5 marzo ore 9.15: attenti al "pacchetto". Sto cominciando a riflettere sull'argomento anticipato ieri (la "strutturazione" dei tre "tenori") e mi sembra che offra potenzialità notevoli. Si tratta, tanto per darne un anticipazione, di assumere tre posizioni contemporaneamente, le quali riducano (di molto) il rischio complessivo (il rischio dei tre strumenti insieme, dovrebbe essere molto inferiore alla semplice media dei tre rischi separati) senza molto sacrificare il rendimento. Per fare un esempio banale: se il rischio di perdita di ogni strumento fosse il 50%, il rischio complessivo dei tre insieme dovrebbe, anch'esso, essere il 50%. "Strutturando" opportunamente (attraverso i Taylor visti ieri) i tre strumenti, invece, il rischio globale di perdita potrebbe scendere al 25% (si dimezzerebbe) con un costo complessivo (quanto rendimento si sacrifica per ottenere quella riduzione di rischio) che, ad occhio e croce, dovrebbe essere il 25% del potenziale teorico. In poche parole: si sacrificherebbe un quarto del rendimento, per ridurre il rischio della metà. Sarebbe un risultato estremamente positivo. Vi aggiornerò man mano sui progressi. Veniamo al Bund per cui Taylor prevede un massimo a metà mese......
...... e si tratterebbe del massimo del ciclo settato sotto (intermedio)......
...... su cui, evidentemente, shorteremmo. Alla ricerca di un massimo (intorno a maggio) l'euro Fx......
...... e, quindi, dovremmo essere in prossimità del punto d'acquisto (vedere reports precedenti).
Per quanto riguarda l'azionario italiano, Taylor ci "preannuncia" che siamo "intorno" all'inizio di un nuovo tracy+2.....
..... e, "intorno", secondo il software distribuito all'ultimo Club Giallo, significherebbe che è già iniziato l'ultimo tracy-2......
...... il quarto del tracy in corso che è l'ultimo del suddetto tracy+2. Domani o dopodomani, dunque, dovrebbe cominciare un nuovo ciclo (Tracy+2) e, quindi, occhi aperti: all'inizio di un ciclo, sappiamo esserci quasi sempre una trappola (un "pacchetto" come io amo dire). Notizie flash:
Aumentano i rischi per l’economia americana, ormai in recessione secondo l’autorevole opinione Berkshire Hathaway. Secondo l’”oracolo di Omaha” anche se tecnicamente non si sono finora re arretramento del pil, “stando a qualsiasi definizione di buon senso gli Stati Uniti sono in recessio
Le parole di Buffett, contenute nella lettera agli azionisti del fondo, fanno eco a quanto pensa or operatori sui mercati e vengono confermate anche da un recente sondaggio della National Assoc (NABE). Condotto nella prima metà di febbraio, l’Economic Policy Survey ha coinvolto 259 memb chi, all’interno delle imprese, si occupa degli aspetti macroeconomici per migliorare il processo d scelte aziendali.
L’inchiesta, condotta due volte l’anno, mette in evidenza forti discrepanze tra le risposte raccolt scorsa, quando il sondaggio fu condotto in agosto. In netto rialzo, dal 32% al 52% la percentua maggiori rischi nel breve termine per l’economia americana provengano dall’effetto combinato d eccessivo indebitamento di aziende e famiglie. Scomponendo le due voci è soprattutto la prima, precedente, ad essere cresciuta rispetto all’estate scorsa quando la crisi non appariva ancora in anche l’inflazione, sebbene rimanga in secondo piano rispetto alle prime due risposte, mentre cr politica estera dell’amministrazione Bush, la lotta al terrorismo internazionale. Solo il 9% degli pericolo come il principale per gli Stati Uniti nel breve termine, in forte calo rispetto al 20% dell rimane comunque tra i principali rischi, il problema energetico non sembra invece essere tra le p iscritti alla Nabe, con solo un 5% di preferenze in calo dal 13% precedente.
Tra le medicine messe in atto per uscire dalla crisi, l’azione della Federal Reserve viene giudicat percentuale in netto calo rispetto al 72% dello scorso agosto. Al contrario è in crescita la percen politica monetaria della Fed troppo stimolante per l’economia (34% contro circa il 12% precede l’andamento della variabile inflazionistica e la contrarietà a interventi che salvaguardano invest più prudenti sono tra i principali motivi di contrasto. In ogni caso, ulteriori tagli dei tassi di inter dal 66% degli intervistati. Non raccoglie molti consensi neanche la politica fiscale intrapresa da 35% ritiene che sia corretta mentre il 70% si attende un ulteriore espansione nei prossimi due
Infine sembrano essere benvisti i fondi sovrani, che hanno guadagnato il centro dell’attenzione dopo aver acquistato rilevanti quote di importanti banche in diffcoltà per la crisi dei mutui subpr intervistati si dichiara poco o per nulla preoccupato del trend mentre solo il 22% mostra modera rischio che viene percepito maggiormente è la mancanza di trasparenza di questi fondi (62%).