18 IL CASO
SPORT
martedì 3 novembre 2009
UNA NOTA STONATA NEL MOMENTO DI EUFORIA DEL NAPOLI: I RAPPORTI TESI TRA IL POCHO E DE LAURENTIIS
Patron-Lavezzi: gelo da sciogliere di Raffaele Auriemma
LO STABIESE VUOLE ESSERE TITOLARE AL MASSIMINO
NAPOLI. C’è una nota stonata nel
Quagliarella scalpita Ora basta panchina
momento di enfasi che sta vivendo il Napoli. Tra Aurelio De Laurentiis e il suo calciatore più talentuoso è calato il gelo. Ormai da tempo Lavezzi e il patron vivono come separati in casa, addirittura evitano pure di salutarsi, a causa delle incomprensioni nate questa estate dopo la partenza anticipata del Pocho per le vacanze estive. Da quel momento in poi è stato tutto un susseguirsi di accuse e di reazioni, di espressioni forti lanciate pubblicamente e di risposte acide riferite di persona. Una situazione di contrasto per nulla in sintonia con il clima di grande euforia che si sta vivendo a Napoli e nel Napoli. Come fare per arrivare ad una stretta di mano? Il sistema va trovato, anche se il carattere di entrambi non facilita l’operazione. Tutto nasce da quella richiesta avanzata da Lavezzi di ottenere dal Napoli il rispetto della promessa fattagli da Marino: il miglioramento dell’ingaggio a dicembre di un anno fa. Impegno mai più mantenuto e da quel momento in poi il risentimento di Lavezzi è andato via via crescendo, fino alla fuga dell’argentino che disertò l’amichevole di Bratislava, per fare rientro anticipato nella sua casa di Villa Gobernador Galvez. Poi l’avvertimento da parte del manager Mazzoni: «Il Pocho potrebbe non presentarsi in ritiro». Nessuna risposta sul fronte del club, curioso di conoscere le mosse del calciatore. La risposta si tradusse in un segnale di disgelo: Lavezzi si presentò puntuale e in buona forma nel ritiro austriaco di questa estate.
La stretta di mano tra De Laurentiis e Lavezzi il 3 agosto alla presentazione della squadra: un riavvicinamento non andato a buon fine
Tutto nasce dal mancato rispetto della promessa sull’adeguamento del contratto. Di lì in avanti, accuse e critiche anche pesanti del presidente, che aveva pensato pure di multarlo per lo smarrimento del passaporto. Ora l’argentino, se può, evita di salutarlo quando si incontrano Ma i rapporti rimasero tesi, anche per l’affondo del patron che, durante i Golden Goal di Sorrento, descrisse in maniera molto critica la vita privata dell’argentino. Quella esposizione ai media di fatti non legati alla sua attività di calciatore, lo turbarono non poco. E quando De Laurentiis creò le premesse per una riappacificazione pubblica, Lavezzi non lo assecondò. Accadde durante la sontuosa presentazione della squadra 20092010, il 3 agosto scorso al molo Beverello, sulla nave “Concordia” del-
SEPE CONVOCATO PER L’EUROPEO UNDER 19
Stamattina si torna al lavoro Da verificare Campagnaro NAPOLI. Torna al lavoro il Napoli questa mattina. Dopo due giorni di riposo, Walter Mazzarri ha in programma una doppia seduta di allenamento. Il tecnico azzurro comincerà da subito a preparare la sfida in casa del Catania che si giocherà sabato pomeriggio alle 18. Lo staff medico deve valutare le condizioni di Campagnaro che anche sabato a Torino è uscito anzitempo per problemi muscolari. Stavolta, però, il toscano potrà contare anche su Santacroce che si è ristabilito definitivamente dopo l’intervento di pulizia al menisco del ginocchio destro. L’ex bresciano ci tiene a far bene e a convincere il nuovo tecnico che fino ad oggi ha dato a tutti una chance. Il resto del gruppo sta bene e quindi per la trasferta del Massimino, Walter Mazzarri, avrà l’imbarazzo della scelta. Il programma degli allenamenti prevede una seduta anche domani pomeriggio. La partenza per la Sicilia è prevista venerdì dopo la rinfinitura a Castelvolturno. SEPE CONVOCATO PER L’EUROPEO UNDER 19. Il tecnico Massimo Piscedda, ha convocato 22 giocatori per il primo girone di qualificazione al Campionato Europeo Under 19, in programma a San Marino dal 12 al 19 novembre. Nella lista c’è pure il giovane portiere della Primavera del Napoli, Sepe. Ecco la lista completa: Crescenzi e D'Alessandro (Grosseto), Caldirola, Temolada e Destro (Inter), Albertazzi e Zigoni (Milan), Sepe (Napoli), Adamo (Palermo), Bertolacci (Roma), Brosco (Triestina), Colombi (Pergocrema), Dumitru (Empoli), Galano (Bari), Grieco (Sampdoria), Ilari (Ascoli), Macheda (Manchester Utd), Paghera (Brescia), Sala (Chelsea), Sansone (Bayern Monaco), Taddei (Gubbio) e Vecchi (Parma).
la Costa crociere: all’abbraccio del patron, il Pocho reagì in maniera fredda, senza pareggiare la corrispondenza di un gesto fatto con tutta la buona volontà del presidente. Chi lo conosce sa che così come si lascia andare a critiche e rimproveri, immediatamente dopo il patron sa mostrarsi affettuoso e disponibile. Ma il Pocho ha un carattere orgoglioso, tanto da interrompere ogni tipo di rapporto personale con quello che resta comunque il suo datore di lavoro. Dì in avanti, Lavezzi evitò accuratamente gli incontri con il presidente e si racconta adesso che rinunci anche a tendere la mano quando De Laurentiis entra nello spogliatoio per salutare tutti. Que-
IL DIFENSORE
sto raffreddamento ha avuto come effetto la comprensibile reazione stizzita del presidente. Ecco perché insisteva così tanto nell’affibbiargli una multa, dopo aver fatto una telefonata di fuoco a lui ed al suo manager, per lo smarrimento del passaporto in Uruguay, con conseguente rientro ritardato in Italia. Ecco perché De Laurentiis dopo JuveNapoli parlò con enfasi di Cigarini, Aronica e Datolo, mentre alla domanda sull’impegno di Lavezzi rispose con un laconico: «Non mi esprimo sui singoli, ma sulla squadra...». Questo gelo tra De Laurentiis e il Pocho è l’unica nota stonata in un momento di grande euforia del Napoli. Basta poco per ritrovarsi, basterebbe che Lavezzi accettasse il riavvicinamento del patron, stringendogli la mano che gli tende. “Scurdammece ’o passat”...
rino, è stato come lo scoppio di una bomba in una chiesa, per la tifoseria tutta che era ancora raccolta in preghiera per il rocambolesco ma meritato pareggio strappato per i capelli al Milan sette giorni fa. Un religioso, simbolico raccoglimento per grazia ricevuta, vedi esonero di Donadoni, e per auspicio di una conferma del nuovo periodo di una era più brillante e soprattutto più ambiziosa. Conferma che è arrivata prorompente, gettando una ondata di entusiasmo e di ottimismo per il futuro, da non però esagerare, come ho sentito da qualche fanatico che faceva addirittura dei calcoli confrontando il calendario del Napoli con quello dell’Inter. Per carità, ora non esageriamo! Ma dopo tanto lungo squallore, uno sfogo può essere anche comprensibile. FINALMENTE IL GIOCO. Indubbiamente, il Napoli visto a Torino è stato di una esuberanza fisica e tecnica, rispetto alle zebre bianconere, che ha destato veramente impressione a tutti i ilvelli. Se fosse possibile mantenere per tutto l’arco del campionato quel ritmo e quella concentrazione, si potrebbero ambire veramente tutti i traguardi. Ma ogni cosa ha un limite, per cui non resta che infarinarsi in questa nuova era Mazzarriana e tornare soprattutto a rivedere un buon calcio e un gioco che al Napoli manca dai tempi di Reja. Ma restiamo, come suol dirsi,coi piedi per terra, come mi è parso di capire anche dalle dichiarazioni di tecnico e presidente, che mi sono apparse attempate e giuste per innaffiare gli entusiasmi esagerati e avveniristici per il futuro azzurro. MI SPIACE PER CIRUZZO. Ho seguito, stando sabato a Roma, la partita
nella seconda partita del campionato sembrava l’inizio di una stagione in discesa ma con il passare delle giornate sono arrivati i problemi. Si è sbloccato in casa col Bologna all’esordio di Mazzarri firmando il pareggio momentaneo mentre a Firenze ha sbagliato incredibilmente un rigore. È un periodo no, dunque, ma conoscendo Quagliarella c’è la certezza che si rimetta subito in corsa magari segnando a modo suo. Negli occhi dei napoletani c’è ancora quella traversa colpita da metà campo contro il Livorno. Magari la ripeterà sabato a Catania al cospetto di un Mascara che ha nel cilindro le sue stesse giocate. saca
ARONICA ENTUSIASTA: «ABBIAMO LANCIATO IL PATRON IN ARIA»
«Non roviniamo tutto col Catania» NAPOLI. Si può essere stati anche di scuola Juve e aver compiuto un miracolo a Reggio Calabria. Quando, però, si veste la maglia azzurra del Napoli e si compie una impresa come quella contro la Signora a Torino, allora si può parlare di emozioni irripetibili. Salvatore Aronica (nella foto) sta vivendo un momento straordinario con la squadra partenopea. Da quando è arrivato Mazzarri è diventato titolare fisso e ha dato il suo apporto nelle tre vittorie e il pareggio incassati. Sabato pomeriggio all’Olimpico è andato pure vicino al gol della vita ma Buffon si è superato e gli ha messo la palla di poco sopra la traversa. «Ho capito quello che avevamo fatto a Torino - ha detto Aronica a Radio Marte -quando ho visto la gioia dei napoletani all'aeroporto di Capodichino. È stato fantastico. Al terzo gol di Hamsik abbiamo visto tifosi azzurri spuntare dappertutto e la
tribuna dell'Olimpico urlare di gioia. Lì ci siamo resi conto che stavamo cogliendo un'impresa storica. È stata una emozione fantastica. Ci voleva, per noi e per questa tifoseria meravigliosa». Ci voleva anche per De Laurentiis che dopo essere sceso nel primo tempo negli spogliatoi proprio non si aspettava che al termine della gara dovesse essere portato in trionfo dai giocatori. «Finita la partita -
LE PILLOLE RESTIAMO UMILI. La vittoria, anzi per meglio dire, il trionfo del Napoli a To-
NAPOLI. Una panchina può bastare. Fabio Quagliarella (nella foto) proprio non vuole restare più fuori dalla formazione titolare del Napoli. Avrà anche qualche problema fisico e segnerà pure poco (3 gol in undici gare), ma quel posto là davanti al fianco di Lavezzi ed Hamsik è suo. Per amore della casacca azzurra ha rinunciato ad offerte molto più onerose in estate e mai si pentirà di aver accettato di tornare a casa, ma se continua a restare fuori rischia seriamente di andare in depressione. Venerdì scorso Mazzarri ha parlato con lui per quaranta minuti. Mentre partivano per Torino, il tecnico gli ha spiegato il perché gli preferisse Denis contro la Juventus. Nessun’affronto, solo una scelta obbligata visto che il centravanti di Castellammare di Stabia non è al top. A Catania, però, proprio non accetterebbe un’altra bocciatura. Contro gli etnei vuole esserci a tutti i costi con la speranza di essere fondamentale per il risultato finale. Almeno per il momento la scena è tutta di Hamsik che ha segnato sette gol ma si sa che il popolo partenopeo vuole lui come protagonista. La doppietta siglata al Livorno
ha proseguito Aronica - il presidente si è unito alla nostra gioia. E così lo abbiamo abbracciato e lanciato in aria. Abbiamo coinvolto il De Laurentiis nell’entusiasmo generale ed è stato un momento bellissimo. Ci siamo goduti questa bella vittoria ma adesso stiamo già pensando a preparare la partita di Catania.Ci aspetta un match delicato e speriamo di chiudere bene questo segmento di campionato.
Tra l’altro per me è un derby. Sono palermitano e giocare a Catania è sempre particolare. Insieme al mister dovremo preparare con attenzione e meticolosità questa partita, perché c'è fiducia ed entusiasmo e non vogliamo sprecare tutto cadendo in errori passati. Siamo concentrati e lavoreremo con massimo impegno per ottenere un buon risultato anche sabato». Aronica e Mazzarri si conoscono da tempo. Insieme hanno già fatto un miracolo partendo da -11. «Walter è una vecchia volpe - ha concluso - sapevo cosa poteva dare alla squadra ma è anche vero che il gruppo ha risposto benissimo. Siamo stati noi stessi a fare cerchio e comprendere che non avevamo più alibi e non dovevamo sbagliare più. Questa molla, unita alla spinta psicologica che ci ha dato Mazzarri, ha creato i presupposti per la svolsalcai ta».
DI CLEMENTE HENGELLER
in tv nella redazione della Gazzetta dello Sport-Corriere della Sera, e confortato dall’appoggio e dalla presenza del collega Franco Carrella, napoletano doc, ho potuto seguire l’incontro tra l’ammirazione degli altri colleghi presenti, tutti stupiti e sorpresi dalla prestazione azzurra. Visti sui maxischermi di Sky, alcuni episodi sono stati veramente da cineteca, a cominciare dal brivido iniziale del gol mancato da Giovinco,alle fughe sulla sinistra di Datolo, alla rabbia di Gargano nel togliere il pallone all’avversario, alla mira che prende Hamsik nel finale per il piattone da indirizzare nell’incrocio, alla cattiveria di Amauri nel calcio in faccia a De Sanctis a terra nella mischia gigante finale. In più comprenderei anche la “chicca” del fermo immagine con il “vis a vis” dei fratelli Cannavaro. Insomma, una delle più belle partite degli ultimi tempi,grazie anche alla Juventus. Unico cruccio, per me, la battuta di arresto per Ciro Ferrara, che stava risalendo. SOFFERENZE ETNEE. I cambi che Mazzarri ha fatto in corsa a Torino, indubbiamente avranno ora un certo peso nella scelta dei nomi per la formazione da mandare sabato (ancora e pure alle 18)in campo a Catania. Squadra che vince non si tocca, dice la massima,ma certamente non sarà quella schierata nel primo tempo. Datolo, al momento, credo sia intoccabile e penso che si profili una altalena tra Contini e il sicuro rientrante Santacroce, e uno scambio tra Denis e Quagliarella, soprattutto per dare allo stabiese la possibilità di poter rientrare in forma. Il momento non è felice per i siciliani, per cui la necessità di fare risultato metterà gli azzurri a dura prova. Sarà una buona oc-
casione per avere la possibilità di constatarne il comportamento contro una cosiddetta “piccola” del campionato. CHI È L’ANTI INTER? Intanto al Nord già cantano vittoria. I sette punti di vantaggio dell’Inter sulla coppia Juve-Sampdoria non credo siano sufficienti per gridare già al successo.Certo, i bianconeri li abbiamo valutati, i blucerchiati già cominciano a pagare le conseguenze dell’ultima cassanata, col barese che dice di voler andar via per i fischi dei tifosi. Ma io terrei in considerazione, invece, ancora il Milan, che è in ripresa, la stessa Fiorentina con un Gilardino sempre uomo-gol, e perché nò, lo stesso Napoli ammirato a Torino. Quindi anche gli interisti farebbero bene a moderare gli entusiasmi, visto che sono anche senza il rimpianto Ibra e alle prese con le partite di Champions, già da domani sera a Kiev. CHAMPIONS DA SBALLO. Si presenta anche fitto il programma solito infrasettimanale internazionale, a cominciare da questa sera, con la partitissima di San Siro tra Milan e Real Madrid, con gli spagnoli corrosi dalla rabbia del risultato dell’andata da vendicare. Ovviamente è offuscata la trasferta della Juventus opposta al Maccabi Haifa. Domani,poi,incertezza e curiosità per l’Inter contro la Dinamo di Kiev e la Fiorentina che ospita il Debrecen. E giovedì, per l’Europa League, solo a Marassi per il Genoa buone prospettive contro i francesi del Lilla. Per Roma e Lazio, in lieve ripresa, potrebbe essere l’occasione buona per una flebo di fiducia in un momento non certo dei più felici per il calcio della capitale.