080226_interrogazione Stranieri

  • June 2020
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  • Words: 446
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Egregio Sig. Sindaco, quattro consiglieri di maggioranza, in un documento pubblicato sull’Informatore del 21 febbraio 2008, “processano” il Partito Democratico cittadino e alcuni suoi componenti, formulando una serie di accuse che riporto di seguito. La prima accusa rivolta al PD consisterebbe nell’aver permesso la partecipazione politica attiva a due persone di religione musulmana, i signori Hirate e Khamis. A questi, secondo i quattro consiglieri, dovrebbe esser vietato l’esercizio della partecipazione politica, attiva o passiva, in quanto non avrebbero “dimostrato fattivamente la volontà di integrarsi”. La seconda colpa dei Democratici sarebbe quella di essere solidali con le richieste degli stranieri in città, prima fra tutte la realizzazione del centro culturale islamico. L’ultima accusa formulata nel documento dei quattro consiglieri è posta a carico di tutti gli stranieri e consisterebbe nella “contaminazione” della nostra città. La prima accusa non la comprendo. Casomai in un paese democratico sarebbe un reato vietare la partecipazione alla vita politica a due cittadini che da decenni vivono e lavorano onestamente in questa città. E poi quali ulteriori prove dovrebbero portare i signori Hirate e Khamis a sostegno della loro volontà di integrazione? La seconda accusa, nelle intenzioni dei firmatari del documento, dovrebbe rivelare alcuni propositi fino ad ora celati del PD. In realtà non svela un bel niente: sosteniamo da sempre, e non lo abbiamo mai nascosto, che poter disporre di un luogo dignitoso per incontrarsi, parlare o pregare, è un diritto di tutti. Ma è l’ultima delle accusa che dovrebbe preoccupare noi tutti. E’ molto grave che i quattro consiglieri parlino di rischio “contaminazione” come “termine orrendo” perchè così facendo di fatto accusano tutti gli stranieri, indistintamente, di essere portatori di una qualche forma di terribile contagio nei confronti della nostra città. Signor Sindaco non posso chiederle formalmente di difendere la dignità di due onesti cittadini dalle dichiarazioni dei quattro consiglieri di maggioranza. Ma posso chiederle di esprimere una sua opinione sull’impianto accusatorio contenuto nel documento. Dica a tutti noi se intende condividerlo o condannarlo. Le chiedo inoltre se non ritenga opportuno intervenire in difesa di principi largamente condivisi nel nostro paese, e non solo nel partito che ho partecipato a fondare: democrazia, partecipazione, libertà di espressione e di culto. Chiedo infine a lei, massima carica istituzionale della nostra città, di rappresentare tutti i vigevanesi per bene e di difendere la dignità di quanti, pur non essendo nati in Italia, hanno scelto Vigevano per vivere e lavorare onestamente. Cordialmente, Antonio Costa

Copia di questo documento, esclusa quest’ultima parte, è stata inviata alla stampa. E’ naturalmente preferibile una risposta a mezzo stampa. Nel caso questa ipotesi non venisse presa in considerazione si richiede risposta scritta ai sensi dell’art. 43 comma 3 DLg 267/2000.

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