Allenare il settore giovanile: caratteristiche dell’allenatore.
Ogni persona che si appresta ad allenare , cerca di mettere in campo i propri credi calcistici. Nel settore giovanile, l’allenatore è una figura molto importante perché ogni ragazzo tende a somigliare al suo allenatore , vendendo in lui il proprio idolo da seguire. Proprio per questo un allenatore delle giovanile deve avere del precise caratteristiche per far crescere al meglio i ragazzi dell’attività di base. Un allenatore del settore giovanile deve essere una persona equilibrata, una persona con personalità per imporre le regole del gruppo, una persona che faccia il suo lavoro con coscienza e dedizione. Deve essere una persona professionalmente preparata, che si aggiorna costantemente e confronta con i suoi colleghi. Deve capire i giocatori in ogni momento: capire se si trova in un momento difficile, aprire il dialogo e aiutare a risolvere i problemi. Un buon allenatore programma il proprio lavoro. Un errore che speso si commette è arrivare al campo senza sapere gli obbiettivi da perseguire durante quella seduta. Così facendo si rischia di entrare in campo con i ragazzi presenti non sapendo che esercitazione svolgere, perdendo così la fiducia dei ragazzi e non dare una continuità al lavoro. Proprio per questo l’allenatore deve arrivare al campo con un anticipo sufficiente da poter preparare tutto l’occorrente per la seduta, e dare anche così il buon esempio di puntualità ai ragazzi. A mio avviso l’allenatore deve possedere il giusto equilibrio tra conoscenze tecnico-tattiche e psicologiche, a volte un incoraggiamento fatto bene può essere più di aiuto di un ordine tattico. Lavorando con i giovani calciatori una cosa importante è farli appassionare agli allenamenti e al gioco del calcio. Quella di variare il più possibile gli allenamenti, senza proporre sempre le stesse esercitazioni che possono far annoiare i ragazzi non facendoli così lavorare al meglio, è la ricetta giusta per farli entusiasmare. Esercitazioni diverse esaltano l’entusiasmo dei ragazzi creando armonia e sportività all’interno del gruppo. I ragazzi tendono , con il loro entusiasmo, a creare danni! Il buon allenatore deve anche riuscire a far rispettare le regole e di conseguenze le attrezzature messe loro a disposizione e le persone dello staff che li circonda.
Oggi i ragazzi sono molto diversi da quelli cresciuti anni fa. Ogni ragazzo trascorre molto tempo davanti alla tv, ai videogames e al computer, perdendo così la loro voglia di esplorazione con un conseguente bagaglio motorio-coordinativo molto limitato. Proprio per questo bisogna proporre loro esercitazioni che facciano riacquistare e aumentare il bagaglio coordinativo e motorio. L’organizzazione dell’annata calcistica deve essere svolta all’inizio della stagione. In base ai ragazzi a disposizione si danno gli obbiettivi da raggiungere, a prescindere dei risultati delle partite. Per svolgere al meglio questo lavoro, cercando di raggiungere gli obbiettivi prefissati , devono essere previsti almeno tre giorni a settimana, con ogni seduta di 1 ora e 30 minuti almeno. In tutte le categorie ogni seduta di allenamento è divisa in una fase iniziale di messa in moto, una fase centrale che prevede esercitazioni sull’obbiettivo della seduta, e una fase finale che prevede una partita collettiva con gioco libero o a tema. Purtroppo non sempre è possibile svolgere tutte le esercitazioni programmate a causa di vari fattori che costringono a cambiare le situazioni di allenamento: condizioni meteorologiche avverse, assenza di diversi componenti del gruppo, e per questo bisogna essere bravi a modificare in corsa la propria programmazione.
I RAPPORTI CON I GENITORI I genitori dei ragazzi dei settori giovanili, specie fino alla categoria esordienti , sono molto presenti sul campo specie durante le partite. C’è chi è presente anche agli allenamenti e alla fine vuole suggerirci qualcosa per il nostro bene, ma in fondo in fondo vuole sostituire le sue scelte alle nostre. È normale che ci sia all’interno del “gruppo “ genitori chi vede il proprio figlio come migliore degli altri, oppure poco impiegato o impiegato in un ruolo non congeniale alle caratteristiche del figlio. Bisogna sempre dare spiegazioni e chiarimenti ai genitori che ne chiedono il bisogno,senza però entrare in questioni tattiche. Bisogna far capire che la loro preoccupazione per i figli deve essere rivolta a problemi educativi, sociali, medici . Devono cercare nell’ambiente calcistico che il figlio frequenta un “ambiente sano”. Un ambiente sano è un ambiente pulito, dove i ragazzi sono a contatto con persone educate, con attrezzature sufficientemente adeguate a svolgere una buona attività fisica, che abbia la capacità di unire tutte le persone che ne fanno parte. Cercare di aiutare e migliorare l’ambiente con suggerimenti e critiche costruttive, per far lavorare al meglio il proprio figlio in un ambiente capace di crescere oltre che un giocatore ma anche una persona leale, equilibrata e serena , disponibile al confronto con gli altri per crescere sempre di più. Angelo Iervolino Allenatore calcio giovanile