CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – AFRICA OCCIDENTALE 2009
SCHEDA SENEGAL (CPS – Comunità Promozione e Sviluppo) Volontari richiesti: 2 SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: Mbour DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:
Il paese, situato nell’Africa occidentale, ha fatto parte dell’impero coloniale francese dalla fine dell’800 fino al 1960 quando ha ottenuto l’indipendenza dopo essersi separato dalla Federazione del Mali, durata pochi mesi. Il primo presidente del paese è stato Léopold Senghor che rimase al potere fino al 1980, quando si dimise per lasciare il posto a Abdou Diouf. L’era Diouf comincia con alcuni sommovimenti politici che destabilizzano il paese: dall’effimera unione federale con il Gambia durata dall’82 all’89 alla crisi delle arachidi nel 1984, dalla guerra con la Mauritania del 1989 alla guerra in Casamance all’inizio degli anni ’90 conclusasi con la firma degli accordi di pace solamente nel 2004. Il tutto condito da una crisi economica che ha portato alla svalutazione della moneta. Sette anni più tardi vince le elezioni Wade, battendo al secondo turno Diouf e diventando presidente. Nel 2001 è stata adottata una nuova Costituzione che riduce il mandato presidenziale a 5 anni. Il Senegal sta vivendo una difficile crisi che vede protagoniste le varie fazioni di cui Wade è il leader. Il presidente nei suoi 5 anni di governo ha mandato via già quattro premier uno dei quali è stato arrestato a causa di uno scandalo di corruzione e inspiegabilmente è stato incriminato per “attentato alla sicurezza del paese”. Al momento la pace in Casamance è uno dei pochi successi di cui si possa fregiare l’amministrazione Wade, e il lavoro di ricostruzione e di sminamento sta permettendo a profughi e contadini sfollati di far ritorno nelle proprie case. Le buone performance dell’economia negli ultimi anni non hanno avuto effetti significativi sulle condizioni di vita della popolazione: più della metà dei senegalesi vive ancora sotto la soglia di povertà, la disoccupazione è alta e l’accesso ai servizi rimane problematico. Il tasso di alfabetizzazione rimane sotto al 40%, con una forte discrepanza tra il dato riguardante i maschi e le femmine (50% contro 30%). Nonostante la lotta all’Hiv non sia una delle priorità statali (solo lo 0,8% della popolazione ne è affetto) l’epidemia di colera del 2004 mostra come anche a livello sanitario occorrano sensibili miglioramenti. Il Senegal rimane uno dei 20 paesi a più basso indice di sviluppo umano. È infatti classificato al 157° posto con un indice di sviluppo umano pari a 0.458 e una speranza di vita alla nascita di 55.7 anni. Anche se gli effetti non si fanno sentire sul tenore di vita, l’economia senegalese viaggia con una crescita media annua del 6%. Il Senegal è un Paese povero ma la sua economia è più sviluppata rispetto a quella dei paesi vicini, grazie anche al fatto che numerosi sono gli investimenti di capitali stranieri, soprattutto francesi. Dopo anni di riforme sociali che hanno avuto costi elevatissimi, i conti statali sono finalmente a posto, con un aumento delle entrate tributarie del 138% negli ultimi 5 anni e un’inflazione praticamente azzerata. In passato, fino a una ventina d'anni fa, la coltura principale era quella delle arachidi; adesso si sono sviluppate altre coltivazioni alimentari, nonostante il Senegal sia uno degli stati più minacciati dalla desertificazione, e la pesca. È stato dato impulso allo sviluppo recente dell'industria chimica e meccanica. Il paese rimane ancora largamente dipendente dalle esportazioni alimentari, principalmente per quanto riguarda le arachidi e tutti i prodotti a esse correlati. Molto sviluppata è la stampa senegalese che è sostanzialmente libera anche grazie alla maturità della società, che in 45 anni di indipendenza non ha ancora conosciuto colpi di stato, un vero evento per il continente. Anche in un momento di crisi politica come quello attuale il Senegal rimane uno dei paesi africani più democratici. DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:
Il progetto è realizzato in diverse località del Senegal, in particolare Mbour, sulla Petite Cote (Dipartimento di Mbour, Regione di Thiès), e Sokone, sul delta del Sine Saloum (Dipartimento di Foundiougne, Regione di Fatick). La regione di Thiès copre una superficie di 6.601 km², con una popolazione totale di 1.209.110 abitanti e una densità di 183 ab/km2. La densità media del Sénégal è di 45 ab/km²; la regione di Thiès, dopo quella di Dakar (3.795 ab/km2), presenta la densità maggiore del Senegal. La regione di Fatick copre una superficie di 7.935 km², con una popolazione totale di 598.607 abitanti e una densità di 75 ab/km2. Il comune di Mbour ha attualmente 16 quartieri con una popolazione stimata di 150-200.000 abitanti; l’ultimo censimento risale al 1988 e da tale data ad oggi si è assistito ad un incremento costante e forte della popolazione. Il comune di Sokone, con una superficie di 12 km2, ha 12.632 abitanti. Mbour è nella zona marittima della Petite Côte. Sokone è nella zona continentale e marittima trovandosi vicino ad uno dei bracci 1
interni di mare della zona del Sine-Saloum. Nel Dipartimento di Mbour particolarmente rilevanti sono le risorse della pesca e del turismo. Nel settore secondario l’artigianato si sviluppa con l’urbanizzazione e la crescita del turismo, ma finora non è stato mai ben censito. Il turismo occupa il primo posto del settore terziario. Il dipartimento è dotato di 80Km di costa conosciuta a livello internazionale, nell’ambito del turismo balneare, come Petite Côte. L’offerta alberghiera è stimata a 5.000 letti (17.500 a livello nazionale) ripartiti nei recettivi, dai camping agli hotel ai villaggi di vacanze ecc. Le statistiche del 1999 segnalano 420.022 arrivi e 1.560.057 notti. Nel dipartimento di Foundiougne la principale attività economica è l’agricoltura; nel settore primario vi è anche la pesca praticata nei bracci di mare e prevalentemente dai Sereer. Non ben censiti sono il settore dell’artigianato e del commercio. Si trovano varie strutture turistiche, dagli hotel ai campement, concentrate in alcuni centri (Foundiougne, ad esempio), ma sono ovunque in forte espansione anche per una politica nazionale che mira a sviluppare il turismo in tutta la zona del Sine Saloum sia attraverso una campagna pubblicitaria sia con la programmazione del miglioramento di infrastrutture. DESCRIZIONE DEL CONTESTO SETTORIALE:
Rafforzamento istituzionale e Reti La capacità alberghiera del Senegal era nel 2001 di 19.208 posti-letto per 289 stabilimenti turistici. Non ci sono stati investimenti significativi nel settore da tre anni, ma numerosi progetti, di portata più o meno importante, sono stati sviluppati nella zona di Dakar e della Petite Cote, fino al Sine-Saloum. La capacità d'alloggio è dunque stagnante e l'offerta resta diversamente distribuita sul territorio. La zona di Dakar concentra il 55% della capacità d'alloggio, la Petite Cote il 26% e la Basse Casamance il 22%. La Petite Cote resta la regione più attraente per gli investitori, ma lo spazio tende a essere saturo e si assiste, purtroppo, al fenomeno di occupazione "anarchica". In conseguenza, le regioni del Sine-Saloum e di SaintLouis, che insieme dispongono attualmente soltanto il 6% della capacità d'alloggio, dovrebbero tendere a svilupparsi negli anni futuri. Il Senegal è sicuramente una meta molto interessante per il mercato turistico estero per una serie di fattori quali la varietà e la bellezza del territorio, la tradizione storica e i legami culturali con l’Europa, la relativa stabilità politica e la pacifica situazione sociale, la buona rete per i trasporti, l’accoglienza e l’ospitalità della popolazione (“teranga” – accoglienza, ospitalità), la possibilità di offrire servizi a prezzi competitivi. Proprio grazie a questi elementi il “fenomeno” turistico in Senegal ha conosciuto una costante crescita sia nel numero di presenze, sia nel fatturato. Il settore turismo, con 492.000 arrivi registrati nel 2002 ed un apporto di 170 milioni d’euro è la seconda fonte di entrate nel Paese dopo la pesca. Il Senegal, grazie ad un insieme di atout incontestabili, è la decima meta turistica africana e la prima dell’Africa nera. Gli attori implicati nella filiera “turismo” sono numerosi e, infatti, il turismo ha carattere trasversale. Visto il suo carattere trasversale, il settore turismo è generatore di reddito. Ciononostante nei Paesi in via di sviluppo come il Senegal si assiste al suo potere destrutturato del tessuto sociale (si pensi al turismo sessuale) e allo sfruttamento delle risorse che spesso non è a beneficio degli abitanti. Il turismo è certamente una fonte di entrate significative per il Senegal, ma le ricadute che queste hanno sullo sviluppo del paese e della sua popolazione sono limitate a causa di diversi fattori: a) il turismo è sviluppato solo in alcune zone del paese e in queste la gran parte dei turisti affluisce negli hotel delle catene internazionali. L’organizzazione della filiera è fortemente influenzata dalla presenza francese. Sono i grandi Tour Operators che dominano la “destinazione Senegal”: sei grandi imprese francesi “controllano” l’80% dei turisti che arrivano nel paese; b) Gli impieghi che il turismo offre alle popolazioni sono quantitativamente e qualitativamente ancora limitati, si calcola che siano oggi circa 10.000 le persone che hanno un impiego diretto nell’ambito turistico e 20.000 che ne beneficiano come impieghi indiretti; c) lo sviluppo del settore turismo ha provocato in alcune zone del Paese il completo abbandono delle attività agricole. Questa distorsione economica ha provocato la completa dipendenza dei territori del settore turismo che è molto flessibile e legato a fattori esterni. d) tra il 1960 e il 2002 il Ministero del Turismo ha cambiato responsabile per 16 volte, e questo ha contribuito ad una mancanza di coordinamento e di continuità tra le azioni intraprese e ciò ha comportato una costante debolezza delle politiche istituzionali di appoggio al turismo. Questa debolezza si ripercuote soprattutto sull’aspetto promozionale della “destinazione Senegal” che rimane, quindi, legata al mercato già esistente, con grandi limiti (principalmente l’essere legati al mercato francese e la stagionalità del prodotto “sole d’inverno – turismo balneare”). Tutela infanzia e adolescenza In Senegal la scuola elementare statale è gratuita ma le classi sono molto numerose, arrivando fino a 90/100 alunni per classe. Alla scuola media e al liceo statali e quindi gratuiti, si accede per concorso e in base al numero di posti dichiarati disponibili dal ministero competente. I vincitori non rientranti nel numero fissato possono ripetere l’anno e ritentare l’anno successivo oppure possono iscriversi alla scuola privata. Non sono ammesse più di due ripetizioni per grado, pena l’esclusione. La percentuale di abbandono scolastico è elevata (circa il 25%) e questo soprattutto nei villaggi, dove i bambini devono lavorare nei campi. Dal punto di vita sanitario, nel Dipartimento di Mbour CPS ha effettuato, a partire dal 1999, numerose analisi ai bambini rientranti nel proprio programma di sostegno a distanza. Da queste è emersa una notevole incidenza di 2
parassiti intestinali ma anche una significativa riduzione percentuale già a partire dai primi anni di svolgimento del progetto di educazione sanitaria (47,5% di soggetti positivi a uno o più parassiti nel 1999, 32,8% nel 2001). L’origine di tale situazione è attribuibile in misura considerevole alle cattive abitudini igieniche: non utilizzo di toilette, scarsa pulizia delle mani, presenza di mosche anche sui cibi, uso di acqua non filtrata, ecc. OBIETTIVI GENERALI:
La Legge 64/01 afferma che il Servizio Civile è finalizzato a “ Contribuire alla formazione civica sociale, culturale e professionale dei giovani”. Trattandosi di giovani adulti, la dimensione formativa si sviluppa più nel “fare”, che nell’apprendere teorie. In tal senso la legge afferma che il contributo alla formazione si attua “mediante attività svolte”. I giovani crescono facendo, impegnandosi personalmente. Nella logica di questo ragionamento, i primi beneficiari del presente progetto sono i giovani stessi. L’esperienza del Servizio Civile è anzitutto promozione umana, civica, professionale, etica dei giovani. Il contatto con una umanità “marginale” al nord o al sud del mondo, con la povertà, la fame, i grandi problemi dello sviluppo, potrà essere di stimolo per i giovani a rivedere il loro stile di vita consumistico e a capire che l’interessarsi del prossimo è un problema di civiltà e di cittadinanza, di solidarietà nazionale ed internazionale, anziché un problema di “eroismo”. Con la realizzazione di progetti di SCV all’estero all’interno della solidarietà internazionale e della cooperazione internazionale si vuole estendere sia il concetto di “Patria” che quello di “difesa” all’intera umanità. Il progetto “Caschi Bianchi: Interventi Umanitari in Aree di Crisi – Africa occidentale” è un programma realizzato in rete in diversi paesi ed ha come, obiettivo generale, filo conduttore, tra le diverse attività proposte nei singoli paesi, la realizzazione di interventi di prevenzione sociale dei conflitti per la costruzione di processi di negoziazione e di pace attraverso progetti di cooperazione internazionale, i quali hanno la finalità di promuovere iniziative tese al superamento di situazioni generatrici di ingiustizia. OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO:
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Migliorare i servizi tecnico-finanziari promossi dalla "Rete delle Associazioni Senegalesi di Turismo Responsabile" nell’ambito della valorizzazione economica delle risorse storico/culturali e naturali del territorio locale del Senegal meridionale; Migliorare i livelli di educazione e istruzione formale e non-formale ad almeno 300 giovani del territorio di Mbour promuovendo un approccio educativo rispettoso delle
QUADRO GENERALE DEL PROGETTO: Il presente progetto vuole contribuire a creare, nei giovani in servizio civile una cultura della solidarietà nazionale ed internazionale, la coscienza di un’appartenenza alla comunità civile, il senso dei propri diritti ed insieme dei propri doveri e della propria responsabilità, l’impegno di tutti a costruire il bene comune per tutti gli uomini di questo nostro mondo, nel rispetto della terra, dell’ambiente e della legalità. L’esperienza nei sud permetterà ai giovani in servizio civile di incontrare molti volti dei “mali” che oggi affliggono gran parte delle popolazioni del sud del mondo e nello stesso tempo di prendere coscienza dell’importanza di identificare le cause del malsviluppo siano esse di ordine politico, che economico o sociale. I giovani in servizio civile impiegati nel progetto, oltre a realizzare le attività successivamente descritte per ogni paese di intervento, saranno impegnati nel ruolo di “Antenne” di pace. Concretamente tale attività prevede che i giovani imparino a leggere la realtà locale dove il progetto si realizza, cogliendone sia gli aspetti conflittuali sia le positive azioni di cambiamento in atto, sviluppando la capacità di comunicare al Nord del mondo quanto da loro sperimentato sul campo. In questo modo i giovani in servizio civile potranno essere protagonisti diretti di un nuovo processo di informazione che possa far leggere con occhi diversi quanto accade nei sud del mondo. DESCRIZIONE DEL PROGETTO:
Piani di attuazione previsti per il raggiungimento degli obiettivi Il progetto “Turismo responsabile e integrato” (Progetto di Sviluppo Locale – economico, culturale, sociale e ambientale), nell’ambito del settore del Rafforzamento delle istituzioni e delle reti, intende favorire la “riappropriazione” da parte delle comunità locali della risorsa turismo per reinvestirla nello sviluppo locale (o sviluppo gestito dalle comunità locali). Prevede il raggiungimento degli obiettivi soprattutto attraverso un processo di sviluppo partecipativo, cioè di formazione e rafforzamento di associazioni di secondo livello, i Groupement d’Interet Economique (GIE), capaci di diventare attori “protagonisti” dello sviluppo del proprio territorio ed essere partner riconosciuti da parte degli attori “istituzionali” come municipalità, servizi statali. Partner della CPS sono in totale 4 GIE, 3 di diversi quartieri della città di Mbour (Mbour Maure, Medine, Grand Mbour) e 1 di Sokone che, insieme ad altri 5 GIE operanti in altre aree del Senegal, hanno dato vita 3
alla Rete delle Associazioni Senegalesi di Turismo Responsabile (DEGGO). I GIE sono realtà senza scopo di lucro che hanno il compito di implementare attività economiche aventi una ricaduta a livello territoriale. Nell’ambito del settore tutela infanzia e adolescenza invece il progetto intende sostenere i minori che vivono in condizioni difficili o a rischio affinché possano ricevere istruzione e assistenza sanitaria adeguate. Il progetto si inserisce nelle attività a favore dei minori che la CPS attua in Senegal, nella consapevolezza che gli interventi di sviluppo debbano far leva sulla formazione: a partire da questa la CPS mira al raggiungimento di un obiettivo più ampio e a lungo termine quale il miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti. Grazie alle attività previste, gli studenti permetteranno di raggiungere le rispettive famiglie, in modo da educare anch’esse all’importanza e al rispetto delle fondamentali norme igienico-sanitarie. Il progetto prevede la scolarizzazione di oltre 300 minori e adolescenti, il loro monitoraggio sanitario nonché attività di educazione igienico-sanitarie rivolte a loro stessi e alle rispettive famiglie. I beneficiari dell’intervento risiedono in varie località (Mbour, Dakar, Thiès, Joal-Fadiouth, Ngueniene e Djilas) e frequentano circa 20 scuole diverse; circa il 58% frequenta le materne o le elementari, circa il 28% il 2° grado (medie), circa l’8% il liceo mentre il 4% è costituito da studenti universitari. Fase 1: Rafforzamento organizzazione e gestione ¾ Coinvolgimento e creazione di consenso da parte delle istituzioni locali in merito al progetto; ¾ Negoziazione e formalizzazione di accordi con le istituzioni diocesane e le istituzioni locali in merito agli obiettivi del progetto, alle attività previste, alle modalità di coinvolgimento e alle rispettive responsabilità; ¾ Condivisione programmatica d’intervento con le autorità locali impegnati in loco; Fase 2: Potenziamento dei servizi GIE di sviluppo locale ¾
Individuazione, con i GIE, di nuove attività generatrici di reddito, scegliendo proposte e progetti che sappiano valorizzare le risorse territoriali nel rispetto dei principi di equità, solidarietà, sostenibilità ed integrazione con le altre attività economiche locali ¾ Offerta di servizi di accoglienza di gruppi di turisti responsabili; ¾ Sviluppo di attività generatrici di reddito in ambito artigianale e agroalimentare; ¾ Sviluppo di servizi tecnici e finanziari a sostegno della gestione di fondi di microcredito per l’avvio di microimprese e/o cooperative; ¾ Definizione programma di sviluppo locale incentrato sulla valorizzazione delle risorse storico/culturali/naturali del territorio locale; ¾ Monitoraggio e valutazione complessiva dell’intervento; Fase 3: Rafforzamento delle capacità tecniche dei GIE e della Rete DEGGO ¾ Programmazione / accompagnamento dei viaggi di turismo responsabile; ¾ Aggiornamento e formazione tecnica professionale dei membri dei GIE in materia di amministrazione/gestione, formazione linguistica e servizi turistici, per migliorare le capacità e la trasparenza della gestione delle risorse finanziarie; ¾ Formazione e aggiornamento del personale addetto alle attività di turismo della Rete DEGGO per permettere ai membri dei GIE di gestire in coordinamento tra associazioni dislocate sul territorio senegalese e la realizzazione di operazioni a livello internazionale; ¾ Monitoraggio e valutazione complessiva dell’intervento; Fase 4: Promozione dell’educazione e istruzione ¾ Istruzione di base e formazione superiore, universitaria o professionale per permettere il raggiungimento del livello di studi adeguato alle rispettive capacità e inclinazioni; ¾ Contatti con le scuole per le iscrizioni dei minori e degli adolescenti rientranti nel progetto ¾ Monitoraggio dell’andamento scolastico tramite verifica dei risultati Fase 5: Sensibilizzazione pubblica di prevenzione sanitaria ¾ Formazione per gli insegnanti interessati alle tematiche di prevenzione delle malattie a trasmissione oro-fecale e sessuale ¾ Incontri di educazione sanitaria nelle classi con metodologie diverse a seconda del grado d’istruzione e con l’utilizzo di questionari e varie attività di animazione atte a coinvolgere il più possibile i ragazzi ¾ Costruzione di servizi igienici nelle scuole; ¾ Elaborazione di materiali da utilizzare per veicolare i contenuti degli incontri di educazione Complesso delle attività previste per la realizzazione dei piani di attuazione. Attività della Fase 1 ¾ Incontri tecnici e riunioni operative con i referenti degli attori statali e non-statali locali; ¾ Incontri pubblici di informazione e divulgazione progettuale generale con leaders comunitari locali e con le popolazioni locali; Attività della Fase 2 4
¾ Accoglienza e sistemazione di gruppi di turisti responsabili ¾ Produzione e vendita di tessuti batik; ¾ Gestione di un ristorante; ¾ Produzione e vendita di filtri per la potabilizzazione dell’acqua; ¾ Corsi di formazione professionale in taglio/cucito rivolti a 20 donne; ¾ Costruzione di una piroga per le escursioni naturalistiche; ¾ Costruzione di un mulino per la preparazione e vendita di cereali; ¾ Stesura di report di monitoraggio dello stato di avanzamento attività progettuali; Attività della Fase 3 ¾ Corsi di formazione in gestione contabile e amministrativa rivolto ai rappresentanti di tutti i GIE partner; ¾ Corsi di formazione in gestione e organizzazione di percorsi storico/culturali/naturalistici di turismo responsabile (accoglienza, assistenza durante il soggiorno, sistemazione e gestione dei gruppi di turisti; organizzazione di escursioni, gite e tempo libero; mediazione tra le famiglie di accoglienza e i turisti) rivolto a 20 membri dei GIE; ¾ Corsi di formazione in lingua italiana rivolto a mediatori culturali e guide locali che accompagneranno i turisti durante il viaggio; ¾ Corsi di formazione in coordinamento di reti e strumenti di comunicazione sociale rivolti a 8 membri dei GIE; ¾ Stesura di report di monitoraggio stato di avanzamento delle attività progettuali; Attività della Fase 4 ¾ Iscrizioni e pagamenti delle rette scolastiche; ¾ Fornitura di materiali didattici agli alunni; ¾ Analisi delle pagelle degli alunni; ¾ Incontri periodici con i bambini sostenuti e con le loro famiglie al fine di motivare il loro impegno allo studio; Attività della Fase 5 ¾ Incontri di formazione per gli insegnanti interessati alle tematiche di prevenzione delle malattie a trasmissione oro-fecale e, per i più grandi, sessuale; ¾ Incontri di educazione sanitaria nelle classi, seguendo metodologie diverse a seconda del grado d’istruzione, che prevedono la somministrazione di questionari nonché varie attività di animazione atte a coinvolgere il più possibile i ragazzi ¾ Organizzazione di un concorso teatrale per le scuole elementari e di una gara (genie en herbe) per le medie sulle tematiche oggetto degli incontri di educazione sanitaria ¾ Costruzione di servizi igienici nelle scuole che ne sono prive, necessaria per rendere possibili le norme apprese grazie all’attività educativo-preventiva ¾ Elaborazione materiali da utilizzare per veicolare i contenuti degli incontri di educazione Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, specificando se volontari o dipendenti a qualunque titolo dell’ente ¾ 1 direttore responsabile, dipendente CPS; ¾ 1 addetto alla segreteria, dipendente CPS; ¾ 4 coordinatori dei GIE, volontari partner locale; Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto 1 volontario/a in Servizio Civile con competenze nell’ambito socio-educativo sarà coinvolto nelle seguenti attività: ¾ Supporto nei contatti con le scuole per il pagamento delle iscrizioni e delle rette e per il ritiro delle pagelle ¾ Supporto nella fornitura dei materiali didattici agli alunni ¾ Supporto nel monitoraggio dei risultati scolastici ¾ Supporto nell’organizzazione di incontri periodici con i bambini e con le famiglie 1 volontario/a in Servizio Civile con competenze nell’ambito socio-sanitario sarà coinvolto nelle seguenti attività: ¾ Supporto nella realizzazione di incontri di formazione per gli insegnanti ¾ Supporto nella realizzazione di incontri di educazione sanitaria nelle classi ¾ Supporto nell’elaborazione dei materiali per l’educazione sanitaria NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5
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MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO ED EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:
I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi. Ai volontari in servizio si richiede: ¾ elevato spirito di adattabilità; ¾ flessibilità oraria; ¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana; ¾ attenersi alle disposizioni impartite dalle ONG di riferimento, osservando attentamente le indicazioni dei referenti istituzionali e dei progetti in loco; ¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria; ¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali; ¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero; ¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi; ¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero, ed al rientro in Italia prima della conclusione dell’anno di servizio. Mbour: nessuno PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari in servizio civile impiegati all’estero sono soggetti alle seguenti condizioni di rischio: Mbour: nessuno ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI A FRONTE:
Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza, nell’ambito di tutte le sedi di attuazione progettuale, si adottano i seguenti protocolli: ¾ comunicazione alle Rappresentanze Diplomatiche d’Italia nel Paese d’invio dei volontari/e, la loro residenza abituale e il tipo di progetto in cui saranno impegnati; ¾ l’inserimento dei giovani in servizio civile nel Paese d’invio è affidato agli operatori in loco e ai responsabili paese delle ONG coinvolte nel progetto ed avviene in modo graduale. ¾ l’inserimento prevede l’accompagnamento dei giovani volontari alla scoperta e alla conoscenza del contesto territoriale e ambientale, del partner locale, e del tipo di progetto nel quale saranno inseriti. Questa metodologia di inserimento ha anche lo scopo di prevenire eventuali rischi/shock dovuti all’impatto culturale con conseguenti disagi dal punto di vista relazionale, di ordine pubblico, sanitario, interculturale, politico; ¾ In fase di formazione sia in Italia che all’arrivo nel paese d’invio ai giovani vengono fornite le informazioni necessarie per capire gli usi e i costumi locali, i modi di relazionarsi e comportarsi nei diversi contesti quotidiani in cui i giovani si ritroveranno a vivere dal contesto lavorativo a quello amicale/relazionale, religioso, politico e sociale; i pericoli legati alla microcriminalità; gli orari e le zone del paese dove i rischi sono più elevati. ¾ condivisione con i giovani volontari/e in SCV un vademecum in cui, paese per paese, vengono identificate le azioni da compiere, le persone da contattare in caso di necessità e/o pericoli. In particolar modo, si richiede ai volontari il rispetto delle seguenti indicazioni: ¾ ordine pubblico – al fine di evitare fenomeni di microcriminalità diffusa sul territorio locale ogni spostamento locale del volontario/a è pianificato con gli operatori responsabili. Saranno evitati spostamenti durante ore serali e notturne; ¾ sanitario – prima della partenza vengono eseguite le necessarie vaccinazioni prescritte e/o consigliate dall’OMS. All’arrivo nei paesi d’invio vengono fornite informazioni necessarie sulle norme igienico/sanitarie da seguire. Nella maggior parte dei paesi sia attraverso le Ambasciate e/o i Consolati Italiani che le conoscenze delle controparti locali, vengono individuati medici e presidi sanitari a cui rivolgersi in caso di necessità. ¾ politico – ai volontari è richiesto di tenere un atteggiamento di equidistanza tra le varie posizione politiche espresse nel paese d’invio. Mbour: nessuno
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PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero sono soggetti alle seguenti condizioni di disagio: ¾ il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà totalmente altra e non avere le giuste coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che delle istituzioni locali; ¾ il disagio di ritrovarsi in contesti territoriali, soprattutto urbani, con una forte presenza di microcriminalità; ¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui sono presenti patologie endemiche quali malaria, aids e/o tubercolosi; ¾ il disagio di ritrovarsi in territori caratterizzati da forti contrapposizioni politiche e/o etniche, e/o religiose; ¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni ostacolare o/e ridurre le attività previste dal progetto e/o le comunicazioni nazionali ed internazionali; Mbour: nessuno EVENTUALI REQUISITI RICHIESTI AI CANDITATI PER LA PARTECIPAZIONE AL PROGETTO OLTRE QUELLI RICHIESTI DALLA LEGGE 6 MARZO 2001, N. 64:
I requisiti che preferibilmente devono possedere i candidati del presente progetto si dividono in: requisiti generici, che tutti i candidati devono possedere e requisiti specifici inerenti aspetti tecnici connessi ai singoli Paesi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare Requisiti Generici: ¾ Esperienza nel mondo del volontariato; ¾ Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi promossi; ¾ Competenze informatiche di base e di Internet. Requisiti Specifici: Mbour:
Per tutti e 2 i volontari richiesti ¾ Discreta conoscenza della lingua francese DOVE INVIARE CANDIDATURA
ENTE
CITTA’
INDIRIZZO
TELEFONO
SITO
CPS
Castellammare di Stabia (NA)
Via S. Vincenzo, 15 80053 Castellammare di Stabia (NA)
081-8704180
www.cps-ong.it
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