Elezioni europee 2009 Gli equilibri tra le aree politiche non cambiano. I grandi perdono, crescono i piccoli L’area “democratica” quasi come nelle regionali del 2000 Il dato che emerge in maniera più chiara dai risultati delle elezioni europee è la sostanziale stabilità degli equilibri elettorali tra le aree politiche. Se si considerano il centrodestra e il centrosinistra nella loro massima estensione possibile, e cioè quelle definite dalle coalizioni del 2006 (Casa delle libertà versus Unione), notiamo che la prima ha registrato nel 2009 sostanzialmente il medesimo risultato del 2008 (si veda la nota metodologica per l’elenco preciso delle liste aggregate nel 2008 e nel 2009), la seconda ha guadagnato lo 0,8 punti percentuali sui voti validi (Tabella 1a e 1b, ultima riga, ultima colonna). Se invece si considerano le aree politiche definite delle coalizioni del 2008 (Pdl+Ln contro Pd+radicali+Idv), il centrodestra perde l’1,3 punti percentuali, il centrosinistra un punto percentuale. Ci sono insomma davvero poche differenze. Ma sia nel centrodestra sia, soprattutto, nel centrosinistra, il partito maggiore perde voti a favore dei partiti più piccoli e più nettamente caratterizzati su singole tematiche. Si tratta di un fenomeno prevedibile, data la natura proporzionale della competizione elettorale europea, nella quale è assente una percepibile sfida per il governo. A questo fenomeno “fisiologico” si aggiunge evidentemente nel caso del Pd un deficit più profondo di credibilità della sua classe dirigente e della sua proposta politica a fronte di una maggiore presa su parte del suo elettorato della veemenza con cui l’Italia dei valori si è opposta al governo in carica. Tab. 1a. Italia. Percentuali di voti validi. Differenze 20092008 per diverse aggregazioni del centro-destra
Tab. 1b. Italia. Percentuali di voti validi. Differenze 20092008 per diverse aggregazioni del centro-sinistra
Pdl Pdl + Ln + Ln + Udc + Udc + Destra
Pdl
Pdl + Ln
2008 2009
37,4 35,3
46,8 45,5
52,4 52,0
55,5 55,5
Differ.
-2,1
-1,3
-0,4
--
Pd Pd + Rad + Rad + Idv + Idv + Sinistra
Pd
Pd + Rad
2008 2009
33,2 26,2
33,2 28,6
37,5 36,5
43,1 43,5
Differ.
-7,0
-4,6
-1,0
+0,8
Questa stabilità viene confermata solo con alcune marginali specificazioni se si conduce la medesima verifica esaminando distintamente il risultato nelle diverse aree geopolitiche: Nord-Est (Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige), Nord-Ovest (Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia), Zona Rossa (Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Toscana) e Sud (altre regioni). Nel Nord-Est l’attuale maggioranza guadagna 3 punti, grazie alla tenuta del Pdl. Nella zona Rossa il calo del Pd è leggermente più accentuato che nelle altre aree (8 punti percentuali rispetto al 7 della media nazionale), ma è compensato da una maggiore crescita elettorale delle varie liste della sinistra. Nel Sud accade un fenomeno simile nel centro-destra. È qui che si verifica il calo più accentuato del Pdl (4 punti percentuali che da soli producono la “media” del meno 2 al livello nazionale) compensato da una maggiore crescita elettorale delle varie liste della destra estrema.
Sempre al Sud, l’area politica del centro-sinistra allargata (modello Unione 2006) cresce soprattutto grazie al risultato particolarmente positivo delle liste di sinistra. Tab. 2a. Nord-Est. Percentuali di voti validi. Differenze 2009-2008 per diverse aggregazioni del centro-destra
2008
Pdl
Pdl + Ln
Pdl + Ln + Udc
27,7
50,0
55,4
Tab. 2b. Nord-Est. Percentuali di voti validi. Differenze 2009-2008 per diverse aggregazioni del centro-sinistra
Pdl + Ln + Udc + Destra 57,9
Pd Pd + Rad + Idv + Rad + Idv + Sinistra
Pd
Pd + Rad
2008
27,1
27,1
31,2
34,5
2009
28,6
52,9
59,1
61,0
2009
20,9
23,4
30,6
35,2
Differ.
+0,9
+3,0
+3,7
+3,1
Differ.
-6,2
-3,7
-0,7
+0,7
Tab. 3a. Nord-Ovest. Percentuali di voti validi. Differenze 2009-2008 per diverse aggregazioni del centro-destra Pdl + Ln + Udc + Destra
Pdl
Pdl + Ln
Pdl + Ln + Udc
2008
34,1
51,7
56,2
58,8
2009
33,4
52,8
58,1
Differ.
-0,7
+1,1
+1,9
Tab. 3b. Nord-Est. Percentuali di voti validi. Differenze 2009-2008 per diverse aggregazioni del centro-sinistra Pd + Rad Pd + Rad + Idv + Idv + Sinistra
Pd
Pd + Rad
2008
30,3
30,3
34,7
38,9
60,1
2009
23,4
26,2
33,5
39,4
+1,3
Differ.
-6,9
-4,1
-1,1
+0,5
Tab. 4a. Zona Rossa. Percentuali di voti validi. Differenze 2009-2008 per diverse aggregazioni del centro-sinistra Pdl Pdl + Ln Pdl + Udc + Ln Pdl + Ln + Udc + Destra
Tab. 4b. Zona Rossa. Percentuali di voti validi. Differenze 2009-2008 per diverse aggregazioni del centro-destra
2008
31,1
35,5
40,0
43,3
2009
30,7
37,9
43,0
Differ.
-0,4
+2,4
+3,0
Pd Pd + Rad + Idv + Rad + Idv + Sinistra
Pd
Pd + Rad
2008
45,4
45,4
49,3
54,2
44,9
2009
37,1
39,6
46,8
54,9
+1,6
Differ.
-8,3
-5,7
-2,4
+0,7
Tab. 5a. Sud. Percentuali di voti validi. Differenze 2009-2008 per diverse aggregazioni del centro-destra Pdl + Ln Pdl Pdl + Ln + Udc + Ln Pdl + Udc + Destra
Tab. 5b. Sud. Percentuali di voti validi. Differenze 2009-2008 per diverse aggregazioni del centro-sinistra Pd + Rad Pd Pd + Rad + Idv + Rad + Idv + Sinistra Pd
2008
45,0
47,7
54,6
57,2
2008
31,5
31,5
36,1
40,0
2009
41,0
41,6
49,9
55,8
2009
24,6
26,6
35,7
43,9
Differ.
-4,0
-6,0
-4,7
-1,4
Differ.
-6,9
-4,9
-0,4
+3,8
Consideriamo ora le medesime aggregazioni in serie storica, riaggregando i dati delle tornate elettorali precedenti in modo per quanto possibile omogeneo (si veda a questo riguardo la nota metodologica finale). Siamo così in grado di ricostruire l’andamento nel tempo dell’equilibrio tra tali aree politico-elettorali. Emergono così tre cicli chiaramente distinguibili. Il primo (1996-2001) vede una prevalenza del bacino elettorale del centro-destra che include anche le elezioni, vinte dal centro-sinistra essenzialmente per effetto
della divisione fra FI/AN e LN nelle regioni del nord, del 1996. Il secondo ciclo (2004-2006) copre il periodo del secondo governo Berlusconi e vede un equilibrio quasi perfetto delle forze in campo, dovuto ad un incremento del centro-sinistra e ad una speculare flessione del centro-destra. A partire dalle elezioni del 2008 si inaugura il terzo ciclo (2008-2009), di prevalenza del centro-destra, ciclo che perdura con le elezioni europee del 2009, che riproducono perfettamente il disequilibrio fra i due schieramenti osservato un anno fa. Il rapporto di forze attuali presenta uno squilibrio che non ha uguali nell’intera storia elettorale della seconda repubblica e che avvicina l’area di destra (estrema destra, Pdl e LN) alla soglia del 50%, persino senza il contributo dell’Udc. In questo quadro, il dato disaggregato delle liste di centro-destra evidenzia nel 2001 un picco delle liste oggi riconducibili al Pdl (Forza Italia e Alleanza nazionale), che non è stato più uguagliato. Il recupero iniziato con le elezioni del 2006 è solo un recupero parziale, che nel 2008 e 2009 si stabilizza fra il 35 e il 37%. Il predominio attuale dell’area di centro-destra è spiegabile perciò con un incremento della LN (a fronte di un dato sostanzialmente stabile nel tempo dell’Udc) nelle ultime due consultazioni, con il dato delle ultime europee che addirittura supera di un soffio lo storico successo del 1996 e rappresenta il massimo storico di questo partito. Se esaminiamo l’andamento nel tempo delle liste di centro-sinistra dobbiamo notare che il dato attuale del Pd rappresenta uno dei peggiori risultati di sempre dell’area “democratica”, superiore solo a quello registrato per l’insieme di Ds, Ppi, Democratici nelle regionali del 2000. Nel raffronto con le regionali del 2000 – per le quali il valore dell’aggregato Ds-Ppi-democratici è pari al 24,8% – va tuttavia considerata la presenza in quella occasione di numerose “liste dei presidenti” (computate nel dato delle altre liste di Centrosinistra nel grafico). D’altra parte il dato del 2008 include la presenza nelle liste del Pd dei rappresentanti radicali, ed è quindi sovrastimato rispetto alla tendenza generale. L’area della sinistra radicale recupera nel complesso parte dei voti perduti nel 2008, senza tuttavia raggiungere i livelli precedenti. Infine l’Idv ottiene nel 2009 il proprio miglior risultato di sempre, a conferma di una tendenza positiva iniziata con le elezioni politiche del 2006.
Analisi a cura di Francesco Marangoni, Gianluca Passarelli e Filippo Tronconi
Fondazione di ricerca Istituto Carlo Cattaneo Tel. 051235599 / 051239766 Sito web: www.cattaneo.org
Centro-destra vs Centro-sinistra (1996-2009) 60 53,1 50 40
45,2
46,9 43,4
51,9
50,1
45,3
47,1
55,5
50,2
55,5
49,3 49,9 48,4 49,1 49,7
43,6
43,1
30 20 CD
10
CS
2009 europee
2008 Camera
2006 Camera
2005 regionali
2004 europee
2001 Camera (pr.)
2000 regionali
1999 europee
1996 Camera (pr.)
0
I partiti di Centro-destra (1996-2009) 45 40
41.5 36.2
35.5
37.3
36.0 32.5
35
37.4 35.3
31.7
30 25 Altri CD
20
Ln
5.9 3.0
1.0
1.1
0.4
3.5 2009_eur
2.6
6.8 4.6
8.3 5.6
2008_cam
3.2 4.7 3.9
2005_regcirc
0.5 1999_eur
0.1
5.0
2004_eur
4.5 4.7
1996_camprop
0
5.8
2001_camprop
10 5
8.0 5.0 3.6
7.3
2006_cam
10.3
10.1
2000_regcirc
15
6.5
PdL Udc
I partiti del Centro-sinistra (1996-2009) 35 30
31.1 27.9
29.3
31.1
31.4
33.2
29.6 26.2
24.8 25 20
3.9 1.0
2.6 2.1
1.3
4.4 4.1 2.3 1.9
Idv
2.9
0.4
PD 2009_eur
0.1
2000_regcirc
1996_camprop
0
1999_eur
0.0 2.4
4.4
2008_cam
5
8.0 7.0
2006_cam
4.3
8.5 8.9 6.2
2004_eur
8.0
10
Altri CS
10.9 10.0 10.2
2005_regcirc
11.1
2001_camprop
15
Sinistra
Nota metodologica Abbiamo ricostruito l’andamento nel tempo dei consensi alle varie forze politiche, utilizzando due diversi tipi di aggregazioni. L’obiettivo è sviluppare il raffronto con le precedenti consultazioni elettorali a partire dal 1996 sulla base di dati omogenei. In alcuni casi non è possibile mantenere del tutto l’omogeneità della serie storica. In questi casi abbiamo cercato di ridurre al minimo le discontinuità, escludendo dall’analisi le elezioni politiche del 1994 e regionali del 1995, con le quali il raffronto sarebbe stato del tutto fuorviante, a causa della presenza del “terzo polo” del Patto per l’Italia, che si è in seguito scisso in alcune componenti confluite nel centro-destra e alcune confluite nel centro-sinistra. Le aggregazioni su cui sono costruiti i grafici sono le seguenti due: 1. seguendo le aggregazioni del 2006: Centro-sinistra (Pd+Idv+Sinistra+Socialisti+Radicali, ad esclusione, per questi ultimi, del dato “anomalo” delle europee 1999) e Centro-destra (Estrema destra+Pdl+LN+Udc). Da notare che il dato del centro-destra comprende l’Udc anche nelle elezioni in cui questo partito non era tecnicamente apparentato alla coalizione, per facilitare il confronto fra le diverse tornate elettorali. 2. disaggregando le due macro-aree per partiti. Nel centro-sinistra abbiamo aggregato le liste della sinistra comunista sotto l’etichetta Sinistra, poiché in questo caso le scissioni e fusioni non permettono di tenere traccia dell’attuale suddivisione fra Sinistra e Libertà (in cui sono confluite alcune componenti di Rifondazione Comunista, insieme ai Verdi e a quella parte dei DS che non ha aderito al Pd) e la Lista Anticapitalista (comprendente una parte di Rifondazione Comunista, i Comunisti Italiani e altre formazioni minori). Nel centro-destra le liste dell’estrema destra confluiscono nelle “altre liste di CD”. Questo il dettaglio delle liste su cui sono costruite le serie storiche dei dati. Pd corrisponde a DS+Popolari nel 1996; DS+Popolari+I Democratici nel 1999 e 2000 DS+Margherita nel 2001 Uniti nell’Ulivo (che comprende anche i Socialisti di Boselli) nel 2004 e nel 2005 l’Ulivo nel 2006 Pd nel 2008 (comprendente gli esponenti radicali) Sinistra corrisponde a Rifondazione+Verdi nel 1996 Rifondazione+Verdi+Pdci nel 1999 e 2000 Rifondazione+PdciCI+Girasole (che include Verdi e Socialisti di Boselli) nel 2001 Rifondazione+Verdi+Pdci nel 2004, 2005 e 2006 Sin. Arcobaleno+Sin. Critica+Partito Comunista dei Lavoratori+Alternativa Comunista nel 2008 Idv corrisponde a Lista Di Pietro-Italia dei Valori nel 2001, 2005, 2006, 2008 Lista Di Pietro-Occhetto nel 2004 Udc corrisponde a CCD+CDU nel 1996, 1999, 2000 e 2001 Udc nel 2006 e 2008 Pdl corrisponde a FI+An in tutte le elezioni LN corrisponde a LN in tutte le elezioni