Poligono all' Amia, indaga la Procura Repubblica — 09 dicembre 2004 pagina 5 sezione: PALERMO http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/12/09/poligono-all-amia-indaga-laprocura.html Pagheremo caro, pagheremo tutto. Pagheremo sulla tassa dell' immondizia anche i costi di un poligono di tiro. Pagheremo perché forze dell' ordine e militari possano continuare a esercitarsi altrove mentre a Bellolampo il termovalorizzatore brucerà immondizia. Tra le pieghe degli accordi e delle intese intorno al mega-appalto per l' inceneritore, la magistratura prova a trovare il bandolo di una irregolarità denunciata da Legambiente a luglio e si imbatte su un travaso di costi da un ente all' altro che finirà per gravare inevitabilmente sulle tasse di tutti. L' estate scorsa gli ambientalisti avevano presentato un esposto denunciando che l' area sulla quale dovrebbe sorgere l' impianto non era ancora dell' Amia, che pure ne aveva rivendicato la titolarità garantendosi l' aggiudicazione della gara d' appalto. L' area è quella del poligono di Bellolampo. La storia comincia in realtà tre anni fa. In vista del nuovo corso che porterà al varo del piano da mille milioni di euro per i termovalorizzatori, l' Amia ha in corso una difficile partita con la Difesa per ottenere un pezzo del vecchio poligono. L' obiettivo dichiarato è quello di realizzare una quarta vasca di accumulo dell' immondizia, e per farla occorre appropriarsi anche della zona di tiro gestita dall' Esercito. L' intesa viene raggiunta quando i partner in campo, con la supervisione della struttura commissariale per l' emergenza gestita dal presidente Cuffaro e nelle mani del subcommissario Felice Crosta, ottengono un sì della Difesa. Il poligono va via a patto che trovi un' altra area. Che viene individuata in contrada Cippi, nei dintorni di Monreale. L' area però è da bonificare perché sede di un' azienda per lo smaltimento di rifiuti speciali, la Ecolit. Insomma è una discarica che deve essere ripulita per intero e poi attrezzata. Al tavolo degli accordi ci si intende anche sulla necessità di bonificare. Occorreranno però molte carte per decidere la più semplice delle questioni: chi pagherà per questo? Dall' analisi svolta da Legambiente sullo stratificarsi di interventi e intese, risulta che progressivamente il costo dell' intera operazione viene spostato sempre di più in direzione del Comune. E sono poco meno di 27 miliardi di lire. I primi 5 miliardi e 700 milioni serviranno a realizzare il nuovo poligono, gli altri 21 per la quarta vasca. Un onere finanziario che verrà caricato per intero sui cittadini. Con il varo della gara per i termovalorizzatori, nell' agosto 2002, l' Amia che vi partecipa in associazione temporanea di imprese ha in mano una sorta di compromesso sull' ex poligono. Per entrarne in possesso definitivamente occorrerà garantire alla Difesa la nuova zona di tiro e procedere al collaudo della nuova struttura. Così prevede espressamente una clausola dell' accordo. La gara per il termovalorizzatore prevede invece la titolarità dell' area. Giocando sul possesso, l' Amia rivendica di avere il requisito richiesto. Per Legambiente non è affatto così: da qui l' esposto e l' inchiesta della magistratura, affidata al pm Costantino De Robbio. Scavando si scopre che tutti gli oneri del piano saranno a carico dell' amministrazione comunale e non del gestore dell' impianto. Dunque sulla tassa dei rifiuti peserà anche il costo del nuovo poligono. E non è tutto. Perché, nonostante il danno, il Comune si mostra attivo nel garantire la fattibilità dell' operazione Bellolampo. Tanto che il progetto per il nuovo poligono è stato messo a punto dalla stessa amministrazione, attraverso il proprio ufficio tecnico. - ENRICO BELLAVIA