Vas Pgt Borgoforte Documento Scoping V2

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COMUNE DI BORGOFORTE VAS del Documento di Piano Documento Scoping

INDICE 1

PREMESSE .............................................................................................................................................. 2

2

Il Documento di Piano: Proposta dell’ambito di influenza......................................................................... 4 2.1

Quadro normativo regionale............................................................................................................. 4

2.2

La pianificazione territoriale sovracomunale .................................................................................... 5

2.3

Analisi preliminare del territorio comunale ....................................................................................... 5

2.3.1

Atmosfera e clima ........................................................................................................................ 5

2.3.2

Rumore ........................................................................................................................................ 5

2.3.3

Suolo e sottosuolo ed Ambiente idrico superficiale e sotterraneo............................................... 6

2.3.4

Vegetazione ed ecosistemi .......................................................................................................... 9

2.3.5

La Rete Natura 2000.................................................................................................................. 11

2.3.6

Sistema agraroalimentare.......................................................................................................... 13

2.3.7

Sistema insediativo .................................................................................................................... 15

2.3.8

Sistema della mobilità ................................................................................................................ 15

2.3.9

Sistema demografico e socio-economico .................................................................................. 15

2.3.10 2.4

Sistema del paesaggio e patrimonio storico-culturale........................................................... 15

I principali obiettivi .......................................................................................................................... 16

2.4.1

I temi ordinatori e gli obiettivi del documento di piano del PGT................................................. 17

2.4.2

I temi ordinatori .......................................................................................................................... 18

Qualità dell’abitare e contenimento del consumo di suolo.......................................................................... 18 3

4

Il Rapporto Ambientale ........................................................................................................................... 22 3.1

La valutazione ambientale strategica: inquadramento normativo e metodologico ........................ 22

3.2

Descrizione dell’impostazione del Rapporto Ambientale ............................................................... 25

3.3

La valutazione nel rapporto ambientale ......................................................................................... 26

3.4

Proposta monitoraggio ................................................................................................................... 26

Partecipazione pubblica nel processo di VAS del Documento di Piano................................................. 31

1

COMUNE DI BORGOFORTE VAS del Documento di Piano Documento Scoping

1

PREMESSE

Nel marzo 2005 la Regione Lombardia ha approvato la legge n. 12 “per il governo del territorio” che porta a compimento quel processo di progressiva trasformazione del sistema di pianificazione territoriale e urbanistica, preparato e già parzialmente attuato dal governo regionale nel corso della precedente legislatura mediante la successiva emanazione di provvedimenti frammentari e settoriali (le L.R.23/97, 9/99, 1/01, le discipline settoriali sul commercio, sugli accordi di programma, sui parchi, ecc.). La nuova legge ridefinisce contenuti e natura dei vari strumenti urbanistici e introduce significative modificazioni del ruolo e delle funzioni dei diversi livelli di governo territoriale. Per quanto riguarda il Piano di Governo del Territorio (PGT) la nuova legge propone una struttura tripartita: il Documento di Piano (atto strategico), il Piano delle regole (territorio costruito) ed il Piano dei servizi; introduce inoltre l’obbligo di sottoporre il Documento di Piano alla Procedura di Valutazione Ambientale strategica (VAS) di cui alla direttiva 2001/42/CE, come recepita dal D.lgs 152/06 e dal successivo decreto correttivo D.Lvo n°4 del 18 gennaio 2008. In base allo schema procedurale della VAS definito negli “indirizzi generali per la VAS” approvati con D.C.R. 13 marzo 2007, n. VIII/351, e meglio dettagliato dalla D.G.R. del 27 dicembre 2007, n. VIII/6420 e s.m.i. prevista una prima fase di scoping, che consiste nello svolgimento delle considerazioni preliminari necessarie a stabilire la portata ed i contenuti conoscitivi del Documento di piano e del rapporto ambientale. La Direttiva 42/2001/CE, all’art. 5, stabilisce inoltre che le autorità di cui all'articolo 6, paragrafo 3, che per le loro specifiche competenze ambientali, possono essere interessate agli effetti sull'ambiente dovuti all'applicazione dei piani e dei programmi, devono essere consultate al momento della decisione sulla natura e sulla portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale nonché sul loro livello di dettaglio. Queste stesse autorità dovranno saranno poi consultate, nella fase conclusiva, sulla proposta di Piano e sul Rapporto Ambientale che dovranno esplicitare in quale modo le loro indicazioni sono state tenute in conto. Il D.lgs 4/08 riprende queste indicazioni e denomina tali autorità “soggetti competenti in materia ambientale”. Anche a livello regionale, negli indirizzi si prevede la loro consultazione in fase di analisi preliminare e nella conferenza di valutazione da organizzarsi prima dell’adozione del piano. Il ruolo dei soggetti competenti in materia ambientale nel processo di VAS è estremamente importante. Il rapporto tra l’Amministrazione che pianifica e questi soggetti, la competenza e l’autorevolezza dei loro pareri costituisce uno dei più rilevanti strumenti di trasparenza e di garanzia per la collettività circa la correttezza delle stime di impatto e la completezza del processo di VAS. Il presente documento di scoping è stato strutturato in diversi capitoli, volti a descrivere: •

il percorso di VAS ipotizzato per Documento di piano;



i soggetti potenzialmente interessati alle decisioni, da coinvolgere quindi nella partecipazione, sia istituzionali (Regioni, Enti Locali, etc.), che non istituzionali (esperti di settore, rappresentanti della società civile, organizzazioni non governative, associazioni ambientaliste, sindacati, etc.);

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una indicazione preliminare di indirizzi ed obiettivi;



una indicazione preliminare delle criticità/sensibilità esistenti a livello locale, di cui tener conto nelle fasi decisionali e di valutazione;



una indicazione preliminare dei principali obiettivi di sostenibilità del documento di piano, rispetto ai quali creare parte del sistema di monitoraggio del piano;



proposta del sistema di monitoraggio.

Finalità del presente documento di scoping è quindi la condivisione con le Autorità ambientali, con gli Enti territoriali e con la cittadinanza delle preliminari scelte strategiche e l’eventuale acquisizione di ulteriori informazioni volte a completare il quadro conoscitivo del territorio. A tal riguardo, in particolare si richiama la D.G.R. del 5 dicembre 2007 n. 8/6053, con cui sono esplicitati gli indirizzi operativi

per la “partecipazione delle Aziende Sanitarie Locali e di ARPA ai procedimenti di

approvazione dei Piani di Governo del Territorio”. Ciò risulta essere coerente con quanto indicato dalla citata direttiva comunitaria che stabilisce che nel Rapporto Ambientale debbano essere incluse indicazioni in merito a “possibili effetti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori”. Il quadro conoscitivo del documento di piano dovrà quindi costituire la base su cui effettuare tali valutazioni nel contesto della procedura di VAS. La consultazione dei soggetti competenti in materia ambientale in questa fase preliminare degli effetti aspira a: •

mettere a fuoco, per ciascuna componente ambientale, il quadro delle criticità sulle quali il PGT può esercitare la sua azione;



verificare se tutte le componenti ambientali sono state adeguatamente considerate;



verificare se i riferimenti normativi considerati sono esaustivi, in particolare quelli necessari per la definizione di obiettivi ambientali;



verificare se gli obiettivi ambientali definiti sono esaustivi o se occorra correggerli, integrarli approfondirli;



verificare se gli obiettivi di piano sono coerenti con gli indirizzi di sviluppo degli altri enti attivi sul territorio;



verificare se gli indicatori proposti sono i più appropriati, efficaci e popolabili;



suggerire eventuali accorgimenti per lo sviluppo delle attività previste.

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IL DOCUMENTO DI PIANO: PROPOSTA DELL’AMBITO DI INFLUENZA

2.1

Quadro normativo regionale

La Legge Regionale 12/2005 attraverso Il PGT ed in particolare il Documento di Piano, si prefigge di definire il Quadro Conoscitivo del Territorio, lo Scenario Strategico e le determinazioni di Piano per giungere alla Carta delle Previsioni di Piano, così come indicato nella D.G.R. n. 8/1681 del 29/12/2005 “Modalità per la pianificazione comunale”. Più precisamente il Quadro Conoscitivo, che si proposte come quadro unitario e organizzato delle informazioni territoriali, divenendo così strumento utile per un approccio integrato al territorio, definirà i seguenti quadri: •

il quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento per lo sviluppo sociale ed economico del Comune, tenendo conto degli atti di programmazione provinciale e regionale e delle istanze dei cittadini ed associazioni;



il quadro conoscitivo del territorio comunale come risultate delle trasformazioni avvenute (il sistema territoriale, il sistema della mobilità, le aree a rischio o vulnerabili, le aree di interesse archeologico e paesaggistico, gli aspetti socio-economici, culturali, rurali e di ecosistema, la struttura del paesaggio, il tessuto urbano, ecc...);



l’assetto geologico, idrogeologico e sismico.

Il Documento di Piano, sulla base delle conoscenze del quadro conoscitivo, è finalizzato ad individuare e definire: a) gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione che abbiano valore strategico per la politica territoriale comunale, indicandone limiti e condizioni; b) gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo tenendo conto della riqualificazione del territorio, della minimizzazione del consumo del suolo, della definizione dell’assetto viabilistico e della mobilità, della possibilità di utilizzare e di migliorare i servizi pubblici; c) le politiche di intervento per i diversi sistemi funzionali (residenza, commercio, ecc.); d) la possibilità di attuare le politiche di intervento predette in rapporto alle risorse economiche attivabili o disponibili da parte della pubblica amministrazione; e) gli ambiti di intervento e/o trasformazione ed i criteri da adottare preordinati alla tutela ambientale, paesaggistica, storica e geologica; f) le modalità di recepimento delle previsioni a livello sovracomunale; g) i criteri di perequazione, compensazione ed incentivazione per l’utilizzo del territorio.

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2.2

La pianificazione territoriale sovracomunale

La pianificazione comunale al fine di attivare un reale governo del territorio affronterà tematiche di carattere diverso ma complementari al fine di delineare il quadro delle conoscenze, di focalizzare gli obiettivi da raggiungere e di definire le azioni da attuare. A tal proposito si farà riferimento, in prima battuta, agli strumenti di pianificazione di carattere sovraordinato il Piano Territoriale Regionale – PTR e il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – PTCP che definiscono obiettivi e azioni da perseguire e da dettagliare in fase di redazione del Piano di Governo del Territorio Comunale. Essi sollecitano l’approfondimento di diversi temi quali: Ambiente, Assetto Territoriale e Insediativo, Assetto economico/produttivo/della mobilità, Paesaggio e Patrimonio Culturale e Assetto sociale.

2.3 2.3.1

Analisi preliminare del territorio comunale Atmosfera e clima

Si rileva una conoscenza non omogenea circa la qualità dell’aria nella provincia di Mantova, in relazione alla dislocazione delle stazioni di rilevamento automatico (gestite da ARPA) oltre all’impiego di due mezzi mobili dislocabili in luoghi diversi a seconda delle necessità d’indagine. Esistono inoltre tre reti private (che a breve saranno comunque gestite da ARPA) nell’intorno delle CTE di Sermide/Ostiglia, Enipower Mantova e Ponti Sul Mincio. È stata ubicata in una radura a Bosco Fontana una stazione “di bianco”. L’orografia della Provincia, la direzione dei venti, la concentrazione di impianti industriali, i centri abitati e le vie di comunicazione, provocano situazioni di accumulo di sostanze organiche volatili emesse da attività produttive e traffico veicolare. Le direzioni dei venti e/o l’inversione termica fanno ristagnare gli agenti inquinanti sui centri abitati con incrementi delle concentrazioni nel periodo estivo. Al fine di inquadrare la situazione del comune di Borgoforte rispetto alla componente in esame si prederanno a riferimento i dati resi disponibili da ARPA, ed in particolare la relazione annuale sullo stato di qualità dell’aria. 2.3.2

Rumore

Rispetto al tema in esame si farà riferimento, in sede di valutazione, alla zonizzazione acustica del Comune e ad evenutali ulteriori dati disponibili sul territorio.

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2.3.3

2.3.3.1

Suolo e sottosuolo ed Ambiente idrico superficiale e sotterraneo

Inquadramento territoriale 2

Esteso per una superficie complessiva di 39 Km , il Comune di Borgoforte si colloca dal punto di vista geografico, nella zona meridionale della provincia di Mantova, a sinistra del fiume Po; confina, da ovest verso est, con i comuni di Marcarla, Viadana, Motteggiana, San Benedetto Po, Bagnolo S. Vito, Virgilio e Curtatone. L’ambiente fisico risulta essere quello tipico della bassa pianura mantovana, caratterizzato da una configurazione plano-altimetrica sub-pianeggiante di origine fluviale, rimaneggiata principalmente dall’azione erosiva e deposizionale del fiume Po. L’uso del suolo vede la prevalenza di colture cerealicole, mais, e barbabietole. Fondamentale è l’allevamento di suini e bovini. Il territorio fa parte del Consorzio di Bonifica Mantova sud-ovest e si caratterizza per una serie di canali di drenaggio artificiali, regolati da impianti di sollevamento collegati al fiume Po. Questi canali hanno la funzione di drenare i terreni in situazioni di surplus idrico. 2.3.3.2

Sismologia e tettonica

La recente Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20.03.2003 “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica” ha modificato in modo sostanziale la metodologia di classificazione, eliminando la dicotomia tra “zone classificate” e “zone non classificate”, che di fatto veniva interpretata come dicotomia tra “zone sismiche” e “zone non sismiche”. Il Comune di Borgoforte rientra nella zona 4, zona a più bassa pericolosità sismica. 2.3.3.3

Lineamenti geomorfologici

La piatta morfologia, caratterizzata da una generale inclinazione verso sud, è saltuariamente interrotta da alcune depressioni, dall’aspetto sinuoso, riconducibili all’azione erosiva esercitata in passato dai corsi d’acqua. Le uniche evidenze morfologiche sono rappresentate dalla fitta rete di canalizzazioni, create nel tempo dall’uomo, generalmente impostate in antichi paleoalvei che formavano il sistema anastomizzato, di tipo Braided, del fiume Po. Esempio di quanto affermato si osserva nel canale Baldanino il cui tracciato, parallelo alla rete ferroviaria, presenta delle anse, legate ai numerosi paleoalvei del Mincio, che testimoniano consistenti fenomeni di divagazione e incisione Olocenica. Quanto affermato vale per il canale Fossa Viva, spostato ad ovest rispetto al Baldanino. L’assetto altimetrico del territorio appare abbastanza monotono e le discontinuità morfologiche più importanti sono rappresentate dalle depressioni entro cui scorrono gli elementi del reticolo idrografico superficiale.

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2.3.3.4

Dinamica fluviale dell’area

L’idrografia superficiale si distribuisce in modo regolare nella maggior parte dell’ambito territoriale in oggetto. Il drenaggio di superficie è costituito da una rete di scolo con canali e fossati, che risultano in parte naturali e in parte costruiti in epoche passate nel contesto delle opere di bonifica. Va segnalata la rete di canali minori che attingono acqua dal canale Romanore e sono predisposti al soddisfacimento delle esigenze di irrigazioni, tali canali sono: Broletto, Quaranta e l’Oppioli. Un altro canale ad est del Romanore è il Cappelletta che risulta essere un condotto artificiale che si collega a sud con il fossato Gherardo. Ad ovest della zona considerata troviamo il Baldanino e il Fossa Viva entrambi impostati su tratti del paleoalveo del Mincio. I problemi del passato legati alle esondazioni del Romanore sono stati superati a seguito della sistemazione idraulica che ha modificato diversi tratti del tracciato originario. 2.3.3.5

Schema idrogeologico locale e piezometria

A causa del particolare ambiente deposizionale tali litotipi sono costituiti da un’alternanza di orizzonti sabbiosi e localmente ghiaiosi fini (ma sempre associati ad abbondante frazione sabbiosa e limosa) permeabili e di livelli o lenti limoso-argillose e argillose da poco permeabili ad impermeabili. Ne risulta un modello idrogeologico interdigitato secondo schemi indifferenziati, relativamente semplice nel quale può essere individuata una serie di corpi a diversa litologia, tra loro connessi stratigraficamente con debolissimo gradiente di pendenza (0.02 – 0.03%) a prevalente sviluppo longitudinale in senso W-E. Nel complesso i corpi sabbiosi appaiono prevalenti e tra loro intercomunicanti; i livelli a bassa permeabilità (argille e limi argillosi) sono discontinui e di spessore ridotto e molto spesso eteropici a limi e sabbie fini. Il particolare tipo di deposizione lenticolare dei sedimenti fluviali determina infatti soluzioni di continuità tra depositi permeabili e depositi poco permeabili o impermeabili dando luogo ad un sistema di falde sovrapposte che, tuttavia, può essere ricondotto ad un unico sistema acquifero di tipo monostrato compartimentato. A scala locale, comunque, le falde possono essere considerate sostanzialmente confinate. La falda che ha sede nei depositi affioranti nell’area d’indagine è una falda libera, ovvero delimitata solo inferiormente da un substrato impermeabile, mentre il limite superiore (superficie piezometrica) è variabile in funzione dell’alimentazione. Si tratta, nel complesso, di un sistema globale acquifero/fiume costituito da un acquifero in alluvioni in intercomunicazione con il fiume Po. Il fiume infatti, in rapporto ai vari periodi di magra o di piena si comporta alternativamente da elemento drenante e/o alimentatore della falda. Diverse frazioni sono servite dalla rete acquedottistica, mentre altre località sono prive pertanto, le singole utenze prelevano acqua da pozzi privati. Il campo di moto degli acquiferi presenti nelle zone indagate è diretto da N a S; la piezometria varia da 17 m s. l.m. a Nord a 15 m s.l.m. a Sud del territorio comunale.

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La soggiacenza della falda varia da -1.5 a 3 m, in relazione della zona considerata, ed è legata, nel corso dell’anno, alle oscillazioni della falda superficiale. 2.3.3.6

Vulnerabilità degli acquiferi

Il territorio indagato è stato suddiviso in zone omogenee che presentano un determinato grado di vulnerabilità; le zone che presentano vulnerabilità diversa esprimono la minore o maggiore probabilità che la falda si inquini. Il territorio studiato presenta quattro classi di vulnerabilità: 

Vulnerabilità BASSA;



Vulnerabilità MEDIO-BASSA;



Vulnerabilità MEDIA;



Vulnerabilità ALTA.

Gran parte del territorio comunale presenta caratteristiche geologiche-geotecniche scadenti, pertanto in fase di progettazione si dovrà accertare la profondità della falda in quanto in alcune aree viene intercettata alla profondità di -1.5 m, mentre in altre a 4 m dal p.c.; l’eventuale realizzazione di locali interrati dovrà tener conto della loro eventuale immersione in acqua. Mentre sono state riscontrate aree di emergenza della falda in località Scorzarolo e ad est lungo il confine con il Comune di Bagnolo S. Vito, dove la falda si trova, in caso di piena del Po, quasi ovunque subaffiorante. In queste aree, ogni nuovo intervento edificatorio dovrà essere accompagnato da uno studio geologico che verifichi la compatibilità dell’intervento stesso con la situazione idrogeologica dell’area. In tale studio andranno individuate di conseguenza le prescrizioni di dettaglio per poter procedere o meno all’edificazione. L’analisi e la relativa carta dei vincoli geologici-idrogeologici esistenti evidenzia le principali limitazioni d’uso del territorio derivanti da normative in vigore di contenuto prettamente geologico con particolare riferimento a quelli derivanti: 

dalla polizia idraulica sul reticolo principale e consorziale (R.D. n°523 del 1904 – R.D. 368 del 1904 – D.G.R. 7/7868 del 2002 e 7/13950 del 2003);



zona di tutela assoluta dei pozzi pubblici;



dalle aree di salvaguardia delle captazioni ad uso idropotabile (D.Lgs 258/00 e D.Lgs 152/06);



Aree ricadenti in fascia A e B del P.A.I.

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2.3.4

Vegetazione ed ecosistemi

Nell’ambito delle attività connesse con la redazione del Piano di Governo comunale risulta centrale poter definire su singole aree quali siano le azioni e in che misura debbano essere sviluppate per sostenere gli indirizzi e gli obiettivi strategici. Questo tipo di problema può essere affrontato in differenti modi fra i quali il più in uso è quello soggettivo o discrezionale. Tale metodo prevede di sviluppare la fase di analisi, quindi di utilizzare la conoscenza acquisita del territorio per definire le singole azioni. Benché questa metodica largamente consolidata possa condurre ad una oculata scelta degli interventi rischia però di essere utilizzata in modo diverso fra comuni anche vicini fra loro e quindi di rendere i dati di un comune non direttamente confrontabili con l’altro. Al fine di evitare interpretazioni che dipendono dalla sensibilità o dalla percezione del singolo tecnico si è preferito adottare un metodo basato essenzialmente su un analisi quantitativa, si discrezionale nelle scelte di metodo ma invece non influenzata da aspetti soggettivi nella sua determinazione. Il modello di analisi quantitativa ha la funzione di individuare almeno gli areali entro i quali indirizzare le singole azioni di progetto verso le tre principali linee di sviluppo in campo ambientale, ovvero: conservazione, riqualificazione e ricostituzione di elementi. L’aspetto principale considerato nella scelta del metodo era basato sulla possibilità di suddividere il territorio comunale in unità discrete confrontabili, quindi di poter descrivere i singoli elementi, afferenti ad una componente, considerati come elementi spaziali dispersi in ciascuna di queste unità. Per rendere ragione di tale struttura si formula l’esempio dato dalla struttura ambientale. In questo caso la copertura dell’uso del suolo era la componente che descriveva la struttura mentre i vari tipi ambientali che lo componevano erano gli elementi. Per affrontare il primo aspetto si è scelto di utilizzare una maglia quadrata standard, che potesse peraltro essere replicata senza grosse difficoltà anche in altre realtà territoriali. La scelta quindi è caduta su di una maglia agganciata a quella della CTR regionale. La maglia costruita, combaciante nei nodi con il reticolo principale della CTR, è pertanto costituita da celle quadrate e sono stati considerati tutti i quadrati che racchiudevano al loro interno almeno una porzione del territorio indagato. Per applicare questa metodica è tuttavia necessario disporre di banche dati cartografiche con associato un data base alfa numerico. Il principale di questi è il DUSAF – Destinazione d’uso dei suoli di interesse agricolo forestale – ERSAF 2008 per Regione Lombardia, che fornisce la descrizione dei tipi ambientali utili a ricostruire la struttura ecosistemica. Al suo interno inoltre contiene la copertura delle formazioni vegetazionali riuscendo a classificare perfino alcune peculiarità dei singoli boschi, ed è anche dotato di una copertura lineare dei filari suddivisi in due classi in base alle caratteristiche strutturali. Questi ultimi aspetti concorrono a descrivere la struttura vegetazionale locale. Potranno infine essere utilizzati altri tipi di dati sempre in grado

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di associare coperture geografiche a banche dati alfa numeriche, fra quelle possibili si elencano: •

PIF – Piano di Indirizzo Forestale provinciale – Provincia di Mantova



PTCP – Piano Territoriale di Coordinamento della provincia di Mantova



PTC Parco - Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Oglio Sud



PTR – Rete Ecologica Regionale



Dati Servizio Territorio della provincia di Mantova



Dati Servizio Ambiente della provincia di Mantova



Dati raccolti per la redazione del PGT

Il modello di analisi descritto ha quindi infine la funzione di verificare lo stato di fatto della rete ecologica locale anche in relazione alle previsioni dei vincoli sovraordinati. In particolare per elementi faunistici terrestri, al fine di verificare le reali possibilità di conservazione di specie presenti ma con distribuzione frammentata, isolate e/o localizzate a livello provinciale, nonché la reale funzionalità della rete ecologica verrà creato un modello in ambiente GIS volto a verificare la permeabilità faunistica ed il grado di frammentazione e connettività del contesto territoriale in cui si inserisce l’ambito comunale. Tale modello scaturisce dall’esperienza elvetica maturata in anni recenti e riferibile al corposo lavoro propedeutico alla stesura della Direttiva sui Passaggi per la Fauna della Confederazione, lavoro denominato Corridoi Faunistici attraverso la Svizzera («Korridore für Wildtiere in der Schweiz /Les corridors faunistiques en Suisse» - UFAFP/SSBF/Stazione ornitologica svizzera). Dal punto di vista numerico l’indice varia fra 1 e 25 in relazione alla copertura delle classi ambientali proposte. L’elaborazione dell’indice viene quindi eseguita unicamente sulla base di aspetti topografici rilevabili dall’aerofotogrammetria e/o dai database disponibili a livello provinciale e regionale. Un indice quindi basato su criteri escludenti, ove la medesima area, quando ricadente in due tipologie, viene attribuita al valore più basso rilevato. In tal modo verrà prodotta per il contesto territoriale una carta della permeabilità reale, con individuazione degli elementi di criticità circa il collegamento fra aree diverse, da incrociare anche in fase di applicazione con la struttura dei corridoi ecologici di progetto della zona individuati dalla Provincia con il PTCP e dalla regione con il PTR. 2.3.4.1

Proposta preliminare dei principali obiettivi di sostenibilità

Flora, fauna e biodiversità - Tutela dei luoghi di particolare interesse naturalistico locale in relazione alle specie animali e alla flora spontanea in base alle singole esigenze di tutela e alla normativa regionale, nazione e comunitaria vigenti e il loro ambiente di vita (habitat). - Tutela e crescita del patrimonio naturale attraverso lo sviluppo delle reti ecologiche, l’integrazione e la tutela della biodiversità nelle politiche settoriali, il ricorso a strumenti economici per rafforzare il significato

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ecologico delle zone protette e delle risorse sensibili, la protezione dei suoli preservandoli da un utilizzo eccessivo - Individuazione delle criticità della rete ecologica di progetto (PTCP, PTR) e selezione di strategie volte a agire in senso risolutivo delle stesse al fine di preservarne e riqualificarne la struttura per le generazioni future 2.3.5

La Rete Natura 2000

La Rete Natura 2000 nasce dalla Direttiva denominata "Habitat" n.° 43 del 1992 -"Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche"- dell'Unione Europea modificata dalla Direttiva n.° 62 del 1997 “Direttiva del Consiglio recante adeguamento al progresso tecnico e scientifico della direttiva 92/43/CE del Consiglio relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche”. È finalizzata alla salvaguardia della biodiversità mediante la tutela e la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo degli Stati membri. La rete ecologica Natura 2000 è dunque costituita da aree di particolare pregio naturalistico, i Siti di Importanza Comunitaria (SIC), designate sulla base della distribuzione e significatività biogeografica degli habitat elencati nell’Allegato I e delle specie di cui all’Allegato II della Direttiva “Habitat”, e dalle Zone di Protezione Speciale (ZPS), istituite lungo le rotte di migrazione dell’avifauna e previste dalla Direttiva denominata "Uccelli" n.° 409 del 1979 -"Conservazione degli uccelli selvatici"- (poi riprese dalla Direttiva 92/43/CE “Habitat” per l’introduzione di metodologie applicative). L’Italia ha recepito le normative europee attraverso il Decreto del Presidente della Repubblica n.° 357 del 8/9/1997 “Regolamento recante attuazione della Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche”, poi modificato dal Decreto del Ministero dell’Ambiente del 20/1/1999 “Modificazioni degli allegati A e B del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n.° 357, in attuazione della direttiva 97/62/CE del Consiglio, recante adeguamento al progresso tecnico e scientifico della direttiva 92/43/CE” e dal Decreto del Presidente della Repubblica n.° 120 del 12/3/2003 “Regolamento recante modificazioni ed integrazioni del D.P.R. 357/97”. La Commissione Europea, con Decisione n.° C(2003) 4957 del 22 dicembre 2003 ha approvato i siti inclusi nella regione biogeografica alpina, mentre con Decisione n.° C(2004) 4031 del 7 dicembre 2004, ha approvato un primo elenco provvisorio di Siti di Importanza Comunitaria per la regione biogeografica continentale. In base all’articolo 6 della Direttiva “Habitat”, la Valutazione di Incidenza è il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenze significative su un sito o proposto sito della Rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso. Questo procedimento si applica agli

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interventi che ricadono in tutto o in parte all’interno delle aree Natura 2000 (o in siti proposti per diventarlo) e a quelli che pur sviluppandosi all’esterno, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito. Nella normativa italiana, la relazione per la Valutazione di Incidenza è introdotta dall’articolo 5 del D.P.R. n.° 357 del 1997 e deve essere redatta sulla base di quanto indicato nell’allegato G dello stesso D.P.R. 357/97. In Regione Lombardia la valutazione di incidenza deve inoltre rispondere ai requisiti richiesti dalla DGR n. VII/14106 del 8.08.2003, allegato C, ed in particolare deve contenere: 1) elementi descrittivi dell’intervento con particolare riferimento a tipologia, dimensioni, obiettivi, tempi e sue modalità di attuazione, utilizzazione delle risorse naturali, localizzazione e inquadramento territoriale, sovrapposizione territoriale con i siti di Rete Natura 2000 a scala congrua. 2) descrizione quali-quantitativa e localizzativa degli habitat e delle specie faunistiche e floristiche per le quali i siti sono stati designati, della zona interessata dalla realizzazione dall’intervento e delle zone intorno ad essa (area vasta) che potrebbero subire effetti indotti, e del relativo stato di conservazione al "momento zero", inteso come condizione temporale di partenza, sulla quale si innestano i successivi eventi di trasformazione e gli effetti conseguenti alla realizzazione dell’intervento. 3) analisi degli impatti diretti ed indiretti che l’intervento produce, sia in fase di cantiere che a regime, nell'immediato e nel medio - lungo termine, anche sui fattori che possono essere considerati indicativi dello stato di conservazione di habitat e specie: L'analisi degli impatti deve fare riferimento al sistema ambientale nel suo complesso; devono pertanto essere considerate: • le componenti biologiche • le componenti abiotiche • le connessioni ecologiche A fronte degli impatti quantificati devono essere illustrate le misure mitigative che si intendono applicare e le modalità di attuazione (es. tempi e date di realizzazione, tipo di strumenti ed interventi da realizzare, aree interessate, verifiche di efficienza ecc.). Analogamente devono essere indicate le eventuali compensazioni previste, ove applicabili a fronte di impatti prodotti, anche di tipo temporaneo. Le compensazioni, perché possano essere valutate efficaci, devono di norma essere in atto al momento in cui il danno dovuto all’intervento è effettivo sul sito di cui si tratta, tranne se si possa dimostrare che questa simultaneità non è necessaria per garantire il contributo del SIC o pSIC.

L’ambito territoriale di Borgoforte, e il suo immediato intorno (buffer di 1 km), è interessato dalla presenza di siti appartenenti alla Rete Natura 2000, in particolare:

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SIC IT20B0001 Bosco foce Oglio ZPS IT20B0401 Parco Oglio Sud ZPS IT20B0501 Viadana, Portiolo, San Benedetto Po e Ostiglia Data questa struttura il Documento di Piano, il Piano delle Regole e il Piano dei Servizi nonché gli obiettivi strategici in essi contenuti dovranno essere sottoposti a Studio per la Valutazione di Incidenza, dove dovrà essere verificato se gli obiettivi di piano possano o meno pregiudicare gli obiettivi di conservazione della rete Natura 2000 locale.

2.3.6

Sistema agraroalimentare

Si propone di seguito una carrellata delle tematiche relative al sistema agro-alimentare, che saranno oggetto di approfondimento in fase di pianificazione e valutazione ambientale. 2.3.6.1

Analisi sintetica del settore

La superficie del comune di Borgoforte si inserisce in una dimensione territoriale sovra locale che è quella della “pianura irrigua”, dove gli elementi caratterizzanti sono quelli della unitarietà territoriale e della ridotta frammentazione degli ambiti agricoli, i quali costituiscono la destinazione prevalente. La morfologia piatta e la presenza di suoli molto fertili con abbondante disponibilità idrica,

favoriscono la presenza di una

economia agricola intensiva e specializzata, con ampia presenza di allevamenti. In questo contesto le aree rurali, prima ancora che ambiente e paesaggio, costituiscono fonte di sussistenza alimentare ed energetica, oltre che di biodiversità. In generale, relativamente alle trasformazioni in atto nel settore agricolo locale, va riportata la tendenza a una progressiva diminuzione del numero di aziende agricole attive, con aumento della SAU per azienda. Questa tendenza, tipica dell’agricoltura moderna e ad alto input tecnologico, dovrebbe contribuire a mantenere una buona produttività e redditività, anche se il settore sembra non ancora in grado di fronteggiare una competitività sui mercati internazionali. Rispetto a queste difficoltà, la politica agricola comunitaria tenta di fornire nuovi indirizzi e linee strategiche. In particolare si vuole riconoscere nella multifunzionalità della produzione agricola, quell’ambito che offre nuove opportunità di mercato legate allo sviluppo di prodotti non convenzionali, come sono quelli legati alle produzioni bioenergetiche, o alle funzioni ricreative, ambientali e paesistiche dell’agricoltura. Tali opportunità non sembrano immediatamente coglibili in un contesto produttivo fortemente specializzato come è quello agricolo di Borgoforte. Un tema di evidente conflittualità è quello che riguarda il consumo dei suoli agricoli, quasi sempre di elevata capacità produttiva, in favore di utilizzi diversi (espansioni per aree industriali, urbane o tracciati infrastrutturali). Ne discende la necessità di individuare strumenti idonei per contrastare questa tendenza,

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con ricorso a modelli insediativi a sviluppo compatto e poco consumatori di suolo, o sistemi di perequazione ecologica preventiva. Il sistema agroalimentare mantovano, letto attraverso il parametro della PPB, ammonta a 1320 milioni di euro per gli anni 2005-2006, con una netta dominanza della produzione zootecnica (905 mln di euro). I numeri relativi a Borgoforte confermano questi rapporti: su circa 30 mln di euro di PPB, l’85% proviene dal segmento zootecnico/allevamenti. Collegato ad esso riconosciamo la presenza di un settore lattiero caseario che mantiene una forte rilevanza economico-sociale, perché il latte vaccino viene trasformato in Grana Padano DOP all’intero di due importanti stabilimenti cooperativi che garantiscono la territorialità della produzione. La principale criticità è legata alle inadeguate dimensioni strutturali e produttive di queste due realtà (che trasformano complessivamente 335.000 q di latte all’anno) con una frammentazione che impatta negativamente sul controllo dei costi e sul controllo gestionale e di organizzazione. I dati relativi al comparto suino confermano come questo rappresenta il pilastro dell’agroalimentare mantovano con un ruolo centrale della macellazione. La produzione annua di carne suina ammonta a Borgoforte a circa 5500 tonnellate di prodotto ad elevato valore aggiunto destinato ad entrare nel circuito delle DOP del Prosciutto di Parma e San Daniele. I dati sul patrimonio zootecnico (47.000 suini e 7.700 bovini da latte) distribuiti su 38 allevamenti, evidenziano un quadro di alta intensività che pone problematiche di compatibilità ambientale, con particolare riferimento al rispetto dei parametri imposti dalla Direttiva Nitrati. Rispetto a queste difficoltà sono state intraprese sul territorio, iniziative specifiche tese a garantire la conservazione del patrimonio zootecnico con riduzione dell’impatto ambientale attraverso la valorizzazione energetica degli effluenti di allevamento, oltre a sistemi tecnologici di riduzione delle eccedenze azotate, eccedenze che potrebbero creare problemi di inquinamento delle acque superficiali e profonde. Di seguito si evidenziano le aree tematiche sulle quali potranno essere progettate azioni specifiche per il raggiungimento degli obiettivi individuati. La tutela del territorio rurale. - Mantenimento dell’uso agricolo dei suoli e della continuità dei sistemi agricoli di maggior valore, a contrasto di fenomeni di urbanizzazione. Nel disegno generale dell’organizzazione spaziale degli insediamenti e nell’infrastrutturazione del territorio, devono

essere tenute nella giusta

considerazione le esigenze dell’economia agricola, evitando frazionamenti di aree agricole compatte, presupposto fondamentale per il permanere di una agricoltura efficiente ed economicamente solida. -

Il controllo del fenomeno di dismissione e riuso non compatibile del patrimonio edilizio rurale di matrice storica.

-

La valorizzazione e la salvaguardia del territorio rurale con le sue valenze paesistiche e l’individuazione di ambiti agricoli di interazione con l’urbano ove sperimentare nuove forme di uso agricolo-forestale.

La competitività del sistema agro- alimentare

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-

Valorizzazione delle produzioni agroalimentari (Grana Padano) attraverso interventi che favoriscano il recupero di efficienza delle strutture di trasformazione operanti a livello locale.

Lo sviluppo e la compatibilità ambientale del segmento agro-zootecnico -

Individuazione di criteri di programmazione delle modalità insediative e/o di sviluppo/mantenimento degli allevamenti, con particolare riferimento alle aree di interazione con l’urbanizzato e le aree di espansione.

-

Il monitoraggio della gestione agronomica degli effluenti di allevamento e il supporto nella individuazione di strategie, anche di tipo consortile, volte a migliorare il bilancio ambientale netto del settore zootecnico.

La diversificazione e la multifunzionalità -

Individuazione di aree da destinare alla realizzazione di poli bioenergetici, eventualmente connessi a impianti consortili per la riduzione/segregazione dei nitrati da effluenti di allevamento.

-

La valorizzazione turistica integrata del territorio con focus sulla risorsa fiume e le sue componenti ambientali e naturalistiche, in ottica di integrazione con le pressioni derivanti dall’esercizio della stessa attività agricola.

2.3.7

Sistema insediativo

VALPONDI/CARAMASCHI 2.3.8

Sistema della mobilità

VALPONDI/CARAMASCHI 2.3.9

Sistema demografico e socio-economico

VALPONDI/CARAMASCHI

2.3.10

Sistema del paesaggio e patrimonio storico-culturale

Il quadro conoscitivo deve permettere sia di inquadrare la realtà locale nel contesto più ampio, i sistemi paesaggistici non seguono infatti le suddivisioni amministrative del territorio, sia di indagare le specificità proprie dei luoghi e il valore ad essi assegnato dalle popolazioni locali. Le informazioni raccolte e gli elementi significativi rilevati saranno riportati in un unico elaborato, la carta del paesaggio, il cui compito è raccogliere in forma organica tutte le informazioni acquisite nella fase ricognitiva, attinenti alla qualità e alle condizioni del paesaggio nelle sue diverse componenti. Per “Carta del Paesaggio” non si intende in questo caso necessariamente un singolo elaborato cartografico ma un apparato descrittivo e rappresentativo che può essere costituito da elaborati cartografici ed elaborati descrittivi.

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Tali elaborazioni dovranno non solo sostenere le fasi di valutazione e formulazione di norme ed indirizzi, ma anche stimolare e alimentare la partecipazione dei cittadini alla formazione del Piano. Nella fase conoscitiva saranno individuati: -

il contesto paesaggistico in cui si colloca il comune rispetto ai piani paesistici sovra-ordinati (PTPR e PTCP)

-

gli elementi geomorfologici rilevanti

-

il sistema idrico

-

gli elementi della struttura naturale dei luoghi

-

le linee e le reti infrastrutturali (da carta dei vincoli)

Sarà inoltre proposta una lettura dell’evoluzione del paesaggio attraverso: -

le fasi salienti che hanno portato all’attuale assetto

-

individuazione dei sistemi di paesaggio formatisi storicamente

-

valori simbolici del paesaggio

In base alle caratteristiche naturali e storiche ed in relazione al livello di rilevanza e integrità dei valori paesaggistici, il piano ripartirà il territorio in ambiti omogenei, da quelli di elevato pregio paesaggistico fino a quelli significativamente compromessi o degradati. In funzione di diversi livelli di valore paesaggistico riconosciuti, il piano attribuirà a ciascun ambito corrispondenti obiettivi di qualità paesaggistica. Sulla base di tali approfondimenti è possibile passare alla “carta della sensibilità paesistica” dei luoghi, che individuerà

nel

territorio

comunale

gli

ambiti,

gli

elementi

e

i

sistemi

a

maggiore/minore

sensibilità/vulnerabilità dal punto di vista paesaggistico. Per coerenza con le linee guida del PTPR il territorio sarà articolato in cinque classi di sensibilità:

2.4

-

sensibilità molto bassa

-

sensibilità bassa

-

sensibilità media

-

sensibilità elevata

-

sensibilità molto elevata

I principali obiettivi

Come anticipato nei paragrafi introduttivi, il Documento di Piano, ai sensi dell’art. 8 della L.r. 12/2005 e s.m.i., assume carattere strategico nella definizione degli obiettivi di politica territoriale definendo il quadro di riferimento delle trasformazioni rispetto alla coerenza con la programmazione sovracomunale, agli aspetti quantitativi e qualitativi, alla loro fattibilità economica. Il documento di piano è lo strumento che, per sua natura, mantiene il legame con il mandato amministrativo. Pertanto, le indicazioni dell’Amministrazione sulle strategie e sugli obiettivi per lo sviluppo socio-economico e territoriale di Borgoforte dovranno, da subito,

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essere valutate alla luce di quanto emergerà, in termini di opportunità e di criticità, dal quadro ricognitivo e dall’analisi dei differenti strumenti di pianificazione e di programmazione vigenti nonché dalle indicazioni che emergeranno dalla lettura dello stato del territorio e dell’ambiente. 2.4.1

I temi ordinatori e gli obiettivi del documento di piano del PGT

Il Piano di Governo del Territorio di Borgoforte sarà redatto facendo riferimento in particolare ai seguenti atti regionali emanati in attuazione della legge regionale 12/2005: •

D.G.R. 29/12/2005 n. 8/1681 “Modalità per la pianificazione comunale”;



D.G.R. 22/12/2005 n. 8/1562 “Modalità di coordinamento ed integrazione delle informazioni per lo

sviluppo del SIT integrato”; •

D.G.R. 22/12/2005 n. 8/1563 “Indirizzi generali per la valutazione ambientale dei piani e programmi”;



D.G.R. 22/12/2005 n. 8/1566 “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica,

idrogeologica e sismica del PGT”. Come definito dai criteri attuativi della legge regionale 12/2005, per la redazione del PGT si seguiranno i seguenti principi: •

l’univocità delle strategie – il Piano di Governo del Territorio (PGT) è lo strumento di regia delle politiche

e delle azioni settoriali e ha natura strategica e, insieme, operativa; •

il piano come processo in continua evoluzione, legato tuttavia ad un arco temporale stabilito e alle

risorse necessarie alla sua attuazione; •

la sostenibilità socio-economica ed ambientale delle scelte di pianificazione;



la condivisione delle conoscenze, delle strategie e del processo realizzativi, mediante un’informazione

completa e trasparente al cittadino; •

la collaborazione interistituzionale, ovvero responsabilità nel concorrere alla costruzione di scenari di

sviluppo territoriali di scala più ampia e nel proporre strategie anche diverse da quelle elaborate a scala maggiore; •

la legittimazione dei meccanismi perequativi e compensativi, sia finanziari che ambientali, e di quelli di

incentivazione urbanistica. Il PGT raccorderà le sue politiche alla pianificazione regionale e provinciale, per una serie di aspetti di rilevanza sovralocale, per altri aspetti più legati alle dinamiche locali e per altri aspetti prescrittivi del PTCP e del PTR: •

aspetti di rilevanza sovralocale: individuazione aspetti di rilevanza sovralocale, quali la localizzazione

delle strutture ad interesse sovracomunale, l’attuazione della rete ecologica come definita nel PTCP, l’attuazione dei criteri per l’inserimento ambientale e paesaggistico delle infrastrutture per la mobilità di rilevanza provinciale e regionale, l’attuazione dei criteri definiti dal PTCP per l’individuazione delle aree agricole, l’attuazione e l’articolazione dei contenuti di difesa del suolo del PTCP e del PAI;

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aspetti legati alle dinamiche locali: quantificazione dello sviluppo comunale, che deve essere indirizzata

alla minimizzazione del consumo di suolo ed orientata preferibilmente ad azioni di riqualificazione urbanistica, paesistica, ambientale; •

aspetti prescrittivi del PTCP e del PTR: il PGT deve recepire le previsioni ad efficacia prevalente del

PTR in materia di infrastrutture di rilevanza regionale, deve altresì recepire le previsioni cogenti del PTCP, in materia di localizzazione delle infrastrutture viarie definite a scala provinciale, difesa del suolo, paesaggio, ambiti agricoli, servizi di interesse sovracomunale.

2.4.2

I temi ordinatori

Il Documento di Piano, ai sensi dell’art. 8 della L.r. 12/2005, assume carattere strategico nella definizione degli obiettivi di politica territoriale definendo il quadro di riferimento delle trasformazioni rispetto alla coerenza con la programmazione sovracomunale, agli aspetti quantitativi e qualitativi, alla loro fattibilità economica. Il documento di piano è lo strumento che, per sua natura, mantiene il legame con il mandato amministrativo. Pertanto, le indicazioni dell’Amministrazione sulle strategie e sugli obiettivi per lo sviluppo socio-economico e territoriale di Borgoforte dovranno, da subito, essere valutate alla luce di quanto emergerà, in termini di opportunità e di criticità, dal quadro ricognitivo e dall’analisi dei differenti strumenti di pianificazione e di programmazione vigenti nonché dalle indicazioni che emergeranno dalla lettura dello stato del territorio e dell’ambiente. I temi ordinatori del PGT che si assumeranno come riferimento per la redazione del Documento di Piano sono: 

ridefinizione dell’identità del comune;



promozione della formazione e dei servizi alla popolazione;



qualità dell’abitare e contenimento del consumo di suolo;



qualità, connessione e sicurezza degli spazi pubblici;



revisione e riordino delle scelte infrastrutturali e viabilistiche legate alla ex ss 62.

Qualità dell’abitare e contenimento del consumo di suolo Tale tematismo ordinatore si riferisce al miglioramento della qualità dell’abitare e al contenimento del consumo di suolo. Pertanto le operazioni di definizione degli ambiti insediativi dovranno essere precedute da una verifica su più versanti che consideri: •

lo stato di conservazione, le tipologie e gli utilizzi del tessuto insediativo del centro storico e dei nuclei di più antico insediamento;



lo stato di realizzazione delle previsioni insediative del PRG vigente per quanto riguarda i nuovi insediamenti previsti, i servizi e le infrastrutture;



le zone che possono permettere un incremento degli insediamenti rispetto a quelle che richiedono la rarefazione del tessuto e l’inserimento di servizi e di nuove aree libere;

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i provvedimenti per promuovere la qualità dell’abitare sia in termini insediativi che in termini amministrativi per sostenere aree connotate da mix funzionali per un’edilizia differenziata per tipologie e per titolo di utilizzo;



Di orientare la localizzazione delle nuove opportunità insediative in modo da ridurre le dispersioni insediative, lavorando al consolidamento ed al completamento delle iniziative precedentemente avviate ed al contempo promuovendo una sistematica acquisizione di aree alla proprietà pubblica disciplinando forme innovative di gestione dei diritti volumetrici (cfr. il successivo capitolo Criteri e strategie attuative).

Qualità, connessione e sicurezza degli spazi pubblici Tale tematismo ordinatore si concentra sul miglioramento della qualità degli spazi pubblici, inteso quale aumento della sicurezza dei luoghi d’incontro (vie, piazze,..) e la messa a sistema degli spazi aperti per migliorare la connessione tra gli spazi verdi inclusi nell’urbanizzato

e tra questi e le aree agricole

extraurbane. Gli obiettivi generali Si possono evidenziare alcuni obiettivi generali, che potranno essere successivamente articolati anche in virtù delle specifiche esigenze evidenziate dalle analisi. Agli obiettivi individuati si sono correlate alcune azioni a cui il PGT dovrà riferirsi per la formulazione del sistema delle scelte. 1. Specificazione alla scala comunale delle strategie del PTCP per l’integrazione con le politiche sovralocali Verificare il sistema dei servizi sovracomunali accertando livelli di sovrapposizione e/o di potenziale integrazione tra le differenti attività nei comuni contigui Coordinare la programmazione dei trasporti (persone e merci) con le iniziative di pianificazione, con particolare attenzione alle condizioni di accessibilità delle nuove iniziative insediative Esplicitare i criteri di compensazione e di perequazione urbanistica tenendo presente l’eccezione delle aree destinate all’agricoltura e di quelle non soggette a trasformazione urbanistica 2. Valorizzazione del centro storico e degli elementi di particolare pregio storico-culturale 3. Contrastare l’emergere di fenomeni di abbandono e/o di sottoutilizzo degli spazi e delle opportunità insediative dei nuclei di più antica formazione 4. Promuovere l’intermodalità e l’uso dei diversi sistemi di modalità 5. Sostenere la progettazione architettonica di qualità e la progettazione edilizia eco-sostenibile e bioclimatica Promuovere iniziative di trasformazione e di riqualificazione degli ambiti più degradati e interessati da fenomeni di abbandono o di improprio utilizzo

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Identificare i caratteri del paesaggio urbano, individuare misure di trasformazioni compatibili con le permanenze storiche e favorire la qualità paesistica dei nuovi progetti, ponendo particolare cura al corretto inserimento delle trasformazioni nel contesto Promuovere azioni di valorizzazione dell’intero tessuto urbano, i monumenti, le singole abitazioni e gli spazi pubblici, individuando percorsi di connessione tra i diversi manufatti di valore storico-culturale e tra i sistemi residenziali e i servizi Sostenere la riqualificazione dei tessuti residenziali esistenti e la realizzazione di nuovi anche attraverso formule insediative che favoriscano l’integrazione di più segmenti e profili sociali ed al contempo assicurino adeguato sostegno alle articolate esigenze dalle famiglie Promuovere la qualità dell’abitare sia in termini insediativi che in termini amministrativi per sostenere aree connotate da mix funzionali per un’edilizia differenziata per tipologie e per titolo di utilizzo Miglioramento della qualità degli spazi pubblici, inteso quale aumento della sicurezza dei luoghi d’incontro (vie, piazze,..) e la messa a sistema degli spazi aperti per migliorare la connessione tra gli spazi verdi inclusi nell’urbanizzato e tra questi e le aree agricole extraurbane Riqualificare le aree di frangia urbana e recuperare un rapporto organico tra spazi aperti, sistema dei servizi e spazio urbanizzato anche attraverso la multifunzionalità (produttiva, fruitiva, ecosistemica e paesaggistica) delle attività agricole ancora presenti e la continuità della rete ecologica 6. Promuovere l’intermodalità e l’uso dei diversi sistemi di mobilità 7. Ridurre i carichi di traffico delle aree e dei nodi congestionati lungo l’asse della ex S.S. 62 8. Promuovere la progettazione integrata delle infrastrutture nel paesaggio Riqualificare il sistema a servizio della mobilità alla luce della intermodalità e della necessità del collegamento con la viabilità dei territori vicini Incentivare l’adozione di modalità di gestione flessibile dell’offerta trasporto e di tecnologie a basso impatto ambientale 9. Promuovere la difesa e la valorizzazione degli spazi rurali e delle attività produttive agricole Associare le politiche di promozione dell’imprenditorialità negli ambiti agricoli legate alle produzioni di qualità, trasformazione e commercializzazione diretta, a politiche di promozione della qualità ambientale degli insediamenti e delle relative attività Favorire negli ambiti agricoli lo sviluppo delle Produzioni tipiche e delle loro commercializzazioni, energetiche (biomasse, Biogas…), Turismo rurale e Manutenzione territorio convenzionata attraverso nuove forme di imprenditorialità. Incentivare il recupero degli insediamenti agricoli esistenti, con particolare attenzione al recupero e alla utilizzazione degli edifici rurali residenziali, in un ottica di contenimento dell’uso del suolo 10. Salvaguardia e valorizzazione del territorio e del paesaggio Mantenere la continuità degli spazi aperti, con particolare riferimento alle zone di campagna urbana allo scopo di rispettare l’esigenza di spazi verdi fruibili per usi sociali e ricreativi e la necessità di ventilazione e visibilità paesaggistica con un sistema di connessioni capace di collegare più comuni

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Creare un sistema di connessioni che mettano in relazione gli spazi aperti comunali con il sistema delle aree protette regionali e ne incentivino una loro utilizzazione turistico-ricreativa 11. Promuovere il territorio e le sue specificità produttive Rifiutare nuovi insediamenti produttivi che possano compromettere pesantemente e per un lungo periodo i principali elementi dell’ambiente: aria, acqua, suolo e sottosuolo (compresi gli allevamenti, nel rispetto della direttiva nitrati) e favorire l’insediamento e l’ammodernamento di tali insediamenti secondo il principio del risparmio energetico. Tendere alla predisposizione di Aree Ecologicamente Attrezzate, capaci quindi di associare le politiche di attrazione e sviluppo dell’imprenditorialità gestibili dai Comuni (costi area, scomputo oneri, agevolazioni fiscali, fornitura di servizi ecc.) a quelle di promozione della qualità ambientale e progettuale degli insediamenti, misurabile anche con benchmarking (MTD) o certificazioni (energetica, EMAS, ISO 14001, ecc.) 12. Valorizzazione del sistema delle relazioni – valorizzare le risorse del territorio e la qualità urbana. Stabilire un sistema a rete con altri comuni, al fine di stringere alleanze funzionali e di favorire lo sviluppo del tessuto economico e sociale Promuovere, in accordo con gli operatori economici, interventi volti al radicamento di un sistema di servizi alle imprese qualificato e mirato alla promozione delle attività innovative La matrice temi – obiettivi – azioni - attuazioni Allo scopo di evidenziare le relazioni esistenti tra i tematismi ordinatori, il sistema degli obiettivi e le azioni di riferimento per il progetto del Piano di Governo del Territorio precedentemente illustrate si appronterà una matrice finalizzata alla esemplificazione delle relazioni rilevanti che intercorrono tra gli elementi considerati. Questa matrice permetterà l’attivazione di un primo momento di interlocuzione orientato in una duplice direzione: 

da un lato con il sistema degli utenti del Piano che potranno verificare l’esaustività e la rispondenza dei tematismi ordinatori e degli obiettivi all’articolato insieme degli interessi espressi dalla comunità;



dall’altro consentire un primo esplicito momento di verifica di rispondenza del sistema degli obiettivi del PGT alle tematiche della Valutazione Ambientale Strategica.

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3 3.1

IL RAPPORTO AMBIENTALE La valutazione ambientale strategica: inquadramento normativo e metodologico

La nuova legge per il governo del Territorio 12/2005 e s.m.i., introduce la Valutazione Ambientale (VAS) dei piani e programmi, recependo quanto previsto dalla citata Direttiva Comunitaria 42/2001. In particolare l’articolo 4 (Valutazione ambientale dei piani”) della L.R. 12/2005 recita quanto segue: “1. Al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente, la Regione e gli enti locali, nell’ambito dei procedimenti di elaborazione ed approvazione dei piani e programmi di cui alla direttiva 2001/42/CEE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente e successivi atti attuativi, provvedono alla valutazione ambientale degli effetti derivanti dall’attuazione dei predetti piani e programmi. (…) 2. Sono sottoposti alla valutazione di cui al comma 1 il piano territoriale regionale, i piani territoriali regionali d’area

(1)

e i piani territoriali di coordinamento provinciali, il documento di piano di cui all’articolo 8, nonché le

varianti agli stessi. La valutazione ambientale di cui al presente articolo è effettuata durante la fase preparatoria del piano o del programma ed anteriormente alla sua adozione o all’avvio della relativa procedura di approvazione. 3. Per i piani di cui al comma 2, la valutazione evidenzia la congruità delle scelte rispetto agli obiettivi di sostenibilità del piano e le possibili sinergie con altri strumenti di pianificazione e programmazione; individua le alternative assunte nella elaborazione del piano o programma, gli impatti potenziali, nonché le misure di mitigazione o di compensazione, anche agroambientali, che devono essere recepite nel piano stesso. 4. Sino all’approvazione del provvedimento della Giunta regionale di cui al comma 1, l’ente competente ad approvare il piano territoriale o il documento di piano, nonché i piani attuativi che comportino variante, ne valuta la sostenibilità ambientale secondo criteri evidenziati nel piano stesso.” Con D.C.R. n.VIII/351 del 13 marzo 2007, il Consiglio regionale ha approvato gli “Indirizzi generali per la valutazione di piani e programmi (articolo 4, comma 1, l.r. 11 marzo 2005)” e con successiva D.G.R n.8/6420 del 27 dicembre 2007 e s.m.i. sono state esplicitate ulteriori indicazioni procedurali nella “Determinazione della procedura per la Valutazione Ambientale di Piani e programmi – VAS (art. 4, l.r. 12/2005; D.C.R. n.351/2007)”. L’allegato relativo al PGT di quest’ultima D.G.R., “Modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS) – Documento di Piano – PGT” costituisce il riferimento per la procedura di VAS del Documento di Piano del comune di Borgoforte. Tale allegato definisce le fasi del procedimento riconducibili ai punti seguenti: 1. avviso di avvio del procedimento; 2. individuazione dei soggetti interessati e definizione modalità di informazione comunicazione; 3. elaborazione e redazione del DdP e del Rapporto Ambientale;

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4. messa a disposizione; 5. convocazione conferenza di valutazione; 6. formulazione parere ambientale motivato; 7. adozione del DdP; 8. pubblicazione e raccolta osservazioni; 9. formulazione parere ambientale motivato finale e approvazione finale; 10. gestione e monitoraggio.

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Schema DdP – Valutazione Ambientale VAS – Allegato d D.G.R. 6420/2007 e s.m.i

L’amministrazione comunale con deliberazione di Giunta Comunale n.47 del 28 giugno 2008 ha dato avvio al Procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) per il Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) ed ha quindi proceduto sino ad ora alla fase 0 ed attivato la fase 1 procedendo alla definizione dei soggetti competenti in materia ambientale e dei soggetti interessati, di seguito elencati: ARPA – Mantova ASL – Mantova Sovrintendenza Beni ambientali – Brescia Regione Lombardia – Settore Territorio Regione Lombardia – Settore Beni Culturali e paesaggistici - Milano Provincia di Mantova – Settore Territorio Provincia di Mantova – Settore Tutela Ambientale Provincia di Mantova – Settore Protezione Civile ALER della Provincia di Mantova AATO Mantova Consorzio di Bonifica Sud-Ovest Mantova Comuni contermini Associazioni di categoria (Artigiani, Industriali, Agricoltori) Ordini professionali e tecnici Prefettura di Mantova Agenzia Interregionale per il Fiume Po Consorzio per il Parco Naturale dell’Oglio Sud

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3.2

Descrizione dell’impostazione del Rapporto Ambientale

Il rapporto ambientale sarà elaborato in modo tale da restituire una sintesi del percorso di analisi e concertazione avvenuto nel tempo, così da motivare le scelte proposte e le eventuali alternative. Come previsto dalla D.C.R. 351/2007 “5.12 Il rapporto ambientale, elaborato a cura dell’autorità procedente o del proponente, d’intesa con l’autorità competente per la VAS: -

dimostra che i fattori ambientali sono stati integrati nel processo di piano con riferimento ai vigenti programmi per lo sviluppo sostenibile stabiliti dall’ONU e dalla Unione Europea, dai trattati e protocolli internazionali, nonché da disposizioni normative e programmatiche nazionali e/o regionali;

-

individua, descrive e valuta gli obiettivi, le azioni e gli effetti significativi che l’attuazione del P/P potrebbe avere sull’ambiente nonché le ragionevoli alternative in funzione di obiettivi e dell’ambito territoriale del P/P; esso, inoltre, assolve una funzione propositiva nella definizione degli obiettivi e delle strategie da perseguire ed indica i criteri ambientali da utilizzare nelle diverse fasi, nonché gli indicatori ambientali di riferimento e le modalità per il monitoraggio;

-

contiene le informazioni di cui all’allegato I, meglio specificate in sede di conferenza di valutazione, tenuto conto del livello delle conoscenze e dei metodi di valutazione disponibili, dei contenuti e del livello di dettaglio del P/P, della misura in cui taluni aspetti sono più adeguatamente valutati in altre fasi dell’iter decisionale”.

Il rapporto ambientale sarà quindi articolato, sulla scorta della normativa e bibliografia esistente in materia di valutazione ambientale e di quanto previsto dalla Direttiva 42/2001, dal D.lgs 152/2006 “Norme in materia ambientale” e s.m.i., dalla L.R. 12/05 e più in particolare dagli “Indirizzi generali per la valutazione di piani e programmi (articolo 4, comma 1, l.r. 11 marzo 2005)” approvati nel marzo 2007 e da quanto indicato nell’Allegato 1 alla D.G.R. 8/6420 del 27.12.2007, nei seguenti capitoli: a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del DdP e del rapporto con altri pertinenti Piani e Programmi b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del DdP c) caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente il DdP, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle direttive 74/409/CEE e 92/43/CEE e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al DdP, e il modo in cui durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale; f)

possibili effetti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori;

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g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull'ambiente dell'attuazione del DdP h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate nella raccolta delle informazioni richiesta i)

descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio

j)

sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti.

3.3

La valutazione nel rapporto ambientale

Il presente documento di Scoping, ed in particolare quanto proposto nella sezione precedente, sintesi conoscitiva delle principali criticità e sensibilità del territorio, ha posto in evidenza alcune delle tematiche che dovranno necessariamente essere oggetto di valutazione ambientale e pertanto introdotte nel Rapporto Ambientale. Rispetto a tali temi, unitamente agli obiettivi di sostenibilità proposti, dovranno essere valutate le scelte strategiche del Documento di Piano. La valutazione che accompagnerà l’elaborazione e la stesura del Documento di Piano troverà una sintesi descrittiva nel Rapporto Ambientale. Si prevede infatti una specifica sezione del documento nella quale, sulla base delle conoscenze acquisite, saranno valutate le singole scelte strategiche del documento di Piano. Tale momento valutativo assume particolare rilevanza sia perché costituisce un ulteriore momento di verifica della sostenibilità complessiva delle scelte effettuate, sia perché fornisce utili indicazioni per prevedere azioni qualificanti e mitigative calibrate sul contesto locale.

3.4

Proposta monitoraggio

Il monitoraggio è un’attività finalizzata a verificare l’andamento delle variabili ambientali, sociali, territoriali ed economiche su cui il Piano ha influenza; in particolare il monitoraggio dovrà consentire di mettere in evidenza i cambiamenti indotti nell’ambiente, valutando nel contempo il raggiungimento degli obiettivi strategici del Piano. Il monitoraggio dovrà infatti porre attenzione non solo al Piano e agli effetti indotti, ma anche al grado di realizzazione delle scelte strategiche, poiché è la somma di entrambi questi elementi a determinare i risultati complessivi dell’azione pianificatoria sul territorio. In virtù di questa complessità, il monitoraggio del documento di Piano ha inizio già nella fase di elaborazione del Piano, finalizzata a definire lo “stato attuale” del territorio, fornendo così l’indicatore “base” rispetto al quale effettuare i successivi monitoraggi. Il monitoraggio avverrà periodicamente e sarà accompagnato da un resoconto che dovrà dare riscontro: •

dell’aggiornamento dei dati relativi agli indicatori concertati



dello stato delle principali componenti ambientali oggetto di monitoraggio su scala comunale;

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dello stato di avanzamento del piano (azioni attuate, etc)



eventuali varianti apportate ed esito delle valutazioni che le hanno supportate



eventuali misure correttive.

Relativamente al reperimento di alcuni dati necessari per il monitoraggio degli effetti del piano, si provvederà al coinvolgimento dei soggetti con specifiche competenze ambientali (in particolare ARPA e ASL). Questi stessi soggetti saranno interpellati in fase di definizione del Report periodico nel caso si evidenzino criticità inattese o fenomeni complessi che richiedono competenze tecniche specifiche per essere analizzati. La proposta di set di indicatori attraverso cui verificare l’evoluzione del contesto ambientale, territoriale ed economico, lo stato di avanzamento e le modalità di attuazione degli interventi del Piano nonché gli effetti sulle componenti ambientali indotti dagli interventi è duplice. In una prima tabella saranno raccolti indicatori di tipo qualitativo finalizzati a verificare lo stato di avanzamento ed il raggiungimento degli obiettivi strategici del documento di piano. La seconda tabella anticipata (in versione assolutamente indicativa) di seguito è invece di tipo quantitativo ed è finalizzata alla verifica della sostenibilità ambientale delle azioni previste sul territorio.

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Componente ambientale

Indicatore

Stato attuale

Stato al

Stato al

Stato al

Stato al

Fonte dati

Giorni/anno superamenti PM10/PM2.5 % abitanti serviti da depuratore Numero aree bonificate/ numero totale aree da bonificare Consumo acqua pro-capite 3 (m /anno) Difesa del suolo ed assetto idrogeologico Estensione rete fognaria mista (km) % Abitanti allacciati alla rete fognaria/totale abitanti Cave oggetto di ripristino/ totale cave Energia prodotta da fonti Energia rinnovabili/ totale energia comprata (%) Rifiuti Percentuale rifiuti destinati alla raccolta differenziata (%) Produzione pro-capite di rifiuti (kg) Numero impianti fissi per Inquinamento telecomunicazioni, telefonia elettromagnetico mobile e radiotelevisione (n) Km piste ciclopedonali Numero e tipologia di interventi e politiche per la mobilità Mobilità e logistica Aria e rumore

Sistema insediativo

Superficie urbanizzata /superficie territoriale (%) Numero aree ecologicamente attrezzate (n.)

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Componente ambientale

Biodiversità

Agricoltura e zootecnia

Indicatore

Stato attuale

Stato al

Stato al

Stato al

Stato al

Fonte dati

Interruzioni infrastrutturali delle continuità delle rete ecologica principale (n.) Lunghezza tratti nuove infrastrutture che ricadono nei gangli o nei corridoi ecologici

Superficie territorio agricolo destinato ad agricoltura a basso impatto (mq) Superficie destinata ad attività agricola/superficie territoriale (%)

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Per ciascuno degli indicatori proposti dovrà essere definito, congiuntamente con le autorità ambientali partecipanti alla conferenza di Valutazione, il valore riferito allo stato attuale e l’obiettivo target da prendere a riferimento nel monitoraggio.

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4

PARTECIPAZIONE PUBBLICA NEL PROCESSO DI VAS DEL DOCUMENTO

DI PIANO Ruolo chiave nella predisposizione del PGT del Comune di Borgoforte è svolto dalla partecipazione. L’amministrazione Comunale al fine di coinvolgere la cittadinanza nella definizione delle scelte relative al territorio di Borgoforte ha promosso l’attivazione di specifiche attività rivolte a garantire un confronto aperto con il pubblico. Il percorso di redazione del PGT amplia sostanzialmente le procedure partecipative prevista dal PRG (non solo osservazioni ma anche suggerimenti e proposte). La complessità dei temi affrontati, che si configurano come una riflessione complessiva sul modello di sviluppo da assumere impone un allargamento dei processi partecipativi e la definizione di un sistema degli obiettivi condiviso e capace di accogliere i temi del “governo del territorio” diviene elemento imprescindibile. L’obiettivo del percorso di partecipazione è duplice: • Entrare in contatto con un numero ampio di cittadini in modo da arricchire e condividere il sistema degli obiettivi “generali” che ispirano il documento di pianificazione . • Cogliere gli elementi di specificità che il territorio e i sistemi insediativi esprimono in modo da rendere puntuale e precisa l’azione del PGT per rendere sostenibile l’agire pubblico e privato. Il modello partecipativo proposto nel settembre 2009 è quello delle “passeggiate di quartiere”; si tratta di incontri nei centri e nelle frazioni che si articolano in tre distinti momenti: • Ritrovo: Si è proceduto ad una presa di contatto con i temi del PGT e si sono discusse questioni di carattere generale che investono l’intero territorio comunale. Sono stati illustriati gli obiettivi e verificata la completezza e la pertinenza degli obiettivi proposti • Passeggiata: si tratta di una passeggiata che ha permesso una presa di contatto con il centro o la frazione così da evidenziare elementi di valore o di criticità. •Riflessione: in tale momento si è proceduto alla compilazione di un questionario “strutturato” che pone l’attenzione su alcune tematiche di carattere locale ed evidenzia alcune tematiche specifiche. In tale momento è stato lasciato spazio alla discussione ed alla introduzione di nuove tematiche di lavoro Tali incontri hanno condotto ad una prima espressione delle priorità attribuite dai cittadini alla proposta di obiettivi di piano. Nella documentazione riportata nelle pagine seguenti ed allegata al documento si trova riscontro degli esiti degli incontri.

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