Cagliostro E La Pietra Filosofale

  • December 2019
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Cagliostro e la pietra filosofale Il vero nome di Cagliostro era forse Giuseppe Balsamo; nacque a Palermo nel 1743 da una famiglia di commercianti: sia la madre che il padre erano commercinati di stoffe appartenuti all'Ordine dei Cavalieri di Malta. Dotato di indubbie qualita' intellettuali, all'eta' di 15 anni prese l'abito ecclesiastico , che presto abbandono' per condurre una vita fatta di viaggi:ando' in Arabia a Medina dove incontro' un greco di nome Althotas: questi era un personaggio misterioso di eta' e razza indeterminata,con caratteristiche fisionomiche greche e spagnole; vestito in stile albanese con un cappello e una barba rossa molto suggestiva; era un esperto alchimista con le capacita' di tramutare il piombo in oro. Insieme trascorsero vari anni viaggiando attraverso il Medio Oriente e L'Africa. In Egitto, Cagliostro fece conoscenza con i sacerdoti di vari templi che lo introdussero in luoghi "dove nessun comune viaggiatore era mai entrato prima di allora". Di ritorno in Italia all'eta' di 25 anni, Cagliostro si sposo' la bellissima 14 enne Lorenza Feliciani.La ragazza è di origini romana, di bellissimo aspetto; non ebbe un grande spessore culturale, ma l'astuzia era di certo una sua dote. Con il titolo di Conte e di Contessa di Cagliostro iniziarono una lunga carriera di maghi itineranti.

Il conte fondo' nel 1784 a Lione una Massoneria di rito egizio e assunse il titolo di Gran Cofto e accettando, in contrasto con la tradizione massonica anglosassone, la presenza di donne alla cerimonia. A questo punto viene ipotizzato che la moglie Lorenza, iniziata, assuma il nome di Serafina.Incomincio' ad impressionare il popolo con le sue sorprendenti profezie, con le sue magie, che gli valsero ricchi emolumenti. Cio' che gli valse la fama furono sopratutto le sue stupefacenti guarigioni: guari' dalla cancrena il segratario del marchese de La Salle; attenuo' le emicranie che tormentavano l'ipocondriaco cavaliere de Langlois e tanti altri personaggi di rilevo nella societa' del tempo.Ma cio' che occorre porre' l'accento su questo particolare personaggio e' sul fatto che si dimostrava magnanimo con le povere persone non chiedendo nulla in cambio dei suoi servigi; inoltre cio' che risulta in un certo qual modo innovativo come metodo di approccio alla malattia sta nella fatto di considerare la radice del malessere come riconducibile alla nostra mente: i pensieri negativi che attecchiscono e prosperano nel nostro stato d'animo tendono nel lungo periodo a danneggiare il nostro corpo. Per questo che, a parte le pozioni che propinava ai suoi pazienti, prima di tutto cercava d'infondere fiducia al malato, dimostrandosi aperto ed interessato ai loro problemi, malesseri. Questa fu la spinta che lo rese popolare tra la gente di ogni ceto e rango, attirandosi le inimicizie e i pregiudizi della medicina tradizionale. Sbalordi' il continente facendo credere di essere in grado di trasformare in oro i metalli vili. Aveva scoperto la sostanza catalizzatrice o mediatrice in grado di trasformare qualsiasi metallo, in particolare il piombo, in oro: secondo la dottrina degli alchimisti, la "Pietra dei Filosofi". Per produrla occorre la disponibilità del grande "Agente universale", noto come "Luce astrale", l’unico in grado di fornire la Pietra filosofale, ovvero l’Elisir di vita. È quanto la filosofia alchemica definisce "Azoto", l’Anima del mondo. Partendo da tale concezione, era semplice arrivare all’idea della trasmutazione. Dal momento che tutti i metalli sarebbero formati da elementi assolutamente identici ma in proporzioni diverse, appariva logico pensare che tali proporzioni potessero essere variate dall’azione di un agente catalizzatore: appunto la Pietra filosofale. La sua storia non ebbe un lieto fine, visto che fu accusato di cospirazione politica a Roma e dapprima condannato a morte e poi sottoposto a carcere a vita dove mori' dopo 5 anni di prigionia nella fortezza di San Leo nelle Marche.

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