Questa è una verità difficilmente contestabile", argomenta il presidente della Repubblica.

Il messaggio di Napolitano è di "evitare la dispersione di talenti e risultati del nostro sistema scolastico e universitario", che troppo spesso "non sono tradotti in occasioni di lavoro e di

sviluppo". La chiave di volta, secondo il capo dello Stato, è "un'accurata politica che sappia tenersi saggiamente in equilibrio tra il rigore della spesa e la necessità dell'investimento lungimirante". La replica di Gelmini. Pronta la replica, a distanza, del ministro dell'Università: "Le preoccupazioni del presidente sono anche quelle del governo. La ricerca e l'università sono alla base dello sviluppo di un Paese, ma è altrettanto vero che in questa fase di difficoltà economica è

necessario investire il denaro pubblico con attenzione e oculatezza. Per questo bisogna tutelare

al massimo le tante realtà di eccellenza presenti in Italia. Tuttavia è nostro dovere amministrativo

e morale eliminare gli sprechi e le spese non necessarie accumulate negli anni a causa di gestioni universitarie poco efficaci".

"Ci sono ampi margini per migliorare le modalità di spesa degli atenei e per destinare fondi alla ricerca e alle università più virtuose - prosegue il ministro - il governo con il decreto legge

sull'università ha deciso di destinare più fondi alle università migliori e di creare 4000 nuovi posti da ricercatore. Ha deciso inoltre di mettere un freno al moltiplicarsi di corsi e sedi distaccate. Il plauso degli studenti. Il rappresentante degli universitari perugini, Fazio, sottolinea come

Napolitano "nonostante critiche e pressioni, sia stato un vero esempio di come i principi della Costituzione vivano realmente nelle persone che hanno vissuto lo spirito costituente". Non è stato l'unico intervento in sostegno del capo dello Stato: il movimento Sinistra UniversitariaUnione degli universitari gli ha fatto avere una "lettera di solidarietà", in difesa della carta

costituzionale. "Negli articoli della nostra Costituzione - dice Tommaso Bori, coordinatore del movimento - ritroviamo il nostro essere di studenti". (23 febbraio 2009)

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POLITICA

La visita di Napolitano a Perugia: i passaggi principali del discorso del presidente all'Aula magna dell'Ateneo perugino

La visita del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano all'università di Perugia, in occasione della cerimonia conclusiva per i settecento anni dell'ateneo, si è conclusa intorno alle 12.30 con la consegna da parte del presidente di attestati di merito ad alcuni degli studenti dell'ateneo perugino che hanno ottenuto i migliori risultati. Successivamente il presidente ha lasciato l'Aula magna e prima di risalire in auto non sono mancati calorosi applausi da parte delle molte persone assiepate fuori dall'aula. Applausi ai quali il presidente ha risposto stringendo la mano ad alcune di quelle persone che lo stavano applaudendo. Molti sono stati gli argomenti toccati dal presidente Napolitano nel suo intervento. Dopo l'appello, di cui Umbrialeft ha dato notizia questa mattina, con cui Napolitano ha chiesto alla politica di ripensare i tagli indiscriminati fatti ai bilanci degli atenei italiani, ecco quali sono stati gli altri temi toccati durante l'intervento. VALORIZZARE I TALENTI Napolitano ha rivendicato il diritto di fare dei richiami pubblici rispetto alla ''situazione difficile'' determinata dalla grave crisi economica e finanziaria. ''Fa parte - ha detto - delle mie responsabilità dettate dalla Costituzione e richieste da una situazione di straordinaria difficoltà del paese per una crisi che ha investito la finanza e l'economia mondiale e che in Italia sconta il retaggio,

per molti aspetti, di vicende pluridecennali. Non c'è bisogno - ha aggiunto - che citi a questo proposito il peso di un ingente debito pubblico che si fa sentire su tutte le decisioni di bilancio da prendere di volta in volta. Ciò però non toglie che, e anche a maggior ragione, in questa fase di crisi che l'Europa e il mondo stanno vivendo con gravi incertezze per il futuro, tutte le forze responsabili del paese debbano proporsi di salvaguardare, potenziare, valorizzare le risorse di capitale umano e di sapere evitando la dispersione di talenti e risultati troppo spesso sottovalutati''. LA LETTERA DEGLI STUDENTI Gli studenti della Sinistra Universitaria - Unione degli universitari, hanno poi fatto avere a Napolitano una ''lettera di solidarietà'' ed a sostegno della difesa della Costituzione. ''Negli articoli della nostra Costituzione - ha detto il coordinatore Tommaso Bori, coordinatore del movimento perugino - ritroviamo il nostro essere di studenti''. ''La nostra Costituzione - cosi' comincia la lettera - è bellissima, moderna, profonda. Va dritta al centro delle questioni, coglie perfettamente il punto di ogni problematica ed esprime in maniera compiuta. E' il massimo esempio scrivono gli studenti - di mediazioni di modelli, posizioni, idee ed ideali. Mai un compromesso di interessi particolari. E' priva di incongruenze, doppi sensi o giri di parole. Da sempre solidamente sorretta dai principi che hanno ispirato la ricostruzione dell'Italia. Per il profondo legame che noi studenti abbiamo con la nostra Costituzione ed i valori che esprime - è detto ancora nella lettera - ci sentiamo in dovere di difenderla dagli attacchi subiti nell'ultimo periodo''. Dopo avere criticato le recenti prese di posizione del presidente Berlusconi e la sua ''bizzarra teoria'' del testo della Costituzione che sarebbe ''sovietico'', nella lettera si afferma che gli studenti non ''possono assolutamente permettere'' il ''disegno'' di ''accentrare tutti i poteri nella figura del presidente del consiglio, in base ad una idea di democrazia che si esprime solo al momento del voto e lascia totale libertà a chi vince di fare ciò che vuole''. ''Per questa ragione occorre dire con forza che siamo dalla parte del presidente Napolitano e della Costituzione italiana'' e con questa lettera - affermano gli studenti - ''volevamo dunque dimostrarle la nostra piena solidarietà per le scelte fatte, il lavoro quotidiano che svolge e l'impegno con cui si dedica al suo ruolo. Questo dà lustro alla sua carica ed ai valori costituzionali che lei rappresenta e difende''. Inserito da daniele bovi il Lun, 23/02/2009 - 15:44

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TuttoPERUGIA

venerdì 27 febbraio

PRIMO PIANO

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Lagente le associa apiccoliproblemi, comemanutenzione e illuminazione delle strade

La riforma delle circoscrizioni continua a far parlare di sé e al centro del dibattito degli ultimi giorni c’è un cavillo che rischia di far saltare tutto il lavoro svolto fino ad oggi: la Finanziaria prevede infatti, come criterio per ridurre il numero delle circoscrizioni, il numero dei residenti risultanti al momento dell'ultimo censimento nazionale e non quello, sul quale si è agito finora, risultante dai dati attuali dell'anagrafe comunale. Perugia avrebbe 149.125 abitanti, 875 in meno rispetto ai 150mila su cui fino ad oggi ci si è basati per la suddivisione del territorio. Ecco perché le circoscrizioni dovrebbero essere quattro e non cinque. Ma discussioni a parte, abbiamo provato a fare un sondaggio tra i cittadini ponendo loro alcune domande: i perugini sanno in quale circoscrizione abitano e il territorio che copre? Conoscono il nome del presidente? E ancora: si sono mai rivolti alle circoscrizioni per qualche problema? Sanno a che cosa servono? Le ritengono utili o se ne potrebbe fare anche a meno? Ecco che cosa ci hanno detto. “Abito nella XIII circoscrizione, quella di Solfagnano-Parlesca – afferma con sicurezza Renzo Coletti – e qualche volta ci sono andato ma per piccole cose. Adesso con la loro riorganizzazione e la riduzione da tredici a cinque credo che qualche problema in più ci sarà perché sono strumenti utili a disposizione dei cittadini e la tredicesima andrà a coprire un territorio molto vasto di circa trentamila abitanti creando qualche disagio”. “Penso in particolare – prosegue – alle persone anziane che finora potevano rivolgersi alla circoscrizione per piccole problematiche: qui a Solfagnano c’è un geometra e una perso-

C’è chi ha rotto i ponti con le unità di base perché deluso “Invano ho fatto segnalazioni su parchi e marciapiedi”

Circoscrizioni: “poco utili” pe Nomi di presidenti e compiti sono piuttosto noti, ma sull’ na che si occupa di modulistica, due servizi che fanno comodo perché non c’è bisogno di spostarsi fino in comune e che con la riorganizzazione non ci saranno più”. “Abitiamo ad Elce e lavoriamo in via dei Priori – ci dicono invece al negozio di abbigliamento De Sanctis – e dunque la nostra circoscrizione di riferimento è

sempre la prima, il cui presidente è Guastalvino. L’anno scorso ci siamo rivolti loro perché c’era una buca nella strada e abbiamo rotto la sospensione dell’auto: per fortuna siamo stati risarciti. Potrebbero funzionare molto meglio però se offrissero maggiori servizi e informazioni: sarebbero utili delle riunioni con cadenze

prefissate per poter ascoltare la voce e i problemi della gente oltre ai consigli di circoscrizione cui i cittadini raramente prendono parte”. “Le ho abbandonate da tempo – ci dice con rassegnazione ma con un sorriso Costanzo Centovalli – e non voglio averci più niente a che fare. Io abito a Madonna Alta, nel territorio della ter-

za circoscrizione, ma non chiedetemi chi sia il presidente perché è dalla precedente legislatura che ho perso ogni interesse per la questione. Il motivo? Mi sono rivolto loro per piccoli problemi come i marciapiedi, le luci e le condizioni dei parchi, ma non ho avuto attenzione per cui ho deciso che è meglio lasciar perdere”. “A mio

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l’evento

Secondo qualcuno sono solo un peso Per altri un numero ridotto peggiorerà le cose

Enti tutti da rifare La presenza delle circoscrizioni, più che trentennale, è un dato nella vita del cittadino medio. Ma chi ha provato a risolvere piccoli problemi passando per questi enti di rado esprime soddisfazione

r chi le conosce efficacia il giudizio è negativo parere - conclude il signor Centovalli – sono inutili e dunque sarebbe meglio eliminarle”. La pensa allo stesso modo anche la signora Rina, che invece abita a Castel del Piano, XII circoscrizione: “Per carità – ci dice appena le facciamo la prima domanda – non so neppure in che circoscrizione abito, figuriamoci se conosco il presidente. Non ho mai avuto alcun interesse per le circoscrizioni,enti che non servono a niente, dovrebbero essere più vicini ai cittadini ma poi quando si tratta di prendere decisioni fanno come vogliono e non ascoltano. Quando ho avuto qualche problema sono sempre andata direttamente in comune. Adesso ne riducono il numero? Bene, anche se preferirei che sparissero del tutto”. “Io appartengo alla III circoscrizione - sottolinea Raffaele - quella della zona di Madonna Alta, ma non so chi sia il presidente perché, come me, la maggior parte dei cittadini neanche avverte la presenza di un apparato che crea solo una spesa inutile. Non mi sono mai rivolto a questi dipartimenti territoriali, perché li reputo un mezzo per pagare i politici e sprecare una quantità enorme di denaro pubblico. Sarei favorevole alla completa eliminazione piuttosto che alla loro ridu-

zione”. Non tutti gli intervistati sono, però, all’oscuro dell’appartenenza a questa o quella circoscrizione, come dimostra Carlo Scaleggi che sostiene: “Faccio parte della X circoscrizione, quella di San Sisto, e so che il presidente è Fausto Rondolini. Ma tutto ciò è dovuto al fatto che sono stato candidato con la Margherita e, quindi, inevitabilmente coinvolto in faccende politiche. Da comune cittadino mi sono rivolto a loro per alcune cose, anche se reputo che questi enti siano poco efficaci per gli abitanti che presentano qualsiasi tipo di problema. I distretti dovrebbero essere più snelli, meno burocratici e vincolanti rispetto alle questioni che sono, invece, sotto la completa giurisdizione del comune”. Di un parere simile anche Giulio Sarnari che afferma: “Appartengo anch’io alla X circoscrizione e so chi è il presidente, perché mi ci sono rivolto per qualche lavoro allo stadio di San Sisto. Sono tendenzialmente dell’idea che questi distretti siano utili al cittadino per alcune cose, ma inefficaci per altre. Proporrei la riduzione del numero di circoscrizioni, eccessive a mio parere, per risparmiare e trarre alcuni profitti validi per tutti gli utenti”. “Sono della III circoscri-

zione – dice Giancarlo – conosco il presidente e sono al corrente delle funzioni che ha quest’unità amministrativa. In primo luogo la sua azione è quella di fare piccoli lavori di manutenzione e d’ informare il comune delle problematiche da risolvere nella zona di competenza. Ad oggi però non mi è mai capitato di dovermi rivolgere loro direttamente”. Della stessa circoscrizione anche Giuliano: “Le circoscrizioni dovrebbero avere le funzione di controllo del territorio per assicurare che i servizi ai cittadini funzionino adeguatamente. Di solito però queste strutture non hanno i soldi per poter provvedere direttamente se non per piccoli lavoretti e di conseguenza il presidente è costretto a rivolgersi all’amministrazione centrale. In questo modo tutto è rallentato. Certo, ridurle sarebbe una buona cosa perché così si risparmierebbero molti soldi pubblici, l’importante è che la loro funzioni rimanga inalterata. Per quanto mi riguarda mi sono rivolto spesso alla circoscrizione per evidenziare alcuni problemi legati all’illuminazione di Pian di Massiano ed alla manutenzione degli alberi”. Anche Giuseppe Fettucciari è della terza circoscrizione e non è affatto d’accordo sull’istituzione di queste strutture. “Conosco la funzione e chi è il presidente della mia, ma non credo nella loro utilità – dice –. Le circoscrizioni sono servite solo a creare nuovi posti di lavoro. È una struttura che serve a non lasciare la gente a spasso, come tanti altri enti. Sono pertanto d’accordo con chi ha proposto la riduzione. Il servizio che offrono non è affatto utile infatti per qualsiasi operazione che prevede spese discrete è sempre necessario l’intervento diretto del comune. Aldo Battaghini è di San Sisto, X circoscrizione, e anche lui è al corrente delle funzioni di quest’unità amministrativa. “Conosco il presidente – dice – e mi sono rivolto spesso alla circoscrizione per alcuni piccoli problemi che avevo individuato . Infatti, questa struttura serve in primo luogo a svolgere i piccoli lavoretti di manutenzione, dalle strade all’illuminazione. Per le cose più grandi il presidente si rivolge al comune e questo provvede poi direttamente. Sulla riduzione devo dire che sono un po’ scettico. Se le cose resteranno uguali, ossia se l’attenzione sul territorio sarà mantenuta allo stesso modo, allora sono d’accordo, ma se il rischio dovesse essere quello di avere un servizio peggiore allora lascerei tutto come è oggi”. David Barbetti, Geraldina Rindinella, Barbara Venanti

Ha avuto un’ampia eco in tutto il Paese l’appello per l’università: “No ai tagli generalizzati”

Capo dello Stato Napolitano nell’aula magna del rettorato

Napolitano al settecentenario La visita conclude le celebrazioni dell’ateneo Cerimonia in pompa magna per la conclusione dei festeggiamenti del settecentenario dell’ateneo di Perugia svoltasi lunedi all’aula magna del rettorato. Presente all’evento un pubblico d’eccellenza, oltre alle massime autorità locali, tra le quali la presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti e il sindaco di Perugia, Renato Locchi erano presenti anche la deputata Marina Sereni e la senatrice Annarita Fioroni. Ma l’ospite d’onore di questa grande giornata era senz’altro il presidente della repubblica Giorgio Napolitano, accolto dai fragorosi applausi della platea intervenuta e dal magnifico rettore Francesco Bistoni. Ed è proprio la massima autorità dell’ateneo ad aprire gli interventi, con un discorso volto ad elogiare i traguardi raggiunti dalla nostra università in settecento anni di storia e come ancora oggi si mantenga alta la qualità dell’offerta formativa. Il magnifico continua affermando la necessità di investire risorse nella ricerca e di come le facoltà italiane siano ancora considerate d’eccellenza in tutto il mondo. Molto apprezzato l’intervento del presidente del consiglio degli studenti Amabile Fazio , interrotto dagli applausi mentre difendeva l’operato del capo dello stato in merito ai fatti recentemente accaduti e ribadiva l’importanza della nostra Costituzione. Ma gli elogi migliori sono quasi tutti per l’ospite d’eccezione. “Mi auguro che siano maturi i tempi per ripensare e rivedere scelte di bilancio improntate a tagli indiscriminati”. Le parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, pesano come pietre. Il suo discorso in difesa dell’università e contro i tagli previsti ,voluti e approvati dal governo chiama direttamente in causa l’operato del ministro dell’Economia Giulio Tremonti e della titolare del Miur Mariastella Gelmini. Nel suo discorso perugino, il presidente Napolitano ha rinnovato l’appello a definire le riforme per l’Università senza abbandonarsi a generalizzazioni liquidatorie, guardando i singoli atenei in base ai risultati e ai problemi della ricerca “con coraggio” e considerando ciò che accade in Europa e nel mondo in questo settore e che “può suggerire” delle soluzioni. Vale a dire: investimenti mirati nei settori strategici e migliore allocazione delle risorse destinate all’Istruzione e alla Ricerca. Non certo tagli. Gli studenti della Sinistra Universitaria - Udu hanno anche consegnato al presidente una lettera di solidarietà . Il coordinatore Tommaso Bori, ha spiegato le ragioni della lettera indirizzata al presidente: “Negli articoli della nostra Costituzione ritroviamo il nostro essere studenti e i nostri valori. Questa è una battaglia che accomuna noi e il presidente della Repubblica, in difesa dei valori costituzionali e il diritto allo studio sanciti nella Costituzione. Non siamo e non siamo mai stati per la difesa dell’esistente fine a se stessa: vogliamo un cambiamento vero, ma in meglio. Non una dismissione dei nostri atenei finalizzata al risparmio, la nostra università e il nostro futuro non sono un capitolo di spesa su cui tagliare”. La cerimonia conclusiva per le celebrazioni del settimo centenario di fondazione dell’ateneo si è chiusa con la consegna da parte del presidente Napolitano di attestati di merito ad alcuni degli studenti dell’ateneo perugino che hanno ottenuto i migliori risultati. Jacopo Giovagnoni

l’opinione Il punto di Fabrizio Bracco: “Un errore non aver fatto della riforma un’occasione di riflessione sulla città”

“Enti da tutelare, ma è mancato un vero dibattito” Quindici anni fa Fabrizio Bracco era assessore comunale alle circoscrizioni. Allora si tentò una riforma importante, che non impattava sul numero degli enti, ma sulle loro funzioni: si abbozzò un regolamento per valorizzare la doppia funzione, ossia partecipativa oltre che di decentramento. Poi Bracco fu eletto in Parlamento e la riforma accantonata. Oggi il consigliere regionale ha bene in mente l’obiettivo a cui il Comune dovrebbe tendere. Così traumatico andare alle Amminsitrative senza le circoscrizioni? Un grave danno per tutti. In primo luogo, sarebbe una rottura con la tradizione della città. Esistono dagli anni Settanta, e prima ancora c’erano i comitati di quartiere. Sono più di tre decenni che assolvono la funzione di mantenere il contatto tra Comune e territori, una vocazione tanto più importante in una città come Perugia, così vasta e con tante frazioni. Il numero è così importante? Sì, se si pensa che non sono enti indifferenti rispetto al modello di democrazia che questa città vuole incarnare. Se servono alla partecipazione, questa è favorita dalla presenza di un certo numero di circoscrizioni. Ma la funzione partecipativa finora non è stata così evidente. Nella fase originaria la parte-

cipazione era forse più effettiva, forse perché non c’era neanche la venalità delle cariche, il che valeva anche per consiglieri comunali e persino per gli assessori. Io, ad esempio, prendevo come consigliere 25mila lire a seduta, neanche un milione all’anno, ed erano gli anni Novanta. Un certo logoramento negli ultimi tempi si è visto. Allora qualcuno non ha tutti i torti a dire che le circoscrizioni servono a poco? Perderle sarebbe comunque un impoverimento. L’opposizione ha usato tutta la vicenda in modo strumentale. Invito invece a riflettere che tutti guadagnano se le circoscrizioni restano a fare da collegamento tra amministrazione comunale e cittadini. Ancorarsi a formalismi, come l’opposizione ha fatto, è sbagliato, anche se le leggi vanno rispettate e sarà la magistratura a dire chi ha torto e chi ha ragione (cioè a dire quale dato assumere a riferimento per la popolazione cittadina, perché il Comune segue quello che consente di creare 5 circoscrizioni, mentre per l’opposizione al massimo se ne potranno creare 4, ndr). Non crede che proprio sul tema della partecipazione, paradossalmente, l’amministrazione comunale abbia fatto il primo degli scivoloni, con assemblee negli enti inte-

ressati organizzate in fretta e furia? In effetti è stato un errore non averle previste prima, un errore non aver fatto della riforma un’occasione di riflessione sulla città, sui servizi, sui rapporti centro-periferia. É mancato il dibattito sull’utilità delle circoscrizioni. E non può essere che compito della politica e dell’amministrazione far transitare il concetto, far capire al cittadino, giustamente preso da ben altri problemi in questi tempi di crisi, che le circoscrizioni possono servire a risolvere almeno una piccola parte dei suoi problemi concreti. Alessandra Borghi

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