EUROPA S.P.A. STRUMENTI DI PARTICIPAZIONE ATTIVA NELL’EUROPA DEL XXI SECOLO SINTESI DEL PROGETTO Durata del progetto: dicembre 2008 – novembre 2010 1. Il partenariato A livello nazionale, il progetto si basa su un partenariato tra CILAP EAPN Italia e EUROBIC Toscana Sud. I partner partecipano a livello nazionale attraverso il Comitato scientifico del progetto e si occupano della realizzazione delle attività a livello regionale, attivando la rete regionale.
Capofila : Eurobic Toscana Sud Partner : Associazione A.S.C Europa (Bari) Associazione Straligut ! (Siena) CESV – Centro servizi per il volontariato del Lazio CILAP EAPN Italia Città di Catanzaro Comune di Prato Comunità Capodarco di Roma onlus Comunità Montana Amiata-Val d’Orcia Cooperativa animazione VALDOCCO (Piemonte) CO.RI.S.S. – Cooperative riuniti socio sanitarie (Calabria) ERASMO – Centro studi di ricerca formazione e documentazione sull’Europa sociale (Puglia) IRESS – Istituto regionale emiliano-romagnolo per i servizi sociali e sanitari Provincia di Torino Provincia di Roma Regione Emilia Romagna Regione Lazio 2. Motivazioni e finalità del progetto “Europa s.p.a.” è un progetto co-finanziato dalla Commissione europea per promuovere il dibattito sull’inclusione sociale in supporto al rafforzamento del Metodo Aperto di Coordinamento sulla protezione sociale e l’inclusione sociale (MAC/inclusione). Il progetto si basa sull’assunto che l’applicazione concreta dei concetti della non-discriminazione e delle pari opportunità è essenziale nella lotta contro la povertà e l’esclusione sociale, trattandosi di due tematiche assolutamente trasversali a tutta l’applicazione del Metodo Aperto di Coordinamento sull’inclusione sociale e la protezione sociale. Per quanto riguarda la lotta contro le discriminazioni, l’Unione europea si è dotata, nel tempo, di una delle migliori e più ricche legislazioni del mondo contro le discriminazioni. La nuova Agenda sociale europea riconosce però che “le leggi non bastano” se, come riportato dal rapporto “Discriminazione nell’Unione europea” di EUROBAROMETRO (2007) 1 europeo su 3 dichiara di aver assistito, nel corso del 2006, ad almeno ad un episodio di discriminazione e 1 su 7 dichiara di essere stato vittima di discriminazione. Le pari opportunità sono un altro punto dolente, specialmente in Italia dove il 56% dei cittadini, sempre secondo il già citato rapporto di EUROBAROMETRO, sostiene che la discriminazione di genere è molto alta, il 77% è convinta che l’appartenenza a una minoranza è un forte svantaggio e dove solo il 33% dichiara di conoscere i propri diritti e, quindi, di possedere gli strumenti essenziali per difendersi in caso di discriminazioni. Attraverso una serie di azioni (si veda oltre), “Europa s.p.a.” vuole verificare se e come il MAC/inclusione può o potrebbe rafforzare la lotta contro le discriminazioni e per le pari opportunità per tutti e tutte. I promotori del progetto sono coscienti che il MAC è uno strumento “leggero” e a carattere volontario che, almeno in Italia, non ha ancora raggiunto il suo massimo potenziale ma che, se applicato correttamente – come avvenuto in
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altri Stati membri – può dare risultati positivi nella lotta contro la povertà e l’esclusione sociale. Segnaliamo inoltre che il progetto, sviluppando parte delle sue attività nel 2010, potrà dare un contributo importante alle iniziative che l’Italia svilupperà per l’Anno europeo contro la povertà, prefigurandosi come occasione di discussione e conoscenza a livello regionale e nazionale. Il progetto farà conoscere il MAC/inclusione partendo da diversi gruppi target e diverse tematiche: donne, minori, persone in povertà, comunità Rom e accesso ai Servizi di Interesse Generale (SIG). “Europa s.p.a.” cercherà di rispondere alle seguenti domande: quanto il Piano nazionale per l’inclusione sociale (PAN/inclusione) risponde alle aspettative e ai bisogni dei gruppi presi in esame? Quanto e come affronta la questione dell’accesso ai Servizi di Interesse generale? Il MAC/inclusione, così come applicato in Italia e in Europa, è utile oggi o è stato utile nel passato per sviluppare politiche e azioni più incisive a favore di questi gruppi o per facilitarne l’accesso ai servizi di interesse generale? Come possiamo farlo funzionare meglio a tutti i livelli, dal nazionale al locale? I gruppi target sono stati scelti tra quelle fasce svantaggiate che le statistiche – e la nostra esperienza di operatori sul campo – affermano essere tra coloro che più sono vittime di discriminazione, povertà ed esclusione sociale ed che, di conseguenza, potrebbero maggiormente trarre vantaggio dalla corretta applicazione del MAC/inclusione e da una conoscenza dei propri diritti. Due, quindi, sono le principali motivazioni che hanno spinto i promotori del progetto a scegliere i gruppi target/argomenti cui si accennava in precedenza: la necessità degli stakeholder italiani e di tutta la cittadinanza di capire appieno le implicazioni e le possibilità offerte dalla nuova Agenda sociale europea e dalla legislazione europea e, la necessità di continuare il lavoro intrapreso con progetti precedenti, ultimo tra i quali “STREET – Strategie europee e territori” (VS/2006/0722) proponendo a tutta la società civile organizzata e alle istituzioni un tavolo di confronto e discussione che analizzi come il MAC/inclusione possa impattare e supportare il trasferimento di buone pratiche. Il progetto si rivolgerà anche ai decisori politici europei, nazionali e locali producendo una serie di raccomandazioni per migliorare la messa in pratica dei principi di non-discriminazione e per le pari opportunità.
3. I gruppi target, gli argomenti DONNE I dati l Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (2006) mostrano chiaramente che le politiche per le pari opportunità portate avanti fino a quel momento in Italia sono state inefficaci, considerando che il divario tra uomini e donne resta ancora molto alto. Le donne guadagnano, mediamente, la metà degli uomini; gli uomini che svolgono un lavoro dipendente guadagnano mediamente il 23% in più delle loro colleghe; i professionisti il 40% in più delle professioniste; i lavoratori maschi a contratto il 24% in più. Inoltre, il 54% dei precari è donna e rimangono tali per il doppio del tempo. Questo sapendo bene che le donne in genere hanno qualifiche professionali e un livello di istruzione migliore degli uomini e che, in gran parte, svolgono lavori ben al di sotto delle loro qualifiche (il 20%). Il 10% delle donne lascia il lavoro al termine del periodo di maternità e il 40 decide di lasciare il lavoro appena incinte. Questo insieme di fattori è la causa principale del fatto che solo 1,2% di donne riesce ad andare in pensione con 40 anni di contributi, il 9% tra i 35 e i 39 anni e il 52% con meno di 20 anni. E’ un fatto che anche se la famiglia italiana, come nel resto del mondo occidentale, sta rapidamente evolvendo, essa si regge ancora prevalentemente sul lavoro di cura delle donne. Aggiungiamo a questa breve analisi la poca rappresentanza politica delle donne (21% di deputate e 8,01 di senatrici). Non c’è quindi da stupirsi se sono le donne una delle fasce di popolazione più a rischio di povertà, specialmente se sole, anziane o con figli a carico. Ma, il quadro non è totalmente nero perché molte regioni hanno sviluppato alti standard – a volte superiori alla media europea - di protezione e di servizi (asili e scuole materne, servizi sanitari di prevenzione ecc.) e perché altre regioni hanno sviluppato i così detti bilanci di genere, studiando attentamente l’impatto delle spese e delle decisioni regionali o locali sulle disuguaglianze di genere. Le attività si svolgeranno in Toscana che è un esempio di buona pratica nel campo delle pari opportunità per le donne e dove il bilancio di genere è sperimentato in molte province.
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COMUNITA’ ROM
Milioni di europei di origine Rom sono vittime di discriminazione ed esclusione sociale; il 77% degli europei afferma che essere un Rom equivale ad essere un escluso (Rapporto EUROBAROMETRO). Per contrastare questo stato di cose, l’Unione europea si è dotata di un quadro legislativo molto dettagliato e di strumenti finanziari e di coordinamento che, sfortunatamente, non sono utilizzati appieno dalle istituzioni italiane (si veda, per esempio, l’utilizzo del Fondo sociale europeo). Anche se la responsabilità per le politiche a favore dei Rom è per la maggior parte di pertinenza degli Stati membri, il MAC/inclusione potrebbe essere uno strumento importante per coordinare gli sforzi e trasferire le buone pratiche tra Stati membri in questo settore. Come dimostrano i fatti di cronaca della scorsa primavera, c’è urgente bisogno nel nostro paese di sviluppare politiche anti-discriminatorie e di sensibilizzare l’opinione pubblica affinché cambi la percezione che il cittadino italiano medio ha dei Rom. Queste attività avranno luogo a Roma dove operano molte organizzazioni che lavorano con/per i Rom. MINORI. Secondo un rapporto UNICEF1, la povertà minorile coinvolge più del 15% dei bambini italiani, la cui maggioranza (90%) risiede nel Mezzogiorno. I bambini poveri, è provato, diventano adulti con problemi di salute, hanno problemi di apprendimento e quindi non raggiungono risultati apprezzabili a scuola, le ragazze diventano madri troppo giovani, tutti rischiano di diventare adulti disoccupati. Se vogliamo costruire una società più giusta e più coesa, in grado di dare a tutti le stesse opportunità di partenza e garantire un alto livello di mobilità sociale, è essenziale mettere i bambini al centro di tutte le politiche, è importante imparare dalle esperienze positive fatte negli altri Stati membri e saper utilizzare il MAC/inclusione anche in questo settore, come, per esempio, avvenuto con un buon margine di successo nel Regno Unito. Questa attività si svolgerà a Catanzaro dove la povertà minorile è più alta2 ma dove sono state attivate alcune buone pratiche che, attraverso il MAC/inclusione, potrebbero esser ulteriormente sviluppate. PERSONE IN POVERTA’. Il concetto che le persone in povertà devono essere ascoltate e che il loro punto di vista deve essere preso in considerazione quando si decidono politiche ed azioni che influiranno sulla loro vita sta facendo, almeno in Italia, ancora ai primi passi. Grazie al coinvolgimento nella preparazione e organizzazione nazionale degli Incontri europei delle persone in povertà3, il CILAP EAPN Italia, la rete nazionale della Rete europea di lotta alla povertà (EAPN), è stata una delle prime associazioni italiane ad affrontare questo tema, costituendo al suo interno un apposito gruppo di lavoro al quale partecipano attivamene persone che vivono in condizioni di povertà. Le attività del progetto mirano a migliorare il livello di partecipazione delle persone in povertà, a sensibilizzare le organizzazioni che lavorano con/per i poveri e le istituzioni nazionali e locali sull’importanza di questa partecipazione, studiando insieme le modalità più idonee per attuare il MAC/inclusione per quanto concerne “la partecipazione di tutte le parti in causa, persone in povertà incluse”. Questa attività avrà luogo a Bologna dove si registrano buone pratiche in materia e dove uno dei partner del progetto (IRESS) lavora coinvolgendo nelle proprie ricerche e lavoro sul campo le persone in povertà ACCESSO AI SERVIZI DI INTERESSE GERALE. L’accesso ai beni e ai servizi per tutti è uno degli obiettivi della strategia europea per l’inclusione attiva ma, benché l’Italia abbia un quadro legislativo di buon livello (non ultima la legge 328/2000), siamo ancora lontani dall’aver raggiunto un accesso adeguato o livelli di assistenza standardizzati valevoli su tutto il territorio nazionale. La discussione sulla privatizzazione del servizi di interesse generale tarda a diventare patrimonio comune e l’impressione è che i vari governi cambiano le regole di accesso o discutono e attuano privatizzazioni solo in funzione della necessità di “fare cassa”. Per quanto attiene più specificamente ai servizi sociali, c’è una generale mancanza di informazioni, una poca conoscenza dei propri diritti, una burocrazia che rallenta all’infinito l’accesso, una disorganizzazione di molti servizi territoriali, una mancanza di fondi che peggiora di anno in anno, a mano a mano che i governi tagliano i trasferimenti agli enti locali per riuscire a pareggiare i conti dello Stato. La mancanza di livelli essenziali di assistenza da applicarsi in tutto il paese fa sì che l’accesso ai servizi dipenda sempre più da dove si ha la fortuna o sfortuna di risiedere. Il Piemonte è la regione coinvolta in questa attività anche perché la provincia di Torino ha lanciato nel 2005 “Fragili orizzonti”, un programma triennale per combattere la vulnerabilità sociale e perché la regione ha sviluppato una serie di buone pratiche che, attraverso il MAC/inclusione, possono essere meglio studiate e trasferite.
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Nel suo insieme, “Europa s.p.a.”:
1. Rafforzerà gli sforzi dell’Unione europea per migliorare la cooperazione tra tutte le parti in causa. Il progetto aiuterà tutti gli attori a impegnarsi maggiormente per il successo del processo europeo (MAC/inclusione); le varie azioni previste faranno conoscere ai cittadini la strategia europea per l’inclusione e le possibilità offerte dalla nuova Agenda sociale; creerà i presupposti per una migliore interazione tra le politiche regionali o locali e quelle europee. 2. Riavvicinerà tutte le parti in causa e i cittadini nel loro complesso all’Unione europea, trasmettendo il messaggio che l’Unione europea non è solo per i mercati ma che sta compiendo un grosso sforzo – attraverso la nuova Agenda sociale – per raggiungere livelli più alti di giustizia e coesione sociale attraverso politiche per l’occupazione, per la casa, la salute, l’istruzione e la sicurezza sociale per tutti. 3. A livello europeo, “Europa s.p.a.” cercherà di capire se il MAC/inclusione è ancora un strumento utile a sostenere l’avanzamento del modello sociale europeo – inteso come un modello che, usando strumenti diversi a seconda delle specificità del singolo paese, ha obiettivi comuni di equità e giustizia- o se bisognerebbe prendere un’altra direzione e dotarsi di nuovi strumenti. I promotori del progetto sono convinti che il MAC/inclusione, validato ancora una volta dalla nuova Agenda sociale europea, è uno strumento utile specialmente per quelle politiche che non cadono nella diretta competenza dell’Unione e che, se applicato correttamente, può arricchire la legislazione europea assicurando una migliore integrazione tra le politiche sociali, dell’occupazione ed economiche. 4. Le azioni di “Europa s.p.a. Le azioni che il progetto prevede rispondono alle necessità dell’Italia sotto più aspetti. Infatti: 1. a parte alcune misure palliative che dipendono dai pochi soldi a disposizione e comunque con validità al massimo annuale, la lotta alla povertà e all'esclusione sociale non è una delle priorità del governo italiano attuale e, sia pur con alcune distinzioni, dei governi precedenti; 2. Le politiche anti-discriminazione sono ferme al palo e esiste un pericolo reale di regressione con la conseguenza che le minoranze etniche e i gruppi svantaggiati siano spinti sempre più ai margini della società; 3. i cittadini italiani, come nel resto dell’Europa, percepisce l’Unione come un’entità astratta, utile solo ai mercati ma inutile ed inefficace per quanto riguarda le politiche più vicino ai cittadini; 4. il senso di forte insicurezza per il proprio futuro e quello dei propri figli spinge i cittadini italiani a chiudersi sempre più, rifiutando ogni cambiamento o incolpando i poveri, i discriminati della situazione, un atteggiamento troppo spesso fomentato da media non sempre attenti o imparziali; 5. il Metodo Aperto di Coordinamento è ben lontano da essere applicato correttamente o in tutte le sue dimensioni e, a volte, è ancora troppo poco conosciuto anche da chi dovrebbe utilizzarlo nel proprio lavoro quotidiano. Il progetto opera su più livelli, cercando di coinvolgere nelle varie azioni gruppi e fasce di popolazione diverse. Più specificamente:
1. I CANTIERI. Il progetto organizzerà in 5 regioni (Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Calabria) cinque tavoli di lavoro ai quali parteciperanno tutte le parti in causa per discutere insieme: a). come promuovere il dibattito sulla nuova Agenda sociale, collegando i suoi contenuti alle realtà regionali e locali;
b). se e come i vari elementi che compongono il MAC/inclusione sono applicati in relazione alle politiche sociali per i gruppi target prescelti (obiettivi comuni, revisione tra pari, pratiche innovative, monitoraggio e
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valutazione, partecipazione di tutti gli attori, persone in povertà incluse). Per assicurare un respiro europeo a questa iniziativa e garantire un proficuo scambio di buone pratiche a livello europeo, i cantieri vedranno anche la partecipazione di almeno un esperto europeo. Si prevede la partecipazione di circa 50 persone a cantiere.
Tema del cantiere
Città
Partner responsabile
Data approssimativa
Politiche di genere e povertà
Prato
EUROBIC Toscana Sud
Ottobre 2009
Politiche contro la discriminazione e Rom
Roma
CILAP EAPN ITALIA
Dicembre 2009
Servizi di Generale
Torino
VALDOCCO
Gennaio 2009
Partecipazione delle persone in povertà
Bologna
IRESS
Marzo 2010
Minori e povertà
Catanzaro
CORISS
Giugno 2010
Evento finale
Bari
Centro Studi ERASMO
Novembre 2010
Interesse
2. GLI SPOT TELEVISIVI. Sono previsti 5 spot da mandare in onda su reti televisive regionali (e in altri canali che i partner reperiranno in corso d’opera) ognuno centrato sui 5 argomenti trattati dai cantieri. Questa attività servirà a sensibilizzare il pubblico sulle politiche europee, cercando di far arrivare il messaggio che “la giustizia sociale e le pari opportunità sono di nuovo al centro dell’Unione europea”. Con questi spot si vuole anche trasmettere il messaggio che giustizia e coesione sociale sono temi che riguardano tutti noi e che ciascuno può e deve fare la sua parte. 3. IL TEATRO. “Teatro della cittadinanza” è un gruppo teatrale amatoriale di donne nato nel centro famiglia Il Mosaico di Bari/Catino grazie a un EQUAL prima fase. Ad ogni cantiere seguirà una rappresentazione teatrale di questo gruppo (organizzata in un teatro cittadino) che si concentrerà su temi quali le pari opportunità, le politiche sociali europee, la giustizia, la responsabilità individuale e collettiva, la solidarietà. Gli spettacoli sono un altro mezzo utilizzato dal progetto per ragionare insieme al pubblico su povertà ed esclusione sociale e per dimostrare che il povero, il socialmente escluso, può uscire dalla sua condizione se aiutato e se gli vengono date le possibilità e gli strumenti necessari. 4. CONFERENZA FINALE. La conferenza finale del progetto si terrà a Bari (partner responsabile: Centro Studi Erasmo) e sarà il momento per valutare le realizzazioni del progetto, il suo impatto e i suoi risultati. Si conta sulla presenza di circa 100/150 persone (politici, rappresentanti delle istituzioni, ONG, persone in povertà, ecc.). Si discuterà dello stato dell’arte politiche nazionali contro le discriminazioni e per le pari opportunità in relazione alla lotta contro la povertà e l’esclusione sociale e degli impegni (e del rispetto) presi dal governo italiano in Europa. 5. PUBBLICAZIONE. Il progetto produrrà un volume dove verranno pubblicati i contributi più significativi scaturiti dai Cantieri, che renderà conto della discussione scaturita grazie al progetto e i risultati raggiunti. La pubblicazione – anche in inglese per assicurarne la diffusione nell’Unione europea – conterrà le principali raccomandazioni elaborate dai singoli cantieri. Durante tutto il progetto sarà attivo un ufficio stampa
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nazionale e, in concomitanza con le attività regionali, uffici stampa a carattere regionale. Il progetto è valutato da un valutatore esterno supportato da tutti i partner. 5. Governance del progetto A livello nazionale, il progetto è gestito in collaborazione tra il CILAP EAPN Italia e EUROBIC Toscana sud che, insieme e ognuno secondo le proprie competenze, gestiranno le varie fasi/attività di progetto. I due enti sono affiancati da un Comitato Scientifico composto da un rappresentante per partner e che si incontrerà 4 volte nell’arco di vita del progetto per assicurare partecipazione, decisioni condivise e sinergia. I partner regionali non istituzionali sono incaricati di organizzare le attività previste coinvolgendo i rispettivi partner istituzionali e allargando la rete dei partner ad altre realtà istituzionali e non. 1 An Overview of Child Well-being in Rich Countries Innocenti report card 7, 2007
2 Rapporto sulla condizione sociale dei minori e degli anziani nel Comune di Catanzaro, Ricerca condotta dalla Cooperativa CORISS per conto del Municipio di Catanzaro, pubblicata nei “Quaderni di Street”, progetto a titolarità CILAP EAPN Italia, co-finanziato dalla Commissione europea, D.G. Occupazione, Affari Sociali e Pari Opportunità (VS/2006/0722)
3 Incontri europei a cadenza annuali che, dal 2001, sono organizzati dalla presidenza europea di turno e la Commissione europea con il sostegno tecnico e scientifico di EAPN. Gli Incontri europei, così come la Tavola rotonda annuale e i PAN/inclusione fanno parte a pieno titolo delle azioni previste per la messa in essere della Strategia europea contro l’esclusione sociale e del MAC/inclusione.
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