La_trasformazione_della_società

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La trasformazione della società Dalle rivoluzioni alla modernità

10/28/09

A cura della prof. Maria Elena Auxilia

Il mondo occidentale si trasforma Le rivoluzioni che trasformano alcuni paesi del mondo occidentale:



la rivoluzione scientifica (fine del 1500)



la rivoluzione industriale (metà del 1700)



le rivoluzioni politiche negli Stati Uniti (1755-1783) e in Francia (17891795)

Queste “rivoluzioni”

la quale plasma sia l’azione sia gli individui;

forniscono la struttura all’azione degli individui

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ma queste rivoluzioni sono altresì il prodotto dell’azione degli individui

A cura della prof. Maria Elena Auxilia

Studio della struttura della società E’ la sociologia che ha per oggetto di analisi e di studio la struttura della società, l’azione individuale da essa resa possibile e le sue conseguenze per la struttura stessa

Ha scritto (Philip Abrams) “Catturare e vendere prigionieri diventa l’istituzione della schiavitù. Offrire i propri servigi a un soldato ottenendone in cambio la protezione diventa il feudalesimo. Organizzare il controllo di una forza lavoro allargata sulla base di regole standardizzate diventa la burocrazia. E la schiavitù, il feudalesimo e la burocrazia si tramutano in contesti fissi, esterni, all’interno dei quali si combattono le lotte per il benessere, la sopravvivenza o la libertà. Sostituendo il pagamento in denaro alla corvée, il signore e il contadino intraprendono lo smantellamento dell’ordine feudale costruito dai loro antenati”

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A cura della prof. Maria Elena Auxilia

la rivoluzione industriale (metà del 1700) La rivoluzione industriale è possibile per via di alcuni importanti innovazioni tecnologiche, specialmente riconducibili a tre grandi aree

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•i mezzi meccanici sostituiscono l’abilità umana •il vapore, e in seguito altre forme di energia, presero il posto della fatica dell’uomo e degli animali •ci fu un netto miglioramento nei processi di estrazione e di lavorazione delle materie prime

A cura della prof. Maria Elena Auxilia

I cambiamenti Questi cambiamenti nelle attrezzature ebbero conseguenze sui processi produttivi al punto che si realizzarono nuove forme di organizzazione industriale.

La fabbrica, all’interno della quale si concentrano i mezzi per la produzione, divenne un’unità di produzione molto grande, prendendo il posto delle botteghe e delle abitazioni.

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Essa divenne, più che un’unità di produzione, un universo sociale che si reggeva su due nuovi protagonisti del sistema produttivo: l’imprenditore e l’operaio, legati da una relazione economica e da un rapporto di sorveglianza e di disciplina.

La disciplina, benché non fosse una novità, si trasformò all’interno delle fabbriche nella dura e inesorabile pressione del tempo di produzione, e perciò stesso creò una nuova forma di processo produttivo attraverso il controllo completo del ciclo lavorativo per mezzo della sua razionalizzazione e un nuovo tipo di operaio sottoposto al rigido controllo del tempo. A cura della prof. Maria Elena Auxilia

Nasce la modernità A partire dalla fine del ’700, l’organizzazione delle fabbriche si estende anche alla società,dando vita a quelle architetture delle istituzioni disciplinari della modernità (la prigione, la fabbrica, la scuola, la caserma, l’ospedale, ecc. ecc.) che secondo Foucault si richiamano l’un l’altra. Al processo di industrializzazione si accompagna un processo più complesso che va sotto il nome di modernizzazione e viene analizzato da più punti di vista: versione sociologica Si tratta di un processo che coinvolge mutamento economico, politico, sociale e culturale che può essere studiato enfatizzando il ruolo che i fattori di ordine sociale e istituzionale giocano nel processo di mutamento 10/28/09

versione psicologica oppure enfatizzando il ruolo giocato dai fattori interni e dai motivi psicologici

A cura della prof. Maria Elena Auxilia

versione economica

oppure provando a individuare gli stadi di crescita

Fra la metà del 1700 e l’inizio del 1800 Accanto al concetto di modernizzazione compare spesso quello correlato di modernità

la modernizzazione comprende •una netta caduta del tasso di mortalità •la costituzione di una forte e centralizzata burocrazia •la creazione di un sistema scolastico ad ampia diffusione

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Quando si parla di modernità si intende la società occidentale, quasi esclusivamente europea ,scientifica e industriale la cui forma politica era lo stato nazione che attribuiva una straordinaria importanza all’economia e alla crescita economica le cui concezioni fondamentali erano date dal razionalismo, dall’utilitarismo e dall’individualismo

A cura della prof. Maria Elena Auxilia

Modernità E’ inoltre tipico della modernità:

la trasformazione della struttura delle classi e dei ceti con conseguente aumento della mobilità sociale, caratterizzata dal declino dei contadini, dallo spopolamento delle campagne a favore delle città, dalla crescita della borghesia urbana e della classe operaia, dall’espansione e dalla diversificazione dei ceti medi

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la differenziazione strutturale delle diverse sfere della vita sociale, con particolar riferimento alla divisione del lavoro tra le classi, alla separazione fra sfera privata e sfera pubblica

A cura della prof. Maria Elena Auxilia

Aspetti dello sviluppo politico e sociale un progressivo riconoscimento dei diritti politici in seguito all’aumento della mobilitazione politica in movimenti, partiti e associazioni che rappresentano interessi reali presenti all’interno della società e che lottano per affermarli

l’affermazione degli apparati tipici degli stati-nazione – amministrazione pubblica, monopolio della violenza, coscrizione obbligatoria

Si assiste a: processi di secolarizzazione, vale a dire di processi di progressivo affrancamento ed emancipazione della società civile, della società politica e della conoscenza scientifica dal controllo religioso

l’idea di un processo senza fine volto all’innovazione permanente, alla incessante creazione del nuovo, al futuro 10/28/09

la privatizzazione della vita familiare, vale a dire il suo isolamento dal controllo sociale della comunità così come la drastica separazione fra il luogo di lavoro e il luogo di residenza

processi di trasformazione della fede religiosa in un fatto privato

A cura della prof. Maria Elena Auxilia

I cambiamenti Questi elementi della modernità sostituiscono altri modi di vivere, un nuovo ritmo e un nuovo tempo della vita si sostituisce a quello precedente Essi rappresentano una vera e propria destrutturazione delle precedenti forme di vita associata con riferimento alle quali diventa urgente la necessità di riorganizzare, accanto al nuovo ordine produttivo e al nuovo ordine politico, anche i fondamenti stessi di 10/28/09 un nuovo ordine sociale.

E’ in questo contesto che nasce l’esigenza di una scienza della società; e la sfida è data dalle molteplici sfaccettature della crisi che attraversa tutte le società europee “modernizzate” alle quali occorre provare a dare una risposta

A cura della prof. Maria Elena Auxilia

Crisi politica e religiosa La crisi politica. Le rivoluzioni in America e in Francia avevano definitivamente spezzato l’illusione che lo “Stato” potesse rimanere al riparo dalle effervescenze sociali. Soprattutto in Francia, le istituzioni vennero travolte, la monarchia fu sostituita dalla repubblica e il tema all’ordine del giorno riguardava la riflessione sulle nuove forme e sui nuovi modi della rappresentanza politica, della partecipazione politica e della rappresentanza degli interessi.

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La crisi religiosa E’ una derivazione della crisi politica. Lo stato assoluto,infatti, era tale in virtù di una investitura divina. Con quel sistema di potere, entrava così in crisi anche l’istituzione ecclesiastica che perdeva sia il proprio potere temporale che i propri beni. La crisi delle istituzioni religiose innescò un processo di separazione dei destini umani dalla “Provvidenza”, comportando l’isolamento degli individui di fronte alla insondabilità del divenire storico.

A cura della prof. Maria Elena Auxilia

crisi sociale La rivoluzione industriale, che aveva innescato processi di deruralizzazione e di urbanizzazione, aveva altresì innescato processi di progressivo impoverimento di quella parte di popolazione che si era spostata dalle campagne alle città, creando fratture nel tessuto sociale e nell’ordine sociale.

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l’attacco alle tradizionali forme di aggregazione quali le corporazioni, volto alla liberalizzazione del mercato del lavoro, mentre spezzava legami sociali consolidati non ne proponeva di altri, lasciando gli individui isolati gli uni dagli altri.

A cura della prof. Maria Elena Auxilia

I lavoratori e la proprietà si trasformano La questione sociale, oltre ad essere fortemente segnata dalla nascita della città industriale e dal sorgere del sistema delle fabbriche, si caratterizzava altresì per ulteriori due aspetti: la condizione dei lavoratori e la trasformazione della proprietà L’industrialismo aveva portato con sé La confisca dei beni ecclesiastici e della l’emergere di una forza lavoro formalmente nobiltà iniziata con la rivoluzione francese, libera, ma priva di garanzie. Solo in seguito, a aveva prodotto un indebolimento delle basi partire dalla metà del 1800, sarebbero sorte istituzionali della proprietà e aperto un le prime organizzazioni di lavoratori che conflitto molto aspro fra coloro che avrebbero spinto alla negoziazione delle consideravano la proprietà come la base prestazioni e della retribuzione attraverso la indispensabile della famiglia, della chiesa, formalizzazione di un contratto di lavoro dello stato e di tutti i principali gruppi La mancanza di garanzie accentuava sociali e coloro che invece lottavano per la l’aspetto traumatico del nuovo ordine sociale, sua abolizione sradicando il lavoro sia da quei contesti che in passato avevano svolto una funzione protettiva – la corporazione, la famiglia estesa, il villaggio – sia dalle specifiche competenze 10/28/09 individuali A cura della prof. Maria Elena Auxilia

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