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18 LA REAZIONE

SPORT

giovedì 29 ottobre 2009

IL PATRON NON HA VISTO IL GOL DI CIGARINI MA QUELLO DI DENIS SÌ: «SONO TORNATO DOPO IL BOATO»

De Laurentiis: «Una squadra con l’anima» di Fabrizio Piccolo NAPOLI. E dire che stava per andarsene prima del recupero. Si era alzato dalla sua poltrona dieci secondi prima del gol di Cigarini, Aurelio De Laurentiis: l’hanno richiamato in tempo per permettergli di godersi quel finale al cardiopalma. Per poco non indovinava anche il pronostico secco, quel 3-2 che se ci fosse stato qualche minuto in più a disposizione, chissà, magari sarebbe anche arrivato. Risuonano come preveggenti anche quelle parole dette domenica, “già godo come un pazzo pensando a Napoli-Milan”, insomma è stata davvero una serata perfetta. Cinematografica. Col finale a sorpresa. E chi lo ferma più, ora, il presidente? Si presenta con un sorriso smagliante: «Mi ero alzato prima della fine perché avevo un appuntamento alle sette di mattina, quando ha segnato Cigarini ero di spalle, ho sentito il boato e sono tornato indietro». Una cosa vuol dirla subito, il presidente. E cioè elogiare la gente di Napoli: «Credo che la vittoria più bella sia stata quella del pubblico, una vittoria di disciplina, di civiltà, non una bomba carta, non uno striscione, è stato fatto un gran lavoro da parte degli stewart e della società. Ne sono fiero. I tifosi si sono riappassionati del calcio, se devo andare in Europa e fare degli sforzi è chiaro che devo avere un pubblico all'altezza. Mi fa piacere che la gente abbia capito e ci segua». Poi si passa alla squadra: «Questa squadra spreca tante energie e realizza

Lʼironia del San Paolo. Messaggi simpatici allʼad del Milan, Galliani

«La vittoria più bella è stata quella dei tifosi, abbiamo un pubblico da Europa. Mazzarri è una guida che ha ripreso in mano il volante: io misuro il progetto e oggi mi stimola la coesione della squadra. Quelli che venivano definiti oggetti misteriosi ora evidentemente sono più definiti» anche poco ma ci mette tutto, l'anima il sentimento. Sentivo dire “che te ne fai di Cigarini o di Denis”, ma questo dimostra che chiunque può dire una cosa e il contrario di tutto ma quando trovi un allenatore corretto che sa come impiegarli ecco che arrivano i risultati». Non ha dimenticato quel 3-2 lanciato alla vigilia, De Laurentiis: «Il mio prono-

E GLI ALTRI GIORNALISTI RITIRANO I MICROFONI

Fuoriprogramma del presidente Non parla con una radio e va via NAPOLI. A fine gara non è mancata una polemica stampa, protagonista il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis che, chiamato a gran voce dai giornalisti radiofonici, per tutta risposta ha snobbato Radio Kiss Kiss, adducendo di non volere rilasciare dichiarazioni all’emittente ma non chiarendo i motivi del suo atteggiamento. A questo punto, i colleghi delle altre radio hanno solidarizzato con quelli messi da parte ed hanno ritirato i microfoni. Alla fine, De Laurentiis è andato via dopo che, prima che accadesse l’episodio di Kiss Kiss, aveva rilasciato qualche dichiarazione ad altre emittenti. GALLIANI FINISCE SUL PRESEPE. Intanto, Adriano Galliani, amministratore del Milan, si appresta ad entrare nel presepe di San Gregorio Armeno. Giuseppe e Marco Ferrigno, maestri napoletani dell’arte presepiale, hanno realizzato una statuetta che raffigura il dirigente rossonero. L’occasione per la consegna del regalo speciale è stata offerta dal match che il Milan disputa oggi al San Paolo contro il Napoli. La statuetta raffigura Galliani con le mani sulla testa, nella tipica posa che il dirigente assume nei momenti criticì di un match. L’amministratore delegato esibisce un cornetto rosso portafortuna e una sciarpa rossonera. Alla consegna, Galliani ha mostrato di gradire l’omaggio degli artigiani napoletani.

VISTA DAL TIFOSO

stico ci stava tutto, me ne vado a casa soddisfatto, mi ero rassegnato anche a perdere perché avevo già vinto con un San Paolo civile. Inutile fare spese per rimodernare l’impianto, ripeto, se poi non hai un pubblico da Europa. Noi ce l’abbiamo». Ma cosa ha pensato nel vedere per la terza volta consecutiva una partita aggiustata nel recupero? «Vuol dire che è una squadra che spreca molto ma non molla, quando stai sotto e in sudditanza psicologica ma ci credi fino alla fine vuol dire che hai ca-

MERCATO

IL TECNICO

Leonardo: l’espulsione di Abate determinante NAPOLI. È un Leonardo (nella

foto) amareggiato a fine partita.«Sicuramente la squadra è partita nel modo giusto esordisce l’allenatore rossonero -. Siamo riusciti a trovare gli spazi giusti ed abbiamo fatto due gol, anche se sapevamo che non sarebbe stato facile contro un Napoli che gioca bene, che ha giocatori veloci in avanti. E non posso dimenticare l’espulsione di Abate, che credo abbia avuto la sua rilevanza nel determinare il risultato finale della partita». Il tecnico milanista, comunque, ha visto una buona prestazione da parte della sua squadra: «Credo che i ragazzi siano consapevole di avere fatto una grande partita, il risultato finale non può intaccare quello che abbiamo fatto. Il pari è sicuramente è un risultato che ci amareggia ma la prestazione è stata davvero molto positiva». Leonardo nega dissapori con Ronaldinho dopo la sostituzione del brasiliano: «Con lui ho un ottimo rapporto, credo sia naturale arrabbiarsi perché uno ha sempre voglia di giocare. Ma è positivo che abbia voglia di stare in campo. Ripeto, la squadra ha

giocato. Solo nel primo quarto d’ora del secondo tempo abbiamo subito il ritorno del Napoli, poi ci siamo prontamente riorganizzati. Avevamo bisogno di altre soluzioni e per questo motivo ho tolto dal campo Ronaldinho». Dal canto proprio, Clarence Seedorf sottolinea che «è vero che il Milan ha pareggiato ma non perché si sia adagiato nel secondo tempo, perché abbiamo avuto quattro palle gol. Ho visto un ottimo Napoli, che ci ha creduto, ma sono contento della nostra prova». giosco

IL TERZINO DEI REDS SCALPITA PER GENNAIO. BLASI PIÙ VICINO

NAPOLI. Ben venga la crescita del

gruppo attuale ma qualcosa altro va fatto a gennaio prossimo. Mazzarri ha sempre detto che lui non parlerà mai di mercato o chiederà un giocatore pubblicamente, ma il toscano sa bene che la sua rosa necessita come il pane di un paio di rinforzi. Attualmente Aronica sta facendo bene come esterno di centrocampo, soprattutto in fase difensiva. Pecca in quella offensiva, anche in virtù del fatto che nasce marcatore e non terzino di spinta. Ecco, dunque, che in quel ruolo ci vorrebbe un calciatore bravo in entrambe le situazioni. In estate Marino lo aveva individuato in De Ceglie della Juventus ma il giovanotto bianconero decise di rimanere alla casa madre. De Laurentiis ha insistito con l’ami-

co Cobolli ma non se ne è mai fatto nulla. L’obiettivo si spostò su Andrea Dossena (nella foto) del Liverpool. Sembrava fatto l’acquisto ma alla fine non se ne fece più nulla. L’esterno è rimasto in Inghilterra ma non ha mai smesso di sognare il ri-

QUATTRO AMICI ALLO STADIO

Un pari che sa vittoria, che goduria

P

MILAN

Fascia sinistra, Dossena è pronto

di Enzo Ghionni

ari segno ics. Ma c’è pari e pari. C’è il pari senza tenzone, l’ics dell’accordo, senza lacrime né sangue, si accomodi e pareggi pure, prego. Poi c’è il pari e patta: nessuno deve avere e nessuno deve dare. Come si dice da queste parti chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, di dove siamo lo sappiamo benissimo. Poi c’è il pareggio di ieri, che è un’altra cosa. Perché se è difficile vincere perdendo, è possibile farlo pareggiando. Succede quando vai sotto di due gol dopo cinque minuti. Succede quando non conti i tiri, le azioni; succede quando vedi undici giocatori correre, lottare su ogni pallone; succede quando il migliore della squadra avversario è il portiere; succede quando per novanta minuti la palla va sempre verso le rete, come se conoscesse la direzione, ma la preferisse avversa e contraria. Succede se quando sembra tutto finito e che di questa partita debba rimanere solo il senso di amarezza, un giovane di nome Cigarini, prende coraggio, molto coraggio e prova un grande tiro: mancano cinque minuti e la palla entra. E dopo tre minuti un altro giovane, El Tanque, trova l’incornata e ne mette dentro un’altra. Pari, segno ics. Ma che goduria, amici. Il Napoli finalmente gira, gioca, diverte e ci fa divertire. Prende due gol dopo cinque minuti, è vero; ma reagisce, non come a Milano dove è stato in balia dell’inter. Il Milan ha sofferto dal sesto al quintultimo minuto; dopo ha sofferto le pene dell’inferno. Il Napoli di Mazzarri ha dimostrato, un’altra volta, di essere una squadra di carattere. Cosa era successo rimane un mistero. La cura di Mazzarri anche. Quello che è certo è che dopo anni al San Paolo si rivedono le sostituzioni: per noi erano diventate delle ritualità riservate agli altri. La sostituzione, mai più di una per partita, avveniva precisamente ad un quarto d’ora prima del fischio finale. Tutto il San Paolo sapeva esattamente quale sarebbe stata ed a quale minuto sarebbe avvenuta (il trentesimo del secondo tempo, ma questo già l’ho detto). Mazzarri ci ha fatto fare un’orgia di sostituzioni ieri sera: un attaccante (Denis) per un attaccante (Quagliarella) è stata una cosa banale; da missionari. Ma un regista (Cigarini) per un incontrista (Pazienza) ed un tornante (Datolo) per un difensore (Campagnaro) è stata roba da cuori forti. Ma ci è piaciuto; si, come ci è piaciuto.

rattere. Il famoso gruppo sta prendendo sempre più forma, sta affiorando l’anima. C’è una guida che è Mazzarri che ha ripreso in mano il volante, io sono appassionato di automobili ed ho vissuto il miracolo economico quando la macchina era l’emblema del boom dell’Italia. Ebbene la macchina non la scopri mai fino in fondo se non la provi in ogni tipo di situazione, Mazzarri è uno che ce l'ha col mondo intero e s'arrabbia sempre e fa bene, ma io misuro la crescita progettuale. Il progetto per me è partito, che m’importa di essere quarto oggi, vorrei esserlo alla penultima di campionato. Oggi mi stimola la coesione di questa squadra, questo riaffiorare di giocatori che si sentivano esclusi. Quelli che definivate oggetti misteriosi ora evidentemente sono più definiti. Questo Napoli lo sento molto carico, sarei superficiale però a iudicarlo dopo solo tre partite. L’anima di questa squadra la potremo valutare verso la fine di marzo, quando si vedrà davvero chi è da Napoli. Vediamo chi verrà eventualmente, non pensiate che amalgamarsi sia facile«. A chi gli chiede se il gol di Denis gli abbia ricordato quelli di Sosa, il presidente risponde dopo una smorfia “scenica”: «No, perché quel periodo mi sembra così lontano. Mi sento lontano anche da quattro settimane fa, a Denis ho dato un pizzicotto e gli ho detto: ti ricordi cosa ti dicevo questa estate? Ecco, la cosa bella di questo momento è che mi sento fuori dalla zona rossa. Mi sento nella zona azzurro Napoli».

torno. A quanto pare tra due mesi potrebbe riabbracciare l’Italia ripartendo dal Golfo di Napoli. Il prezzo del cartellino è intorno ai quattro milioni di euro, bisognerebbe trovare solo un accordo per l’ingaggio. De Laurentiis, se dovesse andare in porto l’affare, non gli offrirebbe più di un milione e duecentomila a stagione. Comunque, va sempre seguita la pista De Ceglie perché la Juve ha fatto più di un pensierino per Zuniga. Visto che attualmente il colombiano non sta servendo a Mazzarri, allora ci potrebbe essere uno scambio proprio con il terzino. Anche il centrocampo ha bisogno di un altro elemento. Donadoni voleva un giocatore fisicamente forte e molto alto, Mazzarri potrebbe accontentarsi pure di Blasi. Mandato via

nell’ultimo giorno di calciomercato, il romano ha lasciato il cuore a Napoli e non avrebbe problemi a salutare il Palermo per riabbracciare i suoi vecchi compagni. Così come gioca il tecnico toscano, uno della sua caratura servirebbe come il pane in mezzo al campo. A Firenze, Pazienza, non ha per niente demeritato, solo che ci vuole sempre qualche elemento in più e quindi riprendersi Blasi sarebbe fondamentale. Anche in virtù del fatto che con i siciliani non trova il posto fisso. Si è sempre parlato pure di un attaccante di spessore. Attualmente il parco offensivo è completo, ma potrebbe sempre partire qualcuno e a quel punto un bomber di razza sarebbe la ciliegina sulla torta. Salvatore Caiazza

RAFFAELE IL SOLITO CRITICO: «SBAGLIAMO TROPPO»

Luigi carico: «Ora sì che abbiamo gli attributi» di Maurizio de Giovanni mmutoliti. Siamo rimasti ammutoliti dopo cinque minuti, quando siamo andati sotto due a zero e avevamo davanti ottantacinque più recupero di sperpetuo. Ammutoliti siamo rimasti alla fine, quando tutta la nostra passione di tifosi era sparita con la voce nella nebbia umida di Fuorigrotta. Perché questo, signore e signori, è il Napoli di Mazzarri: una squadra che comunque ti fa rimanere senza parole. Salvatore è un uomo felice: «ragazzi, questa non me la dimentico più. Sulle stelle, nella polvere, sulle stelle per tre volte nella stessa partita. Finalmente abbiamo una squadra: il Milan non prende gol alla fine, negli ultimi minuti i gol li fa o nasconde il pallone che non te lo fa vedere, e invece questi gliene fanno due, e li lasciano morti in mezzo al campo che se dura altri tre minuti li battiamo, ve lo dico io!». Difficile non essere d’accordo; eppure Luigi ha tanto da dire: «sì, sicuramente abbiamo le palle e al

A

momento giusto le tiriamo fuori; e secondo me con Donadoni in panca finisce quattro a uno per loro, andiamo in depressione e ripetiamo la partita di Milano con l’Inter uguale e precisa. Ma mi chiedo, e vi chiedo: come si fa a giocare solo nella disperazione, come si fa a sbagliare quattro, cinque volte in dieci minuti come all’inizio del secondo tempo? Se vuoi diventare una grande, non esiste prendere due gol come li abbiamo presi noi e tantomeno non segnare quando sei solo davanti al portiere». Raffaele conferma: «come a Firenze, se ci pensi. Poi si è vinto e nessuno ci ha pensato più, ma abbiamo sbagliato almeno due o tre gol fatti, a parte il rigore sbagliato. Non credo si tratti di mancanza di cinismo, penso proprio che sia scarsa attitudine al gol, questo penso». Io cerco di vedere le cose positive, giacché mi pare che sia stata ripresa una partita sulla quale a metterci una croce al novantesimo eravamo stati veramente in tanti: i tre cambi, anzitutto, mi sembrano veramente e

straordinariamente azzeccati. Denis e Cigarini entrano e segnano, e che gol, Datolo mette in crisi tutto il lato destro del Milan: vi pare poco? Questo è il Mister, signori. «E non solo», dice Salvatore: «anche la duttilità di Aronica, che sia da centrale difensivo che da uomo di fascia se la cava più che bene, e Gargano migliore in campo, Hamsik dentro il gioco, finalmente…»; anche qui però è Luigi che ha qualcosa da dire: «eppure i problemi ci sono, e anche seri: Quagliarella va sempre peggio, a questo punto penso che tenerlo fuori sia una cosa giusta e opportuna, anche per il suo bene, se no questo il mondiale se lo perde; Lavezzi spesso è irritante, per quel suo intestardirsi sempre nello stesso dribbling, a capa sotto in faccia alla difesa schierata, e comunque non segna mai; cross se ne vedono pochi, e anche la difesa balla quando è sotto pressione, pure se devo dire che Rinaudo mi sta piacendo». Sicuramente, i problemi non se ne vanno dalla sera alla mattina, e anche Raf-

faele è d’accordo: «non è che arriva Mazzarri e Aronica e Pazienza diventano da nazionale, dobbiamo ricordare i limiti di questa squadra e di una rosa altamente incompleta. Continuano a mancare almeno tre giocatori, da schierare nell’undici titolare, un esterno sinistro, un centrale di centrocampo di salute e un centravanti da venti gol. Però a questo proposito si deve dire, Denis è la seconda volta che entra, dieci minuti dieci, e risolve la partita. Qualcosa vorrà pur dire: una chance al ragazzo la si può anche dare». E secondo me la cosa va tenuta presente anche in ottica Torino. Perché mi sbaglierò, ma questa squadra ha i mezzi caratteriali per farci una bella sorpresa. Salvatore coglie la palla al balzo, come quello che castrava i canguri, e sorridendo dice: «Juve – Napoli, di nuovo: un’altra grande occasione di scrivere una pagina di Storia!». Stavolta tutti sorridiamo, trasognati: hai visto mai, che ventitré anni dopo i ragazzi ci fanno un’altra bella sorpresa?