Fabio Orefice

  • June 2020
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in quell’era di dardi e draghi, villani e maghi, ancelle e fate rapite da viandanti Che siate in casa, al falò o tra le braccia degli amanti, placate l’ira e un bagliore vi si fissi In questa sera maliardi e vaghi, gitani ed aghi, favelle nate e svanite per cantanti Stiate in casa, Ivanoe e la caccia ai Sicofanti, ascoltate di Zaira e del Fiore degli Abissi Che la sua chioma sia tela d’amor tra le pure lenzuola, suona ai mortal’ come l’ultimo assioma Qual pupille lacustri e pelle d’alabastro aspergon’ d’amore disastri, sicché riccastri e campestri, di più lustri o giovinastri, dal disio macilenti e giallastri, chiedon’ udienza e giuran’ sugli Astri Principessa di più dolce fatta e di nobile schiatta, fea d’ogni dama misera ratta Sorella d’erede, cugina di duchi e nipote di giovane conte, fu dell’invidie durevole fonte Tra balli di corte, spezie, delizie e magiche torte, c’è sempre dio Forte che apre per lei ogni sorta di porte Ma in valli di morte, mestizie, disgrazie e tragiche storte, c’è il ventre di Sorte che s’ apre per lei che, se scorta, diparte! Ebbene sì cari astanti, c’ora vi spiego, e che mai più mi vanti, se tali parol’ non saranno bastanti! Segreto funesto rende il suo cuore piccolo e mesto E c’ora a voi il testo, tosto, assai più del gesto, sia nunzio di questo, rapido e lesto Al tempo che fu, trisavolo suo, eroe dell’imprese d’ardore volte a pugnare barbaro orrore, Per serbar d’ogni suddita puella virtuoso candore, fu dell’armata il più savio pastore Spade, lance e tenzoni all’arma bianca, poscia in salvifico antro portò la sua anima stanca In siffatto rifugio l’arma cedette di fronte ad un fior di più raro bagliore, splendente che l’occhio s’inchina a sì grande folgore! E come il tuonar che succede al baleno, floreali favelle s’instillan’ sì rapide e chiare al pensier’ del guerriero, come solo può far il più dolce veleno “ Prestam’orecchio prima che il tempo s’adopri in un lampo nel renderti vecchio! Come fior’ indifeso ad altrui mi paleso, ma a te che sei pìo qui svelo il mio io 2

Dapprima che l’omo ponesse sua orma sul suolo del Mondo, crebbe il mio seme da stuolo fecondo, che femmi di scienze sapiente profondo Barbarica orda potrai tu arrestare, se in tutt’uno con me or’ vorrai diventare A trionfi ed onori sarai consacrato ed a scienze più occulte sarai qui iniziato! Parole mai udite in alcuna elegia: fisica, chimica e tecnologia Ma a postilla di patto dovrai prestar fede, o progenie tue un giorno saranno mie prede! Se fuori dall’antro vorrai divulgar tutto questo sapere, mai più discendenza potrai tu godere! D’ogni gran lume sarai il solo vate, ma vetuste tue lune avrai qui confinate! A suggello d’accordo che mai più io scordo, sian’ tali favelle tuo etterno ricordo!” Giurando a quel fior’ confinato agli abissi, cavaliere trionfò e pei barbari… eclissi! Onori e sapienze gli furon’ asperse giungendo per lui, che ad altrui non disperse Ma all’imbrunir di sua savia esistenza, a sua parte d’accordo egli fe’ resistenza Ad auror’ di canizie in sua fulgida chioma, disse del patto “Non è il mio idioma!” Tradimento che fu in quel fatale momento, mai avrebbe avuto alcun medicamento Fuggendo per terre e guadando le ere, d’erede in erede, nessuno mai seppe di sua malafede Ma fiore paziente attese quiescente, fin quando sua ira un capro trovò nel cuor di Zaira! Sì pura, soave ed eterea fanciulla fu fin dalla culla, che il fior, nell’immago di tale vendetta ad antico spergiuro, ogni dì si trastulla Cercandola in regni di qua e lande di là, scovarla poté solo in maggior’età Maghi, alchimisti, dame, guerrieri ed artisti, chi qua e chi là, salvarla volean’ da sua fatalità Discesa per scale in nascoste segrete, Zaira incappò nella perfida rete! Ignorando trincee sotterranee d’antico riparo a barbari ratti, ella sgomenta era scesa difatti in quell’antro di fiore che fe’ d’ importuni una trippa per gatti! Zaira perduta e giammai così muta, rimase al cospetto non senza sospetto Chiarito dal fiore l’antico dilemma, in Zaira fu arduo tenere la flemma Scritto era stato in accordo con l’avo che l’inadempienza l’avrebbe pagata femminea semenza E che tanta sapienza, trasfusa da fior’ che ne fece l’essenza, avrebbe lasciato il moroso in sua tragica assenza. E che un giorno sua erede, con gran virulenza, sarebbe finita a soffrir d’una grave demenza! Pronta a pagar del maltolto lo scotto, pensò a suo trisavolo che voll’esser dotto S’egli avesse veduto l’ i storia futura, avrebbe evitato siffatta sciagura! Silente e in ginocchio, di fronte al sembiante dal pollineo grand’ occhio 3

Poche parole rivolse alla sua direzione, prima di darle tal soddisfazione: “ Oh Fior’ dell’Abissi di scienze vestale che rendi il congiuro una fiera spettrale, Pria che intelletto appassisca malato, ascolta d’un Mito che ha tanto insegnato: In quel mondo sì antico come terra d’altrove, si rapì un altro fiore… dalla mano di Giove! Prometeo fu il nome di tal rapitore che a mortali donò quell’Olimpico Ardore Sfidando il dettame voluto d’ogni dio, egli il fuoco rubò e fu la fine d’ogni oblio Non potendo più l’uomo soggiogare, Giove fe’ Prometeo incatenare Ma dimmi ora fior’ dall’occulto potere, a cosa val senza scambio aver tanto sapere? Saper si diffonde arrecando tepore alle menti, come foco che arde sfidando li venti Mio avo fu stolto fuggendo, lo ammetto, ché la scienza per se volea tener stretto Ma quand’anche scappò come laido vigliacco, che arrecò sua semenza da restare qui in scacco? Presta ascolto a sì indegna fanciulla, fior delicato, che d’ogni grandezza potresti essere culla Non allora né mai la vendetta, ti dico o diletta, fe’ Giove capace a riprender’ la fiamma in sua olimpica stretta! La storia per noi il verdetto ha già espresso, che bisogna star sempre più appresso al progresso E se il vendicar è d’arcaico retaggio, la misericordia sarà per noi tutti comune vantaggio Se tesoro più grande per se si vuol tenere, qualcosa nell’animo v’è di certo da temere Ma ciò, credi a me, è costume da imperfetta creatura, e non per te, plasmata da divina natura! Se poi il mio ragionar non lascia in te giammai riflessione, accetterò tua croce come Cristo fea in sua Passione!” Nel muto e fatale istante, il fior’ guardò Zaira assorto e assai pensante Nessun mortale mai gli parve sì eloquente, e con far sì candido e piacente E quando l’ora fu d’un colpo ben vibrato, fiore sentenziò “ Il debito è annullato!” E pria ch’ella potesse ringraziar con reverenza, non solo fu salvata da una vita di demenza Rinfrescato da pietade come più gentile brezza, divino fior’ fe’ l’Uomo sapiente alla sua altezza! S’ora abbiam’ le macchine, i satelliti, voliam’ sui Pirenei, e annoveriamo grandi il signor Fermi, Einstein e pure Galilei, cari amici miei, lo dobbiamo solo a lei Questo il racconto, questa la storia, che se v’aggrada per me sia la gloria E se non v’è piaciuta… Tirate cicoria! 4

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llora, DUE PUNTI E A CAPO Questa è la storia di Grammatilandia, regno di punti, parole, virgole e lettere PUNTO E A CAPO

A Grammatilandia, sotto la guida del Re Congiunzione, tutto era giusto, tanto che quasi lavoro non c’era per il barbuto ministro Tenzone PUNTO ESCLAMATIVO Le vocali sempre in festa, e per gli accenti … che gran mal di testa PUNTO ESCLAMATIVO MA UN Po’ Più REMISSIVO E le consonanti PUNTO INTERROGATIVO … Sempre rampanti PUNTO ESCLAMATIVO

Tutto era nato nel tempo dei tempi, quando il sole d’inchiostro dai raggi suoi forti, dette la vita a punti, parole, virgole e lettere Secondo le leggi del Dio della Logica, tutto si mise in ordine buono, seguendo le regole dell’armonia, della grammatica e della sapiente e bell’ortografia Case formate da periodi e parole, interpunzioni gioiose e operose, e grazie al sovrano, il buon Congiunzione, non v’eran storture né cose obbrobriose o … sgrammaticose PUNTO ESCLAMATIVO GIUSTO E DIFENSIVO

A Grammatilandia, col Re Congiunzione, regnava una sposa, Regina Concordia PUNTO E CAPO

A Grammatilandia tutto era in armonia: Affermazioni e Negazioni, Possessivi e Relativi, PUNTO ESCLAMATIVO MA ASSAI RAFFORZATIVO

Nel dì dell’editto dei nomi propri, a Re Congiunzione e Regina Concordia nacque una figlia PUNTO ESCLAMATIVO GIOIOSO E GIULIVO Per l’erede al trono di Grammatilandia, nata nel tempo dei nomi propri, serviva un bel nome, appunto … PUNTO Così, Re Congiunzione e Regina Concordia ne scelsero uno, aiutati dai tre saggi del Gran Consiglio Reale: Breve, Giusto e Bello Un nome breve per farsi ricordare Giusto, perché semplice e senza pretese, e perché inizia con l’ultima lettera dell’alfabeto e comincia con la prima, cosicché né l’una né l’altra si montan la testa E bello, perché ha più vocali, e a pronunciarlo, la bocca s’apre di più, si respira meglio … e ci si sente meglio Il primo nome proprio che inventò Grammatilandia fu Zaira PUNTO ESCLAMATIVO AGILE E SPORTIVO

A Grammatilandia tutto scorreva tranquillo Presente Indicativo e Futuro Prossimo ballavano assieme senza paura, d’amore e d’accordo Anche di notte, che bel firmamento lassù sopra il cielo, pieno di virgole, asterischi e interpunzioni luminose … PUNTO ESCLAMATIVO STUPEFATTO E CONTEMPLATIVO

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Tutta Grammatilandia amava Zaira: chi le offriva un aggettivo, chi la lusingava con un vezzeggiativo … Ma non capiva perché solo lei avesse un nome proprio Si sentiva un po’ sola e diversa tra lettere, punti e parole Suo padre era un re, eppure, ahimé, lei non ne capiva il perché Il re deve sì comandare, esser forte … “ Ma come fai, babbo mio, a fare ciò, se sei solo una congiunzione?” “ Il mio aspetto non t’inganni, figlia mia adorata. Sono sì una congiunzione, e così piccino, svolgo bene il mio lavoro. Il mio compito, lo sai, è unire bene le parole, così che la pace sia sempre garantita!” Ma chi è giovane, si sa, ha sempre un po’ d’insicurezza. E se ci si sente diversi, guai che ne approfitti chi ha cattive intenzioni PUNTO ESCLAMATIVO … PURTROPPO AHIME’ TARDIVO E fu proprio Ahimé, ministro del panico, finalmente a lavoro dopo anni di pace, a dare il triste annuncio “ La principessa è scomparsa! È scomparsa Zaira!” Subito, Re Congiunzione chiamò a corte i suoi miglior segugi, Qua e Là, e li mandò a cercare in giro per il reame E per essere sicuri, Regina Concordia volle far recuperar l’amata figlia anche ai due più lesti avieri, Su e Giù Ma un dì, la triade del ministero dello spionaggio, Udire, Sentire e Ascoltare, spiegò ai sovrani la voce che era giunta “ Sire, Sire! Il nostro agente Tradimento ha scoperto ciò che accadde!” tuonò Sentire “ Zaira fu ingannata! Egli, sapeva che in cuor suo la fanciulla era infelice. E ciò Egli sfruttò per inimicarla al nostro regno!” asserì Udire “ Egli, chi?” chiesero apprensivi i due sovrani “ Il Supremo Strafalcione!” sentenziò Ascoltare “ Oh No!” disse la svenevole damina Oh Mamma “ Oh Mamma!” disse la svenevole damina Oh No E proprio quello fu il momento per il re di svelare a tutti quanti ciò che egli già sapeva DUE PUNTI E A CAPO

Tanto tempo prima, nel Passato Remoto, lo stregone Futuro Anteriore fece una profezia “ La figlia del re che avrà nome proprio sarà destinata ad un grande potere. Ella soltanto trovare potrà il fiore segreto che unire saprà parole e persone per dare il sapere!” E poi ammonì “ Ma occhio che il male sta sempre in agguato, e che il dono felice non sia avvelenato!”

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Udito ciò, il buon Congiunzione, che allora era principe, affidò la profezia al custode fidato, l’onorevole Omissis … Sperando lontano per sé ed i suoi eredi il tempo d’editto dei nomi propri … Che invece a sua figlia proprio toccò! “ Dove ho sbagliato, dove!? Come si fa a diventar un buon padre? Le ho dato la gioia, le ho dato ogni dono! Cosa mancava per farla sentire sicura e mai sola!?” E nel chiedersi ciò, Re Congiunzione quasi strozzava il suo fido gendarme, il tenente «», noto agli amici come il buon Caporali “ Maestà, maestà!! Comprendo il dolore, ma torni ora in sé! La prego, mi lasci! Che senza di me non si può più citare, e a spiegar certe cose, poi son scatafasci! Mi lasci! Mi lasci!” “ Scusa, fedele tenente «»! E scusa anche tu, moglie mia diletta, non ho saputo far per Zaira, il mio solo tesoro, ciò che ho potuto per tutto un reame! Ahimé, Memisero, presto! Accorrete, e corrugatemi di lacrime!” “ No, sposo mio” disse Concordia, gentile e graziosa “ Zaira, diletta nostra, ha sentito il peso del suo grande dono. E, piccina com’è, ha avuto paura d’esser diversa. È forse tua colpa se in giovane età si cerca l’affetto di chi è come noi? Per noi due, marito mio, che siam saggi e maturi d’età, un dono è cosa giusta, che non si fugge, e per il bene soltanto si usa. Ma per lei, che il mondo vuol conoscere giocando, è un peso, un marchio, com’esser presi in giro per gli occhiali o la grassezza” Il re capì, e di seguito incalzò “ Certo! E per il Supremo Strafalcione è stato facile far credere a Zaira che il suo nome e il suo potere fossero per noi una punizione. Un castigo da infliggere così, perché è giusto che gli adulti puniscano i bambini, o magari perché, noi stessi, temiamo il suo potere. Quel marrano l’ha ingannata, si è approfittato di lei! Ma stavolta la pagherà! Lo chiuderò tra parentesi di massima sicurezza! Grazie moglie mia, d’avermi aperto gli occhi! La tua saggezza è da restar senza parole” Guardando i dignitari e le damigelle, il re si schiarì la voce e ripeté “ Ho detto, è da restare senza parole!” … E tutte le parole, imbarazzate, usciron dalla sala a grandi inchini … “ Amore mio, e sovrano adorato, dobbiamo aprire gli occhi a nostra figlia!” “ Si, mia sposa. È tempo di Congiuntivo Esortativo!” “ Si, Sire! Che io sia pronto!” esclamò il prode Congiuntivo Esortativo “ Esortativo, raduna i veggenti del Condizionale!” “ Che sia ora impossibile Maestà! Che siano ora dovuti fuggire Avrei, Direi, Potrei, Farei e tutto il Gran Consiglio. Che vengano inseguiti da una raffica di ‘Se’ Sgrammaticanti!” Regina Concordia subito pensò “Allora bisogna dar l’allarme. Supremo Strafalcione attacca il nostro regno!” 8

“ Che sia fatto ora, mia regina!” “ Bene” confermò deciso il re “ Qua, Là, Su, Giù, voi quattro coprite il cielo a Nord, Est, Sud e Ovest. Distraete i Trattini Volanti, che non separino le Parole Composte! E attenti anche a Virgole e ‘Se’ ribelli! Se si mettono a casaccio al posto dei punti, i quartieri delle Frasi crolleranno! E occhio al Periodo Ipotetico, è il più fragile!” “ Subito Maestà!” intonarono i quattro, prendendo posto in cielo per ingaggiar battaglia “ Voi due invece, Pocanzi e Testé, con la vostra agilità, guidate Di, A, Da, In, Con, Su, Per, Tra e Fra come fanteria di terra per assalire alle spalle Ho Stato, Mi Sono Pensato, e il comandante Ignorantità e il loro esercito di Falchi Strafalcionici, prima che questi raggiungano la valle della Congiunzione, e disturbino le vie del Dialogo con una raffica di inopportuni ‘Cioè’!” Neanche il tempo di dire ‘raffica’, che Pocanzi e Testé erano già agli avamposti di guerra PUNTO ESCLAMATIVO LESTO E SBRIGATIVO

E così a Grammatilandia, fu campo di battaglia Disastro, Guazzabuglio e Soqquadro fecero mambassa Mambassa fece incetta E quando Incetta fece Piazza Pulita, proprio lì si aprì un varco per entrare dentro il borgo dei Modi di Dire PUNTO ESCLAMATIVO INFIDO E FURTIVO “ Oh per l’onnipotente Quaderno a Righi!” esclamò stupefatto il re “ Se prendono il borgo dei Modi di Dire, avranno accesso sicuro al boschetto reale degli Indicativi, da lì rapiranno gli elfi Ma e Se che difendono il ponte, e se arrivano qui, al Gran Castello dell’Ortografia, il Supremo Strafalcione avrà suoi tutti gli Imperativi di comando!” “ E non solo, piccola congiunzione con in testa una coroncina! Ah ah ah ah!!! Farò scempio del tuo amato e segreto scrigno dei versi e delle rime! Vero, Scempio?” Un’ombra infausta eclissò il Sole d’Inchiostro! Un gigante con mantello rosso e blu che sotto nascondeva i più gravi errori grammaticali mai visti! Lui, il Supremo Strafalcione, con il suo gracchiante Scempio alato sulla spalla che annuiva con il becco PUNTO ESCLAMATIVO ASSAI SBALORDITIVO

“ I miei stormi di Scarabocchi stanno già pasticciando il tuo reame! I tuoi sudditi non si capiscono più tra loro. E presto, io avrò stato incoronato!” “ Nooo!!! Non parlare così, che mi viene il mal d’appendice!!! Dov’è mia figlia, sgrammaticato che non sei altro!?” “ È qui accanto a me, re da filastrocca! Vieni piccina, quella congiunzione laggiù chiede di te. Digli ora chi è il tuo papà” A Grammatilandia tutto si fermò. 9

Tutti quanti ammutoliti per guardare, per capire se il potere di Zaira sarebbe stato o no la condanna del reame Zaira, una bambina ancora assai piccina, sembrava muta ed imbronciata “ Zaira, bimba mia! Nessuno ha fatto a posta a farti così diversa da noi. Non è una punizione avere in sorte di unire noi al mondo degli umani! Anche tra di noi, a Grammatilandia, non siamo mica tutti uguali. E allora? C’è chi è capace in una cosa, chi in un’altra. Ed è giusto che sia così. Se noi siamo più d’uno è perché ci si aiuti a far le cose. Siamo tutti diversi, sennò uno ne bastava! Se ci sono solo vocali, o solo consonanti, come nascon le parole? E senza le parole, il tuo potere a cosa vale? Chi mai porteresti al mondo degli umani? Strafalcione ti ha promesso grandi regni, ma se ora lo aiuti a cancellarci, venderai il tuo potere, e dopo, per lui non sarai più niente! È facile scappare e distruggere. Tu hai il dono di saper fare la cosa più difficile. Creare!” In quel momento, a Grammatilandia, tutti piansero commossi. Piansero tanto che quasi scolorivano. E ciò è pericoloso, perché il Quaderno Sacro recita “ Inchiostro eri, e Inchiostro tornerai!” Strafalcione andò su tutte le furie “ Oh piccina, non crederai a queste sciocchezze da piagnisteo!? Pensi che se quella congiunzione che gioca a fare il re è davvero un gran sovrano, poteva mai pregarti per convincerti a fermarti? Forse, che per caso ha paura di te? Pensaci! Vuole sì Lui, ingabbiarti e fermare il tuo potere! ‘Questo si fa’, ‘Questo non si fa’ … Bah, sciocchezze! A che servono!? Io, invece, voglio solo punire chi ti ha fatta sola e triste. E lo vuoi anche tu. Vero!?” Tra la folla ancora desta, si fece avanti la regina. Se Concordia fu davvero, era tempo di provarlo “ Tuo padre ha ragione. Hai il dono di fare la cosa più difficile. E anche Strafalcione ha ragione. Ti temiamo. È normale aver paura di un potere mai visto prima. La vera paura è che questa forza venga usata per far del male. Se i genitori danno delle regole è solo per affetto, figlia mia. Le regole non s’inventano per il nostro divertimento. Sono un regalo. Il nostro regalo a voi figli, per sopravvivere nel mondo. E mondi senza regole, non sono divertenti. Sono solo confusione. Nessuno che ha voglia di aiutarti, e nessuno che sa come far le cose. Che gusto c’è? Ti ricordi quando io e papà ti portammo al parco giochi di Alfabetiland? Quando ti sei persa nel labirinto dell’Avverbia-parole? Pensa se nessuno di noi ti avesse trovata. E se ci farai cancellare sarà tutto sempre così. Ora devi decidere tu se siamo noi o Strafalcione a volersi approfittare di te” Strafalcione scalpitò “ Loro! Sono Loro! Non ti fidare! Non ti fidare!” Due piccole lacrime attraversarono il viso paffutino di Zaira Allora, vedendo ciò, Re Congiunzione aggiunse solo poche cose “ Se gli umani non avranno noi non sapranno parlare. Se non parleranno non sapranno pensare. E se non penseranno, faranno solo distruzione e alla fine spariranno tutti, come può succedere adesso a noi! Da te dipendono due mondi. Ora sai perché è tutto tanto pesante per te. Ma sai anche perché sei speciale. Solo tu puoi scegliere. Solo tu puoi. Ma 10

non significa che solo tu farai. E non perché il tuo dono è prezioso, no! Ma perché Noi siamo la Tua Famiglia! E così, anche se sei unica, non sei da sola! E ti chiedo scusa, perché non te l’abbiamo detto abbastanza” Concluse così il re, anche lui commosso Il Supremo Strafalcione andò su tutte le furie, ormai impaziente “ Adesso basta, mi ho scocciato! Distruggiscili! Faccili a pezzetti! Faccilo! Ho stato chiaro!?” La piccola Zaira, allora, si voltò verso Strafalcione, spazientita, mentre lui ancora fluttuava sul Sole d’Inchiostro “ Adesso basta lo dico io! Mi Sono scocciata! E ti distruggo, ti faccio a pezzettini! Lo faccio! Sono stata chiara!?” Strafalcione si piegò in due barcollando “Oh no! Per tutti i luoghi comuni! Non parlarmi correggiato!” La folla, invece, incitò Zaira “ Forse vuoi dire : ‘Corretto’?” “ Noooo !!!! Che male!!! Mò mi ci ingrifo! Fermati subitamente!” Re Congiunzione la incoraggiò “ Correggilo più che puoi, forza figlia mia!” “ Scusa, Strafalcione, non ho ben inteso la tua favella” “ Ahiaaaaa !!!” “ Forse il mio fronteggiarti ti ha irritato?” “ Ah Che mmaleeee !!!!” I dolori lo fecero contorcere sempre di più “ Chissà, se tu ti esprimessi correttamente …” “ Ahahahah” “ … Ed anche logico sintatticamente …” “ Bastaaaaaa !!!” “ … Così da comprenderti perfettamente …” “ Pietà, pietà!!!” 11

“ … Allora, eventualmente …” “ Ah che doloreeeeee !!!!” “ … Potrei anche piantarla …” “ Noooo!!! No!” “ … Immantinente!!!!” “ Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa !!!!!!!!!!!!!” E con un grido spaventoso, Strafalcione cadde a terra, ridotto, da temibile signore … a un piccino scarabocchio PUNTO ESCLAMATIVO ORAMAI RISOLUTIVO E che ne è delle truppe Scarabocchie PUNTO INTERROGATIVO Sono quasi tutte in fuga, vista la fine che ha fatto Strafalcione PUNTO ESCLAMATIVO ARRESO E FUGGITIVO

E per chi ancora combatte, ora Re Congiunzione può contare sull’aiuto dei bombardieri Alleati, gli stranieri W, K, X, Y PUNTO ESCLAMATIVO VITTORIOSO E TEMPESTIVO “ Basta con le armi!” gridò la piccola Zaira, che lasciando sbigottiti sia i grandi che i piccini, in volò si levò, e aggiunse ancor qualcosa “ Ora so cos’è il mio dono! E perché lo chiaman fiore! Il fior, piccolo e fragile, è come una bambina, che se schiude il suo profumo può destare sentimenti. Non un tesoro, né una mappa, né denari o amuleti. Non son che io, quel fiore presagito! “ E così, Zaira alzò le mani, ed un vortice s’aprì sopra il Grande Cielo a Righi! “ Si papà, si mamma mia diletta. E si, amata famiglia di Grammatilandia qui riunita. Son sol’io a compiere il prodigio, perché ho compreso ciò che sono” In un lampo ed un baleno, tutti gli errori che invasero il reame furon risucchiati dentro al vortice, che ne fece un sol boccone! E tutti quei nemici, del mondo a righi pur sempre figli, finirono nel regno delle Cifre e dei Quadretti. Così, per il solo fatto che creature di grammatica fossero nel reame numerale, esse scomparvero nel nulla PUNTO ESCLAMATIVO PER IL FIORE FRESCO E VIVO

È così, amici miei, che a noi tutti da ponte farò, per raggiunger gli umani e dar loro sapere più caldo e accogliente d’un grande falò!”



Tutta Grammatilandia applaudì ed esultò “ Ma ogni cosa a suo tempo, figlia mia” Disse il re Congiunzione “ Ora è tempo di abbracciarci, ed essere di nuovo una famiglia!” Chiosò la regina 12

“ Vi voglio tanto bene!” Gridò di gioia Zaira A Grammatilandia ci fu una gran festa Pomposità suonò le trombe della vittoria … Finché Vittoria, le suonò a Pomposità Tutti ballarono, e dall’amore tra Gioia ed Esultanza nacque il piccolo Olé Ed Olé, assai dispettoso, prima tolse Ve- dall’altezzoso signor Vezzo. Poi, al posto di Veci si mise lui, e tutti mise in fuga, cerando un bel … Ole-zzo Non contento e rapito dal far festa, Olé solleticò la barba del barboso e gracile Allergia, e in men che non si dica, lo mutò con uno scambio, nella bellissima e gradevole … Allegria Da dove veniva adesso quella vocetta urlante, stridula e chioccia PUNTO INTERROGATIVO A certo, il Supremo Strafalcione, ormai ridotto a un minuscolo scarabocchio. Sta lì a saltellare, piccino piccino, e a stento si capisce ciò che dice “ Avrò stato vendicato! Avrò stato vendicato! Al primo bimbo umano svogliato e somarone che non vorrà studiare, tornerò! Mi sono capisciuto benemente!?” Tutti risero di quello scarabocchio, e Re Congiunzione chiamò a raccolta i carcerieri gemelli: Tonde, Quadre e Graffe. Come promesso, il cattivo Strafalcione fu chiuso tra parentesi di massima sicurezza, e tutto finì bene. Sia per Grammatilandia, sia per noi, che ora scriviamo, leggiamo, sappiamo pensare, parlare e inventar tante cose. Allora PUNTO E A CAPO Questa è la storia di Grammatilandia, regno di punti, parole, virgole e lettere PUNTO E A CAPO

Questa, però, è anche la storia di una bambina E non ha importanza che fosse la figlia di un re e una regina La cosa più bella di questa storiella È che infine Zaira, capì che il potere è una cosa che attira Infine, però, bisognerà sempre prestare attenzione, A chi finge di darti lusinga e attenzione Non sempre giocar e far ciò che ci pare Si può rivelar un così buon affare! E tutti lo dicon, e chi non lo sa? Che non c’è più gran gioia né divertimento, E questo è il precetto, eccolo qua, Del trovar soluzione, facendo da sé, ad ogni disastro e allo scombinamento! Questa è la storia di Grammatilandia, di una bambina di nome Zaira E di come noi ora leggiamo, scriviamo e sappiamo com’è che il mondo qui gira

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Perciò, per esser felici e far bene le cose, oh piccoli amici che siete gli umani, Leggete, imparate, e sol per giocare usate le mani Di mamma e papà vi potete fidare, Quando vi vogliono fare sapere, Che non la violenza, né un armamentario Vi daran mai di più … Di un buon sussidiario PUNTO ESCLAMATIVO … GIOIOSO E CONCLUSIVO ;)

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