Stazione Termini

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Flussi e varchi della stazione Termini Riccardo Esposito Maria Elena Indelicato

Premessa Stazioni ferroviarie, grandi magazzini, capolinea degli autobus o scambi della metropolitana: luoghi apparentemente anonimi che ogni giorno agiamo per andare a lavoro, all’università o in chissà quale altro posto; li attraversiamo quasi senza pensarci, utilizzandoli – apparentemente – solo per ragioni pratiche di raccordo tra i molteplici spostamenti che costellano le nostre vite quotidiane. Eppure non sempre capita di domandarsi se esistono dei percorsi privilegiati, delle pieghe architettoniche e logistiche che spingono coloro che affollano questi spazi a percorrere dei tragitti piuttosto che altri, in maniera del tutto involontaria. E d’altro canto nemmeno ci si domanda se la popolazione di un luogo come quelli menzionati possa re - semantizzare i suoi spazi a proprio uso e consumo. Con la seguente ricerca, svolta in un afoso maggio del 2007, si è tentato di dare una risposta a questa domanda, osservando e analizzando proprio i flussi di persone che agiscono gli spazi ibridi della stazione Termini, in particolar modo quelli che sono i varchi (zone liminari per eccellenza) di uscita/accesso che la caratterizzano, attraverso degli strumenti che fanno capo ad un approccio metodologico vicino all’osservazione partecipante, coadiuvato dall’utilizzo di tecniche fotografiche. Gli obiettivi dell’intero lavoro rispondono all’elaborazione, laddove si è dimostrato possibile, di una tipologia di “utenza” e delle azioni che vengono svolte a Termini, nodo ferroviario di importanza nazionale ma anche Forum commerciale e punto di ritrovo per comunità di giovani e meno giovani che “usano” gli spazi della stazione al di là di quella che è la sua funzione immediata relativa alla mobilità cittadina, regionale e nazionale. In particolar modo, si è cercato di rintracciare come persone e/o azioni possano cambiare i relazione a questi spazi durante l’arco della giornata, il tutto tendendo sempre presente il contesto urbano entro il quale la stazione si colloca e lo scorrere del tempo secondo un ritmo ciclico che contraddistingue il fare quotidiano. Lo scopo ultimo del seguente lavoro è quello di problematizzare l’aspetto relativo i flussi della stazione Termini, individuare un possibile ventaglio di programmi di base o d’uso che caratterizzano il fare di coloro che la agiscono, senza cadere nell’ipotesi illusoria di poter applicare e generalizzare i risultati ottenuti oltre quello che è stato l’hic et nunc della ricerca stessa. Il campo di ricerca Con una superficie di 225.000 mq e un flusso di circa 400.000 persone al giorno (per un totale di 150 milioni all’anno circa), la stazione Termini di Roma può essere considerata uno dei nodi ferroviari più imponenti d’Europa. Inoltre, rappresenta il centro della mobilità urbana della nostra capitale – dato che ospita numerosi capolinea di autobus e tram e l’unica intersezione tra le due linee metropolitane che attraversano la città – oltre ad essere un gioiello di architettura razionalista dalle molteplici ibridazioni. Per quanto riguarda l’aspetto estetico - strutturale, la stazione è stata suddivisa, per necessità euristiche, in quattro spazi principali: l’ingresso di Piazza dei Cinquecento, la Galleria Gommata, la zona binari e il Forum commerciale. La prima area si caratterizza per la lunga pensilina in cemento esterna che introduce verso le biglietterie e alcune attività com-

merciali tra le quali anche due piani dell’immensa libreria; la Galleria Gommata, invece taglia per intero la struttura di Termini, collegando l’uscita di Via Marsala con quella di Via Giolitti. L’orizzontalità della zona è accentuata dalle sottili finestre degli uffici e dalla cartellonistica pubblicitaria che si alterna con i tabelloni degli orari, mentre la maggior parte della sua superficie pedonale è occupata da totem pubblicitari, attività commerciali racchiuse in box di plexiglass e stand promozionali che si offrono alla vista dei frequentatori secondo un regime di totale visibilità, puro feticismo delle merci. La zona binari – composto da 29 binari, dei quali 22 raggiungono la galleria gommata, 4 sono dedicati alle Linee Laziali, e 2 sono stati ricavati da ex binari di servizio – costeggia per intero la Galleria Gommata ed ospita venticinque dei complessivi ventinove varchi di partenza dei treni, oltre che diversi servizi per i viaggiatori e due rampe di scale mobili per il Forum. In quest’ultimo, invece, spazio del consumo visivo per eccellenza e situato al primo piano inferiore, troviamo la maggior parte delle attività commerciali presenti all’interno della stazione, oltre agli ingressi per le due linee della metropolitana. La metodologia Come suggerito in precedenza, l’approccio metodologico utilizzato nella seguente ricerca fa capo alle tecniche etnografiche e, nella fattispecie, all’osservazione partecipante. Si è deciso, inoltre, di affiancare alle informazioni rilevate attraverso la suddetta procedura di analisi quelle derivate dal materiale fotografico ricavato da un puntuale impiego delle macchine fotografiche. Il motivo principale per cui si è deciso di affiancare quest’ultima fase alla semplice osservazione dei luoghi d’interesse riguarda l’esigenza di poter attuare un confronto puntuale sia tra gli spazi selezionati che rispetto alle diverse fasce orarie prese in esame. D’altro canto, si è dovuto rinunciare a una più completa ripresa video delle aree di passaggio dato che non possedevamo l’attrezzatura tecnica necessaria. La scelta di monitorare le uscite principali della stazione (piazza dei Cinquecento, Via Giolitti e Via Marsala), piuttosto che gli interni della struttura stessa risponde, in primo luogo, alla necessità

di restringere il campo d’indagine. Le tre uscite sopra citate, infatti, rappresentano gli unici passaggi dai quali tutte le persone che attraversano la stazione sono obbligati a esperire, e di conseguenza possono essere considerati gli spazi attraverso i quali identificare, con maggior precisione, i flussi che attraversano l’area di Termini (fig. 1). Inoltre questa scelta permette di eludere le severe restri-

zioni imposte dalle politiche di sicurezza della struttura, che vietano di scattare foto o effettuare riprese al suo interno. La fase sul campo vera e propria è stata anticipata da due sopralluoghi preliminari per determinare e risolvere alcuni problemi pragmatici, come la posizione delle macchine fotografiche, la prospettiva, la distanza e l’angolazione più adatta per fotografare i flussi e limitare gli effetti sia dei vincoli ambientali, come il traffico o gli autoveicoli di diversa dimensione in sosta che limitavano la visuale, che dei già citati vincoli giuridici. L’analisi del materiale fotografico relativo a queste prime ispezioni ha suggerito una posizione della camera trasversale rispetto ai varchi – soprattutto nel caso dell’uscita di Piazza dei Cinquecento, impossibile da catturare frontalmente a causa della sua estensione in senso orizzontale –, di individuare alcuni punti critici e di ragionare su alcuni dettagli relativi alle diverse postazioni. Sempre rispetto all’uscita che si affaccia sullo slargo di Piazza del Cinquecento, è stato necessario trovare una giusta sistemazione che riducesse la distanza tra il

ricercatore e gli ingressi, rendendo maggiormente riconoscibili le persone fotografate. Per quanto concerne Via Giolitti, invece, il problema riguardava l’individuazione di una prospettiva che andasse “dall’esterno verso l’interno”, al fine di catturare il flusso di persone proveniente da Via Giolitti e diretto verso Piazza del Cinquecento. Questa necessità si è presentata anche per il varco di Via Marsala, che tra l’altro presentava anche l’ostacolo visivo rappresentato dalla stazione dei taxi. Al termine del secondo e ultimo sopralluogo, sono state rintracciate delle postazioni soddisfacenti per l’uscita di Piazza del Cinquecento e di Via Giolitti (vedi figg. 2 e 3), mentre quella di Via Marsala è stata corretta e rideterminata ripetendo la relativa sessione fotografica. La fase field è stata eseguita in tre giorni feriali (martedì, mercoledì e giovedì) per evitare particolari affollamenti dovuti alle partenze del fine settimana e cogliere lo scorrere quotidiano della vita di Termini. A ogni varco è stato dedicato un intero giorno di osservazione – con l’obiettivo di osservare i flussi di persone, i programmi di base e d’uso di coloro che agiscono questi spazi in relazione allo scorrere del tempo – ovvero dalle 8.00 alle 20.00, e all’interno di questo arco di tempo sono state individuate tre fasce orarie durante le quali sono state effettuate le sessioni fotografiche: la prima fascia copre il mattino (8.00 – 8.30), ovvero quella parte della giornata usualmente caratterizzata dagli spostamenti effettuati per raggiungere il luogo di lavoro o di studio; la seconda copre

il

primo

pomeriggio

(13.00



13.30)

ed

è

stata

scelta

per

evitare di osservare

nuovamente coloro i quali agiscono la stazione Termini per spostarsi dal luogo di lavoro o di studio verso casa; la terza copre la sera (19.15 – 19.45). La scelta di questa fascia oraria è stata più che altro determinata da alcuni vincoli tecnici, come ad esempio la necessità di una buona luce naturale. In merito alla frequenza degli scatti, si è deciso di mantenere un intervallo pari a due minuti, al fine di ottenere delle immagini che restituissero tanto il flusso quanto la tipologia degli utenti che s i muovono tr a gli spazi ibridi delle tre uscite. In questo modo risultavano 16 scatti per fascia oraria e un ammontare complessivo di 48 fotografie per varco. L’analisi del materiale si è svolta su due livelli diversi: in primo luogo è stato analizzato quello fotografico, in modo da individuare i criteri di riferimento utili – osservazione dei percorsi, numerosità dei flussi di persone, eventuale presenza di figure stanziali, formazione di gruppi e osservazione delle relazioni tra i relativi componenti – e confrontarli con quelli suggeriti dalla semplice osservazione dei luoghi presi in esame. Di seguito sono state sviluppate delle analisi individuali e approfondite delle sessioni fotografiche che sono confluite in una scheda comparativa delle tre uscite che permette un raffronto completo e sintetico di quasi tutto il materiale. I risultati di questo secondo step di riflessione, suddivisi in base ai tre momenti spazio - temporali di riferimento e preceduti dalle note introduttive, sono riportati in questa sede attraverso una descrizione puntuale e approfondita delle diverse fasi che hanno caratterizzato la ricerca sul campo. Zona Via Marsala P.zza dei Cinquecento Via Giolitti

Giorno Orario Martedì 8.00 - 8.30 8.00 - 8.30 Mercoledì 13.00 - 13.30 13.00 - 13.30 Giovedì 19.15 - 19.45 19.15 - 19.45

8.00 - 8.30 13.00 - 13.30 19.15 - 19.45

Scatti 16 16 16

Via Marsala Nota introduttiva L’uscita che si affaccia su Via Marsala, del tutto speculare a quella di Via Giolitti, in continuità con i locali del corridoio centrale della stazione, si trova nelle vicinanze delle scale mobili

che connettono il primo piano in superficie con quello del Forum commerciale e delle due

linee metropolitane (fig. 4). Il varco in questione, particolarmente interessato dal traffico e dal parcheggio di autovetture, si distingue dagli altri tre per la presenza di un’estemporanea, piccola, stazione di autobus privati “Terravision” presente sul lato destro dell’uscita che coprono la tratta stazione Termini - aeroporto di Fiumicino e viceversa. L’uscita, a differenza della sua gemella di Via Giolitti, è inoltre composta da una banchina intermedia che divide la stazione da Via Marsala. La presenza della banchina ha permesso la creazione di un’area di parcheggio, sia per taxi che per auto private, e di conseguenza si riscontra una maggiore stanzialità degli autoveicoli di diversa natura (figg. 5 e 6). Inoltre, la presenza della banchina favorisce la concentrazione di numerosi soggetti marginali – soprattutto homeless, rom e persone che vivono condizioni socialmente disagiate (fig. 7). Questa presenza è tra l’altro favorita dalla mensa della Caritas che si trova poco più avanti l’uscita in osservata. Oltretutto, va ricordata la particolare concentrazione di alberghi, pensioni e di bed & breakfast che contrassegnano l’intera zona presa in considerazione (fig. 6). Il lavoro eseguito presso Via Marsala differisce dagli altri a causa di un problema rilevato solo a lavoro svolto. Data la specificità dell’uscita, si era inizialmente pensato di assumere una posizione interna la stazione che permettesse di cogliere sia i flussi che le stanzialità degli individui. Questa decisione era stata assunta anche per la presenza di persone socialmente disagiate e potenzialmente problematiche sulla porzione di banchina più adatta agli obiettivi della nostra ricerca.

Di conseguenza, al termine del primo ciclo di osservazione, e al fine di garantire la coerenza e la sistematicità necessaria alla ricerca, si è stabilito di ripetere l’osservazione dell’uscita di Via Marsala dopo una settimana, variando la prospettiva. Questa scelta ha duplicato la quantità di informazioni raccolte sulle relazioni sociali che contraddistinguono l’uscita: non solo si è avuto modo di osservare le relazioni di amicizia tra le diverse figure che lavorano presso la stazione, dai trasportatori di bagagli alle guardie di sicurezza della stazione, dai tassisti abusivi al personale di assistenza, ma anche le relazioni tra tutti questi soggetti con le persone socialmente disagiate, che ogni tanto lanciavano occhiate di fastidio o battute scherzose nei confronti dei nostri confronti. Nel complesso, però, entrambe le osservazioni si sono svolte senza particolari problemi o disagi. Analisi delle immagini Esaminando con attenzione le fotografie in successione temporale (mattina, pomeriggio e sera), la prima cosa da evidenziare è l’esistenza di una specifica divisione dello spazio. O meglio, di tre principali flussi posizionati nello spazio. Prendendo come riferimento il punto di vista assunto, che escludeva i soggetti socialmente disagiati e stanziali, si possono tracciare tre linee immaginare nello spazio a tre dimensioni del varco di ingresso: la prima percorre il corridoio a sinistra, parallelo all’apertura delle scale mobili, contraddistinto da una direzione che va dall’interno verso l’esterno. La seconda linea, invece, proviene dall’esterno e si muove verso il corridoio a destra parallelo all’apertura delle scale mobili. In questo caso, le persone provengono da tutto lo spazio esterno con prevalenza di quello riservato ai taxi e agli autobus. La terza ed ultima proviene dall’interno dalla stazione, dal piano inferiore verso l’esterno attraverso le scale mobili. Questo percorso appare come

quello meno agito dei tre e che, di conseguenza, lascia lo spazio centrale più vuoto rispetto a quello laterale. In sintesi, secondo due percorsi su tre – il primo e il terzo – le persone si muovono dall’interno verso l’esterno. Il primo percorso proviene da sinistra, ovvero dallo spazio dei ventinove binari della stazione verso, molto probabilmente, gli uffici che si trovano nelle vicinanze, autobus privati, taxi e auto blu. E in questo percorso che si contano il maggior numero di valigette e di bagagli di piccole dimensioni. Il terzo percorso proviene sempre dall’interno verso l’esterno, ma connette il piano inferiore – quello che funge da raccordo con la metropolitana sotterranea e con il Forum commerciale – con quello superiore. Ma l’uscita di Via Marsala non si raccorda con Piazza dei Cinquecento, ovvero con il cuore pulsante dei trasporti urbani della città. In questo senso, si spiegherebbe la scarsità del flusso di questo percorso. Il secondo e ultimo percorso è quello che

convoglia il flusso esterno verso la molteplicità degli spazi interni, biglietterie, negozi, caffetterie, fast food e, infine, i ventinove binari della stazione (figg. 8 e 9). Da questa prima schematizzazione dello spazio in tre percorsi principali potrebbe discendere una preliminare tipologia d’utenza dello spazio analizzato. I soggetti che si spostano dall’interno verso l’esterno e che provengono dal corridoio da sinistra possono essere viaggiatori o semplici pendolari cosi come i soggetti provenienti dall’esterno verso l’interno. Rimane aperto il punto che concerne il percorso che attraversa le scale mobili. Rispetto a quella che, invece, è una descrizione temporale della zona, la mattina (figg. 10 e 11) si manifesta come una costellazione di pendolari, di viaggiatori per affari, di turisti, di persone che si spostano velocemente con in mente un obiettivo preciso, una meta. Compaiono anche persone che lavorano presso la stazione mentre non vediamo soggetti socialmente disagiati. Il movimento è veloce e continuo, le persone non parlano tra di loro ma tendono a proseguire dritto. Un gran numero di valigette, bagagli di diverse dimensioni, zaini e borse di qualsiasi genere popolano la mattina dell’uscita in Via Marsala. Pendolari, uomini d’affari e turisti sono gli abitanti per eccellenza delle ore mattutine. Arriva il primo pomeriggio (figg. 12 e 13) e la stazione sembra inizialmente

spopolarsi, scompaiono quasi del tutto le valigette in favore di bagagli dalle dimensione voluminose. Compaiono in numero sempre maggiore soggetti privi di qualsiasi forma di bagaglio, semplici passanti che attraversano la stazione Termini utilizzando o il corridoio a destra o le scale mobili posizionate al centro. Il pomeriggio è caratterizzato dai viaggiatori delle lunghe percorrenze e dai

passanti che usano l’uscita come punto di raccordo di personalissimi percorsi: i ritmi appaiono più rilassati, le persone si spostano in gruppo e sembrano conoscersi. La sera (figg. 14 e 15), d’altro canto, si presenta come enfatizzazione del pomeriggio. Trolley e beauty case scompaiono del tutto a favore di valige di grandi dimensione, tipiche del turista; si moltiplicano le figure che rimangono ferme e compaiono persone che attendono parlando tra di loro. Aumenta anche la presenza e la turbolenza degli individui disagiati che si ritrovano proprio ai piedi della banchina.

Piazza dei Cinquecento Nota introduttiva L’uscita di Piazza dei Cinquecento è l’ingresso principale dell’intera struttura della stazione Termini. La sezione interna, adibita alla prenotazione e acquisto dei biglietti ferroviari, è separata da quella esterna da una serie di porte automatiche; di queste, solo quelle laterali sono realmente funzionanti (particolare significativo ai fini della ricerca). Lo spazio antistante alle uscite è caratterizzato da alcuni “totem pubblicitari” e dalla banchina di attesa taxi. Subito dopo il marciapiede si apre lo spazio di Piazza dei Cinquecento nel quale vengono ospitati i capolinea di gran parte delle linee autobus della città. Sul versante destro, considerando frontalmente lo spazio della piazza, si estende un’area che solitamente viene adibita ad istallazioni e mostre di vario genere: proprio durante la rilevazione erano, infatti, presenti una serie di tendoni espositivi. Di seguito si trova un bar frequentato solitamente da extracomunitari, una delle molteplici uscite della metropolitana e il parcheggio a pagamento. Queste zone sono caratterizzate sempre dalla presenza di homeless, rom e persone socialmente disagiate. Sul fianco sinistro, invece, la struttura di Termini taglia in maniera netta verso l’uscita di Via Giolitti, rubando solo una minima parte di spazio per una scala che collega la superficie di Piazza dei Cinquecento con l’ingresso della linea A della metropolitana. Le foto dell’uscita di Piazza dei Cinquecento sono state raccolte in un solo giorno, mercoledì, nelle tre partizioni orarie concordate. La posizione assunta per effettuare gli scatti dava le spalle alla pensilina di attesa taxi: inizialmente si temeva che questa scelta avrebbe impedito di cogliere in modo adeguato i flussi di persone, timore che fortunatamente si è rilevato inseguito infondato. Piuttosto, sempre alle spalle della prospettiva individuata per scattare le foto si fermavano numerosi senzatetto: nonostante sarebbe stato interessante inquadrarli, per farlo si sarebbe dovuto cambiare angolatura, perdendo altre informazioni. In effetti, l’ampiezza della zona è stato il vero problema nell’affrontare l’uscita di Piazza dei Cinquecento.

Prima di iniziare gli scatti del turno della mattina, una ragazza tossicodipendente ha chiesto dei soldi. Considerando che gironzolava in quella zona da diversi minuti, si è pensato di darle alcune monete, in maniera tale che se avesse continuato ad attraversare quel lato di Piazza non avrebbe creato problemi. Il secondo incontro polemico è avvenuto con le forze dell’ordine. Come spesso accade, fuori la stazione stazionava una vettura della Pubblica Sicurezza. Gli agenti erano fuori dall’auto e osservavano il passaggio delle persone, quando a un tratto uno di loro si è avvicinato alla postazione dalla quale veniva registrato il materiale fotografico. Si è fermato prima a dare un’indicazione ad una turista (ripresi in una foto) e poi ha chiesto spiegazioni a proposito di tutti quegli scatti verso la loro macchina. In breve, però, tutto è stato chiarito. Durante i turni “pomeriggio” e “sera” non è successo nulla di particolare. Solo nel primo, all’inizio, c’è stato un breve alterco tra due tassisti, ma senza alcuna conseguenza. Analisi delle immagini Osservando gli scatti riguardanti l’uscita di Piazza dei Cinquecento si può notare che il flusso di persone cambia sensibilmente durante il giorno, seguendo un tipo di mutamento quantitativo piuttosto che qualitativo. Nella mattinata le persone che attraversano lo spazio in questione sono decisamente poche e non aggregate; nel pomeriggio, invece, si è evidenziato un flusso più corposo di soggetti, anche appartenenti ad un solo gruppo; durante la sera, infine, la banchina si svuota, lasciando quasi totalmente aperta la vista della stazione in tutta la sua possanza. A differenza di quanto registrato presso l’uscita di Via Marsala, non sono stati individuate traiettorie precisi di persone. O meglio: l’unico percorso stabile che si presenta è quello che attraversa perpendicolarmente, e in entrambe le direzioni, lo spazio antistante all’uscita per raggiungere le porte d’ingresso e viceversa. Nello spazio riservato ai taxi si è riscontrato un andamento simile a quello della suddetta piazzola – infatti, come suggerisce la figura 16, solo durante il pomeriggio si assiste ad una sua saturazione – anche se nelle ore serali la frequentazione risulta comunque superiore rispetto alle ore mattutine. Quindi, si riscontra una variazione quantitativa del flusso di individui che, ipoteticamente,

cresce fino a toccare il suo apice nelle ore pomeridiane e decresce in quelle serali. Tra l’altro questa osservazione deve considerare anche che, come detto in precedenza, le porte centrali del varco non erano funzionanti. Questo vuol dire che le persone in entrata (o in uscita) erano obbligate a imboccare i passaggi laterali e, quindi, concentrarsi in queste due postazioni. Se tutte le porte fossero state funzionanti, molto probabilmente, s’avrebbe avuto modo di osservare un numero maggiore di per-

corsi diversi tra di loro. I mutamenti qualitativi, invece, sono meno incisivi di quelli quantitativi ma, in ogni caso, sono presenti e sarebbe un errore non considerarli. Le persone che passano o sostano presso l’uscita di Piazza dei Cinquecento appartengono a categorie abbastanza eterogenee: in primo luogo si riscontrano coloro che devono partire – o che sono arrivati – con i treni, che a loro volta si suddividono in pendolari e turisti. Sicuramente, è impossibile fare una distinzione certa tra le due categorie solo dalle immagini, osservandole attentamente si può notare come le persone con piccoli trolley, tracolle e ventiquattrore si distinguono da coloro che portano con sé grandi quantità di bagagli. E soprattutto si può intuire, sempre dalle sequenze fotografiche, come i primi sono più numerosi dei secondi. Solo nelle ore serali viene immortalato un gruppo di turisti che utilizza il varco senza alcun bagaglio in mano – o per lo meno sono gli unici che lo fanno in maniera più visibile rispetto all’osservatore (fig. 17). Sembra, quindi, che ci sia un maggior passaggio di pendolari, studenti e lavoratori, o comunque di persone che si accingono a raggiungere i propri impegni, che di turisti in procinto di utilizzare i treni o i mezzi pubblici. Per quanto concerne le persone che stazionano presso il varco, si possono considerare quelle che aspettano utilizzando lo spazio in questione, coloro che lavorano in quella zona e gli homeless (nella figura 18, tre rispettive immagini). La prima categoria comprende coloro che utilizzano lo spazio come luogo per incontrare altre persone, per aspettare qualcuno o qualcosa. Tra questi non si considera, però, chi semplicemente aspetta il taxi, in quanto sono sì fermi ad aspettare ma non hanno scelto loro il posto: sono lì solo perché la fermata è stata disposta in quel modo, altrimenti (forse) sarebbero altrove. Le persone in attesa sono presenti in tutti i momenti della giornata, ma raggiungono il loro picco nelle ore serali grazie soprattutto al contributo dei più giovani (solitamente ragazzi filippini). I lavoratori, invece, come suggerisce il nome stesso, sono vincolati al posto per motivi lavorativi: ci sono i tassisti (abusivi o meno), i portabagagli, gli addetti ai servizi, la Pubblica Sicurezza. Solitamente i primi risultano più rumorosi ed intavolano lunghe discussioni tra di loro e con gli homeless, i quali rappresentano l’ultima categoria di stanziali. Molti di loro sono posizionati dietro la macchina fotografica, completamente fuori inquadratura. Esistono delle differenziazioni tra questi: ci sono i più anziani, coloro che hanno acquisito diritti “informali” all’interno della stazione, che interagiscono con il personale della stazione stessa e che non elemosinano o lo fanno in maniera meno invadente; ci sono poi quelli di passaggio, solitamente più giovani, che chiedono ai passanti qualche moneta o una sigaretta. Rispetto a Via Marsala, rifugio storico degli homeless, la pratica della colletta è più esercitata anche se non tanto quanto all’interno della stazione.

Via Giolitti Note sul campo L’uscita di Via Giolitti è uno degli ingressi laterali della stazione Termini; in particolare, con l’ipotesi di trovarsi all’ingresso principale di Piazza dei Cinquecento e con la struttura di fronte, si trova sul lato destro della stazione, in posizione totalmente opposta rispetto all’uscita di Via Marsala. Non vi sono porte che separano l’entrata dall’uscita e ciò ha permesso di rilevare anche qualche dettaglio interessante dell’interno, come ad esempio alcuni gruppi di persone che sostavano ai lati delle scale mobili. Di fronte a tale uscita vi sono spesso taxi e macchine in sosta senza raggiungere però i livelli del varco speculare; l’altra parte della strada è caratterizzata, invece, da negozi di abbigliamento e scarpe, una pizzeria al taglio, un Mc Donald e diverse bancarelle gestite da extracomunitari, soprattutto marocchini e srilankesi. La strada (Via Giolitti) risulta essere altamente trafficata da

qualsiasi genere di mezzo di trasporto (macchine, motorini, moto, autobus e persino biciclette); proprio per tale motivo si è scelto di non allontanare troppo l’obiettivo dall’uscita stessa, mantenendolo sullo stesso marciapiede. Sul lato adottato per effettuare le foto, leggermente più spostati verso l’interno della stazione, ci sono gli ingressi che portano agli uffici di Trenitalia. Questo particolare va sottolineato dato che in alcune foto viene ripreso il furgone portavalori che periodicamente si reca sul luogo per prelevare il contante. In ultima analisi, bisogna rilevare che sempre sulla sinistra, ma stavolta verso l’esterno della stazione e non proprio in prossimità della postazione, stanziava un gruppo abbastanza consistente di rom. Le inquadrature però non hanno permesso mai di immortalarli. Come specificato nella parte introduttiva, le foto sono state scattate in un solo giorno (giovedì) ma in tre momenti diversi della giornata, cercando di mantenere un’inquadratura fissa, prendendo come punto di riferimento due cartelloni pubblicitari che si trovavano ai due diversi lati dell’uscita. Inoltre, è stata scelta un’angolazione obliqua che ha permesso di fotografare un ampio spazio dell’uscita. Purtroppo, non è stato sempre possibile mantenere esattamente identica la posizione dello scatto a causa delle macchine in sosta che spesso facevano scendere e salire persone con un’ingente quantità di bagagli. Inoltre, durante il turno di mattina una guardia della stazione, che in un primo momento si è fermato alle spalle della postazione cercando di comprendere l’uso della macchinetta fotografica, ha chiesto spiegazioni a proposito delle foto scattate. Anche in questo caso il tutto si è risolto in breve tempo, ma l’episodio ha costretto il ricercatore a rinunciare a qualche scatto (recuperato in un secondo momento). Nel pomeriggio, il problema fondamentale era relativo alla luce del sole. Infatti, durante l’ora di rilevazione (14:00) l’uscita di Via Giolitti è totalmente esposta al sole e ciò ha determinato una luminosità troppo forte, che nelle foto ha reso scura la parte interna dell’uscita. Nel corso degli scatti serali non sono stati riscontrati problemi o intralci particolari. Analisi delle immagini Nel corso delle diverse rilevazioni è stata riscontrata la presenza non solo di singole persone che attraversavano lo spazio di Via Giolitti, ma anche di diversi gruppi e flussi di individui. Questi appaiono alquanto eterogenei e sono tendenzialmente composti da un numero di persone decisamente ampio, con un’alta concentrazione durante la mattina e la sera. Considerando, quindi, una dimensione spaziale ben più complessa di quella riscontrata nell’uscita di Via Marsala, conviene affrontare l’analisi di Via Giolitti seguendo una categorizzazione più vicina a quella adottata per l’uscita di Piazza dei Cinquecento soffermandoci, però, in maniera più approfondita sulla quantità e la diversità dei flussi. Per quanto concerne questi ultimi, osservando le foto nei diversi momenti della giornata, è possibile considerare che sono decisamente scomposti nel loro insieme. Infatti, in un primo momento si è pensato di non considerare affatto l’idea di percorsi distinti come nel caso dell’uscita di Via Marsala. Ad una più attenta analisi, di tipo sequenziale, delle foto è però emerso chiaramente un insieme di persone che costeggiano il lato sinistro (considerando la postazione d’osservazione) del varco (figg. 19 e 20), dall’interno verso l’esterno. Questa direzionalità del percorso – stabile nel corso dell’intera giornata – si contrappone al sostanziale disordine di individui che, invece, sfruttano il lato destro dell’uscita in cui, durante tutti i momenti della giornata, non c’è un orientamento prevalente. Un altro percorso che emerge dall’analisi delle foto riguarda le persone che entrano ed escono dalla stazione utilizzando le scale mobili, poste al centro della zona da presa in considerazione (vedi freccia fig. 21).

In linea generale, dovrebbero essere persone che hanno preso la metro e ricorrono a questa uscita per raggiungere più velocemente Piazza dei Cinquecento rispetto all’uscita di Via Marsala. Anche in questo caso si è riscontrato un flusso alquanto eterogeneo di persone. Infine, tramite l’analisi delle foto, è stato possibile osservare la presenza di persone che attraversano il varco senza uscire né entrare nella stazione, ma passandoci semplicemente davanti (vedi fig. 22). Questo rappresenta un (non) utilizzo del varco completamente inedito, non riscontrato in nessun altro degli spazi analizzati. L’uscita di Via Giolitti, quindi, si caratterizza anche come semplice luogo di passaggio, di rapida transizione di persone diverse che camminano sul marciapiede di tale uscita. Questo è dovuto anche al fatto che non possiede alcun elemento caratterizzante (come la fermata taxi in Via Marsala o il capolinea autobus a Piazza dei Cinquecento): l’uscita di Via Giolitti è solo un rapido passaggio per le altre zone della stazione. Per quanto riguarda la tipologia di soggetti, non vi è un vero e proprio identikit specifico della persona che agisce questa parte della stazione, ma al contrario si riscontra una forte eterogeneità. Infatti, sono presenti viaggiatori – di passaggio e in attesa –, lavoratori più o meno stazionari, ragazzi e persone di ogni tipo ed età che attraversano rapidamente la stazione o si fermano per una lasso di tempo più o meno breve (in questo ultimo caso, si fa riferimento ad individui presenti in un solo scatto o massimo in due). Infine, troviamo persone singole o gruppi che stanziano a lungo nei diversi spazi dell’uscita, ovvero al centro (come ad esempio gli addetti ai servizi in forza presso la struttura Termini, presenti in quasi ogni foto), al lato sinistro (il personale di pulizia ed un gruppo di ragazzi) e al lato destro (in cui ritroviamo il personale di pulizia e, la mattina, un gruppo di circa otto poliziotti che conversano).

Tendenzialmente lo spazio privilegiato per soffermarsi è quello delle ringhiere che accompagno le scale mobili, uno spazio vissuto da molteplici tipologie di persone, da semplici individui che si fermano ad aspettare agli homeless, da gruppi di extracomunitari a teenager che occupano il tempo libero. È impossibile, comunque, dare una definizione conclusiva così com’è stato possibile per le altre uscite prese in esame. A fronte di tutto ciò, è evidente non solo la grande quantità di persone che attraversano l’uscita di Via Giolitti, ma anche e soprattutto l’eterogeneità dei flussi.

Conclusioni Come già sottolineato in precedenza, l’analisi si è svolta su due livelli: quello relativo alle singole uscite e quello, invece, comparativo che cerca di mettere a confronto i risultati ottenuti dai singoli, sulla base dei criteri già elencati nel paragrafo che illustra la procedura adottata per l’analisi dei dati. Con queste premesse si può osservare che le tre uscite differiscono notevolmente per quanto riguarda sia la quantità che le caratteristiche degli utenti che le agiscono. Laddove l’uscita di Via Marsala è maggiormente utilizzata come punto di raccordo per viaggiatori di breve e lunghe percorrenze, quella di Via Giolitti non presenta tale caratteristica bensì una maggiore eterogeneità, dovuta a un suo grado superiore di connessione con il contesto urbano. Questa peculiarità la rende quasi una tappa obbligata che si inserisce all’interno di percorsi più vasti che ricoprono l’intero tessuto urbano. Caso anomalo quello di Piazza dei Cinquecento, che assorbe le funzioni e le caratteristiche riscontrate nelle precedenti due uscite. Infatti, i percorsi compiuti dai flussi di individui sono decisamente semplici, non intrecciati, diretti verso quella che è una struttura funzionale della stazione (treni o stazione autobus). D’altro canto, l’uscita di Piazza dei Cinquecento è ampliamente utilizzata come punto di riferimento per le attese o gli appuntamenti, dato che si riscontra un’alta percentuale di stanzianti che usano il varco in Termini di “programma d’uso” rispetto ad un “programma di base”. Con questa distinzione s’intende sottolineare l’ipotesi che, nello spazio preso in considerazione, si fermino maggiormente persone che non hanno alcun obbligo a scegliere quel posto: lo fanno solo in base ad un accordo preso in precedenza con una controparte. In breve, la piazzola viene usata molto frequentemente per appuntamenti che facilitano la congiunzione con terzi per un successivo spostamento verso posti altri. Rispetto alla dimensione quantitativa dei flussi, questi sono apparsi come più copiosi presso l’uscita di Via Giolitti indipendentemente dall’ora di osservazione. L’uscita di Piazza del Cinquecento è risultata leggermente meno agita rispetto la precedente e soprattutto registra un calo di afflusso durante la fascia serale e un picco di presenze nel pomeriggio. Il varco di Via Marsala esce dal confronto con le altre due come la meno calpestata dagli attori del palcoscenico di Termini. Il flusso rimane pressappoco il medesimo durante il mattino e il pomeriggio per scemare di poco nella fascia serale ove cambia soprattutto la qualità degli attori. A proposito di quest’ultimo aspetto, nell’uscita di Via Marsala e di Piazza dei Cinquecento prevalgono i viaggiatori, sia intesi come turisti che come persone in viaggio per affari. Per quanto concerne il varco principale, si è rilevata un’affluenza maggiore di pendolari rispetto a coloro che si spostano per lunghi tratti. Nel caso dell’ingresso di Via Marsala, il picco massimo si riscontra nelle ore della mattinata, mentre per Piazza dei Cinquecento si parla di quelle pomeridiane. In entrambi i casi, però, la presenza di queste categorie tende a diminuire nelle ore serali mentre si accentua la presenza delle persone in attesa. Caso a parte quello del momento spazio - temporale di Via Giolitti, nel quale l’eterogeneità del flusso rimane costante durante tutte le ore della giornata. In tutte le circostanze si è, invece, riscontrata la formazione di gruppi di diversa composizione che stazionano in spazi circoscritti e stabili. Nell’uscita di Via Marsala questi insiemi di persone tendo-

no a localizzarsi su una porzione della banchina antistante l’uscita ma anche, in misura minore, presso i lati della scala mobile. I gruppi in questione sono generalmente composti da soggetti socialmente disagiati che comunque intrattengono relazioni con gli altri gruppi presenti, quali quelli formati dagli addetti al servizio di sicurezza, customer care, pulizia, trasporto di bagagli e tassisti. Nella speculare uscita di Via Giolitti, invece, i gruppi tendono a fermarsi nei soli pressi della scala mobile e sono molto instabili ovvero dalla composizione variabile. In altre parole i gruppi sono sia costituti da passeggeri che da minoranze etniche. Per quanto concerne l’uscita di Piazza dei Cinquecento, come si è rilevato in precedenza, non si può parlare di alcun gruppo che utilizza lo spazio in maniera stabile. Gli unici che stazionano su di esso, in effetti, sono coloro che lo fanno per ragioni di lavoro come i tassisti, la Pubblica Sicurezza, gli addetti ai sevizi. Scarsa è anche la presenza di marginali che, al massimo, utilizzano zona per chiedere monete.

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