Soccer Performance Nr. 03

  • June 2020
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NUMERO 3 - ottobre 2009

INDICE

• ARTICOLO NUMERO 1 L’ALLENAMENTO PIRAMIDALE Autore Jonathan Proietto • ARTICOLO NUMERO 2 Neutralizzare IL

PASSAGGIO DIAGONALE

Autore angelo Iervolino •

Articolo numero 3 IL CONTROLLO DELLE POSSIBILITA’ ANAEROBICHE ED AEROBICHE DEI CALCIATORI Autore Jonathan Proietto

• Articolo numero 4 esempio di seduta sulla ricezione Autore angelo iervolino

L’ALLENAMENTO PIRAMIDALE

Autore Jonathan Proietto Questa importante forma di allenamento deve il suo nome alla diminuzione o all’incremento progressivo del livello di carico, secondo appunto un modello piramidale. Se si combinano le varie tipologie di allenamento con il metodo a piramide si possono allenare, parallelamente, la costruzione muscolare e lo sviluppo della coordinazione intramuscolare. Questo allenamento risulta essere idoneo a mantenere la forza massima durante il periodo di gara. Le sue modalità di esecuzione la classifichiamo cosi: intensità 60-100 % ripetizioni 1-8 serie 5-10 per esercizio - numero di esercizi 4-5 durate delle pause 1-2 minuti Se l’accento viene posto più sull’apice della piramide, con un numero ridotto di ripetizioni (da 1 a circa 5) ad elevata intensità (dal 75 al 100% circa), grazie al miglioramento della coordinazione intramuscolare, domina lo sviluppo della forza massima. Se, invece, si pone l’accento (parte centrale della piramide) su un numero medio di ripetizioni (8-12 circa) ed una intensità media (dal 40% 60% circa) si produce un aumento della forza massima, grazie all’aumento

della massa muscolare. I vantaggi di questo parametro di scelta dell’allenamento può essere considerato innanzitutto che se, nell’allenamento, vengono incluse tutte le zone della piramide, il risultato sarà un miglioramento combinato della forza attraverso l’ipertrofia e la coordinazione intramuscolare e, con esso, uno sfruttamento più completo di tutto il potenziale muscolare esistente. Successivamente un rapido aumento della forza in tempi brevi: dipartito in quattro settimane, produce un guadagno di forza maggiore, rispetto ad un allenamento di costruzione muscolare o di attivazione nervosa intramuscolare, ciascuno di due settimane. Gli svantaggi dell’allenamento a piramide riguardano il fatto che se si dispone di un tempo sufficiente per allenarci, un allenamento separato di costruzione muscolare o uni di attivazione intramuscolare, portano ad un maggiore aumento della forza, rispetto ad un allenamento esclusivamente piramidale.

L’ALLENAMENTO

DELLA

FORZA

RAPIDA

Come già di conoscenza attraverso gli studi effettuati dalla fisiologia umana, lo sviluppo specifico a livello di fibre muscolari, che maggiormente incrementa e sollecita il lavoro svolto per la forza rapida sono le fibre di tipo IIb. Esse sono quelle classiche fibre che raggiungono più rapidamente il loro massimo di contrazione e la forza maggiore.

Questa, oltre che dalla coordinazione intermuscolare dipende da quella intramuscolare, dalla rapidità di contrazione e dalla forza contrattile delle fibre muscolari attivate. La coordinazione intermuscolare migliora attraverso un adeguato allenamento specifico della tecnica dello sport praticato, mentre la velocità di contrazione può essere ottimizzata attraverso l’allenamento con impegni massimali dinamici di forza, ottenuti attraverso forme di allenamento eccentriche, pliometriche e contrarie. La forza contrattile delle fibre muscolari interessate e, quindi, la sezione delle fibre, vengono incrementate soprattutto utilizzando i metodi degli impegni massimi di forza.

VALUTAZIONE DELLA FORZA RAPIDA La forza rapida ha un’importanza elevata in molti sport, perciò il suo controllo attraverso adeguati test, rappresenta un esigenza fondamentale per la programmazione dell’allenamento negli sport di squadra e può essere effettuato indirettamente , in modo facile, utilizzando di test di salto, tiro e di forza di sprint. Delle metodologie facili per la rilevazione delle forza rapida sono: la misurazione del tempo - misurazione della lunghezza o dell’altezza misurazione della forza di salto - misurazione della forza di salto verticale attraverso un salto verso l’alto da fermo (jump andReach).

Neutralizzare IL PASSAGGIO DIAGONALE

Autore Angelo Iervolino

Una volta assimilati i fondamenti dell’attacco e copertura visti sul numero di settembre, possiamo passare ad esercitazioni d’allenamento per evitare il passaggio in diagonale , grazie ad una corretta attuazione del principio di attacco e copertura. In un quadrato con lato di circa 15m si dispongono ai vertici quattro giocatori che hanno il compito trasmettersi la palla a due tocchi. Fig. 1

Fig. 1

I passaggi sul perimetro del quadrato non sono attaccabili dai difensori. I vertici hanno il compito di cercare di far passare la palla in diagonale da un lato all’altro del quadrato. All’interno del quadrato si posizioneranno i due difensori, i quali dovranno impedire il passaggio in diagonale rispettando i principi di attacco e copertura visti in precedenza. Fig. 2 – 3

Fig. 2

Fig. 3

Quest’esercitazione può essere un mezzo allenante non solo per la fase difensiva e quindi tattica, ma anche per la capacità aerobica lattacida. Per tale motivo è consigliabile effettuare tale esercitazione in giorni lontani dalla partita. Ovviamente per diminuire l’intensità basta ridurre la grandezza del quadrato. In quest’esercitazione l’allenatore dovrà far molta attenzione , e farla notare ai giocatori quando ce ne il bisogno, alla posizione del corpo del giocatore in attacco. Questo dovrà posizionarsi in modo tale da poter permettere una solo direzione di passaggio. Se dividiamo il quadrato in quattro triangoli come nelle figure 2 e 3 , può risultare più facile capire la posizione da assumere da parte dei difendenti. Il giocatore in copertura può posizionarsi sul vertice alto del triangolo per impedire la giocata diagonale e per essere pronto a qualsiasi trasmissione di palla da parte dei giocatori ai vertici.

IL CONTROLLO DELLE POSSIBILITA’ ANAEROBICHE ED AEROBICHE DEI CALCIATORI

Autore Jonathan Proietto

Le valutazioni delle possibilità funzionali dell’atleta sottoposto a questi carichi, spesso non si realizzano attraverso i parametri registrati durante il lavoro, ma attraverso le reazioni dei principali sistemi funzionali dell’organismo nel periodo di recupero immediatamente successivo. Quando si pianifica il regime di lavoro per lo studio delle possibilità aerobiche ed anaerobiche, il punto di partenza è la scelta di un lavoro di durata ed intensità, tali da assicurare la massima attivazione dei relativi processi aerobici ed anaerobici. I carichi più adatti per la valutazione della potenza del processo anaerobico-alattacido durano da 15 a 30 secondi e il volume complessivo del lavoro realizzato in questo periodo permette di raggiungere il massimo livello di espressione delle possibilità anaerobiche alattacide, mentre la capacità di mantenere quella di lavoro alla fine del carico rispecchia, in misura notevole, la capacità del processo anaerobico alattacido. Per valutare invece la potenza del processo anaerobico lattacido, si procede allo stesso modo, ma, in questo caso la durata del carico aumenta fino a 45-90’. Per tale valutazione, oltre al volume complessivo di lavoro, si registrano il massimo debito d’ossigeno, le sue frazioni alattacida e lattacida e la concentrazione di

lattato. Passando alla fase aerobica, la valutazione della capacità e della potenza del processo aerobico ed anche sulla sua economia, diversamente dalla valutazione delle possibilità anaerobiche, esigono l’applicazione di carichi molto più lunghi.

Autore Angelo Iervolino Scheda operativa: Ricezione Settore giovanile

Proposta allenamento Tempo 90’-100’

Obiettivi: Ricezione della palla Combinazione -differenziazione Psicocinetica Coordinazione mono-bipodalica

Fase Iniziale: Ognuno con un pallone si palleggia, al fischio dell’allenatore si esegue un lancio verticale e bisogna fermare la palla sul posto Mobilità articolare Tempo 15’-20’

Fase centrale: Tre giocatori posti come in figura, uno esegue i balzi tra gli ostacoli , riceve un passaggio dal compagno centrale e serve sulla fascia opposta che andrà al cross. Tempo 20’

Fase centrale: Ognuno con un pallone si palleggia, al fischio dell’allenatore si esegue un lancio verticale e bisogna controllare la palla con uno stop e seguire Tempo 20’

Fase centrale: Partita a tema. Partita con gol in meta con ricezione di un compagno nella zona di meta. Il gol è valido dopo 8 passaggi di squadra. . Max 3 tocchi a testa. Tempo 20’

Partita mista . Tempo 15’-20’

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