Rio Feste E Sagre Cr

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© tutti i diritti riservati 2010. La Stamperia Liantonio Matera. Imposta sulla pubblicità a cura di chi lo espone in pubblico

Diamante Festa del Peperoncino settembre

Una manifestazione che "rende omaggio" ad uno degli ingredienti principe della cucina calabrese, un’esplorazione a 360 gradi del pianeta peperoncino con tante iniziative che declinano, in tutti i sensi, l’aggettivo piccante. Stand con degustazioni "infuocate", strade con giocolieri, mangiafuoco, trampolieri, clown, saltimbanchi e musici per la “Rassegna internazionale di teatro di strada”. Nelle piazzette convegni medici, cabaret, mostre e “Lezioni di gusto” di noti chef. Il peperoncino, conosciuto già nel 5.500 a.C. in Messico e giunto in Italia attraverso uno dei viaggi di Cristoforo Colombo, è famoso in primis per le sue qualità in cucina. Viene spesso impiegato nella preparazione degli insaccati. Tra questi, la caratteristica nduja, un tipo di salame importato dagli Spagnoli che si distingue per la caratteristica forma a ferro di cavallo.

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Asti Palio di Asti 20 settembre

Il Palio di Asti o Palio Astese è una tradizionale che ha radici medievali nata nell'ambito delle celebrazioni patronali e culmina con una corsa di cavalli montati a pelo (cioè senza sella). Il Palio di Asti, come altri palii italiani, vede nella corsa il culmine dei propri festeggiamenti. Nei due giorni precedenti alla corsa si tengono le prove ufficiali. In molte edizioni si è corso il "Palio degli scudieri", un torneo minore destinato a favorire il ricambio generazionale dei fantini. La sera della vigilia della corsa, nelle sedi dei rioni, borghi e comuni partecipanti, si tengono le "cene propiziatrici". Il giorno della corsa, al mattino, si svolgono le benedizioni dei cavalli e dei fantini che correranno per difendere i colori delle proprie parrocchie, con la rinomata formula di: « Va' e torna vincitore! »

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Siena Il Palio di Siena

2 luglio -16 agosto Un’antichissima festa religiosa e civile senese, momento conclusivo delle Feste di mezz’agosto dedicate alla Vergine Assunta patrona della città. Ogni anno dieci delle diciassette Contrade della città si sfidano nella bellissima Piazza del Campo, trasformata per l'occasione in un grande ippodromo, per ottenere il Palio, un drappo di stoffa dipinto da illustri artigiani, che verrà custodito negli anni a venire. Celebrazioni e rituali inerenti alla corsa, fanno che accrescere l'interesse, la tensione e l'emozione. Il sorteggio dei cavalli è uno dei momenti più importanti e attesi. Infine si celebra la corsa e la Contrada che ne esc e vincitrice. La corsa vera e propria è preceduta da un corteo di figuranti in costume d'epoca, "la passeggiata storica", con tamburini ed abili sbandieratori, nel quale si rende omaggio anche alle Contrade soppresse. Si rinnova così la sfida per aggiudicarsi il "Masgalano", il premio che va alla Contrada meglio rappresentata durante il corteo.

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Lecce La Notte della Taranta agosto

E’ musica di tamburello, sempre e dovunque, nelle vie di campagna, nelle piazze, nel cieco dei vicoli, negli stadi. La Taranta, musica che guarisce, musica che lenisce, che non risparmia, che incanta. Musica pigra dei giorni di festa, ma d’estate, quando il caldo intontisce le cicale, la musica è vortice, danza frenetica, gorgo che tutto inghiotte. E si balla, e si danza, crepitando al chiaro di luna, mentre le «zingarelle» si lasciano andare al vento, mentre la pelle del tamburo scortica le mani. La “pizzica” è la musica che scandiva l’antico rituale di cura dal morso immaginario della tarantola, il pericoloso ragno velenoso. La tradizione vuole che per liberare la vittima, di solito una donna, si suonassero incessantemente i tamburelli a ritmo vorticoso finché non veniva sciolta dall’incantesimo. Al suono dei tamburelli si accompagnava un ballo ossessivo e ripetitivo, che contribuiva ad esaurire il veleno.

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Matera Festa di Maria S.S. della Bruna 2 Luglio

Una delle feste religiose più antiche del sud Italia, istituita da Papa Urbano VI, arcivescovo di Matera nel 1389. Si svolge ogni anno tra la fine di giugno e i primi di luglio, ma raggiunge il suo apice il 2 luglio, quando con la processione dei pastori, gli abitanti degli antichi quartieri si svegliano alle prime luci dell’alba per salutare il Quadro della Vergine al cui passaggio vengono fatti esplodere botti pirotecnici. La statua della Madonna della Bruna viene trasferita nella Chiesa di Piccianello e poi, nel pomeriggio, viene portata sul carro trionfale in un percorso che attraversa le strade della città, tra ali di folla che aspettano il passaggio con partecipazione. La sera il carro compie tre giri nel piazzale del Duomo e la statua, con al seguito il Vescovo, il clero ed i fedeli materani, viene riportata in Cattedrale. Ma la festa non finisce qui. Il carro, opera d’arte frutto del lavoro di maestri della cartapesta, una volta lasciata la statua, viene assaltato e distrutto dai cittadini che cercano di prenderne una parte, in segno di buon auspicio. Importante e di grande impatto scenografico, è la presenza dei cavalieri che durante la giornata girano tra le vie cittadine a scorta del carro. Sono circa cento e indossano un costume ricco di decorazioni e completi di corazza, elmo e mantello in velluto o raso.

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Ivrea Carnevale di Ivrea maggio

Il Carnevale di Ivrea è l'unico al mondo ad avere una trama precisa, a raccontare una storia i cui protagonisti non sono maschere, ma personaggi ideali, simbolo di valori libertari e interpreti di antichi avvenimenti. La prima vicenda risale al Medioevo, quando Federico Barbarossa insedio a signore della città il tiranno Raineri di Biandrate. Per lungo tempo violenze e soprusi esasperarono il popolo, che nel 1194 insorse e distrusse il castello del tiranno, simbolo dell'oppressione. La stessa sorte toccò nel 1266 ad un altro despota, il marchese Guglielmo di Monferrato. Nella tradizione popolare Raineri e Guglielmo sfumano in un'unica figura di tiranno, che secondo l'usanza del tempo, pretendeva di esercitare lo "jus primae noctis", ovvero di passare con le spose la prima notte di nozze. Finchè Violetta, la bella figlia di un mugnaio, riuscì a ribellarsi alle pretese del signore, mozzandogli la testa con un pugnale e mostrandola al popolo raccolto sotto gli spalti del Castellazzo. Quella che seguì fu una grande rivolta popolare, che portò alla distruzione del Castello e che viene oggi ben rappresentata dalla Battaglia delle Arance: un grande gioco delle parti tra gli aranceri a piedi, simbolo del popolo ribelle, e quelli sui carri, le guardie del tiranno.

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Gubbio Festa dei ceri 15 maggio

Una delle più antiche feste folcloristiche italiane. Dal 1160 il popolo eugubino in offerta devozionale al Santo Patrono S. Ubaldo percorre in mistica processione, con candelotti di cera, le vie della città fino al Monte Ingino. I candelotti di cera, offerti dalle corporazioni di Arti e Mestieri, furono sostituiti verso la fine del '500 con tre strutture di legno, agili e moderne, che, più volte ricostruite, sono arrivate fino ai nostri giorni. Sono tre strutture di legno, formate da due prismi ottagonali sovrapposti e rinforzati da un telaio interno anch'esso di legno e attraversati da un asse. Questo fuoriesce all'esterno con due "timicchioni". Quello in basso s'incastra su un supporto chiamato "barella" che ne consente il trasporto a spalla. Quello in alto permette di fissare sulle sommità tre piccole Statue che rappresentano i Santi Protettori delle Corporazioni: S. Ubaldo per i muratori, S. Giorgio per i commercianti e S. Antonio per i contadini. Queste tre parti vengono assemblate insieme in occasione della Festa del 15 maggio.

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Cocullo (AQ) Festa dei serpenti 1° giovedi di maggio

La festa di San Domenico più nota come "festa dei serpenti" è una festa antichissima legata al culto preromano della dea Angizia. È una tra le piu pagane tradizioni cristiane. Infatti dopo la funzione religiosa la Statua di San Domenico, ornata di ori e argento, viene portata in processione per il borgo antico di Cocullo. I serpari cingono la statua di rettili ed è cosi accompagnata in corteo dal clero e da ragazze in costume che recano "ciambelli", dolci tipici preparati per la ricorrenza. Serpenti vivi sono attorcigliati anche attorno al collo e alle braccia dei serpari e dei fedeli che sfilano lentamente cantando tra due ali di folla. Dal comportamento delle serpi gli abitanti di Cocullo ricavano auspici: se le serpi si avvolgono intorno alla testa del Santo, allora è buon segno e la folla applaude contenta.

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Bari San Nicola 7 - 9 maggio

A rievocare l'antico arrivo delle reliquie di San Nicola, arrivate a Bari dal mare il 7 maggio del 1087 portate dai 62 marinai baresi , la sera della vigilia si tiene un grande corteo storico. Il giorno della festa si svolge la solenne processione in cui la statua del Santo viene portata fino al Molo San Nicola dove si tiene una solenne celebrazione eucaristica presieduta dall'Arcivescovo di Bari; il Santo viene poi trasportato in mare da un corteo di imbarcazioni. Verso sera avviene il raduno delle imbarcazioni presso il molo in cui si saluta il ritorno del Santo nella basilica, attraverso una nuova sontuosa processione al termine della quale avviene lo scoppio dei fuochi pirotecnici. Il giorno dopo, durante la celebrazione eucaristica in Piazza del Ferrarese, nella cripta della Basilica si esegue il prelievo della santa manna (che i monaci benedettini trassero dalle ossa del santo) alla presenza dei fedeli e delle autorità religiose e civili.

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Catania Festa di Sant'Agata 3-5 febbraio

La festa di Sant’Agata è la ricorrenza religiosa più importante di Catania e una delle celebrazioni più sentite e partecipate della Sicilia. Si svolge ogni anno dal 3 al 5 febbraio. I momenti più intensi e suggestivi sono le processioni del 4 e 5 febbraio quando la città viene attraversata da un fiume di camicie bianche - i "cittadini", devoti della Santa in abito tradizionale - che trasportano i ceri ondeggianti e il fercolo della patrona facendosi largo tra la folla immensa. Verso sera, soprattutto, i lumi e le grida dei devoti, le luci tenui della città e le esplosioni dei fuochi d'artificio creano un'atmosfera unica.

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Venezia Carnevale di Venezia febbraio

“Semel in anno licet insanire” - Una volta all’anno è lecito non avere freni - e al suon di questo motto da più di 900 anni si anima la tradizione veneziana: la concessione e l’illusione ai ceti più umili di diventare, per un breve periodo dell’anno, simili ai potenti, concedendo loro di poter burlare pubblicamente i ricchi indossando una maschera sul volto. Un tempo il Carnevale consentiva ai Veneziani di lasciar da parte le occupazioni per dedicarsi totalmente ai divertimenti, si costruivano palchi nei campi principali, lungo la Riva degli Schiavoni, in Piazzetta e in Piazza San Marco. La gente accorreva per ammirare le attrazioni, le più varie: i giocolieri, i saltimbanchi, gli animali danzanti, gli acrobati; trombe, pifferi e tamburi venivano quasi consumati dall’uso, i venditori ambulanti vendevano frutta secca, castagne e fritòle (le frittelle) e dolci di ogni tipo, ben attenti a far notare la provenienza da Paesi lontani delle loro mercanzie.

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Mamoiada - Carnevale Sardo I Mamutones febbraio

In occasione del Carnevale, in alcune zone della Sardegna, si svolge la lenta e danzata processione dei Mamutones. Il volto è coperto da una tipica maschera nera intagliata nel legno. Il loro costume è composto dal corpetto rosso, completato da calzoni bianchi. La sfilata dei mamutones si svolge per le vie del paese. Le maschere rappresentano pastori e contadini che indossano inoltre un mazzo di campanacci di bue al dorso e sonagli appesi al collo, che ad ogni passo suonano. Gli Issohadores, altre maschere tipiche isolane, sono portatori di "soca", e cioè la lunga fune usata per il bestiame. Il costume tradizionale, di foggia simile a quello dei Mamutones, è composto da un corpetto rosso, camicia e i pantaloni larghi di tela, completato da berretto ornato con i nastri.

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