Il Vero Olocausto

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LETTERA APERTA IL VERO OLOCAUSTO Negare la Shoa è da stolti, se non altro perché esistono prove, documenti storici, foto e testimoni, alcuni tuttora viventi. Si può semmai ragionare sui numeri denunciati, in quanto sembra, da studi recenti, che non ci sia proporzione fra il numero dichiarato delle vittime, (sei milioni, cioè più del doppio degli abitanti di Roma!) e gli strumenti di morte a disposizione nei lager. Inoltre gli Ebrei si sono “accaparrati” in un certo senso, l’esclusiva assoluta dell’olocausto quando invece è risaputo che molti dei detenuti erano anche di altre nazioni e religioni. In realtà, accanto alla Shoa ebraica, che è stata presentata come lo sterminio peggiore nella storia del mondo, esiste un altro olocausto, ben più grave, un “olocausto planetario” perchè ha coinvolto l’intera umanità durante il ventesimo secolo, un olocausto terribile sul quale è caduto il silenzio e che è stato completamente escluso dal “Giorno della memoria”. Si potrebbe chiamare l’olocausto delle ideologie più aberranti del ventesimo secolo, quelle che hanno dato vita non solo al Nazismo, ma al Comunismo, all’Anarchismo, al Fondamentalismo islamico ecc. Di solito i più accaniti celebratori dei crimini della shoa sono i comunisti più che gli Ebrei, perché si gloriano di mettere sul banco degli imputati proprio i loro antagonisti politici, cioè i nazisti, che rappresentano la destra, presentata agli occhi del mondo come l’apice della criminalità. In realtà nazismo e comunismo provengono dalla stessa radice di violenza e di perversione nata verso la fine del 1800, prima in teoria, ad opera di un pensatore ebreo Karl Marx, morto nel 1883, fondatore del social comunismo, e poi nei fatti, per mezzo della rivoluzione bolscevica del 1917. Marx era un ebreo che visse sulle spalle di altri ebrei senza mai lavorare in vita sua, né mai conoscere un operaio o una fabbrica, e che scrisse una sorta di infamità contro i suoi ex correligionari e contro qualunque altra fede religiosa, in particolare il Cristianesimo, da lui definita “l’oppio dei popoli”. 1 Infatti tra i più accaniti “manovratori” della guerra bolscevica del 1917 troviamo proprio gli Ebrei russi comunisti atei, salvo poi finire anch’essi nelle “purghe” staliniste perché tacciati di essere “capitalisti” e quindi nemici del popolo. 2 Ma qualche tempo dopo Stalin cambio strategia: mentre ordinò di distruggere le chiese ortodosse e cattoliche, impedì che si toccassero le Sinagoghe perchè “ammansito” dal sostegno finanziario che le lobbies ebraiche gli avevano offerto in cambio della loro incolumità. Resta comunque il fatto che Nazismo e Comunismo hanno la stessa radice comune di perversione e di violenza, concretizzata nella Germania di Hitler con il Nazi-fascismo, e nella Russia di Stalin con il social-comunismo, entrambe comunque caratterizzate dalle stesse mire imperialistiche di egemonia politica e sociale che, strumentalizzando il popolo con false illusioni di rivendicazioni assurde, inevitabilmente finiscono con uno scontro violento, sterile e distruttivo. A quale progresso e conquista civile ha infatti portato il regime comunista in 70 anni di egemonia in mezza Europa? Sono così strettamente congiunte queste due ideologie, nazista e comunista, che hanno portato gli esponenti nazisti fuggiti in America subito dopo la guerra, a collaborare col KGB russo, come ad esempio il delfino di Hitler, Martin Bormann che, divenuto un agente operativo al servizio dei sovietici in Sudamerica, lanciò nel 1949 un appello a tutti i nazisti rifugiati in America perchè lavorassero per Mosca. Il più grande protettore di questi nazisti che vivevano in Cile fu lo stesso presidente social-comunista, Salvador Allende. 3 Ma il comunismo (definito da Pio XII “intrinsecamente perverso”) a differenza del nazismo, ha avuto la furbizia di saper nascondere i suoi crimini sotto un muro di silenzio che nessuno fino ad oggi è riuscito a sfondare completamente, nonostante vari tentativi. Mai si parla di olocausti di matrice comunista e questo non rende onore né agli storici né ai politici. Ricordiamone qualcuno.

1

H. Belloc, Gli Ebrei, Ed. Cavinato. R. Hilberg, La distruzione degli Ebrei d’Europa, Einaudi, 1995 3 R. de Mattei, E.Nistri, M.Viglione, Alle radici della storia, vol. 3. ed. Agedi 2

1. Gulag disumani collocati per lo più tra i ghiacci della Siberia dove hanno trovato la morte per gelo milioni di uomini, non solo Ebrei, ma soprattutto cattolici. Rudolf Hesse, segretario di Hitler inviato nel 1935 in URSS per studiare i campi di sterminio comunisti allo scopo di realizzare poi quello di Auschwitz, si lamentò con Hitler perché i russi eliminavano più facilmente le loro vittime in quanto bastava far lavorare i prigionieri a 40 gradi sotto zero, gettando poi i corpi in fosse scavate opportunamente nel ghiaccio: “Noi invece, si lamentò Hesse, dobbiamo ricorrere a sistemi complessi e costosi fatti di macchine, treni, campi e forni!” 2. Lo sterminio di 10 milioni di contadini russi Kulaki ad opera di Stalin ai quali il governo comunista aveva confiscato la terra, sterminio che ha avuto ripercussioni su tutta la Russia la quale, da granaio d’Europa che era, fu costretta ad elemosinare il pane dallo straniero dopo aver visto morire la sua gente di fame.4 3. Foibe terrificanti nelle quali venivano fatti precipitare tutti quegli italiani caduti nelle mani dei comunisti iugoslavi, dopo le spartizioni territoriali dell’ultima guerra; 4. Migliaia di sacerdoti, suore e laici uccisi barbaramente durante la guerra civile spagnola negli anni ’30, ad opera dei comunisti, considerata una delle guerre più violente del secolo; 5. Stessa sorte toccata a migliaia di cristiani messicani (los Cristeros) che si opponevano al regime comunista ateo, salito al potere nel Messico. 6. L’olocausto del popolo armeno ad opera dei musulmani turchi. 7. Nella seconda metà del ‘900 il genocidio del popolo Cambogiano ad opera dei comunisti, assieme allo sterminio di milioni di “dissidenti politici” sia nelle Nazioni europee assoggettate dalla Russia comunista, sia nel resto del mondo: a Cuba, nella Corea del Nord, nel Vietnam, in Cina ecc. La storia dell’imperialismo e del terrore comunista in tutto il mondo nello spazio di poco più di mezzo secolo ha portato ad un costo totale di circa 212 milioni di vittime in tutto il mondo, ma di queste non si fa memoria.5 8. Attualmente, all’inizio del terzo millennio, ogni giorno continuano ad essere massacrati migliaia di cristiani, in prevalenza dove vige la Shari’ah islamica, calcolati intorno alle 160.000 vittime all’anno6 Uno degli ultimi episodi più terribili è stato il massacro di 250 cristiani in Nigeria in poche ore a causa di una banalissima frase su Maometto! Adesso è l’Africa uno dei centri delle guerre del fondamentalismo islamico dove i musulmani avanzano uccidendo i missionari e distruggendo tutte le loro opere sociali in favore delle popolazioni più povere. Ma anche questo viene fatto passare dai media come una semplice guerriglia tribale e locale. “Questo secolo dilaniato dalle ideologie, drogato dai successi tecnici inneggianti al delirio di onnipotenza dell’uomo sganciato dal suo Creatore, rimarrà come uno dei più crudeli e disumani nell’esperienza dell’umanità. Milioni di esseri umani sono stati sacrificati dall’odio, guerre crudeli e devastanti hanno attraversato quasi tutte le regioni del pianeta, idee impazzite e principi deliranti hanno costruito lager, gulag, foibe, forni crematori, hanno giustificato genocidi, pulizie etniche, deportazioni forzate, violenze e terrorismi che non hanno risparmiato esseri innocenti e indifesi. Un secolo duro e violento, un secolo in cui la dignità della persona umana ha subito violenze e umiliazioni che hanno pochi riscontri in altre epoche della storia. Questa progressiva pazzia si è scatenata contro Dio e perciò contro l’uomo, e ha fatto di questo secolo, secondo le parole di Giovanni Paolo II “un secolo di martiri”.7 Per il Centro Culturale Nicolò Stenone di Verona Patrizia Stella [email protected]

4

E. Corti, Il cavallo rosso, Ed. Ares AA.VV. Il libro nero del comunismo, Ed. Mondadori 6 A. Socci, “I cristiani perseguitati” Ed. Piemme 7 F. Rancan, Il senso del vivere, Ed. Ares - Milano 5

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