Il Sole 24 Ore 24.07.2009

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Venerdì24Luglio2009

Lavoro. Parte la vertenza per il rinnovo del contratto – Fiom, Fim e Uilm si presentano con due proposte

Associazionismo.Parlal’imprenditoreFrancoMoscetti

Tavolounicoperimeccanici Federmeccanica chiarirà quale piattaforma sarà oggetto di trattativa

«Perché ho lasciato l’Assolombarda» IMAGOECONOMICA

Giorgio Pogliotti ROMA

Il tavolo è unico, ma le piattaformesindacalisonodue.Perchè due sono i modelli contrattuali di riferimento per le organizzazioni dei metalmeccanici: Fim-Cisl e Uilm si richiamano al nuovo assetto, definito con l’accordo di palazzo Chigi del 22gennaiosiglatodatutteleparti sociali, con l’esclusione del sindacatodi GuglielmoEpifani, con durata triennale ed aumentilegatialnuovo indicatoreprevisionale – l’Ipca, indice armonizzato dei prezzi al consumo – depurato dell’inflazione dei benienergetici.Mentreper laCgil fa ancora fede l’intesa del 23 luglio del 1993, con rinnovi di duratabiennaleperlaparteeconomica e quadriennale per quella normativa, ed aumenti legati all’inflazione programmata.

Sono queste le posizioni in campo alla vigilia della vertenza che si apreoggi in Confindustria per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, in scadenzaafine anno.Federmeccanica e Assistal hanno inviato due lettere distinte alle organizzazionisindacali perconvocarle al tavolo, dove presumibilmente oggi si farà chiarezza su quale piattaforma sarà oggetto della trattativa. Vediamo nel dettaglio i contenuti delle due piattaforme. Per la Fiom la trattativa è sul

IN FABBRICA

Le tute blu di Cisl e Uil hanno consultato i loro iscritti e ottenuto 204.709 si (97%), mentre per Cgil bisogna sentire tutti i lavoratori

biennio economico 2010/2011, poichè è giudicato ancora valido il quadriennio normativo siglato il 20 gennaio 2008 in scadenzaafine2011.LaFiomproponeincrementiretributividistribuiti su 5 fasce di reddito (per la quinta l’aumento è di 130 euro), estesi ai metalmeccanici in cassa integrazione. Come elemento perequativo per i lavoratori delle imprese in cui non si fa contrattazione aziendale l’aumento proposto è di 35 euro al mese (455 euro l’anno). Nella piattaformala Fiom si spinge fino a chiedere al Governo di detassare tutti gli aumenti richiesti, ampliando la portata della legge 2 del 2009 che sottopone alla cedolare secca del 10% gli incrementi di produttività del contratto aziendale. E sollecita leaziendealbloccodeilicenziamenti,con un pianostraordina-

rio di formazione professionale e per la sicurezza sul lavoro. Per applicare le nuove regole contrattuali Fim e Uilm hanno deciso di disdettare la parte normativa, mentre per la parte economica la piattaforma riguarda il triennio 2010-2012, con richieste «in linea con le previsioni dell’Isae». L’incremento retributivo medio proposto è del 6% (113 euro al quinto livello). «Chiediamo anche che il recupero dei differenziali salariali per eventuali scostamenti tra inflazione prevista e reale – spiega Giuseppe Farina (Fim) – venga effettuato a giugno 2011 per i primi 18 mesi e a dicembre 2012 per i restanti 18 mesi». Come elemento perequativo l’incremento proposto è di 30 euro al mese (390 euro l’anno). Fim e Uilm propongono anche di individuare alme-

no dieci province per sperimentare forme dicontrattazione territoriale nelle piccole imprese dove non si fa contrattazione aziendale. La creazione di un fondo di solidarietà per il sostegno al reddito dei lavoratoriin cassaintegrazioneeil decollo dell’organismo bilaterale entro fine anno sono altri due punti della piattaforma. Le divisioni si estendono anche al metodo di consultazione:Fim e Uilm hanno consultato i propri iscritti e spiegano di aver ottenuto 204.709 sì (97%) alla proposta da presentare al tavolo. Mentre per la Fiom la piattaforma va sottoposta al votovincolantedi tutti i lavoratori – iscritti e non – ed «i risultati saranno resi noti la prossima settimana, al termine della consultazione». © RIPRODUZIONE RISERVATA

La metalmeccanica LA METALMECCANICA Variazioni congiunturali. In percentuale 2008 I

II

III

IV

CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI

LE DUE PIATTAFORME

Migliaia di ore autorizzate

2009 I

Gen.’08

Apr.’08

130 euro Lug.’08

Ott.’08

Gen.’09

Mag.’09

50.000

5

40.000

0 -5

La proposta della Fiom Le tute blu della Cgil hanno presentato a Federmeccanica una piattaforma che prevede un aumento salariale medio di 130 euro per il biennio

30.000

113 euro

20.000

La piattaforma di Fim e Uilm Seguendo i principi del nuovo contratto Fim e Uilm hanno chiesto un aumento di 113 euro per il triennio 2010-2012

-10

10.000

-15

0

Fonte: Federmeccaniccanica-Assemblea Generale 2009

L’a.d. Tagliavia: «Operazione necessaria, siamo un’azienda»

Mtv taglia per chiudere i conti Giuliano Balestreri MILANO

Mtv si scopre vulnerabile. Al crollo della pubblicità e alla crisieconomica:«Stiamoristrutturando l’azienda. Un’operazione difficile, lasceremo a casa 35 persone, ma siamo davanti a un cambiamento epocale» dice Gian Paolo Tagliavia amministratore delegato del gruppo controllato da Ti Media (51%) e Viacom (49%). Complice anche Youtube, la raccolta pubblicitaria della rete cala più del mercato e il passag-

gio al digitale ha messo in crisi il modellodibusiness dellatvanalogica: «L’azienda aveva iniziato a diversificare da tempo, ma la ristrutturazione del broadcaster era necessaria». Una decisionecontrolaqualeidipendentidella società hanno scioperato –perlaprimavoltanellalorostoria – lunedì scorso, ieri e anche oggi rimanendo in stato di agitazione. Alla Repubblicadeglistagisti.it i lavoratori avevano spiegato di aver avviato la protesta dopo la rottura della trattativa con l’azienda, che fino a ieri ave-

va preferito non replicare. «Abbiamo 230 dipendenti a tempo indeterminato, 35 a termineecirca45aprogetto»spiega Tagliavia che aggiunge: «La nostrapoliticanoncambia,continueremo le nostre battaglie, ma dobbiamo fare quadrare i conti. Nel 2007 la tv contribuiva con una redditività positiva, oggi è negativa». I primi sei mesi del 2008 si erano chiusi con un utile di circa 900mila euro, una cifra che dovrebbe essere confermata dalla semestrale della prossima settimana, «ma

con un peso diverso per le singole voci. Vanno bene Mtv Mobile, Playmaker e il digitale. La tv analogica soffre». L’azienda ha quindi preparato un piano di esuberi «senza toccareicontrattiatempoindeterminato» che considerando ancheico.co.proarrivaa80unità. I primi contratti a non essere rinnovati sono i 21 in scadenza tra giugno e agosto, poi altri 14 tra settembre e marzo e infine gli ultimi 45 riguardano il futurodi Playmaker:«Sonocontratti a progetto. Ad agosto non abbiamo nulla, come sempre. A settembre vedremo. Se avremo produzioni richiameremo i nostri dipendenti». Il taglio dei precari ha colpito soprattutto l’immagine di Mtv, una rete considerata da sempre

È la prima intesa operativa del nuovo modello contrattuale - La Cgil non firma

Artigiani: accordo sulla riforma ROMA

Un’una tantum di 115 euro in due tranche per il 2009, con più peso alla bilateralità ed una riduzione numerica dei contratti che dal primo gennaio 2010 passano da 16 a 9. L’intesa di ieri tra Confartigianato, Cna, Casartigiani, Claai, Uil e Cisl – la Cgil non ha firmato – è il primo accordo operativo del nuovo modello contrattuale del 22 gennaio che prende come riferimento per gli aumenti l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) depurato dalla dinamica dei beni energetici importati, al posto dell’inflazione programmata.Ha validitàper il triennio 2010-2012 l’accordo che riguarda un milione e mezzo di artigiani che avevano il contratto scaduto alla fine del 2008. Per la copertura del 2009 è prevista un’una tantum in duetranche;60 eurosonoinar-

rivo a luglio, 55 euro a novembre. Gli apprendisti avranno il 70% (80 euro), sempre in due tranche. Per il 2009, inoltre, scatta un incremento dell’1,5% dei minimi tabellari (circa 15 euro) corrisposto a gennaio 2010. Entro il triennio è previsto il recupero degli eventuali scostamenti tra l’inflazione previstain base agli accordi interconfederali e quella reale, considerando i due indici al netto della dinamica dei prezzi dei beni energetici importati. Un punto dell’intesa riguarda la bilateralità, con l’impegno ad attuare i nuovi istituti

LE CONDIZIONI

Riguarda un milione e mezzo di addetti e ha validità per il triennio 2010-2012 Una tantum per il 2009

da luglio 2010 e la creazione dal prossimo anno di un fondo integrativo sanitario. È stabilita in 29 euro lordi annui la quota per ogni lavoratore dipendente che servirà a finanziare l’intervento integrativo a carico degli enti bilaterali per il sostegno al reddito. Anche le imprese non iscritteagli entibilaterali dovranno provvedere all’erogazionedirettadelleprestazioni versando, dal 1˚luglio 2010, 25 euro lordi al mese per ciascun lavoratore. I contratti si riducono da 16 a 9, con l’impegno a dare copertura contrattualeaisettoriscoperti.Stabilita questa griglia di regole, entro il 31 ottobre saranno avviate le trattative per il rinnovo dei contratti dell’artigianato: il 30 settembre è il termine per le piattaforme. «Il nuovo modello – sottolinea il vicepresidente vicario di Confartigianato, Giorgio

ALIMENTARISTI

Interrotto il confronto Dopo 80 ore di negoziato, sisonointerrotteconunballetto sui numeri, le trattative per il contratto dell’industria alimentare. Secondo Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil hanno abbandonato le trattative quandoerastatoraggiuntounaccordoper136euro,dopoessersirese disponibili a firmare un aumento a 117 euro. Fai-Cisl e Uila-Uildiconoinvececheletrattative si sono interrotte dopo chelaFlai-Cgil,«abbandonandoiltavolounitario,haseparatamente convenuto sull’aumentocomplessivodi147euro invecedei155richiestiinmodo unitario». Ora non sarà facile ricomporrela frattura.

vicinaai giovani.«Abbiamocercatodifarelanostraparte–replica il manager –. Potevamo fare finta di nulla, invece ci siamo seduti a un tavolo: abbiamo offertola Cigeunabuonauscita da 2a 7 mensilità che comunque pagheremo. In cambio chiedevamo la firma di un verbale di conciliazione con l’azienda per evitare contenziosi futuri». E su questo punto l’accordo èsaltato. Per i dipendenti si tratta di una forma di ricatto «per regolarizzare situazioni al limite della legalità».Un’accusa cheTagliavia respinge:«Siamoun’aziendapulita. I contratti sono sempre stati usati correttamente. Chi pensa il contrario lo dica apertamente». La trattativa continua. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA

Merletti – è in grado di attuare finalmente il federalismo contrattuale e di valorizzare la bilateralitàper costruire un nuovo welfare "a misura" della nuovarealtà sociale e delleesigenze dell’artigianato». Merletti auspica «un ripensamento da parte della Cgil», che per voce di Susanna Camusso rispondegiudicando «peggiorativa» l’intesa: «Assumere l’accordo separato del 22 gennaio diverso dal modello artigiano – sostiene la segretaria confederale – e il rifiuto a scorporare la parte sulla bilateralità per trovare una soluzione condivisa non hanno nessuna spiegazione, se non la volontà di rottura. Suonano inutili gli appelli a ripensare». Gianni Baratta (Cisl) giudica«unveropeccato»lamancata firma della Cgil perché «con lacrisiuna rispostaunitariapotrebbe essere una risorsa in più». Per Paolo Pirani (Uil) con l’intesa «si regolamenta la nuova bilateralità diffondendo le nuove tutele e prestazioni a tutti i lavoratori artigiani». G.Pog. © RIPRODUZIONE RISERVATA

di Orazio Carabini

A

mplifon è una società quotata in Borsa, segmento star. Capitalizza oltre 500 milioni di euro, ne ha fatturati quasi 650 milioni nel 2008, ha debiti per 190 milioni eunpatrimonionettodi184milioni. È una multinazionale italiana con 7.600 dipendenti sparsi in 14 paesi del mondo a vendere apparecchi acustici a chi ha problemi di udito. Insomma, una bella azienda, che risente della crisi come molte altre ma è solida e impegnata inunsettoredestinatoasvilupparsi, anche per l’invecchiamento della popolazione. La guida l’amministratore delegato Franco Moscetti (58 anni) che, dopo una lunga esperienza alla francese Air Liquide, ne ha preso le redini quattro anni fa. Moscetti è un personaggio schietto, originario della etrusca Tarquinia (Viterbo). Il tempo libero lo dedica alla corsa, anche con buoni risultati. Ha fondato persino un running club che si chiama Turbolento. Chi lo conosce assicura che non è un tipo fumino, come si dice in Toscana, o incline all’arrabbiatura. Però se si convince di una cosa, si comporta di conseguenza. Così, qualche settimana fa, zitto zitto, si è dimesso dalla giunta dell’Assolombarda e ha ritirato l’iscrizione della Amplifon dalla Confindustria. Il perché ha deciso di spiegarlo al Sole 24 Ore. «Io penso – premette Moscetti – che l’associazionismo sia una cosa molto importante. Sono stato nella giunta dell’Assolombarda per quattro anni quando ero alla Air Liquide e per altri quattro, su proposta dell’ex-presidente Diana Bracco, nella mia veste di amministratore delegato della Amplifon. È importante potersi confrontare sui problemi comuni con altri che fanno business. E poi si fa networking, si stabiliscono relazioni, non tanto per fare affari, ma per dare un contributo, limitato quanto si vuole, a migliorare il sistema. L’Assolombarda è la "territoriale" della Confindustria a cui fa riferimento la Amplifon ed è la sede più appropriata per fare il lavoro che ho descritto». Ma che cosa ha provocato le dimissioni di Moscetti? L’unico evento importante nella vita recente dell’Assolombarda è l’elezione alla presidenza di Alberto Meomarti-

ni, presidente di Snam Rete Gas, società controllata dallo Stato attraverso l’Eni, al posto di Diana Bracco che aveva completato il suo mandato. È quella l’origine del suo "gesto"? «Non ho nulla contro Meomartini – risponde l’a.d. di Amplifon – che conosco e stimo: è una persona per bene e di valore. Se invece devo dare un giudizio sul metodo con cui è stato scelto, beh, non posso dire che mi sia piaciuto». Allora è quello il problema? E perché mai le imprese pubbliche non dovrebbero essere a loro volta rappresentate nell’associazione degli industriali?«Ègiustochesianorappresentate– rispondeMoscetti – anche se su specifici argomenti l’azionista pubblico potrebbeavereunavisionediversa da quello privato. Più in generale, però, direi che il sistema associativo si è evoluto e man mano si è perso lo spirito che lo animava. Noi critichiamo il governo e il parlamento perché non aboliscono le provincemasiamstrutturatisubase provinciale. Dovremmo essere i primi a semplificare e a dare il buon esempio. Ancora: oggilaConfindustria, considerando anche la sua organizzazione territoriale, serve alle piccole imprese e ai grandi gruppi. Le piccole hanno bisognodiservizidiognigenereed effettivamente li trovano. I grandi fannola politica, in senso positivo, contribuiscono a indirizzare i provvedimenti, le scelte, la strategia complessiva del paese o della regione. Le aziende come la mia, quelle medie, sono rimaste nel mezzo. È una modifica genetica». Ma allora è un problema corporativo? «No, il problema è generale e il disagio non è solo mio. È una questione di rapporto di pesi: l’Eni, per fare un esempio, contribuisce più di Amplifon. Io penso che un’associazione di imprenditori debba essere la più indipendente possibile perché il business bisogna poterlo sviluppare sia con la destra sia con la sinistra al governo. E ammetto che ci resto male se le imprese approvano una soluzione per la vicenda Alitalia che prevede la cassa integrazione per un certo numero di dipendenti di ben sette anni. Se ne ha bisogno la Amplifon quando glieli danno sette anni di cassa integrazione?». Che cosa dovrebbe cambia-

Amplifon. Franco Moscetti

EVOLUZIONE

«Il sistema associativo si è evoluto. L’Eni oggi contribuisce più della mia azienda, l’Amplifon: quindi serve un cambiamento» VERTICI

«Non ho nulla contro Meomartini che conosco e stimo. Se poi devo dare un giudizio sul metodo, non posso dire che mi è piaciuto» re per convincerla a tornare sui suoi passi? «Prima di tutto – risponde – una bella cura dimagrante. Non ha senso che ogni struttura provinciale abbia il suo presidente, il direttore generale, magari un centro studi e persino un direttore per l’energia. Oggi esistono mezzi tecnologici che consentono di fare le stesse cose con strutture molto più semplici. Anche se l’Italia resta sempre il paese dei comuni! E poi questa frammentazione si traduce in scelte sbagliate: basta pensare agli aeroporti. Si discute tanto su Milano e Roma, Fiumicino e Malpensa, ma poi nel Nord ci sono più di 20 aeroporti, ciascuno dei quali nasce e cresce con il sostegno dell’associazione locale delle imprese. Non mi sembra il modo migliore per fare sistema e dare al paese le infrastrutture necessarie affinché possa essere più competitivo». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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