AcCORdo Arrivare al pensiero puro significa arrivare ad avere (cosciente) il pensiero da cui si sta movendo verso il pensiero puro: questo muovere iniziale è il pensiero puro, che tutti, considerando un punto d’arrivo, dialettizzano. Il punto d’arrivo è il punto da cui si parte. Il vero pensiero non è quello che pensa il mondo e perciò si lascia modellare dal mondo, ma quello che trascende il mondo, lo nega, lo trasforma, lo interiorizza, lo materializza. Quello che si pensa non è il mondo che appare, ma un mondo diverso, interiore, non esistente ma essente. Cosí la realtà risorge nell’interiorità umana, ed è la vera realtà, non quella che s’impone dal di fuori e asserve a sé il pensiero. Cosí il Pensiero sorge come interiore vita del mondo, ed è il tessuto di Luce del mondo, cioè la segreta forza d’Amore del mondo: che deve divenire un evento individuale per essere Amore creatore. Il miracolo è sempre il pensiero piú forte di ciò che ci aggredisce come fatto, realtà esistente: il pensiero che è il contenuto reale della realtà: senza il quale questa sarebbe un nulla. Questo pensiero diviene forte, si carica della sua realtà, realizza la sua verità, che è l’universale affiorante verità: questo pensiero si crea, crea se stesso, per essere realtà, la vera realtà, perché l’uomo non ha altro modo di fare sua la realtà che il conoscere: la forza del conoscere deve divenire potere diretto. Non trascendere il pensiero, ma entrare nella sua trascendenza: lí si trova l’essenza del mondo, il germe della verità del mondo. Intorno, tutto preme vorticoso. E tuttavia al centro poniamo il pensiero che conta: il Logos, l’opera di fraternità, il dovere di ogni momento, perché l’esistere sbocchi nell’eterno da cui si trasse. Tutto preme logorante e vorticoso, tuttavia al centro è l’ispirazione ordinatrice del pensiero. Elfi, gnomi e puri esseri elementari tessono la connessione di ogni contingenza con la sfera degli Angeli. Intorno, vige la logica, che è sempre il prodotto di un razionale come di un irrazionale: è ancella. Può esprimere potenza o impotenza. Non è essa che decide, come vuole la dialettica, o la cultura del tempo. Assumere tutta la forza è ritrovare la scaturigine della logica, il Logos. La realtà non è logica, ma è presentabile o accostabile mediante logica. Occorre superare la logica per entrare nel tessuto della realtà, comprendere quale potere rechi il pensiero in quanto flusso di vita non ancora caduto nella forma logica. Esso cerca, esige la propria forma di vita, piuttosto che la sua morte logica: esige il potere della sua entrata nel mondo, la sua espressione immediata, cosí come il suono, il calore, la vita. Massimo Scaligero Da una lettera dell’aprile 1975 a un discepolo.
L’Archetipo – Aprile 2009
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