Progetto Helianthus II,rientrante nel Pon La scuola per lo sviluppo “Salvare l’arte per salvare l’uomo” Rionero in Vulture Marzo-Aprile 2006 Dott. Antonio Oliveto
I. Il Patrimonio culturale Patrimonio culturale Beni culturali e beni paesaggistici Codice dei beni culturali Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale Il concetto didattico dei beni culturali Individuazione beni culturali specifici (mostre, gallerie, ville, parchi…) Beni oggetto di specifiche disposizioni di tutela
II. Preistoria Studiare il passato: Geologia, Stratigrafia, Paleontologia, Archeologia. Suddivisione dei tempi geologici Il Vulture: nascita ed evoluzione La preistoria del bacino di Atella Il sito paleolitico del cimitero di Atella (Pitture rupestri, litica, animali) Altri siti importanti sulle rive del lago
III. Età romana Il Vulture in epoca romana Rionero “Pagus” di Venosa Scavi di contrada S.Francesco, contrada Cappella del Priore ed in contrada Padulo Le ville e le terme romane Torre degli Embrici La decadenza dell’ Impero romano e le invasioni barbariche
IV. Medioevo Inquadramento storico Monaci Basiliani e Benedettini (gli itinerari monastici) Architettura medievale (la Chiesa di S. Antonio Abate) Divisione del territorio tra Francesi e Spagnoli (2 Aprile 1502) Verso l’età moderna fino a Giustino Fortunato.
PROGETTO HELIANTHUS II, RIENTRANTE NEL PON, La scuola per lo sviluppo
“Salvare l’arte per salvare l’uomo”
Rionero in Vulture (PZ)
I. Il Patrimonio culturale Patrimonio culturale Beni culturali e beni paesaggistici Codice dei beni culturali Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale Il concetto didattico dei beni culturali Individuazione beni culturali specifici (mostre, gallerie, ville, parchi…) Beni oggetto di specifiche disposizioni di tutela
PATRIMONIO CULTURALE Il Patrimonio culturale è costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici BENI CULTURALI: sono beni culturali le cose immobili e mobili che, ai sensi degli art. 10 e 11, presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà BENI PAESAGGISTICI: sono beni paesaggistici gli immobili e le aree indicate all’art. 134, costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio, e gli altri beni individuati dalla legge o in in base alla legge
Codice dei beni culturali e paesaggistici Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n.42 IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA EMANA: Il seguente decreto legislativo: Art. 1 - 1. E’ approvato l’unito codice dei beni culturali e del paesaggio, composto di 184 articoli e dell’allegato A, vistato dal ministro proponente.
Sommario Disposizioni generali Beni culturali: tutela; vigilanza e ispezione; protezione e conservazione; circolazione in ambito nazionale e internazionale; ritrovamenti e scoperte; espropriazioni; fruizione e conservazione; valorizzazione; consultabilità dei documenti degli archivi e tutela della riservatezza. Beni paesaggistici: tutela e valorizzazione; individuazione dei beni paesaggistici; pianificazione paesaggistica; controllo e gestione dei beni soggetti a tutela; disposizioni di prima applicazione e transitorie Sanzioni
Tutela del patrimonio culturale “La tutela consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette, sulla base di una adeguata attività conoscitiva, ad individuare i beni costituenti il patrimonio culturale ed a garantire la protezione e la conservazione per fini di pubblica fruizione.” CODICE DEI BENI CULTURALI, disposizioni generali art. 3
Valorizzazione del patrimonio culturale “La valorizzazione consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio stesso. Essa comprende anche la promozione ed il sostegno degli interventi di conservazione del patrimonio culturale” CODICE DEI BENI CULTURALI, disposizioni generali, Art. 6
Il concetto fondamentale è: “I beni culturali, infatti, possono consentire di riannodare il filo della continuità tra passato e presente e di ricostruire la rete di relazioni, oggi compromessa, tra uomo e ambiente, ridando senso ed orientamento al nostro agire” DIDATTICA TRASVERSALE E ORIENTATIVA DEI BENI CULTURALIAMBIENTALI E DEL PAESAGGIO, Luigi DE NICOLA.
Sono beni culturali: •
• •
Le raccolte di musei, pinacoteche, gallerie ed altri luoghi espositivi dello Stato; Gli archivi e singoli documenti dello Stato, delle regioni e di altri enti pubblici; Le raccolte librarie delle biblioteche dello Stato;
Sono altresì beni culturali: •
• • •
Le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico particolarmente importante non appartenenti allo stato; Gli archivi e i singoli documenti, appartenenti a privati; Le raccolte librarie, appartenenti a privati; Le cose immobili e mobili, a chiunque appartenenti, che rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento alla storia politica, militare, della letteratura, dell’arte e della cultura in genere;
Infine: • • • • • • • • • •
Le cose che interessano la Paleontologia, la Preistoria e le primitive civiltà; Le cose di interesse numismatico; I manoscritti, gli autografi, i carteggi, gli incunaboli, nonché i libri, le stampe e le incisioni, con relative matrici, aventi carattere di rarità e di pregio; Le carte geografiche e gli spartiti musicali avente carattere di rarità e di pregio; Le fotografie, le pellicole cinematografiche ed i supporti audiovisivi; Le ville i parchi e i giardini che abbiano interesse artistico e storico; Le pubbliche piazze, strade, vie di interesse artistico e storico I siti minerari di interesse storico ed etnoantropologico; Le navi e i galleggianti aventi interesse artistico, storico od etnoantropologico; Le tipologie di architettura rurale aventi interesse storico od etnoantropologico quale testimonianze dell’economia rurale tradizionale;
Non sono soggette alla disciplina dei beni culturali:
Le opere di autore vivente o la cui esecuzione non risalga ad oltre cinquanta anni.
Beni oggetto di specifiche disposizioni di tutela: • • • • • • • •
Gli affreschi, gli stemmi, i graffiti, le lapidi, le iscrizioni, i tabernacoli e gli altri ornamenti di edifici; Gli studi d’arte; Le aree pubbliche; Le opere di pittura, di scultura, di grafica e qualsiasi oggetto d’arte di autore vivente o la cui esecuzione non risalga ad oltre cinquanta anni; Le fotografie e le opere cinematografiche, I mezzi di trasporto aventi più di settantacinque anni; I beni e gli strumenti di interesse per la storia della scienza e della tecnica aventi più di cinquanta anni; Le vestigia individuate dalla vigente normativa in materia di tutela del patrimonio storico della Prima guerra mondiale;
La conoscenza di se stessi non può prescindere dalla conoscenza di chi eravamo, da dove venivamo e cosa facevamo. La nostra storia è la storia di se stessi
II. Preistoria Studiare il passato: Geologia, Stratigrafia Paleontologia, Archeologia. Suddivisione dei tempi geologici Il Vulture: nascita ed evoluzione La Preistoria nel bacino di Atella Il sito Paleolitico del cimitero di Atella (Pitture rupestri, litica, animali) Altri siti importanti sulle rive del lago
Studiare il passato Geologia: scienza che studia la storia della terra, la composizione della crosta terrestre, i processi della formazione delle rocce, la cronologia terrestre con la divisione in ere, periodi, epoche e i fossili caratteristici corrispondenti.
Stratigrafia: ramo della geologia che ricostruisce l’ età relativa delle rocce basandosi sui caratteri fisici degli strati e analizzando i fossili in essi contenuti.
Fossile: organismo appartenente a epoche remote e conservati spesso per pietrificazione nella crosta terrestre.
Studiare il passato Paleontologia: branca della geologia che si occupa dello studio delle antiche forme di vita, il paleontologo utilizza la conoscenza della geologia, della botanica e della zoologia per individuare gli organismi del passato che si sono conservati fino a noi.
Archeologia: Scienza che si occupa delle antichità sotto il profilo storico e artistico. L’archeologo si propone di interpretare i documenti non scritti, inoltre ricerca, ordina e studia reperti di diversa natura: manufatti di pietra, ferro, bronzo, terracotta, tipi di sepoltura e resti fossili; osserva e ricostruisce la vita dei nostri antenati.
Vulture: nascita ed evoluzione
Attraverso una frattura marginale, circa 800-750.000 anni fa, si ha una risalita di magma, dal quale prende inizio la vita di quello che diverrà l’apparato vulcanico del Vulture.
Vulture: nascita ed evoluzione Circa 750.000 anni fa inizia la vera e propria fase costruttiva dell’apparato vulcanico: fasi esplosive durante le quali vengono eruttati ceneri, lapilli e bombe, si alternano a fasi effusive, nelle quali si ha l’emissione di lave Intorno ai 600.000 fa inizia la fase distruttiva del vulcano, caratterizzata dalla sua fase di attività più intensa (parossismo)
Vulture: nascita ed evoluzione L’attività esplosiva durerà fino a circa 500.000 anni fa, da questo periodo in poi ci sarà una fase di quiescenza abbastanza lunga che vedrà gli ultimi momenti di vita del bacino lacustre di Atella, formatosi in seguito alla nascita del vulcano e modificatosi in dipendenza delle sue attività.
Vulture: nascita ed evoluzione Oggi l’apparato vulcanico, quiescente da quei lontani tempi, si presenta come un grande cono mancante della sua parte sommitale, due piccoli invasi lacustri occupano attualmente la caldera (i laghi di Monticchio).
Il suo profilo, unito allo scuro colore della vegetazione, giustifica la suggestione che ha suggerito agli antichi abitanti del luogo il suo nome, quello di un grande uccello predatore con le ali distese sul territorio.
La preistoria nel bacino di Atella Le più antiche testimonianze dell’uomo preistorico, nel bacino di Atella, sono state individuate intorno al 550-500.000 anni fa, un gruppo umano, rappresentato dall’Homo erectus, impeganto nelle attività di caccia lungo le rive del lago, dove gli animali andavano ad abbeverarsi.
La preistoria nel bacino di Atella La presenza dell’Homo erectus è documentata fino a circa 150100.000 anni fa, si trattava di uomini tarchiati, di non alta statura, piccola capacità cranica e volto senza mento.
La preistoria nel bacino di Atella Intorno agli 80-60.000 anni fa, comparirà un altro cacciatore, l’uomo di Neanderthal, le poche testimonianze che ci ha lasciato sono pochi utensili di pietra.
La preistoria nel bacino di Atella L’ Homo sapiens, molto simile all’uomo attuale, è documentato da pochi strumenti litici, intorno ai 32.000 e 30.000 anni fa. Dopo queste scarse testimonianze si ha un’assenza di frequentazioni preistoriche.
La preistoria nel bacino di Atella Vuoto che si interrompe con l’arrivo di cacciatori mesolitici circa 9.000 anni fa, da questo momento ci saranno frequentazioni continue del territorio. Di notevole interesse le incisioni rupestri lasciateci da questo gruppo di cacciatori nel celebre Riparo F. Ranaldi a Serra Piscioni, rappresentanti cervidi al pascoli realizzate in ocra rossa.
Gli animali Grazie agli scavi del sito del Cimitero di Atella abbiamo qualche conoscenza degli animali che frequentavano il paleolago Sicuramente i resti più importante appartengono all’Elephas antiquus…
Gli animali L’Elephas antiquus è un mammifero di grande taglia forse uno dei più grandi mammiferi terrestri: era molto più alto dell’elefante attuale aveva le zanne due volte e mezzo più lunghe
Gli animali L’impronta di una zampa impressasi nel fango costiero del lago, denuncia un diametro di circa 40 centimetri
Il sito Paleolitico del cimitero di Atella Scoperto in seguito alle indicazioni fornite Dott. Di Muro nel 1989, il deposito preistorico è stato oggetto di scavi e ricerche ininterrottamente dal 1990 ad oggi. La stratigrafia dei depositi che contengono reperti preistorici è molto complessa e caotica
Il sito Paleolitico del cimitero di Atella L’industria litica: l’attività dell’uomo è testimoniata dalla presenza dei suoi manufatti litici che utilizzavano per le loro battute venatorie (di caccia). Si tratta principalmente delle cosiddette amigdale o bifacciali
Il sito Paleolitico del cimitero di Atella È stato accertato che i paleolitici scelsero una materia prima leggera (radiolarite porosa) non comune nel territorio, realizzavano essenzialmente strumenti a forma di mandorla particolarmente adatta al lancio con lo scopo più che altro di impaurire e ferire la preda
La caccia all’elefante…
Altri siti importanti sulle rive del lago Altre testimonianze importanti provenienti da giacimenti paleolitici si attestano a Notarchirico di Venosa e a Masseria Palladino (Filiano)
III. Età romana Il Vulture in epoca romana Rionero “Pagus” di Venosa Scavi di contrada S.Francesco, contrada Cappella del Priore ed in contrada Padulo Le ville e le terme romane Torre degli Embrici La decadenza dell’ Impero romano e le invasioni barbariche
Il Vulture in epoca romana Intorno al 291 a.C. le popolazioni del Vulture furono assoggettate ai Romani che fondarono una delle loro floride colonie a Venosa. La città si trovava in una posizione di considerevole importanza strategica in quanto centro di comunicazione delle Puglie con la Lucania e dei Sanniti con Taranto
Il Vulture in epoca romana Il territorio di Venosa chiuso ad Oriente dall’agro di Banzi e a settentrione dall’agro di Canosa, si estendeva ad occidente per tutto il Vulture e per l’alta e media Valle di Vitalba, ove confinava con il territorio di Conza.
Il Vulture in epoca romana Il territorio del Vulture è attraversato da diversi itinerari sia della transumanza che commerciali: Via Herculeia, collegava Venusia con Potentia e la Val d’ Agri.
La strada verso il marmo Platano per il passo delle Crocelle di Bella, strada che servi ad Annibale per abbandonare il console Marcello nel corso della battaglia di Numistrum
Il Vulture in epoca romana Dunque Rionero era un “pagus” Venosino Pagus: villaggio, borgo, da qui “pagano”cioè abitante del villaggio
Molto probabilmente divenne uno dei centri strategici di raccolta per le truppe romane, che si cibavano dei prodotti della nostra terra, carni di maiale tritate e conservate nelle budella dell’animale, dette dai romani le “lucanine”, le odierne salsicce.
Il Vulture in epoca romana Le evidenze archeologiche confermano queste tesi, infatti, in contrada Serra S.Francesco, Cappella Priore e Padulo sono state riportate alla luce monete, sigilli in bronzo, mottoni con bolli etc. Inoltre nelle sepolture scoperte negli anni 80 sono stati rinvenuti molti altri oggetti, ceramica a figure rossa, spiedi e candelabri in piombo. Queste evidenze archeologiche appartengono al V° secolo a.C.
Ville e Terme romane L’architettura romana ci ha lasciato numerosi segni del suo passaggio: Ponti, acquedotti, strade, anfiteatri, templi.
Anche nella zona di Rionero sono stati individuati alcuni resti di strutture tipiche dell’architettura romana
Ville e Terme romane Le terme
Ville e Terme romane Le ville
LE VILLE ROMANE
La Villa romana La villa era originariamente una casa di campagna romana costruita per le classi più elevate. Secondo Plinio il Vecchio, vi erano due tipi di villa: la villa urbana, che era una residenza di campagna che poteva essere facilmente raggiunta da Roma (o da un'altra città) per una notte o due e la villa rustica, la residenza con funzioni di fattoria, occupata in modo permanente dai servi, i quali generalmente si occupavano della proprietà, che ruotava attorno alla villa, che poteva essere abitata stagionalmente.
La Villa romana C'era una certa concentrazione di ville imperiali nei pressi della baia di Napoli, in particolare modo sull'isola di Capri e sul Monte Circeo sulla costa di Anzio.
La Villa romana Villa Adriana I ricchi romani fuggivano dalle calure estive nelle colline vicino Roma, specie a Frascati (Villa Adriana). Cicerone si dice possedesse non meno di sette ville, la più antica delle quali era presso Arpinum, che aveva ereditato. Plinio il Giovane ne possedeva tre o quattro, delle quali la più conosciuta in base alle sue descrizioni è presso Laurentium.
Villa dei Misteri Questo grandioso edificio è tra i più interessanti, per l'armoniosa e singolare disposizione degli ambienti e per la superba decorazione pittorica. Sorto nella prima metà del II secolo d. C., fu più volte modificato ed ampliato; ora si presenta come una costruzione quadrilatera circondata da terrazze panoramiche, da un giardino pensile e loggiati.
Villa dei Misteri
La via verso la villa dei misteri
Gli affreschi della villa
Villa dei Misteri L'ingresso attuale è dalla parte opposta a quello principale che, secondo la caratteristica propria delle ville pseudourbane messa in rilievo anche da Vitruvio, immetteva direttamente nel peristilio.
Villa dei Misteri Attraverso un cubicolo che s'apre sul tablino, o direttamente da un'ala del portico, s'accede alla Sala del Grande Dipinto.
Villa dei Misteri Sulla pareti si svolge il grande fregio dionisiaco che costituisce uno degli avanzi più cospicui della pittura antica. Databile intorno alla metà del I secolo a. C., è una megalografia composta da ventinove grandi figure raggruppate in alcune scene, l'interpretazione delle quali è ancora discussa.
Villa dei Misteri Si tende comunque a pensare che il fregio rappresenti l'Iniziazione delle spose ai Misteri Dionisiaci.
LE TERME
Le Terme Le terme romane erano degli edifici pubblici con degli impianti che oggi chiameremmo igienico-sanitari. Sono i precursori degli impianti odierni e rappresentavano uno dei principali luoghi di ritrovo durante l'antica Roma.
Le Terme Esistevano due classi di terme, una più povera destinata alla popolazione minuta e una destinata ai ricchi, che erano dei veri e propri monumenti, piccole città all'interno della città.
Le Terme Le prime terme nacquero in luoghi dove era possibile sfruttare le sorgenti naturali di acque calde o dotate di particolari doti curative. Col tempo, soprattutto in età imperiale, si diffusero anche dentro le città, grazie allo sviluppo di tecniche di riscaldamento delle acque sempre più evolute.
Le Terme
Le Terme La sviluppo interno tipico era quello di una successione di stanze, con all'interno una vasca di acqua fredda (il frigidarium), tiepida (tepidarium) e calda (calidarium).
Le Terme Il Frigidarium era la prima camera, l’acqua fredda serviva a tonificare la pelle e stirare muscoli e nervi
Le Terme Il Tepidaruim era la camera di passaggio tra il caldo e il freddo, serviva a preparare il corpo alle temperature più elevate
Le Terme Il Calidarium era l’ultima camera, caldo e vapore accarezzavano la pelle e portavano a tutto il corpo una profonda sensazione di rilassatezza.
Le Terme Attorno a questi spazi principali, si sviluppavano gli spazi accessori: l'apoditerio (spogliatoio), il sudatorio e il laconico (simili ad una sauna), il destrictorio (sala di pulizia), il ginnasio (una sorta di palestra). All'interno delle terme più sontuose (come le Terme di Caracalla) potevano trovare spazio anche piccoli teatri, biblioteche.
Torre degli embrici Torre degli Embrici è un insediamento agricolo termale, risalente al periodo romano, tra fine dell’età republicana e l’inizio dell’età imperiale (dal I al IV secolo d.C.)
Torre degli embrici Tra fontane zampillanti e impianti termali, la villa patrizia era fornita di calidarium e tepidarium, composta da una pars urbana e una rustica, sono state rinvenute diverse strutture appartenenti a vari ambienti, con fontana nicchie e vasche.
Torre degli embrici In tutta l’area sono emersi abbondanti frammenti di intonaco dipinto, le ceramiche rinvenute includono frammenti di sigillata africana e italica, due lucerne intatte indicano la data del I secolo d.C., la presenza di piccole tessere suggeriscono la presenza di mosaici.
Torre degli embrici Le indagini archeologiche non sono state ancora accompagnata da pubblicazioni, pertanto ancora tanti altri particolari potrebbero essere svelati dagli studiosi, molto interessante è una statua acefala in marmo di Afrodite, copia di originali ellenistici risalenti alla scuola di Prassitele.
IV. IL MEDIOEVO Inquadramento storico Monaci Basiliani e Benedettini (gli itinerari monanstici) Architettura medievale (la chiesa di S. Antonio Abate) Divisione del territorio tra Francesi e Spagnoli Verso l’età moderna Giustino Fortunato
Inquadramento storico La decadenza dell’impero romano travolse anche il Vulture. Con la fine dell’impero si assiste alle sanguinose contese per il possesso del territorio.
Inquadramento storico In questo periodo Acerenza diviene caput Lucaniae, la città faceva capo a numerosi presidi fortificati che assistono alle devastazioni delle guerre tra Greci e Ostrogoti prima e tra bizantini e longobardi dopo, e con esse allo scontro tra chiesa latina e greca, monaci Benedettini e Basiliani.
Inquadramento storico Con l’invasione dei longobardi la storia ecclesiastica e civile della regione tace, i barbari sopprimono tutti i vescovi e chiudono tutti i conventi
Inquadramento storico Quando l’ 8 maggio del 663 i Saraceni vinsero nei pressi di Siponto, fu attribuito il merito a S. Michele, fu restaurata la diocesi di S. Michele di Benevento e il nuovo culto si diffuse in tutto il territorio.
Anche il Vulture era possedimento dei longobardi di Benevento. Tra le numerose grotte naturali scavate nella roccia ve ne era una posta a picco sul lago piccolo di Monticchio.
L’arrivo dei monaci La badia di S. Michele, non fu utilizzata dai longobardi come luogo di culto, bensì furono i monaci Basiliani che per sfuggire alle lotte iconoclastiche del 726, si erano rifugiati nell’Italia meridionale penetrando anche nel Vulture.
L’arrivo dei monaci Oltre alla vita contemplativa i monaci Basiliani esercitavano le loro virtù straordinarie, dotati di poteri quasi divini ad essi si attribuivano guarigioni miracolose e prodigiose che avevano del soprannaturale.
Monaci e chiese La presenza dei monaci Basiliani è attestata dai resti di cenobi, eremi e chiese rupestri, dentro la grotta di San Michele, un affresco bizantino raffigura Cristo benedicente tra Maria e S. Giovanni sullo sfondo e figure di Apostoli sulle pareti laterali.
Monaci e chiese L’azione dei monaci di S. Basilio favorì anche la penetrazione della civiltà e della dominazione bizantina. Secondo Giustino Fortunato, l’elemento etnografico del Vulture è in maggioranza bizantino: l’aglianico fu di loro importazione
Monaci e chiese Accanto ai Basiliani, si diffuse nella zona del Vulture anche la presenza dei Benedettini, che non si sa precisamente come o quando, fondarono in Monticchio il convento e la chiesa di S. Ippolito.
Le dominazioni straniere L’alto medioevo fu un periodo caratterizzato da guerre e contese feroci, fino alle vittorie Bizantine che fecero risorgere dappertutto chiese e vescovadi.
Le dominazioni straniere: I Normanni Nell’ aprile del 1041 un altro popolo, I Normanni, si impossessarono della zona occupando Melfi.
Le dominazioni straniere: gli Svevi Con il matrimonio tra Costanza, ultima erede, e Enrico di Germania, figlio di Federico Barbarossa, viene alla luce Federico II, incoronato nel 1220 amò il Vulture dove compì tante delle sue numerose opere.
La chiesa di San Antonio
Chiesa di S.Antonio Abate Le sue origini sono ignote, si ipotizza che sia stata edificata dai Benedettini di Monticchio. Accanto alla chiesetta i Cappuccini di Monticchio vi costruiscono un loro ospizio, che serve anche come stazione di sosta per il lunghi spostamenti verso Venosa, Acquatetta, Spinazzola etc.
Chiesa di S.Antonio Abate Con un decreto del 1779 l’Ospizio e la chiesa passarono al maggiore degli ordini cavallereschi, Il Real Ordine Costantiniano, il quale nomina un rettore. Di pertinenza dell’Ordine è anche l’altare di San Antonio.
Chiesa di S.Antonio Abate La famiglia Faraone provvede all’altare e alla cappella di San Francesco da Paola. L’altare centrale è dedicato alla Beata Vergine del Carmelo. Rovinata da l terremoto del 1851 venne restaurata quarantatrè anni dopo dal sacerdote Giuseppe Rigillo Faraone.
La divisione del territorio Una lapide fatta apporre da Giustino Fortunato sulla facciata della chiesa ricorda un evento: IN QUESTA CHIESA UN CAPITANO FRANCESE E UNO SPAGNUOLO CONVENUTI NEL 1° APRILE 1502 IN COSPETTO DI UN SACERDOTE ITALIANO CLEBRANTE IL RITO DELLA REDENZIONE PATTEGGIARONO LO SPARTIMENTO DI UN POPOLO PRIMA DI TRACCIARE CON LE PROPRIE LANCE I LIMITI DELLE TERRE ITALICHE O ITALIANI L’UNITA’ PATRIA SALVERA’ I NIPOTI E VOI DAL RINNOVAMENTO DI TANTA VERGOGNA 1° APRILE 1902
Giustino Fortunato
GIUSTINO FORTUNATO Nacque a Rionero nel 1848, verrà definito “l’apostolo del Mezzogiorno”. Laureatosi a Napoli in giurisprudenza, impegnato subito politicamente nel 1880 presenta la sua candidatura nel Collegio Elettorale di Melfi
GIUSTINO FORTUNATO Il suo grande merito fu di aver sollevato la famosa”questione meridionale”, denunciando le arretratezze economiche, le tristi condizioni sociali e infrastrutturali. Nel 1909 lascia volontariamente il Collegio di Melfi e viene nominato Senatore. Muore a Napoli nel 1932