Appunti Incontro Con Bissoni

  • October 2019
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APPUNTI INCONTRO CON BISSONI SU LINEE GUIDA 194 06/10/2008 BISSONI: Regione sta elaborando linee per Piani di Zona che prevedono programmazione integrata di politiche a livello distrettuale condivise dal sociale e dal sanitario. Coerenza poi con altre politiche: casa, lavoro, trasporti. La regione sta elaborando altre linee guida per Piani di zona , oltre che sulla 194: salute mentale e relazioni con il mondo del terzo settore, che non è il volontariato citato nelle linee della 194. Sulle linee guida 194 vi è stato uno strappo alle procedure in quanto vi è stata una prima discussione in commissione consigliare, un primo incontro a carattere istituzionale con consigliere e assessore della regione e successivamente con le assessore alle pari opportunità. Sui piani di zona un incontro con il terzo settore e con le organizzazioni sindacali. Prassi vuole che dalla Cabina di regia si va con la proposta direttamente in commissione. Dall’incontro con le assessore alle pari opportunità sono emerse tre cose: • Cambiare titolo linee guida: nuovo titolo- TUTELA SOCIALE MATERNITA’ E INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA. La tutela alla maternità è riconosciuta essere la parte più debole della legge e quindi occorre dare maggiore sostegno alla maternità. • Tema volontariato. Togliere volontariato laico e cattolico. Nuova dicitura proposta nelle linee guida . AUTONOME FORMAZIONI SOCIALI , VOLONTARIATO LAICO E CATTOLICO E ALTRE CULTURE RELIGIOSE DISPONIBILI ( mio commento: la modifica è molto peggio di prima). •

Protocolli non scritti dalla Regione ma da altri soggetti pubblici devono rispettare la donna e la privacy e le linee di principio della 194.

Molto tempo della discussione è stato dedicato alle linee guida nazionali ( accordo conferenza Stato Regioni ) anziché ALLE LINEE GUIDA REGIONALI. Le linee guida nazionali non sono state assunte in quanto si è opposta la Regione Lombardia, però richiamarle ci è parso un atto dovuto. Bissoni dice che le linee guida nazionali non saranno più parte integrante delle linee guida regionali, ma solo punto di riferimento politico. Linee guida nazionali hanno valore documentale e basta. Bissoni risponde poi al quesito del perché i Centri per le famiglie sono finanziati mentre per i consultori , nelle linee guida non appare nessun finanziamento . I centri per le famiglie ricevono finanziamenti dalla Regione. I consultori stanno dentro ai finanziamenti del fondo sanitario all’interno del quale, le aziende sanitarie, nell’ambito dei piani, distribuiscono fondi per i consultori. Nel 2009 si prevede il potenziamento dei consultori e anche un richiamo alle Asl per concretizzare questo obiettivo. 1

SILVANA BORSARI - funzionaria regione Le Linee Guida vogliono far sì che nei Piani di zona sia prestata maggiore attenzione a queste tematiche che rischiano di trovare poca attenzione nei Comuni perché prestano più attenzione agli anziani e ai disabili. Mancano politiche di conciliazione, vi è poca divisione dei lavori di cura anche da noi. La programmazione deve essere sociale e sanitaria. I consultori stanno dentro la sanità e l’accentuazione sulla presenza dell’assistente sociale nei consultori viene dagli stessi operatori. Aumenta il disagio fra le donne, non solo fra le donne immigrate ma anche fra le donne italiane. E’ stato svolto un monitoraggio, dalla Regione, sull’assistenza sanitaria per verificare dove ci sono i problemi. I professionisti si sentono ghettizzati. L’aumento delle obiezioni di coscienza derivano dal fatto che i medici non hanno la possibilità di dedicarsi ad altre attività. Lavorare su percorsi assistenziali e garantire per l’IVG, in tutte le Asl, percorsi con tempi acettabili. Formazione del personale è un altro punto sul quale la Regione sta lavorando. Formazione integrata fra operatori del sanitario e del sociale. Difficoltà di conciliare assistenza e controllo. Contaminare culture diverse. Per il medico è sempre piu’ difficile fare il colloquio. Le persone portano problemi complessi, anche le donne che scelgono di portare avanti la gravidanza. La Regione ha elaborato IL PERCORSO NASCITA articolato in 11 punti Diagnosi prenatale precoce- undicesima settimana test di screening. Diagnosi ecografica delle malformazioni Puerperio fisiologico- ruolo osetrica Benessere travaglio/parto Assistenza ai disturbi emozionali – depressione pre e post parto Relazione madre bambino – allattamento al seno Valutazione qualità assistenza percepita dalla donna Avventi avversi ( nato morto) Informazione alle donne in gravidanza Dolore nel parto. LAURA PIRETTI UDI Esperienza percorso Linee Guida ci dicono che deve essere moltiplicata l’informazione e la partecipazione. Protocollo Forlì è in palese contrasto con la 194. Cogliamo tutta la portata che si muove attorno alla 194; terreno di scontro e di equilibri politici. Nervo scoperto perché tocca la salute delle donne. Certe cose non sono ammissibili. Legge 194 di tipo sanitario incentrata sull’interruzione di gravidanza. Il movimento delle donne vuole la promozione delle donne nella società, la prevenzione contraccettiva e politiche di conciliazione.

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Il percorso della 194, nelle linee di indirizzo, per rispondere alla complessità rischia di essere più complesso. Impianto non sobrio. Le Linee di indirizzo rispondono ad alcune pressioni. In Emilia Romagna non c’è emergenza interruzioni di gravidanza, neanche per le immigrate. Anche in Emilia Romagna il punto critico e l’alta percentuale di obiettori di coscienza. Anche qui obiezioni di coscienza fasulle. Nelle linee guida l’aspetto sanitario è telegrafico. Ruolo assistente sociale: rischio che in un altro protocollo “ mostricino” l’assistente sociale faccia il primo colloquio. L’IVG non è questione sociale. Sul VOLONTARIATO SI RICHIEDE UNA FORTE DISCONTINUITA’ RISPETTO A QUELLO CHE è SUCCESSO SUL TEMA VOLONTARIATO E 194. FARE DEI PASSI INDIETRO. NON HA SENSO PARLARE DI ASSOCIAZIONI LAICHE E CATTOLICHE. DEVONO ESSERE TUTTE LAICHE IN BASE AL DETTATO COSTITUZIONALE. VALUTARE ASSOCIAZONI IN BASE A PRESTAZIONI E SERVIZI CHE FANNO. L’integralismo cattolico pensa che la religione ci deve ci deve entrare di diritto. Scandaloso che le associazioni cattoliche invitino le donne a non interrompere la gravidanza loro danno i bambini in adozione.

e poi

Ho dettagliato l’intervento di Laura Piretti perché ha dato al tema l’impronta politica nella quale tutte ci siamo riconosciute. Gli interventi che sono seguiti hanno affrontato tematiche specifiche pur non rinunciando a valutazioni generali, anche queste condivise da tutte. La sintonia delle associazioni presenti lo considero un valore molto significativo. Il confronto prosegue con gli interventi di MARTA TRICARICO UDI ( richiede che fra le associazioni di volontariato vengano comprese anche le associazioni femminili che i protocolli locali siano supervisionati dalla Regione insieme all’assessore alle Pari opportunità che la formazione sia in capo alla Regione ; RAPPRESENTANTE DONNE FAENZA ( i servizi pubblici devono esercitare politiche sociali. Occorre ripensare ad un tessuto di servizi che dia garanzie al cittadino. Garantire alla donna la continuità assistenziale. L’integrazione sociale sanitario deve esserci solo se la donna fa una scelta di maternità. ) ; ELENA DEL GROSSO Rete delle donne di Bologna (Le linee guida ricalcano un clima di sapore ideologico. La vita tutelata fin dal concepimento pare essere elemento ricalcato anche nelle linee guida. Come con la Legge 40 vi è anche qui uno scambio sul corpo delle donne. La libertà di scelta è delle donne. Deve valere il principio di autonomia del proprio corpo. Perché aggettivare il punto sul volontariato con laico e cattolico?) ; BARBARA MAZZOTTI Rete delle donne di Bologna ( riprende i punti del documento della Rete e ritiene opportuno sottolineare che la modalità del confronto con le donne deve essere sempre tenuta presente );FERNANDA MINUZ Associazione Orlando (Eccezione metodologica relativamente ai diversi incontri dell’assessore, rispetto alle normali procedure è problema da evidenziare in quanto eccezione e non modalità costante.. Confronto con le donne deve essere punto di riferimento.Deve esserci richiamo all’associazionismo femminile e alla casa delle donne. Il sociale si è riconosciuto in istituzioni e servizi. La gestione dei protocolli deve stare dentro regole Regionali. Problema obiezione coscienza) VANIA ZANOTTI Rete delle donne di Bologna (Affronta il nodo politico relativamente alla nuova dicitura sulle Associazioni di volontariato. Considera la modifica addirittura peggiorativa del 3

testo originario. Suggerisce all’assessore Bissoni di inserire nel testo delle linee guida la stessa identica dicitura che c’è all’art. 2 della legge 194 che parla di associazioni di volontariato senza alcuna aggettivazione e cassare tutto il resto); RAPPRESENTANTE DI USCIAMO DAL SILENZIO DI RAVENNA ( Ricorda che le donne e le associazioni che le rappresentano hanno messo insieme un grande bagaglio di competenze. Considera fondamentale il ruolo del consultorio e descrive le difficoltà presenti sul funzionamento dei consultori. MASSIMILLA RINALDI Associazione Donne Insieme di Reggio Emilia ruolo delle associazioni metterebbe fortemente in discussione il ruolo degli operatori. Richiamo forte al ruolo del pubblico che deve essere chiarissimo in tutto il percorso); MILENA SCHIAVINA Associazione Orlando ( mette al centro il problema del funzionamento dei consultori proponendone l’accesso diretto e non attraverso il Cup. Denuncia le lunghe liste d’attesa e pone l’attenzione sul tema degli orari di apertura. Considera un errore la chiusura dei consultori al sabato. Ricorda che a Bologna sono passati da 14 a 9.) ; RAPPRESENTANTE DI USCIAMO DAL SILENZIO DI RAVENNA ( chiede che sull’obiezione di coscienza vi siano norme più precise e che sul territorio la presenza dei consultori non rispecchia la normativa che ne prevede uno ogni 20.000 abitanti. CONCLUSIONI BISSONI Le linee guida Nazionali sono un documento importante però non vengono più allegate alle linee guida regionali. Il Terzo Settore non è quello dei protocolli citati nelle Linee guida. I Piani di zona vogliono valorizzare tutte le istanze presenti sul territorio perché parliamo di welfare non fatto solo di servizi pubblici. I Comuni hanno l’obiettivo di valorizzare le associazioni del territorio. La promozione sulla salute non vede, nei territori, al centro solo i servizi pubblici. Se i distretti decidono di non farsene nulla delle linee guida, non se ne fa nulla. I distretti devono rivedere il percorso di presa in carico. Utilizzare nuove tecnologie per accelerare percorso interruzione terapeutica della gravidanza. Occorre mettere a punto l’operatività delle linee guida e cioè come i Comuni si organizzano per attivare la competenza sociale e come si raccoglie la responsabilità e disponibilità del territorio. Nella mia risposta all’interpellanza del consigliere Varani di Forza Italia ho precisato che non c’è nessun percorso di accreditamento delle associazioni che verranno coinvolte : i consultori sono pubblici nella responsabilità e nella gestione. NO AI CONSULTORI PUBBLICI GESTITI PRIVATAMENTE. NO AL PRIVATO NEI CONSULTORI Le associazioni devono stare dentro le regole previste dalle Linee Guida regionali che prevedono i seguenti passaggi. CONSULTORIO, ASSISTENTE SOCIALE, PRIVATO SOCIALE O VOLONTARIATO. Quando la donna che si rivolge al consultorio e viene presa in carico, solo se ha bisogno del sociale, scatta il servizio sociale che si può avvalere di risorse esterne. A proposito di Forlì : Forlì ha una collaborazione con il mondo cattolico che è omogenea in tutta la regione. 4

Forlì ha però codificato la presa in carico da parte dell’assistente sociale. Rimane il problema di chi prende in carico la donna quando va al consultorio. E’ importante avere invece un’equipe che prende in carico per accelerare il percorso della donna. Occorre richiamare il seguente passaggio: consultorio pubblico con gestione pubblica e presa in carico integrata. L’assistente sociale deve essere dentro l’equipè integrata ma ciò non significa che ha il ruolo principale. Si prevede un incontro con i Responsabili dei consultori di tutta la regione, le direzioni delle ASL, i Capi distretto, per rilanciare il ruolo dei consultori e rilancio dell’attività distrettuale per un‘effettiva presa in carico. PILLOLA DEL GIORNO DOPO. Non è la pillola abortiva e lo sostiene anche l’AIFA che nel prontuario la cita cpme pillola contraccettiva. Per questo, a maggior ragione c’è un problema che riguarda la fornitura di questo servizio. Non penso tanto all’invio al Pronto Soccorso ma alla guardia medica che prescrive il farmaco. Le farmacie sono un servizio pubblico. Se è presente un obiettore hanno comunque l’obbligo di non interrompere il pubblico servizio. Se si presenta il problema va denunciato e colpito. RU486 -In Emilia Romagna è presente il percorso RU 486. In assoluto è la regione che eroga più IVG con RU. e’ stato predisposto un percorso che evita la solitudine. OBIEZIONE DI COSCIENZA: è la parte più delicata. La 194 è debole perché non ci sono strumenti in caso di difficoltà del funzionamento del servizio per la presenza di obiettori. Bisogna comunque rifarsi alla 194 che lo riconosce come diritto individuale. La mobilità del personale non è uno strumento in quanto finisce per punire i non obiettori.. Occorre superare l’ottica che di fatto punisce chi non ha scelto l’obiezione. Per questo è decisivo valorizzare il percorso dei consultorio che deve avere pari dignità rispetto agli altri percorsi. Bissoni propone poi un coordinamento regionale delle donne da consultare su atti regionali che riguardano la salute delle donne. Inoltre pensa ad un’interlocuzione con le donne sui Piani di zona, sul Piano sociale/sanitario e sul Piano Triennale. Da ultimo affronta il nodo politico relativo alle Associazioni di volontariato. Sostiene che, rispetto alle richieste fatte questo è il problema più difficile da cambiare. Gli aggettivi laico e cattolico sono già frutto di una mediazione politica . Vede difficoltoso un ritorno indietro. Dice anche che non ci si deve preoccupare in quanto nei territori vengono individuate le risorse esterne che le associazioni di volontariato mettono a disposizione e certamente vengono escluse quelle disponibili a fare colloqui contro l’aborto. L’equipe del consultorio dovrà verificare l’efficacia dei servizi forniti in base al percorso personalizzato elaborato nella struttura pubblica. Bissoni si impegna a rivedere le Linee guida dopo l’incontro con noi.

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