Referendum Popolare Sugli Ogm

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LA COMMISSIONE EUROPEA APPROVA 4 NUOVI OGM Lo scorso giugno, i ministri dell'Agricoltura dell'Unione Europea, scatenando aspre polemiche e facendo gridare alla fine dell'epoca biologica, avevano approvato un nuovo regolamento che consente di etichettare come “bio” anche i prodotti che contengono lo 0,9% di OGM da contaminazione accidentale. Una rivoluzione rispetto la precedente soglia dello 0,1%, il cosiddetto “zero tecnico” (perché al di sotto di questa percentuale gli OGM non sono rintracciabili). Subito è scattato l'allarme per i prodotti trasformati come riso, dolci, cereali, marmellate e snack, cioè tutti quelli derivati da mais e soia provenienti dai mercati extraeuropei (come USA, Cina e Argentina): è proprio durante l'importazione, infatti, che gli ingredienti naturali possono essere accidentalmente contaminati da quelli transgenici, per esempio se vengono caricati sulla stessa nave. “Purtroppo, il Consiglio UE non ha dimostrato quella sensibilità che ci saremmo augurati”, commentava il ministro per le Politiche agricole Paolo De Castro, che a Lussemburgo si è battuto per non fare passare il regolamento insieme a Belgio, Grecia, Ungheria e Polonia. “Con questa scelta i ministri hanno tradito le indicazioni dell'Europarlamento sulla necessità di avere una soglia di tolleranza pari allo 0,1%”, denunciavano Monica Frassoni, co-presidente dei Verdi a Strasburgo, riferendosi al parere non vincolante espresso dell'Assemblea. Posizione a cui hanno fato eco tutte le associazioni, da Legambiente alla Coldiretti, secondo cui il nuovo regolamento comunitario “ignora la volontà dei cittadini europei”. Più recentemente, la Commissione europea ha autorizzato definitivamente il commercio di nuovi OGM: una varietà di barbabietola da zucchero (“H7-1”) e di tre varietà di mais (il “1507xnk603”, il “603xmon810” e il “59122”, chiamato anche “Herculex Rw”) destinati all'alimentazione umana e animale. Sulla questione, i 27 Stati membri non sono riusciti ad ottenere una maggioranza né favorevole né contraria e con questa decisione termina la lunga procedura di autorizzazione. La Commissione ha stabilito che queste varietà transgeniche potranno essere importate in Europa da Monsanto, Pioneer e Dow AgroSciences, ma non potranno essere coltivati sul territorio europeo. Una scelta duramente contestata dai governi e dalle associazioni anti-OGM che hanno accusato Bruxelles di avere ignorato l'opposizione della maggior parte delle capitali. Dal 2004, sono 15 i nuovi OGM autorizzati nella UE per l'importazione mentre nessun OGM è stato autorizzato per la coltivazione. Anche se la Commissione non si è ancora pronunciata sull'approvazione o meno della coltivazione della “superpatata” biotech prodotta dalla Basf. L'eventuale sì alla coltivazione della patata Basf “Amflora” rappresenterebbe davvero una vera rivoluzione nei confronti della politica europea nei confronti degli OGM. Su questa varietà di patata infatti gravano ancora seri dubbi sulla sua sicurezza in quanto potrebbe causare una resistenza dell'organismo agli antibiotici.

Attualmente, l'UE non si è ancora data delle regole contro la contaminazione accidentale delle culture biologiche da parte di quelle geneticamente modificate. Il commissario UE alla Salute, Stavros Dimas, con il sostegno di molte capitali, Roma e Parigi in testa, sta bloccando la decisione con una serie di richieste di accertamenti sui rischi per i consumatori. Mario Capanna, presidente della Fondazione Diritti Genetici, ha affermato: “Ancora una volta la Commissione Europea decide di autorizzare la commercializzazione di un prodotto OGM nonostante la maggioranza dei Paesi membri abbia espresso la propria contrarietà. È un fatto molto grave. Questa decisione dimostra in modo evidente come alcuni tecnocrati si sostituiscano nella decisione alla volontà dei popoli europei». Il ministro italiano delle Politiche Agricole, Paolo De Castro, ha sottolineato che insieme ad un numero crescente di colleghi farà di tutto per spingere la Commissione a tornare sui suoi passi. Alfonso Pecoraro Scanio, ministro dell'Ambiente, sostiene che il via libera della UE dimostra ancora una volta “l'urgenza di riformare profondamente il sistema di autorizzazione degli OGM”. Secondo Ludger Fischer, responsabile del tavolo agroalimentare della UE, vi sono altri alimenti OGM che possono entrare nella nostra alimentazione, magari attraverso una pizza. Spiega l'esperto che non basta affidarsi all'etichetta: “La farina di granturco non ha OGM approvati in Europa e quindi ha pochi obblighi di etichettatura. Il lievito è quasi tutto OGM, per aumentarne il potere di lievitazione e anche in questo caso non vi sono obblighi di etichettatura. Per quanto riguarda il formaggio, potrebbe contenere enzimi OGM ma, siccome sono distrutti nel processo produttivo, non c'è l'obbligo di dichiararlo in etichetta. Per quanto riguarda invece additivi del gusto, enzimi e acidi di soia, sono stati approvati dall'UE e il produttore ha l'obbligo di riportarlo nell'etichettatura. L'olio – conclude Fischer – è un punto delicato. Gli olii di colza e di soia hanno una grande produzione OGM a livello mondiale, mentre in Europa non vengono prodotti ma è consentita importazione ed esportazione”. Tutto questo avviene nonostante il “Protocollo di Cartagena”, entrato in vigore nel 2003, che si rifà direttamente all'Articolo 19 della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) e al Principio di precauzione così come definito all'Articolo 15 della Dichiarazione di Rio sull'ambiente e lo sviluppo, riconosca la necessità di indagare a fondo i potenziali rischi associati agli organismi geneticamente modificati, al fine di garantire un elevato livello di protezione - con particolare riferimento alla diversità biologica - e assegni alle Parti della Convenzione il compito di assumere le necessarie misure legali, amministrative e politiche al fine di prevenire eventuali rischi.

APPROVAL: European Commission approves GE maize and sugar beet for food and feed 25 ottobre 2007 H7-1 - GMO Authorisation in the EU 1507 x NK603 - GMO Authorisation in the EU Genetically modified food controversies - Wikipedia LIBERI DA OGM: DOSSIER SULL'EFSA La Coalizione “ItaliaEuropa - liberi da OGM” denuncia scarsa indipendenza negli studi dell'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA). Nei suoi primi cinque anni di attività, l'EFSA non ha mai esercitato le funzioni assegnatele di autorità scientifica

indipendente nella valutazione del rischio sanitario e ambientale degli OGM. “L'EFSA - ha dichiarato Capanna - come emerge dal dossier che abbiamo appena realizzato - “OGM, tutta la verità sull'EFSA” non esegue una valutazione indipendente del rischio, non svolge ricerche di laboratorio, sottovaluta evidenze di rischio, adotta procedure poco trasparenti, impegna gran parte dei fondi europei con cui viene finanziata in semplici ricerche bibliografiche e in viaggi. Ciò è tanto più grave per il fatto che i pareri dell'EFSA sono sempre risultati determinanti nelle decisioni che hanno permesso alla Commissione Europea di autorizzare, a più riprese, la commercializzazione per uso alimentare in Europa di 12 OGM”.

"OGM, tutta la verità sell'Efsa" AUMENTANO GLI OGM IN EUROPA E così, nonostante tutti i divieti, le contrarietà, gli allarmi e il diffuso scetticismo, secondo EuropaBio, l'associazione delle industrie europee di biotecnologia, «in Europa negli ultimi 12 mesi abbiamo assistito ad un incremento massiccio del 77% della superficie coltivata a colture geneticamente modificate. Il raccolto di mais GM ha raggiunto gli oltre 1.000 chilometri quadrati». Davanti a questa crescita, EuropaBio ha chiesto di poter ampliare ulteriormente le coltivazioni, in particolare di mais Bt, e una più celere approvazione di più di 60 altre colture «bloccate tra gli arretrati» a livello europeo. Il mais Bt è l'unica coltura OGM finora autorizzata nell'UE: è resistente alla piralide del granturco, una larva di tarma che colpisce circa il 25% del mais dell'UE e agevola la diffusione di funghi potenzialmente tossici, ma elimina anche altri insetti benefici. Il mais Bt è autorizzato in otto paesi UE, compresi 21 mila ettari in Francia, dove però il presidente Nicolas Sarkozy ha appena sospeso tutte le coltivazioni di prodotti OGM. Johann Vanhemelrijck, segretario generale di EuropaBio, ha detto in un'intervista che «se la valutazione del rischio dà il via libera sulla sicurezza del prodotto, quest'ultimo dovrebbe ricevere un'approvazione quasi automatica» ed ha chiesto ai responsabili delle politiche di basare le loro decisioni sulle ricerche scientifiche in maniera più affidabile. «Solo così le società continueranno a investire nella ricerca. Non è possibile continuare a chiedere alle aziende di contribuire per due terzi al 3% dell'obiettivo di Lisbona per la ricerca se non si consente la commercializzazione dei prodotti che scaturiscono da tale ricerca». Secondo EuropaBio «l'impiego di mais Bt aumenta la competitività, contribuisce a ridurre le emissioni di CO2 e fa bene ai consumatori, perché consente di ingerire meno tossine da fungo presenti sul grano danneggiato dall'insetto».

Marc van Montague, uno dei pionieri dell'ingegneria genetica sulle piante, dice: «La resa maggiore garantita dalle colture GM si rivelerà presto necessaria per alimentare la popolazione mondiale in crescita e soddisfarne il fabbisogno energetico. Gli scienziati hanno già creato molte altre soluzioni che potrebbero essere importanti per i consumatori, per l'ambiente e per i paesi in via di sviluppo». Esisterebbero già colture OGM resistenti alla siccità. «Ma in assenza della struttura economica non possiamo commercializzare tali prodotti. Verranno comunque coltivati in alcuni paesi e gli altri finiranno per seguirne l'esempio, perché se gli agricoltori e l'industria ne vedranno gli effetti, questa scienza diventerà inarrestabile». Una tesi che sembra smentita non solo da numerosi esperti ed agricoltori ma anche dai risultati del progetto europeo “Quality Low Input Food” (QLIF), secondo cui, frutta, verdure e latte biologici «potrebbero essere più nutrienti rispetto ai cibi prodotti non biologicamente e contenere più elevate concentrazioni di antiossidanti che si ritiene riducano il rischio di patologie cardiache e cancro», esattamente il 40% in più dei prodotti coltivati non biologicamente, il latte biologico conterrebbe addirittura il 60% in più di antiossidanti e di acidi grassi dall'effetto benefico. Si tratta del più grande progetto di ricerca mai realizzato sui vantaggi dell'agricoltura e dei cibi biologici. Il coordinatore del progetto, Carlo Leifert, dell'università di Newcastle (Regno Unito), ha sottolineato che «mangiare alimenti biologici è equivalente a ingerire una porzione supplementare di frutta e verdura al giorno. Adesso ci sono sufficienti prove a dimostrazione dei maggiori benefici presenti nel biologico. Pertanto, chiediamo all'Agenzia per la Sicurezza Alimentare (FSA) di riconoscere e ammettere pubblicamente i vantaggi nutrizionali del cibo biologico prodotto con sistemi agricoli biologici gestiti in modo corretto». Il progetto QLIF, finanziato con 18 milioni di euro nell’ambito del sesto programma quadro dell'Ue è stato realizzato da un consorzio di 31 centri di ricerca, imprese e accademie europee e dei Paesi vicini ed è basato sull'approccio “dal produttore al consumatore”. Per Leifert occorre «esplorare i meccanismi sottesi grazie ai quali i metodi biologici, al contrario di quelli non biologici, producono concentrazioni così elevate di nutrienti benefici».

EU-funded Quality Low Input Food project indicates significant nutritional benefits from organic food 30 ottobre 2007 QualityLowInputFood ECOCIDIO La più importante agenzia statale americana per il controllo sui cibi e sui farmaci, la Food And Drug Administration, ha approvato i cibi modificati geneticamente malgrado le morti che avevano causato e gli avvertimenti dei suoi stessi scienziati sui gravi rischi che essi comportano. Perché è avvenuto tutto questo? Durante l'amministrazione Reagan, quando l'economia degli Stati Uniti aveva seri problemi e c'era un grosso squilibrio negli scambi commerciali, molti esperti erano alla ricerca di aree attraverso il cui sviluppo si poteva rilanciare l'economia USA e, in particolare,

l'esportazione. All'epoca, la giovane tecnologia della bioingegneria era uno dei settori più promettenti. È stata quindi emessa una direttiva per tutte le Agenzie federali, come l'FDA, l'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente (EPA) e il Dipartimento di Agricoltura: promuovere al massimo l'industria biotecnologica e facilitare l'introduzione dei nuovi prodotti sia negli USA che nei paesi esteri. Questo tipo di politica fu spinta moltissimo anche sotto la presidenza di Bush e poi di Clinton. Nel maggio 1998, l'Alliance for Bio-Integrity, una coalizione di scienziati, leaders religiosi e consumatori, ha fatto causa alla Food and Drug Administration per ottenere test obbligatori di sicurezza e l'etichettatura dei cibi geneticamente modificati, perché si riteneva che la politica dell'FDA fosse scientificamente scorretta e moralmente irresponsabile. La Corte Federale ha quindi obbligato l'FDA a consegnare all'avvocato dei querelanti le 44.000 pagine del suo archivio interno. L'analisi di questi documenti ha dimostrato che l'agenzia ha violato la legge americana su cibo, medicine e cosmetici permettendo che i cibi geneticamente modificati fossero introdotti sul mercato senza essere sottoposti a sperimentazioni, generalmente riconosciuti sicuri da esperti pseudo-qualificati. In seguito, l'FDA ha ammesso di aver operato sotto una direttiva volta a favorire l'industria biotech americana sulla base del presupposto che i cibi bioingegnerizzati sono essenzialmente uguali agli altri. Tesi oggi rivelatasi del tutto infondata poiché la bioingegneria, alterando l'attività cellulare, può condurre alla produzione di tossine inaspettate, allergeni e sostanze cancerogene. La Dott.ssa Linda Kahl, funzionario dell'FDA, incaricata di sintetizzare tutte le affermazioni degli scienziati dell'agenzia, ha affermato che l'agenzia stava “cercando di far entrare un piolo quadrato in un buco rotondo”. Inoltre, il Dott. Jim Maryanski, Coordinatore della Biotecnologia dell'FDA, ha riconosciuto che, nella comunità scientifica in generale, non c'è alcun consenso sulla sicurezza dei cibi modificati geneticamente che dovrebbero essere sempre sottoposti a speciali test, inclusi i test tossicologici. L'FDA dunque, per promuovere l'industria biotech, non solo ha ignorato gli avvertimenti dei suoi stessi scienziati sui rischi specifici dei cibi manipolati geneticamente, ma ha nascosto le prove della pericolosità di tali cibi, mentendo spudoratamente in una dichiarazione ufficiale: “L'agenzia non è a conoscenza di alcuna informazione che dimostra che i cibi derivanti da questi metodi nuovi differiscono dagli altri cibi in alcun modo significativo o uniforme...”. L'avvocato Druker ha affermato che, se fosse stata detta la verità, nessun cibo manipolato geneticamente sarebbe potuto entrare negli anni 92/95 nel mercato americano che poi li ha esportati in Europa e in tutto il mondo e la popolazione mondiale non sarebbe stata esposta a questo grave rischio. Si può parlare di “ecocidio legalizzato” (articolo tratto dal libro “DOSSIER OGM - Pericoli e danni causati da semi e cibi transgenici” edito a cura dell'Associazione S.U.M. Stati Uniti del Mondo). La Truffa del Transgenico13 marzo 2001 BIODECEPTION: How the Food and Drug Administration Is Misrepresenting the Facts About

Risks of Genetically Engineered Foods and Violating the Laws Meant to Regulate Them Anche L'EFSA (European Food Safety Authority) sapeva dei pericoli per la salute causati dal mais Mon 863 della Monsanto. Ma decise di liquidare la questione con un'alzata di spalle: «non hanno rilevanza biologica». E questo anche se erano proprio gli studi eseguiti dalla stessa Monsanto a provare che il Mon863 causava malformazioni nei topi usati come cavie. Nel 2002, insieme alla richiesta di autorizzazione per l'entrata del Mon863 nel mercato UE, «tutta la documentazione scientifica - si legge nella nota firmata Monsanto - è stata prodotta integralmente alle autorità competenti inclusa l'EFSA. Alcuni paesi membri hanno chiesto approfondimenti e Monsanto ha risposto a tutte le richieste integrative tra il 2003 e il 2004. Il 2 aprile 2004 EFSA ha dato parere favorevole». Il caso Mon863 scoppiò in Francia già nella primavera del 2004. Fu l'organizzazione ambientalista Comité de Recherche et d'Information Indépendentes sur le Géenie Génétique (CRII-GEN), presieduta dall'ex ministro all'ambiente Corinne Lepage, a far scoppiare il caso, rendendo pubbliche le conclusioni dello studio fatto dalla Monsanto che dimostravano come il Mon863 producesse malformazione e riduzione dei reni oltre che modificazioni della composizione del sangue nei topi da laboratorio. Già allora fu chiesto a Monsanto di rendere noto per intero il contenuto del lungo dossier di oltre mille pagine che descriveva l'esperimento e, proprio come oggi, Monsanto si rifiutò appellandosi al segreto industriale. L'agenzia francese per la sicurezza sanitaria degli alimenti, però, comandò ad una commissione scientifica nazionale (CGB) di occuparsi della questione. Guarda caso, la CGB, si comportò proprio come l'EFSA: prima ammise che lo studio Monsanto evidenziava «significative differenze» tra i ratti alimentati con mais tradizionale e quelli alimentati con il Mon863, ma un anno dopo fece marcia indietro. Sulla base un nuovo studio, ancora di Monsanto, realizzato in un laboratorio scelto dalla Monsanto e addirittura utilizzando un altro tipo di mais. Clamoroso, tanto che le polemiche sulla decisione non unanime all'interno della CGB finirono su Le Monde e il Mon863 destò perplessità persino in Germania, paese che pure è delegato dall'UE a portare avanti la pratica di autorizzazione. In seguito, anche Greenpeace-Italia ha chiesto alle autorità competenti di rendere pubblico integralmente il famoso dossier: Monsanto si è categoricamente rifiutata ed è ricorsa in tribunale. «È difficile non dubitare dell'imparzialità di EFSA - commentò Luca Colombo di Greenpeace - è sempre favorevole agli OGM, i suoi giudizi si basano su studi compiuti dalle aziende che dovrebbero essere esaminate e si limitano ad un verifica letterale, mai sperimentale. Il tutto in un clima di forte pressione delle multinazionali». Ivan Verga di Verdi Ambiente e Società per questo ha chiesto un'indagine della commissione UE sull'operato di EFSA e la senatrice dei Verdi Loredana de Petris ha ribadito l'importanza di una «ricerca scientifica pubblica e indipendente». Mentre Legambiente, Coldiretti e CIA chiedono il rispetto del principio di precauzione. In conclusione, i rappresentanti italiani a Bruxelles non hanno dato parere favorevole all'introduzione del Mon863 nel mercato comunitario. L'Inghilterra invece ha votato sì.

Nonostante ben tre studi sui quattro commissionati dal governo britannico in questi anni abbiano bocciato gli OGM, ha vinto la linea Blair, da sempre favorevole agli OGM e ben disposta verso gli interessi dei giganti agroalimentari americani. Rapporto segreto su mais ogm Mon 863 Greenpeace 18 Dicembre 2002 Monsanto's GM corn MON863 shows kidney, liver toxicity in animal studies 10 aprile 2007 REFERENDUM POPOLARE SUGLI OGM Risulta sempre più evidente come la globalizzazione portata avanti da Stati e società multinazionali favorevoli alla produzione di OGM, del tutto estranea agli interessi dei cittadini, sia in grado di condizionare con efficacia e tempestività, tramite corruzione, concussione, controllo dei mass-media, le scelte della Comunità Europea ad ogni livello. Il risultato è che, nonostante la contrarietà diffusa presso l'opinione pubblica, sono state introdotte sul territorio coltivazioni di OGM che producono un inquinamento irreversibile, una volta introdotti nell'ambiente, di tutte le aree agricole. Di questo inquinamento irreversibile parla anche la Direttiva 2001/18/CE, del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 12 marzo 2001: “gli organismi viventi immessi nell'ambiente in grandi o piccole quantità per scopi sperimentali o come prodotti commerciali possono riprodursi e diffondersi oltre le frontiere nazionali, interessando così altri Stati membri; gli effetti di tali emissioni possono essere irreversibili”. In concreto, ciò significa che gli Stati, produttori degli OGM, debbono inquinare con gli OGM stessi tutto il mondo per non restare fuori dai mercati e dai Paesi che rifiutano gli OGM. Ma ciò significa anche che, inquinato irreversibilmente l'ambiente con gli OGM, il produttore agricolo sarà per sempre privato del diritto millenario di coltivare vegetali convenzionali (privi, cioè, di OGM) e, dunque, della libertà di produrli. Di fronte alla gravità di ciò, e alla impossibilità di fare affidamento sulle istituzioni preposte, appare quanto mai urgente chiamare in causa l'intera collettività, alla quale, almeno sulla carta, appartiene la sovranità (di cui all'art. 1 della Costituzione) e il diritto-dovere di scegliere, in prima persona, cosa coltivare e cosa mangiare per gli anni futuri. Tanto più che la stessa Direttiva comunitaria sopra indicata, prevede la consultazione del popolo prima di legalizzare l'introduzione di OGM in agricoltura e nell'ambiente. Anche il protocollo di Cartagena, entrato nel nostro ordinamento con la legge 15 gennaio 2004, n. 27, impone una rigida valutazione dei rischi connessi all'utilizzazione, alla manipolazione ed ai movimenti transfrontalieri degli OGM. L'art. 23, comma 2, di tale legge (n. 27/04) più specificamente prevede che: 2Le Parti, conformemente alle loro rispettive leggi e regolamenti, consultano il pubblico nel momento dell'adozione di decisioni relative agli organismi viventi modificati che permettono. Al punto in cui siamo, l'esito di un referendum consultivo assume valore essenzialmente politico, che il legislatore, comunitario e nazionale, non potrà in ogni caso ignorare. In ragione di tutto ciò, prima di stabilire con disposizioni vincolanti l'introduzione e la coltivazione degli OGM sul territorio nazionale o su parte di esso, con il rischio fondato di inquinare con gli OGM, irreversibilmente, tutte le aree agricole, si ritiene opportuno sollecitare il parere dell'intero corpo elettorale, tramite referendum consultivo, ai sensi e

per gli effetti di quanto previsto dagli artt. 9 e 32 della Direttiva 2001/18/CE e dagli artt. 12, 26 e all.VIII, del d.lvo 224 del 2003, e succ. mod., che ha attuato la Direttiva 2001/18/CE in questione. Il quesito referendario sarà: "Volete che gli organismi geneticamente modificati, detti OGM, sotto ogni forma o derivato, siano introdotti nell'ambiente, nell'alimentazione umana ed animale, coltivati, prodotti, in Italia, sì o no". L'informazione del pubblico sull'argomento, nei due mesi precedenti la consultazione, dovrà essere fornita dai mezzi radiotelevisivi pubblici e privati secondo le regole previste per le consultazioni elettorali generali, provvedendo, in ogni caso, a che gli spazi informativi, riservati ai favorevoli e ai contrari all'introduzione degli OGM sul territorio, siano ripartiti in forma paritaria. Leggi popolari su Sovranità Alimentare e Referendum contro gli OGM 07 settembre 2007 Proposta di legge per l'Istituzione del Referendum popolare sugli Organismi Geneticamente Modificati (OGM) RISCHI DERIVANTI DALLA MANIPOLAZIONE DI MATERIALE GENETICO (di John b. Fagan, Ph. D. Presidente, Dipartimento di Chimica Maharishi University of Management Fairfield) Il Dr. John Fagan si dedica da oltre 24 anni alle tecniche genetiche all'avanguardia nelle ricerche sul cancro. Secondo Fagan, l'incapacità dei biologi di controllare e di prevedere completamente le conseguenze delle alterazioni genetiche sugli organismi per l'alimentazione è dovuta a tre fattori: la complessità dell'organismo ricevente; la tendenza delle manipolazioni ricombinate del DNA a indurre mutazioni in punti casuali all'interno del genoma dell'organismo ricevente; l'ambiguità e la specificità del tipo di cellula dell'informazione genetica regolatoria. La complessità biologica porta all'incapacità di controllare o prevedere gli effetti delle manipolazioni del DNA ricombinato. Le strutture e le funzioni anche del più semplice microrganismo monocellulare sono talmente complesse, che gli sviluppatori non possono tenere in conto tutte le componenti del sistema quando considerano l'impatto di una determinata alterazione genetica. In tali situazioni, le brutte sorprese sono inevitabili, tipo l'aumento di allergenicità e tossicità. La seconda fonte di incertezza riguardo agli effetti delle manipolazioni del DNA ricombinato deriva dall'attuale tecnica, estremamente rozza, del trasferimento dei geni. L'informazione genetica introdotta nell'organismo può essere definita precisamente in sequenza, ma è inserita casualmente nel genoma dell'organismo ricevente. Ogni evento d'inserzione è in realtà un evento mutageno casuale. Praticamente, trasferire dei geni significa innestare un processo mutageno che può distruggere ognuno dei processi ai quali partecipano il DNA e l'RNA e i luoghi dove accadranno tali mutazioni saranno casuali, cioè incontrollabili: non c'è modo di prevedere che gene o processo di regolazione verrà smembrato come risultato della mutagenesi indotta dal trasferimento. Inattivando o alterando l'espressione dei geni che codificano gli enzimi, che catalizzano importanti processi di biosintesi, gli eventi mutageni potrebbero alterare l'allergenicità del cibo o renderlo tossico, o comunque alterare la qualità nutrizionale di un alimento.

Di fatto, le alterazioni genetiche hanno una definita probabilità di alterare le proprietà dell'organismo, così che le proprietà del cibo da esso derivato saranno pericolose per la salute. In molti casi, le procedure utilizzate per modificare gli organismi che producono gli alimenti inseriscono non soltanto una ma diverse coppie di un gene nel genoma dell'organismo ricevente; in questo modo, possono verificarsi molteplici eventi casuali mutageni che aumenteranno fortemente la probabilità di alterare la qualità del cibo. I rischi relativi alla manipolazione dei genomi degli organismi che producono alimenti, sono inerenti ai meccanismi attraverso i quali le tecniche del DNA ricombinato provocano trasformazioni genetiche. Questi rischi non possono essere sminuiti indicando il pomodoro “FlavrSavr” (il primo ortaggio progettato geneticamente a venire commercializzato dalla Calgene nel tardo 1991) e dicendo che con esso non vi sono stati problemi e che pertanto altri prodotti transgenici saranno anch'essi probabilmente sicuri. Ogni organismo transgenico che produce alimenti sarà sottoposto a differenti eventi di mutazione e risponderà all'informazione genetica in esso introdotta in modo differente, portando ad una serie di alterazioni inaspettate. Perciò, non vi sono giustificazioni scientificamente valide per queste estrapolazioni. Vi sono molti esempi nella letteratura della biologia molecolare nei quali i geni ricombinati, caratterizzati in un tipo di cellula, sono espressi a livelli 100 volte o perfino 1.000 volte più alti in un altro tipo di cellula dello stesso organismo. Tale differenze non possono essere previste semplicemente conoscendo la sequenza dell'acido nucleico di un gene ricombinato. Il solo modo per conoscerle è la raccolta di informazioni empiriche, introducendo effettivamente il gene nel secondo tipo di cellula ed esaminando il risultato. Se questo è il caso per differenti tipi di cellule all'interno di un singolo organismo, il livello di imprevedibilità potrà certamente essere pari o maggiore per i trasferimenti nell'incrocio delle specie del tipo comunemente eseguito dall'ingegneria transgenica in agricoltura: dal momento che differenti proteine regolatorie sono espresse in differenti tipi di cellule e in differenti specie, una data sequenza di DNA funzionerà come segnale di regolazione soltanto in alcuni tipi di cellule e in alcune specie e non in altre. La nostra conoscenza del “codice di regolazione” è incompleta. Perciò, non possiamo esaminare la sequenza della molecola di un acido nucleico e prevedere la sua funzione regolatoria in un dato organismo. Inserire sequenze DNA che possiedono attività regolatorie impreviste nel genoma di un organismo produttore di cibo può disgregare ognuno dei processi cellulari ai quali partecipano DNA e RNA, inclusi riproduzione, trascrizione, traduzione, ricombinazione e trasposizione. La disgregazione della trascrizione o della traduzione potrebbe alterare il livello o il tempo dell'espressione di ogni proteina che viene normalmente espressa in un organismo produttore di cibo. Ciò può alterare l'allergenicità o la tossicità del cibo derivato da questo organismo, e può anche alterare le sue caratteristiche nutrizionali o altre ancora. Lo smembramento o l'alterazione dei meccanismi di replicazione, ricombinazione o trasposizione può, tra le altre cose, alterare la stabilità del genoma dell'organismo ricettore, portando ad un aumento dei livelli di mutagenesi e di conseguenza ad una serie di altri problemi. Sono stati identificati un certo numero di meccanismi molecolari attraverso i quali la manipolazione genetica di organismi produttori di cibo può generare nuovi allergenici o aumentare l'allergenicità di proteine normalmente presenti negli organismi produttori. Dato che gli alimenti transgenici che contengono allergenici manterrebbero in molti casi l'aspetto dei loro simili non-allergenici naturali, essi

comportano un serio rischio per il consumatore. I consumatori non saranno più in grado di evitare questi alimenti allergenici perché non saranno più in grado di distinguerli dagli alimenti naturali corrispondenti. L'etichettatura di tutti gli alimenti progettati geneticamente può, certamente, risolvere questo problema, rendendo possibile alle autorità sanitarie di rintracciare i problemi allergenici che nasceranno. Attualmente, le evidenze empiriche che riguardano la creazione degli alimenti allergenici attraverso una generica progettazione sono scarse, dato che pochi degli alimenti in via di realizzazione con l'ingegneria genetica sono stati esaminati in modo approfondito. Comunque, un esempio è già venuto alla luce: la Pioneer Hybrid ha sviluppato un fagiolo di soia con una composizione bilanciata di aminoacidi collocando in questi fagioli il gene di una proteina contenuta in una noce brasiliana; quando questa proteina ha dimostrato di essere allergenica ad una parte significativa della popolazione, la Pioneer Hybrid ha deciso saggiamente di interrompere la commercializzazione di questo prodotto. Molte sostanze presenti nei cibi come risultato dell'ingegneria genetica saranno proteine presenti soltanto in concentrazioni tracciate. Tuttavia, questi componenti aggiunti possono sostanzialmente alterare sia le caratteristiche nutrizionali che biologiche presenti negli alimenti. Oltre all'allergenicità, la ricombinazione delle proteine può manifestare una varietà di altre attività biologiche: ad esempio, enzimi ricombinati possono catalizzare la produzione di altri composti con attività biologiche normalmente assenti in un particolare alimento, e tali sostanze possono agire come tossine, irritanti, ormoni mascherati, ecc. a livello biochimico, cellulare, tissutale o organico per disgregare una vastità di funzioni fisiologiche. Un esempio di una classe di alimenti progettati geneticamente di particolare preoccupazione sono quelli che sono stati modificati per produrre agenti di controllo biologico, come la famiglia dell'enterotossina insetticida Bt. Ognuna delle tossine Bt è specifica per certi tipi di insetti. La tossina Btk, che è stata usata localmente nelle fattorie organiche per molti anni, non ha provocato reazioni tossiche nei consumatori quando viene utilizzata in questo modo. Comunque, non sarebbe una sorpresa se un complesso come la tossina Btk, che ha una potente attività biologica in una classe di organismi, potesse anche avere alcune attività biologiche persino in un ceppo distante come i vertebrati. Tali attività potrebbero diventare evidenti se la tossina viene consumata in grandi quantità, come succederebbe nei cibi transgenici derivati da organismi progettati per esprimere questa tossina essenzialmente ad alti livelli. L' “eccellente” sicurezza registrata dalla tossina Bt applicata localmente non può dunque garantire che gli alimenti derivati da piante trattate con l'ingegneria genetica per produrre la tossina Bt siano del tutto sicuri. RISCHI DERIVANTI DALLA MANIPOLAZIONE DI MATERIALE GENETICO (Pubblicato su Ecplanet 17 dicembre 2007) LINKS EFSA Europabio

Liberi da OGM Dichiarazione di Rio QualityLowInputFood http://www.associazionesum.it/ Protocollo di Cartagena Principio di precauzione Alliance for Bio-Integrity Fondazione Diritti Genetici Network of Concerned Farmers Legge Referendum OGM - testi Convenzione sulla Diversità Biologica ORGANISMI GENETICAMENTE MANIPOLATI LA GUERRA DEGLI OGM OGM APOCALYPSE

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