Il Mercante

  • April 2020
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  • Words: 2,199
  • Pages: 7
CAPITOLO III IL MERCANTE

3.1 RIASSUNTI DELLE NOVELLE DELLA Il GIORNATA Nella seconda giornata si raccontano vicende di "chi da diverse cose infestato, sia oltre alla qua speranza riuscito a lieto fine". La Il novella della seconda giornata è narrata da Filostrato. Racconta le vicende di un mercante, Rinaldo d'Esti. In viaggio con il suo fante per Verona, era capitato nei dintorni di castel Guglielmo e si era imbattuto in tre masnadieri, i quali, spacciandosi per uomini dabbene, tentarono di derubarlo. Così, uno di quelli chiese al mercante se mentre camminava pregava e Rinaldo gli rispose che recitava delle preghiere al mattino: il Padre Nostro e l'Ave Maria. Pregava anche S.Giuliano perché gli potesse offrire un buon posto per alloggiare la notte. Quando giunsero in un luogo solitario i tre ladri lo assalirono. Il fante di Rinaldo allora fuggì fino al castello, dove, calata la notte, albergò. Rinaldo s'incamminò verso il castello per trovare riparo, ma trovò le porte chiuse e così decise di passare la notte sotto una sporgenza vicina alla dimora di una vedova. Quest'ultima si accorse di Rinaldo e lo ospitò in casa. I due cenarono e trascorsero la notte insieme e il mattino seguente, con le indicazioni della donna, egli tornò al castello, dove ritrovò il fante e tutto ciò che gli era stato rubato così tornò a casa felicemente, mentre i tre malfattori vengono impiccati. La IV novella, narrata da Lauretta, riguarda le vicende di Landolfo Rufolo. Costui era un ricchissimo mercante di Ravello che voleva raddoppiare le sue ricchezze; decise così di partire per Cipro con una nave carica di merci e di tutti i suoi averi, per "fare mercatura". Giunto là però Landolfo si rese conto che c'erano già molti mercanti e non riuscì a realizzare alcun guadagno, anzi perse tutto. Per non tornare a casa più povero di prima cambiò nave e iniziò a fare il pirata. Dopo un anno Landolfo aveva già raddoppiato la sua ricchezza; decise allora di tornare a casa, ma sulla via del ritorno, sorpreso da una tempesta, si riparò in un'insenatura. Qui dei marinai genovesi lo derubarono dei suoi beni e lo rapirono. Durante un naufragio però Landolfo approdò sull'isola di Gurfo aggrappato ad una cassa. Nelle vicinanze vi era una donna, la quale lo portò in casa e lo ristorò per alcuni giorni; gli restituì poi la cassa e lo lasciò andare via. II mercante scoprì che la cassa conteneva moltissime pietre preziose, con le quali se ne tornò a Ravello e visse di rendita fino alla morte. La V novella, narrata da Fiammetta, parla delle avventure del mercante di cavalli, Andreuccio da Perugia. Questi si recò a Napoli con una borsa di fiorini d'oro; qui, mostrando i suoi dénari, attirò l'attenzione di due donne, una delle quali la sera stessa lo invitò a casa sua. Fingendosi sua sorella lo derubò. Le disavventure d'Andreuccio purtroppo non finirono qui; infatti, dopo essere caduto dalla botola della casa della truffatrice e, dopo aver cercato invano di rientrare in casa per riprendersi i denari, decise di tornare all'albergo. Sulla via del ritorno incontrò due contadini che lo condussero ad un pozzo per aiutarlo a lavarsi. I due ladri, visti dei gendarmi avvicinarsi, fuggirono lasciando Andreuccio nel pozzo. Riuscito ad uscirne, ritrovò i due malfattori e con loro si diresse verso la chiesa per rubare dalla tomba dell'arcivescovo un prezioso rubino. Entrato nella tomba Andreuccio consegnò ai briganti tutti i gioielli tranne il rubino, in seguito essi scapparono lasciandolo chiuso dentro. Giunsero poi altri due ladri che spaventati dal mercante fuggirono lasciando la tomba aperta, così Andreuccio si ritrova libero e ricco.

3.2 LA FIGURA DEL MERCANTE PRESENTATA DALLE TRE NOVELLE Da queste tre novelle di Boccaccio emerge la figura del mercante come un uomo che nutre un forte desiderio di arricchirsi e spesso risulta anche avido. Per esempio nella IV novella della Il giornata, Landolfo decide di intraprendere un lungo viaggio, spingendosi verso terre lontane al solo scopo di arricchire il suo patrimonio, nonostante n'avesse già uno notevole. Traspare, quindi, il tema del viaggio che espone i protagonisti a numerosi pericoli. Facendo riferimento alle novelle da noi esaminate, possiamo notare che sia Rinaldo, sia Landolfo affrontano rischi. Precisamente il primo fu assalito da tre masnadieri che gli rubarono tutto il suo denaro, mentre il secondo fu rapito da pirati che in quel periodo navigavano per i mari, diffondendo dappertutto molta paura e terrore. Inoltre l'inganno è una componente che possiamo trovare nelle novelle di Boccaccio. Infatti, i mercanti sono derubati e ingannati da personaggi molto furbi, come la siciliana è i ladri della V novella della Il giornata. Questi, infatti, visto Andreuccio da Perugia, preparano un piano per ingannarlo e derubarlo. In particolare la siciliana fa credere ad Andreuccio di essere sua sorella, mentre i due ladri lo convincono a seguirli e a compiere un furto con loro. Per di più i protagonisti sono guidati nelle loro azioni nell'intelligenza, ma anche dall'ignoranza. Infatti, essi riescono ad arricchirsi perché sono molto abili nel loro mestiere e astuti; tuttavia, a causa della loro ignoranza, in alcune circostanze diventano vittime d'assalti e furti, per i quali da una condizione di ricchezza sprofondano in una condizione di povertà. Questo può essere rilevato nell'ultima novella da noi letta, nella quale Andreuccio crede ciecamente alla siciliana e pensa così di essere veramente suo fratello. Perciò è derubato e in seguito incontra i due ladri, ma ecco che se prima aveva abbandonato per un attimo il suo intuito e la sua sapienza, ora questi riaffiorano facendolo trionfare con la conquista del famoso e prezioso rubino. Inoltre Landolfo perde ingenuamente i suoi averi perché non accontentandosi di ciò che aveva, ha intrapreso dei viaggi lontani da casa per trarre inutilmente dei profitti. Rinaldo, invece, compie l'errore di fidarsi dei tre masnadieri che incontra per strada e quindi per la sua ignoranza perde tutto ciò che possiede. Infine un tema che caratterizza tutte le novelle lette è la fortuna, in altre parole il caso. Andreuccio da Perugia incontra per caso la siciliana e i due ladri o ancora Landolfo per caso approda sulla riva con una cassa piena di preziosi gioielli. Infine, tutte le novelle hanno uno schema simile. I tre protagonisti sono animati dal desiderio di arricchirsi sempre di più compiendo viaggi pericolosi. Dopo una prima disavventura, nella quale non dimostrano di avere furbizia, affrontano altre prove con più consapevolezza. Infine le loro avventure terminano facilmente con il loro trionfo e la riconquista delle loro ricchezze.

3.3 RIASSUNTI DEI SAGGI STORICI J. LE GGFF, L'UOMO MEDIEVALE, cap. VII, IL MERCANTE di A. GUREVIC All'inizio dell'XI secolo nelle città d'Europa il mercante rivestiva un ruolo fondamentale. L'attività commerciale era strettamente legata al brigantaggio e aveva un carattere bellicoso e il mercante esponeva la sua vita ai pericoli sia sul mare che su terra. La Chiesa e la società avevano un atteggiamento contraddittorio nei confronti del mercante. Da un lato la società non poteva farne a meno, ma dall'altro lo descriveva come un uomo non grato a Dio. Solo nel XIII secolo si iniziò a verificare un lento cambiamento. Oltre alla classica suddivisione della società medievale, esistevano altri ordini che comprendevano i mercanti, i quali non venivano più visti in modo negativo ma come elementi necessari per la città e le loro occupazioni erano interpretate come una vocazione divina. I loro beni servivano a soddisfare i bisogni dell'uomo. Intorno al XIII e al XIV secolo i mercanti detengono il potere nella città, controllando la legislazione e sfruttando gli artigiani per ricavare profitto, riuscendo così ad arricchirsi con il loro ingegno e la fortuna. I mercanti, inoltre, diventano anche corsari e intraprendono viaggi. Allo scopo di proteggere i mercanti dai pericoli incontrati nei viaggi nascono le prime compagnie commerciali. E. GARIN, L'UOMO DEL RINASCIMENTO, cap. VI, IL MERCANTE E IL BANCHIERE All'interno del periodo rinascimentale, la caratterizzazione del mercante e del banchiere risulta differente rispetto al periodo medievale. L'interpretazione del mercante rinascimentale ha una duplice prospettiva: egli può essere visto come l'approdo di tutto uno sviluppo anteriore ma anche un punto di partenza. Secondo alcuni storici, nel Cinquecento, il mercante è pervaso da un forte sentimento religioso, mentre prima lo ignorava del tutto. Ciò dipende comunque dalla diversa posizione della Chiesa nei confronti del mercante. Sempre in questi secoli egli mira alla propria autosufficienza e diviene, dunque, un personaggio determinante per l'evoluzione della società europea. Un altro aspetto fondamentale è l'uso del tempo e il saper cogliere il rapporto tra i mesi che scorrono e il guadagno realizzato. Oltre a occupare un posto indiscusso nella società, il mercante ed il banchiere incontrano degli ostacoli, infatti non riescono ad ottenere la stessa considerazione di cui gode la nobiltà. Nonostante ciò, essi non si sono mai opposti alla superiorità dello stato nobiliare ed ecclesiastico. Nel rinascimento si sviluppano diversi tipi di mercante: vi è quello che commercia solo nel proprio paese e viene definito rurale, e quello internazionale che è in società con altri e che opera in diverse piazze. Il mercante non è un operatore specializzato, non guarda la natura della merce ma al profitto. Il mercante inoltre era interessato alla propria istruzione, fondamentale per la buona riuscita dei commerci.

3.4 LA FIGURA DEL MERCANTE PRESENTATA DAI SAGGI STORICI La figura del mercante, esaminata all'interno dei saggi storici, cambia a seconda che esso sia inserito in un contesto medioevale piuttosto che rinascimentale. Nel medioevo l'atteggiamento della società e della chiesa nei confronti del mercante era dispregiativo in quanto esso era considerato uno scandalo pubblico. La Chiesa, infatti, si mostrava contraria riguardo al suo mestiere e lo condannava alle pene dell'inferno ritenendolo un usuraio. L'odio per questo ultimo era tale che in Europa iniziano verificarsi episodi di persecuzione. In questo periodo, inizia a maturare l'idea del Purgatorio come mezzo per limitare la paura dell' Inferno e si diffondono i testamenti, in cui i mercanti organizzavano la loro sistemazione dopo la morte, cercando così di evitare le condanne della Chiesa. Nel Rinascimento vi è un profondo mutamento nella figura del mercante e nel suo modo di avvicinarsi a Dio. La religione, infatti,occupa un posto di rilievo nella vita del mercante accanto alla sua cultura e al desiderio di arricchirsi. Egli non è più condannato da Dio, ma confida nella sua protezione. Tuttavia, sotto questi aspetti la personalità mercantile rimane costante da un periodo all'altro. Il primo obiettivo per un mercante resta sempre Figura n°1: Nave mercantile l'accrescimento del proprio patrimonio e il continuo desiderio di migliorare la posizione sociale. Al secondo posto, ma non è meno importante, egli pone l'istruzione e l'intelligenza, senza le quali è impossibile raggiungere il successo. L'istruzione era fondamentale e il mercante doveva saper spaziare in vari campi della cultura; egli doveva essere in grado di leggere e scrivere e doveva conoscere soprattutto le lingue, la geografia e la matematica, necessari per condurre con successo gli affari. Il mercante svolgeva attività commerciali anche al di fuori della propria città e intratteneva costantemente una vasta corrispondenza, poiché era utile viaggiare e conoscere il mondo. I saggi storici riguardanti il Rinascimento sottolineano il fatto che il mercante deve porre una grande attenzione anche al tempo e al suo utilizzo. Infatti solo così può aspirare a migliorare se stesso, cogliendo il necessario dal movimento delle merci e dal loro sfruttamento, e cercando di conciliare il guadagno e il ricavato in rapporto alle ore e ai giorni impiegati.

3.5 CONFRONTO TRA I SAGGI E LE NOVELLE Tanto nei saggi quanto nelle novelle, il mercante è presentato come un uomo che intraprende viaggi anche in paesi molto lontani. Infatti il suo scopo era quello di arricchirsi, rischiando addirittura la vita solo per cercare di portare a termine le sue imprese. In tutte le novelle che abbiamo letto i protagonisti viaggiano per mare e per terra, in particolare Landolfo Rufolo naviga verso Cipro e viene assalito dai pirati; Rinaldo e Andreuccio, invece, compiono un viaggio per terra, affrontando anch'essi numerosi pericoli. Tutti e due vengono derubati ma riescono a salvarsi grazie all'ingegno. Questa è una delle molteplici qualità che concorrono a delineare la figura del mercante, il quale, come segnalano le novelle e dai saggi storici, per compiere il suo lavoro deve essere coraggioso, ma anche una persona educata in modo da poter conquistare la simpatia generale delle persone con cui entrano in contatto. Molto spesso nelle novelle di Boccaccio queste caratteristiche vengono raggiunte solamente alla fine, per esempio Andreuccio da Perugia, inizialmente è un po' ingenuo, ma, dopo aver affrontato varie disavventure, matura e comprende ì suoi errori. Un'altra caratteristica che accomuna il mercante delle novelle con quello dei saggi è la religione. Nella Il novella, per esempio, il protagonista Rinaldo, durante i suoi viaggi, prega Dio perché possa favorirlo nel guadagno e aiutarlo nella sua attività. Allo stesso modo, nel saggio sul Rinascimento, abbiamo notato che il mercante si affidava alla protezione divina, contrariamente al Medioevo, nel quale si diffuse la pratica del testamento per cercare di salvare l'anima dopo la morte. In conclusione, l'immagine che affiora del mercante nelle novelle rispecchia pienamente l'interpretazione fornita Figura n°2: Rotte mercantili dai saggi storici.

La relazione è stata stilata dal gruppo composto da Arru Stefania,

Mantica Sara, Sconfietti Diana, Traina Manuela e Vaiana Valentina.

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