21- La Radioterapia Non Oncologica

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La radioterapia non oncologica Prof. Francesco Cossu

Radioterapia non oncologica (1)  La radioterapia è utilizzata principalmente in pazienti con lesioni tumorali.  La radioterapia, comunque, continua ad essere utilizzabile per malattie benigne, che non rispondono ad altre modalità di trattamento, tenendo conto di eventuali rischi, come lesioni cutanee, carcinogenesi, induzione di leucemie, danni genetici.  Il trattamento deve essere affidato al radioterapista oncologo, per la sua specifica competenza degli aspetti tecnici e biologici.

Radioterapia non oncologica (2)  Al momento attuale, sono circa 70 le malattie non tumorali che possono essere trattate con radioterapia.  In linea di massima, non si devono trattare bambini e giovani, se non è strettamente necessario.  E’ importante tenere conto degli organi sottostanti ad un campo irradiato, come tiroide, mammella, orecchio, gonadi, midollo osseo, per evitare sequele.  Particolare cura deve essere posta nell’uso di protezione degli organi vicini e sottostanti.

Radioterapia non oncologica (3)  Evidenza clinica dell’efficacia del trattamento.  Possibili meccanismi d’azione della RT antiflogistica:  Modificazione del pH del tessuto trattato;  Differente sensibilità delle sottopopolazioni linfocitarie T;  Produzione di citochine, come conseguenza di modificazioni radioindotte;

 Vari meccanismi d’azione (antiproliferativi, immunosoppressori, ecc.) per altre indicazioni.

RT non oncologica - Pterigio  Il trattamento dello pterigio è chirurgico.

 Le recidive (20 – 30%) possono essere trattate con radioterapia.  La sorgente di radiazioni più adatta è la placca di stronzio 90, isotopo β- emittente.  Il trattamento RT profilattico può essere fatto con sorgente di Sr 90 – Y 90, con dosi di 8 – 10 Gy nei giorni 0 – 7 – 14 dopo l’intervento.

Esoftalmo endocrino (m. di Basedow – Grave’s)  È causato da infiltrazione di fibroblasti e linfociti nei muscoli extra-bulbari dell’orbita, con meccanismo auto-immune.  La terapia utilizza il cortisone e l’irradiazione.  È molto sensibile alle radiazioni. Vengono somministrati 2000 cGy con frazionamento convenzionale nel volume retrobulbare, con campi laterali contrapposti, opportunamente angolati.  Si utilizzano fasci di fotoni da LINAC.  Il trattamento non è in genere efficace se i sintomi durano da oltre 2 anni, per lo stabilizzarsi della fibrosi. In questi casi è indicata la chirurgia decompressiva.

Prevenzione delle ossificazioni eterotopiche nelle protesi di anca • Ossificazioni eterotopiche si osservano nel 30% dei casi di protesi totale di anca. • L’incidenza è dell’80% dei casi al secondo intervento e del 60% dei casi con alti fattori di rischio (spondilite anchilosante, iperostosi diffusa, polientesopatia iperostosante). • Immediatamente dopo l’intervento (24-48 ore) vengono somministrati 7 Gy in unica seduta o 8-10 Gy in 4-5 frazioni.

Immunosoppressione con TLI • Viene utilizzata la irradiazione linfonodale totale in malattie autoimmuni (lupus eritematodes sistemico, artrite reumatoide, sclerosi multipla, trapianto di rene, cuore, midollo). • La tecnica è simile a quella del linfoma di HG. • In genere la dose massima è di 20 Gy con frazioni quotidiane di 1.5 - Gy.

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