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la Repubblica

SPETTACOLI

SABATO 28 NOVEMBRE 2009

&TELEVISIONE

■ 54

Nei Them Crooked Vultures si ritrovano tre generazioni rock, dagli anni Settanta agli anni Novanta grazie all’incontro tra il bassista John Paul Jones, il batterista Dave Grohl e il chitarrista Josh Homme

Super Rock Band

John P. Jones

Bassista, 63 anni, attivo da 49, popolare come fondatore dei mitici Zeppelin insieme a Plant & Page ma anche instancabile sperimentatore

Dave Grohl

“Diamo una seconda vita a Led Zeppelin e Nirvana” CARLO MORETTI

È

ROMA il supergruppo in cui si incontrano tre generazioni. C’è il bassista degli anni d’oro del rock, John Paul Jones dei Led Zeppelin. C’è il batterista del grunge, Dave Grohl dei Nirvana, e c’è il chitarrista dei Queens of the stone age, Josh Homme. Da un anno a questa parte Jones, Grohl ed Homme hanno dato vita al progetto “Them Crooked Vultures”, Gli avvoltoi curvi, suscitando grande entusiasmo nonostante la loro nuova avventura si inserisca nel recente filone di supergruppi tra i quali “The good, the bad and the Queen” con Paul Simonon dei Clash e i “Dead Weather” con Jack White dei White Stripes. Them Crooked Vultures, appena uscito, riporta indietro nel tempo l’orologio del rock, imponendogli una nuova partenza. Non sono i Led Zeppelin, ma l’album ha la stessa vitalità dei loro dischi e lo stesso effetto “live in studio”. «Facciamo musica esattamente come gli Zeppelin» ci spiega Jones al telefono da Los Angeles. «Tutto l’album è stato scritto, suonato e registrato nella stessa stanza, e le tre cose sono spesso avvenute nello stesso momento. Un processo molto organico». Pensa di aver trovato i nuovi Led Zeppelin? «In effetti» dice Jones dopo una fragorosa risata «ci sono molte similitudini con i Led Zeppelin: anche questo è un gruppo democratico, c’è grande interazione nella scrittura e nell’esecuzione dei brani, e c’è passione quando ci ritroviamo sul palco. Ci divertiamo ad andare in giro e nessuno di noi soffre di protagonismo». Con quale stato d’animo è tornato al rock dopo anni dietro le quinte? «Sono tornato a suonare dal vivo grazie a Diamanda Galas e al tempo, ormai 15 anni fa, credo di

Il disco

Batterista e chitarrista, 40 anni, resterà nella storia del rock come sodale di Kurt Cobain nei Nirvana ma anche come animatore dei Foo Fighters

Un album da ascoltare, come suggerisce John Paul Jones, traccia dopo traccia perché disegna un paesaggio, una storia sonora Un disco di rock dal sapore classico, ricco di suggestioni e riverberi eppure modernissimo Una scossa elettrica corre lungo i 13 brani e il virtuosismo diventa regola

Josh Homme

Chitarrista e cantante, californiano, 36 anni, è il fondatore dei Queens of the Stone Age, gruppo che ha riportato in auge il metal rock

Tutto in una stanza

L’era Internet

Facciamo musica come nei Siamo una cellula Led Zeppelin: tutto scritto, molto unita: rilassati, suonato e registrato nella lasciamo fuori il business stessa stanza e spesso le tre Certo c’è Internet che ha in cose nello stesso momento parte peggiorato le cose averlo fatto quasi per un test con me stesso. Ora è diverso, è una chance per tornare sul palco in una vera rock band ed è la parte migliore del mio lavoro, che è fatto soprattutto di live. Entrare di nuovo nella scena rock non significa altro che questo. È come ai tempi degli Zeppelin: allora eravamo una cellula molto unita all’interno, rilassata, tutto tra noi veniva facile. Fuori c’era il business, proprio come ora. Certo ora c’è Internet, che ha cambiato tutto, migliorando le cose, in parte peggiorandole». Ha mai sentito la pressione di dover fare qualcosa di importan-

te, vista la vostra storia? «Sono io il primo critico di me stesso. La pressione viene dunque dallo sforzo di fare sempre il meglio che posso. Che tu abbia o meno una reputazione, non fa mai piacere offrire al pubblico qualcosa di cui non vai orgoglioso. In questo mestiere non conta quanto sei bravo o quanto è buona la musica che fai: ci sarà sempre qualcuno pronto a criticarti. Tutto ciò che puoi fare è credere in te stesso e fare il meglio che puoi». Dopo aver osservato il suo arsenale di strumenti musicali, Homme ha detto che lei è “il coltellino svizzero del rock’n’roll”.

«Trovare nuovi suoni per me è una sfida. Ragiono come un arrangiatore o un orchestratore, anche quando non sono io il compositore: cerco sempre di creare qualcosa di diverso, di unico. In una canzone che forse inseriremo nel prossimo album suono per la prima volta il violino elettrico e sull’organo ho cambiato idea, all’epoca dei Led Zeppelin non lo sopportavo: in Caliguloveutilizzo un Vox Continental dei tardi anni 60, quello che usavano i Doors. Ho anche usato molto distorsore sul basso, cosa che non avevo mai fatto con gli Zeppelin». Qual è il giusto modo per ascol-

tare questo album? «Metterlo su, alzare il volume e ascoltarlo dall’inizio alla fine, l’unico modo per capirne l’esatta forma. Capisco che al tempo di Internet e del download questo è fuori moda ma le canzoni si legano e compongono una storia sonora». Da dove proviene il vostro buffo nome Gli avvoltoi curvi? «Ma ci ha guardato? Gli avvoltoi siamo noi. Il nome suona bene, suggerisce una bella immagine e poi gli altri nomi che ci venivano erano già stati presi, abbiamo passato una giornata intera a controllarli su Google».

A 63 anni sta partendo per un tour: cosa prova? «Il tempo è prezioso e non voglio buttarlo via facendo qualcosa di piccolo o senza valore. Non potrei farlo se non fossi eccitato all’idea di tornare in tour. Sul palco però sarò meno tranquillo di quanto si possa pensare». Come reagirà se qualcuno richiederà indietro i suoi compagni nelle band di origine? «Molto probabile che accada ma dovranno passare sul mio cadavere, sono pronto a battermi per evitarlo. Intanto è già deciso che faremo un secondo album, un lungo tour e i più importanti festival in estate. Sarà un anno eccitante e lo dico subito: eviteremo i pezzi dal nostro passato, non siamo una cover band». Nessun progetto con i Led Zeppelin? «No, assolutamente nulla. Ora sono nei Them Crooked Vultures». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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