TISSOTROPIA La tissotropia, dalla definizione che ne da Wikipedia, è “la proprietà di alcuni fluidi pseudo-plastici di variare la loro viscosità quando sottoposti a sollecitazioni di taglio oppure nel caso di lunghi periodi di quiete. In queste condizioni il fluido può passare dallo stato di grasso pastoso quasi solido a quello di liquido o, più in generale, da quello di gel a quello di liquido”. Tra le sostanze comuni la salsa ketchup è forse la più nota a manifestare questa proprietà. Quando il contenitore è immobile la salsa appare di consistenza quasi solida, molto densa; quando invece si agita la bottiglietta essa diviene in pochi secondi molto fluida, quasi liquida, e fuoriesce con facilità dal foro. Secondo gli studiosi, l’atto di maneggiare la reliquia, durante la cerimonia, rovesciandola più volta per controllarne lo stato (nella prima fase) e per mostrarne la consistenza ai fedeli (nella seconda fase) può fornire l’energia necessaria ad innescare la liquefazione. Qualcuno potrebbe obiettare che, se questa teoria fosse vera, non si spiegherebbe il perché della mancata liquefazione. Obiezione giusta che però può essere smentita dal fatto che basta maneggiare delicatamente la reliquia per non farle subire le sufficienti sollecitazioni meccaniche alla liquefazione. A sostegno di ciò si sono registrati casi di liquefazioni improvvise, senza cerimonia e senza folla, quando l’ampolla è stata mossa, per esempio in occasione di restauri della teca.
La preparazione nel XIV secolo I difensori di questa teoria sostengono, inoltre, che la preparazione di una sostanza tissotropica è possibile utilizzando materiali e tecniche già disponibili nel 1300. Si parte da una soluzione in acqua di un sale di ferro, il cloruro ferrico, che esisteva in abbondanza sul Vesuvio (come minerale detto Molisite), si aggiunge una quantità ben determinata di carbonato di calcio (un pigmento bianco molto usato dagli artisti dell’epoca). Il risultato è una soluzione colloidale bruno scura di idrossido di ferro che deve essere purificata. Per fare questo si deve mettere in una sorta di sacchetto di pergamena (o vescica o budello animale) lasciato immerso in acqua per qualche giorno. Alla fine si aggiunge una piccola quantità di comune sale e si ottiene così una sostanza tissotropica che, lasciata a riposo per alcune ore, assume la consistenza di una gelatina molto densa, ma che torna perfettamente liquida se il contenitore in cui si trova riceve piccoli urti o scosse molto simile in tutto e per tutto al sangue.