Statte 2003-2009

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chilometri da Scanzano. Dove da 35 anni sono custodite una ventina di barre di uranio, che ora finiranno nel nuovo deposito unico nazionale. Anche nel centro dell'Enea c'è un po' d'agitazione. «Molti di noi hanno comprato casa in questa zona, ma ora vogliamo essere trasferiti», dice un tecnico. «Avranno fatto i loro studi, il sito sarà sicuro, ma un incidente può sempre verificarsi, con tutte quelle tonnellate di scorie che da ogni dove saranno trasportate proprio qui, vicino a casa nostra».

ALLARME RADIOATTIVO A STATTE, PROVINCIA DI TARANTO

UNA GIGANTESCA BOMBA A OROLOGERIA FUSTI,

60 CONTAINER

E 42 SILOS. ABBANDONATI

o stato di abbandono è inquietante. scricchiola e si spalanca sotto le folate del maestrale in riva allo Ionio. Alla Cemerad di Statte, in provincia di Taranto, il contatore geìger segnala pericolo. L'azienda di Giovanni Pluchino, di Mottola, è dedita al trasporto e stoccaggio di rifiuti radioattivi e tossiconocivi da un ventennio, sulla base di una mera autorizzazione dell'Ufficio del medico provinciale" di Taranto, con nulla osta del 28 luglio 1984 (protocollo n. 12.478), e in seguito della Giunta provinciale (n. 1.889 dell' Il ottobre 1989). Malgrado il sequestro preventivo disposto il 19 giugno 2000 dal gip Ciro Fiore, effettuato dai Nas dei Carabinieri il 4 luglio successivo, "dell'intera area comprensiva di locali, impianti, depositi e terreni pertinenziali recintati-, attesta il procedimento penale numero 5.662/2000 Gip, ben «30.000 fusti metallici arrugginiti», segnala il verbale di sequestro dell'Arma, «60 container e 42 silos» risultano ancora esposti alle in-

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COSTITUITA

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temperie in un'area di 4.000 metri quadrati a cielo aperto. Contengono scorie a media radioattività con tempi di dimezzamento ultratrentennali. Non è tutto. «In un capannone abusivo di 5.000 metri quadrati», dichiarano i Carabinieri, «vengono staccati circa 18.000 fusti di rifiuti radioattivi». Un altro verbale dei Nas, datato 9 agosto 2000, certifica, alla presenza dell'impiegato Colao Francesco, la sparizione di «documenti dai faldoni 50-55,.. Epilogo intermedio il l Ogiugno di quest'anno. Il Tribunale di Taranto ha condannato Giovanni Pluchino a «un anno di reclusione e al pagamento di una sanzione pecuniaria di 12.000 euro». L'autorità gìudìziarìa ha disposto anche il dissequestro del deposito e la bonifica del sito entro sei mesi dalla pubblicazione della sentenza, oltre alla restituzione dell'immobile al proprietario Mario Soprano. Ed ecco le motivazioni. Il titolare della Cemerad, secondo l'impianto accusatorio della magistratura, «realizzava

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una discarica di rifiuti pericolosi senza la prescritta autorizzazione e gestiva un impianto di raccolta di rifiuti radioattivi senza rispettare le specifiche norme di buona tecnica al fine di evitare rischi di esposizione alle persone del pubblico».

Gravi rischi per la salute Tutto tranquillo? TI pericolo permane: l'ordigno a orologeria, infatti, non è stato ancora disattivato. Il Comando provinciale dei vigili del fuoco e l'Azienda sanitaria locale Taranto/ l denunciano «gravissimi rischi per la salute e l'ìncolumità pubblica e privata, gravissimi rischi di inquinamento e contaminazione ambientale a causa delle notevoli quantità di rifiuti radioattivi, speciali e tossico-nocivi stoccati nella struttura Cernerad-. Nel deposito nucleare, in località masseria Vocchiaro-Grottafornara, a ridosso della Statale 172 per Martina Franca, a un soffio dal centro abitato di Statte (15.000 anime, Comune dal '93), e a un tiro di schioppo da Taranto (300.000 residenti), non esiste alcuna vigilanza. «Ladri, malintenzionati o terroristi possono accedere indisturbati», dichiara l'assessore comunale Orazio Marinò. Nel feudo del clan Modeo si accumulano ritardi e silenzi istituzionali. L'Enea è da tempo al corrente della situazione, come documenta una sua nota epistolare risalente al 29 novembre 1990; e il ministero dell'Industria lo è addirittura dal 28 luglio 1984. E così la Presidenza del Consiglio dei ministri di tre Governi. L'Anpa non dispone nemmeno un accertamento in loco e in una comunicazione del20 luglio 2000, siglata dal dirigente Mario Paganini Fìoratto, prende per buona l'autocertificazione sulla sicurezza, redatta dall'ingegnere Luigi Severini per conto della stessa Cemerad: «Non si sono riscontrate inosservanze alla normativa vigente». Eppure 1'8 luglio di tre anni fa, il sostituto procuratore Filomena Di Tursi e il procuratore ag-

58 . famiglia

crlstiana

. n. 47/200)

giunto della Repubblica Franco Sebastio scrivono al ministero per l'Ambiente, al presidente della Regione Puglia, nonché al prefetto e al presidente della Giunta provinciale: «La normativa vigente prevede il potere-dovere di intervento dei competenti organi amministrativi al fine di far realizzare, o di realizzare direttamente, la messa in sicurezza e la successiva bonifica delle aree inquinate e degli impianti dai quali deriva pericolo di inquinamento. Si prega di far conoscere con la massima urgenza le misure precauzionali adottate per assumere la messa in sicurezza dell'impianto Cemerad, specialmente per quanto concerne il pericolo di incendi».

Il muro di gorruna Parole al vento, come le interrogazioni del parlamentare Giovanni Battafarano. Ma il sindaco Giuseppe Mastrcmarino (esponente di una Giunta di Centrodestra) non demorde. E nel novembre 200 l chiede al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, «un intervento concreto che favorisca la bonifica». L'istanza del primo cittadino, a tutt'oggi, non ha ottenuto alcun risultato concreto. In Parlamento giace ancora senza riscontri un'interrogazione del 16

novembre 1995, a firma di Franco Carella, indirizzata ai ministri dei Lavori pubblici e dell'Ambiente. TI senatore dei Verdi segnalava che «è constatabile l'assoluta inidoneità delle strutture del capannone della ditta Cemerad a contenere un deposito di materiali nucleari; inoltre non viene documentata l'idoneità dei contenitori utilizzati per lo stoccaggìo delle sostanze contaminate, sia liquide sia solide; e infine notevoli quantità di sostanze, anche infiammabili, sono stoccate in container, riconosciuti dal competente ministero al trasporto delle sostanze e non per essere utilizzati all'aperto e per lunghi periodi di tempo». L'ex presidente della commissione Igiene e Sanità voleva sapere dai ministri competenti quali ini~iative sarebbero state messe in atto per «rimuovere le gravi irregolarità riscontrate dal Comando provinciale dei vigili del fuoco presso il deposito di rifiuti radioattivi della ditta Cemerad e i reali rischi di contaminazione ambientale e di danni alla salute pubblica». Alla fine del 2003, però, nessuna autorità, statale o regionale, e nemmeno scientifica, ha identificato le componenti, stimato gli effetti o valutato gli impatti epidemiologici sulla popolazione. ClAN

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