Plp - Genn2009 - Luigi Buizza

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FOGLIO DI COLLEGAMENTO DELL A COOPERATIVA "PROGETTO SCOUT" E DEI GRUPPI A.G.E.S.C.I. DI LECCO E PROVINCIA

puntolineapunto ANNO 2009

Ci hai aperto tu la strada Intitolata a Luigi Buizza

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libero. Tutte le targhe sparse per la città e sui monumenti portano nomi e date di cui, col passare del tempo, si annebbia il ricordo e si perde la memoria. Oggi di targhe e di date ne aggiungiamo una noi, per dare risalto e legare la persona e la vita di Luigi alla storia dello scautismo lecchese e alla storia delle tante persone che da lui hanno ricevuto un messaggio, un insegnamento, un sorriso e una proposta positiva. Noi faremo il possibile perché questo legno, questo segno, (gli scout sono maestri dei segni, basta guardare tutti i pendagli e i distintivi che si portano addosso) continui a raccontare cose significative ai giovani che frequenteranno, da domani, la sede scout. Noi rinnoviamo la promessa di fare del nostro meglio perché lo scautismo continui ad essere proposta di crescita gioiosa verso una vita adulta, impegnata, significativa, al servizio degli altri e in risposta alla chiamata che il Signore ha pensato per ciascuno di noi. Grazie, a nome della famiglia Buizza, per questo segno e buona strada a tutti. Giorgio Buizza Cooperativa Progetto Scout

I O

Per chi non mi conosce sono Giorgio Buizza, fratello minore di Luigi. Ci sono tra noi anche quelli maggiori. Con Luigi eravamo in sei. Ringrazio a nome dei miei fratelli e delle mie sorelle tutti coloro che, anche in questa circostanza, si sono dati da fare, a cominciare da chi, in occasione dell’incontro per la presentazione del Libro che insieme abbiamo scritto per ricordarlo, ha lanciato l’idea chi intitolare la sede a Luigi. Ringrazio chi ha raccolto le firme, la Cooperativa che ha preso la decisione, chi ha disegnato, progettato, scelto i materiali, di ha lavorato e organizzato. Un’azione corale, come è stata corale la realizzazione di questa sede scout. Ringrazio Carlo Verga, classe 1916, forse il meno giovane tra i presenti, appartenente allo storico gruppo delle Aquile Randagie, che, durante il periodo della clandestinità,

ha tenuto accesa la fiamma dello scautismo e che ci onora oggi con la sua presenza e con lo spirito ancora giovane. Proprio ieri sera, Monsignor Bettazzi, vescovo di Ivrea, in un incontro pubblico, ci ricordava la necessità che i giovani, per crescere umanamente e cristianamente, incontrino testimoni veri, persone in grado di vivere ed incarnare i Valori, quelli con la maiuscola: la lealtà, la bontà, il rispetto delle regole quando si gioca, ma anche quando si fanno le cose serie, l’amore per la creazione anche quando piove e l’acqua entra in tenda, l’attenzione all’ultimo lupetto arrivato in sestiglia e, in generale, la solidarietà con i più deboli e sfortunati. Dedicare la sede scout a Luigi significa riconoscere a lui di essere stato testimone dei valori di cui oggi sentiamo tutti un gran bisogno, ma che sono merce rara sul mercato e sono introvabili anche nel più grande supermercato. “Mi dia 2 chili di essenzialità! Vorrei una confezione di generosità per mio figlio, quella che aveva da piccolo è diventata stretta!”. I capi scout sanno che non è possibile. Ci vuole invece la testimonianza dell’impegno e del servizio, in particolare il servizio educativo, verso i piccoli e i giovani. E ancora la disponibilità ad orientare la propria vita secondo il progetto del Signore, adeguando a lui i propri progetti terreni, cercando semmai di costruirne la sintonia attraverso il lavoro, la professione, il tempo

M A R

N. 01 del 16.01.2009 - Spedizione in A.P. - Art. 2 comma 20/C legge 662/96 Lecco

Sabato 8 novembre la sede di via Risorgimento è stata dedicata a Luigi Buizza, alla memoria. Davanti ai gruppi scout di Lecco, ai soci della cooperativa, agli amici e ai parenti, il fratello Giorgio ha ricordato il fratello, il ragazzo, lo scout, il cristiano. È nelle sue parole che ogni lettore di Puntolineapunto, chi ha conosciuto Luigi e di chi no, potrà ricordare o scoprire la sua figura: quella di uno scout che ancora oggi, a distanza di quasi 40 anni dalla morte, è ricordato come testimone esemplare dei valori in cui si riconosce lo scoutismo.

S O M

la sede di via risorgimento

Un libro, e chi non lo conosce lo conoscerà di Maurizio Crippa (pag 2) La casa scout “Luigi Buizza di Maurizio Crippa (pag 3) Ora lo conosco un po’ anch’io di Lucia Buizza (pag 4)

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puntolineapunto

ANNO 2009

La voce della Cooperativa

Un libro, e chi non lo conosce lo conoscerà Chi era Luigi, che cosa si può scoprire leggendo il libro che gli è stato dedicato e che ha come titolo il suo nome? Io credo che si possano capire e imparare molte cose. Si trovano i suoi a p punti, alcun e s u e lettere e b re v i riflessioni-

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sull’amicizia, sul dolore, sulla famiglia, sull’esperienza scout, sulla professione di avvocato. Lo stile di Luigi è asciutto e diretto, ma lascia intravedere ugualmente la profondità del suo pensiero e la sua intensa passione per l’uomo. Ci sono le testimonianze dei suoi scout che lo ricordano prima come capo e poi come amico; ci sono infine le testimonianze dell’ultima parte della sua vita: la professione e la lunga, dolorosa agonia. Luigi era come appare in copertina: alto, magro, occhi vivaci e sguardo penetrante, ci si accorgeva subito di lui! Agli inizi dell’adolescenza scopre lo scoutismo, lo studia attentamente e ne è affascinato: fare il Capo scout sarà la sua vocazione! Sarà un Capo eccezionale perché lo farà con grande naturalezza e con grande maturità, pur essendo ancora molto giovane. Sebbene fosse ancora un giovane adulto, Luigi suscitava ammirazione e otteneva facilmente la fiducia dei ragazzi e dei loro genitori. Puntava moltissimo sul rapporto interpersonale: parlava spesso con ciascuno degli scout dedicando loro molto tempo. Tutti lo seguivano con entusiasmo e spesso si confidavano con lui perché non temevano il suo giudizio ed erano affascinati dalla sua capacità di saper tirar fuori da ciascuno il meglio, sempre! Come Capo Reparto era molto esigente: pretendeva che le attività di squadriglia fossero sempre ben preparate, d’altronde bastava cercare di imitare le uscite di Reparto

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che si svolgevano sempre in grandi contesti di avventura sostenuti da storie affascinanti. Puntava molto sulle tecniche, che conosceva bene, ma soprattutto credeva nella vita di squadriglia, nella quale era convinto si trovassero e si potessero sperimentare i valori della Promessa e della Legge scout. Come Capo Clan era straordinario, creativo, attento all’attualità ma non alle mode intellettuali e politiche, intuitivo ma profondo. Capitoli, uscite e route mai banali: temi, tempi, modalità curate nei dettagli con la collaborazione dei rover. E poi i fuochi di bivacco: cantare, cantare bene, cantare in coro, canzoni sempre nuove… da non smettere mai! Nel Clan si stava almeno cinque-sei anni, perciò il rapporto educativo si trasformava spesso in rapporto di amicizia e confidenza, legame forte, passione comune per la vita! Nel libro egli parla anche della sua malattia: lo fa senza falsi pudori, vorrebbe guarire ma sa che non potrà succedere e allora la sua profonda fede e l’intensa spiritualità riescono ad aiutarlo a dare un senso al suo calvario, lungo e doloroso, aggravato anche da una brutta caduta in montagna. Il tumore lo colpisce a vent’anni, ma egli resiste per oltre dieci anni e riesce a far parte della staff del Campo

scuola per Assistenti con Baden e Gianni Garlaschini. Non gli impedisce di esercitare la professione di avvocato per un po’ di anni e di diventare un eccellente Giudice Conciliatore, una nomina che di solito l’Ordine attribuiva ai professionisti maturi i e esperti. La Magistratura lecchese aveva inizialmente accolto con un po’ di diffidenza come giudice quel giovane avvocato, ma ben presto aveva avuto l’opportunità di conoscere ed apprezzare le sue doti di equilibrio, la sua eccellente preparazione giuridica, il suo grande senso di giustizia. Infine, non si possono tralasciare i rapporti premurosi e affettuosi con i genitori, con i fratelli e le sorelle. Il libro offre, dunque, un ritratto speciale di Luigi, di una persona da conoscere e da amare: spero che spinga il lettore ad aprirlo e leggerlo con lo stesso amore e la stessa passione con cui è stato scritto. Maurizio Crippa Cooperativa Progetto Scout

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ANNO 2009

La voce della Cooperativa

La casa scout “Luigi Buizza”: il significato di una dedica, il valore di una testimonianza Il capo e l’amico raccontato alle Comunità Capi Devo ringraziare Beppe di avermi chiesto di preparare una chiacchierata per le Comunità Capi nella quale parlare di Luigi Buizza, la persona alla quale sarebbe stata dedicata la sede scout e della quale nessuno, escluse le sue nipoti, sapeva nulla. E’ stata, infatti, l’occasione per ripercorrere la fase più importante della mia giovinezza, quella in cui ho avuto la fortuna di averlo come capo e amico, è stata un’altra occasione per ricordare e far conoscere una persona eccezionale. La Redazione di Puntolineapunto mi chiede ora di ripetere questa esperienza in poche righe: bella sfida! Proverò a farlo dal finale della mia relazione quando, rivolgendomi ai capi, dopo aver parlato a lungo di Luigi, suggerivo loro alcune tracce da seguire per “conoscerlo senza averlo conosciuto”… <> Innanzitutto, vi consiglio di andare nella saletta dell’archivio e cercare gli album di fotografie del nostro gruppo dal 1958 in poi: i visi delle persone non vi saranno noti ma la loro espressione, i luoghi, la qualità delle immagini, la varietà delle circostanze vi diranno con molta chiarezza quanta passione ed entusiasmo c’era in quelle attività…, al punto di aver voglia di fissarle per sempre. In secondo luogo, cercate il film della route del 1969 in Carnia, parteciperete all’ultimo e sofferto campo di Luigi con il Clan. Nonostante la malattia lo avesse svuotato di energie (gli rubavamo i pesi dallo zaino prima di partire) egli l’aveva preparato con molta cura, come sempre, ma con la consapevolezza che fosse il suo testamento spirituale scout. Osservate bene le immagini e ascoltate la melanconia della colonna sonora: capirete il senso del sacrificio del Capo Clan per i suoi rover! La strada e la vita comunitaria si intrecciano armoniosamente facendo cogliere il significato pieno di quella esperienza.

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Quindi il libro. Leggetelo a pezzi, non tutto di seguito. Saltate qua e là partendo dalle lettere e dalle riflessioni di Luigi: a volte troverete espressioni dure ed affermazioni difficilmente accettabili. E’ vero, si fa un po’ fatica a comprenderle, verrebbe da dire che i Capi oggi non fanno così. Non vi potrà sfuggire, tuttavia, il senso dell’attaccamento convinto ai valori cristiani e scout che oggi spesso facciamo fatica a testimoniare con altrettanta decisione. Dopo i suoi scritti passate alla lettura delle testimonianze dei suoi scout, dei suoi familiari e dei suoi colleghi avvocati, scoprirete cosa significa il valore della persona in tutte le sue dimensioni. Il libro è stato scritto proprio per chi non ha conosciuto Luigi: una volta aperto va letto fino in fondo! Le testimonianze di coloro che l’hanno conosciuto... Nel libro ve ne sono molte e le persone che le hanno scritte sono senz’altro disponibili a ripeterle a voce. Chiedete a loro anche di tutti gli altri che l’hanno conosciuto, gli hanno voluto bene e hanno ricevuto moltissimo da Luigi: sono tantissimi e saranno lieti di parlarvi di lui! Se troverete

una buona parte di queste tracce, avrete senz’altro conosciuto meglio Luigi ed entrando in sede vi ricorderete di lui e di ciò che ha fatto per lo scoutismo lecchese: sarà il miglior modo per dirgli grazie, a nome di tutti! Maurizio Crippa Cooperativa Progetto Scout

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Ora lo conosco un po’ anch’io Luigi agli occhi della nipote Lucia

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Carissimo zio, è strano scrivere una lettera a te. È strano scrivere ad una persona che non ho mai conosciuto. Carissimo zio, è strano essere qui a 24 anni a chiedersi – Chi eri? e dover cercare la risposta nelle parole di altri. Il tuo corpo ha lasciato questo mondo tanto tempo fa, eppure tra le pagine e i ricordi tu sei ancora qui. Si percepisce la tua presenza. Sono contenta di conoscerti in questo modo, sono contenta che le persone che in vita ti sono state vicine oggi ti ricordino con affetto e passione perché permettono a me di capire quanto significativa fosse la strada che tracciavi con i tuoi gesti, le tue parole, l’esempio. L’idea di tuo fratello, mio papà, credo sia nata dal desiderio di lasciare a tutti un ricordo di te, metterlo per iscritto e renderlo indelebile perché tutti, anche coloro che non ti hanno conosciuto, possano sapere la grandezza del tuo animo. Io sono la prima ad essere stata affasci-

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ANNO 2009

La voce capi La voce delladei Cooperativa

nata da tutto questo. Ho letto ogni frase, ogni parola delle bozze di questo libro chiedendomi come si può essere o divenire una persona di tale calibro. I tuoi scritti erano profondi ma lineari, le tue parole rimbombavano nelle orecchie di chi ti ascoltava e divenivano realtà. Le persone, i tuoi colleghi, i tuoi scout credevano in quello che dicevi, eri l’esempio: tu ricamavi la trama complessa della storia e desideravi che loro la seguissero, senza l’orgoglio di essere maestro, ma con il desiderio di lasciare a loro qualcosa di buono, che potesse essere utile alla loro vita. Sono certa che i tuoi rover vedevano in te un Capo e in questa parola noi scout sappiamo cosa si racchiude: non la gerarchia banale di chi comanda, ma colui che apre la strada, colui che la illumina e che, allo stesso tempo, lascia il tempo e lo spazio per sbagliare, per scegliere, per scoprire la bellezza di un cammino in salita. Oggi ti scrivo da nipote e da scout, ti scrivo con ammirazione per quello che hai testimoniato, con orgoglio perché mi sento parte di entrambe le tue famiglie, quella di sangue e quella scout, e ti scrivo con la paura di non essere in grado di portare quelle stesse tue parole ai ragazzi che il Signore mi ha affidato. Sono salita in Val Codera poco tempo fa, prima del Campo San Giorgio, nell’anno del centenario. Sono salita su quei gradini ripidi, mi sono inoltrata in quella valle stretta e ombrosa e all’arrivo mi sono rinfrescata alla fonte e ho guardato la luna. In quel momento ho sentito la bellezza dell’essere Scout e il

mio pensiero è volato anche a te. A te che hai fatto dello scoutismo uno stile di vita, l’hai portato con te nell’uniforme, ma non solo. L’hai portato in giro per il mondo nei tuoi lunghi viaggi, l’hai portato nella tua immensa fede, l’hai indossato persino nelle vesti di avvocato. Tu sei stato scout fino alla fine. Una fine che è arrivata presto, ma che ha lasciato un segno, un solco nella storia. Questo libro è quel solco. È il ricordo che a distanza di molti anni è presente e vivo. Non resta che ringraziarti per tutto questo: ringraziare la costanza e la coerenza che ti hanno caratterizzato fino a quando la morte ti ha preso con sé. Ringraziarti per aver scelto una strada tanto bella e stimolante che tanti hanno deciso di seguire, anche per merito tuo. Ti ringrazio per tutta la mia generazione, per coloro che oggi hanno il difficile compito di trasmettere valori forti in una società che non sempre è facile capire, perché tu hai lasciato qualcosa di importante che, ancora oggi, sono convinta, può avere un senso. Con affetto, Lucia

puntolineapunto Pubblicazione quadrimestrale in spedizione postale Editore:

"PROGETTO SCOUT Società Cooperativa"

23900 Lecco - via Risorgimento, 62 - Tel. 335.81.77.505 Direttore responsabile: Anna Maria Rusconi Stampato da: GRAFICHE RIGA srl Oggiono (LC) - Tel. 0341.260717 Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Lecco il 18/12/2001 al N. 17 del Registro dei Giornali Periodici Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Anna Maria Rusconi - Aldo Maggi - Beppe Cortona Giorgio Buizza Lucia Buizza - Maurizio Crippa - Giovanni Dell'era Giusi Negri - Matteo Zilla

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