Sinodo africano TEMA CENTRALE e pensiamo a Somalia, Eritrea, Uganda, Kenya, Sudan, Etiopia, Rd Congo, Zimbabwe, Ciad e altri paesi ancora, dove la gente subisce violenze a causa di conflitti armati o di aspri scontri sociali, potrebbe venire spontaneo dire che il tema del 2° sinodo africano è del tutto rilevante. E la domanda sarebbe: cosa deve fare la chiesa per facilitare la ricomposizione di questi conflitti, favorire una riconciliazione e contribuire a ristabilire la giustizia e la pace? Ma molte nazioni africane, pur dilaniate dalla povertà e dalla corruzione, non ospitano eserciti schierati, gruppi di ribelli o bande di gangster dedite a saccheggi e uccisioni. Si deve allora dire che la riconciliazione non è un tema generale per l’Africa e che il sinodo dovrebbe
S
concentrare la propria attenzione solo su alcune regioni del continente? Sono del parere che la riconciliazione sia un argomento importante per tutte le nazioni che partecipano al sinodo. I vescovi chiamati a Roma sanno che l’Africa necessita ben più di una semplice cessazione dei conflitti armati: il suo bisogno più impellente è di raggiungere un’armonia sociale. Un vescovo dell’Africa Occidentale (è tra i padri sinodali) m’ha detto: «A Roma dovremo rispondere a questa domanda: noi, pastori e fedeli delle chiese d’Africa, come possiamo essere rilevanti e credibili? Rilevanti nel senso di saper dare una risposta ai bisogni reali della gente, e credibili perché pratichiamo noi per primi ciò che predichiamo?». Che sfida!
Sono numerosi i contesti africani nei quali riconciliarsi è condizione indispensabile per cominciare a costruire qualcosa di nuovo. Peter Henriot * (Gesuita, direttore del Centro di riflessione teologica di Lusaka (Zambia)
WIKIMEDIA
Riconciliazione fa rima con...
Queste parole m’hanno spinto a tornare all’Instrumentum laboris e tentare di enucleare dal testo i contesti in cui la riconciliazione è necessaria. Ne ho scorto sette e vado a elencarli, formulando alcune domande che ritengo fondamentali. CONTESTO POLITICO – La politica ha a che fare con la vita della gente e con la promozione del bene comune. Ogni africano (e ogni vescovo presente al sinodo) deve porsi alcune domande. Sono i nostri politici servitori degni di fiducia? Pongono gli interessi della nazione al di sopra dei propri? Godiamo di un partitismo maturo, o l’opposizione è ancora considerata un nemico che non va ascoltato e con cui non si collabora? Abbiamo elezioni libere e giuste, o i risultati degli scrutini riflettono ancora pericolosi tribalismi e regionalismi? CONTESTO DEL BUON GOVERNO – Ogni nazione, se vuole svilupparsi, ha bisogno dello spirito, degli strumenti e delle metodologie del buon governo. Se questi mancano, allora è urgente cercare una riconciliazione. C’è o non c’è nella nostra nazione una cultura democratica che promuove e rispetta il governo del popolo, attraverso il popolo e per il popolo? I nostri servizi pubblici servono davvero la gente? In quale misura è la gestione della cosa pubblica decentralizzata e loF. DE BENEDETTI
Sierra Leone. I frutti della guerra civile.
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calizzata, e sufficientemente vicina alla gente da conoscerne i bisogni e soddisfarli? Quali sono i livelli della corruzione nei vari ambiti sociali? Li tolleriamo o li combattiamo? CONTESTO ECONOMICO – L’economia di una nazione è l’insieme degli sforzi compiuti per rispondere alle necessità della popolazione. Le risorse – sia presenti in loco che venute da fuori – devono essere usate in modo giusto e sostenibile. Se questo non avviene, il bisogno di riconciliazione è urgente. I padri sinodali non dovranno che rifarsi all’Instrumentum laboris per trovare le domande da porsi. In quale misura le singole nazioni e il continente nel suo insieme stanno soffrendo le conseguenze dell’attuale crisi economica mondiale? Siamo schiacciati da problemi che non sono direttamente causati da noi e tali da non poter essere risolti con le sole nostre forze? Le nostre esportazioni beneficiano la nostra gente o le multinazionali straniere? Gli investitori venuti da fuori pagano tasse giuste, e queste sono usate per il bene di tutti? Abbiamo piani economici che mettono il popolo al primo posto, in termini di tassi accettabili di occupazione e salari adeguati? CONTESTO SOCIALE – In questo contesto, riconciliazione si traduce in relazioni interpersonali rispettose dei diritti e dei
doveri di ciascuno. Siamo pronti a riconoscere l’esistenza di scandalosi divari tra poveri e ricchi, tra città e zone rurali? Come possiamo sfidare piani economici che non danno la priorità alla salute pubblica, all’educazione e al benessere generale della gente? Stiamo promuovendo l’uguaglianza di genere nelle nostre società e nelle nostre chiese? Rendiamo i nostri giovani responsabili e autonomi, oppure continuiamo a considerarli solo come il “futuro”, impedendo loro di essere protagonisti nel presente? Come giudichiamo la pandemia di aids: solo un problema di salute e la conseguenza di comportamenti sessuali inadeguati, o anche una questione di sviluppo e di giustizia? Come si identificano le chiese con i poveri?
CONTESTO CULTURALE – Siamo giustamente orgogliosi delle nostre culture tradizionali. Ma dobbiamo tenerle “pure” e “intoccabili”, o riteniamo che sia giunto il momento di consentire ad esse di assumere nuove forme? Se sì, in che direzione? Qual è l’impatto che la globalizzazione ha sulle nostre tradizioni? Stiamo assorbendo valori stranieri che, in verità, sono disvalori? Siamo consapevoli che è in atto una “de-culturazione” della nostra gioventù, nel senso che i giovani stanno perdendo contatto con le buone tradizioni, quali il rispetto per gli anziani e la promozione della vita comunitaria? Qual è il nostro impegno in materia di inculturazione del messaggio evangelico, della liturgia, della catechesi e del vivere cristiano?
CONTESTO ECOLOGICO – La cultura tradizionale africana è sempre stata rispettosa dell’armonia del cosmo. Oggi non è più così. Il continente è disseminato di disastri ecologici. Come possiamo riconciliarci con la Madre Terra? In quale misura i governi, i movimenti sociali, i gruppi imprenditoriali e le chiese danno priorità ai problemi ambientali? Siamo più preoccupati di promuovere gli investimenti stranieri che non di proteggere i sistemi naturali? Le nostre chiese considerano la salvaguardia del creato come parte integrante della loro missione evangelizzatrice?
CONTESTO ECCLESIALE – Anche in seno alla chiesa c’è un costante bisogno di riconciliazione. Le nostre piccole comunità cristiane sono luoghi di promozione della giustizia e della pace? Che peso diamo al ministero sociale portato avanti dalle commissioni “Giustizia e pace”? Che ruolo ricoprono i laici nelle nostre istituzioni e che voce hanno nei consigli ecclesiali? I giovani si sentono a casa propria nelle nostre chiese? Le donne sono viste e trattate come protagoniste e la discriminazione sessuale è sentita come il peccato che è?
COMBONI PRESS
Benin. Una piccola comunità cattolica.
Nigeria. Si parte per la città in cerca di un lavoro saltuario.
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