Introduzione
La camera pinhole
Lenti sottili
La camera prospettica
Modello generale
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Parte 1/3: Formazione delle immagini A.A. 2008-2009 - Corso di Computer Vision
Eugenio Rustico
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Versione: 25 marzo 2009
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La camera pinhole
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5-6 lezioni su Formazione dell’immagine Calibrazione della camera Stereovisione e ricostruzione Web: http://www.dmi.unict.it/~battiato/CVision0809/CVision0809.htm http://www.dmi.unict.it/~rustico
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In caso di dubbi/difficolt`a (in ordine di importanza): 1
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2 3
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4
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Introduzione
La camera pinhole
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La camera prospettica
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La risoluzione di molte problematiche di Computer Vision parte dall’analisi del processo di formazione dell’immagine di una scena. Alcune tecniche di calibrazione e ricostruzione seguono una sorta di reverse engineering di questo processo. Come si forma l’immagine di una scena?
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Introduzione
La camera pinhole
Lenti sottili
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Sommario 1 Introduzione 2 La camera pinhole
La scena Camera pinhole
3 Lenti sottili
Deviazione della luce Equazione fondamentale
4 La camera prospettica
Modello semplice Modello debole Parametri estrinseci Parametri intrinseci
5 Modello generale
Versione lineare Versione matriciale
6 Altri modelli Eugenio Rustico
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La camera pinhole
Lenti sottili
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La scena
Abbiamo una fonte di luce, degli oggetti non completamente trasparenti e una superficie sensibile ai raggi di luce (pellicola, sensore digitale, r´etina, etc.). I raggi di luce vengono rifratti dagli oggetti in modo “caotico”
Eugenio Rustico
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La scena
Ogni punto della scena “influisce” su diversi punti del piano immagine... Eugenio Rustico
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La scena
...e ogni punto del piano immagine `e colpito da raggi provenienti da punti differenti Eugenio Rustico
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La scena
Come facciamo a fare in modo che ogni punto della scena influisca su di un solo punto del piano immagine?
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La scena
Come facciamo a fare in modo che ogni punto della scena influisca su di un solo punto del piano immagine? Una possibilit`a `e quella di costringere tutti i raggi a passare per un foro molto piccolo...
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Camera pinhole
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Camera pinhole
La “scatola” dove si forma l’immagine `e una camera pinhole. Eugenio Rustico
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Camera pinhole
Ma la camera pinhole...
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Ma la camera pinhole... Richiede una superficie con un range di sensibilit`a enorme
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Camera pinhole
Ma la camera pinhole... Richiede una superficie con un range di sensibilit`a enorme Non `e molto pratica (zoomare?)
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La camera pinhole
Lenti sottili
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Le lenti sottili sono un dispositivo ottico pi` u complesso e pi`u flessibile per mettere a fuoco l’immagine di una scena. Possiamo immaginarle come un sottile disco di vetro di un materiale trasparente in cui sono definiti un asse ottico e due fuochi, ovvero due punti particolari dell’asse ottico esterni alla lente stessa.
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Lenti sottili
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Deviazione della luce
Le lenti sono in grado di deviare la luce seguendo due regole:
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Deviazione della luce
Le lenti sono in grado di deviare la luce seguendo due regole: Ogni raggio di luce che entra da un lato della lente parallelamente all’asse ottico viene deviato verso il fuoco che si trova dall’altro lato;
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Deviazione della luce
Le lenti sono in grado di deviare la luce seguendo due regole: Ogni raggio di luce che entra da un lato della lente parallelamente all’asse ottico viene deviato verso il fuoco che si trova dall’altro lato; Ogni raggio di luce che entra da un lato della lente passando per il fuoco esce dall’altro lato parallelamente all’asse ottico.
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Deviazione della luce
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Equazione fondamentale
△
Tramite considerazioni geometriche sulle coppie di triangoli simili PQFl , △
△
△
SOFl e ROFr , TpFr , otteniamo la relazione 1 1 1 + = ˆ z ˆ f Z che `e l’equazione fondamentale delle lenti sottili. Eugenio Rustico
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Equazione fondamentale
1 1 1 + = ˆ z ˆ f Z Questa relazione ha una conseguenza importante: affinch´e l’immagine sia a fuoco, a parit`a di lunghezza focale (i.e. distanza del fuoco dal centro) i punti devono trovarsi alla stessa distanza dalla lente. In altre parole, una lente `e in grado di mettere a fuoco solo una sezione della scena parallela al piano immagine.
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Lenti sottili
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Equazione fondamentale
1 1 1 + = ˆ z ˆ f Z Questa relazione ha una conseguenza importante: affinch´e l’immagine sia a fuoco, a parit`a di lunghezza focale (i.e. distanza del fuoco dal centro) i punti devono trovarsi alla stessa distanza dalla lente. In altre parole, una lente `e in grado di mettere a fuoco solo una sezione della scena parallela al piano immagine. ...ma cosa vuol dire mettere a fuoco, ad esempio, in una macchina digitale?
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Modello semplice
Che il nostro sistema ottico sia un pinhole o una lente sottile, l’immagine che si forma `e una proiezione della scena tridimensionale attraverso il piano di immagine π:
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Modello semplice
△
△
Procediamo nuovamente per triangoli simili: pQO `e simile a PRO, da cui deriviamo: pQ : PR = OQ : OR
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Modello semplice
ovvero:
X Z Y y= f Z che chiamiamo equazioni fondamentali della camera prospettica. x=
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Modello debole
Le equazioni fondamentali della camera prospettica non sono lineari; possiamo per`o renderle lineari al prezzo di una piccola approssimazione.
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Modello debole
Le equazioni fondamentali della camera prospettica non sono lineari; possiamo per`o renderle lineari al prezzo di una piccola approssimazione. Se i punti della scena sono abbastanza distanti dalla camera e le differenze di coordinata Z tra punti differenti sono trascurabili, possiamo approssimare i valori delle Z con una costante Z˜ . Le equazioni fondamentali allora diventano:
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Modello debole
Le equazioni fondamentali della camera prospettica non sono lineari; possiamo per`o renderle lineari al prezzo di una piccola approssimazione. Se i punti della scena sono abbastanza distanti dalla camera e le differenze di coordinata Z tra punti differenti sono trascurabili, possiamo approssimare i valori delle Z con una costante Z˜ . Le equazioni fondamentali allora diventano: X ˜ Z Y y= f Z˜ x=
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La camera pinhole
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Modello debole
Le equazioni fondamentali della camera prospettica non sono lineari; possiamo per`o renderle lineari al prezzo di una piccola approssimazione. Se i punti della scena sono abbastanza distanti dalla camera e le differenze di coordinata Z tra punti differenti sono trascurabili, possiamo approssimare i valori delle Z con una costante Z˜ . Le equazioni fondamentali allora diventano: X ˜ Z Y y= f Z˜ x=
f
Indicativamente, tale approssimazione `e fattibile quando le differenze δZ tra i punti della scena sono inferiori ad 1/20 della distanza media da O.
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Parametri estrinseci
Le coordinate dei punti, finora, le abbiamo considerate nel sistema di riferimento della camera stessa. Il pi` u delle volte, per` o, i punti vengono forniti nel sistema di riferimento del mondo, la cui relazione col sistema della camera `e spesso sconosciuta.
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Parametri estrinseci
Le coordinate dei punti, finora, le abbiamo considerate nel sistema di riferimento della camera stessa. Il pi` u delle volte, per` o, i punti vengono forniti nel sistema di riferimento del mondo, la cui relazione col sistema della camera `e spesso sconosciuta. Per passare da un sistema di riferimento ad un altro ci serve una rototraslazione nello spazio. Possiamo identificarla con due vettori: T racchiude gli offset di traslazione (3 valori), R la rotazione (3 gradi di libert`a): Pc = R(Pw − T ) I sei parametri che definiscono questa trasformazione, specifica per ogni camera, sono i parametri estrinseci della camera.
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Parametri intrinseci
Servono altri parametri, oltre ai sei estrinseci, per definire completamente la proiezione cui ogni punto `e sottoposto:
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Parametri intrinseci
Servono altri parametri, oltre ai sei estrinseci, per definire completamente la proiezione cui ogni punto `e sottoposto: Conosciamo gi`a la lunghezza focale f , che nelle camere reali `e correlata allo zoom ottico
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Parametri intrinseci
Servono altri parametri, oltre ai sei estrinseci, per definire completamente la proiezione cui ogni punto `e sottoposto: Conosciamo gi`a la lunghezza focale f , che nelle camere reali `e correlata allo zoom ottico Il piano immagine ha un sistema di riferimento proprio, di solito in pixel. Ci serve conoscere l’origine del sistema: gli offset ox e oy rappresentano le coordinate in pixel del centro ottico
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Parametri intrinseci
Servono altri parametri, oltre ai sei estrinseci, per definire completamente la proiezione cui ogni punto `e sottoposto: Conosciamo gi`a la lunghezza focale f , che nelle camere reali `e correlata allo zoom ottico Il piano immagine ha un sistema di riferimento proprio, di solito in pixel. Ci serve conoscere l’origine del sistema: gli offset ox e oy rappresentano le coordinate in pixel del centro ottico L’unit`a di misura del mondo 3D `e la stessa del piano immagine? Definiamo sx ed sy come le dimensioni orizzontale e verticale di un pixel del sensore (a volte baster`a il loro rapporto α = sy /sx )
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Parametri intrinseci
Servono altri parametri, oltre ai sei estrinseci, per definire completamente la proiezione cui ogni punto `e sottoposto: Conosciamo gi`a la lunghezza focale f , che nelle camere reali `e correlata allo zoom ottico Il piano immagine ha un sistema di riferimento proprio, di solito in pixel. Ci serve conoscere l’origine del sistema: gli offset ox e oy rappresentano le coordinate in pixel del centro ottico L’unit`a di misura del mondo 3D `e la stessa del piano immagine? Definiamo sx ed sy come le dimensioni orizzontale e verticale di un pixel del sensore (a volte baster`a il loro rapporto α = sy /sx ) Le lenti reali introducono nell’immagine una distorsione radiale, parametrizzabile con due parametri k1 e k2
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Parametri intrinseci
Servono altri parametri, oltre ai sei estrinseci, per definire completamente la proiezione cui ogni punto `e sottoposto: Conosciamo gi`a la lunghezza focale f , che nelle camere reali `e correlata allo zoom ottico Il piano immagine ha un sistema di riferimento proprio, di solito in pixel. Ci serve conoscere l’origine del sistema: gli offset ox e oy rappresentano le coordinate in pixel del centro ottico L’unit`a di misura del mondo 3D `e la stessa del piano immagine? Definiamo sx ed sy come le dimensioni orizzontale e verticale di un pixel del sensore (a volte baster`a il loro rapporto α = sy /sx ) Le lenti reali introducono nell’immagine una distorsione radiale, parametrizzabile con due parametri k1 e k2 I sette parametri f , ox , oy , sx , sy , k1 e k2 sono detti intrinseci e riguardano il modo con cui i punti del piano immagine (in coordinate della camera) vengono mappati sul piano immagine reale (e.g. un sensore di pixel) con un proprio sistema di riferimento. Eugenio Rustico
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Parametri intrinseci
ox , oy , sx ed sy ci permettono di descrivere direttamente la relazione il sistema di riferimento della camera e quello del piano di immagine. Se indichiamo con (xim , yim ) le coordinate in pixel del punto (x, y ), la relazione `e: x=
−(xim − ox )sx
y = −(yim − oy )sy La relazione `e un po’ pi`u complessa per la distione radiale, modellata da k1 e k2 . Se (xd , yd ) sono le coordinate distorte del punto (x, y ), possiamo scrivere: x = xd (1 + k1 r 2 + k2 r 4 ) y = yd (1 + k1 r 2 + k2 r 4 ) dove r 2 = xd 2 + yd 2 . Eugenio Rustico
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Adesso, con i parametri estrinseci della camera, siamo in grado di tradurre il sistema di riferimento del mondo in quello della camera. Per proiettare un punto della scena Pw sul piano immagine di una camera arbitrariamente orientata e calibrata non dovremo far altro che:
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Modello generale
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Adesso, con i parametri estrinseci della camera, siamo in grado di tradurre il sistema di riferimento del mondo in quello della camera. Per proiettare un punto della scena Pw sul piano immagine di una camera arbitrariamente orientata e calibrata non dovremo far altro che: 1
Tradurre le coordinate di Pw nel sistema di riferimento della camera
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Modello generale
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Adesso, con i parametri estrinseci della camera, siamo in grado di tradurre il sistema di riferimento del mondo in quello della camera. Per proiettare un punto della scena Pw sul piano immagine di una camera arbitrariamente orientata e calibrata non dovremo far altro che: 1
Tradurre le coordinate di Pw nel sistema di riferimento della camera (Pc = R(Pw − T ))
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Modello generale
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Adesso, con i parametri estrinseci della camera, siamo in grado di tradurre il sistema di riferimento del mondo in quello della camera. Per proiettare un punto della scena Pw sul piano immagine di una camera arbitrariamente orientata e calibrata non dovremo far altro che: 1
2
Tradurre le coordinate di Pw nel sistema di riferimento della camera (Pc = R(Pw − T )) Proiettare Pc con le equazioni fondamentali della camera prospettica
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La camera pinhole
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Adesso, con i parametri estrinseci della camera, siamo in grado di tradurre il sistema di riferimento del mondo in quello della camera. Per proiettare un punto della scena Pw sul piano immagine di una camera arbitrariamente orientata e calibrata non dovremo far altro che: 1
2 3
Tradurre le coordinate di Pw nel sistema di riferimento della camera (Pc = R(Pw − T )) Proiettare Pc con le equazioni fondamentali della camera prospettica Tradurre le coordinate del punto proiettato in pixel tramite i parametri intriseci
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Versione lineare
X Z Y y= f Z x=
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f
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Versione lineare
X Z Y y= f Z x=
f
−(xim − ox )sx = −(yim − oy )sy =
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X Z Y f Z f
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Versione lineare
X Z Y y= f Z x=
f
−(xim − ox )sx = −(yim − oy )sy =
−(xim − ox )sx = −(yim − oy )sy =
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X Z Y f Z f
R1 (Pw R3 (Pw R2 (Pw f R3 (Pw
f
− T )T − T )T − T )T − T )T
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Versione lineare
X Z Y y= f Z x=
f
−(xim − ox )sx = −(yim − oy )sy =
−(xim − ox )sx = −(yim − oy )sy =
X Z Y f Z f
R1 (Pw R3 (Pw R2 (Pw f R3 (Pw
f
− T )T − T )T − T )T − T )T
Versione lineare delle equazioni fondamentali di proiezione prospettica Eugenio Rustico
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Versione matriciale
Vediamo di scrivere le equazioni lineari con una notazione pi`u compatta:
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La camera pinhole
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Versione matriciale
Vediamo di scrivere le equazioni lineari con una notazione pi`u −f /sx 0 ox r11 r12 r13 Mint = 0 −f /sy oy Mext = r21 r22 r23 0 0 1 r31 r32 r33
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compatta: −R1 T T −R2 T T −R3 T T
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Versione matriciale
Vediamo di scrivere le equazioni lineari con una notazione pi`u −f /sx 0 ox r11 r12 r13 Mint = 0 −f /sy oy Mext = r21 r22 r23 0 0 1 r31 r32 r33 Xw x1 Yw x2 = Mint Mext Zw x3 1
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compatta: −R1 T T −R2 T T −R3 T T
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Versione matriciale
Vediamo di scrivere le equazioni lineari con una notazione pi`u −f /sx 0 ox r11 r12 r13 Mint = 0 −f /sy oy Mext = r21 r22 r23 0 0 1 r31 r32 r33 Xw x1 Yw x2 = Mint Mext Zw x3 1
compatta: −R1 T T −R2 T T −R3 T T
Versione matriciale delle equazioni fondamentali di proiezione prospettica
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A volte si compattano Mint ed Mext in una sola matrice M = Mint Mext .
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A volte si compattano Mint ed Mext in una sola matrice M = Mint Mext . Con alcune assunzioni, M assume una forma non troppo complessa. Ad esempio, se poniamo ox = oy = 0 e sx = sy = 0 (ovvero, “fingiamo” sia la camera che il mondo abbiano la stessa unit`a di misura) la matrice unica M diventa:
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Modello generale
Altri modelli
A volte si compattano Mint ed Mext in una sola matrice M = Mint Mext . Con alcune assunzioni, M assume una forma non troppo complessa. Ad esempio, se poniamo ox = oy = 0 e sx = sy = 0 (ovvero, “fingiamo” sia la camera che il mondo abbiano la stessa unit`a di misura) la matrice unica M diventa:
−fr11 M = −fr21 r31
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−fr12 −fr22 r32
−fr13 −fr23 r33
fR1 T T fR2 T T −R3 T T
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Modello generale
Altri modelli
A volte si compattano Mint ed Mext in una sola matrice M = Mint Mext . Con alcune assunzioni, M assume una forma non troppo complessa. Ad esempio, se poniamo ox = oy = 0 e sx = sy = 0 (ovvero, “fingiamo” sia la camera che il mondo abbiano la stessa unit`a di misura) la matrice unica M diventa:
−fr11 M = −fr21 r31
−fr12 −fr22 r32
−fr13 −fr23 r33
fR1 T T fR2 T T −R3 T T
In assenza di ulteriori vincoli, M `e chiamata genericamente matrice di proiezione.
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