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CRONACA DI NAPOLI
sabato 31 ottobre 2009
IL PROVVEDIMENTO PER IL 17ENNE, SOTT’ACCUSA PER IL DELITTO MONTANINO, NUOVA ACCUSA DI RAPINA
Indagato per omicidio, raggiunto da nuova ordinanza Era incensurato quando compì una rapina, insieme con tre complici, nella zona delle tredici discese di Sant’Antonio, a Posillipo. Anche gli altri non avevano precedenti penali e perciò non si preoccuparono di lasciare impronte digitali sull’auto della coppietta presa di mira. Però a settembre scorso A.R., 17enne originario di Secondigliano, è stato arrestato con l’accusa di aver partecipato al tragico colpo in piazza Mercato costato la vita al vigilante Gaetano Montanino. Cosicché, sulla base dei rilievi della “Scientifica” della questura e delle indagini condotte dai poliziotti del commissariato Secondigliano, ieri al minorenne è stata notificata in carcere una nuova ordinanza di custodia cautelare. Solo per rapina questa volta, ovviamente. A.R. ha ricevuto dietro le sbarre la copia del provvedimento restrittivo dagli agenti di Secondigliano, agli ordini del vice questore Stanislao Caruso. Non ha battuto ciglio e del resto è impegnato a difendersi da un’accusa
SCAMPIA
ben più grave. Fu l’ultimo a finire in manette, dopo una breve latitanza in Spagna, dei quattro indagati per l’assalto ai vigilantes in piazza Mercato, uno dei quali reagì e fu ucciso. Prima i poliziotti della Squadra mobile della questura, autori dell’indagine, bloccarono Davide Cella, ritenuto vicino ai Contini; poi, dopo pochi giorni di latitanza, toccò a Vincenzo De Feo, anch’egli sospettato di legami con il gruppo di mala del Vasto-Arenaccia. Infine le manette scattarono per il 20enne della Duchesca Salvatore Panepinto e, successivamente, per il 17enne A.R.. Ben tre pistole fecero fuoco in quella tragica notte in piazza del Carmine. E la circostanza, emersa grazie agli accertamenti della “Scientifica” della questura, ha aiutato non poco le indagini. Tanto che, proprio in occasione dell’udienza di convalida del fermo di Davide Cella, il giudice per le indagini preliminari fece scattare nei suoi e nei confronti dei complici l’ordinanza di custodia cautelare. Luigi Sannino
Il luogo dove fu ammazzato il vigilante
UN CUNICOLO SEGRETO CONDUCEVA NEL LUSSUOSO APPARTAMENTO: LÌ SI ERA RIFUGIATO L’EX LATITANTE DEGLI SCISSIONISTI, BASTONE
Scoperto nascondiglio a “cinque stelle” di Renato Rocco
IL RETROSCENA TROVATI CIRCA 3 CHILI DI STUPEFACENTI
Un’operazione antidroga, una delle tante eseguite nel quartiere Scampia, fa scoprire un appartamento-rifugio, lussuoso, dove si sarebbe nascosto, probabilmente, un latitante degli “scissionisti” che è stato arrestato nell’agosto scorso. I controlli hanno consentito di arrestare, anche, uno spacciatore di 28 anni, residente a Capodichino. Al momento non ci sarebbe alcun collegamento tra i due avvenimenti, ma le indagini proseguono. Al nascondiglio di Giuseppe Bastone, ritenuto un personaggio di spicco degli ex appartenenti al clan di Lauro, e reggente del gruppo malavitoso al momento della cattura, si arrivava attraverso un cunicolo a cui si accedeva con un radiocomando, saltato fuori durante il sopralluogo. I militari in forza alla Stazione di Marianella hanno scoperto, così, che l’oggetto serviva ad azionare una botola sistemata all’undicesimo piano, nascosta dietro una parete del vano scale: luogo dove sono stati trovati tre chilogrammi circa di droga, suddivisi in 479 involucri contenenti, complessivamente, 219 grammi di marijuana, 876 grammi di hashish, 34 grammi di cocaina e 1.434 grammi di kobrett. Le sorprese, però, non finivano a quel punto: infatti, i carabinieri rinvenivano uno strano radiocomando che, dopo avere effettuato tutti i necessari controlli, hanno accertato che non corrispondeva a nessuno degli apparati elettronici di proprietà di chi vi abitava: lo spacciatore arrestato. Azionandolo, veniva individuato una sorta di passaggio segreto. Il cunicolo portava, infatti, a due piani più sopra: in particolare ad una terrazza e ad un appartamento extralusso, dotata di tutti i confort, compresa una megavasca, profonda, incassata nel pavimento rialzato, con pareti formate da sassi, e con annessa cascata d’acqua. Il blitz è stato effettuato dai militari dell’Arma all’interno del palazzo numero 9 del complesso di edilizia popolare del “Lotto G”. Come è stato anticipato, i carabinieri ritengono che il lussuoso appartamento avrebbe ospitato nella sua latitanza “in casa” Giuseppe Bastone che era stato inserito nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi d’Italia. Il ventottenne è stato catturato il 24 agosto scorso in un rifugio, definito “ipertecnologico” da inquirenti ed investigatori, realizzato sotto i palazzi del “Lotto G”: un nascondiglio che aveva un’uscita, ovviamente, segreta costruita vicina ad una arteria stradale a scorrimento veloce che era possibile raggiungere dopo l’attraversamento di una galleria di oltre 180 metri. Il tunnel era talmente stretto che lo si poteva percorrere solo distesi su uno skate board. All’epoca della scoperta, per spiegare come fosse fatto il covo si disse che era stato costruito sul modello di quelli del famoso criminale dei fumetti, “Diabolik”. L’appartamento-rifugio scoperto ieri mattina, è stato sottoposto a sequestro. Sigilli sono stati apposti anche alla botola ed al cunicolo. Per quanto riguarda, invece, Armando Russo, dopo le formalità di rito, è stato accompagnato al carcere di Poggioreale.
Nell’operazione sgominata anche una piazza di spaccio
In alto il passaggio per accedere allʼappartamento, sotto una lussuosa vasca da bagno
LA STORIA
Quando fu arrestato, il 24 agosto scorso, Giuseppe Bastone era ricercato dall’anno precedente. Inserito nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi d’Italia, il ventottenne fu catturato a Scampia, quartiere della periferia di Napoli, dai carabinieri della compagnia di Casoria. Il pregiudicato era considerato dagli inquirenti il referente del clan degli “scissionisti” per il traffico di sostanze stupefacenti (nella foto) nel quartiere a Nord della città, una delle “piazze di spaccio” più grande d’Italia. Giuseppe Bastone era latitante dalla fine del 2008, in quanto era stato colpito da due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dalla Direzione distrettuale di Napoli nell’ambito delle indagini contro il gruppo criminale degli “scissionisti”, in seguito alla sanguinaria scissione avvenuta all’interno del clan Di Lauro. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, era lui che gestiva la “piazza di spaccio” e lo faceva intrattenendo rapporti con un cartello sudamericano. Circostanza che aveva fatto estendere le ricerche da parte dei militari nei confronti del boss anche all’estero, in particolare in Spagna, sempre più spesso scelta da boss e latitanti come luogo, dorato, dove rifugiarsi. Invece, il ventottenne latitante, durante tutta la sua latitanza, sembra non abbia mai lasciato il suo quartiere, Scampia, appunto. Il ricercato viveva in un vero bunker, in via Labriola, ricavato in un edificio “Lotto G”. Il blitz avvenne di mattina: i carabinieri lo sorpresero bloccandolo senza che potesse reagire. Non era armato e non oppose alcuna resistenza. Era in una stanza di tre metri per tre, dotata di tutti i comfort: frigo, tv e lettore dvd. Al bunker si accedeva attraverso una botola, al di sotto delle scale, e attraverso una porta d’acciaio. Dal rifugio partiva, poi, un cunicolo di oltre 180 metri, stretto e basso, che sbucava in aperta campagna. I carabinieri circondarono una vasta area, con l’ausilio di un elicottero e di mezzi dei vigili del fuoco. renroc
PICCOLO DI 5 ANNI HA UN TUMORE AL CERVELLO, IL GIUDICE RIGETTA LA RICHIESTA
Bimbo malato, padre invoca i domiciliari
Pasquale Norcaro è rinchiuso a Poggioreale
FERROVIA SEQUESTRATI COCAINA E 1.300 EURO
Una storia terribile dal punto di vista umano arriva dal Santobono, dove ieri un bambino di cinque anni è stato nuovamente operato al cervello a causa di un tumore. A rendere in famiglia questi giorni ancora più preoccupanti c’è la condizione del padre del piccolo, Pasquale Norcaro, in cella a causa di furti perpetrati nella zona Gianturco dove il nucleo familiare risiede. Secondo quanto raccontato dalla moglie Pina, naturalmente distrutta dal dolore, il coniuge è stato accompagnato nell’ospedale pediatrico dalle forze dell’ordine per firmare il via libera al difficile intervento chirurgico. Quello, in sostanza, è stato l’unico istante in cui il piccolo ha potuto vedere il padre e - secondo i movimenti che denunciano il caso «potrebbe essere stato l’ultimo». Sul caso, e soprattutto per avvicinare questa famiglia condannata a breve a spezzarsi ha lavorato a lungo l’avvocato Giuseppe De Gregorio che in tutti modi ha
SCAMPIA
VENDEVANO EROINA
chiesto ai pm ed ai magistrati di concedere i domiciliari all’uomo almeno fino a quando sarà necessario assistere il piccolo. «Nel caso si è fatta coinvolgere anche una suora della Curia - aggiungono i movimenti che hanno diffuso la storia - ma neppure lei è riuscita a regalare a quel piccolo qualche giorno in più insieme ai due genitori uniti». L’accusa per cui Norcaro è in carcere è di furto di rame avvenuto qualche periodo fa nella zona industriale di Poggioreale. Un reato che chi segnala la storia giudica “minore” «e che si fa per sopravvivere». «Malgrado si tratti di accuse per piccoli furti e malgrado non ci sia ancora nessuna sentenza - spiegano ancora i movimenti che hanno inoltrato la denuncia - Pasquale è nel carcere di Poggioreale come forma di custodia cautelare per pericolo di fuga, reiterazione del reato e inquinamento delle prove». Mariano Rotondo
ARENACCIA È IL 32ENNE NAPOLETANO FABIO IAFULLI
Case Nuove, dentro tre pusher Spaccio, presi due pregiudicati Rapina a Firenze, in cella l’autore Nella zona della Ferrovia i carabinieri del nucleo operativo della compagnia Centro hanno tratto in arresto per spaccio di stupefacente Raffaele Fonzo di 39 anni, il 50enne Antonio Adamo e Marco Tramontano di 32 anni. Gli individui sono tutti della zona delle Case Nuove (nella foto) nonchè già noti alle forze dell’ordine I militari dell’Arma hanno sorpreso i tre in via Santa Maria delle Grazie a Loreto mentre stavano cedendo dosi di stupefacente a giovani acquirenti del posto. L’immediato intervento dei carabinieri ha permesso il rinvenimento ed il sequestro di 0,4 grammi di cocaina e della somma in contanti di 1.290 euro. Gli arrestati sono stati tradotti nel carcere di Poggioreale.
Nel quartiere di Scampia (nella foto) i carabinieri del nucleo operativo della compagnia Stella hanno tratto in arresto per spaccio di stupefacente Luigi Mosca, 27enne di Somma Vesuviana e Gennaro Russo, 34enne del luogo. Entrambi erano già noti già noti alle forze dell’ordine. I militari dell’Arma hanno sorpreso Russo che indirizzava gli acquirenti verso il Mosca che materialmente consegnava la sostanza stupefacente dopo averla prelevata sotto una zolla vicino ad un albero. Nel corso delle perquisizioni personali e domiciliari i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato 8,7 grammi di eroina suddivisa in dieci dosi e la somma contante di 190 euro, provento presumibilmente dell’illecita attività perpetrate tra le Vele di Scampia.
I carabinieri della stazione Arenaccia hanno tratto in arresto, in esecuzione di ordine di carcerazione emesso il 28 ottobre dalla Procura della Repubblica di Firenze, Fabio Iafulli, 32enne, del luogo e già noto alle forze dell’ordine. L’uomo deve espiare cinque anni, otto mesi ed otto giorni di reclusione per rapina, estorsione e furto compiuto nel capoluogo toscano alcuni mesi fa. I militari dell’Arma (nella foto) hanno scovato Iafulli nel suo quartiere d’origine dove i carabinieri stavano compiendo delle normali verifiche sul territorio. L’arrestato e’ stato tradotto nella casa circondariale di Secondigliano.