Ragusa lì, 13-12-2009
Al Signor Presidente del Consiglio Provinciale Pres. Giovanni Occhipinti SEDE
Oggetto: Trasmissione interrogazione all’Amministrazione Provinciale di Ragusa. Richiesta di inserimento nell’Ordine del Giorno del prossimo Consiglio Provinciale e/o comunque della prima assise utile;
Signor Presidente; in allegato alla presente trasmetto l’interrogazione, che si richiede anche con risposta scritta, formulata dallo scrivente, con la quale si chiede all’Amministrazione di Codesto Ente provinciale ed in particolar modo agli Assessori al Territorio ed Ambiente, Dott. Salvatore Mallia, ed alla Polizia Provinciale, Avv. Salvatore Minardi, di spiegare, alla luce delle ricerche, della trattazione, della documentazione fotografica e delle analisi di laboratorio che si allegano in uno alla presente, motivatamente, le ragioni dell’operato e, soprattutto, delle decisioni e/o determinazioni assunte e/o non assunte dalla Polizia Provinciale in relazione alla mia precedente nota del 01 settembre 2008 prot. n. 46390 afferente alla esistenza di una grossa quantità di “fresato d’asfalto” posto, in forma sfusa, quale pavimentazione di un’area adiacente all’istituto scolastico “L. Sciascia” di Scoglitti. Contestualmente, chiedo alla Signoria Sua di inserire la trattazione della stessa tra i punti posti all’Ordine del Giorno della prossima seduta del Consiglio Provinciale o, comunque, nella prima assise utile.
Distinti Saluti Il Consigliere Provinciale di Alleanza Siciliana (Ignazio Nicosia)
Ignazio Nicosia Consigliere Provinciale di Alleanza Siciliana
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Oggetto: Interrogazione, richiesta anche con risposta scritta, all’Amministrazione della Provincia Regionale di Ragusa ed in particolar modo agli Assessori al Territorio ed Ambiente, Dott. Salvatore Mallia, ed alla Polizia Provinciale, Avv. Salvatore Minardi,. T R A T T A Z I O N E.
----- == 0 == ----Il primo settembre 2008, con nota prot. n. 46390 avevo denunciato la presenza di una grossa quantità di “fresato d’asfalto” in una area, peraltro adibita a parcheggio, di proprietà del Comune di Vittoria, adiacente l’istituto scolastico “L. Sciascia” di Scoglitti, in quella occasione avevo fatto rilevare come l’aspersione di quel rifiuto costituisse un serio pericolo per la salute di residenti e non stante la evidente e massiccia quantità di polvere sollevata ad ogni passaggio di autovettura e/o motoveicolo, con quella stessa nota chiedevo alla Polizia Provinciale di intervenire a tutela e salvaguardia della salute pubblica stante anche la posizione assunta dall’Amministrazione Comunale della Città di Vittoria che, per bocca dell’Ass.re Avola, rigettava ogni ipotesi di pericolosità del materiale adoperato per pavimentare (???) l’area in questione rifiutando, conseguentemente, di asportare e smaltire, secondo le modalità di legge, il succitato rifiuto. Nei giorni compresi tra il 5 ed il 9 settembre 2008 gli Ufficiali di P.G. Antonio Terribile e Giuseppe Tuvè, Ispettori Superiori di Polizia Provinciale
del Nucleo
Ambientale, su disposizione del loro Comandante, Dott. Raffaele Falconieri, si sono recati presso il Comune di Vittoria dove hanno esperito tutti gli accertamenti dagli stessi ritenuti necessari ad appurare i fatti. In data 02 dicembre 2008 con nota Prot. n.64370, il Comandante della Polizia Provinciale, Dott. Raffaele Falconieri, mi trasmetteva la relazione stilata dagli Ufficiali succitati, nella quale, sostanzialmente, si accettavano senza alcun contraddittorio, le giustificazioni addotte dal Comune di Vittoria e le risultanze delle analisi prodotte dalla
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ditta fornitrice del prodotto (e quindi necessariamente parziale) e si attestava la aderenza alla norma vigente nell’utilizzo del materiale in questione e, conseguentemente, la non pericolosità dello stesso. Quella relazione ha consentito al Comune di Vittoria di continuare a mantenere in quell’area una enorme quantità di “fresato d’asfalto” depositato sul suolo in forma sfusa, una massa di materiale polveroso che a causa degli eventi metereologici, in particolare pioggia e vento, si è depositata sugli edifici vicini, e dilavata sulla strada vicina (Via Tripoli), ma soprattutto è stata inalata da migliaia di persone tra residenti, turisti, ragazzi che fanno uso delle confinanti strutture sportive e bambini che frequentano l’adiacente complesso scolastico. Nel corso di questa ultima estate non di rado si poteva osservare, tra i fruitori di quell’improvvisato parcheggio, coppie di genitori che, una volta scesi dalla macchina, in mezzo a quell’ammasso polveroso aprivano i loro passeggini per allocarvi bambini di pochi anni quando non addirittura di pochi mesi, in quelle occasioni si poteva vedere come pur quella minima attività contribuisse a far sollevare nuvole di polvere che, inevitabilmente, finivano con il ricadere sul bambino posto ad una minima rispetto alla quota stradale. Per quanto sin qui esposto il 01 luglio c.a. ho deciso di verificare personalmente la effettiva pericolosità (ovvero il suo contrario) di quella fuligginosa massa di materiale che, quotidianamente, veniva inalata da chi avesse la sventura di passare in quei luoghi e per fare questo ho commissionato uno studio al Dott. Ing. Ugo Lo Piano di Gela
(Caltanissetta)
dell’omonimo
Studio
di
Ingegneria,
studio
condotto
in
collaborazione con il Centro di Analisi Chimiche GESIND S.r.l. (anch’esso di Gela) e le cui risultanze troverete in allegato alla presente. Parallelamente ho proceduto anche ad effettuare una ulteriore ricognizione fotografica e, avvalendomi della collaborazione di qualche amico, una ricerca giurisprudenziale afferente ai pronunciamenti della Corte di Cassazione in materia, ossia, ho fatto, da privato cittadino, tutto quanto avrebbe dovuto fare l’organo preposto al controllo, alla verifica ed alla tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Invece, come si evince dall’allegata documentazione, il rifiuto (perché tale è) in questione opportunamente analizzato mostra la presenza di valori anomali soprattutto per quanto attiene il valore del C.O.D. (chemical oxygen demand) che nonostante l’azione di dilavamento intervenuta per oltre un anno continua ad essere ben oltre la media consentita dalla legge (47,88 mg./l. invece dei 30 max consentiti) non
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comprendendosi, quindi, come nel 2008 tale valore fosse invece sotto la media di legge. Mi si permetta inoltre di unire le mie perplessità a quelle già evidenziate nella sua perizia dall’Ing. Lo Piano in relazione ai valori (in particolare il PH che presenta due valori invece di uno ed il cianuro …) riportati nel certificato di analisi prodotto, all’epoca, dalla ditta fornitrice del “fresato d’asfalto” che si riproduce in copia all’interno della succitata perizia così che consentirne la visione a chiunque ne faccia richiesta per una propria personale valutazione. La perizia, nelle sue conclusioni stabilisce che: “… per quanto sopra appare evidente che, nel caso in oggetto, il fresato d’asfalto non è stato utilizzato per alcuna delle operazioni di recupero previste dalle norme vigenti ma è stato utilizzato, allo stato sfuso tal quale, come mero materiale di riempimento con il conseguente suo dilavamento e disgregazione, viste le caratteristiche del sito ove è stato posto. E’ parere del sottoscritto (Dott. Ing. Ugo Antonio Lo Piano)
che
questo suo utilizzo sia stato improprio. Inoltre, nelle prove di laboratorio effettuate dal laboratorio GESIND s.r.l. di Gela sui diversi campioni prelevati, che vengono allegate alla presente relazione, … , è stato trovato un valore del C.O.D. che supera il limite di 30 mg./l, con tale parametro il materiale non può essere utilizzato per attività di recupero”. Sotto il profilo giuridico allego alla presente la dissertazione approntata sulla “definizione di rifiuto” approntata dalla Associazione Esperti in Legislazione Ambientale dell’Università di Siena che in merito afferma (motivatamente): “poiché non sussiste
in ogni caso la fondamentale condizione dell’assenza di
pregiudizio per l’ambiente, mantengono la qualifica di rifiuto … il fresato d’asfalto
1
proveniente dal disfacimento del manto stradale”. In particolar modo va evidenziato quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, Sez. III del 08 aprile 2004, (Ud. 11 febbraio 2004), con la sentenza n. 16695 (Pres. Rizzo – Est. Onorato - Pm Izzo – Imp. Brignoli) che, ad ogni buon fine, si allega in copia relativamente ad un caso analogo. Le superiori argomentazioni giuridiche fanno venire meno il presupposto riportato a pag.2 della relazione stilata dalla Polizia Provinciale per cui viene riportato tra parentesi ed in grassetto: ”… che quindi, non costituiscono più un rifiuto”.
1
C.Cass. , sez. 3 , sent. 16695 del 8/4/2004 , ud. 11/2/2004, Pres. Rizzo, Rel. Onorato, Imp. Brignoli, P.M. Izzo , n. ced. cassazione 227955.
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In ultimo andando oltre ciò che attesta la norma e che dimostrano le prove peritali, analitiche e fotografiche (queste ultime parlano più di qualsiasi altro commento) credo si debba fare ulteriore affidamento su di una dote, umana più che scientifica, oggi, purtroppo, sempre meno utilizzata, ossia il semplice ma sempre efficace buon senso. Sarebbe infatti bastato il buon senso per capire che spargere materiale polveroso su di una area, peraltro in pendenza, da adibire a parcheggio e limitrofa ad una strada estremamente frequentata avrebbe finito con l’ingenerare problemi legati alla presenza di polveri, come l’inquinamento atmosferico. Sarebbe bastato il buon senso per capire che la prossimità con una scuola e con degli impianti sportivi poneva seri rischi per la salute di bambini e ragazzi che si trovano continuamente esposti al rischio di assumere, attraverso le vie respiratorie, quelle polveri che domani possono dare vita a patologie asmatiche, silicosi e quant’altro. Sarebbe bastato il buon senso solo a volerlo utilizzare, ma così non è stato, per questo, con la presente CHIEDO di sapere se in occasione del sopralluogo effettuato dalla Polizia Provinciale il personale incaricato abbia verificato, attraverso appositi controlli, l’attendibilità delle dichiarazioni ed assicurazioni rilasciate da amministratori e dirigenti del Comune di Vittoria. di sapere perché, nella superiore considerazione che l’area in questione è limitrofa ad un istituto scolastico e a degli impianti sportivi, ovvero frequentata giornalmente da bambini e ragazzi che potrebbero essere esposti al rischio di gravi patologie respiratorie a causa dell’assunzione inconsapevole di polveri sottili disperse nell’aere, l’analisi prodotta dalla ditta fornitrice del “fresato d’asfalto” non sia stata sottoposta ad una attenta verifica e/o sia stato disposto un ulteriore controllo presso un laboratorio di analisi di fiducia. di sapere se alla luce della perizia presentata dallo scrivente, dei dettami giurisprudenziali allegati, della documentazione fotografica prodotta in allegato e delle superiori
valutazioni, il Comando di Polizia Provinciale, Nucleo Ambientale, sia
disposto a rivedere criticamente le proprie originarie valutazioni di cui alla Relazione di Servizio trasmessami in uno alla nota prot. n.64370 del 02.12.2008 e, nel caso, quali determinazioni saranno prese a tutela della salute pubblica e della salvaguardia ambientale.
Ignazio Nicosia Consigliere Provinciale di Alleanza Siciliana
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di sapere se, alla luce della perizia presentata dallo scrivente, dei dettami giurisprudenziali allegati, della documentazione fotografica prodotta in allegato e delle superiori valutazioni, codesta Amministrazione Provinciale intenda rivedere la propria posizione in relazione al rilascio della Autorizzazione Dirigenziale N°12/2008 dell’11 giugno 2008 prot. n. 32373 rilasciata dal Dirigente dell’allora 18° Settore della Provincia Regionale di Ragusa (rilasciata alla ditta fornitrice del “fresato d’asfalto” di cui alla presente interrogazione) ed alle sue eventuali proroghe e rinnovi.
Ragusa lì, 13-11-2009
Il Consigliere Provinciale di Alleanza Siciliana (Ignazio Nicosia)
Ignazio Nicosia Consigliere Provinciale di Alleanza Siciliana
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