22-06-politica

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POLITICA

LE ACCUSE IL CASO

«Il Partito comunista ha preso soldi insanguinati dall’Unione Sovietica. Ed è noto che il sistema cooperative-Unipol ha consentito di ripianare i debiti del maggiore partito della sinistra» FIRENZE

domenica 22 gennaio 2006

| Fassino replica al presidente del Consiglio: «Lasciamolo da solo nel suo delirio»

Unipol, D’Alema gioca in difesa: rotto l’assedio ROMA. «Abbiamo rotto l’assedio e abbiamo respinto l’aggressione». Così Massimo D’Alema (nella foto) all’inizio di un lungo intervento all’Assemblea nazionale dei segretari di sezione della Quercia, alla Fiera di Roma, parla di come il suo partito ha vissuto le vicende Unipol-Bnl e sottolinea l’importanza anche di una autocritica che si è svolta in direzione che consente ora di mobilitarsi, per la campagna elettorale. «Abbiamo reagito - sottolinea D’Alema - alle accuse ingiuste, alla pretesa volgare di processare l'avversario politico non nascondendoci una riflessione sugli errori, sui limiti, sul non aver visto per tempo i caratteri che andava assumendo quella vicenda giudiziaria che ci è stata gettata contro

per poter alimentare una campagna rozza e qualunquista». Il presidente dei Ds assicura che il partito «tornerà a riflettere» su quella vicenda e «sui grandi problemi a cui allude: il ruolo e il destino del movimento cooperativo e il rapporto tra questo mondo e la finanza». E Piero Fassino, cui la platea ha tributato un’ovazione, ha detto che «abbiamo le carte in regola per chiedere al Paese di governarlo. Lasciamo Berlusconi solo con il suo delirio». A D’Alema replica il presidente dei senatori di Forza Italia Renato Schifani. «D’Alema ha un gran bel coraggio a parlare di Unipol, quando lui stesso c’è invischiato fino al collo e lo sanno i suoi stessi compagni di partito e Rutelli, che lo hanno scarica-

to - afferma l’esponente del partito di Berlusconi -. La differenza tra Berlusconi e D’Alema è che mentre il primo prima di fare politica ha costruito una grande azienda, dando migliaia di posti di lavoro senza nessun contributo pubblico, il secondo invece da esemplare uomo di partito attraverso la politica si occupa di alta finanza e di scalate, senza aver mai fatto impresa. D’Alema dovrebbe spiegare i risvolti preoccupanti della finanza rossa». Intanto, sul fronte delle indagini, le telefonate fra il giudice Francesco Castellano e l’ex presidente di Unipol Giovanni Consorte, già nel mirino dei magistrati di Perugia, sono al centro delle attenzioni anche della Procura di Brescia.

| «La Dc aveva le partecipazioni statali e il Professore è stato salvato dalla modifica della legge sull’abuso di ufficio»

Berlusconi attacca Prodi e i Ds GIANLUCA PETTINATO FIRENZE. Il pranzo con Giovanni Gallo, ex portiere del Milan dei trionfi di Sacchi. Poi, nel pomeriggio, l’apertura della campagna elettorale a Firenze e gli attacchi a testa bassa contro Romano Prodi e i Ds. Silvio Berlusconi (nella foto) punta il dito contro il leader dell’Unione, accusandolo di essere stato salvato da un’amnistia “ad personam”, e le cooperative che hanno ripianato i debiti del Pci-Pds-Ds. Secondo il presidente del Consiglio «la Dc aveva le partecipazioni statali e guarda caso uno dei protagonisti era Prodi che è stato salvato, quando doveva andare a riferire a un Gup o Gip che fosse, un suo comportamento legato al finanziamento del partito: c’è stata subito un’amnistia e la modifica della legge sull’abuso d’ufficio». Berlusconi insiste: «È noto a tutti che il sistema delle cooperative-Unipol ha

INCONTRO UDC

fatto venir meno tutti i debiti del Pci ne Sovietica e in seguito «si è reso e di tutti i diversi nomi con cui si è immune da qualsiasi azione giudifatto chiamare dopo». Il premier ri- ziaria con una amnistia generale nel badisce che c’è un legame «tra le 1989». Un provvedimento, ha concoop rosse e le giunte regionali, co- cluso, «che ha costretto altri partiti munali e provinciali da cui hanno ap- a cercare altre forme di finanziapalti continuamente». Accuse anche mento». E non mancano ulteriori riall’Unità che titolava sull’esistenza velazioni sul caso Unipol e sulla dedi migliaia di dischetti con intercet- posizione del premier ai magistrati. tazioni a esponenti dell’opposizione. «Mi sono fatto violenza nell’andare «Questi signori credono che noi ci in procura per riferire sul caso Unicomportiamo al governo come pen- pol - afferma il premier -. In procusano di andare a comportarci loLa replica del leader dell’Unioro. Spero che l'Avvocatura del- ne: «Il premier la deve smettere. lo Stato interSi è già visto che le bugie che racconvenga e faccia il suo dovere come ta hanno le gambe corte» si conviene di fare. Dobbiamo reagire a questo sa- ra mi hanno accolto senza un sorricrilegio e a questa bestemmia». so, ma molto civilmente. Come ai fuBerlusconi, poi, accusa il Partito co- nerali di un amico...». E non manca munista italiano di aver ricevuto per un attacco ad Adriano Celentano. Il anni «soldi insanguinati» dall’Unio- premier denuncia che, nonostante



gli sforzi degli ultimi giorni, la sua presenza in televisione non raggiungerà mai il record di ascolti ottenuti da cantante e dalla sua trasmissione in cui, dice, si è gettato «solo fango su di me. Mettendo in-

sieme tutte le presenze che con grande fatica ho avuto negli scorsi giorni in televisione non sono riuscito a mettere insieme i 15 milioni di telespettatori dello show di Celentano in cui mi si è solo buttato del

| Il presidente della Camera: «Non siamo un partito scomodo, l’unico avversario è il centrosinistra»

Casini: in campo per tutti i moderati BOLOGNA. «Non siamo degli stupidelli che in campagna elettorale cercano l’applauso di chi poi ci lascia in panchina. Siamo scomodi per gli alleati, a volte, ma siamo più scomodi per gli avversari». Pier Ferdinando Casini (nella foto), a Vidiciatico, sull’Appennino bolognese, per il quinto incontro sulla neve promosso dall’Udc nazionale, lancia di fatto l’inizio della campagna elettorale per il suo partito e comincia a mettere i paletti sul ruolo e le competenze che l’Udc avrà in questa campagna all’interno della coalizione di centrodestra. «Vogliamo essere il seme per la costituzione di un grande partito - spiega Casini durante la sua relazione -. Se il consiglio nazionale di lunedì deciderà il mio nome» come candidato per le prossime politiche, «non è per applicare un partito personale» perché «noi siamo un partito democratico. Sappiamo che il leader è Berlusconi, ma noi vogliamo proporci con forza». In più occasioni il presidente della Camera ha ricordato il ruolo fondamentale dell’Udc: «Non accettiamo- insiste- di essere in campo solo per avere gli ap-

LA POLEMICA

plausi interessati dei nostri avversari», dice Casini alludendo al fatto che all'interno del centrodestra l’Udc possa essere considerata un partito “scomodo”. «Berlusconi, Fini, Casini... siamo tutti uomini, abbiamo pregi e difetti, ma siamo tutti in campo per i moderati italiani, per dare fiducia a chi ha votato Dc. Nel centrodestra c’è una pluralità di opzioni». Per fugare ogni dubbio, Casini a più riprese ricorda la sintonia che c’è tra lui e il premier: «Silvio Berlusconi per me non è un avversario ma un alleato, l’unico avversario per noi è Prodi e il centrosinistra». È chiaro però che «su alcuni aspetti l’abbiamo criticato anche noi». Lo stesso Casini chiarisce che «se oggi la sfida eletto-

rale non è chiusa, se la nostri soldati». Quanto alla questione dei Pacs, nostra coalizione è an- Casini chiarisce che l’Udc «punta a uno Stato cora in grado di poter laico di ispirazione cristiana, su modello degavincere, ciò si deve al- speriano. Non accettiamo il doppiopesismo dell’Udc». Il presidente del- la sinistra, che loda i francescani quando mala Camera si dice nifestano per la pace e nega ai vescovi di espri«preoccupato dall’eventuale Se la nostra coalizione è ancora vittoria del c e n t r o s i n i - in grado di vincere, si deve a noi. stra: una coaIl Cavaliere per me non è affatto lizione in grado solo di de- un avversario, è un alleato monizzare l’avversario, a cui vorrei ricordare che chi di giu- mere la propria opinione sul diritto alla vita. Noi stizialismo ferisce, di giustizialismo perisce». siamo contro i Pacs, perché crediamo che la deCasini sottolinea tutte le divisioni esistenti nel- riva spagnola non sia una frontiera di civiltà. l’Unione, in politica estera, sul fronte della lai- Crediamo che la famiglia sia al centro dello Stacità dello Stato, nella tutela della famiglia na- to. Sappiamo che nel programma dell’Unione turale, in materia di politica energetica. «Vor- non c’è l’adozione per le coppie omosessuali, ma rei ricordare le critiche - dice - che il presiden- crediamo si stia andando su quel terreno: l’ate Violante ha ricevuto da parte di alcuni suoi dozione per le coppie gay sarebbe la lesione dei alleati per essere venuto con me a Nassiriya dai diritti dei più deboli a favore dei più forti».



| Mastella: su Caruso e Luxuria ho qualche soprassalto. Rottura? Deciderà il congresso

Unione, scontro sulle candidature ROMA. È scontro nell’Unione sulle candidature. Clemente Mastella (nella foto) si dice «perplesso» per la presenza nelle liste del centrosinistra di leader no global come Francesco Caruso o Vladimir Luxuria, rappresentante del mondo gay. «Questo fatto mi crea un qualche soprassalto. Io sono per un centro forte - spiega - che si allea con una sinistra di Governo, non con una sinistra all’eccesso. Se qualcuno immagina che noi possiamo far diventare forza di governo Luxuria e i No-Global, poi noi rischiamo di restare fuori dal Parlamento, significa che il nostro congresso può finire in un altro modo», facendo intendere che l’Udeur potrebbe rompere con l’Unione. Su questo punto, spiega lo stesso presidente della Camera, «le scelte le faremo a fine mese nel no-

gioranza che lo ha “fottuto” quando tolinea Bertinotti - Caruso esprime era presidente del Consiglio». E cri- una parte significativa della società tiche alla scelta di Rifondazione co- italiana, quella del “Sud ribelle” che munista di inserire il leader No glo- tanta parte ha avuto nelle lotte del bal Francesco Caruso nelle liste per Mezzogiorno sul terreno della prele prossime elezioni politiche arri- carietà e della disoccupazione. Invano anche dal quotidiano EuBertinotti replica ai centristi: ropa della Margherita. Proprio «Inviterei a deporre le armi. Alla sul commento Margherita non piacciono i No glodel giornale si innesca la rea- bal? A me non piace qualcuno di loro» zione del leader comunista Fausto Bertinotti. «Invi- viterei a pensare più dei contenuti terei a deporre le armi. Capisco che che alle distrasie personali». Quana molti esponenti della Margherita to a chi nella Magherita non piace a non piaccia Caruso, ma anche a me Bertinotti, il segretario del Prc si linon piacciono molti della Marghe- mita a sottolineare: «Per la clausorita - dice -. Astenersi dal commen- la di stile che invoco non mi esprito è buona norma, accettare le di- mo. Ma vi assicuro che ce ne sono stanze politiche è buona norma - sot- più di uno».



stro congresso, prescindendo da chi viene candidato o meno, perché dobbiamo esprimerci, concordare o discordare rispetto a linee di governo. Vorrei ricordare a Prodi che se non ci fosse l’Udeur e si guardasse indietro, lui avrebbe la stessa mag-

RIUNIONE GIOVEDÌ

Appuntamento per il riparto del Fondo sanitario ROMA. Da giovedì prossimo all’esame

della Conferenza dei presidenti delle Regioni vi sarà la proposta di riparto delle risorse del Fondo sanitario 2006. Le risorse per la sanità, quest’anno, si attestano a 91 miliardi, più altri 2 miliardi per coprire vecchi ripiani, ma le Regioni lamentano da tempo che questi soldi siano pochi e, a fine anno, il disavanzo si potrebbe aggirare intorno ai 5 miliardi di euro. Al centro della discussione sarà anche una questione cruciale: rivedere o lasciare come erano nel passato i criteri di riparto delle risorse? Le indiscrezioni dicono che solo a fine febbraio arriverà a conclusione la vicenda del riparto dei fondi, anche perché la proposta del ministero non sarebbe ancora giunta sul tavolo degli assessori alla sanità e degli stessi presidenti delle Regioni.

fango addosso. Mi sottopongo ad una vera e propria overdose di interventi televisivi, pur facendolo in condizioni difficili, sempre con qualcuno che interrompe e contesta». Poi la chiusura: «Confidiamo nella capacità degli italiani, nel loro buonsenso, affinché alle urne il prossimo 9 aprile non vogliamo consegnare il paese all’opposizione». Il governo del paese, insiste il premier, «no, alla sinistra non glielo daremo», anche perché «la difesa della libertà è la missione più alta e nobile». E la replica di Romano Prodi non tarda ad arrivare. «Berlusconi la smetta: si è visto già che le sue bugie hanno le gambe corte e non hanno neanche la possibilità di mettersi i rialzi nei tacchi» afferma il Professore. La controreplica è affidata al coordinatore nazionale di Forza Italia Sandro Bondi: «Berlusconi dice bugie secondo Prodi? Lui ne sa qualcosa, in questo è uno specialista».

I LAVORI IN AULA

Legislatura da “prorogare”, ok di La Russa ROMA. Ma è scontro tra i Poli anche sullo slittamento della legislatura. Il capogruppo di An alla Camera, Ignazio La Russa, ritiene «opportuno uno scioglimento al 15 febbraio. Non stiamo parlando di un prolungamento o di una proroga ma di una riduzione del largo anticipo con cui ci sarebbe stato lo scioglimento se fosse intervenuto a fine gennaio. La legge impone che questo avvenga 45 giorni prima del voto. Dal 9 aprile e procedendo a ritroso, se la chiusura intervenisse a metà febbraio, avremmo più di 50 giorni, dei quali 30 per la campagna elettorale vera e propria e una ventina per la precampagna. Mi pare ampiamente condivisibile». Per lo scioglimento delle Camere «c’è tempo fino al 23 febbraio» ha affermato il ministro per gli Affari regionali, La Loggia. «Non si capisce - ha aggiunto - perché non si possa utilizzare questo ulteriore periodo per fare approvare dal Parlamento una serie di provvedimenti attesi dai cittadini». Sull’ipotesi di uno slittamento, Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia, ha sottolineato che «è nelle competenze del governo, da 75 a 45 giorni. E servirebbe per approvare leggi importanti». Ma un deciso no arriva dalle opposizioni. «No all'ipotesi di rinvio dello scioglimento della Camere. Nessuno slittamento, prima se ne vanno e meglio è per il Paese» afferma Piero Fassino dei Ds. «Sono inaccettabili i tentativi di Berlusconi e del governo di forzare le procedure sullo scioglimento delle Camere previsto per il 29 gennaio», dice il coordinatore politico dei Verdi, Paolo Cento. «Mi sembra del tutto evidente - prosegue - che il vero obiettivo di Berlusconi è quello di far saltare nei fatti l’entrata in vigore della par condicio per continuare quella vera e propria invasione mediatica che rappresenta uno squilibrio nel confronto politico ed elettorale, già iniziato da settimane. La data del 29 gennaio per lo scioglimento delle Camere deve essere mantenuta - conclude Cento - così come devono subito essere convocati i comizi elettorali per consentire il regolare svolgimento del voto del 9 aprile».