Vera Democrazia

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Tratto dal blog di Peppe Carpentieri La vera democrazia Ottobre 8, 2008 by matierno Tutti conoscono il significato della parola democrazia: governo del popolo. L’articolo 1 della nostra Costituzione sancisce: la sovranità appartiene al popolo. Ebbene partendo dal semplice significato delle parole democrazia e sovranità popolare ci rendiamo conto, guardando la nostra società, che questi principi non hanno alcun riscontro con la “realtà” in cui noi viviamo. Il potere con l’uso della Programmazione Neuro Linguistica manipola le masse popolari facendo credere loro di essere libere, certe libere di consumare e di spendere moneta di proprietà privata della BCE. Freud fu fra i primi ad insegnare alle corporations SpA come manipolare le menti attraverso la pubblicità e creare bisogni indotti per fare incetta di acquisti. In un sistema socio-politico, come il nostro, che usa una moneta come mezzo di scambio per le merci, che misura la ricchezza con i soldi e col Prodotto Interno Lordo si intuisce quali siano le declinazioni delle libertà. Chi ha la proprietà del danaro possiede tutto. Per cui la violazione della sovranità monetaria sancisce la morte della democrazia rappresentativa europea. In Italia, si è partiti nel 1981 col ministro del Tesoro Andreatta (docente di Romano Prodi), Governo Forlani, sancendo la separazione fra il Tesoro e la Banca d’Italia, l’obiettivo finale di privatizzare la Banca d’Italia è stato raggiunto negli anni successivi. Se oggi possiamo ancora rivendicare l’usurpazione della proprietà della moneta è grazie alla nostra Costituzione che afferma: “la sovranità appartiene al popolo” (compresa quella monetaria ovviamente) e che “la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito” (art. 47 Cost.). Tali principi sono palesemente violati dall’articolo 105/A del trattato di Maastricth “la BCE ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote all’interno della Comunità” che di fatto usurpa i diritti dei popoli sovrani europei. Banca d’Italia e BCE sono di fatto società indipendenti e fuori dal controllo del popolo. E’ sufficiente leggere la natura ed il numero dei soci partecipanti dal sito di Bankitalia, e si percepisce che essa è stata privatizzata dove lo Stato è relegato con INPS ed INAIL a 42 voti contro 540 delle banche private SpA (2008). Ed è stata relegata ad un ruolo di secondo piano come si legge dall’articolo 1 del suo Statuto: “Quale banca centrale della Repubblica italiana, è parte integrante del Sistema europeo di banche centrali (SEBC). Svolge i compiti e le funzioni che in tale qualità le competono, nel rispetto dello statuto del SEBC“. Il “semplice” passaggio di mano da privato a pubblico è una palese violazione costituzionale (art. 1 e 47) e dovrebbe essere un reato per “appropriazione indebita” delle riserve auree di proprietà dello Stato. Ricordiamo due precedenti giuridici: nel 2005 Con sentenza 2978/05 la Banca D’Italia veniva condannata a restituire ad un cittadino (l’attore) la somma di euro 87,00 a titolo di risarcimento del danno derivante dalla sottrazione del reddito da signoraggio. E nel 2006, il 21 luglio con la sentenza n. 16751 le SS.UU. civile della Cassazione accoglievano il ricorso di Banca d’Italia sostenendo che: “[...]lo Stato esplica le proprie funzioni sovrane, tra le quali sono indiscutibilmente comprese quelle di politica monetaria[...]“. I cittadini europei sono “liberi” nella misura in cui sono obbligati a spendere un danaro privato – moneta debito - creato dal nulla e prestato agli Stati per consumare le merci prodotte dalle corporations SpA amiche dei banchieri. Questo tipo di sistema è virtuale, poiché la moneta è presente solo nei computer, essa è creata dal nulla senza alcun equivalente contro valore in oro, cioè una merce tangibile e reale, e col sistema del prestito (moltiplicatore monetario, formula matematica) e della riserva frazionaria - riserva frazionaria all’8%, accordi Basilea II - essa diventa debito per i popoli. La creazione della moneta debito col moltiplicatore monetario consente alle banche private di prestare soldi anche se non esistono realmente indebitando anche gli Stati in cambio di Titoli di Stato, altra carta. Se uno Stato chiede 1 miliardo di euro alla BCE, la Banca d’Italia e cioè i suoi soci SpA possono inserire la quota parte, in cambio di Titoli di Stato, come riserva frazionaria (un quantitativo obbligatorio di soldi contanti da tenere in cassa, l’8%) e creare moneta debito dal nulla col sistema del moltiplicatore monetario. In concreto, ad Intesa San Paolo SpA (a.d. Corrado Passera) spetterebbe il 30,3% del miliardo di euro e cioè 303 milioni di carta, moneta stampata ed Unicredit SpA (a.d. Alessandro S. Profumo) 157 milioni (quote e partecipazioni al 31 gennaio 2008). L’unico obiettivo di una SpA è massimizzare i profitti

e quindi 303 milioni inseriti in cassa come riserva consente di creare inflazione monetaria ed indebitare lo Stato. Altro esempio, un signore A deposita 100 euro in banca, un signore B può chiedere in prestito 92 euro. Intanto alla banca risultano esserci 100 euro sul conto di A ed ora ha un credito di 82 da B. In questo modo le banche creano soldi dal nulla mentre i cittadini devono sudare col proprio lavoro. Con questo sistema si creano soldi necessari a corrompere qualunque politico, finanziare le guerre, e sostenere le corporations SpA amiche. Comprendiamo che se queste sono le premesse non esiste alcuna democrazia rappresentativa dato che i partiti sono i migliori camerieri dei banchieri. Questo sistema finanziario virtuale frutto di un’usurpazione è alla basa della crisi finanziaria mondiale dei Paesi che subiscono la dittatura di Banche Centrali che emettono moneta dal nulla di proprietà privata. Ma esistono sistemi più democratici? Si esistono. Il popolo ovviamente deve poter esercitare ogni forma di sovranità e quindi deve essere proprietario della moneta che produce con una “Banca del popolo” ed, il quantitativo deve essere proporzionale alle merci ed i servizi immateriali prodotti per impedire l’inflazione. Inoltre è sufficiente applicare principi e regole già esistenti in molti Stati, 23 negli USA dove c’è l’iniziativa, “Town Meeting” nel New England, in Brasile col bilancio partecipativo diffuso poi in 500 città nel mondo, in Svizzera, in Baviera coi referendum locali ed Amburgo con la nuove legge elettorale ed il nuovo Statuto comunale di Chelsea scritto dai cittadini. Quindi in una vera democrazia, il cittadino è il proprietario della moneta, egli deve poter scegliere i propri candidati attraverso il sistema delle “primarie aperte” (diritto di autocandidatura) e deve poter scrivere il programma elettorale del proprio partito (programma partecipato). Ogni cittadino ha diritto di proposta (iniziativa popolare), e cioè proporre un disegno di legge. Nonostante in Italia siano previsti gli istituti dell’iniziativa popolare e del referendum abrogativo, questi confrontati con altri Paesi, risultano inefficaci poiché le regole che li attuano sono inefficaci ed ingannano il popolo. Altrove se dei cittadini raccolgono le firme per un’iniziativa popolare da presentare in Parlamento, esso ha l’obbligo di discuterla e se la rigetta viene indetto referendum propositivo dove i cittadini possono approvare la legge senza l’antidemocratico quorum di partecipazione per validità del referendum, che invece in Italia è al 50% + 1 degli aventi diritto al voto, caso unico al mondo. In Brasile esiste in ambito locale il Bilancio Partecipativo deliberativo dove i cittadini decidono direttamente come spendere il 25% del bilancio comunale. Il processo decisionale si articola in un anno solare durante la programmazione di assemblee deliberative popolari dove i cittadini elaborano il Piano degli Investimenti in base alle priorità da loro scelte. I rappresentanti eletti e gli uffici tecnici si impegnano ad eseguire le opere edilizie ed i servizi deliberati dal sovrano, il popolo, per l’anno successivo. Negli USA vi sono Stati che hanno tradizioni di democrazia diretta da oltre 300 anni, infatti la pratica dei Town Meeting, forme di assemblee popolari, servono anche per controllare il mandato dei Sindaci e non di rado i cittadini revocano il mandato – recall election - ai loro dipendenti ove non abbiano attuato parte del programma elettorale o per gravi motivi di corruzione e/o bancarotta. Purtroppo in Italia negli Statuti degli Enti Territoriali spesso si legge che i rappresentanti amministrano senza vincolo di mandato, così come accade per i Parlamentari. Ovviamente è più facile mutare gli Statuti degli Enti che la Costituzione per inserire strumenti e regole di democrazia diretta. I popoli che hanno grande tradizione di vera democrazia ci dimostrano che devono essere i cittadini a voler inserire strumenti efficaci, così come accaduto in Svizzera, in Brasile dal 1989 ed in alcuni stati degli USA. I sani principi costituzionali come sovranità popolare, tutela dei diritti umani, principio di uguaglianza e trasparenza rimangono fermi sulla carta se non c’è un popolo che li rivendica e li tutela tutti i giorni. La responsabilità del declino italiano è anche di un popolo funzionale e servo del potere che delega ogni cosa. Il potere crea “problemi” per dividere i cittadini, crea infantili dualità “destra” e “sinistra” per auto conservarsi: divide et impera. I rappresentanti eletti stanno di fatto spostando importanti poteri in ambito europeo dove i cittadini sovrani non possono controllare nulla e lo stanno accentrando nelle mani di pochi facendo degenerare quel minimo di democrazia rappresentativa oggi presente. E’ necessario risvegliare le coscienze addormentate e riappropriarsi della propria esistenza e dei reali valori umani finora inespressi.

“E’ un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, perchè se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina” (Henry Ford) La Programmazione Neuro Linguistica è una metodologia di sviluppo personale sviluppata nei primi anni ’70 da Richard Bandler e dal linguista John Grinder e grazie al contributo scientifico diretto o indiretto di tanti altri studiosi (tra cui Gregory Bateson[senza fonte]). Si tratta, a detta dei sostenitori di tale metodologia, di una metafora proposta come lettura della realtà che fornisce un modello non solo analitico, ma anche operativo. Ovvero, in altri termini, faciliterebbe il cambiamento, tramite un insieme di tecniche e strumenti (frutto anche dell’integrazione tra psicologia, linguistica, cibernetica e teoria dei sistemi) relativi alla comunicazione, alla percezione e all’esperienza soggettiva. Il moltiplicatore monetario è il rapporto tra la variazione della moneta e la variazione della base monetaria che ne è la causa. Supponiamo che si crei nuova base monetaria per 100 euro. Questa moneta viene accreditata sul conto di una banca 1 (per esempio perché la banca centrale ha acquistato titoli da un cliente della banca 1).

I titoli di stato sono, di fatto, delle obbligazioni. L’emittente è lo stato che riceve un prestito, per un certo periodo, da chi acquista il titolo. Alla scadenza del titolo lo stato rimborsa, oltre al capitale, anche un interesse. Gli interessi possono essere corrisposti anche durante la vita del titolo sotto forma di cedole. Piccola cronologia degli eventi 1694 nasce la Banca d'Inghilterra (nazionalizzata nel 1946, indipendente dal governo dal 1997), considerata a tutt’oggi la “madre” di tutte le banche centrali, nei principi e nei metodi. 1893 nasce la Banca d’Italia, dal 1926 emittente esclusivo di valuta, dal 1936 Istituto di diritto pubblico. 1913 nasce la Federal Reserve o FED, banca centrale privata su modello europeo, con esclusiva di stampare dollari. 1944 accordi di Bretton Woods (premessa di “Fondo Monetario Internazionale” e “Banca mondiale”). Il dollaro statunitense diventa valuta di riferimento: cambio fisso con le altre valute e loro riserva bancaria al posto dell’oro (gold exchange standard, controvalore fissato a 35 $ per oncia d’oro). I cambi fissi valutari vennero poi rideterminati (Ad es. Lire Italiane per dollaro: nel 1946 225/509, nel 1947 350/575, nel 1949 625, media nel 2001 2.196, luglio 2008 1.210). 1963, il 4 giugno il presidente JFK firmò l'ordine esecutivo 11110,[13] che conferiva al governo USA il potere di emettere moneta senza passare attraverso la Federal Reserve garantendo le proprie emissioni attraverso le riserve federali di argento e creando dunque un sistema bimetallico. 1971 Nixon abroga la convertibilità del dollaro in oro (dichiarando inesigibile il debito FED di emissione). 1981 il Ministro Beniamino Andreatta, nel Governo Forlani, sancì la separazione della Banca d'Italia dal Ministero del Tesoro 1990 avviamento processo di privatizzazione banche italiane, creazione “Fondazioni Bancarie”. 1992 Trattato di Maastricht, Unione Economica e Monetaria per adozione moneta unica. 1993 Ciampi legalizza l’inesigibilità del debito dell’emittente di banconote in Lire. 1998 nasce la BCE al vertice del Sistema Europeo Banche Centrali, con Banca d’Italia al 12,5% di quota. 2002 diventa obbligatorio l’euro come moneta unica a corso legale. 2005 Con sentenza 2978/05 la Banca D’Italia veniva condannata a restituire ad un cittadino (l’attore) la somma di euro 87,00 a titolo di risarcimento del danno derivante dalla sottrazione del reddito da signoraggio 2006, il 21 luglio con la sentenza n. 16751 le SS.UU. civile della Cassazione accoglievano il ricorso di Banca d’Italia sostenendo che: "[...]lo Stato esplica le proprie funzioni sovrane, tra le quali sono indiscutibilmente comprese quelle di politica monetaria[...]"

2006 Romani Prodi (consulente Goldman Sachs), assistente universitario nel 1963 di B. Andreatta, legalizza la privatizzazione di fatto di Banca d’Italia.

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