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FRANCESE esistenzialismo L’esistenzialismo si affermò in Francia negli anni Quaranta ed ebbe nel filosofo, drammaturgo e romanziere Jean-Paul Sartre il suo principale esponente. Fu una corrente filosofica e letteraria incline a una visione pessimistica dell’esistenza umana, ritenuta un’esperienza frustrante, priva di alcuna finalità: tali convinzioni furono espresse da Sartre in L’essere e il nulla (1943). Nelle sue opere teatrali (Le mosche, 1943; A porte chiuse, 1944 e Le mani sporche, 1948), Sartre si soffermò su problemi di cui si era già interessato prima della guerra nel romanzo La nausea (1938). Nella trilogia Le vie della libertà (1945-1949) mostrò un individuo senza illusioni ma consapevole della necessità di farsi carico delle proprie responsabilità sociali e morali. Sua compagna e fedele seguace per tutta la vita fu Simone de Beauvoir, autrice dei Mandarini (1954) e della Cérémonie des adieux (La cerimonia degli addii, 1981). Anche Albert Camus fu condizionato dal clima culturale di quegli anni, in particolare nell’opera teatrale Caligola (1944); nei suoi due romanzi più riusciti, Lo straniero (1942) e La peste (1947), riconobbe tuttavia il valore e la necessità dell’impegno umano.