2007 Settembre

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81$³3,$==$´3,(1$', ... festa, luci, colori, suoni, amore, pace, allegria!! Questa è l’atmosfera che abbiamo trovato giungendo a Loreto, sulla spianata di Montorso, l’1 e il 2 settembre scorsi, per l’attesissimo incontro dei giovani italiani con il Santo Padre Benedetto XVI. Sono felice di poter raccontare con questo articolo, a nome di tutti i ragazzi della nostra parrocchia, l’evento straordinario che abbiamo vissuto e che resterà a lungo impresso nella nostra mente, nell’attesa di ritrovarci insieme a Sidney per la GMG 2008. Come stabilito dal Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile, l’incontro di Loreto è stato preceduto da tre giornate di accoglienza (29-30-31 agosto), che ci hanno aiutato ad entrare nel clima di festa e di preghiera. La nostra forania di Atri ha ospitato 48 giovani provenienti dalla diocesi di Pozzuoli che, giunti nel tardo pomeriggio del 29 agosto, sono stati accolti da numerose famiglie della parrocchia “Santa Maria Assunta” qui a Silvi. La sera dello stesso giorno, ci siamo ritrovati in chiesa per vivere insieme un momento di condivisione e di catechesi: forte è risuonato l’invito a nutrirsi quotidianamente della Parola di Dio per poter essere nel mondo missionari e annunciatori della salvezza donataci da Cristo. Il giorno seguente ci siamo ritrovati con il resto della diocesi a S. Gabriele, per affrontare insieme la seconda tappa del nostro cammino verso Loreto: la giornata diocesana. Questa è stata vissuta nella serenità e nella letizia, in un’altalena di raccoglimento e di festa, di preghiera e di spettacolo. Il momento culminante è stato quello della celebrazione eucaristica, presieduta dal nostro Vescovo Michele Seccia e che ci ha visti tutti riuniti intorno alla mensa del Signore. L’ultimo giorno di accoglienza è stato quello destinato ad ogni singola forania. Il nostro incontro, che si è svolto presso i locali della chiesa dell’Assunta, ha avuto inizio con la celebrazione comunitaria delle lodi mattutine; poi don Giuseppe Bonomo, responsabile della pastorale giovanile foraniale, ha tenuto una piccola catechesi su una delle tematiche-guida proposte dalla nostra diocesi: “Giovani e progetto di vita”, alla quale è seguito un breve momento di riflessione e di dibattito. Ed eccoci finalmente giunti all’incontro tanto atteso... E’ difficile trovare le parole adatte per descrivere la bellezza dei momenti vissuti a Loreto... Penso che fare una cronaca di quello che è avvenuto sia impossibile; sarebbero troppe le cose da raccontare!! Allora vorrei semplicemente rendere grazie al Signore per le meraviglie di cui ci ha ricolmati con quest’esperienza. Grazie, Signore, per il dono della fede in Te e per il fascino della comunione fraterna; grazie per l’allegria degli sguardi, per le nuove amicizie, per i momenti di musica e spettacolo; grazie per la bellezza e la varietà dei movimenti e delle realtà ecclesiali; grazie per la gioia della festa e per i momenti di riflessione vissuti nel corso della notte. Grazie per la Chiesa, nostra madre, e perché in essa Tu ci chiami ad essere tuoi figli; grazie per il dono grande dell’appartenenza a Te e al tuo “corpo mistico”; grazie per la tua Parola che vive e cresce nei nostri cuori; grazie perché nell’Eucaristia ti sei reso vivo e presente in mezzo a noi; grazie perché in questo mirabile Sacramento rinnovi il mistero dell’Incarnazione e continui a camminare sulle strade degli uomini. Grazie, Signore, per i momenti di grazia vissuti con il nostro papa, Benedetto XVI; grazie per i suoi insegnamenti, per il suo amore di padre, per le sue preghiere e per l’attenzione e la speranza con cui guarda al mondo giovanile. Grazie per la ricchezza delle testimonianze che abbiamo ascoltato; grazie per le meraviglie che operi in ciascuno di noi, anche quando non ce ne accorgiamo; grazie perché fai di noi i destinatari dei tuoi miracoli e del tuo amore senza limiti. Grazie, Signore, perché fai di noi un cuor solo e un’anima sola; grazie perché ci doni la forza di intraprendere con i nostri fratelli un nuovo cammino fatto di annuncio e di missione; grazie per la fatica e i piccoli disagi, per le piccole croci che trasformi in occasioni di letizia. Grazie, infine, per il dono del tuo Spirito: fa’ che ci renda, come Maria, docili alla tua volontà e testimoni del Vangelo fino ai confini della terra.

pro manuscripto

Anno X - Settembre 2007 n° 9

Bollettino Mensile della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria - Silvi Marina

La Chiesa Cattedrale, il cuore pulsante! pag. 1 Gioire è servire pag. 3 Familypoint crisi del Patto coniugale pag. 4 Andate controcorrente pag. 7 Una piazza… piena di... pag. 8

/$&+,(6$&$77('5$/(,/ &825(38/6$17( Davvero poche volte abbiamo trovato la nostra chiesa chiusa nell’ora consueta della preghiera comunitaria, ma in queste rare occasioni sul portone sprangato era affisso un bel manifesto: un invito importante per tutta la comunità da parte del nostro Vescovo. E così tutti siamo stati resi partecipi della nascita al Cielo di un Pastore che ci ha lasciati, del dono della Provvidenza di Dio nell’arrivo del suo successore, o convocati per seguire Gesù Eucaristia in una processione solenne; e chi dalle proprie case unendosi spiritualmente alla preghiera lieta e grata, chi facendosi i 100 km (…andata e ritorno!) per rispondere alla chiamata dell’Apostolo, in questi eventi di grazia, in questo respiro più

ampio, tutti ci siamo sentiti parte dell’unica famiglia della Chiesa in festa! Lo scorso 8 settembre festa della Natività della Beata Vergine Maria, un ennesimo dono del Signore ci ha riportati a Teramo; a un anno dal suo arrivo tra noi, il nostro Vescovo Michele ha voluto intorno a se tutta la comunità diocesana per gioire insieme della riapertura della Cattedrale, dopo tre anni di inagibilità per restauro. Una bellezza prorompente ci ha sorpresi nell’entrare in questo tempio, denso di valore artistico, culturale, storico; tanta è stata l’emozione nel pensare alla ricchezza spirituale di una storia lunga ottocento anni e popolata di santi e martiri della fede. Siamo stati intensamente coinvolti dalla celebrazione così sentita, così solenne, ma più di tutto ciò le parole del nostro Vescovo ci hanno reso appieno il significato della nostra gioia, di ciò che per il popolo dei battezzati rappresenti la chiesa Cattedrale. “La Chiesa -Cat t edrale ( dove è present e la “cattedra”) è il cuore pulsante della vita di fede di ogni Diocesi costituita intorno ad un Vescovo che come Padre, Fratello e Pastore, convoca, raduna e presiede con i sacerdoti e i diaconi gli atti più significativi della fede dei credenti e nella visibilità del tempio-segno costituisce in un’unica famiglia quanti, rinati nel battesimo s’incontrano per professare la propria fede e formare un solo corpo con Cristo. Infatti i battezzati pur potendo vivere in ogni singola parrocchia il cammino di fede personale e comunitario, r i co n oscon o e sp er i m en t an o l’appartenenza ad una Chiesa Particolare

quando si ritrovano intorno al Vescovo, successore degli Apostoli. Fede che non può ridursi ai momenti celebrativi, ma deve costantemente incarnarsi nella carità e nella solidarietà. Mi auguro che la Cattedrale diventi segno concreto e visibile di Chiesa che vuol essere “casa e scuola di comunione”, nell’ascolto della Parola, nella celebrazione dell’Eucaristia e nella testimonianza della carità. Un luogosegno del rinnovato impegno per la nuova evangelizzazion e , a t t r a v e r s o l’approfondiment o dell’inestimabile patrimonio liturgico, spirituale, musicale e culturale maturato lungo i secoli. Un segno di speranza per tutta la società civile”. Con queste confortanti verità la sera siamo tornati a casa, pieni di entusiasmo, con la consapevolezza di essere “pietre vive e scelte” di un tempio non fatto da mani di uomo e con il desiderio di mettere in comunione con t ut t a la p ar r o cch i a, “localizzazione capillare della Ch i e s a u n i v er sal e” , quest’impulso di forza, e di gioia attinto dal “cuore pulsante”, dalla cattedra, dal nostro Vescovo, Padre e Amico in Cristo Gesù!

ad accettarsi di nuovo. Proprio nel superare il momento della crisi, della voglia di separarsi, è cresciuta una nuova dimensione dell’amore. Questo mi sembra molto importante. Oggi si arriva alla crisi nel momento in cui si vede la diversità dei temperamenti, la difficoltà di sopportarsi ogni giorno, per tutta la vita. Alla fine allora si decide: separiamoci. Abbiamo capito proprio da queste testimonianze che nella crisi, nel sopportare il momento in cui sembra che non se ne può più, realmente si aprono nuove porte e una nuova bellezza dell’amore. Una bellezza fatta solo di armonia non è vera bellezza. Manca qualcosa, diventa deficitaria. La vera bellezza ha bisogno anche del contrasto. L’oscuro e il luminoso si completano. Anche l’uva per maturare ha bisogno non solo del sole ma anche della pioggia. Non solo del giorno ma anche della notte.” La vocazione al matrimonio è una via alla santità: nel percorrerla, ostacoli e tentazioni possono rallentare o fermare il cammino, ma la coppia cristiana conosce “ il segreto “ per ricominciare !

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1-2 settembre si è svolta la giornata nazionale della Gioventù a Loreto nella Piana di Montorso. In questi due giorni l’Agorà è stata al centro dell’attenzione del Paese: qui i giovani si sono riuniti per pregare, riflettere e far festa insieme. Noi del gruppo giovanissimi di Azione Cattolica abbiamo vissuto questa meravigliosa esperienza. In mattinata siamo arrivati sul posto e ci hanno intrattenuti con spettacoli e tanta musica. Nel tardi pomeriggio abbiamo assistito all’arrivo del santo Padre e con lui è iniziata la veglia, che si è svolta con letture, testimonianze e canti. La sera è stata caratterizzata da un evento musicale in cui si sono alternati cantanti famosi e testimonianze, come quella di padre Bossi. La notte è stata illuminata dalla presenza di otto “fontane di luce”, otto punti di confronto in cui è stato possibile recarsi per trovare risposte alle domande nate dalla preghiera e dalle riflessioni di queste giornate. Al mattino, dopo la preghiera delle lodi, è iniziata la celebrazione Eucaristica presieduta dal Santo Padre Benedetto XVI. Il Papa si è rivolto a noi giovani con le seguenti parole: «non seguite la via dell’orgoglio, bensì quella dell’umiltà. Andate controcorrente…., non abbiate paura di preferire le vie “alternative” indicate dell’amore vero. Non abbiate paura di apparire diversi e di venire criticato per ciò che può sembrare perdente o fuori moda». Così conclude “Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato.” (Lc 14,11). Questo evento ha coinvolto 500 mila giovani animando l’Agorà di gioia, amore, pace e serenità.

ha un turbinio di pensieri, di proteste. Possibile che non cambi mai? Possibile che continui a dirmi e a farmi questo? E come se non bastasse vengono in mente rancori che sembravano sepolti. Con l’andare dei giorni, il più delle volte l’astio si stempera. Dopo giorni e giorni di mutismo alcuni addirittura non ricordano neppure più il motivo di tanta chiusura e il rapporto in certo modo ritorna. Ma quanto tempo sprecato, quanto tempo rubato all’amore! Quanti timori, quante tensioni possono nascere nei figli nel vedere i genitori litigare! Noncuranti delle conseguenze, stanno lì a recriminare annaspando nel buio, schiavi di un rigore assurdo, col rischio che passando il tempo, il solco della disunità diventi sempre più profondo, fino a diventare insormontabile. O addirittura fino a che uno dei due - o entrambi non sostenuti dall’amore reciproco, scambiando lucciole per lanterne inseguano il miraggio di altre figure apparentemente più attraenti, più dolci, più facili. Basterebbe guardare a Lui e in Lui si trova la forza di ricominciare, di fare il primo passo, di chiedere scusa. Qualcuno potrebbe chiedersi: Ma è giusto per uno che si sposa dire il suo primo “sì” a Gesù ? La risposta è nel significato stesso del sacramento del matrimonio. Infatti con i voti matrimoniali lo sposo e la sposa si consa-

crano a Dio accogliendosi reciprocamente per sempre. Gesù è il volto luminoso dell’amore coniugale, che continua ad essere tale anche quando l’amore sembra appannarsi, quando l’amore va in crisi, quando l’amore sembra morire. E come per Gesù l’accettazione della croce è stato il ‘passaggio’per la resurrezione,così in una coppia in crisi, dopo aver abbracciato e consumato, per amor Suo, il dolore della disunità si spalanca davanti a loro un’ondata di felicità. Noi non siamo fatti per il dolore, la disunità, ma per la gioia, per la bellezza. A tal proposito Benedetto XVI il 31 agosto 2006 ad un gruppo di sacerdoti diceva: “Per me a Valencia (il Papa si riferisce all’ incontro mondiale delle famiglie) è stato un momento importante quando si sono presentate davanti a me diverse famiglie, presentando con la loro testimonianza la ricchezza della vita famigliare. Ma è stata importante anche la testimonianza delle crisi che hanno sofferto. Una di queste coppie era quasi arrivata al divorzio. Hanno spiegato come hanno poi imparato a vivere questa crisi, questa sofferenza della diversità dell’altro,

*,2,5((¶6(59,5( Sabato 28 luglio, sono stata all’Ordinazione Diaconale di un mio ex alunno, nella diocesi di PescaraPenne. La cerimonia è stata bellissima e più volte mi sono commossa. Una sua ex compagna di classe mi ha detto: “Guardandolo steso per terra davanti al Vescovo pensavo a quando mi passava i compiti di Economia Aziendale!! E pensavo che c’entra tutto questo? Cosa sta facendo?” Ma Mauro sapeva bene quello che stava facendo e il suo largo sorriso ne era la prova; la felicità era stampata sul suo viso. Ho ripensato, allora, a quando fin dal penultimo anno, con aria complice, mi aveva confessato di partecipare ad alcuni incontri vocazionali e di stare esaminando il suo progetto di vita. Sono passati 6 anni e mi sembra che questo suo mettersi in ascolto abbia portato frutto! E che frutto! Nella logica di oggi, dove i giovani, in genere, pensano a quale attività fare per guadagnare più soldi e più in fretta possibile o a come passare la giornata facendo il meno possibile e senza responsabilità, Mauro ha scelto la porta stretta, ma che lo porterà alla felicità eterna! Questo di adesso è il gradino della “diakonìa”: servizio. Servizio è una grossa parola, contiene all’interno tante sfaccettature, che guardando superficialmente, non si vedono.

Servizio è DISPONIBILITA’, è ATTENZI ONE, è ASCOLTO, è GRATUITA’, è RESPONSABILITA’, è TOTALITA’, è, in una parola, CARITA’. Sì, il senso del servizio deve essere una qualità del cr i st i an o ; che non è un qualcosa di appiccicaticcio, come un distintivo o co m e un’uniforme che uno mette addosso, “fa”il servizio e poi smette l’uniforme o il distintivo e l’atteggiamento del servizio è finito!!! Il servizio, in senso cristiano, non si fa, si vive, è un modo di essere e pertanto è costante ed è in tutta la giornata e in tutti gli ambiti dove il cristiano si trova e in tutte le situazioni in cui opera. Il compito arduo di noi adulti, genitori, educatori, è quello di dare il buon esempio e di aiutare le nuove generazioni a maturare dentro di loro questo atteggiamento e così faremo risuonare dovunque la parola della liturgia dell’ordinazione diaconale, che può valere per ognuno di noi: “Ricevi il Vangelo di Cristo del quale sei divenuto l’annunziatore: credi sempre ciò che proclami, insegna ciò che hai appreso nella fede, vivi ciò che insegni.”

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Si è tenuto a Loppiano (cittadella del movimento dei focolari vicino Firenze) il sesto incontro di formazione per famiglie sul “tema” che fa da titolo all’articolo. Si sono alternati vari docenti e sociologi che hanno disegnato il quadro della situazione attuale in Italia…. con le possibili soluzioni in una visione cristiana della nostra società. Il nostro obiettivo non vuole essere fare un sunto dell’intero incontro, ma solo raccontarvi quelli che per noi sono stati spunti di r if lessione scat ur it i dall’esperienza di Anna Maria e Danilo Zanzucchi (coniugi sposati da oltre cinquant’anni) responsabili mondiali delle famiglie del movimento dei focolari. Ci hanno parlato della “famiglia” in tre momenti fondamentali: l’innamoramento - il matrimonio – la possibile crisi coniugale. OD³SULPDVFLQWLOOD´ L’innamoramento ( dono di creazione) è un sentimento così esplosivo e forte che spesso gli innamorati sentono il bisogno di “scriverlo sui muri”, gesto non

certo da incoraggiare, ma da capire perché queste scritte parlano di amore infinito, di amore eterno. In genere provengono da mani poco più che adolescenti, per cui tanti di quegli amori tramonteranno. Ma fanno r i f l et t er e, p er ch è esp r i m on o l’esigenza più tipica, più profonda dell’amore: il “per sempre”. Purtroppo, sempre più spesso, questa esigenza non trova riscontro nella vita reale. Finché si è innamorati si sta insieme, ma quando si deve portare avanti questo amore tanti non ce la fanno. Viviamo in una società terribile, che non prepara. Per questo si ribadiva l’importanza dei corsi di preparazione al matrimonio. Incontrando i fidanzati, bisognerebbe far scoprire che quell’amore che brucia il loro cuore è una scintilla dell’amore di Dio, una forza che farà loro lasciare il caldo riparo famigliare per unirsi in un’avventura piena di attrattive. Il Suo amore ha mille volti. Si manifesta nella bellezza della natura, nel d o n o p er so n al e d el l a v i t a, dell’intelligenza, della sensibilità, della salute… nelle cure di una famiglia, nei sentimenti nobili come l’amicizia, l’amore di una persona… Poi si potrà parlare con loro di comunicazione, affettività, sessualità, procreazione, il tutto nell’ottica di un’armonia, espressione del disegno dell’Autore dell’Amore, per far loro intuire che il sacramento del matrimonio ha molto a che fare con l’amore di Dio; nel matrimonio l’amore umano misteriosamente si fa divino. E viceversa. Ma

non possono illudersi che l’amore di adesso rimarrà incandescente per tutta la vita; che non troveranno ostacoli, difficoltà, delusioni, tentazioni. Le difficoltà sono dietro l’angolo. Specie oggi, immersi come siamo in una cultura che ricusa tutto ciò che sa di sacrificio, di perdita seppur minima del proprio io. Allora “Gesù sulla cr oce” ch e prova l’abbandono del Padre ma dice il suo sì” è il modello per riuscire ad accogliere l’altro con tutte le sue diversità, dapprima così attraenti ma ben presto così disturbanti, al punto da diventare limiti inaccettabili. “Gesù sulla croce” dà la capacità di apprezzare per amore anche il non-perfetto. “Gesù sulla croce” è il modello di chi, dimenticando se stesso, vuole solo il bene dell’altro. E’ modello di chi per amore rinuncia anche a ciò che potrebbe essere un suo diritto, o presunto tale. E’ modello di chi sa farsi vuoto per accogliere l’altro. Modello di chi vuole capire, di chi vuole perdonare. Quel “Gesù” è modello di chi ha illimitata fiducia nell’altro e contemporaneamente è attento alle esigenze, ai ritmi e alle fasi che

l’altro sta attraversando; è il modello della fedeltà; è soprattutto il modello del ‘ricominciare’. 3RLFLVLVSRVD Nel matrimonio la scelta di Dio come sposo dell’anima, è una grande chance per amare di più lo sposo terreno. Innanzitutto aiuta a riconoscere e ad accettare i propri limiti. Se prima non ci si badava, convinti che si era fatti così, e che così si doveva rimanere, dopo si scopre che gli stessi limiti possono essere materiale prezioso da trasformare in atti d’amore a Lui. Tanto più si riesce ad amare Gesù in tutto ciò che anche nella vita di coppia non è pace, bello, sereno…, tanto più la vita a due si colora di bellezza, di serenità, di gioia. Gesù è modello d’amore per ogni aspetto della quotidianità : le scelte comuni ,la vita intima, la gestione dei conflitti. /DSRVVLELOHFULVLFRQLXJDOH Si incomincia con un malinteso, un piccolo screzio, e lei o lui - o tutti e due - si sentono feriti. Era così bello fino ad un momento fa, due sere fa, un mese fa, ed ora siamo come due estranei. Nessuno dei due parla, mentre ‘dentro’, ciascuno dei due

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