ECOCIDIO La Union of Concerned Scientists, un comitato indipendente di circa 100 scienziati, tra cui 20 premi Nobel, ha pubblicato il 30 marzo del 2004 uno studio - “Gone to Seed” - che dimostra come circa dieci anni di agricoltura commerciale OGM abbia provocato contaminazioni “massicce” nei raccolti tradizionali degli Stati Uniti. L'interpretazione più prudente dei risultati dello studio (che si basa su due serie di campioni di laboratorio ciascuno di sei varietà tradizionali di mais, soia e colza) mostra materiale geneticamente manipolato in almeno il 50% del mais, il 50% della soia e l’83% della colza. Le conseguenze per l’ambiente, la sicurezza alimentare e per i lavoratori agricoli e nella trasformazione sono enormi. I semi sono la vita. O meglio erano. Tutelare le riserve di sementi contro contaminazioni da OGM è una necessità vitale se si vogliono proteggere le fonti di alimentazione e continuare a progredire verso un’agricoltura socialmente ed ecologicamente sostenibile, per le generazioni attuali e future. L'alternativa ci spingerebbe a tutta velocità verso una monocoltura insostenibile e la dipendenza universale dalle transnazionali della biotecnologia, dai loro diserbanti/pesticidi e dai loro brevetti sugli elementi fondamentali della vita. Lo studio americano arriva in un momento in cui aziende come la Monsanto e altrio “bioassassini” stanno opponendosi (attraverso il governo USA) a regole restrittive sull'etichettatura degli OGM, stanno forzando la mano ai paesi in via di sviluppo affinché accettino sementi e importazioni OGM (spesso camuffate da aiuti alimentari) e usano risorse finanziarie per distruggere o accattivarsi istituzioni di ricerca agricola di interesse pubblico. Grazie agli accordi TRIPS (Trade Related Aspect of Intellectual Property Rights), che regolano gli accordi relativi ai diritti sulla proprietà intellettuale definiti dall'Organizzazione del Commercio Mondiale (in mano ad un oligopolio), tutta la normativa internazionale sui brevetti è in corso di modificazione a favore delle società transnazionali per autorizzare i brevetti su tutte le forme di vita, comprese quelle agricole. Anche il Commissario dell'Unione Europea per l'agricoltura, Fischler, seguendo il modello americano, si sta adoperando in tal senso: una ventina di piante OGM sono in attesa di approvazione dell'UE, altre seguiranno. Malgrado una serie di estesi test sul terreno abbiano dimostrato chiaramente la minaccia degli OGM per le piante e gli animali, e perfino per l'uomo, il governo del Regno Unito si appresta ad autorizzare la piantagione di mais GM. Con il risultato che le multinazionali stanno impossessandosi sempre più della catena alimentare e del sistema internazionale che rafforza il loro dominio. I perdenti sono la biosfera, gli agricoltori ed i lavoratori. Lo studio dell'UCS e l'enorme quantità di informazioni scientifiche disponibili al pubblico, provenienti da fonti indipendenti dall'industria degli OGM, testimoniano l'impossibilità delle sementi naturali di difendersi dalla contaminazione degli OGM, che sono più resistenti, anche quando queste vengono “isolate” o separate. La “coesistenza” di sementi e raccolti OGM e non-OGM si è dimostrata impossibile, prima di tutto a causa del modo di
riproduzione delle piante e poi a causa del modo di stoccaggio, trasporto e commercializzazione delle sementi.
Gone to Seed (2004) | Union of Concerned Scientists ORGANISMI GENETICAMENTE COLONIZZATI L' “accumulo di geni”, cioè di certe caratteristiche indotte dagli OGM mediante fertilizzazione incrociata per produrre nuove varietà di piante, in certi casi capaci di resistere a molteplici diserbanti e/o pesticidi, sta già avvenendo su vasta scala. In Messico, culla del mais, la contaminazione transgenica di varietà indigene è stata individuata in 33 comunità in nove stati malgrado l'esistenza di una moratoria sulla piantagione di mais GM approvata dal governo messicano. Nei campioni messicani contaminati sono state individuate fino a quattro caratteristiche GM in una singola pianta, inclusa la tossina insetticida geneticamente fabbricata inserita nel mais GM StarLink. Il governo americano aveva negato l'autorizzazione per il consumo umano di StarLink e grandi quantità di alimenti trasformati contenenti tracce di StarLink erano stati ritirati dagli scaffali dei supermercati, questo già qualche anno fa. La probabile origine della contaminazione è nell'importazione di mais GM dagli Stati Uniti, consentito dalla NAFTA a prezzi inferiori al costo di produzione. Da anni in Messico avviene un saccheggio di ogni genere di ricchezza biologica, specie note per il loro uso scientifico e economico. Un furto organizzato da imprese transnazionali legate all'industria farmaceutica e chimica, alla produzione di semenze e alimenti, al crimine organizzato, ecc. ecc. La colza GM ha conquistato le praterie degli Stati Uniti e del Canada e si è estesa praticamente fino ai bordi delle strade lungo i campi seminati. Succede anche che La Monsanto, detentrice di molti brevetti sulle sementi OGM, utilizzando suo personale specifico alla ricerca di “prove” di uso illecito di sementi, ha minacciato di denunciare centinaia di agricoltori che si rifiutano di pagare per il privilegio di “ospitare” gli invasori. La Monsanto è attualmente in causa contro Percy Schmeiser, agricoltore canadese, a cui chiede 1 milione di dollari USA perché ha trovato nei suoi campi materiale genetico di sua proprietà, malgrado il fatto che l'agricoltore non abbia mai piantato la varietà GM della Monsanto in questione, resistente al pesticida Roundup. La causa è attualmente all’esame della Corte suprema canadese. Il dominio delle grandi società attraverso la contaminazione GM si esercita già su vasta scala. Le prove che documentano l'estensione di tale contaminazione non sorprendono l'industria, che ha deliberatamente adottato la strategia di liberare gli OGM nell'ambiente su scala estremamente vasta. Sapendo che il trasferimento di materiale genetico non può essere efficacemente delimitato, le multinazionali stanno semplicemente aspettando il momento in cui le “soglie” di tolleranza non avranno più significato, poiché saranno state rapidamente sorpassate. Né la resistenza dei consumatori né le autorizzazioni selettive di piantagioni commerciali di OGM sono sufficienti a prevenire ulteriori contaminazioni. Si profila una eco-apocalisse. (Pubblicato su Ecplanet, 22-05-2004) IL CROCEVIA DELL’ORRORE
Mediante le moderne tecniche di ricombinazione genetica è possibile incrociare i geni dei pesci con quelli dei pomodori, di inserire geni virali nelle zucche, geni batterici nel mais e geni umani nel tabacco (per far «crescere» prodotti farmaceutici). Nello Iowa, ad esempio, c'è chi pianta semi di grano geneticamente modificati dalla Meristem Therapeutics, una compagnia biotecnologica francese, per ottenere un enzima contro la fibrosi cistica. Altre compagnie sperimentano patate modificate contro l'obesità oppure tabbacco denicotinizzato. È la cosiddetta “pharma crops” o “biofarmacia”, una fabbrica di Organismi Geneticamente Modificati a scopo medico-alimentare-industriale. Normalmente le barriere fra le specie sono fissate dalla natura e fino a poco tempo fa questi confini non erano mai stati valicati. L'ingegneria genetica partorita dalle menti malate dell'anti-scienza neo-eugenetica ha fortemente voluto oltrepassare questi limiti, oltrepassare la natura stessa, innescando un processo contronatura i cui risultati nessuno è in grado di prevedere. Alcune persone, come l'autore Michael Pollan, pensano che se in natura esistono delle barriere, ci debba pur essere una ragione: «L'introduzione in una pianta di geni trapiantati, non solo da una specie all'altra ma anche da un tipo all'altro, vuol dire che le barriere che definiscono l'essenziale identità di quella pianta, potremmo dire la sua irriducibile naturalità, è stata violata». Alcune di queste mostruose combinazioni possono essere non solo strane, ma anche terribilmente pericolose per il nostro ambiente e persino per la nostra salute. Come dice il genetista molecolare Michael Antoniou: «La natura artificiale degli OGM non li rende in sé pericolosi. È il modo impreciso in cui i geni vengono combinati e ricombinati e l'imprevedibilità degli effetti che porta all'incertezza. Da un punto di vista genetico un OGM ha in sé un livello di imprevedibilità che è di gran lunga maggiore della certezza del raggiungimento del cambiamento ricercato». Ai genetisti ci sono voluti 270 tentativi per arrivare alla clonazione della pecora Dolly. E le 269 Dolly che non ce l'hanno fatta? Molte di loro erano deformi e sfigurate, altre sono nate morte o incapaci di maturare. E Dolly stessa è morta di invecchiamento precoce. Le tecniche di ingegneria genetica hanno anche prodotto molte piante abnormi per poterne creare solo alcune che sopravvivono e si riproducono, distruggendo tutti gli ONM (Organismi Naturalmente Modificati) con cui vengono a contatto. Dalle piante che sopravvivono alla ricombinazione del DNA, gli ingegneri genetici ricavano i semi di tipo commerciale, che poi brevettano e immettono sul mercato. Michael Pollan, dopo aver visitato i laboratori della Monsanto, ha riferito: «L'intera operazione è messa in atto migliaia di volte, più che altro per l'insicurezza che circonda il risultato. Non c’è modo di sapere dove, nel genoma, il nuovo DNA andrà a finire e nel caso che si dovesse posizionare nel posto sbagliato il nuovo gene non verrà espresso o non si esprimerà nel migliore dei modi, oppure la pianta sarà uno scherzo della natura. Rimasi impressionato da come la tecnologia potesse essere estremamente sofisticata e allo stesso tempo così aleatoria». L'ARMA GENETICA È come sparare un colpo nel buio e sperare di andare a segno. Chi se ne frega se quel colpo finirà per colpire qualche altro obiettivo. I genetisti sparano questi colpi con ciò che
alcuni chiamano «l'arma genetica». L'arma genetica spara, letteralmente, nelle cellule, microscopici proiettili d'oro ricoperti con DNA estraneo. A volte i proiettili passano attraverso le pareti della cellula e il DNA diviene parte della struttura genetica della pianta, altre volte il DNA non centra le cellule, le uccide, o penetra le pareti delle cellule senza diventare però parte della struttura genetica della pianta. Roberto Verloza, un ingegnere, scrive: «esplodere microparticelle ricoperte di plasma delle piante, è come mettere nella canna di una pistola tante viti, dadi, bulloni, molle, ecc, per poi spararle in un motore in moto per fermare una occasionale vibrazione del motore stesso. Può sempre succedere che dopo milioni di tentativi la vibrazione possa effettivamente sparire e, a quel punto, tutti saranno fieri del loro lavoro. Essendo io un vero ingegnere, mi rifiuto di pensare che questa sia ingegneria. Che i genomi delle piante possano sopportare un trattamento simile e sopravvivere, non testimonia la precisione dell'ingegnere genetico, ma la resistenza agli abusi degli organismi viventi». Molte delle piante che sono sopravvissute alla manipolazione genetica, non hanno poi prodotto cibo che fosse a livello dello standard richiesto. Stando a quanto sostiene Jeffrey Smith, autore del libro “L'Inganno a Tavola” (“Seeds of Deception”), molti OGM finiti nella catena dell'industria alimentare sono cancerogeni. Di sicuro, la ricombinazione genetica può avere effetti collaterali non voluti; ad esempio, geni immessi per dare un colore rosso ai petali delle petunie, non solo hanno cambiato il colore dei petali, ma hanno diminuito anche la fertilità della pianta e alterato la crescita delle radici e delle foglie; salmoni geneticamente modificati con un gene dell’ormone della crescita, non solo sono diventati grossi troppo in fretta, ma hanno cambiato colore diventando verdi. CONFLITTO DI INTERESSI Il Center for Science in the Public Interest di Washington, fondato circa 30 anni fa, è un'organizzazione statunitense no profit che si occupa di temi collegati all'alimentazione, alla salute, e alla scienza in generale. Ron Collins, responsabile del Progetto “Integrity in Science”, dice: “Quando si parla di ricerca scientifica, molto spesso si parla di quella che viene svolta nelle università dove si pensa che prevalga l'idea un po' fuori moda che la scienza è alla ricerca della verità. Più recentemente, negli ultimi vent'anni, gli scienziati sono andati in cerca di verità, sì, ma anche in cerca di profitti. E a volte le due cose non combaciano. Detto in altre parole, quello che conviene a un'azienda chimica, o farmaceutica, può non essere quello che più conviene alla collettività. Ecco perché abbiamo lanciato il database Integrity in Science. Consiste in migliaia di nomi di scienziati che hanno una qualche forma di legame economico con aziende. Indichiamo in quale centro di ricerca lavorano e quali sono questi legami ogni volta che possiamo documentarli. Se non disponiamo di documentazione accurata, non li mettiamo nell'elenco. E lo facciamo perché ci pare che l'opinione pubblica e la stampa deve essere al corrente”. BIOFARMACIA 18 mesi fa, una società biotecnologica texana, la Prodigene, ammise di aver mescolato per errore, in Nebraska, sementi di piante tradizionali con quelle modificate. E perfino i più
grossi “sons of a Bush” del settore, come la Monsanto, avevano chiesto regole più sicure per condurre queste sperimentazioni. Che, a quanto pare, sono invece riprese senza controllo. Proprio in questi giorni, il Centro ha denunciato una vasta operazione di “biofarmacia” volta a creare coltivazioni geneticamente modificate dalle quali ricavare medicine a basso costo. Secondo il numero di richieste di approvazione per coltivazioni ogm a scopo farmaceutico giunte al ministero dell'agricoltura USA, gli esperimenti nel settore sono praticamente raddoppiati nell'ultimo anno. (Pubblicato su Ecplanet 06-06-2004) 'Pharma Crops' Threaten Food Safety 30 dicembre 2004 Pharma Crops GMO Safety The new weapons of genetic engineering Grain gennaio 2009 "Seeds of Destruction, The Hidden Agenda of Genetic Manipulation" Review of F. William Engdahl's Book Global Research, 02 gennaio 2008
The Integrity in Science Database BioTrek — ProdiGene controversy Nov. 2002 MONOPOLIO MULTI-GENOMICO Syngenta, la potente multinazionale genetica, prima nel mondo nel settore agrochimico, terza per la produzione di semi OGM, si avvia a controllare il monopolio corporativo nel settore della genomica: se verrà approvata l’attuale proposta di brevetto in 115 paesi, Syngenta avrà un monopolio multi-genomico su almeno 40 specie di piante. L'ETC Group, che ha definito l'eventualità un “monopolio multi-genomico” senza precedenti, ha scritto all'European Patent Office (EPO), alla World Intellectual Property Organization (WIPO) e all'US Patent and Trademark Office (USPTO) Chiedendo che the patents vengano rifiutate. Nello stesso tempo, ha scritto al direttore generale della FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations) e al Presidente del Consultative Group on International Agricultural Research (CGIAR) chiedendo di opporsi a ciò che rappresenta “una diretta minaccia alla sicurezza mondiale alimentare e un attacco alla pubblica ricerca agricola”, come ha dichiarato il direttore dell'ETC Group's Research, Hope Shand. La Syngenta è un colosso nato dall'unione di due giganti: il settore agricolo della Novartis (azienda nata a sua volta dall'accorpamento di Ciba e Sandoz) e quello agrochimico dell'Astra-Zeneca. Tra i prodotti dell'impresa ci sono moltissime sostanze chimiche, ma anche sementi geneticamente modificate per soddisfare esigenze di vario tipo. Oltre a quello commerciale, la multinazionale svizzera possiede anche un settore che si occupa
esclusivamente di sperimentare nuove sostanze chimiche e di fare ricerche di carattere biotecnologico, spesso avvalendosi di collaborazioni con altre aziende, istituti di ricerca e università. Da uno di questi accordi, che la Syngenta ha raggiunto con la Myriad Genetics - altra azienda biotecnologica, nota per possedere il monopolio sui test genetici per la diagnosi del tumore al seno - nasce l'idea di sequenziare il genoma di tutti i cereali di interesse agroalimentare, tra cui il riso. Il coinvolgimento della Syngenta con la ricerca sul genoma del riso è stata fin dall'inizio controversa. La compagnia ha provato subito a rifiutarsi di rendere pubbliche le proprie ricerche genomiche e alla fine ha accettato di fornire solo alcune informazioni dopo le dure critiche di parte della comunità scientifica inclusi due premi nobel. La compagnia si è messa tristemente in luce anche per la vicenda legata al “Golden Rice” (Riso Dorato), una varietà di riso sviluppata dalla Syngenta con fondi pubblici contenente beta-carotene che può essere trasformato in vitamina A dall’organismo umano, e che per questo motivo è stata imposta ai contadini dell'Asia. Dato che in molti paesi in via di sviluppo, una delle maggiori cause di cecità è la carenza, nell'alimentazione dei bambini, di vitamina A e di altri micronutrimenti, secondo la Syngenta lo sviluppo del Golden Rice potrà consentire di risolvere questo problema (e far arricchire la compagnia naturalmente). Per propagandare ulteriormente i propri (falsi) scopi umanitari, lo scorso ottobre, la Syngenta ha donato ufficialmente la licenza del Golden Rice ad una commissione umanitaria, la Golden Rice Humanitarian Board finanziata da fondazioni private in Svizzera. Ora, questa ultima istanza - WO03000904A2/3 - della Syngenta è volta ad acquisire il controllo del monopolio sul DNA che regola lo sviluppo floreale, la formazione floreale e l'intera architettura delle piante e dei fiori del riso in 115 paesi. Ma non finisce qui. Oltre ad impadronirsi delle sequenze genetiche del riso, secondo uno studio preparato dal Dr. Paul Oldham della Lancaster University (UK), il dominio della Syngenta si estenderebbe in generale, includendo anche piante non ancora classificate dai tassonomisti. Come ad esempio le sequenze genetiche chiave di 23 specie inserite dalla FAO nel Treaty on Plant Genetic Resources for Food and Agriculture, trattato approvato nel 2001 con lo scopo di proteggere le risorse genetiche più cruciali nella catena alimentare. "Se la proposta della Syngenta sarà approvata”, dice Silvia Ribeiro dagli uffici ETC in Messico, Il trattato della FAO sarà inutile”. Inoltre, i ricercatori della Syngenta sarebbero molto vicini a completare una accurata sequenza del genoma del riso, l'elemento che nutre almeno metà della popolazione mondiale ed è anche la base per identificare simili tratti genetici in altre piante. “Effettivamente” dice Kathy Jo Wetter, “la completa mappatura del riso può fornire un modello di riferimento per i maggiori raccolti mondiali. Arrivando a identificare certe sequenze genetiche nel riso, Syngenta potrà monopolizzare le stesse sequenze anche di altre specie”. “Mentre il gigante genomico si congratula con sé stesso per la sua donazione umanitaria e per aver reso disponibile le sue informazioni genetiche, i suoi avvocati lavorano per monopolizzare definitivamente il mercato del riso”, dice Silvia Ribeiro. “Il sistema dei brevetti è pesantemente corrotto. Se la Fao e la CGIAR non bloccheranno questo brevetto a favore della Syngenta, il più grave monopolio sulle risorse alimentari mondiali mai visto in precedenza sarà garantito”, dichiara Hope Shand.
Syngenta Claims Multi-Genome Monopoli 13 gennaio 2005 Centre for Economic and Social Aspects of Genomics - Lancaster University Action Group on Erosion, Technology, and Concentration (Pubblicato su Ecplanet, 08 marzo 2005) Gli OGM (Organismi Geneticamente Manipolati) sono organismi naturali modificati artificialmente attraverso tecniche di manipolazione genetica, poi brevettati e dunque di proprietà privata di una azienda. Rispetto ai normali incroci, che da sempre si fanno nell'agricoltura tradizionale per migliorare le varietà vegetali e le razze animali, la manipolazione genetica "combina" organismi di specie diverse che "naturalmente" non possono fecondarsi: ad es. batteri con cereali, pesci con fragole, scorpioni con piante, ecc. Sarebbe più giusto in questo senso parlare di "chimere" artificiali, ovvero di "mostruosità". Come ad esempio, indurre geneticamente in una fragola una maggiore resistenza al freddo, attraverso l'inserimento della sequenza di DNA che nei pesci artici determina una maggior tolleranza alle basse temperature, che non sarebbe mai stata possibile con le tecniche di incrocio tradizionali. È sbagliato sostenere dunque che gli OGM sono sempre esistiti. È vero invece che l'ingresso sulla scena di questa nuova rivoluzionaria tecnologia ha aperto un campo totalmente nuovo di possibilità ma anche di gravi rischi, come d'altronde succedde sempre ad ogni nuovo salto tecnologico (teoria delle catastrofi, ndr). Coloro che si schierano apertamente contro gli OGM, come Greenpeace, sostengono che il rilascio in natura di OGM tramite coltivazione e allevamento o contaminazione accidentale può produrre effetti irreversibili sugli ecosistemi. Poiché, diversamente da un inquinante chimico, gli OGM sono organismi viventi, possono riprodursi e moltiplicarsi, e, avendo caratteristiche genetiche "superiori", sfuggire a qualsiasi controllo. Per questo motivo, Greenpeace si oppone ad ogni forma di brevettabilità degli esseri viventi (secondo una ricerca commissionata dal quotidiano britannico The Guardian, sono circa 127.000 i geni umani o sequenze parziali di geni umani brevettati da aziende farmaceutiche, aziende biotecnologiche, istituti di ricerca privati ed università. Un'azienda francese, la Genset, detiene circa il 29% del totale dei brevetti di geni umani, "possedendone" oltre 36.000. L'azienda Myriad Genetics dello Utah, che possiede i diritti intellettuali di due geni mutanti, il “BRCA1” ed il “BRCA2”, considerati indicatori della predisposizione al tumore alle ovaie ed alle mammelle, ha inviato lettere di diffida a molti laboratori di ricerca chiedendo di interrompere l'uso diagnostico dei due geni in assenza del pagamento dei diritti brevettuali).
Beginner's guide to gene patents The Guardian 15 novembre 2000 L'INVASIONE DEGLI ULTRACORPI Attualmente, cinque Stati membri dell'UE - Spagna, Germania, Francia, Portogallo e Repubblica Ceca - rientrano nei paesi che nel 2005 hanno contribuito a un incremento delle colture biotecnologiche globali pari a 22 milioni di acri. Secondo lo studio "Global Status of Commercialized Biotech/GM crops 2005", svolto da Clive James, presidente e fondatore del Servizio Internazionale per l'Acquisizione delle Applicazioni Agrobiotecnologiche (ISAAA), "a partire dall'avviamento della commercializzazione nel 1996, il totale dei terreni impiegati per le colture biotecnologiche in tutto il mondo è aumentato di oltre cinquanta volte, passando da 4,2 milioni di acri in sei paesi a 222 milioni di acri in 21 paesi nel 2005". Praticamente, gli agricoltori che hanno scelto la biotecnologia sono circa 8,5 milioni. La soia GM resistente agli erbicidi è la coltura biotecnologica più diffusa a livello globale e occupa già il 60% dei terreni coltivati in tutto il mondo. Tra i potenziali fattori di crescita che la relazione prevede per il futuro figurano l'adozione di riso biotecnologico da parte della Cina, l'introduzione di alimenti e mangimi biotecnologici più nutrienti nonché di colture biotecnologiche innovative per la produzione sostenibile ed economicamente attuabile di carburanti biotecnologici. Analysis: Global status of commercialised biotech/GM crops in 2005 Recentemente, la Commissione Europea ha approvato 3 nuovi mais Ogm: il “GA21” (tollerante agli erbicidi), l'ibrido “MON863xMON810” e il famigerato “MON863” per uso alimentare, tutti e tre prodotti dalla Monsanto. Il MON863, in particolare, è stato modificato geneticamente per produrre una tossina insetticida per eliminare parassiti. Il dossier completo sui test condotti dalla Monsanto sull'alimentazione dei topi con il MON863 è stato reso pubblico solo nel giugno 2005, dopo che un tribunale tedesco ha stabilito che l'azienda non poteva tenerli segreti. Lo studio fatto dalla Monsanto sull'alimentazione a base di MON863 è stato criticato da autorevoli esperti francesi e tedeschi per la sua inconsistenza, in particolare perché lo studio è stato condotto per soli 90 giorni, contro i due anni di durata standard previsti per i pesticidi. È il solito problema: si continuano ad approvare alimenti OGM senza le sufficienti garanzie. Garanzie che possono essere date solo da una sperimentazione a lungo termine su "cavie" umane. Metterle in commercio unisce l'utile al dilettevole. Sui gravi rischi per l'ambiente e la salute, che pur ci sono, si preferisce disinformare. Pubblicato il rapporto segreto sul mais Ogm Mon863 di Monsanto molecularlab 28 giugno 2005 ORGANISMI GLOBALI MULTINAZIONALI
La spregiudicata politica commerciale della Monsanto è un fulgido esempio di spietato "neo-illiberismo" sensibile solo alle logiche del mercato e del tutto indifferente alle problematiche ambientali e socio-economiche. La Monsanto, d'altronde, è la multinazionale diventata famosa per aver prodotto l'Agente Arancio, il defoliante tossico e cancerogeno usato nella guerra del Vietnam; successivamente si è concentrata sui PCB, i pericolosi composti organoclorurati più nocivi del DDT ora vietati pressoché ovunque, ma che continueranno per millenni ad inquinare fiumi e mari a causa della loro persistenza. Il grande business della Monsanto è oggi quello biotecnologico, per il quale ha sostenuto grandi investimenti finanziari legati ad esempio all'acquisizione di numerose società di ricerca titolari di brevetti o che devono entro breve termine assicurare la remunerazione del capitale impegnato per evitare la bancarotta. Una tale scommessa spiega l'arroganza che contraddistingue questa multinazionale nel sostenere la promozione delle colture transgeniche. Il processo di concentrazione oligopolistica dell'industria biotecnologica interessa anche altre multinazionali impegnate in fusioni societarie fra giganti o nell'assorbimento di piccole aziende di ricerca. Il controllo in poche mani dei brevetti biotecnologici e delle sementi che ne derivano, mette in serio pericolo quell'agricoltura plurale, sostenibile e “bio-diversa” che tutt'ora occupa il 50% della forza lavoro mondiale, per la quale l'accesso alla terra e alle risorse genetiche è letteralmente fonte di sopravvivenza. (26 gennaio 2006) COESISTENZA “È ora di finirla con la diffusione di studi secondo cui la coesistenza tra agricoltura transgenica e quella convenzionale-biologica sarebbe possibile. È una favola a cui non crede nessuno”. Così Federica Ferrario, responsabile OGM di Greenpeace, commenta la ricerca sulla coesistenza fra coltivazioni di mais transgeniche e convenzionali presentata dal CEDAB, Centro di Documentazione sulle Agrobiotecnologie, che altro non è che un portavoce delle aziende biotech. “L'unica vera garanzia contro la contaminazione genetica causata dagli OGM è un bando alla loro coltivazione. In Spagna, Greenpeace ha fatto analizzare il mais degli agricoltori biologici ottenendo risultati preoccupanti: il 40% dei campioni è risultato contaminato, con una percentuale che va dallo 0,23 all'1,9%. Percentuale che non permette la vendita di questi raccolti come biologici e che dimostra chiaramente l'improponibilità della coesistenza tra coltivazioni transgeniche e coltivazioni biologiche”. I tipi di contaminazione trovati corrispondono a geni introdotti in mais ibridi commercializzati da diverse imprese multinazionali. “Le coltivazioni OGM continuano a trovare in tutta Europa l'opposizione dei consumatori. Continueremo a raccogliere le firme per chiedere un'etichettatura obbligatoria anche dei prodotti provenienti da animali nutriti con OGM. La loro etichettatura è necessaria per poter garantire la libertà di scelta”. Molti agricoltori biologici, in Spagna, coltivano varietà tradizionali di mais, selezionate per le caratteristiche adeguate alla zona. Per Greenpeace la loro contaminazione costituisce
un attentato alla biodiversità perché provoca l'estinzione delle poche varietà ancora in mano ai coltivatori. BREVETTABILITÀ Greenpeace ha commentato con indignazione anche l'approvazione alla Camera, con il solo voto contrario di Verdi e Rifondazione Comunista, del Decreto sulla Brevettabilità: “È un provvedimento inaccettabile che non può passare inosservato. Piante e animali non sono invenzioni e va esclusa ogni ipotesi di brevettabilità. In questo modo si aprono le porte ad aziende come la Monsanto che, per esempio, ha presentato 12 richieste all'Epo (Ufficio europeo dei brevetti) di brevetti sui maiali, elencando caratteristiche genetiche che sono comuni a quasi tutte le razze europee di maiali e pretendendo che i maiali con queste caratteristiche sono invenzioni della multinazionale. Aspettiamo solo il prosciutto OGM!”, ha affermato la Ferrario. La stessa Monsanto aveva cercato di brevettare il frumento. L'Ufficio europeo dei brevetti aveva poi dato ragione al ricorso fatto da Greenpeace insieme alla maggiore organizzazione agricola indiana che si basava sul fatto che le caratteristiche descritte nel brevetto sono esattamente quelle che hanno fatto la fortuna del pane chapati (Nap Hal) presso i contadini asiatici. Anche la Corte Suprema indiana aveva chiesto il ritiro del brevetto. La Camera italiana approva il decreto sulla brevettabilità Greenpeace: “Un provvedimento inaccettabile” 26 gennaio 2006 NO AL BUFFET TRANSGENICO Alla Fieragricola di Verona, una trentina di attivisti di Greenpeace hanno delimitato l'area in cui veniva offerto un banchetto a base di polenta e birra OGM perché “geneticamente” contaminata. Il buffet era offerto da Futuragra, un'associazione di lobbisti che promuove il mercato di alimenti OGM. “I consumatori italiani non vogliono gli OGM in tavola, né vogliono essere cavie per sperimentazioni genetiche”, ha detto la Ferrario. OGM AL BANDO IN AUSTRIA E GRECIA Greenpeace ha anche criticato la decisione del WTO che di fatto facilita i tentativi di USA, Canada e Argentina di forzare l'Europa ad accettare gli OGM. “Questa decisione prova nuovamente che il WTO pone l'interesse di mercato al di sopra di ogni altro, a cominciare dalla sicurezza dei consumatori, oltre a non essere assolutamente competente in campo scientifico e ambientale. Questo caso dimostra che sia gli Stati Uniti che le aziende biotech stanno cercando disperatamente di immettere nel mercato OGM che sono inutili, rischiosi e incontrollabili”, ha dichiarato sempre la Ferrario. L'esempio dell'Austria è lampante: il paese ha vietato l'importazione della colza OGM “GT 73”, un caso che “dimostra come la coesistenza dell'agricoltura OGM con quella biologica e convenzionale sia impossibile. A causa delle numerose specie simili, infatti, la contaminazione è molto facile e di conseguenza garantire i consumatori diventa impossibile”, ha aggiunto la Ferrario.
Anche la Grecia ha deciso un nuovo bando agli OGM, tra cui le varietà di mais Monsanto “MON810”. Austria bans Monsanto GM rape 23 gennaio 2006 (Pubblicato su Ecplanet, 24 marzo 2006) GM Contamination Register I SEMI ASSASSINI I semi assassini dell'industria biotecnologia uccidono la biodiversità, i coltivatori e la libertà delle persone. Tra questi vi è il “Bt.Cotton” della Monsanto che ha già spinto migliaia di agricoltori indiani ai debiti, alla disperazione e alla morte. I governi di Australia, Nuova Zelanda e Canada, agendo da strumenti del governo USA e dell'industria delle biotecnologie, stanno cercando di minare la moratoria dell'UE attualmente esistente su tutti gli alimenti e i semi geneticamente modificati e sulla tecnologia “Terminator”, che fa produrre semi sterili alle piante geneticamente modificate. Contro la moratoria dell'UE si è espresso - il 7 febbraio scorso - il WTO. E il messaggio è chiaro: la libertà dei cittadini di scegliere cosa coltivare e cosa mangiare non ha cittadinanza in un mondo regolato dai profitti delle corporations. Il Bt. Cotton, un cotone geneticamente modificato venduto dalla Monsanto, ha ripetutamente deluso gli agricoltori indiani da quando la società iniziò illegalmente le sperimentazioni nel 1998. E da quando, nel 2002, è stata autorizzata la commercializzazione dei suoi semi. La pubblicità della Monsanto prometteva ai contadini una produzione di 15 quintali per acro e circa 226 dollari di guadagni aggiuntivi, ma per un gran numero di agricoltori il Bt.Cotton ha causato la perdita di interi raccolti. Molti altri hanno avuto raccolti medi di soli tre quintali per acro, un quinto di ciò che era stato loro promesso. A causa degli alti costi di coltivazione e dei bassi guadagni, i contadini indiani si sono trovati intrappolati in pesanti indebitamenti, per sfuggire ai quali si stanno togliendo la vita. Nell'ultimo decennio, in India, si sono suicidati più di 40.000 agricoltori - anche se sarebbe più esatto parlare di “ecocidio”. Più del 90% degli agricoltori che si sono uccisi nel Maharashtra e nell'Andhra Pradesh, nella stagione 2005 avevano piantato il Bt.Cotton. I lobbisti delle biotecnologie, come Graham Brookes e Peter Barfoot, manipolano i dati per nascondere questo orrore. In un recente viaggio in India, Brookes ha sostenuto che gli agricoltori indiani, coltivando il Bt.Cotton, avrebbero guadagnato 113 milioni di dollari, con un incremento di 45 dollari per ettaro. In realtà, usare i semi Monsanto è costato ai coltivatori altri 50 dollari per acro, il che ammonta a oltre 226 milioni di dollari di perdite. Questo è il motivo per cui i governi dell'Andhra Pradesh e del Gujarat hanno portato la Monsanto in giudizio.
La monopolizzazione dei semi da parte delle corporations globali è una ricetta per distruggere la biodiversità e i contadini. Più del 90% del mercato dei semi geneticamente modificati è costituito da quattro soli tipi di colture: grano, soia, canola, cotone. Solo due varietà sono state commercializzate su larga scala: le colture resistenti agli erbicidi e le colture di Bt.Cotton. E più del 90% del mercato dei semi geneticamente modificati è controllato da una sola compagnia: la Monsanto. Per quanto riguarda gli USA, i lobbisti sostengono che il cotone resistente agli erbicidi frutterebbe agli agricoltori americani 66,59 dollari per ettaro di guadagni aggiuntivi. Eppure, 90 coltivatori di cotone texani hanno fatto causa alla Monsanto per aver subito grosse perdite nei raccolti: la Monsanto non li avrebbe avvertiti di un difetto presente nel suo cotone geneticamente modificato. La causa si propone di ottenere un'ingiunzione contro quella che viene definita «una lunga campagna di inganni». Bt cotton driving farmers to suicide: Vandana Shiva 18 maggio 2006 WTO panel rules EU GMO moratorium illegal 08 febbraio 2006 (Pubblicato su Ecplanet 06 maggio 2006) BAN TERMINATOR Monsanto, la principale compagnia agro-biotecnologica del mondo, nel 1999 promise pubblicamente di non commercializzare l'infame “tecnologia Terminator” che interviene geneticamente sulle piante per produrre semi sterili (un vero e proprio bio-assassinio, ndr). Ora, se ne esce infelicemente dicendo che potrebbe sviluppare o usare i cosiddetti “semi suicidi”. Ovvero, usare semi “terminati” in coltivazioni non alimentari. Questa nuova inquietante posizione è emersa alla luce di un serrato confronto tra la Monsanto e i movimenti degli agricoltori e delle popolazioni indigene nella battaglia che si sta svolgendo alle Nazioni Unite sul futuro della tecnologia Terminator. Nel 2000, la Convention on Biological Diversity (CBD) delle Nazioni Unite aveva adottato una moratoria riguardo tale tecnologia, conosciuta come Genetic Use Restriction Technologies (GURTs). Ma in vista del prossimo meeting di Curitiba, in Brasile (dal 20 al 31marzo 2006), la Monsanto intende esercitare nuove pressioni per minare la moratoria. In risposta, più di 300 organizzazioni hanno dichiarato il loro supporto ad un bando globale della tecnologia Terminator, asserendo che la sterilizzazione dei semi costituisce una seria minaccia alla biodiversità (già pesantemente compromessa, ndr) alle culture locali e al sostentamento di 1.4 miliardi di persone che dipendono dai semi e dall'agricoltura. “Non possiamo fidarci delle false promesse della Monsanto”, ha detto Alejandro Argumedo della Asociacion ANDES - Potato Park di Cusco (Perù), “i popoli indigeni e gli agricoltori dipendono fortemente dalla salvaguardia dei semi per la sicurezza alimentare e l'autodeterminazione”. La tecnologia Terminator è stata sviluppata inizialmente dal Department of Agriculture degli Stati Uniti e dalla compagnia Delta & Pine Land in modo da impedire agli agricoltori di poter salvaguardare e ri-usare semi dopo il raccolto, obbligandoli a comprare nuovi semi ogni stagione (appartenenti alle multinazionali, ndr).
Ma quale legge, quale diritto, quale giustizia, può consentire una tale politica, immorale e bio-assassina? La legge anarco-capitalista del libero mercato, la legge della giungla: una legge bestiale, disumana, postumana, che rinuncia a di qualsiasi considerazione etica. Nell'ottobre del 1999, in risposta all'opposizione mondiale, la Monsanto dichiarò pubblicamente, tramite Robert Shapiro, che scrisse una lettera aperta alla Rockefeller Foundation di non commercializzare la tecnologia Terminator: “I am writing to let you know that we are making a public commitment not to commercialize sterile seed technologies, such as the one dubbed Terminator”. Dunque, ora la Monsanto ci ha ripensato, vorrebbe un uso limitato della tecnologia Terminator alle coltivazioni di cotone, tabacco, piante farmaceutiche e erbe. Riferendosi alla nuova versione dei GURTs, dichiara: “Non escludiamo un potenziale sviluppo di questa tecnologia in futuro. La compagnia continuerà a studiare i rischi e i benefici della tecnologia caso per caso”. “La revisione della Monsanto fa eco alle azioni di alcuni governi alleati che stanno promuovendo la Terminator ralle Nazioni Unite”, ha detto Chee Yoke Ling di Third World Network. “C'è dietro una strategia corporativa globale”. I nuovi testi che saranno presentati al prossimo meeting in Brasile raccomandano che la tecnologia sia valutata caso per caso. L'intento è di far rientrare la Terminator nelle stesse disposizioni che regolano ogni altra coltivazione geneticamente modificata. Ignorando in tal modo il suo particolare e unico impatto socialmente devastante derivante da semi resi sterili geneticamente. “È un assalto diretto alle comunità agricole, alle culture indigene, alla sovranità alimentare e al benessere delle comunità rurali”, ha detto Chukki Nanjundaswamy di La Via Campesina, una organizzazione che rappresenta decine di milioni di contadini agricoltori in tutto il mondo. “Queste compagnie vorrebbero che tutto ciò che viene coltivato nel mondo sia di loro proprietà, vorrebbero essere i padroni della riproduzione”, ha detto Benny Haerlin of Greenpeace International, “se ne infischiano degli effetti collaterali che arrecherebbero un grave danno alla integrità e fertilità naturale”. In attesa delle decisioni che saranno prese al prossimo meeting in Brasile, la campagna “Ban Terminator” chiede la messa al bando definitiva della tecnologia Terminator. (Pubblicato su Ecplanet 19 marzo 2006) Ban Terminator La Via Campesina International Peasant Movement Greenpeace International OGM NEGLI AIUTI ALIMENTARI La sezione nicaraguense della Alleanza Centroamericana di Protezione alla Biodiversità, formata da nove organizzazioni che operano in diversi campi relazionati con l'ambiente, i diritti umani, la produzione agricola sostenibile, la sanità e la difesa dei consumatori e dei lavoratori dell'alimentazione, insieme a rappresentanti dei Governi Municipali delle città di Jinotega e Siuna, ha denunciato la massiccia presenza di Organismi Transgenici negli alimenti distribuiti a bambini, bambine e donne incinte, dal Programma Alimentare
Mondiale (PAM) e dal “Project Concern International”, con il presunto obiettivo di intervenire sulle fasce più vulnerabili del paese. La Alianza ha ricordato che proprio per ovviare al grave problema della presenza di Organismi Geneticamente Modificati (OGM) negli aiuti alimentari, dal 29 dicembre 1993 è in vigore l'Accordo sulla Diversità Biologica, il primo di ulteriori accordi ed impegni internazionali come il Protocollo di Cartagena sulla Sicurezza e la Biotecnologia, firmato con l'obiettivo di proteggere le risorse genetiche e l'umanità dai rischi provenienti dagli OGM. I rappresentanti dei comuni di Jinotega e Siuna ed i membri dell'Alleanza di Protezione alla Biodiversità - Nicaragua - hanno dunque deciso di denunciare questi organismi, poiché è emersa una violazione del sistema giuridico nazionale, dato che hanno continuato a distribuire alimenti con OGM in barba alle raccomandazioni fatte dal Parlamento Centroamericano e dal Consiglio Centroamericano dei Procuratori dei Diritti Umani. La Dott.ssa María Centeno, funzionaria del Comune di Jinotega, addetta alla gestione ambientale e alla protezione della biodiversità, da detto che in un campione dei cereali, del mais giallo e della soia donati dal PAM, prelevato in varie scuole di Jinotega, è stata scoperta un'alta percentuale di transgenici, il che ha destato una grande preoccupazione per la sicurezza alimentare dell'infanzia. Le analisi sono state effettuate presso il GENETIC-ID dell'Iowa, un laboratorio riconosciuto sia a livello internazionale che dalla Federazione Droghe ed Alimenti (FDA) statunitense come un'autorità in analisi genetiche. Dopo la scoperta, la Centeno ha chiesto al PAM di sostituire gli alimenti contaminati con transgenici con mais criollo e con cacao acquistati da produttori locali, per poter produrre la bevanda nazionale (il pinolillo). “Non è possibile - ha detto la Centeno - che con gli aiuti alimentari venga favorito il commercio di multinazionali che monopolizzano le sementi, gli strumenti ed anche le medicine che servono per contrastare gli effetti dei transgenici. Non possiamo mettere a rischio la salute della popolazione e, soprattutto, quella dei bambini e delle donne incinte. Chiediamo il rispetto degli accordi internazionali firmati dal Governo del Nicaragua e anche che si approvino al più presto la Legge per la Prevenzione dei Rischi derivanti dagli Organismi Geneticamente Modificati e la Legge sulla Diversità Biologica, che sono state insabbiate in Parlamento”. Il Vice Sindaco di Siuna, nella zona mineraria del Nicaragua, Dott. Evaristo Luna, ha denunciato la presenza di transgenici anche nei programmi di aiuti alimentari del PAM all'interno del suo Comune. “A partire dal 2004”, ha detto Luna, “il PAM si è presentato nel nostro Comune per sostenere alcuni programmi educativi attraverso la donazione di alimenti per gli studenti. Con il passare del tempo ci siamo resi conto che molti bambini cominciavano a soffrire di problemi digestivi, diarrea, vomito ed alcune forme di allergia. Ci siamo messi in contatto con il Centro Humboldt, per vedere se era possibile svolgere un'indagine sulla composizione di questi alimenti che stavamo dando agli studenti. Dopo le analisi abbiamo scoperto che effettivamente esisteva una forte presenza di transgenici. Siamo molto preoccupati per quello che sta accadendo ed anche noi stiamo chiedendo al PAM la sostituzione di questi alimenti con alimenti tipici locali acquistati da produttori del posto. Perché portare mais dall'estero e non comprarlo nel nostro municipio? Per il momento non abbiamo avuto nessuna risposta”.
Già lo scorso anno, l'Alleanza Centroamericana di Protezione alla Biodiversità ha elaborato e svolto una strategia di indagine sul campo riguardo la presenza di OGM nel Centroamerica concentrata sull'analisi degli aiuti alimentari e sui prodotti già processati. Nel caso degli aiuti alimentari sono stati selezionati i cereali a base di mais, soia e cereali misti.Nel caso dei prodotti già processati con fini commerciali, si sono selezionate le farine di mais di maggior consumo nel paese. Il risultato fu che il 100% degli aiuti alimentari prelevati conteneva il gene di mais Bt Mon GA21 (di proprietà della Monsanto), mentre nei prodotti processati è stata rilevata una farina di mais di proprietà della Gruma venduta con il marchio Maseca. Alla luce delle nuove analisi, l'Alleanza di Protezione alla Biodiversità ha deciso di denunciare sia il Governo degli Stati Uniti, che distribuisce per mezzo del Programmed U.S. Food Aid ed il Project Concern International aiuti alimentari contaminati con OGM, con la scusa delle necessità urgenti dei settori più vulnerabili a livello mondiale, sia le imprese di produzione e distribuzione di farina di mais Comal, Maseca e Sabemas che stanno distribuendo alimenti contaminati con OGM destinati al consumo umano diretto, negando il diritto di scelta ai consumatori. (Pubblicato su Ecplanet 07 ottobre 2006) Banned GM corn found in U.N. aid in Central America 19 febbraio 2005 Pam Italia Genetic ID Alianza de Protección a la Biodiversidad Centro Alexander Von Humboldt - Nicaragua Health and poverty solutions for vulnerable children and families worldwide Project Concern International GALLINE OGM Dopo Dolly, la prima pecora clonata (sarebbe meglio dire massacrata, ndr), l'istituto Roslin di Edimburgo ha creato un altro mostro: una “gallina-farmaco” geneticamente modificata, da impiegare per la produzione a buon mercato di farmaci speciali altrimenti molto costosi. L'istituto scozzese ha utilizzato embrioni di galletto, manipolandone il DNA con l'aggiunta di geni umani, grazie all'aiuto di virus. Dall'accoppiamento di questi animali OGM sono nate delle galline portatrici anch'esse di geni umani che scodellano uova davvero eccezionali: dall'albume si possono estrarre proteine preziose per la produzione di medicinali. Secondo quanto apparso con risalto sul domenicale Sunday Times, il Roslin Institute ha già dato vita con questo metodo a circa cinquecento galline OGM destinate ad uso terapeutico. L'exploit - questa perlomeno è la speranza delle compagnie biotech che collaborano più strettamente con l'istituto scozzese all'avanguardia in campo genetico dovrebbe permettere in un futuro non lontano di produrre con pochissima spesa farmaci costosissimi.
Fondamentale sembra il fatto che i geni umani inseriti nel genoma dei galletti vengono interamente trasmessi da una generazione all'altra. Ovviamente le galline vanno geneticamente modificate in base alle specifiche proteine che si vogliono estrarre per utilizzarle a fini farmacologici. Uno degli esperimenti finora fatti ha permesso di produrre interferone umano molto analogo ad un farmaco prescritto nelle cure contro la sclerosi multipla. In un altro caso, le galline sono state predisposte a produrre nel bianco d'uovo una sostanza chiamata “miR24” che serve a combattere il tumore della pelle e che sembra promettente contro l'artrite. A detta del Sunday Times, è “un trionfo” attribuibile alla professoressa Helen Sang, che si è avvalsa della consulenza del padre di Dolly - il professor Ian Wilmut - e che negli ultimi dieci anni ha lavorato intensamente al progetto delle “galline-farmaco”. Già esistono varie tecniche per la produzione di proteine ad uso medicinale da materiale geneticamente modificato ma l'estrazione è difficile e costosa. Non sembrano esserci invece difficoltà partendo dal bianco d'uovo, da qui la cruciale importanza dei successi riportati a Edimburgo. Duramente critici contro gi forti interessi delle compagnie biotech, le associazioni animaliste del Regno Unito hanno stigmatizzato la notizia, esprimendo dure parole di condanna: “Il processo di modificazione genetica - ha denunciato Andrew Tyler, direttore di Animal Aid - produce molte vittime. Molti giovani animali nascono con gravi difetti e le femmine soffrono di aborti e di altri problemi”. (Pubblicato su Ecplanet 22 gennaio 2007) Anti-cancer chicken eggs produced BBC News 14 gennaio 2007 Roslin Institute Animal Aid Latest News & Campaigns MAIS OGM TOSSICO PESTICIDI KILLER INVASIONE MOLECOLARE 2 REFERENDUM POPOLARE SUGLI OGM LA GUERRA DEGLI OGM LA GUERRA DEGLI OGM 2 LA GUERRA DEGLI OGM 3 LA GUERRA DEGLI OGM 4 LA GUERRA DEGLI OGM 5 OGM APOCALYPSE
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