Emendamenti di carattere nazionale alle tesi congressuali della Sinistra Giovanile
Tesi 5 Emendamento 1 Nella Tesi 5, a pagina 13, dopo le parole “La costruzione di un nuovo grande partito riformista, si propone di sostituire le parole (dalla riga 65 alla riga 72) “è un bisogno evidente, oltre che urgente, ma è anche una sfida ambiziosa e difficile, che può trarre giovamento dal dibattito che si sta aprendo sulle istituzioni e sulla legge elettorale, e anche da quello su un’aggregazione delle forze della sinistra radicale, che dobbiamo affrontare senza scorciatoie o semplificazioni. L’idea che la semplice fusione di due partiti medi, frutto di un accordo tra i rispettivi gruppi dirigenti, porti automaticamente alla nascita di un partito grande è un’illusione, e rischia di diventare un errore tragico. Serve al contrario un processo ampio di costruzione di questa forza, che parta e sia mosso ovviamente dagli attuali partiti” con le parole “di chiara ispirazione socialdemocratica, è un bisogno evidente, oltre che urgente, ma è anche un sfida ambiziosa e difficile. È illusoria l’idea che questo partito nasca slegato da un solido ancoraggio europeo e internazionale. Serve un processo ampio e graduale di costruzione di questa forza che parta da quei partiti con cui condividiamo una base di principi culturali e politici” La frase, così emendata, risulterà: “La costruzione di un nuovo grande partito riformista, di chiara ispirazione socialdemocratica, è un bisogno evidente, oltre che urgente, ma è anche un sfida ambiziosa e difficile. È illusoria l’idea che questo partito nasca slegato da un solido ancoraggio europeo e internazionale. Serve un processo ampio e graduale di costruzione di questa forza che parta da quei partiti con cui condividiamo una base di principi culturali e politici, ma che trovi la propria forza nel coinvolgimento (…)” Elenco firmatari Alessandro Portinaro Valerio Marinelli Bruno De Mori Stefan Cok Claudio Gani Michele Covolan Giovanni Pagano Francesco Spagnoletti Natale Di Cola Pierluigi Anelli Lorenza Falcone Chiara Gribaudo Viviana Morreale Alessandro Russo Laura Buzzetti
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Tesi 6 Emendamento 1 Nella Tesi 6, a pagina 14, si propone di sostituire le parole (dalla riga 29 alla riga 33) “in cui si ritrovino molteplici esperienze, certo a partire da un rapporto privilegiato con i Giovani della Margherita, ma immaginando la ricerca di un rapporto altrettanto intenso con l’FGS, le associazioni studentesche e di volontariato, i sindacati e le rappresentanze giovanili delle associazioni datoriali” con “in cui si ritrovi uno spettro quanto più possibile ampio di esperienze, a partire da un rapporto con i Giovani della Margherita, l’FGS e delle altre organizzazioni politiche giovanili interessate a convergere nel progetto. Dobbiamo immaginare anche la ricerca di un rapporto altrettanto intenso con le associazioni studentesche e di volontariato, i sindacati, le rappresentanze giovanili delle associazioni datoriali” La frase, così emendata, risulterà: “Quindi il nuovo gruppo dirigente della Sg dovrà aprire un grande Cantiere politico, in cui si ritrovi uno spettro quanto più possibile ampio di esperienze, a partire da un rapporto con i Giovani della Margherita, l’FGS e delle altre organizzazioni politiche giovanili interessate a convergere nel progetto. Dobbiamo immaginare anche la ricerca di un rapporto altrettanto intenso con le associazioni studentesche e di volontariato, i sindacati, le rappresentanze giovanili delle associazioni datoriali, i movimenti sociali (…)” Elenco firmatari Alessandro Portinaro Valerio Marinelli Bruno De Mori Stefan Cok Claudio Gani Michele Covolan Giovanni Pagano Francesco Spagnoletti Natale Di Cola Pierluigi Anelli Lorenza Falcone Chiara Gribaudo Viviana Morreale Alessandro Russo Laura Buzzetti
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Tesi 6 Emendamento 2 Nella Tesi 6, a pagina 14, dopo le parole (dalla riga 44 alla riga 46) “occorre immaginare una grande campagna di comunicazione e partecipazione, diffusa sul territorio e nelle differenti realtà sociali del Paese: una vera campagna di adesione non ad improbabili “pre” partiti, ma allo spazio politico di costruzione del partito nuovo” si propone di inserire le parole: “un partito fortemente ancorato alla tradizione del socialismo democratico europeo e internazionale e allo stesso tempo capace di guardare alle nuove esperienze riformiste e progressiste che si stanno originando nel mondo.” Elenco firmatari Alessandro Portinaro Valerio Marinelli Bruno De Mori Stefan Cok Claudio Gani Michele Covolan Giovanni Pagano Francesco Spagnoletti Natale Di Cola Pierluigi Anelli Lorenza Falcone Chiara Gribaudo Viviana Morreale Alessandro Russo Laura Buzzetti
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Tesi 6 Emendamento 3 Nella Tesi 6, a pagina 14, dopo le parole (riga 17) “La generazione dell’Ulivo” si propone di sostituire le parole “va convinta e motivata a partecipare ed essere protagonista del partito nuovo” con le parole “, aperta, plurale, capace di incarnare lo spirito e tutte le sensibilità che contribuirono alla vittoria del 1996 e alla straordinaria stagione del primo governo Prodi, va coinvolta e motivata a partecipare per essere protagonista del partito nuovo”. La frase, così emendata, risulterà: “La generazione dell’Ulivo, aperta, plurale, capace di incarnare lo spirito e tutte le sensibilità che contribuirono alla vittoria del 1996 e alla straordinaria stagione del primo governo Prodi, va coinvolta e motivata a partecipare per essere protagonista del partito nuovo, muovendo dalla eterogenea e costituente complessità delle biografie, uniche e non omologabili, di chi è cresciuto nella società degli individui.” Elenco firmatari Alessandro Portinaro Valerio Marinelli Bruno De Mori Stefan Cok Claudio Gani Michele Covolan Giovanni Pagano Francesco Spagnoletti Natale Di Cola Pierluigi Anelli Lorenza Falcone Chiara Gribaudo Viviana Morreale Alessandro Russo Laura Buzzetti
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Tesi 7 Emendamento 1 Nella Tesi 7, si propone di modificare il titolo in: Una base di principi culturali e politici su cui costruire il partito nuovo Elenco firmatari Alessandro Portinaro Valerio Marinelli Bruno De Mori Stefan Cok Claudio Gani Michele Covolan Giovanni Pagano Francesco Spagnoletti Natale Di Cola Pierluigi Anelli Lorenza Falcone Chiara Gribaudo Viviana Morreale Alessandro Russo Laura Buzzetti
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Tesi 7 Emendamento 2 Nella Tesi 7, si propone di inserire, all’inizio della tesi, il seguente paragrafo: 0.
Uguaglianza L’uguaglianza e la solidarietà sociale devono essere il cardine del partito nuovo. Il cambiamento della società italiana non può prescindere da una politica redistributiva ed inclusiva, che incentivi realmente la mobilità sociale, combattendo le forme di disuguaglianza che sono emerse negli ultimi anni e a cui siamo impreparati a dare una risposta. Tutto questo partendo dalla riduzione delle marginalità, dal riconoscimento dei nuovi diritti e dalla consapevolezza che a tutti i cittadini devono essere garantite dalla Repubblica le condizioni per concorrere allo sviluppo, sia materiale, che spirituale della società, come sancito dalla nostra Costituzione. Proprio dalla piena attuazione di tutto il programma sociale contenuto nella Costituzione, aggiornato per includervi i nuovi diritti sociali, deve cominciare la riforma della società che il partito nuovo dovrà porre in essere. La priorità sarà declinare in senso vivo e partecipato un valore staticamente sancito dai nostri princìpi.
Elenco firmatari Alessandro Portinaro Valerio Marinelli Bruno De Mori Stefan Cok Claudio Gani Michele Covolan Giovanni Pagano Francesco Spagnoletti Natale Di Cola Pierluigi Anelli Lorenza Falcone Chiara Gribaudo Viviana Morreale Alessandro Russo Laura Buzzetti
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Tesi 7 Emendamento 3 Nella tesi 7 punto 1 alla riga 8 dopo il punto si propone di inserire il seguente paragrafo: “Per riformismo dobbiamo intendere un metodo di analisi e una chiave di lettura della società contemporanea, globale, fluida ed attraversata da molteplici contraddizioni. La dimensione e l’obiettivo alto dell’azione politica dovrà, comunque, mantenere con ostinazione un’ottica riformatrice. La critica allo status quo e la forte spinta progressista dovranno caratterizzare, quindi, la capacità di incidere nella società di un nuovo partito della sinistra italiana.” Elenco firmatari Alessandro Portinaro Valerio Marinelli Bruno De Mori Stefan Cok Claudio Gani Michele Covolan Giovanni Pagano Francesco Spagnoletti Natale Di Cola Pierluigi Anelli Lorenza Falcone Chiara Gribaudo Viviana Morreale Alessandro Russo Laura Buzzetti
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Tesi 7 Emendamento 4 NB: i proponenti considerano i diversi interventi qua sotto proposti come un unico maxiemendamento che va a intervenire sulla tesi, da votare quindi in un’unica soluzione. Si propone di sostituire alla riga 31 “ma nel contempo capace” con:
e che proprio sulla laicità fonda la sua capacità Si propone di sostituire alla riga 32 “la propria sessualità” con:
il proprio orientamento sessuale e la propria identità di genere Si propone di inserire alla riga 37, dopo “(…) la massima possibile, ed eliminando alla riga 38 “Percio noi”:
e che si esplica nell’estensione dei diritti individuali e collettivi, diventa in tal modo lo strumento più alto per il perseguimento dell’ideale di uguaglianza tra gli esseri umani. A partire dalla difesa dei principi irrinunciabili della libertà, dell’uguaglianza e della laicità, che consideriamo tre elementi inscindibili di un unico ideale di società Si propone di inserire alla riga 40 dopo “(…) delle persone omosessuali”:
e transessuali, la lotta ad ogni forma di discriminazione Si propone di sostituire alla riga 44 “su questi tratti” con la frase:
su di essi che si misurerà la Si propone alla riga 45, dopo la parola società di terminare la frase ed sostituite “che noi dovremo concentrare la nostra” con la seguente frase:
Per questo dovremo concentrarci sulla Elenco firmatari Alessandro Portinaro Valerio Marinelli Bruno De Mori Stefan Cok Giorgio Fano Emanuele Lodolini Enrico Casini Giuseppe Cicala Stefania Gasparini Giuliano Bonato
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Tesi 8 Emendamento 1 Inserire alla riga numero 25, dopo il punto, il seguente paragrafo: (…) Anzi, la riflessione intorno allo Statuto rappresenterà l’occasione per una riflessione innovativa ed approfondita intorno alla funzione, la forma, il modello organizzativo, di partecipazione e di radicamento nella società di una moderna organizzazione giovanile. Una riflessione indispensabile, da portare nel cantiere politico del nuovo soggetto e della nuova giovanile, facendoci portatori non solo dell’esigenza, ma anche di un progetto di innovazione delle forme della politica. E’ necessaria anzitutto un’organizzazione autenticamente federale, in grado di un forte coinvolgimento dei livelli territoriali nell’elaborazione politica nazionale. Ciò passa per un ruolo più pieno e centrale, nella definizione degli indirizzi politici, della Conferenza dei Segretari regionali, e nell’assegnazione all’esecutivo di una più marcata funzione di promozione dell’iniziativa politica nazionale rispetto alle diverse deleghe. Ma tutto questo non è sufficiente per costruire un’organizzazione davvero nazionale, nella quale i territori concorrano costantemente a dettare la linea politica e il livello nazionale sia presente, riconosciuto, legittimato. Troppi sono i temi nella nostra agenda perché quelli tradizionali possano essere i soli luoghi di discussione, elaborazione e sintesi. Dobbiamo prevedere anche la creazione di spazi di discussione tematica, di merito. Siamo un’organizzazione che discute e che elabora proposte, da soli o – più spesso – nel confronto con chi sceglie altre modalità di impegno sociale e civile. Abbiamo bisogno di nuove sedi, di carattere tematico, che possano comprendere le compagne e i compagni che nelle regioni e nelle federazioni si occupano di una determinata materia. Per fare sì che la discussione in tali dipartimenti/gruppi di lavoro sia “coordinata e continuativa”, è necessario che vi sia il supporto di appositi forum on line, accessibili ai componenti dei singoli dipartimenti. Per quanto preferiamo la politica fatta guardandoci negli occhi – motivo per cui i dipartimenti dovranno ritrovarsi almeno due volte l'anno per impostare il lavoro e presentare pubblicamente le campagne che promuovono – non possiamo ignorare quanto il web possa essere veicolo di confronto e partecipazione. I dipartimenti tematici saranno un supporto imprescindibile per i relativi responsabili nell’esecutivo nazionale, che li coordineranno, riuscendo insieme a diffondere le campagne elaborate nazionalmente e a recepire proposte, idee ed esperienze provenienti dai territori. Inoltre rappresenteranno un valido strumento di confronto con tante ragazze e tanti ragazzi che, pur non essendo del tutto convinti dalla prospettiva di un impegno politico a tutto tondo, potranno avvicinarsi all’aspetto della politica che è loro più congeniale. I dipartimenti non possono essere intesi, infatti, come un insieme di organismi interni e “burocratici”, ma anzi, vanno considerati come luogo di contatto con quel mondo esterno (fatto di associazioni, ong, centri di ricerca, università) frequentato da molti nostri coetanei. Un’organizzazione giovanile moderna, che ambisca ad essere di massa e quindi a rappresentare e coinvolgere un universo giovanile sempre più sfaccettato e variegato per interessi, stili di vita, disponibilità all’impegno, non può che essere un’organizzazione-rete, che intorno al soggetto politico “generalista” costruisce un network di spazi di impegno tematico, aggregazione sociale, formazione. Una rete di spazi da costruire da soli, ma anche attraverso collaborazioni sempre più forti con soggetti associativi, culturali, sindacali. Elenco firmatari Alessandro Portinaro Valerio Marinelli Bruno De Mori Stefan Cok Giorgio Fano Emanuele Lodolini Enrico Casini Giuseppe Cicala Stefania Gasparini Giuliano Bonato 10
Tesi 8 Emendamento 2 Inserire alla riga numero 75, dopo il punto, il seguente paragrafo: (…)Dobbiamo avere l’ambizione di costruire un’organizzazione politica strutturalmente in formazione, che fa della formazione politica non un impegno residuale della propria attività, ma una delle chiavi strategiche per avere un ruolo all’interno della società complessa; che si mette a disposizione per essere un punto di riferimento per tutto il Partito in quest’ambito; che promuove l’incontro e il confronto tra i diversi luoghi di formazione politica ed elaborazione culturale rivolti alle giovani generazioni. Elenco firmatari Alessandro Portinaro Valerio Marinelli Bruno De Mori Stefan Cok Giorgio Fano Emanuele Lodolini Enrico Casini Giuseppe Cicala Stefania Gasparini Giuliano Bonato
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Tesi 8 Emendamento 3 Inserire alla fine della tesi, riga numero 132, dopo il punto, il seguente paragrafo: La Sinistra giovanile deve individuare la propria funzione non solo come organizzazione giovanile dei DS, ma diventare soggetto di riferimento tutta la sinistra riformista, strutturando la propria presenza nei movimenti e contribuendo all’elaborazione di altri soggetti associativi, culturali, sindacali, che fanno del riformismo la propria pratica quotidiana, riuscendo così a connotarsi come protagonista nella società e come spazio di formazione di nuova classe dirigente. E’ necessario portare a compimento anche a livello nazionale un percorso, già avanzato in molte realtà territoriali, di costruzione e di formalizzazione di rapporti con le soggettività sociali, insieme ai quali lanciare nei diversi ambiti la sfida del rinnovamento generazionale e della cultura politica dei soggetti storici della Sinistra, per dare risposta alle nuove domande di rappresentanza e cittadinanza e contribuire alla costruzione di un partito nuovo, progressista, ancorato al socialismo europeo e mondiale. Oggi la Sg può riacquisire il ruolo di ponte tra partiti tradizionali e nuovi soggetti della politica, e ampliare il dibattito sulla costruzione del nuovo partito oltre i confini di DS e Margherita, coinvolgendo anche i Giovani socialisti e altre organizzazioni giovanili, studentesche, sindacali, del volontariato presenti sul territorio, come protagonista, pungolo e punto di riferimento per costruire gli spazi sociali del partito nuovo, i suoi luoghi di socializzazione politica e di incontrodialogo con la società. Per contribuire alla costruzione di un soggetto giovanile, e di un partito, radicato, presente, di massa. Elenco firmatari Alessandro Portinaro Valerio Marinelli Bruno De Mori Stefan Cok Giorgio Fano Emanuele Lodolini Enrico Casini Giuseppe Cicala Stefania Gasparini Giuliano Bonato
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Tesi 16 Emendamento 1 Alla riga 95 dopo il punto, si propone di inserire il seguente contributo: Il dibattito sulle politiche culturali, gli investimenti destinati alla cultura, la cultura come elemento di diversificazione anche economica del Paese può essere rappresentato con due tipologie di approccio. La prima è il cosiddetto “effetto Bilbao”: l’investimento in cultura come strumento di marketing territoriale, di promozione internazionale, di produzione di indotti economici di servizio e terziario. L’effetto Bilbao è un fenomeno molto dibattuto, su cui cominciano ad emergere valutazioni critiche ma ha una sua legittimità in termini di sviluppo e pianificazione urbana. Il secondo approccio considera la cultura come elemento di welfare locale: l’investimento in cultura come elemento di promozione e sostegno alla comunità locale. Se si considera la cultura come elemento di welfare – vale a dire come uno degli elementi che contribuiscono al benessere di una comunità, in termini sociali, economici, relazionali, culturali – è evidente che si devono promuovere politiche pubbliche che sostengano, supportino e infrastrutturino un’offerta culturale plurale, diffusa, accessibile. Questi due approcci spesso vengono definiti in termini esclusivi, quasi che l’uno possa escludere l’altro, con il rischio di semplificare e impoverire la vitalità di un’offerta culturale che, al contrario, deve sapersi porre come offerta plurale, eterogenea, differenziata. Investire in cultura come elemento di marketing territoriale – e usare i luoghi della cultura come strumento di pianificazione urbanistica e di trasformazione del territorio – non esclude il fatto che siano necessari altrettanti investimenti negli elementi intangibili, immateriali, creativi dell’offerta culturale. Vale a dire: i luoghi della cultura – teatri, spazi espositivi, biblioteche, musei, luoghi di spettacolo dal vivo – hanno bisogno di pubblico ed hanno bisogno di soggetti che li riempiano, li sostanzino, li rendano vitali. Ed è bene sottolineare che non esiste “un pubblico” di cultura, ma esistono “pubblici” che accedono alla cultura in modo differente e plurale, con motivazioni individuali e collettive diverse, con educazione e sensibilità profondamente differenziate. La formazione dei pubblici di cultura spesso è un tema che appartiene all’associazionismo culturale che interviene non soltanto per fidelizzare “pubblici alti” – per i quali sono le istituzioni locali che formano l’offerta ed il “cartellone” - ma spesso investe in termini di educazione, didattica, formazione, diffusione di offerta culturale consentendo accesso a pubblici meno colti e difficilmente raggiungibili. In questo contesto, la cultura come politica di welfare deve essere concepita come elemento di promozione di cittadinanza, di inclusione e ricucitura del tessuto sociale della comunità locale. Inoltre i processi creativi crescono e si affermano in modo difficilmente riconducibile a semplici logiche economiche e di mercato – anche se con queste di confrontano e si scontrano. Le realtà più interessanti a livello europeo - capaci di produrre e offrire tendenze e aprire strade di produzione creativa – non necessariamente sono nate all’interno di luoghi asettici, deputati a promuovere cultura. Le culture urbane, i fenomeni di creatività e di contaminazioni culturali più interessanti nascono in modo spontaneo ma si affermano se riescono ad intercettare un sistema pubblico interessato a promuoverle, sostenerle e farle crescere. In termini di scenario non solo nazionale ma europeo, si può parlare della fine di un’epoca: l’attuale meccanismo di sostegno diretto attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto da parte del pubblico come politica di sostegno all’associazionismo culturale è destinata a diminuire. Senza voler entrare nel merito di un dibattito che sta coinvolgendo reti, networks, associazioni e autorità nazionali e locali in tutta, il rischio di una riduzione della spesa pubblica in cultura può diventare in tempi rapidi un dato strutturale e non contingente.Questo significa che sta avvenendo una rivoluzione copernicana in termini di organizzazione e capacità dei soggetti e degli attori pubblici e privati a promuovere attività e iniziative all’interno di una complessità finanziaria, progettuale e politica inedita. Sempre più le associazioni culturali si improvvisano competenze in termini di fund-raising, diversificazione progettuale, amministrazione, project-management, marketing e comunicazione. D’altro canto le Amministrazioni pubbliche sono dibattute dalla necessità di concentrare e scegliere, di definire priorità e requisiti di accesso alle risorse senza essere attrezzate per farlo in mo13
do trasparente e lineare. La schizofrenia attuale oscilla tra i “bandi” ed i contributi a pioggia, la definizione di requisiti formali di accesso inauditi – che impongono alle organizzazioni investimenti a perdere in termini di amministrazione, pianificazione finanziaria, rendicontazione – oppure la relazione bilaterale con i decisori, dove soltanto le organizzazioni più forti, visibili e affermate hanno accesso. La selezione darwiniana che si sta producendo non sempre premia la qualità, spesso produce improvvisazione, in ogni caso non investe sulla cooperazione, la complementarietà, il sistema. Lo stock di finanziamenti destinati alla spesa per la cultura non può essere ulteriormente ridotto, sicuramente deve essere ripensata la modalità con cui si investe in cultura. Riteniamo che si possa diminuire la quota riservata al finanziamento diretto dei singoli attori culturali, aumentando invece la fornitura di beni e servizi al sistema culturale, in una logica di massimo sfruttamento delle risorse disponibili e di democratizzazione delle risorse stesse. Questo scenario impone una politica coraggiosa: se da un lato occorre riparare ai danni causati dalle finanziarie di Tremonti, che hanno mortificato la cultura tagliando il FUS, dall'altro diviene imprescindibile un ripensamento delle politiche culturali “tradizionali”. Non può più bastare il pur necessario investimento nei grandi restauri, nei poli museali, nelle città d'arte. Bisogna che il centrosinistra al governo faccia due passi in avanti: il primo è investire sempre di più sui contenuti culturali (il “software”), evitando dispendiose spese per grandi strutture (l'”hardware”) che rischiano di essere, culturalmente parlando, cattedrali nel deserto. Il secondo passo è l'abbandono della sola logica della valorizzazione dell'esistente, per sposare un'impostazione che premi e incentivi la creazione di nuova cultura. L'Italia potrà veder realizzato un avanzamento culturale e civile se i giovani creativi troveranno adeguato sostegno nelle politiche statali e locali. Dal governo ci aspettiamo anche un ruolo forte di indirizzo e coordinamento degli enti locali, che in materia di cultura seguono politiche raramente strategiche e molto spesso scoordinate, poco trasparenti, penalizzanti per chi si affaccia nel mondo dell'arte e della creatività. In una società della conoscenza, anche i prodotti culturali rischiano di seguire le stesse logiche di mercato di altre produzioni materiali. Un ulteriore sforzo che il nostro governo dovrà effettuare riguarda l’individuazione di politiche che aiutino l’accesso alla cultura a tutti quei soggetti che, per difficoltà economiche o di altra natura, non dispongono autonomamente degli strumenti necessari per non venire esclusi dal dibattito culturale e da un elemento di crescita fondamentale per la società e gli individui. Un cantiere che ci veda protagonisti insieme ai giovani che guardano con interesse a una nuova idea di politica non potrà esimersi dall'affrontare il nodo delle politiche culturali e dello stato dell'associazionismo culturale italiano: un associazionismo quasi mai capace di autosostenersi e quindi sempre alla ricerca di fondi pubblici, delegando di fatto al Pubblico le scelte in materia. Senza un'inversione di tendenza rischiamo di trovarci immersi in un paradosso: mentre lo Stato diminuisce gli investimenti in cultura, gli attori perdono indipendenza ed autonomia, basilari per lo sviluppo di una libera produzione culturale. Alle centinaia di progetti didattici ed educativi presentati dalle associazioni culturali, il centrosinistra al governo nel Paese e nella maggioranza delle Regioni deve rispondere con un potenziamento dell'educazione alla cultura, che passa attraverso la valorizzazione di alcune materie scolastiche (educazione artistica, educazione musicale) come strumento di apprendimento più che come tema a sé stante. Elenco firmatari Alessandro Portinaro Valerio Marinelli Bruno De Mori Stefan Cok Giorgio Fano Emanuele Lodolini Enrico Casini Giuseppe Cicala Stefania Gasparini Giuliano Bonato 14
Tesi 19 Emendamento 1 NB: i proponenti considerano i diversi interventi qua sotto proposti come un unico maxiemendamento che va a intervenire sulla tesi, da votare quindi in un’unica soluzione. Si propone alla riga 8 di sostituire “competenze espresse” con:
loro potenzialità Si propone di inserire dopo la riga 8 il seguente paragrafo:
Molto si dovrà lavorare per combattere la cultura misogina ancora presente ai vari livelli della società, che costituisce un ostacolo reale ad ogni tentativo legislativo di introdurre misure di parità, e che nelle forme più estreme si esprime nella violenza di genere. Una battaglia di questo tipo, che è prima di tutto culturale ed educativa, deve iniziare da quelle istituzioni sociali deputate alla riproduzione dei valori collettivi, cioè la famiglia e la scuola. Si propone di inserire dopo la riga 10 il seguente paragrafo:
Al fine di favorire l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro, inoltre, gli asili nido e i servizi pubblici di cura e assistenza per le persone anziane e non autosufficienti devono essere decisamente potenziati, con l’obiettivo di sollevare la donna da un lavoro logorante che attualmente è svolto in modo gratuito e socialmente non riconosciuto. Si propone di inserire alla riga 11 dopo “la consapevolezza” l’espressione: della necessità (la frase modificata risulterà: Dobbiamo avere, inoltre, la consapevolezza della necessità di cambiare…) Si propone di sostituire alle riga 12 dopo la virgola la frase “ma ad una concezione proprietaria dell’altro ed in particolare della donna.” Con la frase:
e di promuovere al suo posto una società pluralista nella quale identità differenti convivono e si riconoscono reciprocamente in un quadro di uguali diritti. Si propone di sostituire alle righe 18, 19, 20 la frase “Depenalizzare il consumo fino ad arrivare alla legalizzazione delle droghe leggere obiettivo, per quanto ci riguarda, necessario per spezzare il controllo criminale su quel mercato e interrompere la contiguità tra le droghe leggere e quelle pesanti.” Con la frase: Depenalizzare il consumo fino ad arrivare alla legalizzazione delle droghe leggere rappresenta, per quanto ci riguarda, lo strumento necessario per spezzare il controllo criminale su quel mercato e interrompere la contiguità tra le droghe leggere e quelle pesanti. Si propone di modificare alla riga 23 “…nel confronto col partito…” con l’espressione:
nei confronti del partito Si propone di sostituire alla riga 28 ”…costituzione, significa soltanto dare…” con la frase:
Costituzione. Significa al contrario dare una prima attuazione ai principi di uguaglianza e pari dignità sociale, enunciati dall’art. 3, e di garanzia dei “diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”, incarnato dall’art. 2 del testo costituzionale. Il PACS dà Si propone alla riga 30 dopo il punto di aggiungere:
Su questi temi, dovremo avere domani un ruolo di avanguardia simile a quello avuto in passato, consapevoli del fatto che altrove, in Europa e non solo, la frontiera dei diritti individuali si è spostata in avanti. Ci impegneremo pertanto a promuovere un dibattito sereno ed aperto sulle misure legislative volte a garantire la completa uguaglianza tra persone omosessuali ed eterosessuali, 15
compreso il diritto a contrarre matrimonio, con l’obiettivo di dare piena attuazione agli art. 2 e 3 della Costituzione Italiana e ai trattati internazionali ai quali l’Italia si è vincolata. Allo stesso modo, sarà nostro dovere discutere le questioni connesse al tema dell’omogenitorialità, che riguarda già oggi numerose famiglie italiane. Si propone si sostituire il paragrafo dalla linea 36 alla linea 39 con: L’Italia può essere la testimonianza diretta che esiste un’alternativa concreta all’ipotesi dello scontro di civiltà, e per questo crediamo che la nuova politica estera sia un passo importante verso questa strada, perché guardare al Mediterraneo come al luogo in cui le diverse culture possano incontrarsi rappresenta la nostra sfida. Si propone di sostituire il paragrafo dalla linea 40 alla linea 43 con: Ma è necessario mettere in campo una nuova politica per l’immigrazione che parta dalla considerazione che il migrante non può essere considerato solo come forza-lavoro. Per questo dobbiamo ridefinire radicalmente la Bossi-Fini, modificando il nesso esistente attualmente tra permesso di
soggiorno e contratto di lavoro. Si propone di sostituire “ (…) trasformazione di quelli che oggi sono diventati i cpt e cioè luoghi di reclusione in cui molto spesso non esistono condizioni umane. Questo strumento ha senso come luogo realmente temporaneo per rendere effettiva l’espulsione.”, con la seguente frase:
(...) profonda revisione dei CPT, fino ad una loro completa chiusura. Nati come luoghi temporanei per trattenere l’immigrato clandestino in attesa di espulsione, i CPT si sono infatti trasformati in luoghi di reclusione, teatro di una vera e propria sospensione dello stato di diritto e delle garanzie minime di tutela della dignità umana. Un revisione della Bossi-Fini, e insieme ad essa del concetto stesso di clandestinità, costituisce il punto di partenza irrinunciabile per discutere delle modalità più idonee ed umane per trattenere coloro che affrontano l’immigrazione in condizioni d’illegalità. Si propone di sostituire alla riga 49 “…del…” con:
…nel… Si propone di aggiungere alla riga 55, alla fine della tesi la seguente frase:
che trovi nella comunità dei diritti il suo momento unificante. Elenco firmatari Alessandro Portinaro Valerio Marinelli Bruno De Mori Stefan Cok Giorgio Fano Emanuele Lodolini Enrico Casini Giuseppe Cicala Stefania Gasparini Giuliano Bonato
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