Ink 2007-06-01

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Il giornale degli studenti dell’Università di Pavia

CONCORSO Inchiostro a volontà per foto e racconti

http://www.esn.org http://www.unipv.it/webstep

Venti di Erasmus… di Maria Antonietta Confalonieri

Nel 2007 il ventesimo compleanno di Erasmus sarà festeggiato da oltre 2000 università in 31 paesi. L’anniversario coincide con quelli per il cinquantenario del Trattato di Roma, e celebra quello che anche gli euroscettici considerano una delle politiche comunitarie di maggior successo. Varato nel 1987, nella fase di rilancio dell’integrazione europea che coincide con la I Commissione Delors, Erasmus voleva promuovere, attraverso la mobilità degli studenti delle università europee, l’identità europea e la formazione di un’élite europeizzata: tali obiettivi trasparivano nel nome del nuovo programma, evocativo di cosmopolitismo e comprensione informata della pluralità culturale. Dal 1995 Erasmus è integrato nel quadro dei programmi per l’educazione Socrates I (1995-99) e II (2000-2006), che comprende otto azioni, tra cui Comenius, per le scuole e Grundtvig, per la formazione degli adulti. A Socrates si affiancavano: Leonardo, per la formazione professionale; Tempus, nel quadro del programma di sostegno alla transizione nei paesi postcomunisti dell’Europa Centro-Orientale (PHARE) e nelle repubbliche ex-sovietiche (Tacis); i programmi di cooperazione universitaria con gli USA ed il Canada; l’azione Jean Monnet per la diffusione delle conoscenze sull’ integrazione europea. Alla fine del 2006, per meglio coordinare le politiche settoriali nell’ambito della strategia di Lisbona 2000, è stato varato un Piano d’azione Integrato per l’apprendimento lungo tutto il corso della vita (Life Long Learning: LLL) , per il 2007-2013, che inquadra Erasmus, Grundtvig , Comenius e Leonardo e include nuove azioni come Languages, per promuovere il multilinguismo, Cooperazione e innovazione nelle politiche, per attivi-

tà di sperimentazione e scambio di buone pratiche nel campo dell’istruzione . Come è tipico delle nuove strategie europee, il piano d’azione prevede obiettivi quantitativi e scadenze: per Erasmus tre milioni di partecipanti per il 2012 (al 2005 erano 1.370.000 circa). Erasmus comprende nuove azioni, in particolare gli scambi di studenti per stage e internati (Erasmus placement). La mobilità studentesca resta l’attività centrale di Erasmus, ma affiancata da altre, volte all’internazionalizzazione dell’istruzione universitaria e a favorire interazione e apprendimento reciproco tra istituzioni universitarie, nell’ottica del Processo di Bologna: scambi di docenti e non docenti, sviluppo di programmi d’insegnamento transnazionali, di programmi intensivi e di reti tematiche. Questa in breve la storia ufficiale di Erasmus , che rispecchia quella della UE, dei suoi obiettivi e delle sue strategie. Dentro a questa storia ci sono le storie individuali che chi lavora ``sul campo’’ (delegati, coordinatori degli scambi, personale degli uffici di mobilità) ben conosce : di giovani che imparano a muoversi in uno spazio culturale e istituzionale europeo, bilingui, più attrezzati per un mercato del lavoro globalizzato, inseriti in reti amicali e sociali trasnazionali. Più consapevoli delle opportunità e più preparati a coglierle. Meno rigidamente ancorati alle radici identitarie e più aperti alla diversità e al confronto. Grazie a un programma che ha diffuso e democratizzato il privilegio di un’educazione internazionale, prima appannaggio di cerchie sociali ristrette. Questa esperienza nutre l’entusiasmo con cui cerchiamo di gestire Erasmus con efficienza ed equità e di ampliare la partecipazione. Happy birthday, Erasmus!

Essere Erasmus di Bonacˇ Non posso spiegare a chi non l’ha fatto cosa vuol dire “essere Erasmus”: lo si capisce dopo qualche mese, quando – in quel Paese vicino o lontano – la casa dello studente in cui abiti diventa semplice-

mente “casa” e ci entri ed esci come se fossi lì da una vita; per il resto, non so spiegarlo. Ma ho una speranza: che fra un paio di generazioni al massimo non ci sia bisogno di spiegare a qualcuno cosa

Pronti a partire?

vuol dire essere Erasmus. Fra un paio di generazioni saremo così tanti ad aver viaggiato per l’Europa che sarà come dire: sono andato al mare, sono andato in montagna; moltissimi l’avranno esplorata per studio e vacanze, molti l’avranno vissuta per lavoro. E a quel paio di generazioni più in là di questa si potrà raccontare di com’era essere Erasmus ai

foto di Vanessa Vanleene, Erasmus a Pavia

nostri tempi: di come non tutti i Paesi usassero ancora l’euro, di come si discuteva se far entrare o no la Turchia nell’UE (ma intanto l’Erasmus già ci andava, in Turchia!), di come all’estero l’inglese lo sanno sempre meglio di noi (sarà sempre così? Oddio!). E pensare che noi non siamo stati i pionieri, che l’Erasmus esiste da quasi vent’anni. Immagino – anche con un po’ di invidia o nostalgia romantica – le avventure e disavventure dei primissimi viaggiatori: quelli delle frontiere per varcare Alpi, dei franchi e dei marchi in tasca, del telefono a gettoni per chiamare casa; ora noi, invece, ce ne andiamo in giro quasi

senza passaporto, coi nostri euro (anche se è sempre colpa dell’euro, però ci piace), col cellulare e il pc con skype. Accidenti, non son passati neppure vent’anni! Eppure, molto è già cambiato da allora… La mia speranza è che fra un paio di generazioni al massimo sia nata, cresciuta e si sia consolidata in noi la consapevolezza di essere non più solo “italiani” o “portoghesi” o “polacchi”, ma anche e soprattutto “europei”. L’Erasmus avrà contribuito in modo cruciale a farci maturare in questo senso, e allora anche un’Europa davvero unita non sarà più un’ipotesi remota.

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Anno 12 * Numero 73 * 1 GIUGNO 2007 * Distribuzione gratuita

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ERASMUS

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e

DINTORNI: COMENIUS

Il programma europeo Comenius di Caroline Maggipinto Referente USP, referente Consulta Provinciale degli Studenti di Pavia* Il programma europeo Comenius, rivolto a tutte le scuole dalla pre-scolastica fino alla scuola secondaria superiore, si propone di sviluppare la conoscenza e la comprensione della diversità culturale e linguistica europea e del suo valore; intende inoltre aiutare i giovani ad acquisire le competenze di base necessarie per la vita e le competenze necessarie ai fini dello sviluppo personale, dell’occupazione e della cittadinanza europea attiva. In particolare i partenariati Comenius hanno l’obiet-

tivo di incrementare la dimensione europea dell’istruzione promuovendo la cooperazione transnazionale tra istituti scolastici in Europa: offrono ad allievi ed insegnanti provenienti da diversi paesi la possibilità di lavorare insieme su uno o più temi di comune interesse nell’ambito della normale attività scolastica. In particolare, agli insegnanti permette di programmare progetti, di utilizzare didattiche innovative (classi aperte, pluridisciplinarità, realizzazione di un prodotto comune), di affrontare molte discipline

tematiche attuali di grande rilievo, di incontrarsi periodicamente per programmare le attività, confrontarsi sui metodi utilizzati, esaminare i risultati raggiunti; ai ragazzi invece permette di praticare le lingue che studiano, di utilizzare nuove tecnologie per comunicare, di sviluppare le proprie competenze in un contesto nuovo, più motivante, aperto sul mondo, di diventare futuri cittadini con una coscienza europea. A partire da quest’anno gli studenti di scuole che hanno partecipato a progetti Come-

nius possono chiedere di trascorrere un periodo di 3 o 6 mesi in uno dei paesi partner, ospiti della scuola che ha lavorato con la loro, nella famiglia di uno studente che nello stesso tempo sarà ospitato in Italia. Tra gli 86 studenti vincitori per il 2007-08 anche un’alunna dell’Istituto “A. Cairoli”, che trascorrerà sei mesi in una scuola di Hartha (località tedesca nei pressi di Leipzig), completamente spesata; è

prevista anche una borsa di studio per le piccole spese durante il soggiorno. (*rappresentanza studentesca di tutte le scuole superiori di Pavia)

L’obiettivo dell’Europa che comunica di Jacopo Calatroni, Istituto Magistrale Cairoli, Progetto COMENIUS sui media (2005-2006)

Resoconto di una fugace escursione nel crogiolo dei popoli in contatto. Quanto è unita l’Europa? Se provassimo a fare un’indagine per strada, probabilmente riceveremmo risposte ottimiste, inneggianti ad una somiglianza di fondo che ci accomuna tutti, e torneremmo a casa ben contenti di immaginarci i popoli dei

pensieri vengono respinti dalla parte razionale, ma le certezze di chi si mette in viaggio non sono comunque quelle di chi sta a casa propria. La surreale esperienza che ho vissuto dal quattro all’otto maggio scorsi parte da questi

venticinque Paesi dell’Unione che si crogiolano nell’abbraccio di un’utopica fratellanza. Ma se ci si aspetta di essere ospitati da una famiglia di un qualche Stato diverso dal nostro, e quindi di non potersi rifugiare dietro le rassicuranti barriere che separano il turista dal cittadino, allora la musica cambia. Domande inquietanti iniziano ad affiorare sulla società del posto, che da così simile alla nostra diventa a poco a poco esotica e misteriosa. Peggio ancora se il tuo corrispondente mina le tue convinzioni domandandoti per prima cosa i luoghi comuni degli Italiani sui Francesi, come se fossero fondamentali. “Dannati stereotipi! Io proprio non ci credo”, ti trovi a pensare. Ma è poi vero? Ovviamente questi

vacillanti presupposti di somiglianza tra Francesi e Italiani, e si svolge a Lille, città francese nelle sue tradizioni molto vicina al Belgio. Il soggiorno a cui ho partecipato aveva come scopo tirare le somme del progetto Comenius, che da qualche anno impegna noi studenti dell’istituto Cairoli, assieme a “connazionali europei” Francesi, Spagnoli e Tedeschi, in un’indagine sulla comunicazione in Europa. Già affrontato il progetto, dunque; nuovi e insidiosi invece, come sempre succede, sono i problemi di gestione, a cominciare dalla scelta di iniziare l’incontro un 5 di maggio, in Francia festa religiosa nazionale. Così tante cose da fare e così poco tempo, quindi, e i momenti per confrontarsi tut-

ti insieme sono relegati a due giornate di full-immersion nel lavoro, comprendente un distruttivo tour de force da otto ore il venerdì. Durante questo breve ma intenso periodo, i nostri cervelli fumanti dal tentativo di pensare in cinque lingue diverse contemporaneamente (comprendenti l’inglese, lingua “neutra” e universale) hanno prodotto quattro esposizioni di altrettanti gruppi che lavoravano in ambiti completamente diversi: presentazione del progetto Comenius stesso; interviste in strada riguardo la Costituzione Europea; confronto di prime pagine di quotidiani internazionali; e infine l’ambito più “libero”, cioè la musica. Parlando dei già citati stereotipi, durante la presentazione dei lavori già svolti durante l’anno scolastico dalle varie scuole non sembrano essere stati traditi: il gruppo di Francesi, immenso, non ha prodotto infatti praticamente nulla, esattamente come

l’anno precedente; i Tedeschi, da bravi “bacchettoni”, espongono invece il loro infinito progetto superando abbondantemente il poco tempo loro concesso. Gli Spagnoli, i più giovani del gruppo, danno il loro esempio di impegno, producendo risultati convincenti anche se un po’ più infantili (in primis la discutibile e cattolicissima pubblicità contro i preservativi in favore dell’astinenza sessuale); noi italiani, dal canto nostro, presentiamo un grosso quantitativo di lavoro, coronato però per nostra (o farei meglio a dire mia) italianissima negligenza dall’assenza di un link ad una parte importante del nostro sito web. Giunge poi il momento della produzione vera e propria: il gruppo della presentazione del Comenius scrive qualche appunto; quello della Costituzione, rassegnatosi al compito più gravoso, si mette in marcia per la cittadina di Gondecourt alla ricerca di testimonianze significative; il gruppo dell’analisi dei quotidiani opta per la descrizione del diverso approccio ad una notizia su Tony Blair in Germania e Spagna; mentre quello sulla musica, in cui io da bravo scansafatiche italiano mi sono infilato, produce recensioni sulla storia di due generi musicali (ska e techno). I risultati sono effettivamente stupefacenti: solo quattro ore di lavoro, ma le interviste sulla Costituzione abbondano e passano in fase di montaggio video in men che non si dica; le prime pagine sono analizzate esaustivamente; il Comenius viene presentato con quattro diversi e improbabilissimi accenti applicati all’inglese; mentre il gruppo della musica, da cui nessuno si aspettava gran che, stupisce dando, dopo l’analisi storica, un saggio di ritmo Ska completo di

proiezione del testo e della traduzione del brano. Insomma, il banchetto serale nella mensa al liceo è meritato, vista anche la difficoltà del lavoro di squadra tra nazionalità diverse. Forse è stato proprio questo, assieme ai rari ma fortunati momenti privi di qualunque attività e dunque favorevoli per il dialogo, a insegnarci a sormontare le differenze da cui nascono i famosi stereotipi. Non che prima dessi loro tanta importanza, non fraintendetemi, non sono mai stato un sostenitore delle diversità razziali. Però, dopo aver vissuto un’esperienza con un gruppo così variegato e multiculturale, posso dire di sentirmi un po’ più stretto in quel famoso abbraccio di fratellanza Europeo. Mentre il mio corrispondente mi parlava in Inglese, io rispondendogli in Francese scoprivo che ascoltava la mia stessa musica. Mentre inciampavo sui congiuntivi parlando agli Spagnoli, scoprivo che avevano il mio stesso film preferito. E con le tedesche, con cui non condividevo nemmeno la lingua (io in tedesco so solo recitare l’Inno alla Gioia; loro in italiano sanno solo cantare Umberto Tozzi), ho scoperto di condividere praticamente tutto il resto. Eppure, credo fermamente che se tutte quelle persone fossero state della mia nazionalità, e mi fossi trovato a lavorarci insieme, non avrei imparato così tanto da loro. Allora viva, viva le differenze! Faranno anche paura, ma sono loro a renderci interessanti. Loro ci hanno permesso di condividere le nostre idee. In altre parole? Ci hanno fatto comunicare. Che era lo scopo del progetto. Altro che analisi di prime pagine: Il più grande obiettivo del Comenius, l’abbiamo raggiunto da soli.

Intervista a Clara Grano, referente nazionale ERASMUS di Bonacˇ L’Agenzia Socrates Italia si occupa, nell’ambito dell’Unione Europea, di mobilità internazionale a tutti i livelli, fra i quali l’Erasmus. Qual è la situazione attuale? Quali Paesi partecipano ai progetti di scambio e quante persone ne hanno finora usufruito? L’Agenzia Nazionale Socrates Italia è stata designata dal MIUR a gestire il programma comunitario Socrates, promosso dalla Commissione Europea per la cooperazione internazionale nel campo dell’istruzione a tutti i livelli. Queste le attività dell’ufficio Erasmus dell’Agenzia Nazionale: verificare la corretta applicazione delle norme comunitarie; promuovere il programma e le opportunità offerte; gestire il contributo erogato all’Italia ripartendolo tra tutti gli Istituti partecipanti; gestire la mobilità degli studenti e dei docenti del programma Erasmus; coordinare le attività di tutti gli uffici Erasmus italiani; promuovere il processo di Bologna in Italia; collaborare con le altre Agenzie Nazionali e con la Commissione Europea, nonché con le Agenzie degli altri programmi comunitari in materia di mobilità internazionale (come Leonardo da Vinci, Erasmus Mundus, Europass). Il programma Erasmus ha coinvolto, dal suo esordio (a.a. 1987/88), quasi due milioni di studenti in tutta Europa e oltre 20.000 docenti (dall’a.a. 1997/98) con il coinvolgimento di oltre 2.400 Istituti di istruzione superiore di 31 Paesi (i 27 stati membri; EEA: Islanda, Liechtenstein, Norvegia; Candidata all’adesione: Turchia). Oltre alla mobilità internazionale degli individui, elemento di maggior successo, vale la pena ricordare che Erasmus prevede anche il supporto a progetti di cooperazione tra Istituti di istruzione superiore, nonché alla costituzione di reti tematiche su varie

discipline. Quali sono i vantaggi legati alla possibilità di studiare/lavorare/ricercare all’estero? E i valori aggiunti di chi ha viaggiato rispetto a chi rimane nel proprio Paese? Poco nota è la mobilità dei docenti, che possono svolgere un breve periodo di docenza all’estero; occasione, questa, indispensabile per predisporre le basi per una mobilità di qualità degli studenti Erasmus del proprio Ateneo e per garantire il riconoscimento dei piani di studio. Un’esperienza di studio all’estero con lo status di Erasmus è l’opportunità di conquistare autonomia, di conoscere nuove culture, di scoprire e confrontarsi con diverse realtà, di imparare a ragionare senza pregiudizi e di sintonizzarsi su più frequenze linguistiche con il vantaggio di stringere amicizie insostituibili e incomparabili. Spesso studenti Erasmus durante il periodo di studio all’estero prendono contatti e pongono le basi per stages o collaborazioni future, tornano quindi nel proprio paese per laurearsi e poi fuggire – letteralmente! – nel “Paese Erasmus” per continuare la loro vita all’estero; altri risultano avvantaggiati nei colloqui di lavoro, dal momento che il datore richiede e vede di buon occhio un’esperienza di carattere internazionale nel curriculum dello studente, grazie alle qualità acquisite in termini di competenze linguistiche, apertura culturale, capacità di adattamento e di lavoro di gruppo; altri ancora non smettono più di “muoversi” in giro per l’Europa o, addirittura, per il mondo, “drogati” delle altre culture! Può fornirci qualche dato statistico riguardo l’Erasmus in Italia (sia studenti italiani che partono che studenti stranieri che arrivano)? Quanto il Progetto è cresciuto negli anni e quali iniziative future si prospettano?

Erasmus un anno dopo di Valentina D’Agnano È già passato un anno da quando arrivai in quel di Besançon, tra il verde e le pecore…come dicevano allora i miei amici. Si parte sempre pieni di aspettative: si mescola qualche leggenda metropolitana, il racconto dell’amico ce c’è andato, magari i suggerimenti di un professore, e ci si crea tutto un mondo. Poi si ARRIVA…e

lì cominciano i guai: a seconda del livello di conoscenza della lingua si può facilmente riuscire ad arrivare in possesso delle chiavi della propria stanza (che si è previdentemente riservata in precedenza), oppure restare ore a dialogare a gesti con la signorina della reception per poi capire che cercava solo di chiedere a che piano si preferisse alloggiare. Ma davvero credete che i problemi siano finiti? Illusi! Ora parte la trafila per compilare i vari moduli che attestano che si è arrivati, che si è vivi, in buona salute e sempre convinti ad affrontare l’università straniera. Speravate che la burocrazia esistesse solo in Italia, ma no! Dopo le solite

risposte scaricabarile che ti fanno girare a mo di trottola per gli uffici universitari sparsi per la città, alla fine, forse, si intravede un barlume chiarezza. Ma sopraggiunge l’oneroso problema “esami” che - come gentilmente mi è stato fatto notare - somiglia più ad una caccia al tartufo: si cerca scavando tra le pagine di siti in disuso, fascicoletti piccoli e grandi l’esistenza di esami che abbiano qualcosa a che vedere con quelli che si sarebbe dovuto sostenere a casa propria. Consigli? 1- cominciate a cercare prima di partire, non troverete molto, ma per lo meno sarete pronti psicologicamente. 2- non partite con la speranza che i “referenti” nell’università che vi accoglie vi aiutino a trovare gli esami, purtroppo spesso ne sanno meno di voi. 3- ovviamente non scoraggiatevi miei cari, i problemi sono fatti per essere risolti, non scappate a casa dalla mamma dopo due settimane (l’ho visto con i miei occhi quest’anno). Alla fine tutto si sistema, a mie spese ho imparato che è meglio prenderla con un po’ di filosofia, altrimenti oltre l’esaurimento non si ottiene molto. Ad ogni modo queste sono solo le prime settimane…al massimo un mese, poi arriva il bello (che

In Italia la mobilità continua a crescere, con quasi 17.000 studenti Erasmus per anno accademico e oltre 13.000 studenti stranieri (Erasmus) in entrata! Il nostro Paese si posiziona tra i primi quattro partecipanti ad Erasmus per i successi raggiunti nella mobilità. Qualche dato per gli amanti delle statistiche: gli studenti Erasmus italiani in mobilità sono più donne che uomini, trascorrono all’estero in media un semestre accademico e prediligono mete quali Spagna, Francia e Germania. A partire dal 2007 Erasmus offrirà una nuova opportunità agli studenti universitari: trascorrere un periodo di formazione, oltre che di studio, all’estero (Erasmus placement), opzione che dovrebbe favorire la crescita di Erasmiani nelle università e nelle imprese in maniera esponenziale… pronti per l’invasione?!

A chi possono rivolgersi gli studenti che intendono partecipare al Progetto Erasmus? E dove possono trovare informazioni generali sulla mobilità internazionale europea? Gli studenti interessati ad avere informazioni su Erasmus possono consultare il sito internet dell’Agenzia Nazionale (www. indire.it/socrates/eramus/index.htm) o inviare un messaggio via e-mail all’indirizzo [email protected] o telefonare al n. 06/54210483. I più curiosi potranno chiacchierare nella comunità virtuale Caffè Erasmus (www.caffeerasmus.it) con chi ha già vissuto questa esperienza o sta per viverla. Coloro che sono interessati ad avere informazioni sulle altre opportunità di mobilità internazionale potranno consultare la sezione “Link utili” del sito internet dell’Agenzia Nazionale – settore Erasmus.

in realtà c’era anche prima, ma presi dalla disperazione forse non l’avevate notato). Vedrete ben presto che essere ERASMUS è uno status, un mondo a sé, un modo particolare di vivere l’Università: non si può non creare una piccola comunità a se stante, si è tutti sulla stessa barca, soli in terra straniera, soli nel campus il fine settimana quando gli indigeni tornano a casa, quindi ci si unisce e si creano legami forti e profondi. Ma è sbagliato chiudersi nel gruppo, biso-

gna familiarizzare con gli abitanti del luogo, non sempre avvezzi a slanci di solidarietà (ovviamente vietato generalizzare). Insomma, lo rifarei. E non solo per il lato festaiolo dell’esperienza: apre uno squarcio, una via percorribile che non necessariamente prima si vedeva, chiaramente non è obbligatorio prenderla, ma è una nuova possibilità. Le mie aspettative? non ho trovato esattamente ciò che mi attendevo, ma chi ha detto che sia un male?

Via Mentana, 4 - Pavia - tel. 333.1950756 email: [email protected] - internet: inchiostro.unipv.it Anno 12 - Numero 73 - 1 giugno 2007 Il giornale degli Studenti dell’Università di Pavia Iniziativa realizzata con il contributo concesso dalla commissione A.C.E.R.S.A.T. dell’Università di Pavia nell’ambito del programma per la promozione delle attività culturali e ricreative degli studenti.

Direttore responsabile: Alberto Bianchi Tesoriere: Elisa Zanola

Stampa: Industria Grafica Pavese s.a.s.

Webmaster: Alessio Palmero Aprosio

Numero speciale

Redazione:

realizzato con il contributo dell’Ufficio Mobilità Studentesca e della Consulta Provinciale degli Studenti.

Roberto Bonacina, Walter Patrucco, Irene Sterpi, Rossana Usai, Valentina D’Agnano, Francesco Rossella, Alberta Spreafico, Andrea Giambartolomei, Francesca Macca, Giulia Schiavetta, Elena Provenzi, Alessio Palmero Aprosio, Luca Restivo, Raffaele D’Angelo, Gabriele Ruberto, Marco Pedone, Manuela Ragni, Paola Cabutto, Giulia Bertuzzi, Alice Gioia, Elisabetta Rossi Berarducci Vives.

Registrazione n. 481 del

L’agenda di tutti gli appuntamenti è su http: //inchiostro.unipv.it

LA VOCE DI... ERASMUS

Registro della Stampa Periodica Autorizzazione del Tribunale di Pavia del 23 febbraio 1998 Tiratura: 3500 copie. Questo giornale è distribuito con la licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike. Fondi Acersat “Inchiostro”: 7.000 Euro.

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ERASMUS SI', ERASMUS NO

ERASMUS NO(n) PART(i)Y

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(Fatti ispirati ad avvenimenti reali)

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di Matteo Bertani Sei uno studente universitario aperto alle nuove esperienze? Bene. Vuoi vivere un periodo di studio all’estero finalizzato al miglioramento della tua preparazione? Meglio. O anche solo vuoi farti un viaggetto parzialmente spesato dalla tua università e dolcemente coccolato da quella ospitante? Meno bene ma siamo tutti stati bambini. In ogni caso, volenteroso o festaiolo, potrebbe sempre andarti così... 1) Ti interroghi circa la necessità di presentare un certificato di conoscenza della lingua inglese, nonostante tu abbia seguito e superato da tempo l’esame di lingua all’università e nonostante ti sia abituale studiare su libri in inglese. a) Non appena ricevi conferma dell’assegnazione della borsa mandi un mail al coordinatore ERASMUS dell’università ospitante -> vai alla 2A b) Fai finta di niente, tanto agli studenti stranieri in Italia non viene richiesta alcuna certificazione di alcun tipo, e tu sai bene, normalmente l’italiano non lo capiscono affatto -> vai alla 2B 2A) Non avendo ricevuto risposta tra giugno e settembre ti rechi nell’ufficio di un professore della tua Università che sai collaboratore con quella ospitante e chiedi spiegazioni al riguardo. Lui ti tranquillizza sull’inutilità della questione, essendo gli atenei stranieri ben consci della validità degli studenti pavesi. a) Essendo tu umilmente propenso al rispetto delle regole, ti preoccupi almeno di certificare un tuo precedente periodo di studio nel paese di riferimento. -> vai alla 3A b) Essendo sicuro delle tue enormi capacità , più volte dimostrate, decidi che non è il caso di perdere tempo ulteriore con queste formalità ingiustificate -> vaI alla 3B

3A) Il sito dell’università ospitante è impreciso e poco curato: link inesistenti, pagine obsolete, nonostante le lezioni lo siano, spesso non in inglese, mancanza di riferimenti specifici ai corsi che vorresti seguire. Questi ultimi non sono nemmeno divisi per Facoltà, alle quali di norma gli accordi fanno affidamento. Inoltre i tuoi interessi essendo particolari, potrebbero indurti a seguire insegnamenti istituiti da Facoltà di area diversa. a) Non volendo rischiare di non rispettare gli accordi compili con largo anticipo il Learning Agreement e mandi il tutto per fax , sperando che la rapidità venga premiata e corrisposta -> vai alla 4A b) Fingi di voler fare più corsi di quanto non ti interessi, almeno sicuro di venire accettato, rispettando l’ammontare dei crediti standard all’interno di un corso di laurea sicuramente valevole entro l’accordo -> vai alla 4B 4A) Nessuna notizia ufficiale, ma nel frattempo l’Housing Office ti da una settimana di tempo per confermare l’alloggio che ti propongono. In caso contrario quando arriverai là avrai sempre qualche giorno per accomodarti. a) Nonostante manchino certezze riguardo la tua accettazione confermi e sottoscrivi il pagamento della prima retta, per non ingenerare maggiore disagio all’interno dell’apparato burocratico. b) Non ti preoccupi più di tanto: quando sarai là un posto dovranno trovartelo per forza. 5A) Le settimane ed i mesi passano, le risposte tardano, su tua iniziativa scopri che corsi che ti interessavano sono stati soppressi o sostituiti. Ti mobiliti per cambiare i documenti e scopri che all’ufficio mobilità manca il rinnovo dell’accordo per l’anno accademico in corso. Nessuno sa se sia possibile istituire la borsa assegnatati da 6 mesi. Tra 2 dovresti partire. a) Inizi un calvario di mail incrociate, telefonate internazionali, pellegrinaggi in

ERASMUS PER SEMPRE?

tra, e grazie alla pazienza dei dipendenti dell’Ufficio Mobilità, riesci comunque a venire accettato con ben 3 giorni di anticipo rispetto alla tua partenza. Naturalmente hai attuato alcuni espedienti, tipicamente italiani, per raggirare determinati vincoli: ad esempio hai fatto credere di essere interessato a seguire un numero di esami maggiore rispetto a quello che pensi farai, essendo né più né meno quello che ti sarebbe richiesto in Italia. Insomma... gli accordi internazionali, il progetto ERASMUS, la mobilità studentesca, sono tutta una serie di procedure che, pur essendo istituite da tempo, sponsorizzate e reclamizzate a dovere, non sanno garantire l’accesso semplice e sicuro ad un periodo di studio all’estero. Ciò che si richiede è pazienza, equilibrio psicologico, perseveranza, speranza e, non ultime, eventuali conoscenze personali tra i professori di una e dell’altra Università. Se ancora state cercando la parte riguardante il profilo B, queste due righe escluse, non sarete accontentati. Semplicemente noi apparteniamo all’altra parte dell’esistenza. Quella seria e volenterosa. Forse è questo il nostro difetto.

foto di Mattia Pastorani Erasmus a Galway (Irlanda)

L’Università degli Studi di Pavia festeggia i 20 anni del programma Erasmus

ERASMUS: CRONOLOGIA DI UN SOGNO

BUON COMPLEANNO, ERASMUS!

di Paola Cabutto La prima volta che ho sentito parlare di Erasmus è stata quando un animatore della parrocchia della mia piccola e ridente cittadina mi disse: “Ciao! Vado qualche mese a studiare in Francia”… Al che io, giovane ed ingenua fanciulla, ho pensato che quello che il mio amico - brillante studente di medicina a Torino - andava a fare era un’esperienza appannaggio di pochi fortunati cervelloni. Il mio secondo approccio con questo progetto è avvenuto al Liceo quando, parlando dell’Università con una mia amica, lei, molto candidamente, mi disse: “Io dopo la maturità voglio fare l’Erasmus! ”. Al che io, sempre giovane, un po’ meno ingenua ma comunque ignorante in materia mi sono chiesta se una cosa del genere fosse mai possibile, già stuzzicata dall’idea di partire, viaggiare e cavarmela da sola fuori casa. 2 ottobre 2006: primo giorno da studentessa universitaria alla presentazione del C.I.M., un po’ spaesata ma attirata dalle mille proposte, sono rimasta affascinata dal racconto/testimonianza di un entusiasticissimo “reduce” Erasmus e da lì in poi la mia immaginazione, la mia voglia di viaggiare e la mia passione per l’estero, in particolare per tutto ciò che è Regno Unito, hanno gettato le basi per quello che è in seguito diventato un vero e proprio sogno. 2 aprile 2007: dopo aver corso come una pazza per riuscire a barcamenarmi tra il bando generale, quello integrativo, le domande, le scadenze per la consegna e soprattutto le paure e i dilemmi esistenziali sull’eventuale possibilità di resistere per più di un mese lontana da casa, è arrivata La Telefonata: ce l’ho fatta! Un passetto verso il mio sogno è stato compiuto; ora bisognerà prendere il coraggio a quattro mani e lanciarsi senza troppi dubbi in quest’avventura. Ciò che mi ha mosso nello scrivere queste righe era di raccontare l’Erasmus dal mio punto di vista: a questa breve storia ne seguiranno altre più divertenti, più vissute, più... …la cronologia è finita, ora inizia il sogno!

uffici, sperando di scoprire cosa stai sbagliando e come rimediare -> vai alla 6A b) Sapendo che non ci sia nulla da rimproverarti aspetti tranquillo e sereno. Intanto prepari i bagagli con calma. -> vai alla 6B 6A) Finalmente a 2 settimane dalla partenza giunge la notizia: sei stato respinto! Non hai presentato corsi entro la Facoltà prevista dall’accordo, non hai scelto corsi attivati sufficienti al numero di crediti necessario, non hai presentato una valida prova che certifichi la tua padronanza con la lingua inglese. a) Hai rispettato tutte le scadenze, prenotato il biglietto, preso casa come suggerito, quasi obbligato. Sei davvero interessato all’opportunità e non ti dai per vinto. Nelle ultime due settimane ti batterai per avere ciò che ti spetta. -> vai al profilo A b) Sospiri e giri i tacchi. Tanto era solo una vacanza spesata. Ce ne saranno atre. Al massimo paga papà -> vai al profilo B profilo A) Per tua fortuna, per tua testardaggine più che altro, per merito di un professore della tua Università che conosce personalmente un Professore dell’al-

Studente Erasmus, cittadino d’Europa 31 maggio 2007

• de’ ore 21.00 - Chiesa di San Luca: Concerto a cura dell’Orchestra Universitaria Camerata Bardi • ore 21.00 - Aula del 400: Proiezione del film “L’appartamento spagnolo” di Cedric Klapisch Introduzione a cura del Prof. Nuccio Lodato 1 giugno 2007

• ore 9.30 - Aula del 400: “Comenius oggi, Erasmus domani”, incontro tra gli studenti delle scuole superiori ed ex studenti Erasmus dell’Ateneo Pavese. Coordina la Prof.ssa Maria Antonietta Confalonieri, Delegato del Rettore per la Mobilità Studentesca Internazionale

• Shaw, ore 11.00 - Aula del 400: Estratto dalla rappresentazione del “Pygmalion” di George Bernard a cura delle classi 4AL e 4DL dell’Istituto A. Cairoli, diretta da Vera Cantoni • ore 11.00 circa - piazzale della Stazione: Arrivo dell’ Erasmus Van, pulmino di rappresentanza di Esn - Erasmus Student Network • aoreseguito 11.45 - 12.00 corso Cavour, Strada Nuova: Corteo di biciclette di ex studenti Erasmus dell’Erasmus Van • dalle 12.00 – Aula del 400: Saluto delle Autorità all’Erasmus Van Esecuzione dell’Inno Europeo a cura del Coro del Collegio Cairoli • dalle 12.30 circa – Cortile Sforzesco: Taglio della Torta di compleanno Inaugurazione della mostra fotografica “Open your eyes: la mia città Erasmus” a cura di Inchiostro

• Ore 13.00: trasferimento dell’Erasmus Van dall’Università al Castello Visconteo • Dalle 13.30 alle 18.00- Castello Visconteo: ESN Stand, a cura di ESN Pavia/STEP Documentazione sul Network ESN - Allestimento zona ristoro con intrattenimento



Visita dei Musei Civici e del Teatro Fraschini

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