La locomozione: dall’organismo unicellulare al robot
Il corpo umano è una macchina: trasforma energia e compie lavoro meccanico
L’essere vivente è un sistema termodinamico
o meglio…un sistema termodinamico aperto
L’essere vivente è un sistema termodinamico aperto ossia una macchina termica
Da dove viene l’energia?
Vie biochimiche di produzione dell’energia
NH2 C
N
C
N
CH O ||
O ||
HC
N
O—P—O—P—O—P—OCH2
O|
O|
O|
-
O ||
H
C
N
O H
H HO
H OH
La funzione è ricaricare la molecola di ATP: moneta di scambio dei processi energetici nell’organismo
Dove avviene la produzione di energia?
L’energia prodotta è trasformata in lavoro meccanico o altre forme di energia
ATP Lavoro elettrico
La
Glic. O2 + o Grassi
Cr
PCr
~ Energia
Trasformatori
CO2 + H2O
Sintesi chimiche Lavoro meccanico Calore Lavoro osmotico Luce
ADP
È possibile da un punto di vista fisico?
Da dove assumiamo energia? Dai legami chimici degli alimenti (calorie)
Produciamo lavoro meccanico (Joule)
1 Kcal = 4.18 Joule
Reazioni esoergoniche e reazioni endoergoniche: da ogni mole di ATP si sviluppano 5Kcal
Il rendimento di una qualsiasi macchina e quindi anche della macchina umana quando compie una qualsiasi attività può essere espresso da:
lavoroprodotto R= energiaspesa
Lavoro meccanico (F.s) espletato dal movimento (joule) Per la fisica il rendimento è un numero puro e infatti 1Kcal = 4.18 Joule
Misure metaboliche (consumo di Ossigeno, LA) (Kcal)
Il movimento più comune per l’uomo è la locomozione
Il movimento negli organismi unicellulari: pseudopodi e ciglia
Nei protozoi ciliati la locomozione si effettua per Nei protozoi (amebidi) il mezzo di numerose cilia e flagelli movimento si effettua per vibratili Il movimento avviene a spese di mezzo di pseudopodi, emissioni citoplasmatiche ATP ma non è ancora presente una proteina contrattile strutturata di forma non costante
I flagellati sono provvisti di tubuli e di una
...per arrivare all’ Homo erectus
che però ha un equilibrio piuttosto instabile e quindi… La natura, nella evoluzione della specie, ha realizzato, per i vertebrati, onde sostenere gran parte del corpo, un ponte flessibile e robusto armonicamente distribuito fra arti anteriori e posteriori con grande base di appoggio e centro di gravità relativamente basso. L’uomo invece deve costantemente ricorrere all'apparato neuromuscolare per dare stabilità al proprio corpo.
L’evoluzione ha trasformato il treno anteriore, con funzione di appoggio, in arto superiore, dotato di raffinata psicomotricità, tradotta particolarmente dalla pinza (opposizione del pollice a livello termino e sub-termino terminale alle altre dita): ciò ha richiesto, tra l’altro, una verticalizzazione del rachide nell’homo erectus e un trasferimento, a livello delle zone più caudali della colonna e dell’apparato muscolo-legamentoso, del carico e dei compiti di stabilizzazione e di equilibrio.
Il movimento diviene un processo coordinato dal sistema nervoso centrale
Bipedismo Caratteristiche legate a postura e locomozione: morfologia ossea poco specializzata in sinergia con un sistema nervoso ben sviluppato. Il corpo è sostenuto dagli arti posteriori che si muovono alternativamente per permettere lo spostamento; l’andatura è caratterizzata dall’azione delle falcate che coinvolgono un movimento propulsivo tallone-dita dei piedi. La maggior parte delle scimmie sono abili ad essere eretti, per orientarsi su un campo visivo ampio e per camminare o correre e nello stesso tempo combattere o portare piccoli. I bonobo talvolta camminano eretti in modo da usare le mani per trasportare cibo o altri oggetti.
L’importanza del piede e della sua azione di leva
La funzione del piede
• Man is the only primate whose hallux lost divergence, and thus the prehensile capacity. During locomotion the hallux is the last point of contact with the ground before the leg is uplifted forward (toe-off phase). • Human footprints have various distinct features, including an S-shaped pattern of load transmission from heel to hallux. • The most important anatomo-functional change is the presence of the two plantar arches (longitudinal and transverse), which allow tangent unloading of part of the body weight.
L’importanza della coda The tail has a relevant role in posture and locomotion Many New World monkeys: howlers, spider and woolly monkeys have a prehensile tail Tail is used as a fifth limb It is extremely specialized: very long and robust, with high tactile sensitivy, the ventral surface is endowed with dermatoglyphics like those on palmar and plantar surfaces Permits a strong hold,so that limbs can be free to perform other tasks Longer than front and hindlimbs, has a wide motion radius; gives an excellent positional perception, substantially independent from visual control
…usata anche per stabilizzare i primi Robot
Piani anatomici
Il baricentro del corpo o centro di applicazione della forza peso
Nel corpo umano, con una forma molto irregolare e con una massa distribuita in modo asimmetrico, il baricentro è assai difficile da stabilire.
Geometria della postura corporea in posizione
Centro di massa e baricentro
Collocazione del baricentro
LINEA GRAVITARIA
BARICENTRO Sinfisi pubica D9 – D10
CONVENZIONALMENTE viene collocato a livello del nucleo polposo fra D9 e D10 – SINFISI BUBICA (a c.a il 53 - 55% dell’altezza totale dell’individuo).
il poligono di appoggio
Se dalla POSTURA ERETTA si prolunga una linea verticale, dal centro di gravità fino alla base di appoggio, essa si va a cadere nel mezzo della base di appoggio, che è definita da un POLIGONO (di forma quasi trapezoidale), costituito dal profilo laterale dei piedi e dalle due linee immaginarie che uniscono rispettivamente la parte anteriore e quella posteriore
La postura è mantenuta in modo dinamico con oscillazioni antero posteriori e latero laterali all’interno del poligono di appoggio LINEA GRAVITARIA: risultante delle diverse forze che operano per mantenere il corpo in equilibrio. NON E’ UNA LINEA IMMOBILE!
BARICENTRO
Perché il soggetto sia in equilibrio è necessario che la forza o la risultante delle forze applicate al corpo cadano all’interno del poligono di appoggio.
Per il mantenimento della posizione eretta, la specie umana ha sviluppato un’attività tonicoposturale, differente dal tono di base, che sfrutta contrazioni muscolari riflesse, o meglio, isometriche antagoniste ripetute.
Le reazioni posturali e le reazioni di raddrizzamento regolano l’armonica coordinazione di atti motori che opponendosi alla forza di gravità concorrono al mantenimento dell’equilibrio
POSTURA meccanismi di regolazione
NERVOSI Attività di tipo integrativo a vari livelli: Aree corticali e sottocorticali, sistema limbico, aree associative, gangli della base, cervelletto, informazioni periferiche sensitivosensoriali Attraverso un controllo sugli effettori (fibre muscolari) determinano il tono muscolare, esercitando sulle UFCL, di volta in volta sollecitate dalla forza di gravità nelle varie condizioni, un'azione uguale e contraria a quella della gravità al fine di mantenere la postura
(postura come fenomeno attivo)
POSTURA meccanismi di regolazione
NON NERVOSI sono saldati alle proprietà meccaniche intrinseche delle unità funzionali capsulolegamentose (UFCL) che si adattano qualunque sia la posizione da esse assunte nello spazio
(postura come fenomeno passivo)
Il movimento volontario
Risposta riflessa
Vie ascendenti e vie discendenti
Movimento di flessione ed estensione: i muscoli si inbiscono reciprocamente per via riflessa
din i Te n
Osso
Osso
Modalità di inserzione muscolotendinee sulle articolazioni
Muscolo Il sistema muscolo-scheletrico: la forza, generata durante la contrazione, non è trasmessa allo scheletro in modo diretto, bensì attraverso i tendini, che quindi rappresentano la struttura di connessione. biarticolari
monoarticolari pluriarticolari
Modello meccanico di Hill (1949)
Il modello trasferito nel muscolo
Tipi di contrazione muscolare
Anatomia della cellula muscolare scheletrica
La cellula muscolare o fibra: ultrastruttura
Il sarcomero: unità funzionale del muscolo
Filamenti spessi e sottili
Come si contrae il sarcomero? Teoria dello scorrimento dei miofilamenti: il sarcomero non si accorcia e non si allunga
Dal macroscopico al microscopico
Fibre Fibra muscolare
Miofibrilla Filamenti sottili Actina Nuclei
Troponina
Tropomiosina
I
A
Filamenti spessi Miosina Sarcomero
Z
Ultrastruttura del sarcomero: le proteine contrattili actina e miosina
La miosina
MIOSINA
TESTA Sito di legame dell’actina
Sito di legame dell’ATP Catene leggere doppia elica
Catene pesanti
Sito di legame dell’ATP COLLO
CODA
Disposizione longitudinale dei filamenti spessi
Nel filamento spesso le molecole di miosina sono disposte con polarità opposta essenziale per il meccanismo della contrazione
la parte centrale del filamento è priva di teste (ponti trasversi) per un ampiezza di 2500 Å
Disposizione spaziale dei filamenti spessi
le teste delle molecole di miosina sono disposte in modo elicoidale sfasate in senso lineare di 143 Å l’una rispetto alla successiva
La miosina può stabilire rapporti con l’actina per mezzo dei ponti trasversali
La molecola di miosina
Dominio motore Sito di legame dell’actina
scissione enzimatica
llo o C
Catena essenziale Catena regolatrice Sito di legame dell’ATP
MEROMIOSINA LEGGERA
S2
S1 MEROMIOSINA PESANTE
Filamento sottile
Arrangiamento di un filamento sottile
Actina è una proteina globulare (actina G) che polimerizza a formare le catene di actina F. Ciascun monomero di actina G presenta un sito attivo per la miosina muscolare che in condizioni di riposo, è mascherato dalla tropomiosina.
Cap Z L I N E A
Tropomodulina
Troponina TnC che lega il Ca2+ TnI subunità Inibitrice TnT la subunità che lega la tropomiosina.
Tropomiosina
Z
La funzione della Titina e della nebulina
Proteina costituita da un segmento elastico a livello della banda I e da un segmento inestensibile a livello della banda A. Filamento sottile A
st ira m en
B Titina
C Miosina
to
Linea Z
Titina e nebulina
Quadro riassuntivo della rete proteica presente a livello del sarcomero e delle funzioni
actina
α actinina
tropomiosina
Filamento spesso miosina
titina nebulina desmina
troponine tropomodulina
Rete di proteine con funzioni diverse: Contrattile
Strutturale
Regolatrice
Il muscolo è un organo effettore o attuatore Particolari proprietà della sinapsi e funzione delle proteine regolatrici
Unica struttura in grado di produrre lavoro meccanico
Il ciclo dei ponti e la centralità dell’ATP: modello a due stati Huxley 1957
S1 = motore: testa del filamento di miosina; S2 elemento elastico non smorzato: molla
Modello a tre possibili stati Attaccato-distaccatoattaccato e ruotato: Huxley e Simmons 1971
in funzione dell’angolo formato dalle teste miosiniche il muscolo in contrazione si può accorciare-allungare o rimanere alla stessa lunghezza (isometrico)
Il ciclo dei ponti: fase 1 e 2
Il ciclo dei ponti: fase 3 e 4
Il ciclo dei ponti fase 5 e 6
Accoppiamento eccitazione contrazione: muscolo rilasciato
Accoppiamento eccitazione contrazione: ruolo regolatore di tropomiosina e troponina
Rotazione della testa della miosina Lavoro dei ponti ↓ movimenti angolari della parte del collo della miosina, (braccio di una leva) 100 Å
La resistenza allo scivolamento dei filamenti, dà come risultato una deformazione dei ponti che genera forza.
Conclusioni
I ponti funzionano sequenzialmente → sviluppo della contrazione continuo Occorre fornire ATP per il funzionamento del ciclo formazione-rottura dei ponti
Funzione del Calcio Il legame tra miosina ed actina → la contrazione in sé, non è Calcio-dipendente ma per avvenire richiede Calcio
Troponina I C T
I CT Actina
Ca2+
Ca2+ Miosina
Ca2+
Actina Siti di legame
Miosina Il sistema troponina-tropomiosina ha funzione di inibitore dell’apparato contrattile
Placca motrice Le fibre vengono attivate dalle fibre nervose motorie tramite le placche motrici. Il potenziale d’azione viene innescato dal potenziale postsinaptico delle placche motrici (potenziale di placca).
Fibra nervosa motoria
Placca motrice
sezione fibra muscolare
SNC
Placc a mo trice
pr op po ag te azi nz on ia le e
Motoneurone α
Accoppiamento
Ca2+
eccitazione contrazione
Tubuli trasversi, reticolo sarcoplasmatico triade I tubuli T consentono il propagarsi della depolarizzazione dalla superficie, verso l’interno della cellula muscolare.
L’insieme di due cisterne terminali e del tubulo T compreso tra di loro costituisce la triade
Recettori Sarcolemma Recettore per la rianodina Recettore diidropiridinico voltaggio dipendente
Tubulo T
CONTRAZIONE
Il rilascio del calcio
acoppiamento eccitazione-contrazioneriassuntoEccitazione 1. 2. 3. 4.
un impulso nervoso arriva alla placca motrice si genera un potenziale d’azione il potenziale d’azione depolarizza il sarcolemma la depolarizzazione a livello dei tubuli T causa una modificazione conformazionale dei canali Ca2+ voltaggio-dipendenti DHPR 5. ciò determina l’interazione con i RyR e il rilascio di Ca2+ dalle cisterne
Contrazione 1. 2. 3. 4. 5.
il Ca2+ rilasciato satura i siti di legame di TnC induzione di modificazioni conformazionali di complesso troponinico liberazione dei siti attivi di legame dell’actina legame tra la testa della miosina e l’actina il ciclo dei ponti determina la contrazione
Il fenomeno elettrico genera l’onda meccanica
Periodo di latenza
Scossa singola
Tensione
Tempo di contrazione
0
50
100
150
Tempo (msec) V Potenziale
200
La forza sviluppata dal sarcomero dipende dalla lunghezza e quindi dal numero di ponti formati
T- f(l) sarcomero
Relazione frequenza-tensione
stimolo
stimolo stimolo
Quello che si somma è il fenomeno meccanico
Si arriva al tetano fuso
Tensione relativa
Tetano fuso 3
Tetano non fuso
2
3
Contrazione 1
0 S 100
S 200
S 300
S 400
S 500
S 600
Tempo (ms)
700
Stimoli ripetuti 800 900 1000
L’aumento di tensione prodotta per aumento della frequenza di stimolazione
• Stiramento elementi elastici in serie
• Numero dei ponti formati (concentrazione intracellulare di Ca2+)
Biomeccanica del muscolo isolato
a) Il muscolo passivo La struttura elastica del muscolo: Diagramma stiramentoallungamento:stress-strain
ε = ∆ l/l0
ε
Strain
P
P= f(ε ) Stress
Elastico ideale: la legge di Hooke
F
Fmax
l
F/A = Y (l - l0)/l0
l0
l
Il muscolo non è un elastico ideale ed è un elastico composto da elastina e collagene: due pendenze!
Isteresi: il ritorno è diverso dall’andata. Un sistema ideale non ha isteresi!
Fmax
l0
Energia dissipata per attrito contro la viscosità del muscolo
l
Risposta di un sistema meccanico ad una azione: Sistema ideale o di ordine zero caratterizzato da un’unica componente – elastica-
Analogo elettrico
2. Sistema reale è un sistema visco-elastico: la molla si muove in un mezzo dotato di viscosità. Sistema del I ordine. La risposta è caratterizzata dalla costante di tempo Elemento elastico Attenuatore η (viscosità)
3. Componente inerziale: il sistema reale è dotato di massa: risposta oscillatoria smorzata
b) Il muscolo isolato in contrazione: la forza biomeccanica sviluppata isometrica (lunghezza costante) → P ≥ F tendine muscolo tendine
isotonica (tensione costante) → P < F
Trasduttore
Leva
P=F P>F P
Relazione potenza-carico
Il muscolo stirato passivamente può solo allungarsi In contrazione il muscolo si può allungare-accorciare o mantenere la propria lunghezza
Contrazione concentrica: lavoro positivo La forza generata è sufficiente a vincere la resistenza il muscolo si accorcia quando si contrae
Contrazione eccentrica: lavoro negativo La forza generata è insufficiente a vincere la resistenza imposta al muscolo le fibre muscolari si allungano anche se stanno contraendosi.
Relazione tensione-lunghezza: il lavoro meccanico compiuto dal muscolo in toto
Diversa disposizione delle fibre
Leva isotonica Stop
Fotocellula Leva
Peso Muscolo
Accorciamento (mm)
Contrazione isotonica
stimolo
dl/dt
Tempo (ms)
Confronto contrazione isotonica-isometrica (una contrazione realmente isotonica non esiste!!) Isotonica
Isometrica
Tempo (ms)
Accorciamento (mm)
4
In funzione del carico Carico leggero
3
2 Carico intermedio 1 Carico pesante
0
stimolo
20
40
60
Tempo (ms)
80
100
Relazione forza-velocità
Velocità di allungamento
Velocità di accorciamento
V0 massima velocità di accorciamento (senza carico) ATP-asi
massima tensione isometrica (velocità zero) Carico (Tensione) Accorciamento isotonico
F0
Contrazione in allungamento
Il rendimento della macchina muscolare:
P = ∫ F dv
Facciamo I conti
Architettura muscolare
Paralleli
Pennati
Multipennati
Acc.
θ
PCSA
1
θ
CSA
2
Acc.
A
B
C
Effetti dell’architettura del muscolo sulla funzione Pennate
↑ Forza
Gastrocnemio (ristretto ambito di lunghezze)
↓ Distensibilità
Parallele ↑ Distensibilità
Muscoli flessori (ampie variazioni di lunghezza)
Diversa PCSA 200
200
Forza (N)
Forza (N)
PCSA grande 100
PCSA grande 100 PCSA piccola
PCSA piccola 0
10 20 Lunghezza (cm)
30
0
10
20
Velocità (cm/s)
30
Diversa lunghezza delle fibre 100 Fibre lunghe
80 60 40
Fibre corte
80
Forza (N)
Forza (N)
100
10 15 20 Lunghezza (cm)
Fibre lunghe
40 20
20 5
60
25
Fibre corte 5
10
15 20 Velocità (cm/s)
25
Riassumendo • La forza del muscolo è proporzionale alla sua sezione trasversale • La velocità del muscolo è proporzionale alla lunghezza della fibra • La sezione trasversale è la somma delle aree di ciascuna fibra nel muscolo L’effetto si può osservare sui diagrammi tensione-lunghezza e forza-velocità.
Note di Biomeccanica Sistema Muscolotendineo
MACCHINA Parti rotanti
Macchina fisiologica
Sistema di leve Cilindri (Ossa)
Fili (Muscoli)
Contatto scorrevole Carico
Leva composta con carico all’estremità
F θ
0
vantaggio meccanico
P F Estremità fissa
=
S lθ
0
Leva I tipo
Leva II tipo
Leva III tipo
Inserimento sulle articolazioni biarticolari
monoarticolari pluriarticolari
Ruoli assunti dal muscolo Agonista Antagonista
Il muscolo più importante che esegue il movimento Il muscolo che eseguie il movimento opposto al muscolo agonista. Il muscolo antagonista agisce anche come modulatore ovvero, mantenendo un certo tono, assicura la giusta direzione del movimento.
Sinergico
Aiuta nel movimento l'agonista
Fissatore
Con una contrazione statica o isometrica, fissa saldamente i segmenti sui quali un altro segmento si muove.
Neutralizzatore La sua contrazione neutralizza l'azione di altri e guidatore muscoli agonisti, soprattutto biarticolari
Il muscolo cardiaco ha proprietà di muscolo scheletrico e di muscolo liscio