Brook – La mappa del signor Selden Il problema di metodo: il volume racconta una storia a partire da una fonte storica, che non è però tradizionale. Gli storici esaminano i dati, lavorano sulle fonti scritte che possono sostanzialmente essere dirette o indirette. La differenza tra le due fonti è se l’oggetto sia nato e pensato per trasmettere un’informazione (dirette: un documento prodotto da persona o da istituzione, una legge, un articolo di giornale, un libro) oppure no (indirette: prodotti culturali che testimoniano un determinato periodo storico: oggetti come mappre, quadri, testi letterari). Brook prende una fonte storica indiretta (una mappa), intorno alla quale costruisce un ragionamento. Descrive la mappa, dicendo perché non torna con i criteri cartografici dell’epoca. Si domanda chi l’abbia donata, perché l’abbia fatto, come la mappa sia sopravvissuta. Il donatore della mappa, Selden, capisce il significato di donare un oggetto ancora incomprensibile a un laboratorio di ricerca quale un’università. Brook mette insieme elementi provenienti da vari tipi di storiografia. Storia culturale, delle relazioni globali, letteraria. Parla dei Gesuiti, racconta la storia di un cinese che arriva accompagnato dai Gesuiti, poi in Inghilterra, ma ignora Propaganda fide, un’istituzione nata per evangelizzare le genti, dove si fanno studi linguistici prima che in Inghilterra. Gli storici anglosassoni fanno ancora fatica con il retaggio cattolico. Gli studi di cinese, giapponese e sanscrito arrivano prima nel Collegio romano di quando arrivino oltremanica. Fa continuo avanti e indietro cronologico. Porta sulla scena personaggi nuovi, dando cenni biografici, inserendoli nella narrazione. Tesi storiografica. Attraverso lo studio approfondito e di contesto della mappa (antica, non datata), ci racconta una storia che sembrerebbe essere soltanto di interazione commerciale, ma parla di fondazione di impero britannico. Capitolo I: Descrive con precisione interesse dell’autore per la mappa, racconta due vicende (storia di un pilota americano –Shane Osborn- che cade nel Mar cinese meridionale; inoltre Brook parla della sua storia personale di studioso della Cina cui non fanno portare fuori dalla Cina una mappa, mentre varcava il posto di frontiera della Porta d’Amicizia). Parlando del pilota, tratta questione della titolarità sugli spazi marittimi e, dal Novecento, su quelli aerei (il diritto del cielo si fonda su quello del mare). La questione della giurisdizione tra stati fece la sua comparsa in campo giuridico negli anni immediatamente successivi al primo viaggio di Cristoforo Colombo nell’Oceano Atlantico. Nel 1494 un legato papale convocò la Spagna e il Portogallo, nella città di Tordesillas allo scopo di determinare a quali parti del mondo ciascuna avesse dirittoquella che era terra nullius – terra che apparteneva a nessuno- sarebbe stata spartita tra loro in base a una linea immaginaria tracciata da un polo all’altro a 1200 miglia nautiche a ovest delle isole di Capo Verde, al largo della costa nord-occidentale dell’Africa. Nel Seicento, nasce il diritto dei mari, dibattito tra due potenzi emergenti (Inghilterra e Olanda) sulle possibilità di gestire il mare lontano da casa nel momento in cui si fondano gli imperi. La parola «impero» sembra far riferimento a progetti spagnoli e portoghesi costituiti, ma potenze emergenti non sembrano poter contendere potere a Spagna e Portogallo. Problema: quand’è che si può assalire una nave. Impero ottomano, reggenze barbaresche del Nord Africa. Dispute commerciali tra contendenti diversi. Pirateria fa parte di storia del Mediterraneo. Spesso, dispute in mare risolte nel porto di approdo, non nelle grandi città. Le navi del Mediterraneo sono segnate da equipaggi misti. Spesso, conflitti risolti sulle navi stessi, tentando incontro tra diritti diversi. Il mondo è cambiato, si è allargato. Europei considerano se stessi come superiori, migliori, rispetto alle popolazioni con cui entrano in contatto: grandi più infimo dato da nativi americani e Stati centrali di Africa; estremo Oriente intermedio, si riconosce importanza e titolarità ad agire in spazi pertinenti; nemico storico Mondo islamico meridionale, DIVERSO DA quello dell’Oceano indiano. Discorso delle titolarità, dei diritti sul mare. Il merito di aver fondato la legislazione marittima e più in generale il diritto internazionale va al brillante studioso olandese dell’inizio del XVII secolo, Huig de Groot. Secondo Brook quest’onore dev’essere tributato
ugualmente a John Selden che accolse la sfida giuridica lanciata da De Groot. De Groot pensava che il mare non potesse essere soggetto a rivendicazioni di sovranità, mentre John Selden era persuaso del contrario. Selden non sosteneva che il Mar cinese Meridionale fosse di competenza di qualsiasi stato ma che potesse essere posseduto da uno stato. Che cosa significa rappresentare, tracciare una mappa geografica? Come qualsiasi gesto documentario umano, qualsiasi gesto culturale, non è mai neutro, richiede competenze tecniche per essere interpretato. Le carte si basano su calcoli. Planisferi odierni sono sfasati, mettono al centro l’Europa là dove non lo è. Ancora oggi, la rappresentazione cartografica odierna fa i conti con Quattro e Cinquecento. L’intero libro è dedicato alla mappa (del XVII) volontà di risalire alle sue origini. Parte dall’Inghilterra all’epoca della monarchia Stuart (1603-1714) quando l’avvocato John Selden prese in consegna la mappa e il bibliotecario Thomas Hyde la registrò. Dopo ci si sposta nei mari intorno alla Cina durante la dinastia Ming (1368-1644), nell’epoca in cui i navigatori cinesi ed europei stavano creando le reti commerciali che trasformarono la religione in un sistema unico di rotte marittime. Inoltre: la storia delle mappe e delle carte precedenti l’epoca della sua creazione. Si tratta di un viaggio a ritroso. A. Che cosa comporta la rappresentazione? Quanti influssi culturali specifici ci sono? B. Domanda di fondo sul chi: problema della titolarità di diritti di stati terrestri su spazi d’acqua. Quando, chi e perché fissa diritto internazionale marittimo. Già il Mediterraneo aveva però fatto i conti con titolarità marittima. Capitolo II: L’unica cosa sicura che sappiamo della mappa Selden è che venne depositata nella Biblioteca Boldeiana nel settembre 1659. Qui Brook ricostruisce biografia di Selden infilandola nelle vicende Stuart. Fa vedere come in pochi anni Selden passi da protetto di Giacomo a doppio carcere, poi partecipa a Rivoluzione. Idee di Selden hanno a che fare con la sua decisione di acquistare mappa, senza capirlo, per donarlo a biblioteca di Oxford (il grosso della sua biblioteca arrivò a Oxford soltanto nel settembre 1659il ritardo di quattro anni suscitò pettegolezzialcuni pensarono dell’inimicizia di Thomas Barlow). Selden, grande studioso di studi orientali ebraico, siriaco, persiano, turco, cinese (questo suo interesse fu forse quello, insieme al diritto marittimo, ad acquisire una grande mappa della Cina. Avvocato inglese, non famiglia importante o ricca, ha amici che lo aiutano, lo introducono a corte (tra i suoi amici anche Ben Jonson); tentativi poetici (pessimo), poi scrive libro sulla storia delle decime provando a dimostrare che la Chiesa non ha diritto divino di esigere le decime, Buckingam è favorito (amante, forse) di Giacomo, apprezza il libro perché sottolinea possibilità di Stato su religione. Il re non aveva gradito il suo saggio: la difesa di Selden al cospetto del re fu una supplica di uno storico della classicità. Selden se la cavò a buon mercato: il re proibì il libro e vietò a Selden di impegnarsi in ulteriori discussioni sulle decime. Polemica anglo-olandese: Mare chiuso o aperto? Selden VS De Groot (celebre all’epoca; studi giuridici, maneggia lingue, fa carriera straordinaria in fretta, bravo a dire; scrive per difendere interessi della VOC, cioè la compagnia olandese delle Indie orientali, arringa cui inglesi danno il nome di Mare Liberum a seguito di 1603: Portogallo VS Olandesi, caso in Malesia di diritto del mare caso giudiziario dello scontro*). Re scozzesi hanno problemi a proteggere i pescatori meno veloci e abili di Danesi e Olandesi nella pesca delle aringhe. Scozia non è terra facile per avere cibo, non fertile, patata non ha avuto ancora successo, aringhe e salmoni affumicati sono alla base, le prime più facili da pescare, i Danesi ne pescano di più, Scozzesi rappresentati come selvaggi nelle Highlands. Giacomo I vuole fermare pescatori stranieri da pesca di aringhe scozzesi. Non vuole mare aperto. Buckingam trae da Selden l’idea che lo Stato abbia titolarità. * In febbraio 1613, comandante olandese attacca vascelli portoghesi nel mar cinese meridionale, su stretto di Singapore, le manda in Olanda per spezzare monopolio portoghese. Portoghesi arrivati per primi, hanno buon rapporto con locali, non penetrano nei territori, costruiscono avamposti commerciali
iper-difesi, non vogliono perdere monopoli. Imperi iberici perdono partite nei mari, Olandesi aggressivi e cercano altre autorità locali che hanno problemi con quella principale, vogliono loro aiuti. Raja Bongsu aiuta Van Heemskerk (VOC), idea di catturare nave portoghese prima che arrivi a stretto di Singapore, lo assaltano, senza uccidere, li rimandano a casa. Olandesi vincono spezie. Portoghesi preoccupati perché precedente di pirateria europea, accusano a Tribunale olandese, Ugo Grozio dice che è obiettivo legittimo in guerra giusta (i Portoghesi dicono che Olandesi eretici) perché dall’altra parte del mondo, il mare è libero. Il tribunale dà ragione all’Olanda. La parte sul diritto del mare è tradotto in inglese con il titolo di Mare apertoGiacomo proibì il libro. Buckingam è preoccupato: propone a Selden di scrivere un altro testo per rispondere a Grozio per fissare Mare Clausum. Alla lunga, ha vinto Selden, abbiamo spazio mare e aereo fissi. Selden era stato incarcerato la ragione della sospensione della libertà vigilata nel 1635 e anche il suo rilascio dalla prigione fu Il mare chiuso. Edizione del 1635 de Il mare chiuso è un’opera notevole. Capitolo III: si occupa di problemi di comprensione del cinese. Giacomo II andò in visita alla Biblioteca Boldeiana di Oxford. Il re ne approfittò per chiedere a Thomas Hyde del ‘’cinese’’ (Shen Fuzong anche detto Michael Shen). I gesuiti credevano che i Cinesi avessero una visione primitiva di Dio e che mancasse loro solo la rivelazione cristiana. Michael Shen era partito dalla Cina per l’Europa nel 1681 insieme al gesuita fiammingo Philippe Couplet. Couplet aveva bisogno di Shen per dimostrare che la missione gesuita era sulla buona strada. Inoltre, Couplet voleva che il papa Alessandro VII concedesse ai gesuiti il permesso di cantare la liturgia in cinese anziché in latino. Il papa non accettò. I gesuiti intanto a Canton avevano tradotto i quattro testi più influenti della tradizione confuciana. Couplet pubblicò i primi tre in Europa con il titolo ‘’Confucius Sinarum Philosophus’’ (1687). Quest’opera affrontava l’argomento secondo cui la fede di Dio delle culture europea e cinese aveva un’origine comune. I gesuiti conclusero che Confucio andasse riverito poiché aveva allontanato i Cinesi dal politeismo. Una copia dell’opera entrò nella Biblioteca Boldeiana acquisì una copia nel 1649. Gli inglesi tentarono un progetto smilie, incaricando il teologo Brian Walton, sostenuto da John Selden e l’arcivescovo James Ussher, avvalendosi dell’aiuto di Hyde. Nel 1687 Hyde portò ad Oxford Michael Shen, il quale realizzò cataloghi di libri cinesi e si impegnò ad insegnare allo stesso Hyde i rudimenti della lingua cinese. I due studiarono insieme anche la Mappa Selden, lasciando su di essa delle tracce. Michael trascrisse infatti il cinese in lettere romane, unendo il dialetto ufficiale (il mandarino) al suo (di nanchino). Lo studio della mappa ci rivela che i margini usati da Shen e Hyde per le annotazioni furono aggiunti in Europa. Michael partì da Londra nel 1687 con Couplet per fare ritorno in Cina. I due rimasero bloccati a Lisbona, e Michael sopo tre anni ripartì per la Cina, morendo in viaggio. Stava finendo l’epoca dell’interesse verso la cultura orientale, l’Oriente non costituiva più l’argomento di seri discussioni tra intellettuali. Capitolo IV: Nel 1614 Yhomas Smythe governatore della Compagnia delle Indie Orientali (EIC) si ritrovò a dover gestire uno scandalo circa alcune irregolarità e l’importazione di materiale pornografico dal Giappone per mano di John Saris. Smythe era inoltre tesoriere della Campagna della Virginia e l’uomo d’affari più potente di Londra. Per mettere a tacere le voci, l’uomo confiscò tutti i libercoli e le illustrazioni immorali. Alcuni segni di quest’epoca dei rapporti tra i due paesi sopravvissero alla censura. Saris era stato nominato tre anni prima comandante dell’ottavo viaggio in Asia della Compagnia delle Indie Orientali; nel 1611 aveva lasciato l’Inghilterra. Il compito di Saris era commerciale che politico: avrebbe dovuto contrastare gli Olandesi che tentavano di sostituire il dominio spagnolo nelle isole delle Spezie. Gli Olandesi ostacolarono gli inglesi in ogni modo. L’ideale olandese del mare libero non era dunque altro che uno stratagemma giuridico che occultava il loro brutale dominio sulle Isole delle Spezie. Infine gli Inglesi si risolsero a costruire la propria ricchezza nell’Asia meridionale e lasciarono il Sud-est asiatico agli Olandesi. Nel 1613 Saris arrivò in Giappone cercava Will Adams, il primo inglese a raggiungere il Giappone, uno dei pochi superstiti che avevano attraversato il Pacifico su une nave olandese nel 1600. La Compagnia, tramite Adams, voleva inaugurare il commercio tra Giappone e Gran Bretagna; Adams era infatti perfettamente inserito nella
società giapponese e conosceva bene le acque costiere. Al suo arrivo Saris conobbe Li Dan, il mercante cinese che da più tempo operava in Giappone, e suo fratello Li Huayu. I fratelli Li erano in affari con il capo della stazione commerciale di Hirado, Richard Cocks. Cocks diede in prestito ingenti somme di denaro ai due, sperando di riuscire a intraprendere rapporti commerciali con i Cinesi. Il debito non fu mai rimborsato. Cocks alla sua morte fu accusato di essere dissoluto. Dopo la morte dell’ultimo dei fratellli Li, ad accaparrarsi ciò che restava del loro impero marittimo fu Zheng Zhilong, il quale arrivò a controllare gran parte del commercio che esisteva nel Mar Cinese Meridionale. Fu imprigionato, poi giustiziato dai manciù; l’idea di impero era ormai collegata a quella di dominio sul mare. Capitolo V: Capitolo V è il più tecnico, ragiona su come si sono fatte carte in cultura europea e cinese, si chiede perché rosa dei venti (non più usata in cartografia medievale) a metà tra portolano (carte usate da esploratori) e quella seicentesca europea, più evoluta, frutto anche di evoluzione matematica. Sulla mappa Selden, la rosa dei venti si trova al centro della mappa, accompagnata da un regolo sotto (della misura di un piede cinese) e da un rettangolo bordato vuoto a lato. Questo fatto rappresenta una novità perché le mappe cinesi non riportano mai una rosa dei venti, né tantomeno scale di misurazione. Nemmeno il rettangolo è un elemento tipico di una mappa cinese. Gli Europei al tempo non sapevano che la bussola, strumento ampiamente usato per la navigazione, fosse un’invenzione cinese risalente almeno al X secolo. Sempre i Cinesi per primi magnetizzarono il materiale della bussola per allinearlo al campo magnetico terrestre. Per navigare era però necessaria anche la conoscenza del territorio. Per questo Saris, così come tanti altri, si servì di timonieri locali per navigare presso il porto di Hirado. Gli inglesi erano soliti servirsi a tal scopo di timonieri cinesi, volendo la Compagnia intraprendere rapporti commerciali con la Cina. Una importante fonte di informazioni circa le imprese marittime cinesi nel Mar Cinese Meridionale è il libro Zhang Xie ‘’Saggi sui mari orientale e occidentale’’ (1618), scritto su commissione per il magistrato di contea di Haicheng. Proprio nel libro di Zhang Xie troviamo informazioni sulla figura del timoniere, noto come Capo del Fuoco. Questo nome probabilmente era dovuto al fatto che il timoniere fosse incaricato anche di mantenere accesa la lampada sull’altare dedicato a Mazu, l’imperatrice dei Cieli, che proteggeva i marinai. Calcolare la direzione non era difficile grazie alla bussola, ma per conoscere la distanza e la velocità erano richiesti calcoli e una buona dose di esperienza. I timonieri si servivano anche di documenti scritti e una buona dose di esperienza. I timonieri si servivano anche di documenti scritti che Saris chiamava platts o plotts. Quasi nessuna platt è sopravvissuta. Quello che è rimasto sono i portolani (per gli inglesi rutter) documenti che fornivano ai timonieri le informazioni necessarie per andare da un punto ad un altro. Zhang ricavò alcuni dati per il suo libro proprio dai rutter. Un manoscritto delle rotte per la bussola, il Laud rutter (per nome di William Laud, che lo donò alla Biblioteca Boldeiana nel 1639) è giunto fino a noi. L’arcivescovo Laud vide la sua ascesa sotto i monarchi Stuart, che erano sempre più impopolari. Prevedendo la sua sorte, donò il manoscritto due anni prima di essere incarcerato nella torre di Londra, per essere poi decapitato circa tre anni dopo. Fu proprio Laud a schierarsi in favore di Selden quando fu incarcerato per la seconda volta. Il rapporto d’amicizia tra i due durò poco a causa delle divergenze di opinioni. Il Laud rutter non è un manuale da timoniere, ma una copia corretta di uno di essi. L’autore sostiene che il metodo per trovare la direzione attraverso la bussola fosse stato inventato dal Duca di Zhou (XI secolo), una figura che era stata molto mitizzata. Il Laud Rutter si basa su una registrazione delle rotte percorse dall’eunuco imperiale Zheng He nel XV secolo, incaricato dal terzo imperatore Ming di annunciare a tutti gli stati che avevano relazioni con la Cina della sua ascesa al trono incentivandoli a inviare tributi. Nei suoi viaggi tra il 1405 e il 1422, Zheng He seguì le stesse rotte della mappa Selden. Questo rutter contiene precise istruzioni sull’uso della bussola, compreso il Metodo delle Quattro Direzioni, appreso ancora oggi. Anche Selden aveva una bussola cinese che (erroneamente) credeva destinata alla navigazione: si trattava di una bussola geomantica. Sia in Oriente che in Occidente vi erano due bussole: una destinata alla navigazione, un’altra destinata ad altri usi. Nel XVII secolo i cartografi abbandonarono i portolani e si sforzarono di annettere alri dati geofisici. Nel 1604, Giacomo I introdusse il concetto di King’s Chambers le acque costiere considerate territorio britannico. Fu questa la prima dichiarazione esplicita di sovranità marittima. La mappa delle King’s
Chambers riprende i portolani, a differenza dell’altra mappa di Selden dei mari d’Inghilterra, la quale non è più una mappa per la navigazioneCapitolo VI: Il Loud rutter, la mappa Selden e Zhang Xie non sono concordi sul punto di inizio della rotta della Cina. Zhang Xie inizia dal Porto della Luna (dal 1567 Haicheng), il Laud rutter dal porto di Quanzhou (100km a nord); la mappa Selden collega le tre rotte al largo senza scegliere un porto. Le registrazioni che documentano il decennio di attività della Compagnia in Giappone forniscono informazioni dettagliate sulle modalità di navigazione delle grosse arterie che attraversavano il mare settentrionale, accesso primario all’economia Ming. Quelle rotte inoltre rappresentavano un corridoio marittimo lungo il quale le imbarcazioni di tutti i paesi potevano navigare liberamente. Uno dei punti più trafficati sulla mappa Selden è lo stretto di Singapore. Le due rotte per navigare dalla Cina alle Filippine si uniscono per poi dirigersi al porto di Manila, centro commerciale in cui l’impero spagnolo incontrò quello Ming. Sulla mappa Selden, nei pressi di Manila, la denominazione ‘’Parian de Arroceros’’ (ghetto in cui gli spagnoli relegavano i residenti cinesi, indica la consapevolezza del fatto che si trattava di un centro dove i cinesi commerciavano ma vivevano separati. Sulla mappa è anche segnato il punto attraverso cui gli spagnoli (huaren) si dirigevano verso il Pacifico con destinazione Acapulco. Era quindi questo il canale che collegava le economie cinese ed europea nel XVII secolo. L’enigma più complicato della mappa è rappresentato dalla rotta dalle Filippine a Wanlaogao. Wanlaogao compare nel saggio di Zhang Xie come uno dei due aspetti topografici di un posto chiamato Meiluojo; si tratta in realtà di Ternate, l’avamposto più remoto dell’impero delle spezie. Tra le rotte rappresentate nella mappa Selden, solo una è diretta verso ovest: Calicut-Djofar-Hormuz, i tre grandi porti del commercio islamico medievale prima dell’arrivo degli Europei nell’Oceano Indiano. I cinesi, però, non si spingevano mai ad ovest oltre Calicut, queste rotte non servivano a nessuno ed il cartografo le ha probabilmente prese da una fonte. Capitolo VII: Nel 1625 Samuel Purchas offrì ai lettori inglesi le loro prime due carte geografiche della Cina, nel terzo volume del suo libro più celebre, intitolato “Purchas his Pilgrimages” in cinque volumi. Purchas e Selden erano amici ed avevano molto in comune ma la loro amicizia andò disgregandosi dal 1617. La prima mappa è intitolata “La mappa di Hondius della Cina” dall’atlante dell’olandese Hondius del 1608. In questa mappa la Cina è ruotata di 90 gradi per volere del cartografo commerciale Ortelius. Purchas inserisce questa mappa per dimostrare le idee erronee dei geografi europei circa la Cina; la fa seguire dalla descrizione della Cina del gesuita Pantone, il quale sapeva che la Cina è quadrata. Purchas inserisce poi una seconda mappa (cinese) datagli da John Saris, che raffigura il paese per come è veramente. La mappa raffigura ai lati un uomo e una donna cinese, riprodotti basandosi su un album di illustrazioni cinese, a sua volta fornito da Saris. Purchas la intitolò “The map of China” e aveva distribuito parole inglesi all’interno dell’originale. Il titolo cinese era in realtà “Huang Ming yitong fangyu beilan” che può essere tradotto “Il regno terrestre unificato dell’Impero Ming in un compendio esaustivo”. John Speed era l’editore di carte geografiche più noto di Londra durante il regno di Giacomo I, autore del primo vero atlante dell’Inghilterra, il “Theatre of The Empire of Great Britaine” (1612). L’autore dell’originale della mappa stampata da Purchas era Luo Hongxian, il quale aveva pubblicato nel 1555 il primo atlante nazionale esaustivo della Cina, che costituì il modello standard per la successiva cartografia della Cina. Zhang Huang che proveniva dalla stessa provincia di Luo, fu uno dei massimi studiosi della sua generazione (quella successiva a Luo). Nel 1567 costruì la Sala della Purificazione, dove teneva conferenze ogni mese. È autore del Tuscia bian, un compendio contenente tutto il sapere disponibile sulla natura e sulla società. Zhang divenne capo dell’Accademia della grotta del Cervo Bianco, la più prestigiosa Accademia privata del Paese, negli anni Novanta del Cinquecento. L’opera di Zhang contiene anche diverse mappe, come la “Mappa generale dei cinesi e dei barbari all’Interno dei Quattro mari”, nella quale immagina il continente in modo più coerente e convincente di qualsiasi altro cartografo fino ad allora. Zhang fu fortemente influenzato dall’incontro con il gesuita italiano Matteo Ricci, il quale gli fornì molto materiale. Zhang inaugura il primo capitolo sulla cosmografia con un diagramma di mezza pagina con un rettangolo allungato all’interno di un cerchio, con una didascalia che cita l’antico motto “il cielo è rotondo, la terra è quadrata”. Considerare la Cina quadrata
significa seguire la tradizione. Gli Europei invece si forgiarono sull’immagine della Cina con una forma ovoidale. La soluzione al problema della rappresentazione su piano di qualcosa che non era piatto fu la proiezione, sebbene ogni proiezione rimanga comunque un compromesso. Per ovviare a questo problema i navigatori seguirono per le loro rotte delle linee rette. I problemi per i marinai si presentarono sui viaggi su lunghe distanze. Gerardo Marcatore capì il segreto per creare una mappa piatta precisa per una terra sferica era quello di partire dal mare e non dalla terra. Nel 1541 tracciò linee lossodromiche su un mappamondo terrestre e notando la costanza con cui queste linee si curvavano formando una spirale dal Polo sud al Polo Nord. Marcatore voleva rendere questa spirale una retta su una mappa piatta, alterò cioè la terra anziché la linea. Ottenne la proiezione di Marcatore. Matteo Ricci per la sua mappa Mundi (poi ristampata da Zhang Huang nel Documentarium) usò la proiezione pseudocilindrica introdotta da Ortelius, un collega di Marcatore. Nella mappa Selden la città di Shangdu (in Purchas Xamdu) è indicata come capitale tramite un inserto a forma di zucca. La forma non è casuale, perché le zucche erano lampade di Aladino dell’immaginazione cinese, dalla quale potevano emergere visioni fantastiche:ergo il cartografo lo volle contrassegnare come luogo immaginario, come utopia. Altro riassunto: Storia di Mercatore, con tale cognome perché proviene da famiglia di mercanti. La capacità di rappresentare in modo chiaro e utile lo spazio geografico inizia nel Quattrocento e si raffina nel Cinquecento, al punto che, nel Cinque-Seicento, le rappresentazioni tradizionali come quelle dei portolani non servono più. Lo spazio in cui europei agiscono è più ampio, ha facilitato lo sviluppo di altre abilità e altre capacità. 1625, prime carte di Cina in Inghilterra, di Samuel Purchas. Primo libro ha tanto successo. Chi produce libri e li acquista cerca informazioni realistiche (non necessariamente reali) e valuta attendibilità del prodotto. Facilitazione delle comunicazioni e dei trasporti. Le informazioni che arrivano nelle capitali europee sono sufficienti affinché un lettore colto sappia distinguere prodotti utili da inutili e possano richiedere prodotti funzionali. Hanno bisogno di qualcosa di concreto e di utile. Il Mercante di Venezia racconta di investimento su nave. Società e compagnie mettono insieme i soldi di investitori per pagare carico, viaggio, spedizione. Il go-between è il mediatore. Il riverbero dell’esperienza di questi mediatori è notevole: famigliari si preoccupano di lui; le sue lettere (possibili grazie a sviluppo di sistema di comunicazione di quell’epoca) hanno uditorio che le legge e immagina; i racconti di viaggio. Londra, Parigi, Vienna, Firenze, Venezia, città del Sud America spagnolo-portoghese, nuove città del Nord America. Purchas non legge il cinese. Pur incomprensibile, la scrittura cinese riceve dignità, non è uno scarabocchio di un popolo inferiore. Oggi, nessuno capisce cosa ci sia scritto, ma sa forse che qualcuno potrà capirlo presto, almeno due ragioni: 1) contatto con mondo lontano permetterà che arrivi qualcuno che traduca; 2) gli alfabeti orientali si studiano di nuovo da un po’ (il greco è stato ripreso in meno da metà del Trecento, poi ebraico, spesso arabo). Le scuole di studi orientali europee e poi americane dimostrano che la scommessa è vinta. Brook: passaggio del commercio inglese dalle colonie all’Impero. Informazioni dal mondo dei missionari, da Matteo Ricci in avanti. Già i missionari si sono posti il problema di parlare lingue strane. Il mondo cattolico (non quello protestante) rielabora peso specifico delle missioni a livello globale. La global history è nata dagli studi economici. Rivoluzione dell’Inghilterra elisabettiana: società più mobile. Immobilismo sociale della dinastia dei Ming. Lo sguardo allargato verso il mondo è motivo di aumento di mobilità. Adriano Prosperi e Carlo Guinzburg studiano controriforma italiana. Prosperi studia autobiografie di missionari, che descrivono come puntino al martirio. I missionari hanno provenienza sociali e nazionali di vario genere. L’Oriente esercita più fascino dell’America come terra di conversione, probabilmente perché si sa ancora poco di quel continente all’epoca. Convertire popolazioni americane è stato fatto, è più difficile farlo con Orientali. Sfida geometrica di come rendere il curvo quadrato. Si parte da Terra Santa per rappresentare terra, che è comunque in mano agli Ottomani all’epoca. Nella rappresentazione geografica moderna, si parte però dalla Gerusalemme biblica, non terrestre. Capitolo VIII: Poetico. Prova a trovare le fila del suo ragionamento. Brook dice che comunica 6 segreti della mappa che ha scoperto. La mappa di Selden ci fa fare il punto di notizie che si hanno su terre da poco
scoperte. Riferimento a Tempesta di Shakespeare, confronto con approccio più concreto e meno utopico di mappa. Selden ha testi del Messico cinquecentesco, vocabolari differenti. Selden critica la traduzione in italiano di Corano. L’interesse di Selden (punta del iceberg di gruppo non organizzato e che si riconosce come tale, ma fatto di studiosi poliedrici che vogliono allargare conoscenze partendo da studio di lingue orientale) è nella riappropriazione passata dell’ebraico. Importanza di filologia. Erasmo da Rotterdam si riappropria del greco. Edizione critica della Bibbia. Storia della stamperia di Venezia, poi Amsterdam. Si lotta con ebraico (lingua complicata e con tanti pregiudizi) per conoscere bene verità biblica, ritrovando errori della Bibbia dei Settanta e della Vulgata. Ma non ci sono ebrei in Inghilterra da tre secoli. La società inventa modernità. Filologia diventa scienza esatta quando bisogna dimostrare chi ha ragione tra Cattolici e Protestanti e dimostrare che agiografie sono vere. Ben Jonson nel 1620 produsse un masque intitolato “Notizie dal Nuovo mondo scoperto sulla Luna” in cui presenta gli abitanti della Luna, quindi provenienti da un mondo straniero, non come barbari ma come popolo civilizzato, che non costituisce una minaccia per l’Inghilterra. Selden e Saris sposarono questo tipo di approccio. Fu Samuel Purchas a commercializzare i racconti di viaggio nei primi decenni del Seicento, ma oltre all’intrattenimento le notizie delle terre scoperte ebbero effetti anche in altri contesti. L’epoca di John Selden era un’epoca in cui i paradigmi stavano cambiando: alcuni, come lui, scelsero di utilizzare le nuove conoscenze per rafforzare le fondamenta della cultura europea; altri a disagio rimasero incerti sul da farsi; altro ancora rimasero indietro, attaccati alle vecchie idee. Furono gli orientalisti i maggiori “decifratori” di questi nuovi codici, delle lingue che contenevano importanti e nuove informazioni. In un passo del ‘’Titles of Honor’’ (edizione del 1631) di Selden, l’autore osserva che ci si doveva aspettare una comunicazione rapida tra le isole (e i continenti) e che ciò è preso da alcuni come un invito da parte della natura ad andare a popolare le altre terre, mentre ‘’altri ragionano come se il Diritto Pubblico del Commercio Reciproco fosse tratto da questo principio’’. Secondo Selden, condizioni fondamentali per occupazione/rapporti commerciali era la parità. Sosteneva inoltre che tutti i rami della conoscenza attingono da e sono connessi a tutti gli altri. Sveleremo ora sei segreti della mappa Selden: 1) la Cina: nella mappa salta agli occhi in diversi modi, grazie ai molti dettagli, si molti nomi, al suo stile distintivo, allo spazio che occupa, ecc. Quelli che sembrano fiumi sono in realtà le frontiere delle provincie. I nomi delle città sono racchiusi in riquadri contornati di giallo/rosso, mentre gli altri nomi cerchiati in rosso sono nomi concreti (Cestino, Nido, Casa, ecc) cioè i nomi di alcune delle case lunari in cui si divide il cielo. Sono incluse nella mappa in base alla conoscenza cosmologica cinese per cui un campo energetico comune collega il cielo alla terra. Il sistema delle corrispondenze astrali è noto come Divisione in Campi. Altro dettaglio significativo è Xanadu, l’antica capitale jurchen/mongola, inserita nelle altre mappe in un riquadro a forma goccia d’acqua. La mappa Selden si differenzia dalle altre anche per la cornice: La Cina spicca visivamente a tal punto che non sembra disegnata da un cartografo cinese. Nella mappa, oltre alle costellazioni, appaiono due volte il Sole e la Luna. Quando si mettono insieme in un unico carattere i caratteri per scrivere sole a destra e la luna a sinistra si ottiene la parola ming (luce), il nome della dinastia. Sappiamo che non si tratta di un omaggio alla dinastia, perché in tal caso sarebbe stato distrutto dalla conquista manciù nel 1644. 2) la sua precisione: pur non avendo accesso alla matrice tipografica europea, la mappa si rivela precisa, nonostante la scala non sia uniforme in tutta la mappa. Nel 2010 i conservatori museali, durante un restauro, hanno scoperto sul retro della mappa abbozzi delle scale e un rettangolo in cima, insieme ad altri segni indecifrabili. Scorsero poi delle linee a mano libera collegate tra loro, che replicavano quelle che formavano il principale intreccio di rotte verso la costa orientale della Cina disegnate sul davanti. Si rivela così la chiave dei metodi del cartografo: egli traccia innanzitutto le rotte. La mappa è quindi in realtà una carta delle rotte marittime. Questa mappa è precisa perché è stata disegnata a partire dal mare; 3) la sua particolare sensibilità magnetica: oltre a contrassegnare le rotte segnate dalla bussola, il cartografo ha disegnato le linee delle rotte in modo che rappresentino gli angoli reali che avrebbero dovuto rappresentare, il cui riferimento è la rosa dei venti. Il nord nella mappa è inclinato di 6 grado perché in quel momento in Cina il polo magnetico deve essere stato a 6 gradi a sinistra del Polo Nord. Deduciamo da un’indagine Geologica che 6 grado a ovest era l’estremità orientale dell’Asia nei primi decenni del XVII sec. Le rotte tracciate con maggiore precisione sono quelle che il cartografo considerava i principali collegamenti che le navi cinesi utilizzavano nella rete del Mar Cinese Meridionale. Per far sì che le linee più importanti fossero allineate alla loro direzione magnetica, le rotte secondarie sono dilatate in modo da raggiungere il punto in cui dovevano essere. 4) il modello: per ‘’barare’’ il cartografo decise di comprimere il Mar Cinese Meridionale, zona di
scarso interesse per i marinai almeno fino al XIX secolo. Ciò che rivela che questa mappa non era stata disegnata per dimostrare pretese di qualsiasi sorta su quel che succedeva sull’oceano; 5) il luogo: dalla mappa possiamo dedurre quali luoghi il cartografo conosceva e quali no. La parte della mappa disegnata meglio è quella meridionale. La mappa Selden rappresenta il Sud-est asiatico come nessun’altra mappa cinese aveva fatto prima di allora. Il cartografo potrebbe quindi essere localizzato a Bantam, a Giava oppure a Giacarta. Sappiamo dal testamento che la mappa proviene da un comandante inglese: al processo di selezione sopravvive solo un comandante, John Saris, il quale probabilmente la acquistò durante il suo primo periodo a Bantam, un incarico di 5 anni iniziato nel 1604. Nel 1608 era stato promosso al posto di agente di vendita capo, ruolo che sicuramente comprendeva il recupero dei debiti accumulati dai mercanti cinesi con cui la Campagna aveva stipulato affari. Possiamo datare la confisca della mappa tra il 1607 e il 1609. Epilogo: Nella prima metà del XVII secolo, la mappa Selden fu la carta geografica più accurata del Mar Cinese Meridionale. Il suo autore aveva scoperto un metodo geniale per rappresentare il mondo partendo dal mare e non dalla terra. Il trasferimento della mappa in Europa ne ha sicuramente alterato la storia. Dal 1640 il valore della mappa andò scemando, quando fu creato un portolano dei mari della Cina più preciso. Senza la passione di collezionista di manoscritti asiatici di Selden, ora la mappa potrebbe essere andata perduta; la segregazione in casa Selden, d’altra parte, la tolse dalle mani dei geografi dell’epoca che avrebbero potuto trarne informazioni. Dovette aspettare molto tempo, nella Biblioteca Boldeiana, per essere apprezzata. Sappiamo che per un periodo fu esposta su una parete accanto a una sala della Scuola di Anatomia, accanto alla pelle tatuata di Giolo, uno schiavo di Miangas divenuto fenomeno da baraccone. La pelle, a differenza della mappa Selden, è andata perduta. John Selden non andò mai per mare, e morì nel 1654.