De Cesare N.1

  • May 2020
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  • Pages: 23
ISTITUTO COMPRENSIVO SCUOLA PRIMARIA - SECONDARIA I GRADO SPINAZZOLA

DE CESARE New NEWS Anno I, n.1 – dicembre 2007

Docenti responsabili: Vera Maria Di Giulio Elena Di Noia

Dirigente scolastico: Michele Giammatteo

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fÉÅÅtÜ|É TUTTO SULLA III B e III E -36 menti geniali -Premio Antonio Cicorella:”Trionfa la IIIB” -Incontro a villa Saraceno -Una giornata diversa per i ragazzi di villa Saraceno -L’unica strada è l’amicizia -Una scrittice in erba tra noi -III E:The Best of the competition LA SCUOLA RACCONTA -Un’impresa da Dio -Segnali di fumo NEWS FROM SPINAZZOLA -Paese mio che stai sulla…collina -C’u fong vu mangè alla sagra da scè UN OCCHIO NEL PRESENTE -L’ossessione della bellezza -La bellezza che uccide -Meglio magra o in carne -Oggi mangiamo pane d‘oro -Massacro in Birmania I RAGAZZI DELLO SPORT -L’altra faccia del calcio -Sport: non solo calcio …E ADESSO MUSICA -Luci e ombre su Giuseppe Verdi SI,VIAGGIARE! -Viaggio in Romania ANNOTAZIONI POETICHE -Natale di Salvatore Quasimodo

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Tutto sulla III E e III B

Piccoli giornalisti a lavoro

36 MENTI GENIALI : III E e III B Contraddizioni tra ragazzi di Perna M. C Muggeo A. Valente S. Spina M.

Finalmente uniti! Le due classi del 1994, III E e III B, collaborano al “PROGETTO-GIORNALINO” guidati dalle docenti di lettere Elena Di Noia e Vera Di Giulio. Gruppi di ragazzi si impegnano ad organizzarsi per scrivere articoli su argomenti discussi in classe e ognuno è libero di scegliere la rubrica alle quale interessarsi. Il giornalino presenta varie rubriche: Tutto sulla III E e III B; … e adesso musica; La scuola racconta; I ragazzi dello sport; News from Spinazzola; Si, viaggiare!. Un occhio nel presente; Annotazioni poetiche Sono stati in molti i nostri compagni ad esprimere la loro opinione sull’iniziativa. Noi, piccole giornaliste, abbiamo intervistato tre dei ragazzi partecipanti all’attività che hanno espresso la propria opinione, ricordando però di mantenere sempre l’anonimato degli intervistati. Abbiamo posto loro la seguente domanda: “ – Che ne pensi del progetto III E e III B?” “Penso che sia un’idea positiva. Stando insieme si è più creativi e come dice un detto “un’idea tira l’altra”. Inoltre non ci si annoia mai, anzi, più collaboratori, più divertimento!” sono le parole di un’ alunna. Anche un altro nostro compagno si è espresso: “ l’unione tra le due classi è un’idea carina perché in tal modo si crea un maggior numero di articoli. Però essendo in tanti, molti potrebbero non collaborare escludendosi dai gruppi formati” ha detto. E poi un’altra: “- No, no! Con due classi insieme non si crea altro che caos! Noi ragazzi, essendo in tanti saremmo distratti da battute e non ci sarebbe una sufficiente organizzazione da parte nostra”. Quindi l’iniziativa ha suscitato in alcuni nostri compagni grande entusiasmo, in altri indifferenza o altri si sono dimostrati completamente contrari al progetto. Comunque la maggior parte di noi vede positivamente l’unione delle due classi per la realizzazione del giornalino( sedici ), nove invece sono contrari e sette indifferenti. Sarà sicuramente un’ esperienza grandiosa, e allora perché stare immobili!? Sfogliate le pagine del nostro giornalino!

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Tutto sulla III B

PREMIO "ANTONIO CICORELLA": TRIONFA LA III B Durante lo scorso anno scolastico alcuni ragazzi della nostra classe hanno partecipatoal premio internazionale solidarietà sociale "A. Cicorella" con un testo dal titolo "Adolescenti, il pericolo non si chiama solo droga" pubblicato anche sulla "Gazzetta del Mezzogiorno". Un anno dopo... è il 27 settembre e sentiamo bussare alla porta... entra la vicepreside che ci comunica una bella notizia. Gli alunni Giura Antonella, Di Palo Alessandra, Clinco Davide, D'Antino Roberto, Vurro Nicolas e Natuzzi Marianna sono risultati vincitori del premio internazionale solidarietà sociale "A.Cicorella" e sono stati invitati la sera stessa a ritirare la borsa di studio di 500 euro e ad assistere alla lettura dei testi presentati dalla nostra scuola e dal liceo linguistico di Spinazzola. All'istante tutta la 3B ha esultato facendo mille complimenti ai vincitori e alzando i pugni in aria in segno di vittoria. Giunta la sera ci siamo prima recati in chiesa per ringraziare il Signore della vincita e poi nel salone "Aurora Salomone" dove si è tenuta la premiazione. Erano presenti anche il sindaco ed altre autorità regionali che ci hanno permesso di prendere posto in prima fila. Questo ha contribuito a renderci tutti ancora più emozionati e a farci sentire importanti e molto orgogliosi della nostra vincita, frutto di duro lavoro, ricerca e studio assiduo. Abbiamo notato che oltre a noi era presente anche la vincitrice rappresentante del liceo linguistico comunale del nostro paese. All' inizio il dottor Domenico Forina ci ha

parlato della triste storia del giovane tossicodipendente Antonio Cicorella, che ha dato tutto se stesso per aiutare gli nella sua stessa situazione ad uscire dal giro della droga. Dopo i discorsi significativi dei singoli rappresentanti della commissione, è giunto il momento tanto atteso: la premiazione. La prima a ritirare il premio è stata la ragazza del liceo, accompagnata dalla figuraccia del nostro amico Nicolas che era salito sul palco non intrpellato. Dopo di che toccava a noi e siamo stati chiamati uno alla volta a ritirare una targhetta d'argento. Nei nostri occhi era evidente l' emozione soprattutto quando siamo saliti sul palco a abbiamo ricevuto i complimenti. I premi sono stati consegnati sia dal sindaco che da un ragazzo che è riuscito a superare il problema della tossicodipendenza. Alla fine della serata abbiamo fatto una foto tutti insieme per ricordare questo giorno.

Natuzzi Marianna, Giura Antonella, Clinco Davide

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Disabili in cerca di aiuto Incontro a “Villa Saraceno” La struttura che li ospita nel nostro paese

Il giorno 1 ottobre i nostri amici ci hanno raccontato cosa hanno fatto a “Villa Saraceno”, dove ci sono molti disabili. Loro pensavano di trovare li molti anziani, ma non è così, infatti ci sono sia anziani che giovani, provenienti da molti paesi. Pensavano, inoltre che la villa fosse colorata di grigio ma non è così: la villa è molto colorata e ogni stanza ha un colore diverso: rosa, giallo, verde e molti altri colori. I nostri amici si sono divertiti molto con quei ragazzi, giocando, ridendo e ballando. Ci hanno anche detto che questi fanno le stesse cose nostre : giocano, si divertono e perfino ballano anche molto bene, sembrano quasi dei ballerini. In questa struttura ci sono molti dottori e infermieri che si prendono cura di loro senza mai trattarli male, anzi quasi come fossero loro figli. Non li trattano come a Bisceglie o in altri ospedali psichiatrici come ci hanno raccontato alcune persone che hanno vissuto per qualche tempo in quelle strutture. A volte infatti capita che in momenti di particolare tensione, vengono picchiati i disabili più ribelli e si aumentano le dosi di calmanti. A Spinazzola, invece, i dottori li trattano sempre molto bene, infatti li lasciano divertire, e danno loro qualche spicciolo per le piccole necessità. I nostri amici hanno incontrato anche alcuni dottori che hanno detto che oltre alle cure mediche hanno bisogno soprattutto di affetto e amore da parte nostra. I disabili potrebbero pure guarire. Ci hanno detto di salutarli quando li incontriamo in giro nel paese e di essere cordiali e affettuosi e da allora lo facciamo con piacere. Questi ragazzi anno anche realizzare cose in legno cioè vari oggetti e i soldi che ricavano vengono donati alla struttura.

Tutto sulla III E Impariamo a conoscere la realtà Una giornata diversa per i ragazzi di Villa Saraceno Niente sbarre, prevalgono i colori Un giorno di settembre siamo andati a Villa Saraceno per conoscere e invitare gli ospiti al nostro recital: “L’unica strada è l’amicizia” che si è tenuta il 30 settembre alla scuola Mazzini. Insieme abbiamo giocato, mangiato e realizzato scatch comici per divertirci tutti insieme. Poi la psicologa e lo psichiatra ci hanno spiegato le malattie e gli atteggiamenti degli ospiti residenti a Villa Saraceno. Fino agli anni cinquanta i diversamente abili erano compatiti, ignorati o ridicolizzati e per questo rinchiusi in istituti. La mentalità del tempo non riconosceva loro i desideri, le esigenze, le necessità e i diritti di ogni essere umano ritenuto “normale”deve avere. Ancora oggi, spesso vengono discriminati e per questo noi ragazzi abbiamo voluto mostrare il nostro entusiasmo lavorando e giocando con loro. Questi ragazzi sono coinvolti in molti laboratori, manuali, fisici e psicologici. Prima di entrare nella casa d’accoglienza noi immaginavamo di trovare muri grigi, con sbarre di ferro dappertutto, ma soprattutto un ambiente ospedaliero. Invece le stanze sono molto colorate e ogni alloggio ha il minimo indispensabile per la vita quotidiana: letto, armadio e bagno. Entrando abbiamo provato ansia e paura ma quando ci hanno spiegato che in realtà questi ragazzi sono innocui, ci siamo rasserenati. Questa per noi è stata un’esperienza stupenda che abbiamo instaurato un rapporto d’amicizia con persone che ci hanno fatto capire cosa significa stare a contatto con chi ha abilità diverse dalle nostre.

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Tutto sulla III E

III E: the best of the competition IV Edizione del “Premio Aurora”

UNA SCRITTRICE IN ERBA TRA NOI

La carta, fonte esauribile Spinazzola: le classi valorizzano il riciclaggio

Spinazzola: cittadella della letteratura Il Premio Aurora concorso di scrittura creativa per autori in erba, giunto alla IV Edizione, ha visto fiorire al suo interno autori di grande bravura. Tra i tanti premi, assegnati a ragazzi provenienti dal territorio nazionale, spiccano in modo rilevante anche autori per i quali la commissione ha ritenuto giusto assegnare il Premio della critica. Ci ha sorpreso, dato il numero dei partecipanti, vedere assegnato questo premio ad una nostra amica di classe: Maria Spina, premiata dalla giornalista e consulente rai (rai tre – Gt ragazzi) in data 13 ottobre 2007. La manifestazione, prevedeva oltre alla presenza di docenti universitari, giornalisti e scrittori, la presenza di scolaresche che giunte nella nostra cittadina, hanno goduto dell’intera manifestazione, alla quale è seguito uno spettacolo di animazione teatrale a cura del “ Gran teatrino di Pulcinella di Bari” e una tavola rotonda, dove si è discusso sul tema della letteratura giovanile, ed è stata presentata in anteprima la I biblioteca Digitale dei minori, unica a livello europeo che raccoglie opere interamente prodotte dall’utenza scolastica. L’iniziativa ha fatto si che Spinazzola, fosse riconosciuta dopo quattro anni di attività come “ Cittadella della letteratura giovanile”.

Parlare di riciclo per entrare in una ottica ecologica, aiuta a comprendere che molti materiali, da sempre ritenuti perduti dopo il loro impiego, possono in realtà essere reimpiegati, anche sul mercato, per evitare dispersioni di materie prime. Le classi terze della scuola secondaria di primo grado R. de Cesare, inserendo nei propri piani di studio questo progetto, hanno partecipato ad un concorso che aveva come tema, proprio quello di valorizzare questo argomento e di farlo proprio. La nostra scuola si è vista assegnare un merito , che consisteva in carta igienica, scottex, realizzata con carta riciclata. Il premio ci è stato assegnato dopo che ci siamo cimentati a comprendere come sia possibile riciclare la carta e come questa a sua volta possa essere reinserita. Non a caso, abbiamo scelto dopo aver scoperto le varie fasi, di comporre delle poesie e di apportarle sui fogli prodotti, corredandoli di immagini e disegni. L’esperienza, ha fatto si che la nostra scuola ricevesse una fornitura di questo materiale per un intero anno.

Lettini Federica Muggeo Antonella

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La scuola racconta

Il giorno 9 novembre 2007 le classi della scuola media si sono recate presso il cine-teatro “Buccomino per vedere un film intitolato “Un’Impresa Da Dio”. In questo film il protagonista Evan Baxter, interpretato da “Steve Carell”, è interpellato da poco eletto al congresso degli Stati Uniti d’America e da Dio, interpretato da “Morgan Freeman”, per costruire un Arca come fece Noè. Per compiere questo incarico non solo cambia il suo aspetto con la barba e capelli che non possono essere tagliati ma ha molti problemi sul lavoro e in famiglia causati dalla costruzione dell’Arca. Primo fra tutto una torma di animali che segue il protagonista ovunque. La polizia

interviene per distruggere l’Arca, e tutti credono che Evan sia un pazzo, fino a quando una diga cede inondando la valle e trasportando l’Arca d’avanti al congresso degli Stati Uniti. Qui Evan parla ai giornalisti dello sfruttamento delle riserve naturali ed il capo del congresso viene indagato. Il film si conclude con Evan e la sua famiglia che vanno in campeggio dove Dio saluta Evan che ritorna normale nell’ aspetto. Questo film dalla regia di Tom Shdyac è una commedia che ci ha divertirti molto. Abbiamo trascorso del tempo in allegria e desideriamo vedere un altro film di questo genere.

Samuele De Lia 3aB

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La scuola racconta

Emergenza fumo nei preadolescenti: la prima sigaretta a 12 anni è allarme

SEGNALI DI FUMO Spinazzola. Allarme fumo, da un piccolo sondaggio svolto in alcune classi terze del nostro istituto è emerso che circa il 30% dei ragazzi intervistati fuma o ha provato a fumare almeno una volta (12% circa). Da questi l’80% è di sesso femminile. Pare sia nata una “moda” assolutamente dannosa per la salute. Infatti il fumo attivo rappresenta la principale causa prevenibile di malattia e di morte in Italia (83.000 morti all’anno). Molti ragazzi sono completamente ignori degli effetti provocati sull’organismo sia a breve e sia a lungo termine dal fumo di sigaretta,essi credono che il fumo, se controllato, non sia nocivo anzi alcuni pensano che aiuti ad allentare lo stress e tensioni. Cesare Saltini, pneumologo e docente all’Università Tor Vergata di Roma avverte: “Anche una sigaretta al giorno favorisce disturbi quali bronchite cronica e asma. Paradossalmente, due sigarette al giorno sono più nocive per chi fuma solo quelle che due sigarette in più per un grande fumatore. Questo perché un polmone “PULITO” funziona meglio,dunque assorbe maggiormente le sostanze inquinati. Un dato forte: due sigarette al giorno decuplicano il rischio di ammalarsi di tumore al polmone in chi ha una predisposizione genetica. Inoltre,pensando al danno,bisogna considerare il lungo periodo:una-due sigarette al giorno equivalgono a quasi 400800 sigarette all’anno, che non è poco.” Cancro dei polmoni,delle labbra,del cavo orale,della faringe,dell’esofago e del pancreas sono solo alcune delle malattie derivanti dall’abitudini del fumo. Per non parlare poi delle malattie dell’apparato cardiovascolare (coronopatia, ictus,emorragie celebrali, infarto) e delle patologie respiratorie (broncopneumopatia

cronica ostruttiva ,enfisema, bronchite cronica). Il fumo inoltre favorisce l’artereosclerosi e….l’elenco potrebbe aumentare basta leggere i dati pubblicati dall’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità). E se questo non basta a far smettere di fumare i ragazzi occorre sapere che i bambini e gli adolescenti che sono fumatori attivi (dal nostro sondaggio emerge che la prima sigarette viene fumata tra i 12 e i 13 anni) corrono più rischio gli adulti. Infatti più si è giovani e più si accusano sintomi e malattie respiratorie di maggiore gravità rispetto ai coetanei che non fumano,inoltre i babyfumatori presentano un ridotto benessere fisico e un ritardo nelle crescita polmonare. Il tabacco contiene,tra l’altro,la nicotina un composto che crea dipendenza con un processo simile a quello che determina la dipendenza dall’eroina e dalla cacoina e quanto più precocemente si inizia a fare uso, tanto maggiore sarà la dipendenza nell’età adulta. Il fumo è dannoso a qualunque età ma il rischio di sviluppare una malattia ad esso correlata è strettamente dipendente dalla data di inizio dell’abitudine: una persona che inizia a fumare a 12-13 anni ha più la probabilità di ammalarsi di tumore rispetto ad un’altra che inizia a fumare a 20 anni. Secondo l’O.M.S. i fumatore che cominciano a fumare in giovane età e continuano a farlo regolarmente hanno il 50% di probabilità di morire proprio a causa del tabacco. E allora che dire ……..lo scrittore francese Honorè de Balzac afferma che:

“la sigaretta è un tubicino, che ha ad un’estremità una brace ed all’altra un aspirante suicida” Meditate gente, meditate!

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Ecco cosa assorbe il tuo corpo quando fumi: La nicotina: crea dipendenza Il monossido di carbonio:ostacola l’azione dei muscoli e del cervello L’arsenico e i derivati del cianuro…..dei veri e propri veleni L’acetone,proprio quello per togliere lo smalto dalle unghie! La formaldeide:un gas irritante impiegato dalle industrie nella lavorazione delle stoffe,carta,legno e coloranti Il catrame:si deposita nei bronchi e nei polmoni e può provocare il cancro L’ammoniaca:un gas tossico…dall’odore caratteristico! Additivi chimici come l’acido silicico,carbonico,acetico,formico,benzoico;il diossido di titanio;prodotti sbiancanti delle ceneri;acceleratori di combustione,ec. Il polonio 210:una sostanza radioattiva. Fumare 30 sigarette al giorno equivale,in un anno,a 300 radiografie al torace Tante altre sostanze irritanti,tossiche e cancerogene Sicuro di gradire questo cocktail? Galantino Roberta Alessia De Martis Feliciana Di Palo Alessandra 3B

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News from Spinazzola

Cenni storici, artistici e culturali di Spinazzola, piccolo paesino della Murgia nord – barese

PAESE MIO CHE STAI SULLA…COLLINA! di Alessandra Di Palo – III B Benvenuti tutti a Spinazzola: il nostro paese ! Spinazzola, sorge all’estremo lembo della provincia di Bari, ai margini della Murgia Pugliese. Comprende un territorio esteso per circa 26 km di lunghezza e 11 di larghezza. Confina con la Basilicata della quale, per qualche tempo ha fatto parte. Nel 1811, ad opera di Murat, fu annesso alla provincia di Bari. La città di Spinazzola è situata su una collina geograficamente indicata come “sella di Spinazzola”,a 435 m dal livello del mare. Ha origine nel III sec. a. C., presso una “STATIO ROMANA”, situata sulla via Appia 12 km da Venosa e denominata “AD PINUM” o “OPPIDUM PINI” secondo le testimonianze degli storici latini Polibio e Cluverio, per la presenza nel suo territorio di un grosso pino (che campeggia tuttora nello stemma della città). Il nome, secondo alcuni,deriva da “ex pino solo”, da cui “Espinosolo”,e quindi “Spigoloso”, ed infine “SPINAZZOLA”. Altri, invece, affermano che il nome derivi da “Spinacium castrum” per diventare, sotto il dominio Normanno “Spinaciolae castrum”, che dopo molto tempo ,sarebbe diventato “Spinazzola”. Dopo il 476 d. C., fu preda delle varie ordi dei Barbari e dei Vandali; fu teatro della lunga guerra traBizantini e Goti e subì le invasioni degli Ungari, degli Unni e dei Normanni. Intorno al 1100 i Templari vi fecero costruire il primo ospedale della Puglia, per poter curare i cavalieri feriti, provenienti dalle Crociate . Nel 1735 ricevette dal re di Napoli,

Carlo III di Borbone, il titolo onorifico di “città”. Oggi, l’economia del paese è prevalentemente agricola,anche se, non vengono trascurati gli altri settori:artigianale, industriale e soprattutto commerciale, favoriti dall’ invidiabile posizione geografica. La rete ferroviaria è importante per l’ incrocio con la Basilicata. Altre attività importanti sono quelle tessile, manifatturiera (abiti da sposa, marmi lavorati, mobili in legno e metallo,ecc….). Tra i principali beni culturali di Spinazzola abbiamo la fontana Raica, la fontana di Dirolla, la chiesa Maria Santissima Annunziata, la chiesa di S.Nicola, la chiesa di S.Sebastiano (patrono della città), la cattedrale: la chiesa Madre, che si trova in prossimità del borgo antico,e la chiesa del Purgatorio, sul cui campanile quale vi è una scritta in latino sotto lo stemma del paese. La scritta, che ricorda le origini del nostro paese, recita così: “PINUS ERAT CIRCUMSTUXERUNT MOENIA CIVES ET FACTA EST CIVITAS QUAE PRUIS ARBOR ERAT” “ VI ERA UN PINO INTORNO I CITTADINI COSTRUIRONO LE MURA E FU FATTA LA CITTA’ LA’ DOVE PRIMA VI ERA UN ALBERO”

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Tra fong e salzez na bella scurpact. C’u fong vu mangè alla sagra da scè. Al centro storico percorso enogastronomico. Il quattro Novembre 2007, nel centro storico del nostro paese Spinazzola c’ è stata la sagra del fungo CARDONCELLO, è una festa tradizionale che si organizza da alcuni anni. In questa giornata il nostro centro storica si è trasformato in un percorso enogastronomico. La festa è stata animata da ragazzi e anziani che hanno cantato in dialetto e ballato danze popolari. Anche le vie più strette sono state invase da persone e bancarelle che hanno venduto alcuni dei nostri cibi tradizionali. In ognuna di queste bancarelle si è potuto degustare qualcosa di buono; dal pecorino alla ricotta, dalla salciccia dolce a quella piccante, da quella di cinghiale a quella di maiale, dalle bruschette alle focacce classiche a quelle di vin cotto, dal vino rosso a quello bianco. Abbiamo assaggiato due specialità di vino con caratteristiche diverse: quello rosso è frizzantino, quello bianco, invece, è dolce. Abbiamo anche assaggiato il pecorino, le scamorze e altri formaggi tipici, del nostro paese e abbiamo imparato alcune cose sulla ricotta: la ricotta di mucca e quella di pecora sono molto diverse; la prima è meno grassa della seconda che assume molto più sapore a causa del grasso. Ma il piatto forte della serata sono stati i funghi carboncelli serviti come contorno, gli gnumridd o ficatid fatti alla brace e infine un dolce popolare dalle origini antiche,fatto con miele tanti cereali diversi, miscelati e serviti in tazze di plastica alla gente,ma non essendo un dolce della società attuale non è stato gradito da tutti. Nelle stradine più nascoste abbiamo trovato alcune cantine aperte e ne abbiamo potute

dove si mettevano le botti di vino e altri due più elevati rispetto al primo dove probabilmente si mettevano gli animali. Inoltre è stato allestito un grande presepe con statuette che si muovevano e fontane, mulini e cascate con acqua vera. Il nostro paese purtroppo sta perdendo il suo valore storico ed archeologico anche perché i giovani non trovano lavoro ed emigrano nelle città. Per noi questa manifestazione è stata significativa perché abbiamo potuto conoscere i cibi tradizionali di Spinazzola e ha portato benefici anche perché molti forestieri sono venuti a visitare il nostro paese. Ora vi faremo venir voglia di mangiare con alcune delle ricette, di cui abbiamo appena parlato. GNUMRIDD Per fare gli gnumridd, bisogna innanzi tutto lavare molto bene, le budella dell’ agnello fino a che non diventino di un colore opaco, bianco. Poi, bisogna far scolare bene le budella e, nel frangente, si può preparare il ripieno questo processo, è molto semplice, infatti basta mettere insieme un po’ di prezzemolo preferibilmente fresco, e un po’ di lardo d’ agnello; infine rotolare intorno ad esso le budella, in modo da creare un fegatino, che sarà cucinato nel modo desiderato. Cinelli Rosangela Galantucci Miriana Lettini Federica Maino Antonia Palumbo Antonella

News from Spinazzola

visitare alcune; quella che ci ha colpito più di tutte è formata da tre piani: il seminterrato 12

Un occhio nel presente L’anoressia: il volto della morte

L’OSSESSIONE DELLA BELLEZZA Niente amore, niente cibo

Essere belli vuol dire essere magri? Molte volte i ragazzi tra i 12 e i 25 anni di età, vedono se stessi con occhi diversi, non si piacciono fisicamente e pensano che la bellezza sia legata alla perfezione. Proprio per questa situazione soprattutto le ragazze che seguono la moda, sono oppresse dal desiderio di dimagrire fino ad ammalarsi di anoressia. Ma la causa è proprio questa? Certamente no! Questi ragazzi si privano di cibo perché sono stati privati di amore e perché hanno problemi psicologici. Una volta arrivati ai casi estremi i ragazzi anoressici sono oppressi dalla sfida con il proprio corpo e si entusiasmano nel vedersi dimagrire . Inizia tutto con una semplice dieta per poi arrivare in un canale buio , oscuro e guardare

in faccia alla morte pensando che non esiste una via d’ uscita. Invece con l’ amore di chi ti vuole bene e aiuti degli esperti si può raggiungere quello spiraglio di luce nel tunnel : la salvezza. Solo alla fine ci si rende conto chi distruggere il proprio corpo e non è la situazione giusta di risolvere i problemi . Noi pensiamo che ognuno è bello per quello che è, con pregi e difetti. E allora essere belli significa essere magri? Di certo la risposta è no!!! Cinelli Rosangela Maino Antonia Muggeo Antonella Spina Maria Valente Sonia

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Un occhio nel presente

Dimagrire: si diventa davvero più belle? LA BELLEZZA CHE UCCIDE Dagli anni ’80 se ne parla solo adesso “Prevenire è meglio che curare”. Questo è il proverbio che potrebbe essere usato per bloccare l’anoressia, una malattia mortale che dagli anni ’80 colpisce le ragazze dai dodici ai venticinque anni, (e raramente i ragazzi) che di solito vogliono entrare nel mondo della moda e dello spettacolo. Inoltre si è recentemente scoperto che tutti noi abbiamo un ormone che diminuisce l’appetito chiamato YY. Nelle anoressiche la concentrazione di questo ormone è molto più elevato ed esso riduce a zero il bisogno di mangiare. Secondo noi queste ragazze dovrebbero, a causa dei gravi problemi psicologi e familiari, rivolgersi a delle strutture specializzate nella cura di questa malattia perché cercando di risolverlo senza aiuto si rischia di peggiorare la situazione. Navigando su internet e leggendo alcuni giornali abbiamo ritenuto che le immagini delle ragazze anoressiche sono scioccanti. L’anoressia è una brutta malattia anche perché rifiutando il cibo si rifiuta anche la vita provocando dispiaceri ai familiari. Questo deve far riflettere i ragazzi per non prendere questa brutta strada. Tuttavia questa patologia è guaribile grazie all’aiuto dei familiari e delle persone che sono care alla persona

malata. La medicina più efficace in questi casi è l’amore. Un’altra malattia correlata all’anoressia è la bulimia. Le ragazze affette da questa malattia si riempiono di cibo e dopo, avendo dei sensi di colpa, rigurgitano. Tutti noi siamo davvero dispiaciuti per quelle ragazze che non riescono ad uscire da questo tunnel e speriamo che ciascuna di loro ritrovi la “ diritta via”. Leone Antonio Santonicco Nicola Casamassima Federico Valente Luigi Vittozzi Marco

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Un occhio nel presente

Mamma papà io mi metto a dieta

Meglio magra o in carne? Anoressia : ragazze a rischio

Ma come sei grassa!! Una frase come questa detta da amici o famigliari ad una ragazza sensibile fa tutt’altro che bene, infatti, la ragazza in soggezione può sentirsi discriminata e magari comincia a fare una dieta e a mangiare poco e con il passare del tempo, peggiora la situazione e così inizia a dimagrire ritrovandosi come corpo uno scheletro ambulante. In questo periodo ha fatto scalpore la foto di Toscani che ha fotografato una ragazza francese anoressica. Alcune persone non hanno trovato giusto far pubblicare queste foto, altre invece, come noi, hanno approvato ciò, perché è giusto che le persone sappiano le conseguenze che questa malattia può portare. La storia della ragazza nella foto non è una storia diversa da tutte le altre. La madre che soffriva di depressine voleva che la figlia non crescesse mai in modo da non poter andare via di casa. La ragazza amando profondamente la mamma, decise di rifiutare il cibo. Ora ha 27 anni e pesa 31 kg. La ragazza ha affermato di amare la vita e quindi vuole continuare a vivere. Facendo vedere a tutto il mondo la sua foto ha fatto capire quanto sia importante non cadere in questa “trappola”. Leggendo i racconti autobiografici di ragazze che soffrono di questa malattia, molte hanno

affermato di aver trovato suggerimenti su siti internet. Queste affermazioni fanno capire che internet non è sempre sicuro. In questi siti ci sono regole e suggerimenti per imparare trucchi per diventare anoressici. Tutto però parte dalle voglia di dimagrire. Si inizia con la perdita di peso poi l’eccesso di esercizio fisico, depressione, stanchezza, mal di testa, sensi di colpa, ossessione per il cibo e le calorie, difficoltà a mangiare con gli altri, insonnia. L’anoressia non è una malattia che colpisce solo il fisico ma anche il cervello e quindi è un problema psicologico. Le ragazze si vedono sempre più grasse anche se sono magrissime e spesso vedendosi brutte si fanno del male, si tagliano le vene con le lamette, altre si bucano la faccia con aghi bollenti. Secondo noi la bellezza non è quella esteriore ma quella interiore. Abbiamo percepito il messaggio! Ma non è possibile spiegare l’anoressia in poche parole ma solo chi l’ha vissuta può veramente sapere il segno che lascia questa malattia e aiutarci a non seguire la strada. Perna M.C Lovaglio C. Lettini F. Galantucci M. Palumbo A.

Un occhio nel presente 15

Il carovita colpisce ancora i nostri portafogli

OGGI MANGIAMO PANE D’ORO “E’ una vera ingiustizia” dicono i nostri genitori

A cavallo tra ottobre e novembre tutti noi abbiamo avvertito un improvviso aumento del costo della pasta e del pane. Infatti siamo rimasti di sasso quando al fornaio, al posto di pagare 1 kg di pane € 1,55, l’abbiamo dovuto pagare € 2 ! Hanno avuto la stessa sensazione anche i nostri genitori, che si sono lamentati dicendo che il pane adesso sembra fatto con l’oro. Altri genitori invece hanno detto che il pane, un alimento alla base della nostra vita quotidiana, non dovrebbe aumentare così tanto. E’ una vera ingiustizia.

Ma non è solo il costo del pane e della pasta a lievitare: il carovita sta colpendo un po’ di tutto, dalla benzina alle patatine. Nel frattempo noi ci chiediamo: ma cosa possiamo fare per fronteggiare questa emergenza? A quanto pare niente. Quindi non ci rimane che sperare in un abbasso dei prezzi, prima che il pane costi veramente come l’oro. Santonicco Nicola Leone Vito Antonio Lombardi Antonio Sorrenti Gabriele Di Pinto Aldo

Un occhio nel presente

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Naypyidaw, città disastrata

MASSACRO IN BIRMANIA Monaci in piazza per proteggere i loro diritti

Nel settembre 2007, dopo continue guerre in Iraq, nelle terre della Birmania è scoppiata una violenta rivolta per la libertà. Monaci buddisti in veste rossa si sono ribellati contro le forze dell’ordine e il governo, opponendosi al cambio della capitale. Quest’ ultima è stata trasferita a Naypydaw formata da abitazioni sotterranee dove vivono politici e funzionari del governo. È una città inospitale. Monaci e civili hanno affermato che il loro governo è “il regno della paura”, in cui le libertà fondamentali di parola, di riunione e di culto sono severamente limitate e soltanto ora hanno deciso di ribellarsi, dopo la violenta carneficina

avvenuta nel 1998, quando sono state uccise oltre trenta mila persone. Migliaia di loro sono stati massacrati, torturati, fatti prigionieri e rinchiusi in camere di isolamento sotterranee. Perché questa ingiustizia? Perché tanti morti innocenti? Noi crediamo che sia profondamente ingiusto che diritti così importanti vengano ignorati da governi e ci devono essere popoli interi che devono combattere ancora per ottenerli. Cinelli Rosangela Galantucci Miriana Lettini Federica Lovaglio Chiara Maino Antonio Palumbo Antonella

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I ragazzi dello sport

L’ALTRA FACCIA DEL CALCIO Il tifo (il cui termine deriva dal greco tyfos e significa “febbre”) è nato ancor prima che nascesse il calcio. Ovunque si creasse una competizione (fra due atleti,fra due guerrieri,fra due gladiatori,fra due fazioni…)la febbre saliva e si creavano tifoserie contrapposte. A questo proposito già Tertulliano, scrittore romano vissuto tra il II e il III secolo a.C.,testimonia il comportamento del pubblico durante le corse del circo.”Il popolo accorre allo spettacolo già tutto sconvolto, già come accecato. Al segnale del “via” un grido si leva improvviso frutto di una furia collettiva. Da questo momento atti di rabbia e frenesia, risse, maledizioni, ingiurie senza ragione di odio(…).Sono indegne della vista le azioni che nello stadio si svolgono:i pugni,i calci,gli schiaffi e ogni altro colpo di mano (….)”. Anche Tacito, storico romano, nei suoi Annali descrive una terribile rissa avvenuta a Pompei nel 59 d.C. tra tifosi di gladiatori:”La cosa cominciò con uno scambio di battute popolaresche che divennero mano a mano sempre più pesanti fino a trasformarsi in vere e proprie offese. Cominciarono a volare sassi e ben presto si finì a coltellate(…).L’episodio si concluse con feriti gravi,mutilati e morti e il Senato vietò che a Pompei si svolgesse ogni altra manifestazione dello stesso genere per dieci anni. I provocatori del tumulto furono puniti con l’esilio. Cose d’altri tempi? No, cose di ogni tempo. Oggi i moderni “guerrieri della domenica”creano scompiglio negli stadi,si muovono in gruppi,malmenano un avversario, fanno scoppiare petardi, provocano il caos e si dileguano tra la folla.Questi gruppi di tifosi, pur rappresentando una minoranza (per fortuna), spesso riescono a coinvolgere e trascinare interi settori dello stadio in manifestazioni di irrazionalità collettiva. Non meno assurda e deprecabile è la contrapposizione che si manifesta attraverso striscioni,cori,slogan e insulti razzisti. E’ proprio questo tipo di tifo rozzo e incivile che va oltre la passione del calcio che spesso degenera in atti di

teppismo e di violenza che possono sfociare in tragedia. Tragedie che spesso coinvolgono anche le forze dell’ordine che cercano di controllare e reprimere atti di fanatismo estremo. Recentemente un tifoso,Gabriele Sandri, che ignaro si recava ad assistere alla partita della sua squadra del cuore è stato ucciso da un poliziotto che cercava di dirimere una lite tra tifosi violenti. A questo punto sono scoppiate le polemiche partite a porte chiuse,campionato bloccato e via dicendo. Ma come arginare questo fenomeno? Fabio Capello in un’intervista afferma:”Insegniamo ai ragazzini i valori dello sport, fermando i teppisti di oggi come già hanno fatto inglesi e spagnoli”. E prosegue dicendo che solo in Italia i tifosi assalgono le caserme. La soluzione, a suo avviso, non consiste nel bloccare il campionato bensì nel bloccare gli ultrà, rinforzando le forze dell’ordine, e soprattutto facendo capire loro che così si rovinano da soli perché sospendendo il campionato le partite non le vedrebbe più nessuno. Ma qualcosa sta cambiando,nella recente partita Fiorentina-Inter è accaduto un fatto nuovo:i giocatori della Fiorentina si sono riuniti all’ingresso degli spogliatoi e hanno dato la mano agli interisti,come accade già da tempo nel rugby. La FIGC (Federazione Italiana Gioco Calcio) ha proposti che da gennaio questo “terzo tempo” diventi obbligatorio al termine di tutte le partite ma già fioccano le polemiche perché un gesto così nobile e spontaneo come la stretta di mano non dovrebbe essere un’imposizione.

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I ragazzi dello sport

SPORT: NON SOLO CALCIO di Vito Carbone, Nicolas Vurro, Roberto D’Antino

Il calcio occupa un posto speciale nel cuore della maggior parte dei ragazzi e da un piccolo sondaggio effettuato nelle nostre classi si evince che lo sport più praticato,amato e “tifato” è proprio il calcio. Il 75%dei ragazzi interpellati pratica il calcio il 5% pratica il tennis il 2% balla e il restante 8% svolge libera attività. Il calcio è amato perché si basa “sul gioco di squadra, onore, gioia, rispetto e giocare solo e sempre per il calcio”(Eric Cantona ). Ma il calcio accende gli animi anche di chi non lo pratica attraverso il tifo delle varie squadre . Ma per non stare sempre con la testa nel pallone sappiamo che ci sono anche sport meno conosciuti come rugby, golf, palla a nuoto, palla a mano, le varie discipline olimpioniche e le corse con i cavalli.

Il rugby si basa sulla costante forza fisica con spintoni calcio o pugni. La regola fondamentale è che i passaggi si possono fare solo in diagonale i punti sono di due tipi: 5 se si mette il pallone a terra dopo la linea di fondo, e 3 se si fa passare la palla in mezzo a due aste alte circa 7 metri e larghe 3,5 metri . Il golf consiste nell’ imbucare la pallina nella buca con la mazza da golf. Ci sono vari tipi di mazze : il putt (25 m) per le piccole distanze oppure la 3220 per le lunghe distanze. Se si vuole vincere una partita bisogna mandare la pallina nella buca nel totale di colpi esempio 4 colpi un pari. Sciolti i boogie 6 colpi e cosi via. Questo influenza il punteggio. Beh speriamo di aver colpito nel segno… e di occuparci, in futuro, anche di altri sport.

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…e adesso musica

LUCI E OMBRE SU GIUSEPPE VERDI di Francesca Maria Di Gennaro, Roberta Galantino Tutti in Italia conoscono o hanno almeno per una volta sentito il nome di Giuseppe Verdi. Chi era costui? Artista dai modi semplice e gigantesca statura? O forse solo un vecchio scorbutico dalla fronte corrugata e segnata dal tempo? Magari entrambi, forse a causa della crudeltà del destino che ha caratterizzato un periodo della sua vita, segnandolo profondamente. Nato a Roncole di Busseto, in provincia di Parma, nel 1813, da una famiglia di modeste condizioni economiche, Verdi può studiare musica grazie all’ interessamento di un commerciante locale, che gli permette di recarsi a Milano con una borsa di studio. Con il fallimento del tentativo di Verdi di entrare in conservatorio la sua vita è caratterizzata da baci e schiaffi da parte del destino. Tenacemente studia da privatista e nel 1839 riesce a far rappresentare al teatro la Scala di Milano la sua prima opera, “Oberto conte di san Bonifacio”, che si rivelerà un vero fiasco. Nell’ arco di due anni perde sua moglie, nonché i suoi figli straziati da una tenace malattia all’ epoca incurabile. Così si chiude in una profonda tristezza perdendo anche la voglia di scrivere musica, forse anche la voglia di vivere, e il suo carattere già scorbutico e chiuso nei confronti degli altri lo porta a ritrovarsi escluso dall’ambiente sociale. In una sera di pioggia,la vita di Verdi cambia radicalmente volto. L’impresario Morelli entra improvvisamente nella sua vita (coma avrebbe fatto una fata in una fiaba) e gli commissiona un’opera: “Il Nabucco”. In principio Verdi era titubante,aveva deciso di lasciare per sempre il mondo della musica. Eppure leggendo il libretto dell’opera cominciò a cantare e…. a scrivere e ….fu un gran successo, l’opera divenne così popolare da essere replicata ben 75 volte. Quando nel 1842 fu rappresentata per la prima volta l’opera del Nabucco forse Verdi non era consapevole del carattere rivoluzionario che il pubblico le avrebbe poi attribuito. Gli italiani,soggetti alla dominazione austriaca si immedesimarono nel lamento del popolo ebreo sconfitto e ridotto in schiavitù dai Babilonesi:il canto per la libertà della schiavitù dei Babilonesi divenne quello degli italiani oppressi dallo straniero, SIMBOLO DEL RISORGIMENTO ITALIANO e della lotta per la conquista della libertà. L’improvvisa fama porta Verdi a contatto con alcuni intellettuali coinvolti nel divulgare gli ideali rivoluzionari di libertà che agitano le coscienze di quegli anni. Significativi sono il nome e il cognome di Verdi. Il suo nome era legato a quello degli altri due grandi Giuseppe del Risorgimento italiano: Mazzini e

Garibaldi. Le iniziali del suo cognome invece avevano significato particolare per i rivoluzionari. Verdi stava per Vittorio Emanuele Re D’Italia, sovrano del regno di Sardegna al quale gli altri stati sottomessi della penisola volevano annettersi. Ciò contribuisce a rendere la figura di Verdi molto popolare tanto che divenne un vero e proprio eroe del Risorgimento. Continua a scrivere fino a quando ormai ottantenne compone il FALSTAFF, la sua ultima opera. Alla fine della sua vita Verdi aveva attribuito attivamente a risolvere molti problemi sociali. Fece costruire l’ospedale di Villanova sul ARDA e la casa di riposo per musicisti a Milano spendendo centinaia di migliaia di lire. Il suo testamento prevede l’ istituzione di borse di studio per diversi anni, sovvenzionamenti per ospedali, asili, elemosine per i poveri di Busseto di Roncole e di Villanova sull’ Arda, all’ istituto dei cechi di Genova ed altro ancora. Verdi era un uomo di campagna, generoso ma anche capriccioso a spesso chiuso in se stesso. Non prese parte neanche al funerale della sua unica sorella ed ebbe tre donne nell’ arco della sua vita caratterizzata da tradimenti, passioni, misteri tuttora irrisolti….. veniva chiamato il “Cigno di Busseto” ma altri sostenevano che fosse più appropriato l’appellativo “ Orso di Busseto” , era un uomo che aveva un appassionato desiderio di lavorare che lo animava ma spesso amava restare solo. Forse non riusciremo mai a capire la psicologia di questo grande maestro, ma noi lo amiamo e lo ricordiamo per ciò che ha fatto , per ciò che ha scritto , che ci ha lasciato, per la note che si continueranno a suonare per anni , e anni e ancora perché ciò che ha scritto Verdi appassiona, colpisce. In ogni singola nota si legge la vita di questo grande uomo: cigno; orso; gentile; scorbutico; generoso; solitario: questo era GIUSEPPE VERDI.

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Sì viaggiare

VIAGGIO IN ROMANIA di Natuzzi Marianna e Giura Antonella- IIIB Gli stati dell’ Europa sono tanti, ma voi vi siete mai soffermati ad esplorarli con la mente in tutti i loro aspetti? Sicuramente si, però tra tutti questi c’è una nazione che pochi conoscono anche se ha molti luoghi da scoprire: la Romania. Chi da piccolo non è stato terrorizzato dal malefico, ma affascinante conte Dracula? Ebbene, vi accompagneremo in un viaggio pieno di sorprese alla scoperta della Romania… Un po’ di storia Il primo re di Romania fu re Burebisto, che nell’ anno 86 a.C. formò uno stato indipendente chiamato Dacia. Quando salì al trono re Secleal, scoppiò un conflitto tra Dacia e Roma e, più tardi, la Dacia vinse grazie al governo dell’ imperatore Traiano. Non preoccupatevi, non vogliamo farvi annoiare quindi passiamo subito alle… Curiosità Come sappiamo la Romania è famosa per le sue leggende che da sempre hanno affascinato grandi e piccini. La più nota è quella del conte Dracula, il nobile vampiro reso celebre dallo scrittore Bram Stoker. In realtà non era un conte bensì un principe vissuto in Valacchia nel XV secolo il cui nome era Vlad Tepes III, detto ”l’ impalatore” perché si diveriva a infilzare i nemici su pali di legno o di ferro (crudele usanza appresa dai Turchi). La su leggendaria crudeltà gli valse il soprannome di DRAKUL, che in rumeno significa “drago”, come l’emblema della famiglia, ma anche “diavolo”. Di lui la leggenda narra, pure, che era solito bere ad una fontana dove aveva collocato un bicchiere d’oro e diamanti a cui

chiunque poteva bere senza però rubarlo pene l’impalatura! Un giorno, un contadino che era solito passare di lì, non trovò più il bicchiere e capì che Vlad Tepes era morto. Nonostante la sua morte, però, il suo castello a Bran suscita ancora inquietudine. Esistono anche altre leggende che parlano del risveglio degli scheletri. La più interessante è quella della strega Ludmilla III di Romania. Si narra che durante un pic-nic romantico della strega con il suo fidanzato in un cimitero, cadde aterra un pentolone con una minestra dall’odore sgradevole che risvegliò gli scheletri e ne causò la fuga. Per chi è superstizioso è di vitale importanza evitare determinati luoghi e riti; di seguito vi elenchiamo alcune località, dichiarate patrimonio dell’umanità, che vi possono interessare: fra questi le chiese di legno del Maramures e quelle fortificate della Transilvania, i monasteri dipinti della Moldavia, le città daciche nei monti Orastie. Bucarest è una città splendida con architetture interessanti, da non perdere la chiesa Stavropoleos, piccolo tempio ortodosso. Ma fate attenzione ai taxi di Bucarest che sono molto costosi, perciò è utile informarsi sul prezzo prima di salire a bordo per non ritrovarsi al verde. Un fascino equivoco conserva la locanda araba di Manuc di fine ‘800, che però non è raccomandabile.Da visitare nella Bucovina il monastero di Vorent del XV secolo che per i suoi meravigliosi affreschi è chiamato “la Cappella Sistina dell’Est”. Da non perdere… 21

Il regista rumeno Cristian Mungiu ha vinto la Palma D’Oro di Cannes con un film che racconta dei problemi passati e attuali di Bucarest 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni, un film “difficile” ma da vedere che racconta degli orrori del socialismo sul finire della dittatura di Ceausescu. Per ammirare un tramonto da favola basta recarsi al Carù cu Bere e, se vi piace ballare, il Club A e Office sono pronti ad accogliervi nelle loro discoteche.

Per chi vuol fermare, poi, i segni del tempo la dott.ssa Ana Aslan ha inventato il Gerovital, un’ invenzione antietà che pare efficace per molti. Provare per credere! Infine…vuoi assaporare un menù diverso? In Romania corri presto! Tra i piatti tipici abbiamo: supà de pui (zuppa di pollo ), supà de legume ( zuppa di legumi), supà de puerc ( zuppa di maiale ), supà de verdurà ( zuppa di verdura ), cosonac ( panettone ), màmàligià ( polenta ) e pôine albà ( pane bianco ).

Se in Romania vuoi andare, la gente dovrai pur salutare! Ecco alcune frasi da usare: RUMENO ITALIANO Salut ciao Bunàdimeasta buonasera Bunà seara buongiorno Napte bunà buona notte La revedere arrivederci Cràciun bun buon Natale La mutiani buon compleanno Leine ai seenit benvenuti Poftà bunà buon appetito Noroc cin cin Cristos a Îreia a devàrat a iviat Gesù è vivo, è vero che è vivo Con questo breve testo vi abbiamo illustrato ciò che c’è di bello in questo posto inaspettato! Un ringraziamento speciale al nostro amico Bogdan Popovici che ci ha spinto CONOSCERE MEGLIO IL SUO Paese e ci ha insegnato qualcosa della sua cultura.

Romania Anno di adesione all’UE: 2007 Sistema politico: repubblica Capitale: Bucarest Superficie: 238.000 km² Popolazione: 21,8 milioni Valuta: leu

Vlad III Dracula, noto anche come Vlad Tepeş (1431-1476)

lingua ufficiale parlata nel paese: Rumeno

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Annotazioni poetiche

Natale Natale. Guardo il presepe scolpito, dove sono i pastori appena giunti alla povera stalla di Betlemme. Anche i re Magi nelle lunghe vesti salutano il potente Re del mondo. Pace nella finzione e nel silenzio nelle figure di legno:ecco i vecchi del villaggio e la stella che risplende e l’asinello di colore azzurro. Pace nel cuore di Cristo in eterno; ma non v’è pace nel cuore dell’uomo. Anche con Cristo e sono venti secoli il fratello si scaglia sul fratello. Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino che morirà poi in croce fra due ladri? S. Quasimodo

BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO A TUTTI

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